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Storia della Famiglia Francescana - Assisi OFM

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sempre nel Terzo Ordine la santità serafica. Da esso sbocciarono un s. Luigi di Francia, una s.<br />

Elisabetta d’Ungheria, un s. Corrado di Piacenza, una s. Margherita da Cortona, un s. Elzeario<br />

di Sabran e moltissimi altri santi, beati e servi di Dio.<br />

Nelle più svariate condizioni<br />

Tra i Terziari del Duecento vi è una ricchissima e svariata fioritura di virtù<br />

serafiche. Non vi è soltanto l’umile operaio e la madre di famiglia, che ha saputo<br />

sopraelevare e santificare la propria modesta ed ordinaria vita sotto l’azione<br />

trasformatrice dello spirito francescano, ma ci sono anime appartenenti ad ogni<br />

condizione: re e regine; grossi mercanti e piccoli venditori <strong>della</strong> strada; nobili e servi;<br />

artigiani e pastorelli; anime verginali e anime traviate; sacerdoti e missionari.<br />

Sono terziari un s. Ferdinando III, re di Spagna e un s. Luigi o Ludovico IX, re di<br />

Francia. Il primo difese la religione cristiana minacciata dai Musulmani. Portava<br />

sempre, nelle sue strepitose vittorie, il cilizio addosso ed una statua di Maria SS. in testa<br />

all’esercito. Il secondo Re si santificò con una vita piuttosto umile e raccolta: nessuno<br />

sfarzo nella sua reggia, né rappresentazioni teatrali. Soleva invitare nel suo<br />

appartamento i poveri e li serviva a mensa egli stesso; visitava e curava i lebbrosi negli<br />

ospedali; né tralasciava di ascoltare la Messa e di recitare quotidianamente l‘Ufficio<br />

canonico ed altre preghiere. Prese parte a diverse crociate per la liberazione dei Luoghi<br />

Santi dai Musulmani.<br />

Quanta carità verso i poveri, gli ammalati e i lebbrosi; quale spirito di sacrificio e di<br />

completa sottomissione ai voleri di Dio in una s. Elisabetta d’Ungheria! Nelle dure ed<br />

aspre lotte <strong>della</strong> vita, si mantenne serena e fedele al Signore, anche quando, rimasta<br />

vedova e scacciata dal suo castello, dovette andare a rifugiarsi in una misera stalla: lei,<br />

di costituzione delicata, di famiglia regale, e con quattro figlioletti attorno!<br />

Il b. Lucchesio di Poggibonsi, da avido mercante, divenne generosissimo nel<br />

soccorrere i poveri, distribuendo tutti i suoi beni e chiedendo egli stesso l’elemosina per<br />

loro.<br />

E’ impareggiabile l’onestà di un povero e modestissimo commerciante di pettini: il<br />

b. Pietro da Siena, soprannominato il « Pettinaio ». Arrivò a gettare nell’Arno la merce<br />

avariata, per non ingannare la gente. Era, poi, di un così profondo raccoglimento (pur<br />

nella sua vita movimentata ed apparentemente distratta), osservava così scrupolosamente<br />

il silenzio, da non ripetere una seconda volta il prezzo dei suoi pettini; ma,<br />

ponendosi l’indice alla bocca, faceva segno di non volere più parlare.<br />

Quale trasformazione spirituale nella vita del b. Novellone, il giovane calzolaio<br />

scapestrato e scandaloso di Faenza, che, colpito da grave malattia, si ravvede, cambia<br />

costumi, diviene un perfetto modello di penitenza e di carità verso i poveri, sino a<br />

vendere tutto, anche la sua stessa casa, per loro.<br />

Una vita dissoluta visse anche il b. Raimondo Lullo, nella corte del re di Maiorca;<br />

ma, toccato dalla grazia di Dio, a trent’anni abbandonò la corte e la patria sua e si ritirò<br />

nella solitudine di un monte per ritemprarsi e purificarsi l’anima. Evangelizzò la gente<br />

in molte nazioni, fondò collegi missionari e sparse infine il suo sangue per la fede di<br />

Cristo in Africa.<br />

Altre due anime elette erano state schiave <strong>della</strong> scostumatezza: s. Margherita da<br />

Cortona e la b. Angela da Foligno, dette le « Maddalene francescane ». La prima si

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