Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

31.05.2013 Views

120 Ferraris, celebre per il suo capolavoro « Biblioteca canonica juridica, moralis theologica »: è una ricca enciclopedia religiosa, in cui è spiegata ogni voce, secondo le Costituzioni pontificie, i decreti dei Concili, le risoluzioni delle Sacre Congregazioni; Girolamo da Montefortino, autore di una preziosa Somma scotista, secondo l’ordine e la disposizione di quella di s. Tommaso d’Aquino. Nell’Ottocento, almeno nella prima metà, anche a motivo delle soppressioni degli ordini religiosi, non ci furono profondi teologi e filosofi. « Il pensiero speculativo languiva. Anzi si può dire che in tutta la prima metà dell’Ottocento il Francescanesimo teologico, e specie quello filosofico, non solo non ha conservato le proprie posizioni, ma parecchie ne ha perdute, cedendo il campo ad altre Scuole che interpretavano a modo loro i maestri dell’Ordine» (G EMELLI, o. c., p. 342). Dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi si è notato un vero risveglio teologico e filosofico. Si sente il bisogno e il desiderio di conoscere ed approfondire meglio i nostri sommi Maestri. A tale scopo si sono ristampate (Quaracchi) le opere di s. Bonaventura e di Alessandro d’Ales, l’edizione critica delle opere di Duns Scoto, di s. Bernardino per meglio mettere in luce la loro autentica dottrina. Storiografi Ricca e poderosa è la storiografia francescana. Nei primi tre secoli non abbiamo dei veri e propri manuali di storia, dominano invece le Cronache di cui: alcune delineano il profilo spirituale dei Francescani più illustri; mentre altre sono dei veri documentari storici. Della storiografia degli inizi abbiamo già parlato. Nei periodi successivi le opere più importanti della storiografia francescana sono gli Annali del Wadding, l'Orbis Seraficus del Gubernatis, il Bullarium Franciscanum, la Storia delle Missioni di p. Marcellino da Civezza e le opere del p. Golubovich. Sono queste le sorgenti principali della storia dell’Ordine francescano. Ad esse fanno seguito un gran numero di Cronache generali e regionali, di leggendari, di scritti apologetici e biografici, di piccoli manuali di storia a carattere scientifico e divulgativo. Nel Seicento abbiamo due opere storiche di primaria importanza: gli Annali dell’irlandese Luca Wadding, che, con un latino elegante e con una grande erudizione, tratta la storia di tutto l’Ordine dagli inizi fino al 1540; e l’« Orbis Seraficus » del p. Domenico de Gubernatis, che in tre parti parla ampiamente dell’evoluzione interna, della istituzione e attività dell’Ordine e delle province. Anche la storia cappuccina venne raccolta in forma di Annali dal p. Zaccaria Boverio da Saluzzo. Nel Settecento s’inizia il Bullarium Franciscanum (la raccolta cioè delle bolle dei Papi sul Francescanesimo) per opera del p. Giacinto Sbaraglia. Anche gli Scalzi e i Cappuccini ebbero il loro Bullarium. Nel secolo scorso primeggia il p. Marcellino da Civezza con la sua monumentale « Storia Universale delle Missioni Francescane » in undici volumi, composta in trentotto anni d’infaticabile e duro lavoro. Tra i maggiori esponenti della storiografia francescana contemporanea v'è il p. Girolamo Golubovich. La sua produzione storica è molto vasta ed erudita, riguarda in massima parte la Palestina. Fece ristampare gli Annali del Wadding, arricchendoli di nuove e più ampie annotazioni e di un indice generale copioso. Fu anche uno dei più prestigiosi fondatori del periodico « Archivum Franciscanum Historicum » 1907), che

