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Senato della Repubblica –18– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 bilità del quadro politico e la capacità realizzativa che deve esservi connessa. Questa manovra finanziaria, infatti, può – io credo – contribuire a rafforzare il consenso del paese nei confronti dello schieramento riformatore grazie alle indicazioni e alle scelte che contiene, ma, al tempo stesso, è un provvedimento che richiede altri successivi interventi e, quindi, una continuità di indirizzo politico e legislativo, soprattutto in rapporto all’entità dei problemi che incalzano. Infatti, se questa manovra finanziaria è orientata verso una fase di rilancio e di sviluppo, nella sua stessa articolazione si colgono però i molti nodi irrisolti che il paese deve affrontare senza ritardi. È aperta, ad esempio, una questione che riguarda la competitività del sistema economico italiano a cui sono connesse (ne parlava stamattina il senatore Morando) la liberalizzazione dei mercati e l’accentuazione dei livelli di concorrenza in molti ambiti dell’attività produttiva. Vi è, infine, una decisiva questione lavoro che pesa soprattutto sul Mezzogiorno, sulle grandi aree urbane e sulle nuove generazioni. Sotto questo profilo – e mi rifaccio al rapporto svolto dal collega Battafarano per conto della Commissione lavoro – la manovra finanziaria di quest’anno può rappresentare un’occasione importante per imprimere una decisa accelerazione (della quale si avverte l’esigenza) agli interventi di reindustrializzazione e di promozione di imprese nelle zone oggetto di contratti d’area e di patti territoriali, rimuovendo ritardi e snellendo procedure, rispetto alle quali esistono elementi di ostacolo che vanno rimossi. Da questo punto di vista e, più in generale, dal punto di vista degli interventi di sostegno all’occupazione e di rilancio dell’economia, il confronto che si è svolto in 5 a Commissione sui disegni di legge finanziaria e di bilancio di previsione dello Stato ha prodotto precisazioni e integrazioni importanti sui testi in origine presentati dal Governo. C’è da attendersi che l’esame dell’Aula rafforzi e consolidi questi risultati, soprattutto nella direzione degli incentivi alle piccole e medie imprese e al settore dell’artigianato. Mi auguro, inoltre, che dall’esame dell’Aula giunga anche il conforto ad alcune scelte importanti operate dalla Commissione bilancio, ad esempio, relativamente alla proposta di stralcio di alcune parti del provvedimento, rispetto alla quale vorrei esprimere la mia adesione, in particolare per quanto riguarda lo stralcio del comma 18-ter dell’originario articolo 11, ora articolo 14 del testo della Commissione, e dell’originario articolo 22, ora articolo 26. Si tratta di punti del provvedimento che affrontano temi diversi, riconducibili però entrambi ad un unico aspetto, quello della liberalizzazione e dell’apertura al mercato. Ebbene, in questo senso le scelte proposte originariamente dal testo della finanziaria (mi riferisco all’introduzione della golden share nei servizi pubblici locali, così come ad alcune scelte che avrebbero reso difficile la condizione delle casse previdenziali degli ordini professionali) si collocavano al di fuori di una visione organica. Si tratta invece di temi importanti che vanno affrontati in una prospettiva complessiva, rispetto alla quale la proposta di stralcio, con l’im-

Senato della Repubblica –19– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 pegno a successive iniziative di riforma, mi sembra la soluzione più auspicabile. Lo stesso giudizio (mi riferisco all’esigenza che i temi vengano affrontati in una sede propria) deve essere, a mio avviso, espresso su di un tema che in questi giorni viene insistentemente sollevato dai settori dell’opposizione. Parlo del tentativo di introdurre nei provvedimenti al nostro esame nuove misure in favore della scuola privata. Al riguardo, è bene essere chiari: il tema della parità scolastica investe questioni complesse e va considerato alla luce di un dettato costituzionale che può certamente essere oggetto di esame nelle forme proprie, come legittimamente da parte sua suggerisce il cardinale Tonini, ma che oggi è pienamente in vigore e non può quindi essere in alcun modo né violato, né aggirato. Sul tema della parità, d’altra parte, abbiamo di recente approvato in quest’Aula un disegno di legge che presenta, nel rispetto della Costituzione, aspetti innovativi, che hanno riscosso giudizi positivi anche da parte delle espressioni più alte del mondo cattolico. Quel provvedimento fissa un punto di equilibrio tra chi è attento al futuro della scuola pubblica e chi ha a cuore le sorti dell’istruzione privata. Alterare o addirittura tentare di stravolgere quell’equilibrio, come mirano a fare con un’evidente strumentalità le iniziative dell’opposizione, rappresenterebbe – a mio avviso – una prospettiva del tutto inaccettabile. Del resto, il deciso richiamo in favore della scuola pubblica, fatto ieri dal Presidente del Consiglio, costituisce in proposito un importante contributo di chiarezza e ci consente di guardare a questa prospettiva, e più in generale alla prospettiva di un’iniziativa riformatrice che deve essere proseguita, sostenuta ed incentivata, con serenità e con maggiore conforto. (Applausi dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo). PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Preioni. Ne ha facoltà. PREIONI. Signor Presidente, signor ministro Amato, di questa legge finanziaria a me interessa soprattutto l’aspetto concernente la giustizia. Per l’anno 2000 si prevede una spesa per la giustizia di 10.837 miliardi, pari all’1,45 per cento. Tale valore percentuale era dell’1,42 per cento nel 1999, dell’1,30 per cento nel 1998 e dello 0,98 per cento nel 1992. Quindi, in sette anni si è registrato un aumento di quasi il 50 per cento. Tuttavia, vista la natura e la finalità del settore, il dato in sé, per i valori percentuali ma anche per quelli assoluti e per l’inevitabilità degli impegni di spesa, non mi pare particolarmente fuori dell’ordinario e neppure allarmante, anche se nel bilancio del Ministero della giustizia non compaiono diverse voci di spesa perché poste a carico di altri Ministeri (Interno, Difesa, Tesoro) e perché la traduzione dei detenuti non è più a carico dei Carabinieri. Il problema però è un altro: a fronte di un volume di spesa considerevole, ma tutto sommato accettabile per un paese europeo con 57 milioni di abitanti, l’efficacia complessiva della macchina della giustizia è

