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<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip<br />

Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20<br />

let. B - l. 662/96 - Firenze<br />

Copia euro 0,0001<br />

free | anno settimo | numero cinquantadue | ottobre duemilaotto | www.exibart.com<br />

Lo so, lo so, non è da noi. Non è da noi andarsi a cercare, per l'intervista d'ordinanza, l'artista trendy a Berlino quando magari ce n'è uno bravo uguale a cento metri da casa. Non è da noi trascurare quello che<br />

succede nel nostro paese, dando conto invece di qualsiasi inezia purché sia a Londra o a New York. E di solito teniamo fede a questo proposito. Quello che vi proponiamo, da cinque anni ormai, è un giornale<br />

che punta - con il malcelato obiettivo di fare sistema tra tutti i componenti del settore - a valorizzare nello specifico l'apporto italiano (quando non è provinciale, beninteso) al dibattito internazionale. E dunque in<br />

linea di massima ci teniamo su un trenta per cento di contenuti 'dall'estero' ed un settanta di made in italy. Un pizzico di sale, una spolverata di pan grattato e servire ben caldo. Ebbene, il numero che inaugura<br />

la stagione 2008/2009 è stato confezionato seguendo una ricetta con ingredienti inversi. Sarà stato il cambio del quadro politico a Palazzo Chigi, ma anche in tanti comuni; sarà stata la crisi economica che<br />

fluttuerà su di noi per qualche mese ancora; sarà il dissesto finanziario di molte amministrazioni locali che hanno individuato il primo taglio di bilancio possibile - e come si sbagliano - nelle attività espositive o<br />

culturali; sarà che mentre altrove si procede innanzi, nel nostro paese ci si ferma per settimane a discutere se una fase politica di ottant'anni fa è stata cosa fattibile o male assoluto. Insomma, la vendemmia in<br />

Italia non è andata molto bene. Non abbiamo trovato granché da raccontarvi. E ci siamo guardati intorno. Dan Cameron ci ha raccontato la sua Biennale di New Orleans in una intervista meravigliosa. Abbiamo<br />

approfondito due festival-mostre-biennali-kermesse innovativi e originali (occorrerà che gli organizzatori battezzino nuovi termini per le loro creature, visto che dichiarano sempre cosa 'non' vogliono essere, ma<br />

mai cosa sono). Entrambi posizionati in luoghi liminali e culturalmente strategici: Tina B a Praga e ArtTlv a Tel Aviv. Ci siamo lanciati nella Berlino più profonda, come ci fossimo vissuti qualche anno e di<br />

più. Abbiamo ascoltato la musica contemporanea cinese. L'Italia? A spanne, ma c'è anche lei. Soprattutto il nord-est. Quel nord-est che si sta ripensando come InnoVetion-Valley (leggetene nella rubrica design)<br />

e che è riuscito ad organizzare un'edizione di Manifesta cui abbiamo dedicato una pagina di commenti. Insomma, buon inizio di stagione a tutti: stringiamo i denti che ce la possiamo fare pure questa volta. (m. t.)


4.retrocover <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

sondaggio<br />

http://sondaggi.exibart.com<br />

sexybart.<br />

tonino guerra<br />

di ferruccio giromini<br />

Tonino Guerra - Accoppiamento assonnato<br />

Il breve testo di "Spremere il limone" recita:<br />

"Spesso la seduta della donna sul corpo<br />

dell'amato / può risultare di una pesantezza<br />

soffocante / che può disorientare l'uomo e<br />

così / l'orgasmo è come l'agonia di un limone<br />

spremuto". Dove già si intravede la cifra<br />

dell'operazione, oltremodo singolare: sotto<br />

il titolo "Kamasutra a Pennabilli", in preziosa<br />

confezione si assemblano dodici incisioni e<br />

altrettanti concisi scritti poetici, quasi veloci<br />

appunti, che si fingono ritrovati fortunosamente,<br />

attribuendoli a un ipotetico "monaco<br />

studioso di cose orientali" uscito da un<br />

oscuro passato nell'Appennino toscano. Ma<br />

dietro le quinte, peraltro non dissimulandosi,<br />

sta nientemeno che Tonino Guerra.<br />

Proprio lui, il poeta e sceneggiatore cinematografico<br />

romagnolo (ma felicemente trasferitosi<br />

nelle Marche) che, ottantottenne, non<br />

finisce di stupire i suoi caldi ammiratori con<br />

sortite creative ancora impreviste. Da pochi<br />

anni è difatti conclamata la sua attività pittorica,<br />

che ha saputo<br />

recuperare la tecnica<br />

composita<br />

dell'affresco, ma<br />

adattata su tela,<br />

affiancandosi ad<br />

una frequentazione<br />

antica del disegno,<br />

pastello e<br />

acquerello. Invece<br />

queste sono<br />

acqueforti, tutte<br />

colorate a mano<br />

con divertita leggerezza<br />

dal magnifi-<br />

Tonino Guerra - Intimità con<br />

trombetta<br />

co vegliardo stesso.<br />

Il tono, appunto,<br />

soprattutto<br />

delle immagini, è favolistico e delicatamente<br />

orientalista. I corpi si avvinghiano sotto<br />

titoli come "L'inghippo poltrona" o<br />

"L'attorcigliamento del rampicante", ma<br />

lievi, quasi chagalliani. E a loro volta i testi<br />

se la spassano liberamente, come nell'impagabile<br />

descrizione del cosiddetto<br />

"Accoppiamento assonnato"; o come nella<br />

deliziosa ode rivolta al "punto prezioso di<br />

lei", ovvero "il giardino del godimento", che<br />

suggella in bellezza l'edizione: "La fica è<br />

una ragnatela / un imbuto di seta / il cuore<br />

di tutti i fiori; / la fica è una porta / per andare<br />

chissà dove / o una muraglia / che devi<br />

buttare giù"… A editare la voluminosa cartella<br />

(copie 100 + XXX) è stata la Tipertì<br />

riminese di Paolo Cavessi e Giovanni<br />

Tiboni, che non la tiene solo gelosamente<br />

alla Galleria Fabjbasaglia di Riccione, ma la<br />

distribuisce in Italia e all'estero. Noi ad<br />

esempio l'abbiamo incontrata presso la<br />

Galleria San Lorenzo al Ducale di Genova,<br />

ma si può trovare anche in Russia, dove<br />

Guerra, complice la moglie, natìa di quelle<br />

terre, ha trovato felicemente una seconda<br />

patria (e un secondo mercato, anche ben<br />

più florido del nostro).<br />

troppo ambiziosa<br />

IMPRESSIONI SU MANIFESTA7<br />

23,02%<br />

finalmente un po' di fresco nel belpaese 26,98%<br />

troppo sparsa nel territorio<br />

25,40%<br />

un'occasione per il turismo culturale 24,60%<br />

i perche del mese<br />

ORGANIZZAZIONE CAPITALE<br />

Beh, dai, diciamocelo: non ci si crede. Anni, lustri,<br />

decenni (uhm, decenni no, ma insomma, quasi) a cercare<br />

di organizzare un opening collettivo mentre nelle<br />

altre città i vernissage da "start" in comune sono<br />

ormai la regola. E quest'anno? Quest'anno Roma - e<br />

su questo buffo fatto ci chiediamo ingenuamente il<br />

perché - si è dotata non di uno, non di due, bensì di tre<br />

opening collettivi. Uno patrocinato dal Comune e organizzato<br />

dal patron della locale fiera Roberto Casiraghi,<br />

uno focalizzato sulla MacroZona del Salario e un altro<br />

tutto appannaggio delle gallerie attorno a Campo de'<br />

Fiori...<br />

DISCRIMINAZIONI CENTRIFUGHE<br />

Le Biennali - tipo Manifesta, no? - che vengono organizzate<br />

nelle periferie del mondo. Gli artisti che si interessano<br />

di periferia e marginalità. I curatori specializzati<br />

nei problemi delle periferie e delle zone liminali sia<br />

fisiche che mentali. La domanda, come diceva il noto<br />

presentatore di Rai Tre, nasce spontanea: ma perché<br />

l'arte non si occupa mai del centro?<br />

L'ARTITETTURA CONTEMPORANEA<br />

Rispetto a quella di due anni fa, questa di Betsky è<br />

decisamente una Biennale Architettura più popolare.<br />

Per i (soliti) grandi nomi messi in campo - Zaha Hadid,<br />

Massimiliano Fuksas - e per l'allestimento delle<br />

mostre, tanto all'Arsenale quanto ai Giardini. Molte<br />

delle quali, però, potrebbero non essere smantellate e<br />

riciclate il prossimo anno per la Biennale Arti Visive.<br />

Allora, d'accordo sulla società liquida, le contaminazioni<br />

e gli sconfinamenti, ma ci si chiede perché gli architetti<br />

oggi vogliano a tutti i costi fare gli artisti…<br />

vedodoppio<br />

sopra: Il curatore del Maxxi<br />

Bartolomeo Pietromarchi<br />

sotto: L'attore Nicholas Cage<br />

sopra: pubblicità della Seidl Confiserie<br />

sotto: Bidibibodibiboo, un Cattelan<br />

di 12 anni fa<br />

la vignetta.<br />

“Keith Haring” di Danilo Paparelli<br />

mandateci le vostre vignette<br />

sull'arte a: <strong>onpaper</strong>@exibart.com<br />

SGARBI SICILIANI<br />

Altro che sindaco assenteista, evanescente, inconsistente<br />

e impalpabile. Altro che candidatura di maniera<br />

a fini pubblicitari. Per carità, c'è anche quello, ma<br />

insomma Vittorio Sgarbi ci sembra imprimere una<br />

certa verve nell'attività di sindaco di Salemi. Iniziative<br />

ad alto livello di innovazione, giunta-vip che non fa solo<br />

dichiarazioni ai giornali, ma propone anche idee per la<br />

cittadina. E il turismo risponde alla grande.<br />

BELLISSIMO<br />

Magari più dentro che fuori. Magari sarebbe stato<br />

meglio aspettare la conclusione dei lavori. Magari non<br />

è giusto sbilanciarci. Magari utilizziamo una parola -<br />

anzi, un superlativo - che è sempre meglio non usare.<br />

Ma sta di fatto che, dopo una visita guidata al cantiere<br />

svoltasi non più di qualche giorno fa, possiamo ben<br />

dirlo: il Maxxi di Roma è bellissimo.<br />

OSPITI INTERESSA(N)TI<br />

Finalmente una fiera fatta su e per i collezionisti,<br />

anche se in concomitanza con la blasonata Frieze.<br />

Ma avete capito benissimo, stiamo parlando di<br />

ArtVerona, fiera nazionale, fiera popolare e nonostante<br />

tutto fiera in gran spolvero. Gli organizzatori, pensate,<br />

sono riusciti a coinvolgere le gallerie locali per<br />

ospitare i collezionisti nella città scaligera durante il<br />

fine settimana della manifestazione.<br />

E POI DICE CHE UNO SI BUTTA A SINISTRA<br />

Ci sarebbero state ancora molte cose da sistemare<br />

dopo la prima gestione di Bonami, ma la regione Friuli<br />

Venezia Giulia targata centrodestra preferirà invece<br />

utilizzare il Centro di Villa Manin per frico & tocai. Che<br />

non sono i centrocampisti dell'Udinese, ma le specialità<br />

agroalimentari più famose della simpatica regione<br />

a nord-est. Queste almeno sono le intenzioni del<br />

nuovo commissario della struttura Enzo Cainero.<br />

Enzo, ripensaci!<br />

FORBICI INGLESI SU ROMA<br />

Qualche soldo in meno proveniente dalla madrepatria.<br />

Un cambio euro contro sterlina che penalizza chi<br />

incassa in pound e spende con la moneta unica. L'aria<br />

di crisi internazionale che diminuisce gli sponsor e i<br />

contributi privati in generale. Va bene tutto, ma non ci<br />

sarà nulla che ci impedirà di definire abnorme e sbagliatissima<br />

la decisione di chiudere, dopo anni, il programma<br />

espositivo dell'Accademia Britannica di<br />

Roma curato con bei risultati e alta qualità da<br />

Cristiana Perrella.<br />

A QUANDO IL FINISSAGE?<br />

Ha fatto presto, il ministro Sandro Bondi, a smentirci.<br />

Lo avevamo pressoché osannato sullo scorso numero,<br />

siamo costretti a ritirare tutto - con gli interessi -<br />

su questo. Il poeta-ministro se n'è infatti uscito - in<br />

un'intervista su Grazia - con una scomposta dichiarazione-da-autobus<br />

secondo la quale sarebbe "difficile<br />

trovare bellezza nell'arte contemporanea". Bellezza?<br />

Ma di cosa parla Bondi quando accenna alla bellezza?<br />

A quale concetto di bellezza è ancorato? Da par<br />

nostro troviamo almeno altrettanto difficile trovare<br />

'bellezza' nella politica. E anche noi "fingiamo di capirla",<br />

come ha dichiarato Bondi riguardo all'arte.<br />

Tuttavia ce la dobbiamo tenere, senza neppure sperare<br />

in un finissage.


6.opinioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ERGOSUM.<br />

L'industria della sicurezza. Che cosa vuole l'attuale classe politica dai cittadini? La confessione<br />

della paura. Bisogna far dire loro che sono in preda alle minacce più disparate che vanno dal<br />

"clandestino" allo stupratore, dall'automobilista ubriaco all'eversivo. La confessione (sondaggi<br />

ad hoc) restituisce al potere una causalità rassicurante che lo legittima di fronte a scelte neofasciste.<br />

Vigili armati, ordinanze comunali "antidisordine", tolleranza zero, esercito per le strade, voto in condotta<br />

(il manganello moralistico come soluzione all'indisciplina), ecc.). Niente sfugge a questa impresa di igienizzazione<br />

morale del sociale. L'industria della produzione ideologica della sicurezza - che segue quella reale<br />

dell'insicurezza - oscilla dall'esercito alle assicurazioni, fino alla promozione pubblicitaria e alle fiction televisive.<br />

La sicurezza che entra nella bocca dei politici e nella televisione è quella che esce dalle strade. Puro<br />

espediente demagogico che protegge dall'accusa di non prendere abbastanza sul serio la domanda di protezione dei<br />

cittadini. Questa presunta invocazione collettiva della sicurezza che dalle terre leghiste si propaga come un virus fino al<br />

Parlamento, assomiglia a quella che è nel bambino la scoperta della differenza sessuale, così profonda, così grave, così<br />

irreversibile: la feticizzazione di un oggetto interviene per occultare questa insopportabile scoperta. Ma, dice Freud, proprio<br />

questo oggetto è spesso l'ultimo oggetto intravisto prima della scoperta. Se dal piano individuale passiamo a quello<br />

collettivo vediamo che la società che ci può distrarre dall'impatto con la violenza del reale è quella immediatamente<br />

precedente la nostra società democratica, il fascismo. Da qui la sottile pregnanza di atteggiamenti fascisti che fanno<br />

ritorno sotto il mantello protettivo della immacolata sicurezza che genera odio verso la democrazia. Questo ritorno non<br />

è per nulla politico. Anzi, è perché non siamo più nel fascismo, proprio perché esso è qualcosa di definitivamente scomparso,<br />

che esso può esercitare tutta la sua attrazione attraverso il fascino di una violenza dissimulata dai politici, spettacolarizzata<br />

dai media, promossa dal cinismo economico, e dunque riproducibile da chiunque. La perdita di memoria,<br />

l'impossibilità di guardare dritto negli occhi la società reale corre parallela alla fascinazione e alla riproduzione di modelli<br />

di comportamento fascisti. Il nostro sistema vive della produzione di paura e di fallimenti e pretende di fabbricare una<br />

sicurezza (nessuno protegge i cittadini dalle conseguenza collettive dei disastri finanziari di Telecom, Alitalia, Parmalat…).<br />

