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31.05.2013 Views

Senato della Repubblica –30– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 finanziare l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, nel rispetto dell’accordo concordatario. Signor Presidente, colleghi senatori, la domanda di riforma del nostro sistema formativo è ormai ineludibile e questo Governo ha avviato un progetto di riforma che non ha precedenti dal dopoguerra. Si tratta di un progetto che deve porsi due obiettivi strategici fondamentali, a cui l’attuale sistema scolastico non corrisponde certamente in modo adeguato. Il primo è quello di elevare il livello medio di istruzione e formazione di tutti i giovani fino ai 15-16 anni, eliminando i persistenti gravi fenomeni di dispersione e selezione scolastica. Il secondo obiettivo fondamentale è quello di contribuire in modo determinante ad inserire il cittadino nel mondo del lavoro in una logica che, anziché subordinare la scuola alle esigenze dell’impresa, la rende invece corrispondente ai bisogni di formazione dell’uomo e del cittadino, alle aspettative del suo futuro. Questi, a mio avviso, sono due degli obiettivi strategici della riforma. Una riforma che ormai si è avviata e che, a differenza di alcuni mesi fa, comincia a trovare corrispondenza, partecipazione e protagonismo nella scuola, anzitutto da parte degli insegnanti e degli studenti. Una riforma che, se mantiene in sé i rischi di una deriva privatistica verso cui continueranno a cercare di piegarla i poteri forti, oggi sembra positivamente indirizzata ad una riqualificazione della scuola pubblica, al miglioramento del sistema formativo che, nella libertà di presenza della scuola privata, realizzi una scuola pluralistica e laica di tutti e per tutti. Questa legge finanziaria opera scelte complessivamente positive ai fini di questa riforma. Oggi il centro-destra, i poteri forti, operano per bloccare questo processo di riforma. Lo fanno, riportando strumentalmente in campo la questione del finanziamento alla scuola privata, cercando di provocare su questo uno scontro, una crisi all’interno della maggioranza. Voglio ricordare che questa maggioranza sul tema del rapporto scuola pubblica-scuola privata ha dimostrato di saper raggiungere accordi positivi, con contenuti certo di compromesso per tutti, ma alla fine concordati e condivisi in incontri di grande rilievo politico, che hanno visto, a suo tempo, la presenza dei massimi rappresentanti delle forze politiche di maggioranza e delle più alte cariche di Governo (dalla Presidenza del Consiglio, alla Vice Presidenza del Consiglio, ai Ministri della pubblica istruzione e dei rapporti con il Parlamento); contenuti che sono stati votati e approvati da questo ramo del Parlamento. Noi Comunisti siamo impegnati a lavorare perché questa maggioranza continui unita nella realizzazione del progetto di riforma che insieme, anche faticosamente, stiamo costruendo. Ciò sarà possibile nel pieno rispetto dei contenuti su cui insieme si è convenuto (la legge sulla parità, fra gli altri). Ciò sarà possibile, se in nessun modo si raggiungeranno accordi trasversali su un tema decisivo per lo stesso futuro democratico del nostro paese. Ciò è necessario perché è in gioco il futuro della scuola italiana, perché il mondo della scuola vuole essere protagonista di un progetto di riforma vero della scuola e perché – mi sia consentito – l’ultima cosa che il mondo della scuola, l’intero paese ci chie-

Senato della Repubblica –31– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 de è di compromettere un processo di riforma in nome di finanziamenti alla scuola privata, peraltro preclusi dalla Costituzione repubblicana. (Applausi dalla componente Comunista del Gruppo Misto e dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo. Congratulazioni). PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Azzollini. Ne ha facoltà. AZZOLLINI. Signor Presidente, colleghi, si è tentati, anche in sede di discussione generale nell’Aula del Senato, di analizzare partitamente l’articolato della legge finanziaria, ma ad una sua rilettura attenta purtroppo ci si rende conto che davvero la materia trattata è poca cosa, che il suo impatto sull’economia è insieme, per un verso, irrilevante e, per altro verso, discutibile. Per fortuna, è arrivata la «manna dal cielo» di queste entrate superiori al previsto: in parte è stato un vero e proprio Superenalotto, tenuto conto dell’entità dell’entrate derivanti dal gettito delle lotterie. MORANDO. Chiami il fisco «manna dal cielo»: mi sembra troppo! AZZOLLINI. Il Governo ha quindi avuto la fortuna di poter presentare un emendamento con cui restituisce agli italiani la parte di gettito superiore alle previsioni. Bene, in questo modo agli italiani sarà restituito, in parte, quello che hanno giocato alle lotterie. Questo è un dato sicuramente positivo che abbiamo evidenziato senza nascondere l’opportunità, in questo momento, della scelta di restituire quanto il fisco ha incassato in più. Molto meno opportune sono, invece, le modalità di restituzione in quanto, a nostro giudizio, le norme che le disciplinano sono farraginose e poco incisive sul sistema economico italiano nel suo complesso: in ogni caso, bene ha fatto il Governo a restituire la parte eccedente delle entrate incassate. Tuttavia, tolta questa «manna dal cielo» – ribadisco questo concetto –, la manovra finanziaria contiene davvero poca roba. Come avviene ogni anno, si parla di dismissione di immobili, prevedendo però questa volta una procedura accelerata cui, probabilmente, farà seguito, nella prossima finanziaria, una procedura ancor più accelerata, sino a quando le stesse arriveranno, in qualche modo, alla loro naturale conclusione. La manovra finanziaria al nostro esame contiene norme che – come al solito – riguardano farraginosamente i comparti della sanità e del pubblico impiego. In realtà, però, come si può evincere anche dalla Relazione previsionale e programmatica, tra i movimenti in entrata e quelli in uscita, i saldi ammontano a poco più di 2.000 miliardi di lire: questo è il saldo della manovra al nostro esame! Dunque, anche dichiaratamente, il Governo ha scelto una manovra di basso profilo. Se potessi cavarmela con una battuta ironica (è facile per noi), meglio il basso profilo scelto dal Governo perché così almeno vi saranno pochi danni: negli anni precedenti, infatti, quando il profilo non era così basso, i danni sono stati di gran lunga superiori.

