Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM
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convertì all’improvvisa morte del suo amante; la seconda, dopo una confessione<br />
sacrilegamente fatta, che le cagionò tanto dolore e rimorso. L’una e l'altra ripararono<br />
pubblicamente i propri scandali con una vita di estrema povertà e di rigorosissima<br />
penitenza. La b. Angela è «grande mistica e maestra dei mistici».<br />
Sposa e vedova intemerata fu, invece, la b. Umiliana de’ Cerchi: con la sua mitezza<br />
ed eroica pazienza, arrivò a convertire il marito, usuraio e crudele, che tanto l’aveva<br />
fatta soffrire.<br />
S. Zita di Lucca si santificò nell’adempimento fedele di tutti i doveri del suo umile<br />
stato di serva, e la b. Giovanna da Signa si santificò nella custodia delle sue pecorelle.<br />
S. Rosa da Viterbo si dedicò fin da piccola (contava appena dieci anni) ad un<br />
intenso apostolato nel convertire gli eretici: predicava per le vie e per le piazze in difesa<br />
del Papa contro Federico II che la punì poi con l’esilio.<br />
Tra i santi terziari di questo secolo XIII emergono alcuni sacerdoti: il b. Davanzato,<br />
che per settant’anni si prodigò con grande abnegazione per il bene dei suoi parrocchiani,<br />
specialmente poveri, privandosi per loro anche del necessario; il b. Bartolo da S.<br />
Gimignano, che fu detto il « Giobbe toscano » per la sua ammirevole rassegnazione e<br />
pazienza nei dolori atrocissimi, causatigli dalla lebbra; e santo Ivo di Bretagna,<br />
chiamato « l'Avvocato dei poveri », perché accorreva sempre in loro aiuto, difendendoli<br />
contro ogni oppressione.<br />
Tra i coniugi e gli eremiti<br />
Dando uno sguardo al Terz’Ordine del secolo XIV ed anche del sec. XV, notiamo<br />
che i Terziari distintisi per virtù sono in prevalenza coniugi, eremiti o pellegrini. S.<br />
Elisabetta di Portogallo, la b. Delfina, la beata Michelina, s. Brigida, la b. Giovanna di<br />
Maillé, ecc., erano spose; il b. Francesco da Pesaro, s. Corrado di Piacenza, s. Rocco, il<br />
b. Guglielmo da Scicli, il b. Tomasuccio, ecc., furono terziari solitari e pellegrini.<br />
La regina di Portogallo, s. Elisabetta, si segnalò per la sua particolare missione<br />
pacificatrice in seno alla sua stessa famiglia: tra il padre e il nonno, tra il marito e il<br />
figlio, tra il marito e il proprio fratello, tra i suoi figli e i nipoti.<br />
Una coppia esemplare di coniugi troviamo in s. Elzeario, conte di Sabràn, e nella<br />
sua sposa, la b. Delfina: vissero in perfetta castità, fedeli ai loro doveri, larghi sempre<br />
coi poveri, assidui nell’orazione.<br />
Altre due nobili anime conservarono intatta la loro verginità, pur costretti a<br />
maritarsi: la b. Giovanna di Maillé e la b. Angelina da Marsciano. Entrambe dovettero<br />
subire con grande rassegnazione una spietata persecuzione da parte degli stessi parenti.<br />
La b. Giovanna fu cacciata dal suo castello e la b. Angelina, accusata di eresia e<br />
condannata all’esilio.<br />
Anche la b. Michelina da Pesaro si attirò l’odiosità dei parenti. La sua vita povera,<br />
ritirata e penitente era considerata come una vera degradazione e un disonore per la<br />
famiglia. Mortole, quindi, il maritò fu rinchiusa in una torre, caricata di catene.<br />
S. Brigida di Svezia, madre esemplare di otto figlioli, convisse col marito in perfetta<br />
concordia, peregrinando assieme per i vari santuari d’Europa. Intensificò il suo fervore e<br />
la sua pietà, dopo essersi separata dallo sposo che, col consenso di lei, si era fatto<br />
certosino. Fu da Dio favorita di celesti rivelazioni sulla Passione del Signore e sulla vita<br />
<strong>della</strong> Vergine santissima.