121 presenta i fatti storici del francescanesimo con un criterio scientifico più severo. In questi ultimi tre secoli, dal Settecento ad oggi, si sono succeduti e moltiplicati i manuali e le riviste di storia francescana. Omettiamo di citarli, per non dilungarci in una arida lista di autori. Le notizie sopraccennate sono sufficienti a darci un’idea della mirabile fecondità della storiografia francescana. Quasi in tutti i secoli si è gareggiato nel narrare la gloriosa storia della Famiglia serafica. Poeti, letterati e scienziati L’Ordine dei Frati Minori, pur non essendo un Istituto prettamente scientifico, non disprezza la scienza e le arti, anzi, le ha sempre coltivate, favorite e caldeggiate, perché anch’esse possono servire di scala per andare a Dio e per un efficace apostolato nel mondo, qualora siano usate nei giusti limiti o — come dice s. Francesco nella sua Regola - non servano a estinguere « lo spirito della santa orazione e devozione, al quale tutte le altre cose devono servire ». Molti, tra i Francescani, vi attesero con amorosa cura; alcuni poi, dotati di speciali talenti ed inclinazioni, vi si specializzarono, riuscendo dei grandi e, qualche volta, dei sommi in poesia, in letteratura, in musica, in pittura, in architettura, in fisica, in matematica, in scienze naturali, ecc. La poesia italica ha la sua culla in s. Francesco. Leone XIII ha scritto: « Sul labbro di s. Francesco vagì dolcemente l’italica favella: carità e poesia spirava dai suoi cantici popolari che la dotta posterità trovò degni di ammirazione » (Encicl. Auspicato concessum , del 17-IX-1882) Per natura, s. Francesco amava la poesia e il canto. Non era un poeta per arte o per studio, ma un poeta di animo e di sentimento: e questo rende grande e degno di lode e di fama qualsiasi poeta. Il celebre « Cantico di Frate Sole », scaturito dal suo cuore ardente, è stato definito: « il primo fiore della poesia italiana ». Tra i primi discepoli di s. Francesco, troviamo un valente poeta: f. Pacifico (Guglielmo Divini), soprannominato il « Re dei versi » e coronato poeta dallo stesso imperatore Federico II. Tommaso da Celano è autore di due poesie o sequenzie in latino: il «Dies irae» della Messa dei defunti e il «Sanctitatis nova signa» della Messa di san Francesco. Giuliano da Spira compose in rime l’Ufficio di s. Francesco e di s. Antonio; Giovanni da Peckam rimò quello della ss. Trinità. Fra Jacopone da Todi è il più grande dei poeti francescani. Gli si attribuiscono due «Stabat» : lo «Stabat Mater Dolorosa» (Maria ai piedi della Croce) ; lo «Stabat Mater Speciosa» (Maria davanti al presepio). Il primo è un canto di dolore, il secondo di gaudio. Compose anche «Donna di paradiso» (è il dramma della Crocifissione) ed altre laudi e cantici spirituali. « Jacopone - scrive Giovanni Papini - sta nel mezzo, tra san Francesco e Dante, quasi predestinato congiungimento fra il Santo di Assisi e il Poeta di Firenze. Di Francesco fedele figliolo, di Dante degno precorritore. Francesco santo e poeta, ma infinitamente più grande per la santità che per le rime: Jacopone egualmente grande come beato e come poeta; Dante infinitamente più poeta che santo. Jacopone è il medio termine; inferiore all’assisiate per la santità, al fiorentino per la poesia, ma grande abbastanza da poter intendere pienamente la sublimità di Francesco e da poter prestare a Dante qualcuna delle sue parole » (G. PAPINI, La scala di Giacobbe, Firenze 1932, p. 70-71). Altri due grandi poeti francescani, contemporanei del b. Jacopone da Todi, sono:

121<br />

presenta i fatti storici del francescanesimo con un criterio scientifico più severo.<br />

In questi ultimi tre secoli, dal Settecento ad oggi, si sono succeduti e moltiplicati<br />

i manuali e le riviste di storia francescana. Omettiamo di citarli, per non dilungarci in<br />

una arida lista di autori. Le notizie sopraccennate sono sufficienti a darci un’idea <strong>della</strong><br />

mirabile fecondità <strong>della</strong> storiografia francescana. Quasi in tutti i secoli si è gareggiato<br />

nel narrare la gloriosa storia <strong>della</strong> <strong>Famiglia</strong> serafica.<br />