<strong>Senato</strong> della Repubblica –31–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

de è di compromettere un processo di riforma in nome di finanziamenti<br />

alla scuola privata, peraltro preclusi dalla Cost<strong>it</strong>uzione repubblicana.<br />

(Applausi dalla componente Comunista del Gruppo Misto e dal Gruppo<br />

Democratici di Sinistra-L’Ulivo. Congratulazioni).<br />

PRESIDENTE. È iscr<strong>it</strong>to a parlare il senatore Azzollini. Ne ha<br />

facoltà.<br />

AZZOL<strong>LI</strong>NI. Signor Presidente, colleghi, si è tentati, anche in sede<br />

di discussione generale nell’Aula del <strong>Senato</strong>, di analizzare part<strong>it</strong>amente<br />

l’articolato della legge finanziaria, ma ad una sua rilettura attenta purtroppo<br />

ci si rende conto che davvero la materia trattata è poca cosa, che<br />

il suo impatto sull’economia è insieme, per un verso, irrilevante e, per<br />

altro verso, discutibile.<br />

Per fortuna, è arrivata la «manna dal cielo» di queste entrate superiori<br />

al previsto: in parte è stato un vero e proprio Superenalotto, tenuto<br />

conto dell’ent<strong>it</strong>à dell’entrate derivanti dal gett<strong>it</strong>o delle lotterie.<br />

MORANDO. Chiami il fisco «manna dal cielo»: mi sembra<br />

troppo!<br />

AZZOL<strong>LI</strong>NI. Il Governo ha quindi avuto la fortuna di poter presentare<br />

un emendamento con cui rest<strong>it</strong>uisce agli <strong>it</strong>aliani la parte di gett<strong>it</strong>o<br />

superiore alle previsioni. Bene, in questo modo agli <strong>it</strong>aliani sarà rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o,<br />

in parte, quello che hanno giocato alle lotterie. Questo è un dato<br />

sicuramente pos<strong>it</strong>ivo che abbiamo evidenziato senza nascondere l’opportun<strong>it</strong>à,<br />

in questo momento, della scelta di rest<strong>it</strong>uire quanto il fisco ha incassato<br />

in più. Molto meno opportune sono, invece, le modal<strong>it</strong>à di rest<strong>it</strong>uzione<br />

in quanto, a nostro giudizio, le norme che le disciplinano sono<br />

farraginose e poco incisive sul sistema economico <strong>it</strong>aliano nel suo complesso:<br />

in ogni caso, bene ha fatto il Governo a rest<strong>it</strong>uire la parte eccedente<br />

delle entrate incassate.<br />

Tuttavia, tolta questa «manna dal cielo» – ribadisco questo concetto<br />

–, la manovra finanziaria contiene davvero poca roba. Come avviene<br />

ogni anno, si parla di dismissione di immobili, prevedendo però questa<br />

volta una procedura accelerata cui, probabilmente, farà segu<strong>it</strong>o, nella<br />

prossima finanziaria, una procedura ancor più accelerata, sino a quando<br />

le stesse arriveranno, in qualche modo, alla loro naturale conclusione.<br />

La manovra finanziaria al nostro esame contiene norme che – come<br />

al sol<strong>it</strong>o – riguardano farraginosamente i comparti della san<strong>it</strong>à e del<br />

pubblico impiego. In realtà, però, come si può evincere anche dalla Relazione<br />

previsionale e programmatica, tra i movimenti in entrata e quelli<br />

in usc<strong>it</strong>a, i saldi ammontano a poco più di 2.000 miliardi di lire: questo<br />

è il saldo della manovra al nostro esame!<br />

Dunque, anche dichiaratamente, il Governo ha scelto una manovra<br />

di basso profilo. Se potessi cavarmela con una battuta ironica (è facile<br />

per noi), meglio il basso profilo scelto dal Governo perché così almeno<br />

vi saranno pochi danni: negli anni precedenti, infatti, quando il profilo<br />

non era così basso, i danni sono stati di gran lunga superiori.

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