Rinnovando i suoi stock di paure e disastri economici, allo stesso tempo le scongiura con un rilancio della sicurezza. E<br />

così dopo che si esalta la produzione, occorre eroicizzare la sicurezza. Le serie televisive incentrate sull'eroismo delle<br />

squadre di polizia e di medici, sono l'epica di questo processo ideologico di eroicizzazione della sicurezza. Lo squadrismo<br />

reale del fascismo fa ritorno nello squadrismo soft delle fiction televisive, dove si propaganda il funzionariato della sollecitudine:<br />

l'essere servizievole che camuffa l'ipocrisia feroce di una realtà<br />

della sicurezza pubblica tutt'altro che servizievole. Lo abbiamo visto con i<br />

massacri al G8 di Genova e recentemente nel costante abuso di potere<br />

da parte di esponenti delle forze dell'ordine. Le fiction sono la soluzione<br />

immaginaria alle paure fabbricate dal capitalismo selvaggio neoliberista.<br />

Ciò che conta è produrre i segni - pubblicitari, televisivi - della sicurezza. "Una vittima sul lavoro spezza la vita di un'intera<br />

famiglia" sta scritto in un cartellone pubblicitario contro le morti "bianche". Il segno pubblicitario della sicurezza si<br />

sostituisce alla sicurezza in se stessa. È il trionfo della simulazione della sicurezza. Simulare significa fingere di avere ciò<br />

che non si ha. Tutto ciò è la prova flagrante del fatto che della sicurezza in quanto tale tutti se ne sbattono.<br />

Come la bistecca nel cellophan, allo stesso modo l'automobilista è imballato (imbalsamato) nella cintura di sicurezza che<br />

lo inchioda al sedile: è una prova differita di morte. Tutta la nostra cultura tecnica crea un ambiente artificiale di morte.<br />

In un certo senso la tecnologia è una specie di capitale fisso di morte, come il lavoro, o lo sfruttamento intensivo degli<br />

immigrati che sono il capitale fisso, segreto, del capitalismo selvaggio d'oggi. Biologizzazione del corpo, igienizzazione dell'ambiente<br />

sociale contro gli stranieri, tecnicizzazione dell'ambiente di lavoro, tutti insieme vanno nella medesima nevrosi<br />

ossessiva di controllo e epurazione del male. L'economia vive di questa produzione differita di morte. Le nostre necropoli<br />

non sono più dove si pensava che fossero, nei cimiteri separati dalle città che ispiravano pensieri metafisici, ma nei<br />

microprocessori che ci accompagnano nella vessazione alla comunicazione. Contro il nostro sogno di perdere tutto, eleviamo<br />

una muraglia inversa di vuota comunicazione, di sterilizzata connessione, di approvvigionamento<br />

di informazioni. Una densa nube artificiale che è la prova della nostra progressiva scomparsa<br />

reale. Il solo fatto che la produzione tecnologica della morte differita sia diventata un sine qua non<br />

per l'uomo testimonia una cultura che non ha più senso per se stessa e che non può sognare d'averne<br />

uno per qualcun altro. Il cinismo ha cosi buon gioco e diviene una forma di relazione sociale<br />

che guarda con indifferenza a quel mediterraneo - via della salvezza per molti immigrati che non<br />

hanno più una Atena che li protegga come è stato per Ulisse - che si è trasformato nella più grande<br />

necropoli a cielo aperto.<br />

È sotto gli occhi di tutti, la nostra cultura è una vasta impresa industriale di produzione di morte.<br />

Infarti da stress, incidenti, cancro, malattie da inquinamento, i veleni negli alimenti cellophanati, morti<br />

sul lavoro, violenza politica, violenza economica, violenza deliberata… Niente sfugge a tale impresa<br />

nichilista.<br />

Attraverso la produzione materiale, la morte è secolarizzata, resa disponibile e sfidabile, come mostrano superbamente<br />

le pubblicità delle automobili dove la velocità è un attributo (virile, maschile) imprescindibile dalla seduzione. E dove<br />

con le loro lussureggianti superfici ultralucide, costituiscono l'attrazione fatale per donne spossessate di tutta la loro differenza<br />

femminile, imbambolate e lanciate nella prostituzione pubblicitaria.<br />

CHOPSTICK.<br />

marcello faletra<br />

saggista e redattore di cyberzone<br />

Qualcuno ha cercato di lanciare un secchio di vernice contro l'enorme manifesto che Armani da<br />

ormai decenni espone verso la via Broletto. Qualcuno ha preso un barattolo di vernice gialla e ha<br />

cercato di lanciarla per nascondere il pisello di David Beckham seminudo in mutande aquilate.<br />

Non ce l'ha fatta. Il pisello di Beckham era troppo in alto. Allora con la vernice rimasta ha scritto<br />

VERGOGNA. Ed è andato via. Artefice dell'azione è stato il dottor Antonio, quello il cui sonno<br />

era agitato dall'invito di Anita Ekberg a bere più latte in un lontano episodio felliniano. Già vecchio<br />

ai tempi del film, adesso è più vecchio ancora, ma vivo. Perché gli imbecilli non muoiono mai. I<br />

censori sono imbecilli, quindi anche loro sono immortali.<br />

Furioso perché non è riuscito a coprire il pisello di Beckham (geloso perché Beckham in quella foto pare avere un pisello proporzionato<br />

alle dimensioni del suo conto in banca), il professor Antonio è partito alla volta di Roma. Deciso a parlare con il<br />

Presidente del Consiglio, chiunque egli sia, per porre fine a questo sconcio.<br />

È arrivato nella capitale a fine luglio, in un pomeriggio caldissimo. Gli uscieri di Palazzo Chigi dormivano, i sottosegretari ancora<br />

a pranzo, i ministri in seduta plenaria in una saletta con l'aria condizionata che faceva desiderare la sciarpa. Il dottor Antonio<br />

è entrato indisturbato dentro Palazzo Chigi. In mano aveva una ventiquattrore con dentro le foto dello sconcio pisellone britannico<br />

e una bomboletta di vernice spray che porta sempre con sé per coprire eventuali vergogne che ormai si incontrano a<br />

ogni angolo di strada.<br />

"C'è nessuno?" La sua voce rimbombava nei grandi spazi vuoti. "Onorevole Tambroni?", chiamava timidamente il dottor<br />

Antonio. "Onorevole Fanfani? Moro?". Nulla. "Deve essere cambiato un'altra volta il governo", concluse tra sé il piccolo censore.<br />

Si avviò verso un corridoio per andare a cercare qualcuno, fosse anche un portaborse, quando si fermò, pallido. "Gesù...".<br />

Non gli era comparso il Messia. Si era semplicemente trovato di fronte un dipinto<br />

A MONDO MIO.<br />

In questi giorni ogni volta che si parla di mondi virtuali, mi viene in<br />

mente la sequenza iniziale dei film di James Bond, quella della "gun<br />

barrel", per gli intenditori. In quei pochi, geniali secondi di arte cinematografica,<br />

è condensata in una manciata di fotogrammi una<br />

porzione consistente del pensiero occidentale: nello spostarsi dell'occhio<br />

e della macchina da presa dal mondo astratto di 007 che<br />

cammina e spara, al luogo in cui si svolge il preludio del film, c'è di<br />

tutto, da Kant, a Hegel, a Dziga Vertov. Si passa in pochi istanti da<br />

un ambiente iperminimale e asettico a un mondo vero. Senza soluzione<br />

di continuità, soltanto grazie alla dissolvenza offerta dal sangue<br />

che cola sullo schermo , portando la vita in quella vena calibro<br />

9, mentre c'è il cambio di scena.<br />

Penso a quel cambio di scena ogni volta che si<br />

affronta lo spinoso discorso del passaggio dalla<br />

dimensione dei mondi virtuali al mondo reale.<br />

Quando se ne parla, ci si chiede cosa può trasmigrare<br />

da quei mondi al mondo vero,<br />

come si possano importare da questa<br />

parte le opere realizzate di là dal<br />

monitor. Ma non solo le opere, il<br />

modo di vivere, le discussioni, le storie<br />

sentimentali.<br />

Ogni volta che si affronta il problema,<br />

si ha la sensazione che sia difficilissimo<br />

sdoganare tutto il patrimonio del mondo<br />

virtuale, sembra che giaccia lì, fermo in un immaginario<br />

deposito a metà strada tra il virtuale e il<br />

reale, bloccato dall'implacabile firewall del mondo<br />

fisico, concreto, che tiene a bada le nostre nuove<br />

illusioni artificiali.<br />

A quel punto ci si rende conto dello scollamento<br />

tra quello che succede in rete e fuori. Nel mondo<br />

online domina l'idea del peer to peer, dello scambio.<br />

Fuori invece no, non si riesce ad attivare dei<br />

canali che mettano fattivamente in comunicazione<br />

i mondi virtuali e il mondo vero. La gente non fa<br />

outing con il proprio avatar, tiene le identità separate,<br />

e soprattutto non si è ancora verificato il flusso di informazioni<br />

da una parte all'altra: pochi hanno monitorato i mondi che stanno<br />

di là, divulgandone le culture, e pochi hanno pensato di portare<br />

la loro arte e la loro sapienza nei mondi virtuali. Al momento, tra<br />

l'altro, sono pochissimi gli artisti e gli architetti del mondo vero attivi<br />

in Second Life.<br />

Si parla della necessità di portare qui, tra noi, le testimonianze dell'eterno<br />

presente sintetico, di quell'universo sempre sveglio, di quei<br />

mondi con gli occhi sempre forzatamente sgranati, di farle vivere<br />

nel nostro mondo, magari addomesticando il virtuale, rendendolo<br />

più omogeneo alla realtà di tutti i giorni.<br />

In tal modo, la questione rimane irrisolta. Si continua a pensare in<br />

termini di oggetti concreti, si aspetta che da un momento all'altro<br />

si debbano materializzare tra di noi degli avatar, magari in forma<br />

di ologrammi, o che compaiano degli squarci di città in<br />

stile Second Life, che nei supermarket si vendano prodotti<br />

Made in Virtual world, o ancora, che le telecamere<br />

sparse per le città vengano prestate temporaneamente<br />

a una serie di reality, come se ci trovassimo a<br />

vivere in un cinema verità.<br />

Forse il mutamento è meno evidente, meno ovvio.<br />

Forse il virtuale si sta insinuando in maniera più discreta<br />

tra le pieghe della realtà, senza far troppo rumore.<br />

Una certa idea di virtualità è nelle pubblicità che<br />

riecheggiano subliminalmente i videogames, ritorna<br />

nella raffinata operazione concettuale di Aaron Betsky<br />

per la Mostra di architettura a Venezia, e sempre il virtuale<br />

induce a riconsiderare con altri occhi certi monumenti<br />

dichiaratamente mentali, come Castel del Monte<br />

o il Castello di Kafka, dove più forte dell'architettura<br />

stessa è la fitta rete di rapporti, di schemi e di congetture che definisce<br />

un'architettura parallela.<br />

La frequentazione degli universi sintetici tende a sviluppare la<br />

capacità di indagare i diversi livelli di virtualità del mondo che ci circonda.<br />

Un mondo che non cambia nelle apparenze, ma che muta<br />

sensibilmente nel modo in cui noi lo percepiamo. Le trasformazioni<br />

indotte dal virtuale non si applicano a ciò che ci sta intorno, ma<br />

riguardano piuttosto il nostro modo di vedere.<br />

I mondi sintetici hanno cambiato il nostro approccio con la realtà,<br />

che più o meno è sempre la stessa. È il filtro che sta tra noi e il<br />

mondo che è cambiato. E la tanto vagheggiata Third Life non sta<br />

per strada ma nella nostra testa.<br />

mario gerosa<br />

giornalista, autore di "rinascimento virtuale" (meltemi)<br />

del Tiepolo, "La Verità svelata dal Tempo". Ma lui non vedeva né la Verità né il Tempo. Vedeva solo un capezzolo, occhio del demonio che lo fissava, spioncino<br />

dell'inferno, gorgo rosa che catturava nel ludibrio. Anche qui! Anche qui dove si decidono i sacri destini della Patria! Il dottor Antonio si sentiva mancare. Nella<br />

sua testa vorticava un indecente carosello di piselloni e capezzoli, calciatori e politici nudi in una parata dionisiaca mitomodernista. Si fece forza. Tolse dalla ventiquattr'ore<br />

la bomboletta, montò su una preziosa sedia damascata e iniziò a spruzzare vernice sul malefico seno nudo.<br />

Proprio in quel momento entrò un usciere alla testa di alcuni parlamentari. L'usciere, inorridito, afferrò il dottor Antonio che strillava: "Mi lasci, mi lasci... devo<br />

coprire quella vergogna, potrebbe offendere il senso del pudore degli onorevoli...".<br />

"Lo lasci! Ha ragione! Prima di tutto la morale!" tuonò un deputato dell'UDC, amante segreto di un cardinale slovacco. E il capezzolo da allora non è più visibile.<br />

È successo tutto insieme, mentre ero sul tram. Ho visto il tentativo di censurare il pisello di Beckham, ho letto del capezzolo del Tiepolo coperto per non turbare<br />

alcuni politici. E ho visto un manifesto pubblicitario della mostra di Bacon. Una inquietante figura maschile che aveva un disco bianco ad altezza genitali.<br />

Censurato anche quello? Mi sono domandato. Non si sta esagerando? Sono corso nella prima libreria che ho trovato, ho sfogliato il catalogo di opere di Bacon e ho visto che il quadro è proprio così, un<br />

nudo con un pallino copripippo. Phew... temevo che il dottor Antonio avesse colpito ancora!<br />

tommaso labranca<br />

scrittore


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ELETTRO-SHOCK.<br />

Immagini di agosto 2008 in contrapposizione. L'apertura dei giochi<br />

olimpici a Pechino, la guerra tra Georgia e Ossezia. Lo spettacolare,<br />

roboante kolossal cinematografico dal vivo diretto da<br />

Zhang Yimou da un lato; le immagini dei carri armati che percorrono<br />

strade polverose di campagna dall'altro. Migliaia e migliaia<br />

di ballerini, atleti, tecnici, maestranze nella capitale cinese pronte<br />

ad andare in scena per quattro lunghe ore, senza errori, con<br />

l'esasperata meticolosità richiesta da<br />

uno show che non ammette repliche.<br />

Migliaia di soldati e, purtroppo, di morti<br />

che in poche ore hanno invaso e funestato<br />

una regione caucasica. Lo spettatore<br />

è abituato ad entrambe le tipologie d'immagine,<br />

pronto ad accogliere tutti e due<br />

gli immaginari "in conflitto" e in qualche<br />

modo dipendenti tra loro. La guerra è scoppiata, non a caso, in<br />

coincidenza con l'inaugurazione dei giochi, allorquando l'attenzione<br />

del mondo era dirottata verso o distratta dallo sfarzo dell'effimero,<br />

dall'arte del segno, della luce e del colore, dall'estasi tecnica<br />

del corpo che si modella nello spazio. Il suggestivo patinato<br />

di Yimou, i suoi anelli olimpionici fatti di LED, la sua scenografia<br />

di corpi e percussioni, una lunga pergamena elettronica che si<br />

srotola e fonde insieme l'antico e il moderno, sono stati brutalmente<br />

sostituiti negli occhi dello spettatore mediatico dalle grezze<br />

immagini di guerra: come sempre a bassa definizione anche<br />

se trasmesse su un televisore HD. Non la guerra hi-tech cui, cinicamente,<br />

ci hanno abituato gli americani da qualche lustro, ma<br />

quella guerra "sporca" in tutti i sensi, guerreggiata da uomini su<br />

automezzi e terreni fangosi. Immagini<br />

al limite della decolorazione che sembravano<br />

prendersi beffa dei colori saturi<br />

e fluorescenti trasmessi in diretta da<br />

Pechino. Immagini e corpi che confliggono, che non riescono<br />

comunque a cancellare la sistematica violazione dei diritti, lo<br />

sfruttamento di milioni di persone, l'esecuzione capitale di cinquemila<br />

morti (record planetario assoluto della Cina). E i cosiddetti<br />

grandi della Terra che tra pacche e strette di mano hanno<br />

anche il tempo di ricordare al premier cinese: "…e mi raccomando<br />

i diritti!", amplificando l'ipocrisia etica e mediatica, la falsità di<br />

una messa in scena quotidiana dove criminali di guerra che si<br />

fingono stregoni vengono portati alla sbarra di un tribunale<br />

internazionale, mentre altri criminali di guerra continuano<br />

a sedersi tranquillamente dietro la scrivania della<br />

Casa Bianca, in attesa delle prossime elezioni amministrative.<br />

La coincidenza di eventi ludici e bellici non è altro<br />

che l'ennesima, estenuante cartina di tornasole che sottolinea<br />

la falsità di tutte le immagini: quelle d'artista che<br />

con molta retorica e un senso perfetto dello showbiz<br />

coprono la vera realtà della Cina industrializzata dove<br />

ogni anno muoiono ottocentocinquantamila persone<br />

per malattie legate all'inquinamento; quelle di una guerra<br />

a orologeria che ha dietro le sue strategie economiche<br />

e politiche (petrolio, NATO, contrapposizione<br />

Usa/Russia, indipendentismo, ecc.); quelle di una diplomazia<br />

compiacente che chiude tutti gli occhi sia perché<br />

chi è senza peccato scagli la prima pietra, sia perché<br />

scagliare pietre, comunque, va contro gli interessi di<br />

tutti. E noi, impotenti spettatori che abbiamo pagato il biglietto,<br />

ci godiamo preoccupati lo spettacolo tra il crepitio dei fuochi<br />

d'artificio (su un canale) e il fragore delle bombe (sull'altro).<br />

bruno di marino<br />

studioso dell'immagine in movimento<br />

opinioni.7<br />

UN SACCO BELLO.<br />

Berchidda è un piccolo paese di poco più di tremila anime in provincia di Olbia-Tempio, in Sardegna. Nel corso del tempo,<br />

questo piccolo paese sardo è diventato famoso in Italia e sempre più nel mondo perché ogni anno, a ridosso di<br />

