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Senato della Repubblica –22– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 Ma tutto è inutile se non si agisce sul versante normativo, ponendo intanto un freno alle riforme bislacche che complicano le cose, anziché semplificarle, e stravolgono organizzazioni e prassi sperimentate e ancora valide, paralizzando ciò che potrebbe ancora funzionare, prima di essere certi che il nuovo vada meglio. Penso alla dannosa combinazione di trasferimenti di competenze nella girandola tra giudice di pace, ex preture, giudice unico, sezioni staccate, sezioni stralcio, tribunali metropolitani e relativi grovigli di procedure tra vecchi e nuovi riti e progetti di nuove riforme, materia sulla quale si potrebbe ancora intervenire, in parte abortendo certi progetti non ancora attuati, in parte ripristinando l’istituto pretorile inopinatamente soppresso. Si è persa, infatti, una buona occasione per semplificare le cose e utilizzare al meglio i mezzi disponibili, quando è stato istituito il giudice unico di primo grado e non si è voluto accorpare ad esso anche il giudice di pace, inquadrabile nella figura di vice pretore onorario, cosa che avrebbe permesso di mantenere una presenza capillare sul territorio basata sulle esistenti preture, potenziate dal complemento dei circa 4.000 magistrati onorari e dal loro personale di cancelleria (8.000 segretari). In ambito penale però tutto è inutile se non si inverte la tendenza culturale ed ideologica a tollerare la diffusa illegalità microcriminale – che si autoalimenta constatando la voluta impunità di una miriade di condotte delinquenziali che, seppur sanzionate in astratto, non vengono rilevate - e quella, diffusa in buona parte della classe politica, ad eccedere in un sovente ingiustificato, ma certamente interessato, garantismo, che porta spesso a trattare autentici ed incalliti delinquenti come se essi fossero le vittime. Certo, le garanzie giuste ci vogliono per tutti, ma non si può arrivare al punto che, per non rischiare di condannare ingiustamente un individuo, per il quale con il vecchio rito si sarebbe potuto concludere con un’assoluzione per insufficienza di prove, si arrivi ad assolvere 99 criminali certi. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pedrizzi. Ne ha facoltà. PEDRIZZI. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi, il corposo emendamento alla legge finanziaria presentato dal Governo, concernente in particolare le tanto strombazzate misure agevolative di carattere fiscale a favore delle persone fisiche, non modifica il nostro giudizio iniziale di contrarietà ad un provvedimento che evita accuratamente di affrontare i nodi della finanza pubblica e che si caratterizza con un ulteriore, pericoloso tentativo di rinviare i problemi del paese. Un rinvio che appare non solo inutile, perché tali problemi rimangono insoluti e dovranno comunque essere successivamente affrontati, ma anche dannoso perché essi sono destinati ad aggravarsi e la loro soluzione in futuro sarà fatalmente più onerosa per tutti i cittadini. Eppure, fin dalla primavera scorsa, il Presidente del Consiglio e il Ministro delle finanze avevano fatto a gara nel rilasciare alla stampa interviste in cui annunciavano intenti di riforma del sistema previdenziale e del mercato del lavoro di impronta prettamente liberista. Il ministro

Senato della Repubblica –23– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 Amato e soprattutto il presidente D’Alema avevano sorpreso gli elettori, sia quelli di sinistra che gli altri, orientati verso l’opposizione, abbracciando e facendo propri obiettivi e programmi indicati da tempo dall’opposizione di centro-destra. (Il ministro Amato si reca sotto lo scanno della Presidenza). Ministro, mi sembra Giulietta affacciata al verone. (Ilarità). AMATO, ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. Questa è la cosa più carina che ho mai sentito dire al mio indirizzo. (Ilarità). PEDRIZZI. Come dicevo, ministro Amato, lei e soprattutto il presidente D’Alema avevate sorpreso gli elettori, sia quelli di sinistra che gli altri, orientati verso l’opposizione, abbracciando e facendo propri obiettivi e programmi indicati da tempo dall’opposizione di centro-destra, al punto da dare l’impressione che la sinistra di governo, almeno nelle sue espressioni politicamente più avanzate, avesse finalmente recepito le pressioni esercitate da tempo dai vari organismi internazionali preposti a valutare la conduzione della nostra economia, dalla Commissione europea al Fondo monetario internazionale. Si tratta di argomenti ben noti, di cui ripetutamente si è parlato anche in quest’Aula e che hanno trovato ampio riscontro sui mezzi di comunicazione di massa: ad esempio, la necessità di procedere ad una revisione del sistema pensionistico, con contestuale eliminazione delle pensioni di anzianità; un lusso, questo, che il nostro paese, in forte crisi demografica, con una disoccupazione ristagnante a due cifre e con un numero di occupati ormai pari a quello delle persone in quiescenza, non è più in condizioni di permettersi, anche se naturalmente resta ferma la necessità di dettare norme specifiche per i lavori usuranti. In secondo luogo, vi è l’esigenza di ammodernare il mercato del lavoro, eliminando la rigidità che lo ingessa e puntando ad un regime flessibile che, pur con le necessarie garanzie e tutele, lo adegui alle regole vigenti negli altri Stati membri della Comunità europea. In terzo luogo, occorre ridurre la pressione fiscale sulle persone e quella contributiva in particolare sulle imprese. Ebbene, di questi argomenti, benché di importanza vitale per il paese, nel disegno di legge finanziaria non c’è nulla, tanto che numerose e concrete sono state le critiche piovute sul Governo, soprattutto a partire dal momento in cui, subito dopo le ferie estive, è apparso chiaro che i contrasti interni alla maggioranza avrebbero bloccato qualsiasi iniziativa nella direzione indicata. Critiche talvolta impietose, come quelle arrivate dal convegno annuale dei giovani industriali italiani, a Capri, da dove la presidente dell’associazione, Emma Marcegaglia, che pure nel recente passato aveva concesso delle aperture di credito al Governo di centro-sinistra, ha espresso un severo giudizio sull’operato del Governo e del suo Presidente del Consiglio. Critiche ripetute sono venute anche dagli esponenti delle varie organizzazioni degli imprenditori, in particolare dal presidente della Confcommercio, Sergio Billè, e dal presidente della Confindustria, Giorgio Fossa, malgrado quest’ultimo, in un primo

