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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A - Senato.it

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<strong>Senato</strong> della Repubblica –54–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

La pol<strong>it</strong>ica economica del Governo va quindi analizzata non solo<br />

nella finanziaria, ma anche nei provvedimenti collegati di settore (ben<br />

otto, che saranno esaminati in un successivo momento) nonché alla luce<br />

dei vari provvedimenti legislativi e non che saranno adottati nel corso<br />

dell’anno finanziario, soprattutto di quelli concernenti le strategie di pol<strong>it</strong>ica<br />

industriale e di quelli relativi alla legislazione del lavoro.<br />

Quella di quest’anno è una finanziaria leggera, non solo per l’ammontare<br />

stesso della manovra. È una finanziaria che, dopo tanti anni di<br />

sacrifici, dà e non prende, come giustamente è stato detto, e che soprattutto<br />

non taglia la spesa sociale, anzi la amplia, sia pure ancora di poco.<br />

Il relatore, senatore Giaretta, ha detto che sulla colonna della voce tasse<br />

compare per la prima volta il segno meno ed è così: nessun nuovo tributo<br />

viene introdotto, anzi si rest<strong>it</strong>uiscono ai contribuenti consistenti intro<strong>it</strong>i<br />

derivanti dalla lotta all’evasione. È una finanziaria che non reca<br />

modifiche al sistema previdenziale come i sindacati e il Part<strong>it</strong>o dei Comunisti<br />

Italiani avevano richiesto.<br />

Molti anni di sacrifici sono stati sopportati dal mondo del lavoro<br />

nel suo complesso, in particolare dai lavoratori dipendenti, parasubordinati<br />

ed autonomi, soprattutto nel Mezzogiorno, per raggiungere il risanamento<br />

finanziario, che oltre ad essere un obiettivo obbligato, resta comunque<br />

un presupposto per lo sviluppo. Fin dall’anno scorso i senatori<br />

del Part<strong>it</strong>o dei Comunisti Italiani, raggiunto il risanamento, hanno posto<br />

l’esigenza di prestare attenzione alle pol<strong>it</strong>iche di sviluppo, alla cresc<strong>it</strong>a<br />

dell’economia, a come stimolarla, a quali strumenti adottare per ottenerla.<br />

Non si può disconoscere che questa finanziaria va in questa direzione,<br />

sia pure in una misura ancora lim<strong>it</strong>ata.<br />

La cresc<strong>it</strong>a del PIL non significa automaticamente cresc<strong>it</strong>a dell’occupazione,<br />

ma è anche vero che senza cresc<strong>it</strong>a del PIL non ci può essere<br />

incremento dell’occupazione. Occorre qui ricordare che gli ist<strong>it</strong>uti di<br />

ricerca hanno sempre sostenuto che solo in caso di una cresc<strong>it</strong>a del PIL<br />

consistente può verificarsi un incremento dell’occupazione apprezzabile,<br />

mentre non sempre una cresc<strong>it</strong>a del PIL poco rilevante dà luogo di per<br />

sé ad una cresc<strong>it</strong>a, sia pur minima, dell’occupazione. La questione vera<br />

è quindi come ottenere questa cresc<strong>it</strong>a e quali strategie adottare per accelerare<br />

la dinamica dello sviluppo.<br />

Qui, ancora una volta, si ripropone la questione se sia accettabile la<br />

terapia del centro-destra, fatta di demagogia sul fisco senza indicare a<br />

fronte delle minori entrate i corrispondenti tagli da apportare alla spesa;<br />

una terapia che reintroduce di fatto le gabbie salariali al Sud, la libertà<br />

totale di assunzione e di licenziamento e così via. Ciò che si richiede al<br />

centro-destra rispetto a quella che viene presentata come «controfinanziaria»<br />

è solo un poco di coerenza. È facile promettere per TV, radio e<br />

mass media vari irrealistici abbassamenti della pressione fiscale, da un<br />

lato, ed incrementi delle spese, inattuabili allo stato per ragioni di bilancio,<br />

dall’altro. Quello che chiediamo al centro-destra è solo di rendere<br />

di pubblico dominio, attraverso gli stessi mass media che utilizza, le<br />

proposte di modifica che presenta in concreto alla finanziaria per coprire<br />

le minori entrate e le maggiori spese.

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