Ferragosto, ospita uno dei più straordinari festival jazz di questi anni, Time in Jazz. Questo piccolo grande miracolo si<br />

deve a Paolo Fresu, uno dei più grandi musicisti jazz dei nostri tempi, che a Berchidda è nato e che qui ha voluto portare,<br />

nel corso del tempo, molti dei più grandi mostri sacri della musica che ama, suonando con loro nella<br />

piazza del paese, sotto olivastri secolari, in piccole chiesette di campagna, oppure in cima ad un monte al<br />

sorgere del sole. Sempre circondato da una folla di ascoltatori appassionati e insaziabili. Ma il fenomeno<br />

Time in Jazz si estende sempre più anche oltre la musica, verso la danza, la performance e le arti visive,<br />

per le quali esiste da alcuni anni un progetto specifico, il PAV (Progetto Arti Visive) appunto, seguito da<br />

Antonello Fresu, psicanalista e fratello di Paolo, e da Giannella De Muro, e che propone progetti propri e<br />

allo stesso tempo invita ogni anno curatori esterni a confrontarsi con il tema che caratterizza ogni specifica<br />

edizione del festival: dalla follia al cibo, dalla trance all'architettura. Nel giro di pochi giorni prendono<br />

forma mostre, progetti ed eventi, a volte pensati e realizzati quasi estemporaneamente, andando a comporre un programma<br />

ricco e sorprendente la cui struttura definitiva si rivela di fatto solo alla fine del festival.<br />

Ora che il festival è arrivato alla sua ventunesima edizione, e ora che il paese ha imparato ad organizzare<br />

il proprio ciclo annuale anche attorno a questa grande festa che a molti dei piccoli esercenti del<br />

paese assicura da vivere per tutto l'anno che viene, chi va a Berchidda in quei giorni può toccare con<br />

mano che cos'è il potere trasformativo della cultura: edifici abbandonati che tornano in vita, meravigliosi<br />

luoghi del patrimonio storico-culturale e naturale che si riempiono di energia e di voci, tanti giovani -<br />

sempre più rari in Sardegna a causa di un inesorabile calo demografico che nell'interno dell'isola si<br />

auto-alimenta portando allo spopolamento progressivo di interi paesi - che arrivano anche da lontano,<br />

ascoltano musica e a loro volta suonano la loro musica. Di fronte al coraggio e alla generosità di chi<br />

porta avanti da decenni ormai un progetto come questo, reinventandosi ogni anno le condizioni che gli<br />

permettono di esistere e di continuare a superarsi, sarebbe bello che le istituzioni sapessero coglierne<br />

il potenziale facendo sì che piccoli centri come Berchidda, che rischiano lo spopolamento totale nel<br />

giro di un paio di generazioni, diventino luoghi che ospitano cultura tutto l'anno, con residenze e laboratori<br />

che facciano rivivere gli spazi abbandonati e riportino vita anche nel paese. Quante risorse<br />

servono per fare tutto questo? Meno di quante ne vengono normalmente spese in<br />

improvvisati e spesso velleitari progetti di sviluppo generalmente modellati su strumenti<br />

ampiamente superati di marketing territoriale. È soltanto un problema della Sardegna interna?<br />

Niente affatto, è un problema che interessa una frazione sempre maggiore dei piccoli<br />

comuni italiani, tra i quali esistono, spesso poco conosciute, tante altre Berchidda dove, per<br />

qualche giorno all'anno, accadono cose straordinarie che prefigurano un futuro possibile ma<br />

ancora lontano a causa della miopia di chi pensa che il mondo sia ancora, nel migliore dei<br />

casi, quello di venti anni fa e agisce di conseguenza. È questa la differenza principale che si nota quando si va fuori<br />

dall'Italia: difficilmente si vedono i piccoli miracoli che accadono da noi, ma sempre più spesso, e anche in luoghi tradizionalmente<br />

molto più conservatori dei nostri, si coglie questo interesse per ciò che può ancora accadere, per l'esplorazione<br />

di nuovi percorsi. Da noi è più difficile. E forse è per questo che da noi accadono i miracoli: chi davvero vuole<br />

deve superare ostacoli tali che si prepara ad affrontare e a superare qualsiasi prova. Ma se i miracoli continuano ad<br />

accadere nel vuoto, prima o poi non accadono più, e tutto si spegne. Chi vuol capire capisca, e se può faccia qualcosa.<br />

pier luigi sacco<br />

pro-rettore alla comunicazione e all’editoria e direttore del dipartimento delle arti e del disegno industriale - università<br />

iuav - venezia<br />

WWW.PRESTINENZA.IT<br />

Giocare a tutto campo. Ecco l'imperativo della critica d'architettura di oggi. La quale rifiuta, e giustamente,<br />

le divisioni manichee del passato, quando chi apparteneva a una corrente non si sognava non dico di<br />

partecipare a una mostra ma neanche di dialogare con l'avversario. E che arriva sino al punto di cambiare<br />

continuamente le carte in tavola e i riferimenti.<br />

Tre esempi per tutti. Il Giornale dell'Architettura, diretto dal tradizionalista Carlo Olmo, regala, accludendolo<br />

al numero di agosto, un volume stampato dalla fondazione Zevi, uno dei critici che fino alla morte, avvenuta<br />

nel 2000, fu impegnato contro le visioni passatiste in architettura.<br />

Gabriele Mastrigli, che non ha fatto mai mistero delle sue<br />

idee revisioniste, propone, in una recente rassegna in corso<br />

di svolgimento alla British Academy i neosituazionisti di<br />

Emmeazero e cioè uno dei gruppi che in Italia persegue più<br />

coerentemente una linea di ricerca d'avanguardia.<br />

E, infine, Francesco Garofalo, che non è propriamente cono-<br />

PABLOB.<br />

Vi siete mai chiesti quale sia il compito dei millanta musei e gallerie comunali, regionali, provinciali, nazionali, spuntati<br />

come funghi in ogni dove (per non dire di Quadriennali e Biennali)? Servono a gratificare l'ego dei curatori nominati senza<br />

possibilità di appello o a svolgere un ruolo di ombrello istituzionale? E quando dico istituzionale intendo super partes.<br />

Voglio alludere alla possibile funzione che dovrebbe avere la struttura pubblica di registrare la situazione creativa<br />

nostrale, di investigare e documentare l'ampio ventaglio delle attività che si sviluppano senza soluzione di<br />

continuità.<br />

Può la programmazione espositiva risolversi nella riproposizione fino allo sfinimento degli eterni pollock di<br />

batteria provenienti da allevamenti di riferimento e di foraggiamento?<br />

Può un ente pubblico fungere da passerella dei protégé, può trasformarsi in un privé coccodè?<br />

Eppure non è un azzardo sostenere che la rete curatoriale italica sia per buona parte<br />

una zona franca, una palestra per rimestare la solita minestra, un arengo balengo indove<br />

esercitare giochi di un potere talmente ristretto da rasentare il doppio frodo star. Un<br />

potere assoluto che pare non andar soggetto ad alcun criterio di trasparenza, che non<br />

ammette interferenza di giudizio, che si titilla l'orifizio ombellicale.<br />

Dunque dovremmo considerare codeste gallerie civiche come strutture a conduzione<br />

cupolare familiare, enclavi impenetrabili, staterelli off shore? Se così fosse le dovremmo<br />

segnare tutte al registro demaniale & demoniale delle Isole Cayman.<br />

E le tanto sbandierate pari opportunità varrebbero solo per le differenze di razza, sesso e religione?<br />

Non per il prodotto dell'ingegno?<br />

Insomma è lecito usare a fini personali spazi sovvenzionati dalla collettività? È legittimo che una volta insediatosi<br />

il critico deputato faccia il bello e il cattivo tempo senza rendere conto a nessuno del proprio operato?<br />

Non è una novità che molti nuovi spazi espositivi, nati come cattedrali nel deserto (il deserto culturale italiano)<br />

abbiano invertito i termini finendo per portare il deserto nelle cattedrali. Passato il giorno dell'inaugurazione, in<br />

cui la fauna degli addetti ai lavori e ai favori sciama per incontrare amici & colleghi e fare lo struscio, nessuno ci<br />

mette più piede.<br />

La diserzione del pubblico fa sentire il proprio fragoroso silenzio-dissenso all'interno di edifici sontuosi, eretti da<br />

architetti famosi, guidati da dirigenti boriosi e poco curiosi di spingersi al di là del proprio protubero nasale e<br />

castale.<br />

Maggiore attenzione alla realtà (non solo quella autoreferenziale o reverenziale nei confronti della moda sancita<br />

e cucita in ambito internazionale) porterebbe a delineare nuovi percorsi, a selezionare nuovi talenti, a dar fiato<br />

alle molteplici voci del genius loci.<br />

Ora che molte sedi sono vacanti, gli amministratori, prima di nominare i successori, si dovrebbero interrogare<br />

su questo fatto elementare: continuare a far zappare l'orticello o esigere che sia ampliato l'orizzonte e proiettato il guardo<br />

oltre la siepe?<br />

pablo echaurren<br />

artista e scrittore<br />

sciuto per le sue simpatie per l'innovazione formale, ha<br />

messo in campo per la mostra "L'Italia cerca casa", al<br />

Padiglione italiano della biennale, un gruppo di architetti che<br />

va da Cliostraat a Mario Cucinella, da Marco Navarra a<br />

Salottobuono, da Italo Rota ad Andrea Branzi. Mentre gli<br />

addetti ai lavori non hanno potuto fare a meno di notare che<br />

dalla lista sono scomparsi i nomi di progettisti, sicuramente<br />

più tradizionalisti, quali per esempio il preside della facoltà di<br />

architettura Roma3, Francesco Cellini, che in precedenti<br />

comunicati erano stati annunciati come partecipanti alla<br />

mostra stessa.<br />

In un recente libro dal titolo La misura italiana dell'architettura,<br />

Franco Purini sembra teorizzare l'approccio eclettico ed<br />

inclusivista. Una nuova architettura e una nuova<br />

critica devono, a suo parere, far convivere le diversità<br />

"all'interno di un mosaico evolutivo di<br />

sistemi concettuali aperti e interrotti e di<br />

esperienze interagenti". L'obiettivo è di<br />

optare non per l'esclusività, l'aut aut tipico<br />

delle scelte di tendenza, ma per un possibilismo<br />

metodologico in cui non occorre<br />

"più vincere e neanche convincere, ma<br />

convivere in una sostanziale equivalenza delle posizioni".<br />

Insomma accettare un mondo dove Paolo<br />

Portoghesi abbia diritto di cittadinanza come Jean Nouvel,<br />

Pietro Derossi come Tom Mayne, Mario Botta come Daniel<br />

Libeskind.<br />

Del resto viviamo in un'epoca post-ideologica.<br />

Dove anche in politica sono state abbattute le<br />

barricate di un tempo. Oggi Gianni Alemanno<br />

chiama Giuliano Amato e Gianfranco Fini vola in<br />

Israele. Ma se riconoscere gli errori del proprio<br />

passato è meritorio e se una società con<br />

posizioni diverse è aperta e pluralista, una persona<br />

con posizioni contraddittorie è semplicemente<br />

incoerente.<br />

luigi prestinenza puglisi<br />

docente di storia dell'architettura contemporanea - la<br />

sapienza - roma


8.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Festival dell'arte Contemporanea<br />

di Faenza, già pronte le date 2009<br />

Si svolgerà dal 17 al 19 Aprile 2009 la seconda<br />

edizione del Festival dell'Arte Contemporanea<br />

di Faenza, sotto la direzione scientifica di Carlos<br />

Basualdo, Angela Vettese e Pier Luigi Sacco.<br />

Ancora top secret temi ed invitati, per la tre giorni<br />

promossa dal Comune di Faenza e da Goodwill,<br />

che per la sua<br />

prossimità<br />

temporale<br />

all'inaugurazione<br />

della<br />

Biennale di<br />

D a n i e l<br />

Birnbaum (7<br />

giugno) si<br />

pone quest'anno<br />

come<br />

evento chiave<br />

di riflessione e<br />

di confronto sui nodi centrali dell'arte contemporanea.<br />

"La Biennale di Venezia - aveva dichiarato,<br />

infatti, Basualdo in un'intervista rilasciata a Marco<br />

Enrico Giacomelli per <strong>Exibart</strong> - negli ultimi anni - a<br />

partire dagli anni '90 a oggi - non ha avuto un<br />

approccio strettamente legato all'analisi: ha rinunciato<br />

in qualche modo alla propria controparte<br />

discorsiva. Faenza, per la sua prossimità a<br />

Venezia, può riempire questo vuoto, diventando<br />

un evento complementare all'aspetto espositivo<br />

della Biennale".<br />

info@festivalartecontemporanea.it<br />

www.festivalartecontemporanea.it<br />

Usa,sarà dedicata al Futurismo l'edizione 2009 del festival Performa<br />

Filippo Tommaso<br />

Marinetti<br />

Carlos Basualdo, Pier Luigi<br />

Sacco e Angela Vettese<br />

Si preannuncia come l'anno della definitiva consacrazione a livello mondiale, il<br />

2009, per il Futurismo, di cui si celebrerà il centenario dalla pubblicazione del<br />

Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta a Parigi proprio nel 1909. E<br />

la mobilitazione coinvolgerà anche le realtà più inaspettate, se è vero - come si<br />

apprende ora - che al movimento tutto italiano sarà dedicata anche la terza edizione<br />

di Performa, la prestigiosa Biennial of new visual art performance che si<br />

terrà a New York dall'1 al 22 novembre 2009. Richiamandosi alla necessità del<br />

movimento di guardare al futuro in tutte le discipline, Performa 09 intende esplorare<br />

il nuovo che emerge nelle arti visive, nel cinema, musica, poesia, graphic<br />

design, danza, architettura, urbanistica.<br />

www.performa-arts.org<br />

Via Del Vecchio e Palumbo,<br />

la Project Room del Madre a<br />

Eugenio Viola e Adriana Rispoli<br />

Cambio in vista nel team curatoriale del napoletano<br />

museo Madre. Facendo fede a un principio di<br />

rotazione fra giovani curatori attivi sul territorio, nei<br />

prossimi mesi gli attuali curatori Gigiotto Del<br />

Vecchio e Stefania Palumbo lasceranno la guida<br />

dello spazio nato a settembre scorso, sostituiti da<br />

una nuova coppia formata da Eugenio Viola e<br />

Adriana Rispoli, entrambi con un passato nella<br />

galleria Changing Role di Guido Cabib. I due<br />

hanno all'attivo già numerose collaborazioni in<br />

coppia, dalla collettiva Sistema Binario, negli<br />

spazi della stazione ferroviaria di Mergellina, alla<br />

mostra di David LaChapelle nel 2006 a<br />

Capodimonte.<br />

Jaar a Milano all'Hangar Bicocca e<br />

allo Spazio Oberdan.<br />

Con un progetto pubblico...<br />

La mostra antologica, realizzata in stretta collaborazione con<br />

l'artista, rappresenta un percorso attraverso le sue opere più<br />

importanti, rappresentative di oltre vent'anni di lavoro. Parliamo<br />

di It is Difficult, di Alfredo Jaar, a cura di Gabi Scardi e<br />

Bartolomeo Pietromarchi, allestita a Milano nelle due sedi<br />

dell'Hangar Bicocca e dello Spazio Oberdan. E affiancata dal<br />

progetto pubblico Questions Questions/Domande Domande,<br />

ideato per l'occasione, calibrato sulla città di Milano e sull'area<br />

circostante, che si avvale della collaborazione di IGP Decaux e<br />

di MBA Group. Artista, architetto di formazione e film-maker,<br />

Jaar nell'arco del suo percorso si interroga su come l'arte<br />

possa interagire con il<br />

contesto sociale e<br />

politico più vasto,<br />

affrontando temi di<br />

assoluta rilevanza,<br />

legati in molti casi a<br />

situazioni di urgenza<br />

umanitaria, di oppressione<br />

politica e di<br />

emarginazione sociale,<br />

di scarsa considerazione<br />

dei diritti<br />

umani e civili.<br />

All'Hangar Bicocca<br />

visibili opere di forte<br />

impatto e di grande<br />

dimensione, fra cui A<br />

Logo for America, un<br />

progetto di parole e<br />

immagini sul significato della geografia, realizzato nel 1987 per<br />

un edificio di Times Square a New York.<br />

MiArt 2009, arrivano Di Pietrantonio e Cerizza. Con molte altre novità...<br />

Lo avevamo già anticipato ed ora giunge la conferma ufficiale. Fra le novità apparecchiate da MiArt 2009 ci<br />

saranno due curatori del Contemporaneo, Giacinto Di Pietrantonio e Luca Cerizza, mentre Donatella<br />