<strong>Senato</strong> della Repubblica –23–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

Amato e soprattutto il presidente D’Alema avevano sorpreso gli elettori,<br />

sia quelli di sinistra che gli altri, orientati verso l’opposizione, abbracciando<br />

e facendo propri obiettivi e programmi indicati da tempo dall’opposizione<br />

di centro-destra. (Il ministro Amato si reca sotto lo scanno<br />

della Presidenza). Ministro, mi sembra Giulietta affacciata al verone.<br />

(Ilar<strong>it</strong>à).<br />

AMATO, ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione<br />

economica. Questa è la cosa più carina che ho mai sent<strong>it</strong>o dire al mio<br />

indirizzo. (Ilar<strong>it</strong>à).<br />

PEDRIZZI. Come dicevo, ministro Amato, lei e soprattutto il presidente<br />

D’Alema avevate sorpreso gli elettori, sia quelli di sinistra che gli<br />

altri, orientati verso l’opposizione, abbracciando e facendo propri obiettivi<br />

e programmi indicati da tempo dall’opposizione di centro-destra, al<br />

punto da dare l’impressione che la sinistra di governo, almeno nelle sue<br />

espressioni pol<strong>it</strong>icamente più avanzate, avesse finalmente recep<strong>it</strong>o le<br />

pressioni eserc<strong>it</strong>ate da tempo dai vari organismi internazionali preposti a<br />

valutare la conduzione della nostra economia, dalla Commissione europea<br />

al Fondo monetario internazionale.<br />

Si tratta di argomenti ben noti, di cui ripetutamente si è parlato anche<br />

in quest’Aula e che hanno trovato ampio riscontro sui mezzi di comunicazione<br />

di massa: ad esempio, la necess<strong>it</strong>à di procedere ad una revisione<br />

del sistema pensionistico, con contestuale eliminazione delle<br />

pensioni di anzian<strong>it</strong>à; un lusso, questo, che il nostro paese, in forte crisi<br />

demografica, con una disoccupazione ristagnante a due cifre e con un<br />

numero di occupati ormai pari a quello delle persone in quiescenza, non<br />

è più in condizioni di permettersi, anche se naturalmente resta ferma la<br />

necess<strong>it</strong>à di dettare norme specifiche per i lavori usuranti.<br />

In secondo luogo, vi è l’esigenza di ammodernare il mercato del lavoro,<br />

eliminando la rigid<strong>it</strong>à che lo ingessa e puntando ad un regime<br />

flessibile che, pur con le necessarie garanzie e tutele, lo adegui alle regole<br />

vigenti negli altri Stati membri della Comun<strong>it</strong>à europea.<br />

In terzo luogo, occorre ridurre la pressione fiscale sulle persone e<br />

quella contributiva in particolare sulle imprese.<br />

Ebbene, di questi argomenti, benché di importanza v<strong>it</strong>ale per il<br />

paese, nel disegno di legge finanziaria non c’è nulla, tanto che numerose<br />

e concrete sono state le cr<strong>it</strong>iche piovute sul Governo, soprattutto a<br />

partire dal momento in cui, sub<strong>it</strong>o dopo le ferie estive, è apparso chiaro<br />

che i contrasti interni alla maggioranza avrebbero bloccato qualsiasi iniziativa<br />

nella direzione indicata. Cr<strong>it</strong>iche talvolta impietose, come quelle<br />

arrivate dal convegno annuale dei giovani industriali <strong>it</strong>aliani, a Capri, da<br />

dove la presidente dell’associazione, Emma Marcegaglia, che pure nel<br />

recente passato aveva concesso delle aperture di cred<strong>it</strong>o al Governo di<br />

centro-sinistra, ha espresso un severo giudizio sull’operato del Governo<br />

e del suo Presidente del Consiglio. Cr<strong>it</strong>iche ripetute sono venute anche<br />

dagli esponenti delle varie organizzazioni degli imprend<strong>it</strong>ori, in particolare<br />

dal presidente della Confcommercio, Sergio Billè, e dal presidente<br />

della Confindustria, Giorgio Fossa, malgrado quest’ultimo, in un primo

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