ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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leccando le ferite della fillossera e si stava conseguentemente rinnovando , poggia su<br />
radici friulane.<br />
Oltre il Tagliamento il seme per la nascita del secondo polo vivaistico<br />
era stato gettato, nel 1920, quando la Cattedra Ambulante di Pordenone aveva<br />
promosso la costitutizione del Vivaio cooperativo di Ronche di Fontanafredda, allo<br />
scopo di preparare le viti che sarebbero servite al ripopolamento dei vigneti friulani.<br />
Il 4 settembre del 1936 si costituiscono i Vivai di Rauscedo e con loro si aprirà un<br />
nuovo, importante capitolo del nostro vivaismo. Rauscedo, infatti divenne<br />
protagonista sulla scena italiana e poi mondiale a partire dagli anni Sessanta quando<br />
intuì l'enorme mercato che si stava aprendo per le barbatelle innestate con la loro<br />
moltitudine di cloni. Seppe occupare gli spazi di mercato che gli si offrivano<br />
nell'Italia Centrale e del Sud, dove il rinnovamento viticolo era ancora in gran parte<br />
da fare. Infine si proiettò verso i mercati di tutto il mondo. Di fronte ad una sempre<br />
maggior richiesta di barbatelle, la struttura cooperativistica, che trovava la sua forza<br />
lavoro all'interno delle famiglie ricche di braccia, si dimostrò estremamente elastica e<br />
quindi pronta ad assecondare, in tempi reali, la crescente domanda dei mercati, che<br />
passarono dai 20 milioni di barbatelle innestate degli anni Sessanta ai 40 milioni di<br />
oggi. Oggi il Friuli-Venezia Giulia fornisce il 72% del materiale vivaistico prodotto<br />
annualmente in Italia ed il 40% di quello del mondo intero: una vite su quattro, nel<br />
mondo, parla friulano."<br />
Erica Busetti Conti (23) sintetizza i momenti più rilevanti<br />
dell'evoluzione vivaistico viticola, come segue: