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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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organizzati; erano divisi in tre categorie: Studi provinciali, generali, universitari. Le<br />

Scuole provinciali erano frequentate da tutti i chierici studenti, dai sacerdoti non<br />

impediti e anche dai preti o dai religiosi di altri Ordini.<br />

Agli Studi generali venivano mandati i migliori elementi delle varie province.<br />

Quivi non si davano i gradi accademici; ma si era abilitati all’insegnamento di filosofia<br />

e teologia in provincia, col titolo di Lettore o Maestro. In Italia e anche all’Estero vi<br />

erano diversi Studi generalizi, come a Bologna, a Padova, a Venezia, a Milano, a<br />

Genova, a Pisa, a Napoli, a Lione, a Barcellona, a Colonia, a Lisbona, a Strasburgo, a<br />

Norimberga, a Parigi, a Oxford, a Cambridge, ecc. Molti di questi Studi furono poi<br />

aggregati alle università, usufruendo di tutti i privilegi e facoltà universitarie, tra cui il<br />

conferimento dei gradi accademici di Baccelliere e di Dottore. Col Baccellierato<br />

(conseguito in filosofia dopo il corso di sei anni, e in teologia dopo otto anni) si era<br />

abilitati al magistero; col Dottorato si aveva diritto di essere reggenti di università.<br />

Nel secolo XIII i Francescani insegnavano nelle prime e più importanti università:<br />

Parigi, Oxford e Cambridge (Inghilterra). I loro Studi generali furono anzi aggregati a<br />

queste stesse celebri università. Lo Studio generale di Parigi fu incorporato nel 1231;<br />

quello di Oxford nel 1247; l’altro di Cambridge, nel 1240. Il più antico studio dell’Ordine,<br />

quello di Bologna, veniva anch’esso parificato nel 1360.<br />

Nel secolo XIV, altri centri di Studi generali furono incorporati alle università,<br />

come a Tolosa, a Padova, a Firenze, a Perugia, a Genova, a Roma, a Salamanca, a<br />

Montpellier, a Colonia ed altrove. Ma, per abusi introdottisi, ci fu un po' di decadimento<br />

negli studi.<br />

Molti aspiravano alle lauree non per approfondire ed allargare la loro cultura, ma<br />

per ambizione: per avere, cioè, titoli e dignità. La scienza e la vita regolare ne discapitò<br />

molto allora: perché, tanti religiosi, pur essendo indegni <strong>della</strong> promozione, se la<br />

procuravano illecitamente, o con brevi apostolici, o con l’appoggio dei principi.<br />

Nel Quattrocento si reagì e si protestò energicamente contro tali deplorevoli abusi.<br />

Gli Osservanti di Francia, al Concilio di Costanza (1415), si lamentarono di « questa<br />

immoderata ambizione e cupidigia di scienza, di gradi accademici e onori... Proposero<br />

che nessun frate dell’Osservanza e <strong>della</strong> Riforma venisse promosso ai gradi accademici:<br />

bastava possedere la scienza senza i gradi e gli onori inerenti, non essendo necessari alla<br />

salute eterna » (Archivum Franc, Hist. IX, 3-41).<br />

Anche gli Osservanti di Oviedo (Spagna) e quelli <strong>della</strong> Francia, animati dello<br />

stesso spirito, rinunziarono ai gradi accademici. Non che essi fossero contrari alla<br />

scienza, come falsamente furono accusati; ma per controbattere l’arrivismo e la smodata<br />

ambizione agli onori. « Noi non vogliamo Lettori insigniti di gradi accademici - così<br />

essi dissero nel concilio di Basilea (1435) - ma vogliamo attendere agli studi come ai<br />

tempi di Alessandro d’Ales, di s. Bonaventura e di Scoto » (Analecta Franc. II, 297).<br />

Si vide allora una più intensa ripresa di studi, senza alcun detrimento <strong>della</strong><br />

disciplina e <strong>della</strong> pietà. Lo splendore <strong>della</strong> scienza si ravvivò, specialmente per impulso<br />

di s. Bernardino e di s. Giovanni da Capestrano.<br />

S. Bernardino, nei suoi quattro anni di vicariato generale nell’Osservanza, promosse<br />

dappertutto gli studi di teologia e di diritto canonico, togliendo perfino la<br />

confessione ai frati ignoranti.<br />

S. Giovanni da Capestrano ordinò che in ogni provincia dell’Osservanza ci fossero<br />

una o più case di studio, biasimando coloro che, sotto pretesto di una falsa spiritualità,

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