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Senato della Repubblica –16– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 Voglio dire che bisogna farsi carico dei problemi delle famiglie povere, cioè delle famiglie che hanno un solo lavoratore che deve sostenere tutta la famiglia. Quando si guadagna meno di 20 milioni l’anno, ma anche meno di 27 milioni l’anno, si rientra nelle nuove povertà pur avendo il capofamiglia lavoratore. E cosa si fa per una famiglia di questo tipo, che viene classificata dall’ISTAT tra quelle povere? Si dà la risposta di diminuire di un punto la pressione fiscale sull’IRPEF, il che corrisponde a qualche centinaio di migliaia di lire l’anno. Allora, signor Presidente, onorevoli colleghi del Governo, siamo delusi, siamo insoddisfatti. Ci attendevamo un dialogo, se vogliamo, un confronto più allargato sulle grandi questioni, che sono non solo di giustizia sociale ma anche di politica economica, che pone la situazione del nostro paese. La risposta è stata una finanziaria di tipo elettoralistico vecchia maniera, che non rappresenta una soluzione ai problemi del paese. (Applausi dai Gruppi Centro Cristiano Democratico e Forza Italia. Congratulazioni). PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Duva. Ne ha facoltà. DUVA. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, a me spiace che il senatore Bosi sia deluso e insoddisfatto per questa finanziaria e che la consideri animata da intenti elettoralistici. Credo invece che dobbiamo affrontare le questioni partendo dai dati di fatto, dagli elementi concreti. Da questo punto di vista, per esempio, le notizie che leggiamo sui giornali di questa mattina, relative al miglioramento dei conti dello Stato, rappresentano l’ultima conferma di un elemento che a me sembra sempre più evidente, e cioè che l’azione di risanamento e di consolidamento dei conti pubblici, avviata nella stagione dei Governi Amato e Ciampi e proseguita poi, con successo, dagli Esecutivi guidati da Romano Prodi e da Massimo D’Alema, è ormai entrata in una fase diversa, di consolidamento. Equilibrio finanziario, sostegno alla crescita economica e all’occupazione, coesione sociale ormai non sono più da considerare obiettivi alternativi, ma integrabili in un unico disegno unitario. Il perseguire contemporaneamente questi obiettivi non è più materia di annunci sbilanciati verso il futuro, ma di scelte che costituiscono materia del presente. Di questo mutamento, che segna in modo visibile questa fase della vita sociale del paese, la legge finanziaria che oggi discutiamo a me pare un’espressione concreta, così come lo erano stati l’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria e la Nota di aggiornamento che il Parlamento ha esaminato il mese scorso. Sono tre documenti che esprimono la continuità di un indirizzo di politica economica che ha colto dei traguardi, a cominciare da quello dell’euro, da molti considerati prima improponibili e irraggiungibili. Molto di questo positivo bilancio è certo merito del senso di responsabilità e dello spirito di sacrificio dei cittadini. Credo, però, signor Presidente, che si possa rivendicare anche la validità delle scelte com-

Senato della Repubblica –17– XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999 piute dal Governo e dalla maggioranza, che si sono rivelate positive per il futuro del paese. È significativo che un elemento di spicco di questo complesso di scelte sia costituito proprio dal versante fiscale, cioè da quello verso il quale si sono appuntate con più asprezza le critiche dell’opposizione. Eppure, come anche questa mattina molto incisivamente ha messo in luce il relatore Giaretta, è proprio nel campo fiscale che meglio si misura la svolta che la finanziaria 2000 produce ed è un dato di fatto che questa finanziaria dà e non prende. Con questo provvedimento, cioè, si è avviato un processo di restituzione di somme ai cittadini e si configura, a favore dei contribuenti, un dividendo fiscale di oltre 10.000 miliardi di lire. Si tratta di interventi che si traducono, poi, in uno sgravio dell’IRPEF di 7.000 miliardi, in un aumento delle detrazioni per la famiglia, in un insieme di misure a favore della casa, in un’accelerazione degli effetti della DIT per le imprese, in un’estensione di analoghi effetti di natura fiscale alle società di persone e alle ditte individuali. Nel triennio 2000-2002 si calcola per i contribuenti un risparmio che crescerà sino a 45.000 miliardi di lire, mentre l’azione pubblica di sostegno mobiliterà risorse produttive e per investimenti per oltre 70.000 miliardi di lire. Si tratta di un complesso di misure che il Governo e il Parlamento possono anche inserire in un’agenda realistica, perché l’Italia ha saputo rispettare i suoi impegni europei e perché, contrariamente alle tesi dell’opposizione, la politica fiscale del centro-sinistra e le riforme avviate stanno dando frutti concreti. Anche in questo caso, devo dire (mi spiace, contraddicendo le tesi che sono state esposte dal senatore Bettamìo prima e dal senatore Costa dopo) che, in realtà, gli ultimi dati sul gettito fiscale dei primi nove mesi dell’anno, di cui oggi possiamo disporre grazie al Bollettino economico della Banca d’Italia, mostrano che l’aumento del gettito è fortemente legato al successo della lotta all’evasione; una lotta – va aggiunto – che non deriva da intimorimento o da terrore, come qualcuno ha prima sottolineato, ma piuttosto dal miglioramento di un costume atavico, antico, non certo commendevole, che invece va mutando, e positivamente, grazie al fatto che sono stati introdotti elementi di rinnovamento e di riforma, che – come sostiene, appunto, il Bollettino della Banca d’Italia oggi – possono aver disincentivato la denuncia di imponibili palesemente incoerenti tra loro. Poiché questi dati dimostrano che, con un PIL in crescita limitata e con le aliquote dei tributi sostanzialmente inalterate, le entrate fiscali crescono sensibilmente anche oltre le previsioni, vuol dire che sta emergendo una base imponibile prima nascosta nell’elusione e nell’evasione fiscale. Ciò crea, evidentemente, margini di manovra più ampi per interventi di equità fiscale. Se questo indirizzo – come è auspicabile – acquisterà continuità e forza, anche il rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini ne trarrà giovamento. C’è da augurarsi che a considerazioni di questo tipo (agli aspetti cioè di sostanza) si ispiri il confronto che è in atto in seno alla maggioranza e che lo stesso giunga ad esiti positivi per quanto riguarda la sta-

