ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro

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31.05.2013 Views

introdotte diedero soddisfacenti risultati e fondate lusinghe di successo ". (17) E' indubbio, quindi, che da quel momento la storia dei vitigni friulani e la storia del vivaismo friulano si intersecano, si fondono e stabiliscono legami che devono essere, se pur brevemente, ricordati. Infatti, negli anni '20 di questo secolo, nel momento della ricostruzione dei vigneti su piede americano, dopo tutte le azioni, impegni, preoccupazioni,

tentativi, ricerche del Consorzio antifillosserico, venivano piantati in Friuli i primi campi di moltiplicazione di portinnesti; e ciò avveniva per l'intraprendenza di alcuni pionieri, sotto il controllo delle scuole tedesca e austriaca e di costitutori famosi, come il Kober. L'archivio storico della signora Erica Busetti Conti, è ricco di documenti sulle piantagioni di quel periodo e sui controlli dei ceppi, che testimoniano la serietà di una impostazione razionale che entrerà nel sangue dei vivaisti friulani". "Il Friuli - secondo gli Autori - era diventato la meta delle prime sperimentazioni austriache e tedesche a causa delle favorevoli condizioni climatiche e pedologiche delle sue pianure fra l'Isonzo ed il Tagliamento, sicchè, come logica conseguenza, si instaurarono collaborazioni individuali con i coltivatori di oltr'Alpe fino al 1934 e, dopo tale data, si concretò l'apertura di un ufficio commerciale con sede in Gorizia condotto dal friulano Bruno Busetti, diplomato all'Istituto di Klosterneuburg (il famoso centro dove aveva lavorato il barone Babo). Bruno Busetti, quindi definiva tutta una serie di contatti operativi che servivano via via ad affinare anche le capacità dei coltivatori friulani di piante madri ed a proiettarli sullo scenario europeo. Ma questo movimento aveva visto anche altri attenti ed appassionati pionieri, fra i quali soprattutto è doveroso ricordare Giovanni Battista Toppani. Egli iniziò la sua lunga attività in Ruda, nella Azienda della zia Toppani-Cella che nel 1921 era stata la prima ad importare in Italia il Kober 5BB. Vivaista per vocazione,

tentativi, ricerche del Consorzio antifillosserico, venivano piantati in Friuli i primi<br />

campi di moltiplicazione di portinnesti; e ciò avveniva per l'intraprendenza di alcuni<br />

pionieri, sotto il controllo delle scuole tedesca e austriaca e di costitutori famosi,<br />

come il Kober.<br />

L'archivio storico della signora Erica Busetti Conti, è ricco di<br />

documenti sulle piantagioni di quel periodo e sui controlli dei ceppi, che<br />

testimoniano la serietà di una impostazione razionale che entrerà nel sangue dei<br />

vivaisti friulani".<br />

"Il Friuli - secondo gli Autori - era diventato la meta delle prime<br />

sperimentazioni austriache e tedesche a causa delle favorevoli condizioni climatiche<br />

e pedologiche delle sue pianure fra l'Isonzo ed il Tagliamento, sicchè, come logica<br />

conseguenza, si instaurarono collaborazioni individuali con i coltivatori di oltr'Alpe<br />

fino al 1934 e, dopo tale data, si concretò l'apertura di un ufficio commerciale con<br />

sede in Gorizia condotto dal friulano Bruno Busetti, diplomato all'Istituto di<br />

Klosterneuburg (il famoso centro dove aveva lavorato il barone Babo).<br />

Bruno Busetti, quindi definiva tutta una serie di contatti operativi che<br />

servivano via via ad affinare anche le capacità dei coltivatori friulani di piante madri<br />

ed a proiettarli sullo scenario europeo.<br />

Ma questo movimento aveva visto anche altri attenti ed appassionati<br />

pionieri, fra i quali soprattutto è doveroso ricordare Giovanni Battista Toppani. Egli<br />

iniziò la sua lunga attività in Ruda, nella Azienda della zia Toppani-Cella che nel<br />

1921 era stata la prima ad importare in Italia il Kober 5BB. Vivaista per vocazione,

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