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Senato della Repubblica – 104 – XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -ALLEGATO B 3 NOVEMBRE 1999 BOCO. – Al Ministro della sanità. – Premesso: che l’articolo 1, comma 4, del decreto ministeriale 31 luglio 1997 («Linee guida dell’organizzazione dell’attività libero-professionale intramuraria della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale») recita: «L’attività libero-professionale è prestata nella disciplina di appartenenza o in disciplina equipollente. Il personale che, in ragione delle funzioni svolte o della disciplina d’appartenenza, non può esercitare l’attività libero-professionale nella propria struttura o nella propria disciplina può essere autorizzato dal direttore generale, con il parere favorevole del consiglio dei sanitari e delle organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria, ad esercitare l’attività in altra struttura dell’azienda o in altra disciplina, sempre che sia in possesso della specializzazione nella disciplina o di una anzianità di servizio di cinque anni nella disciplina stessa», si chiede di sapere: se ai medici dirigenti che prestano servizio nel Servizio sanitario nazionale in determinate discipline e chiedono di poter effettuare l’attività libero-professionale intramuraria (quindi con rapporto esclusivo che andrebbe incoraggiato) in discipline affini, quando in possesso delle specializzazioni corrispondenti e dimostranti precedenti attività libero-professionali extramurarie con creazione di consolidati rapporti con l’utenza, non sia illegittimo che le direzioni generali aziendali non diano l’autorizzazione necessaria anche se viene dimostrata l’assoluta assenza di contrasto d’interessi con l’azienda stessa (esempio esplicativo: dirigente specialista in neoropsichiatria infantile, in neurologia e abilitato all’esercizio della psicoterapia dall’ordine dei medici, in servizio presso il dipartimento di neuropsichiatria infantile di AUSL, con precedente attività libero-professionale nelle tre discipline, viene autorizzato a svolgere attività intramuraria solo in neuropsichiatria infantile con assoluta esclusione di esercitare nell’area affine di neurologia e/o di psicoterapia, laddove nell’iter formativo non esiste alcun limite d’età anagrafica del paziente con ovvie implicazioni etiche di continuità di rapporto terapeutico); se non sia equivoca e limitativa l’interpretazione restrittiva data al termine di «attività equipollente» indicato nell’articolo citato, limitativo sia per il diritto al lavoro del professionista che ha investito risorse intellettive ed economiche nel complesso percorso formativo che per l’utente che dovrebbe rinunciare a rapporti fiduciari col proprio medico in nome di incomprensibili barriere burocratiche. (4-17005) BOCO. – Al Ministro dell’ambiente. – Premesso: che il Casentino è una delle valli più belle della Toscana, territorio incontaminato e ricco di storia, con castelli e pievi che attirano, grazie anche alla nascita del Parco nazionale delle foreste casentinesi nel 1993, quel turismo sempre più evoluto e rispettoso dei valori, apertamente in contrasto con le opere pubbliche invasive e deturpanti; che l’Enel ha presentato un progetto per realizzare un nuovo elettrodotto ad alta tensione da 132/K volt, nel Casentino, sulla

Senato della Repubblica – 105 – XIII Legislatura 703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -ALLEGATO B 3 NOVEMBRE 1999 direttiva Bibbiena-Pratovecchio, ed ha ottenuto il parere favorevole del nucleo di valutazione regionale; che il progetto dell’Enel prevede dei piloni di sostegno dell’altezza di 35 metri; che gli studi della regione Toscana – dipartimento politiche territoriali-ambientali quantificano in 2.000 Kwatt le necessità aggiuntive per il fabbisogno energetico dell’Alto Casentino e, pertanto, risulta difficile comprendere l’autorizzazione data ad un’opera che sarebbe in grado di trasportare energia pari ad una potenza erogabile di 78.000 Kwatt (cioè 39 volte superiore alle necessità); che il progetto per l’installazione di un elettrodotto ad alta tensione viene proposto in un momento di grave carenza legislativa nei riguardi della prevenzione dei danni epidemiologici a lungo termine causati dalle onde elettromagnetiche, in un momento in cui è in discussione un progetto di legge che una volta approvato potrebbe condizionare ogni nuova costruzione di linee ad alta tensione; che la vicinanza della linea al Parco sottoporrebbe a seri rischi l’avifauna e, in particolare, i grossi rapaci notturni; che sono già 5.000 i cittadini che hanno firmato una petizione contro la costruzione dell’elettrodotto, si chiede di sapere quali iniziative si intenda intraprendere per tutelare il territorio sopra menzionato. (4-17006) DOLAZZA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. – Premesso: che il rapporto fra imprese assicuratrici ed utenti diviene sempre più difficile per questi ultimi per effetto del crescente abuso – da parte delle imprese – di interpretazioni particolari di leggi e leggine, del ricorso a cavilli espressivi di difficile comprensione e di lungaggini giudiziarie la cui contestazione implica costi raramente sostenibili da parte della stragrande maggioranza degli assicurati; dopo aver analizzato le clausole che alcune compagnie assicurative sottopongono ai propri clienti e per la difficoltà di lettura dei piccoli caratteri di stampa (cui volutamente sembra venga fatto ricorso) e per la particolare semantica e la contorta sintassi, si trae l’impressione di trovarsi dinanzi a tentativi di raggiro dinanzi ai quali, nonostante le ripetitive assicurazioni del Ministro dell’industria, l’utente viene a trovarsi vulnerabile ed in irrimediabile stato d’inferiorità; non si intravede una concreta azione a salvaguardia degli interessi degli utenti da parte dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) che, pur frequentemente chiamato in causa con molta pubblicità da parte del citato Ministro, conserva la fisionomia di organismo a tutela degli interessi assicurativi; che nello scenario delineato al precedente capoverso a farne le spese in maggiore misura sono gli utenti individuali delle imprese assicuratrici, coloro i quali raramente sono in condizioni d’opporsi alla valanga di contestazioni, cavilli e reazioni ostili ed alla massiccia azione degli uffici legali delle compagnie assicuratrici;

