S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A - Senato.it
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<strong>Senato</strong> della Repubblica –62–<br />
XIII Legislatura<br />
703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />
È tuttavia innegabile che l’ent<strong>it</strong>à della manovra economico-finanziaria,<br />
meno pesante che in passato, testimonia di un progressivo avvicinamento<br />
all’equilibrio della finanza pubblica quale richiesto dagli accordi<br />
di Maastricht e dal successivo patto di stabil<strong>it</strong>à. Questo va acquis<strong>it</strong>o<br />
come fatto pos<strong>it</strong>ivo, al cui conseguimento hanno certamente contribu<strong>it</strong>o<br />
in molti, tra essi anche il Governo che, dopo le es<strong>it</strong>azioni iniziali<br />
dell’estate 1996, ha mantenuto fede agli impegni presi, pur tra compromessi<br />
e aggiustamenti non sempre ortodossi.<br />
L’avvicinamento a condizioni convenzionalmente r<strong>it</strong>enute standard<br />
della finanza pubblica non coincide, tuttavia, con l’avvicinamento anche<br />
a condizioni del sistema socio-economico equiparabili a quelle degli altri<br />
paesi dell’Unione monetaria europea. È questa la nuova sfida che<br />
l’attuale maggioranza di governo e l’attuale Governo es<strong>it</strong>ano ad affrontare,<br />
così come es<strong>it</strong>arono nel 1996.<br />
Riequilibrare la finanza pubblica con il contributo di gran lunga<br />
prevalente del calo dell’onere per interessi sul deb<strong>it</strong>o pubblico grazie ad<br />
un severo controllo dell’inflazione, agevolato dalla congiuntura internazionale,<br />
è stato, tutto sommato, un comp<strong>it</strong>o non proib<strong>it</strong>ivo. Le classi medie<br />
hanno pagato più delle altre, ma non sono state «lacrime e sangue».<br />
I consumi sono rallentati, è aumentato il numero di famiglie relativamente<br />
povere, ma complessivamente quella <strong>it</strong>aliana rimane una società<br />
ad alta qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a, che r<strong>it</strong>iene preferibile a tal fine mantenere più<br />
ampi margini di sicurezza sociale, essere più prudente nell’adottare tecniche<br />
di produzione di alimenti che alterino la natural<strong>it</strong>à di vegetali ed<br />
animali, anziché tutto sacrificare al r<strong>it</strong>mo di espansione del prodotto interno<br />
lordo.<br />
Il PIL non è l’unico indicatore di produzione di ricchezza e di benessere<br />
di un popolo; esso tuttora include attiv<strong>it</strong>à volte solo a rimediare<br />
ad effetti negativi del modello di funzionamento di una società (si pensi,<br />
ad esempio, a quelle san<strong>it</strong>arie o a quelle di trattamento dei rifiuti), che<br />
andrebbero trattate invece come costi. Ma quel che è peggio, esso non<br />
considera dimensioni del benessere che non passano attraverso i fatturati<br />
delle imprese private o i bilanci degli enti pubblici.<br />
Purtuttavia, l’assicurare lavoro a tutti resta un elemento importante<br />
della qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a e se il sistema delle imprese <strong>it</strong>aliane si trova a<br />
dover competere da una posizione di svantaggio, il lavoro viene progressivamente<br />
a mancare. Si potrà mascherare il fenomeno grazie all’aumento<br />
di lavoratori occupati a tempo parziale o con lavori temporanei,<br />
com’è accaduto nell’ultimo periodo, ma tale mascheramento non potrà<br />
durare molto. Se alla fine cala il lavoro, calerà anche l’occupazione. Il<br />
Governo e la maggioranza richiamano «la palla al piede» dell’onere del<br />
deb<strong>it</strong>o pubblico, ma se altro non si aggiunge si rischia di rimanere passivi<br />
e rassegnati. Senza contare il fatto che non è il deb<strong>it</strong>o in sé che ha<br />
procurato svantaggi al sistema, ma semmai l’eventuale uso inefficiente<br />
delle risorse da esso a suo tempo garant<strong>it</strong>e. Membri del Governo, della<br />
maggioranza e gran parte dell’opposizione richiamano la necess<strong>it</strong>à di ridurre<br />
la spesa pensionistica, ma nessun dato rileva come la spesa a fini<br />
sociali del sistema Italia sia più alta che altrove. L’avere meno spese per<br />
assistenza controbilanciate da una previdenza più generosa non cost<strong>it</strong>ui-