<strong>Senato</strong> della Repubblica –17–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

piute dal Governo e dalla maggioranza, che si sono rivelate pos<strong>it</strong>ive per<br />

il futuro del paese.<br />

È significativo che un elemento di spicco di questo complesso di<br />

scelte sia cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o proprio dal versante fiscale, cioè da quello verso il<br />

quale si sono appuntate con più asprezza le cr<strong>it</strong>iche dell’opposizione.<br />

Eppure, come anche questa mattina molto incisivamente ha messo in luce<br />

il relatore Giaretta, è proprio nel campo fiscale che meglio si misura<br />

la svolta che la finanziaria 2000 produce ed è un dato di fatto che questa<br />

finanziaria dà e non prende.<br />

Con questo provvedimento, cioè, si è avviato un processo di rest<strong>it</strong>uzione<br />

di somme ai c<strong>it</strong>tadini e si configura, a favore dei contribuenti,<br />

un dividendo fiscale di oltre 10.000 miliardi di lire. Si tratta di interventi<br />

che si traducono, poi, in uno sgravio dell’IRPEF di 7.000 miliardi, in<br />

un aumento delle detrazioni per la famiglia, in un insieme di misure a<br />

favore della casa, in un’accelerazione degli effetti della DIT per le imprese,<br />

in un’estensione di analoghi effetti di natura fiscale alle società di<br />

persone e alle d<strong>it</strong>te individuali.<br />

Nel triennio 2000-2002 si calcola per i contribuenti un risparmio<br />

che crescerà sino a 45.000 miliardi di lire, mentre l’azione pubblica di<br />

sostegno mobil<strong>it</strong>erà risorse produttive e per investimenti per oltre 70.000<br />

miliardi di lire. Si tratta di un complesso di misure che il Governo e il<br />

Parlamento possono anche inserire in un’agenda realistica, perché l’Italia<br />

ha saputo rispettare i suoi impegni europei e perché, contrariamente<br />

alle tesi dell’opposizione, la pol<strong>it</strong>ica fiscale del centro-sinistra e le riforme<br />

avviate stanno dando frutti concreti.<br />

Anche in questo caso, devo dire (mi spiace, contraddicendo le tesi<br />

che sono state esposte dal senatore Bettamìo prima e dal senatore Costa<br />

dopo) che, in realtà, gli ultimi dati sul gett<strong>it</strong>o fiscale dei primi nove mesi<br />

dell’anno, di cui oggi possiamo disporre grazie al Bollettino economico<br />

della Banca d’Italia, mostrano che l’aumento del gett<strong>it</strong>o è fortemente<br />

legato al successo della lotta all’evasione; una lotta – va aggiunto – che<br />

non deriva da intimorimento o da terrore, come qualcuno ha prima sottolineato,<br />

ma piuttosto dal miglioramento di un costume atavico, antico,<br />

non certo commendevole, che invece va mutando, e pos<strong>it</strong>ivamente, grazie<br />

al fatto che sono stati introdotti elementi di rinnovamento e di riforma,<br />

che – come sostiene, appunto, il Bollettino della Banca d’Italia oggi<br />

– possono aver disincentivato la denuncia di imponibili palesemente incoerenti<br />

tra loro.<br />

Poiché questi dati dimostrano che, con un PIL in cresc<strong>it</strong>a lim<strong>it</strong>ata e<br />

con le aliquote dei tributi sostanzialmente inalterate, le entrate fiscali<br />

crescono sensibilmente anche oltre le previsioni, vuol dire che sta emergendo<br />

una base imponibile prima nascosta nell’elusione e nell’evasione<br />

fiscale. Ciò crea, evidentemente, margini di manovra più ampi per interventi<br />

di equ<strong>it</strong>à fiscale. Se questo indirizzo – come è auspicabile – acquisterà<br />

continu<strong>it</strong>à e forza, anche il rapporto tra pubblica amministrazione e<br />

c<strong>it</strong>tadini ne trarrà giovamento.<br />

C’è da augurarsi che a considerazioni di questo tipo (agli aspetti<br />

cioè di sostanza) si ispiri il confronto che è in atto in seno alla maggioranza<br />

e che lo stesso giunga ad es<strong>it</strong>i pos<strong>it</strong>ivi per quanto riguarda la sta-

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