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Senato della Repubblica –52– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 di cui sentiremo i benefici forse non immediatamente ma sicuramente nei tempi futuri. Il Gruppo che ho l’onore di rappresentare ha ottenuto un risultato che ritengo visibile e, soprattutto, segnalabile all’attenzione delle categorie più disagiate. Esiste in Italia una gran massa di cittadini che vive della pensione sociale minima: il Gruppo dell’UDeuR ha ottenuto, in sede preventiva, che si andasse incontro al settore della società più silenzioso, più trascurato e più paziente, il settore di cui dobbiamo farci tutti carico se vogliamo essere buoni cittadini che prestano aiuto a cittadini onesti, pazienti e disagiati, verso i quali basta talvolta un gesto di attenzione, come quello portato nell’ambito della finanziaria in esame. Il documento programmatico in discussione presenta molti aspetti soddisfacenti; come tutti i documenti programmatici, e come tutte le cose umane, è perfettibile e dobbiamo in qualche modo criticarlo internamente perché, ancora una volta, certi settori sono stati trascurati. Rilevo, ad esempio, che la finanziaria non affronta in maniera radicale il problema della giustizia. Il nostro è un paese in cui i cittadini che si rivolgono alla magistratura, sperando di ottenere un riconoscimento dei loro diritti e delle loro aspettative, si imbarcano in una autentica odissea che si sviluppa in tempi biblici. La magistratura è, infatti, organizzata in un certo modo, si atteggia a corporazione chiusa, ignora evidentemente la realtà continentale che la circonda e di tutto ciò risente l’apparato che la sostiene nell’esercizio quotidiano nella funzione giurisdizionale. La finanziaria, in questo campo, ha soltanto accennato ad alcuni interventi; sarà necessario fare in modo che il settore della giustizia trovi anche nel documento finanziario principale dello Stato una rispondenza e una forma di comprensione oggi inesistenti; non esiste altresì un impegno deciso, forte, radicale, totale nel settore della sanità. Qualora dovessi stabilire se in Italia la giustizia è peggiore della sanità o se la sanità è peggiore della giustizia, non riuscirei ad esprimere un giudizio definitivo; una cosa è però certa: nel corso di questi ultimi anni abbiamo assistito, nel campo della malasanità, non soltanto all’ordinaria gestione deficitaria delle strutture pubbliche ma anche ad una sorta di rito tribale per cui le strutture pubbliche si sono opposte ad alcune iniziative private e le iniziative private hanno fatto a gara nel gettare discredito sulle strutture pubbliche. Come il cittadino che si rivolge all’amministrazione della giustizia nutre perplessità e una forma di sfiducia, così il cittadino ammalato che si rivolge alla sanità pubblica o privata si trova di fronte ad un panorama di mancanza di organizzazione, di umanità e di professionalità, per cui l’avventura della malattia si rivela spesso negativa ed è destinata a conseguenze estreme. Un altro settore rispetto al quale sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione è quello dei servizi. Quest’ultimo è il più meritevole di riforme: in Italia non vi è, infatti, servizio pubblico o privato che non presenti delle pecche e tra i servizi pubblici e privati segnalo in particolare quello relativo alla sicurezza dei cittadini. In un paese moderno, civile, evoluto e progredito non si può assistere al fenomeno di cittadini, abitanti in una città, in un quartiere o in una strada, che si organizzano
Senato della Repubblica –53– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 alla maniera dei primi pionieri del West per difendersi dalla criminalità organizzata o dalla microcriminalità. Si tratta di una deficienza dello Stato che deve essere affrontata anche con un impegno finanziario, con un potenziamento dei ruoli delle forze dell’ordine, con una migliore organizzazione e con la creazione di presìdi locali a favore dei cittadini, che diano a questi ultimi una sensazione di sicurezza, di tranquillità e di pace che lo Stato deve loro assicurare. Ho voluto svolgere brevemente queste note critiche perché non si pensasse che improvvisamente intenda plaudire alla finanziaria e al documento programmatico. I documenti programmatici sono fatti per la massima parte di sforzi e di buone intenzioni, è poi il vaglio della realtà, dell’esercitazione di ogni giorno, che li rende buoni o cattivi; fino a quando non c’è questo confronto con la pietra di paragone della realtà civile i documenti finanziari restano un’esercitazione filosofica sul corpo sociale dello Stato che ha bisogno di verifiche continue. Siede in questo momento nei banchi del Governo il ministro Maccanico, che ha ampie esperienze in questo settore e credo che proprio queste sue esperienze gli abbiano insegnato una sorta di sano scetticismo, che, però, induce anche una persona abitualmente portata ad una forma di disincanto come me a leggere tra le trame del documento generale della manovra finanziaria un disegno di fondo che mi convince. Mi convince proprio per la sua rigidità e per la mancanza di concessioni che una volta si facevano a piene mani nel corso dell’approvazione della manovra finanziaria, che rendono questo momento importante per l’avvenire immediato, per la modernizzazione e per l’europeizzazione del nostro paese che ha tanti problemi e che, però, ha anche la forza per risolverli ed affrontarli con piena capacità e con una sicura previsione di fiducia. Ringrazio la signora Presidente ed i rappresentanti del Governo per l’attenzione riservatami: sono portatore della volontà di approvazione della manovra finanziaria da parte del Gruppo Unione Democratici per l’Europa-UDeuR, al quale mi onoro di appartenere, che, mio tramite, esterna questa sua disponibilità. (Applausi dal Gruppo Partito Popolare Italiano e del senatore Ferrante). PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Marino. Ne ha facoltà. MARINO. Signora Presidente, le modifiche legislative intervenute hanno mutato la struttura della legge finanziaria, come hanno ricordato i relatori, che ringrazio per il lavoro svolto e per il contributo offerto alla discussione. La manovra finanziaria di quest’anno, a differenza di quelle del passato, che dovevano affrontare il problema del risanamento, non rappresenta più l’unico strumento della politica economica, né può, nei suoi più limitati contenuti, risolvere da sola le difficoltà strutturali del paese.
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