S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A - Senato.it
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<strong>Senato</strong> della Repubblica –24–<br />
XIII Legislatura<br />
703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />
momento, avesse prefer<strong>it</strong>o non sbilanciarsi ed avesse dato della manovra<br />
finanziaria una valutazione prudente e di cauta attesa.<br />
Di Fossa, poi, si ricorderà come egli sia tornato di recente sull’argomento,<br />
in diretta polemica con D’Alema e con il costume – da questi<br />
condiviso con il ministro Visco – di bacchettare gli industriali, accusandoli<br />
di non voler fare la propria parte, di non sapere approf<strong>it</strong>tare delle<br />
condizioni favorevoli create (secondo loro) dal Governo per inv<strong>it</strong>arli a<br />
produrre, ad investire, ad assumere, in defin<strong>it</strong>iva – lo ha affermato il<br />
Presidente del Consiglio – ad avere coraggio.<br />
Inoltre, cr<strong>it</strong>iche al Governo della sinistra sono arrivate addir<strong>it</strong>tura<br />
dal mondo sindacale. È nota la posizione del segretario della CISL<br />
D’Antoni, il quale, almeno per il momento, non può certamente essere<br />
individuato come un uomo di destra. Né possono essere sottaciute, al riguardo,<br />
le indicazioni puntualmente riproposte nei giorni scorsi dal governatore<br />
della Banca d’Italia Fazio, dal quale sono anzi pervenuti dei<br />
seri ammonimenti in ordine alla possibil<strong>it</strong>à, tutt’altro che remota, che le<br />
attuali tensioni inflazionistiche, se non adeguatamente contrastate con<br />
provvedimenti di carattere strutturale, possano spingere l’inflazione su<br />
livelli estremamente preoccupanti, ben oltre le previsioni governative.<br />
In realtà, a noi sembra che sia stato il Governo D’Alema a non<br />
avere il coraggio, al punto di dimenticare gli annunci fatti al paese e di<br />
rinviare ogni provvedimento che possa mettere in crisi i rapporti interni<br />
alla maggioranza. Ci sembra che il Governo D’Alema stia perdendo<br />
l’occasione, che forse non gli si presenterà più, di rendere un servizio al<br />
paese.<br />
Oggi come ieri, si ripete la vicenda dello scorso anno (ma questa<br />
farsa va avanti già da qualche anno): quella della finanziaria inutile e, di<br />
conseguenza, dannosa, anche perché non ci sembra che il pacchetto di<br />
misure fiscali, predisposto dal ministro Visco, risponda concretamente<br />
all’esigenza di riduzione della pressione fiscale. L’analisi delle misure<br />
proposte evidenzia come si tratti, per la maggior parte, di rest<strong>it</strong>uzioni a<br />
pioggia, di sapore prettamente elettoralistico, volte essenzialmente ad<br />
ev<strong>it</strong>are che il prelievo tributario sfondi ulteriormente le previsioni del<br />
Governo e provochi un ulteriore incremento della pressione fiscale, in<br />
controtendenza quindi alle indicazioni, date nel piano di convergenza, ai<br />
paesi aderenti all’UME.<br />
Qualche singolo provvedimento potrebbe anche essere condiviso<br />
sotto un mero profilo equ<strong>it</strong>ativo, ma non sono quelli di cui ha bisogno il<br />
paese. Sarebbero necessarie, invece, misure di carattere strutturale, volte<br />
a ridurre la pressione fiscale in misura consistente nel medio periodo ed<br />
in modo significativo, concretamente percepibile, anche nel breve periodo.<br />
Recentemente, una ricerca su scala europea ha dimostrato che l’Italia<br />
è tra i paesi che utilizzano nel modo peggiore la leva fiscale per avviare<br />
ed incrementare lo sviluppo.<br />
Il favorevole andamento della riscossione delle imposte, in misura<br />
nettamente superiore alle previsioni formulate nei documenti ufficiali,<br />
avrebbe dovuto indurre il Governo ad adottare provvedimenti di carattere<br />
più generale, con effetti graduati su tutto l’arco dei contribuenti e, soprattutto,<br />
capaci di incentivare in modo significativo l’attiv<strong>it</strong>à di impresa