Volontè seguirà il moderno e Laura Garbarino sarà la nuova figura per i collezionisti. Dopo un'edizione 2008<br />

che ha visto la presenza di duecento gallerie italiane e straniere, con oltre trentottomila visitatori, la fiera milanese<br />

punta sull'esperienza del direttore della GAMEC di Bergamo e sul giovane curatore e scrittore residente<br />

a Berlino. Saranno loro a delineare il nuovo progetto del settore che, dall'edizione 2009, assumerà maggiore<br />

rilievo rispetto al passato con una selezione che punta principalmente alla qualità e che accorperà gallerie<br />

affermate e gallerie giovani ed emergenti. Confermata anche la rassegna Miraggi, l'iniziativa in cui le gallerie<br />

che parteciperanno a MiArt potranno proporre opere e artisti che saranno selezionate dai curatori per poi<br />

Luca Cerizza<br />

essere collocate in luoghi prestigiosi di Milano. Per dare sempre maggiore risalto e visibilità agli artisti, MiArt<br />

selezionerà inoltre alcuni grandi nomi tra quelli proposti dalle gallerie partecipanti, per dare loro l'incarico di<br />

disegnare e reinterpretare alcuni luoghi della Fiera, come la reception, la vip lounge, la video lounge ed altri luoghi di ritrovo della manifestazione.<br />

Architetture e opere allo stesso tempo, questi spazi accoglieranno anche nuovi contenuti e programmazioni della fiera, in via<br />

di definizione. Dal 2009, inoltre, la Fiera avrà il suo Fondo Acquisti grazie all'Associazione Amici di MiArt, che sosterrà e promuoverà l'arte<br />

contemporanea attraverso l'acquisto di opere presenti a MiArt per esporle in luoghi di pubblica fruizione della città di Milano.<br />

Info: 0248550312 | miart@fmi.it | www.miart.it<br />

Perugia Contemporanea, in Umbria un mese fra danza, dalle<br />

arti audiovisive, musica<br />

È un progetto dedicato alla relazione fra spazio urbano e cultura contemporanea, declinata<br />

secondo diversi linguaggi e forme espressive, dalla danza al fumetto, dalle arti audiovisive<br />

alla musica. Promossa dal Comune di Perugia, prende il via la rassegna Le Arti in<br />

fino al 12 ottobre 2008<br />

Sedi varie - Perugia<br />

Info: 0755772416<br />

info@leartiincitta.it<br />

www.leartiincitta.it<br />

Città_Perugia Contemporanea, "un'indagine - come specificano<br />

gli organizzatori - sul contemporaneo inteso come tempo<br />

magmatico attraversato da fusioni, interpolazioni, flussi di azioni,<br />

dati, linguaggi, nel quale la ricerca artistica tende a svilupparsi<br />

sempre più in un'ottica di interdisciplinarietà e con il supporto<br />

delle nuove tecnologie crea nuovi linguaggi a loro volta produttori<br />

di contenuto". Giunto alla sua seconda edizione, Le Arti in<br />

Città_Perugia Contemporanea si articola in tre sezioni principali - Germinazioni, Flussi,<br />

Umane Energie -, con un ricco calendario di workshop, mostre,<br />

incontri, eventi performativi, conferenze, che ripensano criticamente<br />

il rapporto opera / artista / fruitore, trasformando lo spettatore in<br />

attivo protagonista. Germinazioni, che si svolgerà fino al 28 settembre<br />

a cura di Piercarlo Pettirossi, è la sezione dedicata a valorizzare<br />

i talenti creativi già attivi sul territorio regionale, offrendo<br />

loro spazi e visibilità adeguati a rappresentare e far conoscere il<br />

proprio lavoro. La terza ed ultima sezione Umane Energie si svolge<br />

negli spazi della ex chiesa di Santa Maria della Misericordia, ed<br />

è incentrata sull'originale "parco multimediale" ideato e realizzato<br />

dalla omonima associazione culturale.<br />

Spazio Oberdan:<br />

dal 3 ottobre 2008 al 25 gennaio 2009<br />

Viale Vittorio Veneto 2 - Milano<br />

Hangar Bicocca:<br />

dal 3 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009<br />

Via Chiese 2 - Milano<br />

www.hangarbicocca.it<br />

www.provincia.milano.it/cultura<br />

Iosselliani trova un Pigneto anche a<br />

Tokio. Nuovo store in Oriente per i<br />

designer di gioielli<br />

La sigla - T-02-IOS - sta per<br />

Tokio 02 Iosselliani. Ovvero il<br />

secondo flagship store aperto<br />

dal brand dell'oreficeria di<br />

qualità Iosselliani, appunto a<br />

Tokio. Dopo l'esordio a<br />

Roma, al Pigneto, con il recupero<br />

di un vecchio storico bar<br />

riadattato non solo in punto<br />

vendita dei meravigliosi<br />

gioielli della maison, ma in<br />

luogo di promozione di nuovi<br />

artisti e di happening legati<br />

all'arte nelle sue forme più<br />

desuete, ora la scelta cade<br />

su Tokyo. Per il legame con il<br />

pubblico giapponese che<br />

meglio di molti altri recepisce<br />

le collezioni Iosselliani.<br />

Dove? In un'area super-commerciale ma allo stesso tempo<br />

mitica: Shibuya. Ma non la Shibuya dei grandi shopping<br />

center, quella dei piccoli vicoli che nessuno immaginerebbe<br />

a Tokyo, con negozietti indipendenti in un mondo dove<br />

l'indipendenza è una vera guerra. Insomma, un po' il<br />

Pigneto giapponese. Come già a Roma, anche il nuovo<br />

spazio accoglierà esposizioni d'arte; a partire dalla prossima<br />

"Omotesando art fair", con un'opera di Davide<br />

Savorani, artista visivo e performer romagnolo, fino a collaborazioni<br />

con la Societas Raffaello Sanzio, Kinkaleri e<br />

Zimmerfrei in veste di performer.<br />

www.iosselliani.com<br />

Biennale di Sydney,<br />

sarà David Elliott il curatore nel 2010<br />

Appena termina l'edizione 2008, dalla previdente<br />

Australia giungono già le prime anticipazioni<br />

sulla prossima Biennale di Sydney, del<br />

2010. Che sarà diretta dal curatore inglese<br />

David Elliott, già direttore del Museum of<br />

Modern Art di Oxford, del Moderna Museet di<br />

Stoccolma, del Mori Art Museum di Tokyo, e<br />

del Museo d'Arte Moderna di Istanbul. Il tema<br />

David Elliott<br />

centrale della Biennale 2010 sarà "l'arte contemporanea<br />

e le ragioni per cui è una delle<br />

attività più importanti in cui possiamo essere impegnati" ha dichiarato Elliott.<br />

Formazione e comunicazione degli eventi,<br />

nasce a Roma e Milano Eventlab<br />

Sperimentare un nuovo metodo didattico che consenta alla domanda e all'offerta di<br />

incontrarsi direttamente, senza mediazioni, già a partire<br />

dalla formazione degli event manager del futuro. Questo<br />

è l'obbiettivo di Eventlab, iniziativa nata a Roma alla<br />

quale hanno già accettato l'invito agenzie come K events,<br />

Alphaomega, It's Cool, Xister, Come Comunicare, e professionisti<br />

degli eventi come lo staff del Festival<br />

Dissonanze. Il mondo degli eventi, infatti, è in forte crescita,<br />

e sta cambiando il modo di comunicare delle aziende<br />

a scapito delle strategie di comunicazione convenzionale<br />

(pubblicità ATL e mass media). Da qui nasce l'idea di<br />

Eventlab: affidare ciascun corso a una differente agenzia<br />

tra le migliori nel settore, sviluppando di volta in volta un<br />

aspetto specifico della comunicazione (eventi, convention,<br />

big show, guerrilla, new media, cross media, ecc.). Sarà così riprodotto in aula il vero<br />

e proprio lavoro d'agenzia in ogni sua fase: dall'idea creativa al prodotto finito, sulla base<br />

di brief e casi rigorosamente reali. Anche le location sono state scelte con cura, individuando<br />

spazi significativi: a Roma, la Fondazione Adriano Olivetti e l'Opificio Spazio<br />

Contemporaneo Fondazione Romaeuropa, a Milano, Zona BaseB a Bovisa.<br />

Info: 0697844192 | francescafornari@eventlab.eu | www.eventlab.eu


10.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Fondazione Musei Senesi,<br />

il nuovo presidente è Gianni Resti<br />

È Gianni Resti, docente di filosofia e autore di<br />

testi di storia della pedagogia e di libri di narrativa,<br />

il nuovo presidente della Fondazione Musei<br />

Senesi, dove sostituisce Tommaso Detti, che ha<br />

ricoperto tale carica negli ultimi anni. Ad eleggerlo<br />

all'unanimità il consiglio di indirizzo della<br />

Fondazione, strumento di gestione voluto e creato<br />

dallo stesso Resti nei primi anni del 2000 quando<br />

ricopriva la carica di assessore alla Pubblica istruzione<br />

e alle culture della Provincia di Siena. La<br />

Gianni Resti<br />

Fondazione, istituita nell'anno 2003, ha rappresentato<br />

il completamento di un progetto teso a dare<br />

organicità alla gestione della rete museale senese che a partire dagli anni '80 ad oggi<br />

ha visto la creazione e l'organizzazione di oltre trenta musei caratterizzati da progetti<br />

culturali e percorsi espositivi diversi: storico-artistici, demo-antropologici, archeologici,<br />

e scientifico-ambientali. Ad affiancare Gianni Resti è stato chiamato a svolgere le funzioni<br />

di vice presidente Marco Lisi, sindaco della città di San Gimignano, già componente<br />

del consiglio di gestione della Fondazione Musei Senesi.<br />

Brooklin contro<br />

le Waterfalls di Eliasson:<br />

fanno seccare gli alberi...<br />

Le foglie di molte piante presenti sul<br />

Brooklyn waterfront tendono ad ingiallire<br />

prematuramente, mentre molti hanno<br />

segnalato proprio la caduta di foglie sugli<br />

alberi sulla Promenade. Ma anche le auto<br />

parcheggiate - problema meno politicamente<br />

corretto, ma non meno sentito - vengono<br />

continuamente bagnate dalla corrosiva<br />

acqua marina salata. Questi alcuni dei problemi<br />

sollevati da abitanti ed imprenditori<br />

della zona, che additano la famosa installazione<br />

Waterfalls collocata in giugno da<br />

Olafur Eliasson. "È stato fatto uno studio<br />

di impatto ambientale, che ha concluso che<br />

non ci sarebbero stati effetti durevole causati<br />

dal progetto", ha assicurato Rochelle<br />

Steiner, direttore del Public Art Fund, sponsor<br />

dell'iniziativa.<br />

Niente pensione, siamo inglesi.<br />

Nicholas Serota direttore a vita<br />

delle Tate Galleries<br />

Nicholas Serota<br />

Insaziabile New Museum,<br />

nuovi spazi per una futura espansione<br />

Per ora l'edificio rimarrà così com'è, il pianterreno<br />

sarà ceduto in affitto, mentre i piani superiori saranno<br />

utilizzati per uffici e immagazzinaggio di opere. E<br />

meno male, altrimenti - a meno di un anno dall'inaugurazione<br />

- il New Museum di New York avrebbe<br />

rischiato di sparire di nuovo sotto i ponteggi. Sì, perché<br />

non contento degli ampi e luminosi spazi disponibili,<br />

dopo sei mesi di trattative il museo si è accaparrato,<br />

per la modica cifra di oltre sedici milioni di dollari,<br />

l'edificio confinante, utilizzato da un'azienda di servizi<br />

per la ristorazione.<br />

www.newmuseum.org<br />

Poteva un popolo così attento alle tradizioni e alle radici<br />

come quello inglese, fare a meno di una figura che<br />

ormai è divenuta la personificazione stessa del direttore<br />

di museo? Non poteva, e infatti - prendendo in contropiede<br />

un po' tutti, anche se noi di <strong>Exibart</strong> avevamo<br />

accennato a una sua possibile riconferma - sir<br />

Nicholas Serota, sessantadue anni, è stato confermato<br />

"a vita" direttore delle Tate Galleries di Londra.<br />

Suscitando comunque più di una critica il board del<br />

museo, infatti, ha ritenuto che la legge che vieta una<br />

lunga permanenza in incarichi pubblici - Serota ha già<br />

compiuto tre settennati - è ormai antiquata, e può essere<br />

bypassata.<br />

Inarrestabile Fondazione Volume!,<br />

al via a Roma un programma dedicato all'architettura<br />

Franco Purini<br />

(Foto Rodolfo Fiorenza)<br />

MySpace.Rome. Ciò consentirà<br />

a ciascun architetto o di elaborare un proprio concetto personale<br />

di forme regolate dalla loro logica interna e non da un programma<br />

d'uso, o semplicemente di creare un loro luogo utopico.<br />

Nella sede degli uffici della Fondazione Volume!, via dell'anima<br />

15, sono inoltre esposti i disegni esecutivi del lavoro di Purini.<br />

Notti bianche rivisitate. Per ora nella<br />

capitale arriva il Roma Art Weekend<br />

Ne avevamo già accennato, ed ora alcuni fatti sembrano confermare le avvisaglie.<br />

Parliamo della Notte Bianca romana, che la nuova giunta, assessore<br />

Croppi in testa, è decisa - e non possiamo che essere d'accordo - ad<br />

accantonare nella strutturazione confusionaria e priva di identità proposta<br />

finora. A favore di Notti Bianche "a tema", come quella Futurista, ipotizzata<br />

fin dal correre delle prime voci. In questa riformulazione potrebbe inserirsi<br />

anche il Roma Art Weekend, evento - per ora tracciato nelle linee generali,<br />

ma del quale presto specificheremo tutti i dettagli e le gallerie partecipanti<br />

- pensato per celebrare l'arte contemporanea a Roma, un evento durante<br />

il quale oltre ottanta gallerie e spazi diversi della città resteranno aperti per<br />

due giorni sino a mezzanotte, prevedendo vernissage, cocktail, incontri con<br />

gli artisti, performances. A promuoverlo, per il<br />

10 e 11 ottobre, l'organizzazione della Fiera<br />

Roma - The Road to Contemporary Art, in<br />

collaborazione con l'assessorato alle<br />

Politiche culturali del Comune di Roma,<br />

memore del successo di pubblico del Freaky<br />

Friday del 29 febbraio scorso.<br />

"Un'operazione che abbiamo voluto - afferma<br />

Roberto Casiraghi direttore della Fiera - perché<br />

siamo fermamente convinti che la cooperazione<br />

tra la neonata fiera e le gallerie della<br />

città sia la via, the Road appunto, per fare di<br />

Roma la capitale dell'arte contemporanea. Crediamo che sia importante<br />

investire oggi per il futuro di un appuntamento che speriamo costante nell'agenda<br />

di tutti gli appassionati di arte contemporanea in Italia e non solo".<br />

Info: 063236254<br />

info@equa.it<br />

"Una coppia di pilastri viene traslata e ruotata secondo la direzione<br />

nord-sud, in modo da intercettare, attraverso gli assi cardinali,<br />

la dimensione cosmica". Con queste parole il grande architetto<br />

Franco Purini parla de La Stanza Rossa, il suo intervento con cui<br />

si è inaugurato un nuovo programma espositivo dedicato dalla<br />

romana Fondazione Volume! all'architettura. Ogni anno architetti<br />

stranieri e italiani saranno invitati ad intervenire nello spazio della<br />

Fondazione, e gli sarà offerta la possibilità di trasformare le stanze<br />

della galleria a loro piacere, demolendo, ricostruendo, scavando,<br />

aggiungendo, per creare ogni volta un nuovo spazio architettonico.<br />

Nei primi tre anni il programma, curato da Marina Engel,<br />

sarà dedicato al tema<br />

Via San Francesco di Sales 86-88<br />

- Roma<br />

Info: 066892431<br />

press@fondazionevolume.com<br />

www.fondazionevolume.com<br />

Guggenheim Foundation, per la direzione<br />

spunta il nome di Richard Armstrong<br />

Ha diretto il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh dal<br />

1996 fino a giugno 2008, dopo oltre dieci anni al<br />

Whitney di New York, come senior instructor<br />

dell'Independent Study Program, oltre che collaboratore<br />

per diverse edizioni della Biennale. Ora potrebbe<br />

essere proprio Richard Armstrong a sostituire<br />

Thomas Krens alla direzione della Solomon R.<br />

Guggenheim Foundation. Il board del museo potreb- Richard Armstrong<br />

be ratificare la nomina a giorni, come confermato ai<br />

quotidiani newyorchesi da Eleanor R. Goldhar, vicedirettore<br />

internazionale del museo. Krens è stato spesso criticato per la sua visione<br />

troppo internazionale, per molte mostre giudicate populiste e per la poco oculata<br />

gestione delle finanze del museo.


