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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C A - Senato.it

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<strong>Senato</strong> della Repubblica –15–<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 3 NOVEMBRE 1999<br />

zioni, che non sono l’asilo nido, o il ricovero dei vecchi, o altre forme<br />

assistenziali tanto onerose quanto non sufficienti, ma può esserlo la<br />

famiglia.<br />

In quest’ottica si muovono le proposte che in ordine a queste pol<strong>it</strong>iche<br />

il Centro Cristiano Democratico ha avanzato insieme agli altri part<strong>it</strong>i<br />

del Polo per le libertà, che trovano puntuale riscontro in emendamenti<br />

alla legge finanziaria. Si tratta di emendamenti che, però, rimarranno<br />

tali, perché di fronte alle proposte – queste sì – coraggiose che<br />

abbiamo voluto fare non vi è stata attenzione o capac<strong>it</strong>à di replica e di<br />

risposta da parte della maggioranza.<br />

Lo stesso vale per il rapporto pubblico-privato nella san<strong>it</strong>à in questo<br />

paese. Desidero ricordare proprio al ministro Amato che quando egli<br />

era presidente dell’Ant<strong>it</strong>rust ebbi modo di sollevare un ques<strong>it</strong>o all’Autor<strong>it</strong>à<br />

che presiedeva proprio sulla questione del monopolio della san<strong>it</strong>à<br />

nel nostro paese, denunciando il comportamento della regione Toscana<br />

che non consentiva agli utenti di accedere indifferentemente alle strutture<br />

pubbliche o a quelle private, in base non ad una simpatia astratta, ma<br />

al costo delle prestazioni: la regione Toscana, anche di fronte a costi<br />

delle prestazioni molto più vantaggiose per le finanze regionali, obbligava<br />

i c<strong>it</strong>tadini a rivolgersi alle strutture pubbliche.<br />

Ebbene, il presidente dell’Ant<strong>it</strong>rust Amato avallò un parere di censura<br />

nei confronti della regione Toscana, mentre invece il ministro<br />

Amato ha sottoscr<strong>it</strong>to la legge di riforma san<strong>it</strong>aria del ministro Rosi<br />

Bindi, recentemente approvata dalle Camere, che va proprio nella direzione<br />

di impedire una libera concorrenza tra strutture pubbliche e private<br />

e quindi ricost<strong>it</strong>uisce quella s<strong>it</strong>uazione che veniva messa invece in discussione<br />

dalla precedente riforma dell’ex ministro Garavaglia, assicurando<br />

una nicchia protettiva alle strutture pubbliche (che non devono<br />

rendere conto degli abnormi costi di produzione delle prestazioni) e<br />

quindi alimentando e consentendo grandi sperperi e diseconomie.<br />

Desidero allora capire quale sia la pol<strong>it</strong>ica di questo Governo ed<br />

ecco perché ho parlato di scelte non coraggiose. Signor Presidente, non<br />

vi è un coraggio delle scelte, ma la re<strong>it</strong>erazione dei vecchi vizi con alcune<br />

simboliche modificazioni che non intervengono sui grandi problemi.<br />

L’ultima questione che desidero rammentare è relativa al principio<br />

di «andare incontro ai poveri». Siamo persuasi che sia necessario andare<br />

incontro ai poveri, ma ascoltando il collega Costa che ha affermato che<br />

bisogna trattare tutti allo stesso modo mi è venuta in mente una frase di<br />

don Milani: «Non c’è più grande ingiustizia che trattare tutti allo stesso<br />

modo», perché di fronte a s<strong>it</strong>uazioni differenziate lo Stato deve intervenire<br />

in maniera diversa e differenziata, soprattutto nei confronti delle<br />

povertà.<br />

R<strong>it</strong>enete davvero che, a fronte dei dati dell’ISTAT che mostrano<br />

che negli ultimi anni, con gli ultimi Governi, è cresciuto il numero delle<br />

famiglie povere nel nostro paese, si vada incontro ai bisogni di tali famiglie<br />

diminuendo di un punto percentuale l’IRPEF sui redd<strong>it</strong>i più bassi?<br />

Lo r<strong>it</strong>enete davvero?

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