<strong>Senato</strong> della Repubblica – 105 –<br />

XIII Legislatura<br />

703a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -ALLEGATO B<br />

3 NOVEMBRE 1999<br />

direttiva Bibbiena-Pratovecchio, ed ha ottenuto il parere favorevole<br />

del nucleo di valutazione regionale;<br />

che il progetto dell’Enel prevede dei piloni di sostegno dell’altezza<br />

di 35 metri;<br />

che gli studi della regione Toscana – dipartimento pol<strong>it</strong>iche terr<strong>it</strong>oriali-ambientali<br />

quantificano in 2.000 Kwatt le necess<strong>it</strong>à aggiuntive per<br />

il fabbisogno energetico dell’Alto Casentino e, pertanto, risulta difficile<br />

comprendere l’autorizzazione data ad un’opera che sarebbe in grado di<br />

trasportare energia pari ad una potenza erogabile di 78.000 Kwatt (cioè<br />

39 volte superiore alle necess<strong>it</strong>à);<br />

che il progetto per l’installazione di un elettrodotto ad alta tensione<br />

viene proposto in un momento di grave carenza legislativa nei riguardi<br />

della prevenzione dei danni epidemiologici a lungo termine causati<br />

dalle onde elettromagnetiche, in un momento in cui è in discussione<br />

un progetto di legge che una volta approvato potrebbe condizionare ogni<br />

nuova costruzione di linee ad alta tensione;<br />

che la vicinanza della linea al Parco sottoporrebbe a seri rischi<br />

l’avifauna e, in particolare, i grossi rapaci notturni;<br />

che sono già 5.000 i c<strong>it</strong>tadini che hanno firmato una petizione<br />

contro la costruzione dell’elettrodotto,<br />

si chiede di sapere quali iniziative si intenda intraprendere per tutelare<br />

il terr<strong>it</strong>orio sopra menzionato.<br />

(4-17006)<br />

DOLAZZA. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro<br />

della giustizia. – Premesso:<br />

che il rapporto fra imprese assicuratrici ed utenti diviene sempre<br />

più difficile per questi ultimi per effetto del crescente abuso – da parte<br />

delle imprese – di interpretazioni particolari di leggi e leggine, del ricorso<br />

a cavilli espressivi di difficile comprensione e di lungaggini giudiziarie<br />

la cui contestazione implica costi raramente sostenibili da parte della<br />

stragrande maggioranza degli assicurati; dopo aver analizzato le clausole<br />

che alcune compagnie assicurative sottopongono ai propri clienti e per<br />

la difficoltà di lettura dei piccoli caratteri di stampa (cui volutamente<br />

sembra venga fatto ricorso) e per la particolare semantica e la contorta<br />

sintassi, si trae l’impressione di trovarsi dinanzi a tentativi di raggiro dinanzi<br />

ai quali, nonostante le ripet<strong>it</strong>ive assicurazioni del Ministro dell’industria,<br />

l’utente viene a trovarsi vulnerabile ed in irrimediabile stato<br />

d’inferior<strong>it</strong>à; non si intravede una concreta azione a salvaguardia degli<br />

interessi degli utenti da parte dell’Ist<strong>it</strong>uto per la vigilanza sulle assicurazioni<br />

private e di interesse collettivo (ISVAP) che, pur frequentemente<br />

chiamato in causa con molta pubblic<strong>it</strong>à da parte del c<strong>it</strong>ato Ministro, conserva<br />

la fisionomia di organismo a tutela degli interessi assicurativi;<br />

che nello scenario delineato al precedente capoverso a farne le<br />

spese in maggiore misura sono gli utenti individuali delle imprese assicuratrici,<br />

coloro i quali raramente sono in condizioni d’opporsi alla valanga<br />

di contestazioni, cavilli e reazioni ostili ed alla massiccia azione<br />

degli uffici legali delle compagnie assicuratrici;

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