12.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Territoria #3, la rete culturale contemporanea<br />

della provincia di Prato<br />

Con il titolo di Territoria #3, ha preso il via a Prato la terza edizione<br />

del progetto di rete provinciale sulla cultura contemporanea,<br />

con un ricco calendario di eventi che sino all'8 dicembre<br />

coinvolgerà spazi storici, musei, gallerie, piazze e strade<br />

del territorio. Giuliano Mauri, Ericailcane, Davide Zucco,<br />

Mauro Staccioli, Kinkaleri, Robert Pettena, Alessandra<br />

Mersia, Lorenzo Brusci, Artelier, Renato Bencini,<br />

Associazione Spaziorazmataz: sono questi i nomi degli artisti<br />

invitati quest'anno a Territoria, che ribadisce il suo impegno<br />

nella valorizzazione e nel potenziamento della proposta culturale<br />

avviata nel 2005. A fare da propulsore al progetto, ideato<br />

dalla Provincia di Prato con i<br />

fino all'8 dicembre 2008<br />

Sedi varie - Provincia di Prato<br />

Info: 0574604939<br />

info@dryphoto.it<br />

Comuni di Cantagallo,<br />

Carmignano, Montemurlo,<br />

Prato, Vaiano, un centro di<br />

eccellenza come il Centro<br />

per l'arte contemporanea Luigi Pecci. Tre le sezioni dello<br />

spazio del contemporaneo della rassegna: spazio pubblico, spazio di contaminazione e spazio<br />

di formazione, le quali definiscono soltanto a livello concettuale i confini della ricerca di<br />

ogni artista per poi approdare ad un risultato trasversale.<br />

Metropolitan Museum, sarà Thomas P. Campbell<br />

il direttore post de Montebello<br />

Thomas P.<br />

Campbell<br />

A nove mesi dall'annuncio che Philippe de Montebello, dopo trentun<br />

anni di onorato servizio nella carica di direttore del Metropolitan<br />

Museum of Art di New York, avrebbe guadagnato il meritato riposo,<br />

il museo comunica che il suo successore sarà Thomas P.<br />

Campbell. Curatore specializzato in European tapestry, Campbell<br />

è nello staff del Met dal 1995. Attualmente occupa la carica di curatore<br />

nel Department of European Sculpture and Decorative Arts, ed<br />

è supervising curator dell'Antonio Ratti textile center. "Dal mio<br />

punto di vista è la scelta migliore - ha detto de Montebello -, uno<br />

storico dell'arte di eccezionale esperienza e di grande capacità di<br />

giudizio, che si inserisce perfettamente nella lunga tradizione direttoriale<br />

consolidata in più di un secolo di storia". Campbell assumerà<br />

la carica di direttore dal 1 gennaio 2009.<br />

Ecco tutti i vincitori della Quadriennale, Cattelan Premio alla Carriera<br />

Piemonte contemporaneo, nuovo programma<br />

triennale a Villa Giulia di Verbania<br />

Ormai gli esempi sono troppi per citarne solo alcuni, dalla Triennale Torino Musei al<br />

recente accordo programmatico della Guggenheim a Vercelli. Esempi della irrefrenabile<br />

vitalità del Piemonte sul fronte dell'arte contemporanea, mille volte rimarcata<br />

ma sempre pronta ad offrire nuovi spunti di ulteriore crescita. Ora notizie di nuovi<br />

progetti giungono da Verbania, dove in luglio la Regione Piemonte ha siglato una<br />

convenzione con il Comune e l'associazione TAI<br />

- Turin Art International - per avviare nell'autunno<br />

una serie di lavori di ammodernamento dell'edificio<br />

di Villa Giulia, e un programma espositivo<br />

triennale per il periodo 2009-2011. La direzione<br />

artistica sarà affidata ad Andrea Busto, già direttore<br />

del CeSAC di Caraglio, per una serie di<br />

mostre che terranno conto del luogo che le ospiterà,<br />

del territorio su cui è ubicata la villa e dell'esigenza<br />

di avviare un dialogo serrato tra le diverse<br />

espressioni contemporanee. A ottobre verrà<br />

ufficializzata la programmazione artistica che<br />

prevede una grande mostra tematica annuale,<br />

quattro mostre personali di artisti internazionali<br />

oltre che a dibattiti, tavole rotonde e approfondimenti sul contemporaneo.<br />

Oro e diamanti, ecco il magazine più caro del mondo...<br />

Ok, è inutile che ci sforziamo a convincervi<br />

che la rivista più "preziosa" che vi possa<br />

capitare fra le mani è e sarà sempre di più<br />

<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Qui si parla di "valori"<br />

diversi, valori più concreti e monetizzabili,<br />

come quelli garantiti da novanta grammi di<br />

foglia d'oro e da seicentoventidue diamanti.<br />

Quelli che decorano il numero speciale della<br />

rivista Kohl, candidata a diventare il magazine<br />

più caro del mondo: messo all'asta per<br />

beneficenza nel prossimo ottobre, si stima<br />

che possa superare i diecimila dollari.<br />

Creata con la collaborazione del gioielliere<br />

Damas e di Emirates, in copertina appare una foto di Katrina Kaif scattata dal fotografo<br />

Avinash Gowariker.<br />

Alla chiusura della Quadriennale di Roma, sono arrivati i nomi dei vincitori dei premi agli artisti, assegnati da una giuria<br />

- per la prima volta nella storia dell'Istituzione - tutta straniera. Ad Adrian Paci è andato il Premio "Quadriennale"<br />

di ventimila euro, con un lavoro video - secondo la giuria - "di grande tensione cinematografica, semplice ma efficace,<br />

realizzato con economia di mezzi. Una profonda riflessione di rilievo sociale su una problematica che da sempre<br />

accompagna l'emigrazione. Un film di forte impatto emotivo". A Deborah Ligorio è andato invece il Premio "Giovane<br />

Arte", di diecimila euro, "un video affascinante, ipnotizzante, che ben rappresenta l'interazione tra il paesaggio naturale<br />

e quello creato dall'uomo, una colonna sonora visiva, che si sviluppa intorno alla dialettica tra documentario e<br />

fiction, tra passato e presente". La giuria - composta da Suzanne Pagé, diretto-<br />

www.quadriennalediroma.org<br />

re della Fondation Louis Vuitton pour la création, Gerald Matt, direttore della<br />

Kunsthalle di Vienna, Nicholas Serota, direttore della Tate Modern di Londra - è Maurizio Cattelan<br />

stata invitata ad assegnare anche una medaglia d'oro alla carriera a un artista da individuare extra mostra, ed il<br />

Premio è andato a Maurizio Cattelan, che partecipò, nel 1996, alla XII edizione della Quadriennale "Ultime generazioni". I suoi lavori - recita la motivazione<br />

- "creano immagini che rimangono nella mente dello spettatore, precise ma ambigue, di grande tensione, drammatiche e ironiche allo stesso<br />

tempo. I suoi lavori attivano e si appropriano dello spazio nel quale li colloca. Sfida il pubblico e le istituzioni andando contro preconcetti e tabù".<br />

Concluso il restauro della<br />

facciata, il Guggenheim festeggia<br />

con Jenny Holzer<br />

Concluso il triennale restauro della facciata del<br />

Guggenheim Museum di New York. E per l'occasione il<br />

museo ha preparato un<br />

grande evento: un'opera<br />

site-specific della quale è<br />

stata incaricata Jenny<br />

Jenny Holzer<br />

Holzer, una delle sua famose<br />

proiezioni nella quale<br />

dichiarazioni politiche contro<br />

terrorismo e guerra di<br />

Irak si mescoleranno con<br />

versi tratti da poesie di<br />

Wislawa Szymborska. È la<br />

prima volta che la facciata del museo viene utilizzata<br />

come sfondo per un'installazione, visibile ogni venerdì<br />

sera fino a dicembre.<br />

The Don Gallery, giunge a Via Tortona la<br />

"mobile gallery" milanese<br />

In attesa di individuare la location giusta per una<br />

sede permanente, continuano i pellegrinaggi milanesi<br />

della Don Gallery, originale concept di galleria<br />

Via Tortona 19 - Milano<br />

Mob 335 7439985<br />

www.thedongallery.com<br />

d'arte itinerante. Dopo<br />

un paio di mostre allestite<br />

come ospite di alcuni<br />

locali della Studio<br />

Guenzani, nella sede di<br />

via Melzo, il promotore Matteo Donini si accasa ora<br />

in una drogheria di via Tortona, dove ha presentato<br />

la mostra Pants vs Trousers, con opere di Will<br />

Barras e Jeremy Fish.<br />

Leone d'oro a Gregg Lynn e al padiglione polacco<br />

per la Biennale d'Architettura<br />

Sono la Polonia per la migliore Partecipazione nazionale, e lo studio Gregg Lynn<br />

Form per il miglior progetto della Mostra Internazionale i vincitori del Leone d'Oro nell'ambito<br />

dell'undicesima edizione della Biennale Architettura di Venezia. Il Leone<br />

d'Argento per un promettente giovane architetto della Mostra Internazionale è invece<br />

andato a Chilean Group (con il progetto Elemental, al<br />

Padiglione Italia). A decretare i vincitori la giuria internazionale,<br />

composta da Paola Antonelli, curatore del dipartimento di<br />

Architettura e Design del MoMA di New York, Max Hollein,<br />

direttore del Städelsches Kunstinstitut e del Schirn Kunsthalle<br />

di Francoforte, Jeffrey Kipnis, critico e docente all'Università<br />

dell'Ohio, Farshid Moussavi, fondatrice del Foreign Office<br />

Architecture di Londra, Luigi Prestinenza Puglisi, critico, stori-<br />

Gregg Lynn Form<br />

co e docente di Architettura Contemporanea, oltre che prestigioso<br />

opinionista per <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Sono stati inoltre assegnati<br />

- ma erano noti già da tempo - a Frank O. Gehry il Leone d'Oro alla carriera, mentre<br />

un Leone d'Oro Speciale per uno storico dell'architettura è andato a James S.<br />

Ackerman, nel quinto centenario della nascita di Andrea Palladio.<br />

Biennale Arti Visive, per il Canada ci<br />

sarà il filmaker Mark Lewis<br />

Sarà il filmaker Mark Lewis a rappresentare il Canada alla Biennale<br />

di Venezia 2009, con un nuovo lavoro dal titolo Romance. Ad<br />

annunciarlo il Canada Council for the Arts, su proposta di Barbara<br />

Fischer, curatore della Justina M. Barnicke Gallery dell'università di<br />

Toronto. "Il suo lavoro - ha detto la<br />

Fischer - svela i meccanismi che sono<br />

dietro le pellicole di Hollywood. Con una<br />

tecnica tradizionale sarebbe impossibile,<br />

Lewis ha un senso di analisi del film, della<br />

storia del film, dei generi del film, delle<br />

tecniche e delle metodologie cinematografiche".<br />

<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

numero 52<br />

anno settimo<br />

ottobre 2008<br />

DIRETTORE<br />

Massimiliano Tonelli<br />

STAFF DI DIREZIONE<br />

Marco Enrico Giacomelli (vicedirettore)<br />

Massimo Mattioli<br />

(caporedattore news e <strong>Exibart</strong>.tv)<br />

Elena Percivaldi<br />

(caporedattore eventi)<br />

SUPERVISIONE E<br />

PROGETTI SPECIALI<br />

Anita Pepe<br />

ASSISTENTE DI REDAZIONE<br />

Valentina Bartarelli<br />

IMPAGINAZIONE<br />

Athos de Martino<br />

REDAZIONE<br />

www.exibart.com<br />

Via Giuseppe Garibaldi 5<br />

50123 - Firenze<br />

<strong>onpaper</strong>@exibart.com<br />

INVIO COMUNICATI STAMPA<br />

redazione@exibart.com<br />

RESPONSABILE PRODOTTI<br />

PUBBLICITARI<br />

Cristiana Margiacchi<br />

Tel. +39 0552399766<br />

Fax. +39 06233298524<br />

adv@exibart.com<br />

RESPONSABILE PROGETTI<br />

COMMERCIALI<br />

Antoine Carlier<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Giovanni Sighele<br />

STAMPA<br />

CSQ - Centro Stampa Quotidiani<br />

Via delle Industrie, 6 - Erbusco (Bs)<br />

TIRATURA<br />

52.000 copie<br />

ABBONAMENTO<br />

8 numeri x 19 euro<br />

info: http://<strong>onpaper</strong>.exibart.com<br />

IN COPERTINA<br />

Matteo Fato - “Senza titolo con lettere”<br />

progetto speciale per exibart on paper,<br />

china su carta, composizione di 21 fogli,<br />

scansione digitale, 2008<br />

_______________<br />

EDITO DA<br />

Emmi s.r.l.<br />

Via Giuseppe Garibaldi, 5<br />

50123 Firenze<br />

VICE PRESIDENTE<br />

Artico Gelmi di Caporiacco<br />

DIRETTORE GENERALE<br />

Antonio Contento<br />

REGISTRAZIONE<br />

presso il Tribunale di<br />

Firenze n. 5069 del 11/06/2001<br />

_______________<br />

associato:


16.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Autunno d'arte, a Ferrara<br />

quattro mesi di mostre,<br />

performance, live visivi e<br />

sonori<br />

L'intento è quello di offrire agli artisti un'occasione<br />

di sperimentazione e di confronto,<br />

sostenendo<br />

la<br />

realizzazione<br />

di<br />

produzionioriginali,<br />

e di proporre al pubblico un programma<br />

che rifletta la vitalità e la ricchezza di<br />

alcuni dei percorsi che contraddistinguono la<br />

scena artistica contemporanea, una scena in<br />

cui i confini tra i diversi ambiti espressivi si<br />

vanno via via assottigliando. Nasce così Art<br />

Fall, ricco programma di mostre, eventi per-<br />

formativi, live<br />

visivi e sonori,<br />

proposto nel<br />

corso di questo<br />

autunno-inverno<br />

dalle<br />

Gallerie d'Arte<br />

Settembre - dicembre 2008<br />

Sedi varie - Ferrara<br />

Info: 0532244949<br />

diamanti@comune.fe.it<br />

www.artecultura.fe.it<br />

Moderna e Contemporanea di Ferrara, con<br />

una serie di appuntamenti con artisti italiani<br />

e stranieri che operano nel campo delle arti<br />

visive e dei live media. Dal Padiglione d'Arte<br />

Contemporanea, che presenta - oltre a progetti<br />

di Emanuele Becheri e Andreas<br />

Golinski - tre installazioni appositamente<br />

realizzate dall'artista tedesco Olaf Nicolai,<br />

in cui luce e suono interagiscono in modi sorprendenti<br />

con l'architettura, al Teatro<br />

Comunale di Ferrara, con uno spettacolo del<br />

gruppo Kinkaleri.<br />

GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro<br />

Berlin - 2008<br />

Da Pistoletto a Tobias Rehberger, inaugurata in<br />

Liguria la Fondazione Remotti<br />

L'apertura della Fondazione avviene con la presentazione dello spazio con le opere<br />

strutturali di Alberto Garutti, Gruppo A12, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger,<br />