Poeti, letterati e scienziati<br />

L’Ordine dei Frati Minori, pur non essendo un Istituto prettamente scientifico, non<br />

disprezza la scienza e le arti, anzi, le ha sempre coltivate, favorite e caldeggiate, perché<br />

anch’esse possono servire di scala per andare a Dio e per un efficace apostolato nel<br />

mondo, qualora siano usate nei giusti limiti o — come dice s. Francesco nella sua<br />

Regola - non servano a estinguere « lo spirito <strong>della</strong> santa orazione e devozione, al quale<br />

tutte le altre cose devono servire ». Molti, tra i Francescani, vi attesero con amorosa<br />

cura; alcuni poi, dotati di speciali talenti ed inclinazioni, vi si specializzarono, riuscendo<br />

dei grandi e, qualche volta, dei sommi in poesia, in letteratura, in musica, in pittura, in<br />

architettura, in fisica, in matematica, in scienze naturali, ecc.<br />

La poesia italica ha la sua culla in s. Francesco. Leone XIII ha scritto: « Sul labbro<br />

di s. Francesco vagì dolcemente l’italica favella: carità e poesia spirava dai suoi cantici<br />

popolari che la dotta posterità trovò degni di ammirazione » (Encicl. Auspicato concessum ,<br />

del 17-IX-1882)<br />

Per natura, s. Francesco amava la poesia e il canto. Non era un poeta per arte o per<br />

studio, ma un poeta di animo e di sentimento: e questo rende grande e degno di lode e di<br />

fama qualsiasi poeta. Il celebre « Cantico di Frate Sole », scaturito dal suo cuore<br />

ardente, è stato definito: « il primo fiore <strong>della</strong> poesia italiana ».<br />

Tra i primi discepoli di s. Francesco, troviamo un valente poeta: f. Pacifico<br />

(Guglielmo Divini), soprannominato il « Re dei versi » e coronato poeta dallo stesso<br />

imperatore Federico II. Tommaso da Celano è autore di due poesie o sequenzie in<br />

latino: il «Dies irae» <strong>della</strong> Messa dei defunti e il «Sanctitatis nova signa» <strong>della</strong> Messa di<br />

san Francesco. Giuliano da Spira compose in rime l’Ufficio di s. Francesco e di s.<br />

Antonio; Giovanni da Peckam rimò quello <strong>della</strong> ss. Trinità.<br />

Fra Jacopone da Todi è il più grande dei poeti francescani. Gli si attribuiscono due<br />

«Stabat» : lo «Stabat Mater Dolorosa» (Maria ai piedi <strong>della</strong> Croce) ; lo «Stabat Mater<br />

Speciosa» (Maria davanti al presepio). Il primo è un canto di dolore, il secondo di<br />

gaudio. Compose anche «Donna di paradiso» (è il dramma <strong>della</strong> Crocifissione) ed altre<br />

laudi e cantici spirituali.<br />

« Jacopone - scrive Giovanni Papini - sta nel mezzo, tra san Francesco e Dante,<br />

quasi predestinato congiungimento fra il Santo di <strong>Assisi</strong> e il Poeta di Firenze. Di<br />

Francesco fedele figliolo, di Dante degno precorritore. Francesco santo e poeta, ma<br />

infinitamente più grande per la santità che per le rime: Jacopone egualmente grande<br />

come beato e come poeta; Dante infinitamente più poeta che santo. Jacopone è il medio<br />

termine; inferiore all’assisiate per la santità, al fiorentino per la poesia, ma grande<br />

abbastanza da poter intendere pienamente la sublimità di Francesco e da poter prestare a<br />

Dante qualcuna delle sue parole » (G. PAPINI, La scala di Giacobbe, Firenze 1932, p. 70-71).<br />

Altri due grandi poeti francescani, contemporanei del b. Jacopone da Todi, sono:

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!