<strong>Senato</strong> della Repubblica –19–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

pegno a successive iniziative di riforma, mi sembra la soluzione più<br />

auspicabile.<br />

Lo stesso giudizio (mi riferisco all’esigenza che i temi vengano affrontati<br />

in una sede propria) deve essere, a mio avviso, espresso su di<br />

un tema che in questi giorni viene insistentemente sollevato dai settori<br />

dell’opposizione. Parlo del tentativo di introdurre nei provvedimenti al<br />

nostro esame nuove misure in favore della scuola privata. Al riguardo, è<br />

bene essere chiari: il tema della par<strong>it</strong>à scolastica investe questioni complesse<br />

e va considerato alla luce di un dettato cost<strong>it</strong>uzionale che può<br />

certamente essere oggetto di esame nelle forme proprie, come leg<strong>it</strong>timamente<br />

da parte sua suggerisce il cardinale Tonini, ma che oggi è pienamente<br />

in vigore e non può quindi essere in alcun modo né violato, né<br />

aggirato.<br />

Sul tema della par<strong>it</strong>à, d’altra parte, abbiamo di recente approvato in<br />

quest’Aula un disegno di legge che presenta, nel rispetto della Cost<strong>it</strong>uzione,<br />

aspetti innovativi, che hanno riscosso giudizi pos<strong>it</strong>ivi anche da<br />

parte delle espressioni più alte del mondo cattolico. Quel provvedimento<br />

fissa un punto di equilibrio tra chi è attento al futuro della scuola pubblica<br />

e chi ha a cuore le sorti dell’istruzione privata. Alterare o addir<strong>it</strong>tura<br />

tentare di stravolgere quell’equilibrio, come mirano a fare con<br />

un’evidente strumental<strong>it</strong>à le iniziative dell’opposizione, rappresenterebbe<br />

– a mio avviso – una prospettiva del tutto inaccettabile. Del resto, il deciso<br />

richiamo in favore della scuola pubblica, fatto ieri dal Presidente<br />

del Consiglio, cost<strong>it</strong>uisce in propos<strong>it</strong>o un importante contributo di chiarezza<br />

e ci consente di guardare a questa prospettiva, e più in generale<br />

alla prospettiva di un’iniziativa riformatrice che deve essere prosegu<strong>it</strong>a,<br />

sostenuta ed incentivata, con seren<strong>it</strong>à e con maggiore conforto. (Applausi<br />

dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo).<br />

PRESIDENTE. È iscr<strong>it</strong>to a parlare il senatore Preioni. Ne ha<br />

facoltà.<br />

PREIONI. Signor Presidente, signor ministro Amato, di questa legge<br />

finanziaria a me interessa soprattutto l’aspetto concernente la giustizia.<br />

Per l’anno 2000 si prevede una spesa per la giustizia di 10.837 miliardi,<br />

pari all’1,45 per cento. Tale valore percentuale era dell’1,42 per<br />

cento nel 1999, dell’1,30 per cento nel 1998 e dello 0,98 per cento nel<br />

1992. Quindi, in sette anni si è registrato un aumento di quasi il 50 per<br />

cento.<br />

Tuttavia, vista la natura e la final<strong>it</strong>à del settore, il dato in sé, per i<br />

valori percentuali ma anche per quelli assoluti e per l’inev<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à degli<br />

impegni di spesa, non mi pare particolarmente fuori dell’ordinario e<br />

neppure allarmante, anche se nel bilancio del Ministero della giustizia<br />

non compaiono diverse voci di spesa perché poste a carico di altri Ministeri<br />

(Interno, Difesa, Tesoro) e perché la traduzione dei detenuti non è<br />

più a carico dei Carabinieri.<br />

Il problema però è un altro: a fronte di un volume di spesa considerevole,<br />

ma tutto sommato accettabile per un paese europeo con 57 milioni<br />

di ab<strong>it</strong>anti, l’efficacia complessiva della macchina della giustizia è

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