Gilberto Zorio, alle quali - nella mostra di debutto, Ricostruire con l'arte - è idealmente<br />

abbinata un'opera della collezione, scelta da ognuno di questi artisti e con la quale<br />

sente una particolare affinità: Garutti-Joseph Kosuth; Gruppo A12-Paul Mc Carthy;<br />

Pistoletto-Yves Klein; Rehberger-Man Ray; Zorio-Grazia Toderi. Nata dall'esperienza<br />

trentennale di collezionismo d'arte contemporanea dei fondatori e da un'interazione<br />

con il territorio, si è inaugurata a Camogli, a pochi chilometri da Genova, la Fondazione<br />

Pier Luigi e Natalina Remotti. La Fondazione è depositaria dell'importante collezione di<br />

Pier Luigi e Natalina Remotti, le cui prime acquisizioni risalgono agli inizi degli anni '70.<br />

In quel periodo i Remotti, di origine piemontese,<br />

fino al 28 febbraio 2009<br />

Via Castagneto 52 - Camogli (Ge)<br />

Info: 0185772137<br />

info@fondazioneremotti.it<br />

www.fondazioneremotti.it<br />

risiedono a Caserta e frequentano a Napoli la<br />

galleria di Lucio Amelio, figura di importanza<br />

internazionale che per primo ha portato in Italia<br />

Joseph Beuys e ha lavorato con importanti artisti<br />

nazionali e internazionali, fra i quali anche<br />

Andy Warhol. Dagli anni '80 Pier Luigi e<br />

Natalina Remotti risiedono tra Santa Margherita Ligure e Milano e la loro avventura di<br />

collezionisti continua con grande slancio. La sede - nella chiesa sconsacrata dell'ex<br />

convento delle Gianelline - è stata completamente ristrutturata all'interno, mentre all'esterno<br />

ha mantenuto la veste originale: il retro dipinto a fasce bianche e grigie, il fronte<br />

giallo con inserti decorativi in stucco e marmo. La sistemazione degli spazi interni in<br />

due piani è stata invece affidata ad Alberto Garutti, mentre a Gilberto Zorio si è deciso<br />

di affidare il compito di disegnare il pavimento, per il quale ha progettato una grande<br />

stella. Michelangelo Pistoletto ha pensato<br />

un intervento esterno che mettesse in primo<br />

piano il segno della contemporaneità che si<br />

trova all'interno, il Gruppo A12, studio di artisti<br />

e architetti di Genova, la progettazione<br />

della balaustra di protezione dell'affaccio del<br />

secondo piano, Tobias Rehberger, uno dei<br />

più importanti artisti tedeschi della nuova<br />

generazione, ha progettato una grande<br />

nuvola intrecciando vari tipi di nastro di velcro<br />

prevalentemente bianco, tra i quali sono<br />

inseriti dei led che, collegati a un sensore, si<br />

illuminano in base ai movimenti dei visitatori.<br />

La Fondazione Pier Luigi e Natalina<br />

Remotti - diretta da Francesca Pasini - darà<br />

vita a due o tre eventi all'anno, invitando di<br />

volta in volta uno o più artisti a concepire un<br />

progetto per questo spazio così particolare;<br />

ogni volta, accanto alle opere create per<br />

l'occasione, ne verranno selezionate altre<br />

provenienti dalla collezione Remotti, allo<br />

scopo di creare un dialogo fra presente e<br />

passato prossimo, fra generazioni e linguaggi<br />

diversi. Parallelamente alle mostre e<br />

ai progetti particolari, l'intento è quello di<br />

arricchire il programma con presentazioni di<br />

libri, conferenze e discussioni sull'arte,<br />

eventi musicali e proiezioni di film, sia legati<br />

all'arte sia provenienti dal circuito cinematografico vero e proprio, con un occhio particolare<br />

a quelli selezionati dai festival che tuttavia non sempre vengono distribuiti nelle<br />

sale.<br />

Dallo staff al nuovo padiglione,<br />

tante le novità in vista per Artefiera 2009<br />

Quasi a rintuzzare l'affondo di Artissima, che per qualche giorno ha monopolizzato l'attenzione<br />

degli addetti comunicando l'elenco<br />

ufficiale e definitivo delle gallerie invitate all'edizione<br />

numero quindici, arriva puntuale il<br />

comunicato di Artefiera Bologna, che annuncia<br />

importanti novità per l'edizione 2009, dal 23<br />

al 26 gennaio. A cominciare dall'ingresso nello<br />

staff - come junior international artistic director<br />

- di Julia Trolp che, forte di un'esperienza<br />

come curatrice al Mart di Rovereto, si occuperà<br />

delle gallerie internazionali con l'obbiettivo<br />

di arricchire e migliorare ulteriormente la loro<br />

presenza ad Artefiera. Importanti cambiamenti<br />

anche per quanto riguarda gli spazi espositivi,<br />

con l'utilizzo del nuovo padiglione 15 - che<br />

sarà inaugurato ad ottobre - ed i padiglioni 18 e 20. In questo modo tutti i padiglioni<br />

saranno su un unico livello e completamente liberi da colonne ed altri ingombri, permettendo<br />

così alle gallerie di esporre al meglio le loro opere in spazi di livello museale e facilitando<br />

notevolmente la visita dei collezionisti e degli appassionati d'arte contemporanea.<br />

Rinnovato anche il format degli incontri che avranno luogo durante la manifestazione,<br />

che da quest'anno avranno un unico grande tema centrale che verrà analizzato in tutti i<br />

suoi aspetti. Per il 2009 il focus sarà sul collezionismo d'arte che sarà discusso in tutte<br />

le sue forme: privato, delle istituzioni e bancario; aspetto quest'ultimo che sarà trattato in<br />

collaborazione con il Sole 24 Ore.<br />

www.artefiera.bolognafiere.it<br />

Creatività sul web, nasce Romaeuropa Webfactory<br />

Un grande progetto, una maratona triennale che intercetta, rilancia e premia la creatività<br />

che esplode sulla rete. La Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia lanciano<br />

Romaeuropa Webfactory, una grande sfida a tutti gli artisti e creativi che popolano il<br />

web, un esperimento che mette insieme la sensibilità di Romaeuropa e Telecom Italia nei<br />

confronti delle novità artistiche con l'intento d'indagare, anche avvalendosi dell'esperienza<br />

del portale Virgilio che accompagna la realizzazione e creazione di tutta la parte interattiva.<br />

Notizie, arte, musica e pubblicità sono oggi conversazioni tra gli utenti che dialogano<br />

attraverso i loro stessi video, la loro musica, la loro scrittura. Quelli che una volta<br />

erano solamente fruitori si sono trasformati in produttori e creatori di immagini, suoni e<br />

parole sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie, a basso costo e semplici da<br />

usare. Incrociare questa democrazia della creazione con una lettura critica, che valorizzi<br />

i progetti più meritevoli e interessanti attraverso un intervento curatoriale, è l'obbiettivo<br />

della Webfactory, che si compone di<br />

quattro palcoscenici virtuali, dedicati alle<br />

quattro principali modalità espressive presenti<br />

sulla rete: la videoarte, la musica, la<br />

scrittura e la creatività nella pubblicità. Ad<br />

ognuna di esse è dedicato un concorso - un<br />

contest, nel linguaggio degli utenti - a cui sono chiamati a partecipare, da settembre<br />

2008, tutti coloro che intendono sfruttare le potenzialità del web 2.0 per dire la propria in<br />

forma d'arte. Il 6 dicembre 2008 i quattro palcoscenici virtuali diventano reali: un evento<br />

di Romaeuropa Festival, realizzato sempre in collaborazione con Telecom Italia, porterà<br />

nelle sale delle Officine Marconi una selezione delle proposte in una lunga notte di immagini,<br />

suoni e parole.<br />

www.romaeuropawebfactory.it


18.popcorn <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

piattoforte<br />

galleristi ai fornelli<br />

Patrizia Buonanno<br />

Galleria Buonanno Arte Contemporanea (Mezzolombardo - Tn)<br />

CANEDERLI TRADIZIONALI IN BRODO<br />

Prendete del pane raffermo, quello che avete comprato e non avete consumato durante la settimana, lo<br />

tagliate a dadini e con lo speck e la pasta di lucaniche mettete tutto in una terrina. A parte sbattete le uova<br />

che avete trovato dal vostro contadino, bollite il latte, tritate il prezzemolo e mescolate tutto al pane.<br />

Lasciate riposare per una mezz'ora. A parte, friggete nel burro la cipolla tritata finemente ed insieme alla<br />

farina aggiungete tutto al pane, se vi sembra il caso mettete ancora un po' di latte.<br />

Con le mani bagnate formate dei canederli (la misura è di una palla da tennis) e fateli bollire nel brodo (di<br />

carne) a fuoco moderato per 15-20 minuti. Serviteli nel brodo, cosparso di erba cipollina che avete appena<br />

raccolto dal vostro orto. A volte, particolarmente se si è alle prime armi, conviene cuocere un canederlo<br />

per prova, in modo da controllare che non si disintegri; in tal caso aggiungete ancora un po' di farina<br />

all'impasto. Gustateli con la Schiava, vino storico del Trentino, servito ad una temperatura di 16-18° C.<br />

Ingredienti per 8 canederli<br />

300 gr di pane raffermo<br />

150 gr di speck<br />

100 gr di pasta di lucaniche<br />

½ cipolla<br />

2 uova<br />

2 bicchieri di latte<br />

2 cucchiai di farina di frumento<br />

2 cucchiai di prezzemolo tritato<br />

1 mazzetto di erba cipollina<br />

una noce di burro<br />

2 litri o più di brodo di carne<br />

sale q.b.<br />

il prossimo piattoforte sarà servito da<br />

Antonio Colombo - Antonio Colombo Arte Contemporanea (Milano)<br />

rsvp<br />

invito the best<br />

Tre punti di cucito a forma di stella.<br />

Con un filo rosso come il sangue. E poi<br />

una carta pesante, massiccia, traslucida<br />

come l'alabastro. Sul davanti tre<br />

punti a forma di stella, appunto, sul<br />

retro tutta la trama del ricamo. Quale<br />

ordito migliore per invitare, da parte<br />

del modenese Studio Vetusta (studiovetusta.blogspot.com),<br />

alla mostra di<br />

Adriano Persiani in occasione del<br />

Festival di Filosofia?<br />

indovinachi...<br />

di Laurina Paperina<br />

Chi è questo personaggio del mondo dell'arte?<br />

pianob<br />

prendi l’arte e mettila da parte<br />

La soluzione dello scorso numero: Eva e Adele<br />

Alberto Tadiello, se le cose si mettono male…<br />

"...tornerò a fare il muratore!"<br />

Marinella Senatore ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero<br />

à la une<br />

la copertina d'artista raccontata dall'artista<br />

Matteo Fato - "Senza titolo con lettere" progetto speciale<br />

per exibart on paper, china su carta, composizione<br />

di 21 fogli, scansione digitale, 2008<br />

Lo scrivere non è che un disegnare.<br />

M. Brusatin, Storia delle linee<br />

Sono sempre stato affascinato da questa frase di<br />

Brusatin, anche da prima che la mia ricerca incontrasse<br />

materiali e contenuti appartenenti alla pittura<br />

calligrafica cinese. Poi ho capito perché. Il confronto<br />

spontaneo con un qualcosa come lo scrivere<br />

viene generato dall'osservazione disciplinata di<br />

regole segniche insite in ognuno di noi, che facciamo<br />

nostre nel momento in cui tracciamo la prima<br />

linea.<br />

La mia ricerca è sempre stata diretta verso l'analisi<br />

di un'intesa inerente l'immagine e il puro segno.<br />

Di un "bilico" rappresentativo, in cui il segno viene<br />

addomesticato e disciplinato a fermarsi sul limite<br />

della realtà. Perché capita che scegliamo di concludere<br />

un'opera chiamandola "Senza titolo"?<br />

Completare l'irripetibilità del segno attraverso l'affermazione<br />

della scrittura. Archiviare storicamente<br />

l'immediatezza delle mie emozioni sul concludersi di<br />

un segno, mediante un semplice titolo.<br />

Fotografandolo nell'istante di precarietà, nel suo<br />

"bilico". "Senza titolo con lettere", è un progetto che<br />

non esiste materialmente, perché assemblato digitalmente.<br />

Ogni lettera è stata scritta su un foglio,<br />

per essere poi finalizzata nel suo titolo, che in questo<br />

caso è l'opera stessa.<br />

Permettetemi ora un autocitazionismo...<br />

La pittura è un linguaggio fatto di parole che non<br />

abbiamo il coraggio di pronunciare…<br />

Nel disegno le parole acquistano forma…<br />

Matteo Fato (Pescara, 1979) vive a Pescara.<br />

Gallerie di riferimento: WAREHOUSE, Teramo<br />

(www.warehouseart.it); Galleria Cesare Manzo,<br />

Pescara - Roma (www.galleriamanzo.it); Daniele<br />

Ugolini Contemporary, Firenze (www.ugoliniart.com)<br />

Prossima copertina: Laboratorio Saccardi<br />

Stanno lavorando alla copertina d'artista: Perino&Vele,<br />

Laurina Paperina, Patrick Tuttofuoco, Gian Paolo<br />

Tomasi, Debora Hirsch, Mauro Ceolin, Loris Cecchini,<br />

Adalberto Abbate, Pablo Echaurren, Michele Bazzana,<br />

Christian Frosi, Nicola Toffolini, Davide Zucco, Paolo<br />

Grassino, Pietro Ruffo, Daniele Girardi, Nicola<br />

Gobbetto, Nicola Verlato, Giuseppe Stampone.


photo Sally Ni<br />

<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> oroscopo.19<br />

Yayoi Kusama - Serpente di terra<br />

Il serpente è capace di spaccare in due la cultura universale. Per la tradizione giudaico-cristiana<br />

è l'incarnazione del diavolo tentatore, e quindi una creatura spregevole.<br />

Nella settima bolgia dell'Inferno di Dante, dove sono puniti i ladri, la metà di questi<br />

ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano e, quando un<br />

serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano<br />

i ruol. Nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di<br />

ambedue le specie. In Cina il serpente è una divinità positiva. Anche lì esiste una simile<br />

immagine di metamorfosi, ma è quella delle divinità che per i cinesi sono all'origine<br />

della specie umana, e venivano rappresentate per metà umane e per metà serpenti.<br />

I nati sotto il segno del Serpente sono persone gioiose, ironiche e di spirito.<br />

Appassionate e romantiche, sanno affascinare gli altri grazie alla loro saggezza e<br />

calma interiore, "hanno una sorta di innata bellezza sempre crescente, che si libra<br />

Ariete. Luna calante a levante, riflessiva, andante e<br />

riflettente con la risacca di un'onda anomala emergente<br />

dall'antica muraglia: vi sentite così un po' vincenti<br />

e un po' saggi. Come quella popolazione che sale come il sole<br />

giallo fluorescente e vince: conquistano le Olimpiadi i cinesi,<br />

anche l'economia e poi l'arte... Cosa resta del vostro piccolo<br />

mondo antico? Cambiate rapidamente...<br />

Toro. Giove di giovedì e Venere di venerdì sarebbero<br />

la regola, ma entrate in un periodo di inversioni<br />

forzate: è auspicabile allora ancora un po' di vacanza.<br />

Pascolando tra i paesini dell'Italietta così ricca di sculturine<br />

e installazioncine di artisti conosciuti soltanto dai<br />

parenti più prossimi e dai politici che ne hanno commissionato<br />

lo scempio… Servirebbe un Monumento Ignoto dedicato<br />

a tutta quest'arte anonima e senz'anima, immolata sull'altare<br />

della mazzetta e del narcisismo da piccolo professore<br />

d'accademia... Prima di raderli al suolo e restituire alla poca<br />

Natura ciò che è stato tolto con poca cultura. Ma quale<br />

mano ignota (o ignobile) dovrebbe scolpire quest'ultimo<br />

scempio totale?<br />

Gemelli. Nomofobia è il nome della patologia di chi è<br />

preso dagli attacchi di panico quando si trova improvvisamente<br />

senza cellulare. Ma è anche la patologia di chi<br />

si sente scollegato dal mondo, e quindi la vostra, nel caso foste<br />

curatori di questo segno, in questo momento con quel Saturno<br />

dissonante sentite improvvisamente il brivido di non aver una<br />

mostra da fareeeeee… Oddio prendete un calmante, terribili i<br />

curatori da curare…<br />

LETTERE<br />

capasso e le stelle.<br />

Considerato il grande numero di email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e divertenti.<br />

