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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A - Senato.it

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<strong>Senato</strong> della Repubblica –47–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

CADDEO. Signora Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi,<br />

nella discussione che si sta sviluppando intorno alla finanziaria<br />

sono emerse valutazioni che in vario modo ne colgono il segno. Si è<br />

parlato di finanziaria «leggera» perché dopo quelle cariche di «lacrime e<br />

sangue» degli anni più duri del risanamento finanziario per raggiungere<br />

l’obiettivo dell’euro, questa invece non toglie ma rest<strong>it</strong>uisce ai c<strong>it</strong>tadini.<br />

Sono affermazioni vere. Non ci sono, infatti, pesi nuovi che si abbattono<br />

sulle famiglie e sulle imprese e noi stessi non sentiamo il condizionamento<br />

dell’obbligatorietà di certe scelte. Il risanamento già realizzato<br />

consente di guardare avanti con un grado maggiore di ottimismo e<br />

di recuperare una certa libertà nelle scelte di pol<strong>it</strong>ica economica. Tutto<br />

questo però non ha portato ad assumere un provvedimento esile ed inconsistente,<br />

come taluni hanno qui affermato.<br />

Con l’emendamento presentato dal Governo in Commissione bilancio<br />

per la rest<strong>it</strong>uzione dei 10.300 miliardi di tasse ai contribuenti, la manovra<br />

ha accresciuto notevolmente spessore e consistenza e ne è sorto<br />

un provvedimento che non ha precedenti, anche in Europa. Io però mi<br />

porrei un altro problema, mi chiederei cioè se la finanziaria risponda alle<br />

esigenze che l’Italia ha di fronte, se sia cioè adeguata ad affrontare il<br />

problema della cresc<strong>it</strong>a e se ci ponga nelle condizioni di agganciarci alla<br />

ripresa economica che è nata ormai in Europa.<br />

La relazione previsionale e programmatica annuncia per il 2000<br />

un’espansione del PIL superiore al 2 per cento, risultato che, bisogna riconoscerlo,<br />

non è comunque in grado di annullare il distacco dagli altri<br />

paesi europei. Evidentemente pesa ancora lo stress per raggiungere i parametri<br />

di Maastricht e pesano le antiche deficienze strutturali e le condizioni<br />

drammatiche dalle quali siamo part<strong>it</strong>i. Ma rispetto al consolidarsi<br />

di aspettative pos<strong>it</strong>ive, è importante il dato, molto preciso, che si prosegue<br />

nella strada del risanamento e del rispetto del patto di stabil<strong>it</strong>à. Nonostante<br />

le difficoltà del 1999, il defic<strong>it</strong> di bilancio nel 2000 scenderà<br />

all’1,5 per cento, quando la previsione per l’anno precedente, occorre ricordarlo,<br />

era del 2,4 per cento. Si programma cioè un altro passo, ben<br />

solido, verso il pareggio di bilancio ormai alle porte.<br />

Un secondo elemento di rilievo è che, nel complesso, la riduzione<br />

della spesa pubblica è consistente, superiore all’1 per cento del PIL. Si<br />

è detto che i tagli alla spesa comprendono misure aleatorie. A me pare,<br />

invece, che per quanto riguarda la riduzione dei dipendenti pubblici e<br />

delle spese di approvvigionamento di beni e servizi si introducano meccanismi<br />

di programmazione realistici, ragionati e selettivi, capaci di introdurre<br />

flessibil<strong>it</strong>à nel rapporto di impiego e di accompagnare la riforma<br />

della pubblica amministrazione.<br />

Un terzo elemento da non sottovalutare è lo spostamento di parte<br />

della spesa da quella corrente a quella in conto cap<strong>it</strong>ale, operazione che,<br />

seppur ancora insufficiente, rafforza un processo virtuoso, strutturale, in<br />

grado di innestare una cresc<strong>it</strong>a sana e di lungo periodo.<br />

Ma il dato centrale è la riduzione del carico fiscale. Si tratta di una<br />

nov<strong>it</strong>à che non può essere trascurata e che deriva dal fatto che la riforma<br />

Visco c’è, ha avuto successo. Si è operata una semplificazione rile-

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