Caro Capasso,<br />

sono un Sagittario ascendente Leone. Ti<br />

scrivo per chiederti un'interpretazione su<br />

uno strano sogno che ho fatto. Guidavo<br />

un grande camion pieno di opere d'arte<br />

di artisti favolosi che dovevo consegnare<br />

ad un critico famoso, dal volto sconosciuto.<br />

Ero così entusiasta del mio compito<br />

che ad un certo punto ho sbagliato strada<br />

e sono arrivato davanti ad un deserto<br />

sterminato. Lì ho deciso di scaricarle<br />

tutte e di fare una grande mostra. Senza<br />

spettatori ovviamente. Cosa significa<br />

secondo te?<br />

Alberto da Viareggio<br />

Caro Alberto,<br />

è ovvio che nel tuo sogno hai semplicemente<br />

dato tu un'interpretazione apoca-<br />

Cancro. Felini, con lo scatto pronto, vi aggirate per la<br />

città con circospezione per trovare una preda da smembrare.<br />

Attenzione, che il grande Nitsch ha trovato a Napoli<br />

un grande e bellissimo museo per sé, quindi non lasciatevi ingannare<br />

come quei gattacci randagi e critici ignoranti che vi circolano<br />

attorno, in memoria della macelleria che abita i loro istinti primitivi.<br />

L'arte si scrive anche col sangue…<br />

Leone. Gloria al dio pianeta-satellite della video arte: Anton<br />

Corbjin, dopo il bellissimo film Control su Ian Curtis, cantante<br />

suicida dei Joy Division, firma ora il video dei Coldplay:<br />

Viva la vida, sincero trasparente colorato e pieno di trucchetti.<br />

Truccatevi un po' pure voi per prepararvi ad un inverno di misteri.<br />

Vergine. Un po' di leggerezza, con quel Mercurio<br />

vanitoso, non guasta. Leggete Vanity Fair: si attesta<br />

come la rivista dell'estate 2008 e, dopo il mistero<br />

della scomparsa della rubrica di Francesco Bonami, nel numero<br />

bollente di ferragosto fa tenerezza leggere la poesia mistica<br />

del ministro Bondi e il racconto buonista di Pino Corrias: vere<br />

penne d'oca della scrittura d'arte.<br />

Bilancia. Su su compratevi un bel biglietto low cost col<br />

brivido per Londra, dove si preannuncia una chicca che<br />

può riportarvi sull'onda dell'ottimismo: Elmgreen &<br />

Dragset all'Old Vic Theater portano i Grandi Feticci dell'arte contemporanea<br />

quali il Rabbit di Jeff Koons, un Walking Man di Alberto<br />

Giacometti, una Brillo Box di Andy Warhol, "protagonisti" insieme a<br />

Kevin Spacey di un vero dramma esistenziale che racconta perché<br />

"l'arte contemporanea è arte" molto meglio di Bonami.<br />

littica della fine dell'arte. Quella di diventare<br />

una grande discarica di oggetti cui<br />

nessuno sa più dare un valore.<br />

Considerato però il grande Grattacielo<br />

che si inaugura a Dubai, credo che ci<br />

saranno sempre meno spazi abbandonati,<br />

e forse i predoni del deserto sarebbero<br />

in quel caso i nuovi mercanti. L'arte<br />

mi pare stia diventando una grande performance<br />

che riguarda tutti, e tocca<br />

anche coloro che apparentemente ne<br />

sono esclusi. Meglio nuove frontiere che<br />

grandi vecchi critici. Sicuramente stai<br />

vivendo un momento di cambiamento,<br />

che farebbe bene anche all'arte. Dormi<br />

tranquillo.<br />

Caro Capasso,<br />

Sono un Toro scatenato ascendente<br />

Pesci. Con la mia fidanzata stiamo usando<br />

un aggeggio che si vende in farmacia<br />

e serve a far fibrillare il pene. L'altro giorno<br />

l'affare si è incantato e quindi mi ha<br />

fatto fibrillare così tanto che alla fine<br />

quasi svengo dal numero di orgasmi che<br />

ho raggiunto da solo. Che ne pensi se<br />

facessi una performance pubblica così?<br />

Mi sembra una cosa che ha molto a che<br />

vedere con l'arte, nel senso che interpreta<br />

l'impossibilità di arrestare il godimento<br />

davanti alla tecnologia che ci consente<br />

di moltiplicare all'infinito il piacere dell'opera.<br />

Che ne pensi?<br />

Luca Toni (gli somiglio pure!)<br />

Caro Luca Toni,<br />

se fibrilli tanto da solo e poi non segni<br />

come il tuo omonimo, mi pare che la per-<br />

esercizi di astrocritica sul futuro incerto dell'arte<br />

nell'aria..." (Confucio). Il Serpente di terra è ancor più seducente e attraente, cattura<br />

le sue prede in una ragnatela da cui è difficile uscire. Yayoi Kusama ha tutte queste<br />

caratteristiche che si leggono nel lavoro, fatto di installazioni che contaminano<br />

per la loro forza seduttiva: è una giapponese che vive in bilico tra oriente e occidente,<br />

ed ha assunto il tono multicolore e multietnico a New York, dove ha vissuto la stagione<br />

più ricca di suggestioni, tra il '57 e il '73. Lì ha imparato la poesia della vita di<br />

comunità, partecipando agli happening antiguerra in Vietnam, alle lotte femminili. Da<br />

Serpente di terra, il suo lavoro è comunicativo, avvolgente, ridondante, fatto di una<br />

poesia minimale che si articola tra colori forti, pallini, reticolati, specchi. Kusama<br />

gioca con la percezione e rivolta l'erotismo nel suo lato inverso, rendendolo un gioco<br />

infantile. Ama giocare, su se stessa o con gli altri. E se poi questi altri si chiamano<br />

Peter Gabriel, Nobuyoshi Araki o Issey Miyake, si sa che sono "giochi di grandi". Yayoi Kusama<br />

Scorpione. C'è un Sole che copre ampiamente il<br />

vostro buon umore e vi riporta ai pochi fasti internazionali<br />

che, di recente, solo a Manifesta 7 si sono notati.<br />

Come lì, voi siete esseri del silenzio, ma questo assume forme<br />

diverse: diviene suono, immagine sfumata, odore, ma mai figura<br />

piena.<br />

Sagittario. Se siete artisti da encausto quella faccia<br />

cerulea sapete già da dove viene: in questo momento è<br />

opportuno un viaggio rapido al Museo delle cere di<br />

Roma dove si nascondono decenni di storia, tra manichini e spiriti<br />

maligni pronti ad animarsi e far paura. Buh!<br />

Capricorno. L'amore, l'amore, l'ammorreeeeee e chistu<br />

coreeeeee e vai con Venere, Saturno, Giove, Plotino,<br />

Pluto e Plutone, tutti insieme una bell'ammucchiata. Di<br />

casta dell'arte e pura come l'acqua San Gemini (invitate un<br />

Gemelli magari)…<br />

Acquario. Caotica la vita senza freni. Siete collezionisti<br />

che cercano e non trovano. Le piccole fiere locali,<br />

Verona, Bolzano, Viterbo, Frascati che si moltiplicano come delle<br />

Ikea del collezionismo, compri a poco prezzo, ma l'opera è simile<br />

a quella del vicino (anzi la sua, come l'erba, è migliore!)<br />

Pesci. Siete artisti in carriera? Come sarà la vostra<br />

prossima stagione? Fibrillante di novità, piena di speranze,<br />

ricca di progetti, carica di belle idee, insomma come<br />

quella appena trascorsa. Non avete combinato nulla? Beh allora<br />

sarà uno schifo.<br />

formance serva a poco. In questo senso<br />

mi pare molto vicino all'arte, molte performance<br />

alla fine non arrivano a niente.<br />

Hai provato a schiacciarlo col martello?<br />

Caro Capasso,<br />

sono una Cancretta innamorata. Sono<br />

nata il 10 luglio 1983. Sono innamorata<br />

di un Toro del '68. Lui ora è molto impegnato<br />

per le celebrazioni del Sessantotto<br />

e io sono molto gelosa. Che posso fare?<br />

Lucia<br />

Cara Lucia,<br />

sono contro le celebrazioni e le malinconie,<br />

che ne pensi invece di un Ariete del<br />

'69? Mi pare più promettente, no? Hai<br />

voglia a festeggiare…<br />

Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: stelle@exibart.com


20.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Present Future e Artissima, ecco tutti i nomi<br />

Comprende quest'anno diciassette presentazioni monografiche di artisti<br />

emergenti sulla scena artistica nazionale e internazionale, Present<br />

Future, la speciale sezione che la fiera torinese Artissima realizza in collaborazione<br />

con illycaffè. Un'importante piattaforma di<br />

lancio per i nuovi talenti dell'ultima generazione, una<br />

vetrina aperta all'attenzione del pubblico e della critica,<br />

dove scoprire le nuove tendenze che stanno caratterizzando<br />

la scena artistica internazionale. A selezionare i<br />

nominativi degli artisti il team di quattro curatori internazionali,<br />

formato da Cecilia Alemani - curatrice indipendente,<br />

New York, Michael Ned Holte - curatore indipendente,<br />

Los Angeles, Thibaut Verhoeven - curatore<br />

presso SMAK, Gent, Aurélie Voltz - curatrice indipendente,<br />

Berlino. Gli artisti selezionati - con le gallerie che li rappresentano<br />

- sono Sara Barker (Mary Mary, Glasgow), Sophie Bueno-<br />

Boutellier (Atelier Cardenas Bellanger, Parigi), Sebastian Diaz<br />

Morales (Carlier |Gebauer, Berlino), Wouter Feyaerts (Transit,<br />

Mechelen), Rolf Graf (Ruzicska /// Weiss, Düsseldorf), Stef Heidhues<br />

(Grunert, Amburgo), Nathan Hylden (Art: Concept, Parigi), Justin<br />

Matherly (Dispatch, New York), Philip Metten (Annette De Keyser,<br />

Antwerpen), Carter Mull (Rivington Arms, New York), Lisa Oppenheim<br />

(Harris Lieberman, New York), Stephen G. Rhodes (Overduin & Kite,<br />

Los Angeles), Alberto Tadiello (T293, Napoli), Mateo Tannatt (Marc<br />

Foxx, Los Angeles), Kristof Van Gestel (Tatjana Pieters/Onetwenty,<br />

Gent), Torbjorn Vejvi (Rauccci Santamaria, Napoli), Freek Wambacq<br />

(Elisa Platteau, Bruxelles). Durante la Fiera una giuria, composta da tre<br />

critici e curatori internazionali, si riunirà per assegnare all'opera più<br />

significativa il Premio illy Present Future. L'artista vincitore riceverà da<br />

illy, partner dell'iniziativa, un premio di diecimila euro e avrà l'opportunità<br />

di presentare un progetto per le tazzine d'artista "illy Art Collection".<br />

Mentre per quanto riguarda uno temi che ha maggiormente infuocato gli<br />

animi negli ultimi mesi - le scelte circa gli inviti delle gallerie per<br />

Artissima - eccoli, i nomi, divisi fra le sezioni Main Section e New<br />

Entries. Centoventotto gallerie provenienti da diciannove paesi diversi,<br />

con il ritorno a Torino di prestigiose gallerie italiane e straniere già presenti<br />

in passato, ed un'ampia lista di galleristi che arrivano in città per la<br />

prima volta. Ve li proponiamo così come sono stati diffusi, lasciando ad<br />

ognuno le sue riflessioni, per un dibattito che di certo riprenderà più vivace<br />

ed acceso che mai...<br />

Main Section<br />

1/9 unosunove, Roma - AMT / Alberto Matteo Torri, Milano - Paul<br />

Andriesse, Amsterdam - Arario, New York, Beijing, Seoul - Art: Concept,<br />

Paris - Artericambi, Verona - Alfonso Artiaco, Napoli - Laura Bartlett,<br />

London - Catherine Bastide, Brussels - Bortolami, New York -<br />

Brändström Stockholm, Stockholm - Kevin Bruk, Miami - Canada, New<br />

York - carlier I gebauer, Berlin - Antonio Colombo, Milano - Continua,<br />

San Gimignano, Beijing, Le Moulin - Raffaella Cortese, Milano - Cosmic<br />

(Bugada & Cargnel), Paris - Guido Costa Projects, Torino - Chantal<br />

Crousel, Paris - Ellen de Bruijne, Amsterdam - Monica De Cardenas,<br />

Milano - Massimo De Carlo, Milano - Alessandro De March, Milano -<br />

Elizabeth Dee, New York - Umberto Di Marino, Napoli<br />

- e/static, Torino - Frank Elbaz, Paris - Feinkost,<br />

Berlin - Figge von Rosen, Köln - Emi Fontana,<br />

Milano, Pasadena - Fonti, Napoli - Fortes Vilaça, São<br />

Paulo - Fruit and Flower Deli, New York - Enrico<br />

Fornello, Prato - gdm, Paris - Vera Gliem, Köln - Moti<br />

Hasson, New York - Reinhard Hauff, Stuttgart -<br />

Herald St, London - Hotel, London - In Arco, Torino -<br />

Alison Jacques, London - Michael Janssen, Berlin -<br />

Kamm, Berlin - francesca Kaufmann, Milano - Klerkx,<br />

Milano - Christine König, Wien - Le Case d'Arte, Milano - Federico<br />

Luger, Milano - Lumen Travo, Amsterdam - Magazzino d'Arte Moderna,<br />

Roma - Giò Marconi, Milano - Primo Marella, Milano, Beijing - Maze,<br />

Torino - Sara Meltzer, New York - Kamel Mennour, Paris - Francesca<br />

Minini, Milano - Massimo Minini, Brescia - Mitterrand & Sanz, Zürich -<br />

Monitor, Roma - Motive, Amsterdam - Murray Guy, New York - Museum<br />

52, London - Newman Popiashvili, New York - Franco Noero, Torino -<br />

Nogueras Blanchard, Barcelona - Noire, Torino - Lorcan O'Neill Roma,<br />

Roma - francesco pantaleone, Palermo - Alberto Peola, Torino - Peres<br />

Projects, Berlin, Los Angeles - Giorgio Persano, Torino - Perugi, Padova<br />

- Photo&Contemporary, Torino - Photology, Milano, Bologna -<br />

Pianissimo, Milano - Pinksummer, Genova - Produzentengalerie<br />

Hamburg, Hamburg - prometeogallery, Milano, Lucca - Regina, Moscow<br />

- Anthony Reynolds, London - Sonia Rosso, Torino - Perry Rubenstein,<br />

New York - Lia Rumma, Napoli, Milano - Nikolaus Ruzicska, Salzburg -<br />

S.A.L.E.S., Roma - schleicher + lange, Paris - Anna Schwartz,<br />

Melbourne - Mimmo Scognamiglio, Milano, Napoli - Suzy Shammah,<br />

Milano - ShangART, Shanghai. Beijing - Shugoarts, Tokyo - Side 2,<br />

Tokyo - Francosoffiantino, Torino - Sprovieri, London - Studio Dabbeni,<br />

Lugano - Studio Guenzani, Milano - Jiri Svestka, Prague - Ileana Tounta,<br />

Athens - Tucci Russo, Torre Pellice - V.M.21, Roma - Georges-Philippe<br />

et Nathalie Vallois, Paris - van Gelder, Amsterdam - Vistamare, Pescara<br />

- Max Wigram, London - Wilkinson, London - Xippas, Paris, Athens -<br />

Zero, Milano<br />

New Entries<br />

Balicehertling, Paris - Chert, Berlin - Lucile Corty, Paris - Croy Nielsen,<br />

Berlin - Dicksmith, London - freymond-guth & co, Zürich - James Fuentes,<br />

New York - Alexander Gray, New York - Grimm, Amsterdam - Hollybush<br />

Gardens, London - Jarach, Venezia - Klemm's, Berlin - Office Baroque,<br />

Antwerp - Project Gentili, Prato - ProjecteSD, Barcelona - Rodeo, Istanbul<br />

- Sutton Lane, London - Triple V, Dijon - Jocelyn Wolff, Paris<br />

Info: 01119744106<br />

info@artissima.it<br />

Visionnaire Design<br />

Gallery, nuovo<br />

spazio milanese fra<br />

arte, moda e cinema<br />

Nasce dall'incontro fra Fabbrica Eos<br />

- galleria d'arte che vanta anni d'attività<br />

nella sede milanese di piazza<br />

Baiamonti - e Samuele Mazza la<br />

nuovissima Visionnaire Design<br />

Gallery, spazio situato nell'ex-cinema<br />

Cavour e gestito dallo stesso<br />

Mazza e Ipe Cavalli. Un ambiente<br />

eclettico, che darà spazio a sfilate di<br />

moda, presentazioni di design, aperitivi,<br />

proiezioni cinematografiche,<br />

mentre Fabbrica Eos vi realizzerà<br />

eventi in collaborazione con gallerie<br />

d'arte italiane ed estere, fra cui<br />

un'importante antologica di Mimmo<br />

Rotella, in collaborazione con l'omonima<br />

fondazione, con opere dedicate<br />

al cinema. Si è cominciato con<br />

un'esposizione dedicata al gruppo<br />

Cracking Art (Nucara - Veronesi -<br />

Angi - Rizzetti - Kicco - Sweetlove)<br />

che per l'occasione ha realizzato<br />

un'inedita installazione frutto di un'altrettanto<br />

nuova ricerca artistica.<br />

All'interno dello showroom, una<br />

mostra collettiva con opere di grande<br />

formato di Alessandro Algardi,<br />

Giampiero Bodino, Josè D'apice,<br />

Mauel Felisi, Fabio Giampietro,<br />

Giuseppe Mastromatteo, David<br />

Reimondo, Paolo Troilo.<br />

P.za Cavour, 3 - Milano<br />

Info: 026596532<br />

pressmedia@coolmag.it


22.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

jusartis.<br />

Milano, nuova casa a Porta Venezia per<br />

la galleria The Flat - Massimo Carasi<br />

L'appartamento cambia casa. Dopo sei anni in via Vaina 2,<br />

The Flat di Massimo Carasi,<br />

Daniela Barbieri e Antonella<br />

Magalini lascia la storica sede<br />

in Porta Romana. Il secondo<br />

trasloco, dopo quello fatidico,<br />

agli inizi della carriera che<br />

aveva portato la galleria, specializzata<br />

nell'arte giovane, con<br />

un approccio che guarda sempre<br />

più agli artisti internazionali pur senza dimenticare le<br />

nuove leve italiane, dall'originaria Mantova alla città di<br />

Milano. Il nuovo spazio, questa volta su strada, si situerebbe<br />

nella zona di Porta Venezia, in via Frisi 3, con Giò Marconi,<br />

Claudio Guenzani ed Enzo Cannaviello come vicini di casa e<br />

si articolerebbe su due piani, per una metratura complessiva<br />

di trecentocinquanta metri quadri. Scopo dell'operazione<br />

sarebbe quello di offrire agli artisti invitati una piattaforma<br />

articolata in grado di interpretarne le esigenze installative e<br />

di aumentare le possibilità espositive, trasformando sempre<br />

più la galleria in<br />

un laboratorio<br />

di sperimentazione.<br />

La nuova<br />

location ha<br />

inaugurato in<br />

occasione di<br />

Start Milano il<br />

19 settembre<br />

Le vendita all'asta e il<br />

"gioco delle regole"<br />

Va chiarito subito: non si vuol qui mettere<br />

in dubbio - come non di rado è avvenuto,<br />

da parte della stampa, specie negli ultimi<br />

tempi - la trasparenza dell'operato delle<br />

case d'asta. Né tanto meno svilire la funzione,<br />

anche culturale, da queste ultime<br />

svolta, e in cui ha un gran peso la preziosa,<br />

e seria, attività di ricerca svolta dagli<br />

specialisti dei diversi 'Dipartimenti'.<br />

Tutt'altro. Le case d'asta sono delle istituzioni<br />

serie, spesso quotate in Borsa, che<br />

rispondono al pubblico, quando non<br />

anche al mercato, del loro operato e dell'osservanza<br />

delle regole. Regole su cui si<br />

può forse dissentire. Regole che possono<br />

essere cambiate (dal legislatore) o entro<br />

certi limiti modificate (dai giudici). Ma tant'è: pur sempre<br />

regole. Cui le case d'asta si attengono e devono attenersi.<br />

Vediamole più da vicino, dal punto di vista giuridico. Perché<br />

il punto è tutto qui: nel "gioco delle regole".<br />

Non ci è parsa corretta informazione giornalistica quella che,<br />

attraverso articoli che dovrebbero solo evidenziare il disvalore<br />

di alcuni (ormai tristemente noti) mediatori di reperti clandestini,<br />

insinua anche avventurose ipotesi di 'riciclaggio' di<br />

opere d'arte trafugate, le quali sarebbero state orchestrate -<br />

si cita (quasi) a memoria - "con la complicità e attraverso lo<br />

'schermo' delle vendite all'asta…; che permettono di 'ripulire'<br />

la provenienza dei reperti". Detto così, suona veramente<br />

Riaperto a Carrara il Museo Civico<br />

del Marmo, con sale multimediali by<br />

Studio Azzurro<br />

Il percorso espositivo interno, riqualificato a seguito di importanti<br />

e necessari lavori sulla struttura, è stato riorganizzato<br />

attraverso un intervento parziale sugli spazi che, pur mantenendo<br />

l'impianto originario<br />

con le sezioni di Storia<br />

Locale, Archeologia<br />

Romana, Archeologia<br />

Industriale, Applicazioni<br />

Tecniche e Calchi, ha permesso<br />

una riorganizzazione<br />

delle sale, secondo un percorso<br />

omogeneo e più facilmente<br />

leggibile dai visitatori.<br />

Studio Azzurro<br />

Riaperte a Carrara le nuove<br />

sale del Museo Civico del<br />

con la doppia personale Gulliver in Wonderland, che vede<br />

protagonisti gli americani Carl D'Alvia e Asuka Ohsawa.<br />

come un ingiusto atto d'accusa verso istituzioni che hanno<br />

spesso alle spalle una solida tradizione, e un'ottima reputazione,<br />

corroborata dai fatti. Vero è che, purtroppo, personaggi<br />

dalla dubbia moralità possono approfittare, tramite semplici<br />

espedienti, della pericolosità insita in alcune particolari<br />

"regole del gioco". Leggendo le Condizioni di vendita delle<br />

principali - se non di tutte le - case d'asta, si apprende infatti<br />

che "nello svolgimento della sua attività di vendita la casa<br />

d'aste agisce quale mandataria in esclusiva in nome proprio<br />

e per conto di ciascun venditore il cui nome viene trascritto<br />

negli appositi registri di Pubblica Sicurezza tenuti presso la<br />

casa d'aste. La vendita deve considerarsi intervenuta tra il<br />

venditore e l'acquirente (il c.d. aggiudicatario); ne consegue<br />

che la casa d'aste non assume in proprio alcuna responsabilità<br />

oltre a quella ad essa derivante dalla propria qualità di<br />

mandataria". Una responsabilità, quest'ultima, piuttosto limitata:<br />

come si può ricavare agevolmente dalla disciplina codicistica<br />

(art. 1710-1718 c.c.). A questo - che non è altro se non<br />

l'inquadramento dell'attività delle case d'asta nella figura del<br />

mandato senza rappresentanza - seguono il più delle volte<br />

delle clausole di esonero da responsabilità del seguente tipo:<br />

"la casa d'aste agisce in qualità di mandataria dei venditori e<br />

declina ogni responsabilità in ordine alla descrizione degli<br />

oggetti contenuti nei cataloghi… Tutte le aste sono precedute<br />

da un'esposizione al fine di permettere un esame approfondito<br />

circa l'autenticità, lo stato di conservazione, la provenienza,<br />

il tipo e la qualità degli oggetti. Non si rilasciano<br />

garanzie in tal senso, salvi i casi previsti dalla legge". E ancora:<br />

"in caso di contestazioni, fondate, per oggetti falsificati ad<br />

arte, e denunciati entro ventuno giorni dalla vendita, rientra<br />

nella discrezionalità della casa d'aste l'eventuale annullamento<br />

della vendita, e la comunicazione all'aggiudicatario,<br />

Marmo, dopo un periodo di chiusura per lo svolgimento di importanti lavori di ristrutturazione e riqualificazione.<br />

E riaperte con una novità assoluta, le sale dello spazio multimediale, progettato e realizzato da<br />

Studio Azzurro, gruppo di ricerca artistica che ha saputo dare,<br />

attraverso l'utilizzo delle più moderne tecnologie audiovisive, voce<br />

ed immagine a tutto il mondo del marmo, ai suoi lavoratori che nel<br />

tempo hanno dedicato la vita alla lavorazione dello stesso.<br />

Partendo dalla consapevolezza dell'importanza che il marmo ha<br />

assunto e ancora detiene nella città, Studio Azzurro è riuscito ad<br />

interpretarla trasferendola su un piano immateriale, in cui la materia si racconta per immagini, suggestioni<br />

e voci narranti in un percorso della durata di circa un'ora e trenta minuti.<br />

The Flat - Massimo Carasi<br />

Via Frisi 3 (Zona Porta Venezia) - Milano<br />

Info: 0258313809<br />

carasi-massimo@libero.it<br />

www.carasi.it<br />

IL COMMENTO DEL MESE<br />

"W il premio alla Corriera dato a Cattelan"<br />

Poteva stupirci con effetti speciali. E invece è<br />

bastato cambiare una vocale al nostro affezionato<br />

commentatore 'la mummia' per irridere il<br />

Maurizio nazionale. Il Premio, per inciso, è stato<br />

conferito dalla Quadriennale.<br />

[in calce alle notizie su <strong>Exibart</strong>.com]<br />

Viale XX Settembre - Carrara (Ms)<br />

Info: 0585845746<br />

museomarmo@amiatelfree.it<br />

Crisi del settore video, sospesa<br />

l'edizione 2009 della Venice<br />

Videoart Fair<br />

"Nel corso del 2008 si è palesata la chiara difficoltà in<br />

cui versano molte delle gallerie che al video dedicano<br />

buona parte della propria attività". È impietoso l'incipit<br />

del secco comunicato, con il quale gli organizzatori<br />

annunciano la sospensione la terza edizione di Venice<br />

Videoart Fair, fiera dedicata alla videoarte curata da<br />

Raffaele Gavarro. Che era in programma a Venezia,<br />

sull'Isola di San Servolo, fra l'11 e il 14 Settembre scorsi,<br />

in concomitanza con la Biennale di Architettura. "Le<br />

aspettative da parte del collezionismo italiano e internazionale,<br />

come degli addetti ai lavori sono state alte,<br />

ma l'intenzione<br />

di presentare<br />

una edizione<br />

della fiera ricca<br />

di contenuti e che stimolasse il<br />

dibattito sul mercato del video,<br />

ha reso la sospensione irrinunciabile".<br />

Entro l'autunno - assicurano<br />

tuttavia i promotori - cominceranno<br />

i lavori per la nuova edizione<br />

della fiera che si terrà dal 4<br />

al 7 giugno del 2009, in contemporanea con la 53. Biennale Arti Visive.<br />

www.venicevideoartfair.com<br />

Herzog & de Meuron, ecco come sarà<br />

la Tate Modern extension<br />

"La nuova costruzione si leggerà finalmente come componente<br />

di un complesso, piuttosto che un edificio separato,<br />

con un programma separato". Mostra soddisfazione sir<br />

Nicholas Serota, direttore della Tate Modern, davanti al<br />

nuovo progetto per l'ampliamento del museo londinese,<br />

presentato dagli architetti Herzog & de Meuron con sensibili<br />

correzioni rispetto al primo concept. I volumi scultorei<br />

hanno abbandonato il rivestimento di vetro, per una<br />

soluzione che li uniforma ai mattoncini dell'ex centrale<br />

elettrica. Il progetto recupererà i "found spaces" degli ex<br />

serbatoi della centrale, presenterà avanzate soluzioni di<br />

eco-sostenibilità per la climatizzazione, e all'ultimo piano<br />

avrà una terrazza con splendida vista sulla città. Apertura<br />

per le Olimpiadi 2012? Molto dipenderà dal reperimento<br />

dei fondi necessari, duecentoquindici milioni di sterline,<br />

mentre la raccolta per ora è ferma a settanta milioni...<br />

su richiesta di quest'ultimo, del nome del venditore". Per gli<br />

addetti al lavori, tali condizioni di vendita, in quanto prassi<br />

ormai consolidate, universalmente e uniformemente praticate<br />

e accettate da tutti, equivalgono ai c.d. 'usi contrattuali': i quali,<br />

secondo l'art. 1374 c.c., sono in grado di integrare il contratto,<br />

obbligando le parti. Tutto questo però soprattutto vuol dire, tornando<br />

a monte, che basta, per il venditore, avere un 'prestanome'<br />

affidabile e il gioco è fatto: il venditore è un prestanome,<br />

la casa d'asta non è responsabile, quindi… Delle due l'una. O<br />

si inquadra diversamente l'operato delle case d'asta (ad es.<br />

nella figura della commissione, una particolare specie di mandato<br />

con cui, attraverso la clausola dello 'star del credere', si<br />

potrebbe aggravare la responsabilità del commissionario). O<br />

si riprende la via timidamente percorsa, negli anni '70, dalla<br />

Corte d'Appello di Roma, che sancì, per un caso particolare, la<br />

nullità delle clausole di esonero da responsabilità di una casa<br />

d'aste. Con una sentenza che non ha fatto 'scuola', non registrandosi,<br />

successivamente, altre pronunce - come si dice -<br />

'conformi': forse perché troppo severa? O forse perché le case<br />

d'asta più serie, in caso di problemi, hanno sempre risarcito in<br />

proprio l'incolpevole acquirente, pur non essendovi tenute, e<br />

anche quando non avevano alcuna possibilità di rivalersi nei<br />

confronti del cliente affidante? In ogni caso, chissà se gli ultimi,<br />

recenti scandali, e la deprecabile e deprecata 'campagna<br />

stampa' che ne è derivata, non stimoli il legislatore e/o i giudici<br />

ad introdurre perlomeno qualche correttivo nel sistema. Chi<br />

vivrà, vedrà …<br />

silvia segnalini<br />

avvocato in Roma, esperto di diritto dei beni culturali e<br />

consulenza legale per l'arte e il collezionismo<br />

silvia.segnalini@uniroma1.it<br />

Cento abitanti, un museo. In<br />

Molise inaugurata la Galleria<br />

Comunale di Castelpizzuto<br />

Un paesino<br />

arroccato alle<br />

pendici del massiccio<br />

del<br />

Matese, in provincia<br />

di Isernia,<br />

che conta meno<br />

di cento abitanti.<br />

Ma che ora ha<br />

inaugurato una<br />

altisonante<br />

Galleria Comunale d'arte Contemporanea, con<br />

tanto di direttore, Giorgio Berchicci. Accade a<br />

Castelpizzuto, con la mostra Fenomena, curata da<br />

Adriana Cian Bucciano, che "prende in esame -<br />

come specifi-<br />

cano gli organizzatori<br />

-<br />

alcune realtà<br />

della pittura e<br />

della scultura<br />

nel semplice<br />

Via Roma 27 - Castelpizzuto (Is)<br />

Info: 0865577015<br />

ernestoliccardo@hotmail.com<br />

porsi dell'individualità senza pretese tendenziali".<br />

Le individualità sono quelle dei protagonisti della<br />

mostra, da Giuseppe Bertolino a Tomaso Binga,<br />

Andrea Caruso, Enza Clapis, Franco Ciuti,<br />

Ettore Consolazione, Prisco De Vivo, Teodosio<br />

Magnoni, Piero Maniscalco, Milot Alfred<br />

Mirashi, Ali Nasseredin, Claudio Palmieri,<br />

Oliviero Rainaldi, Renzogallo, Erich Turroni.


24.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

Macro spritz, a Roma spunta il<br />

nome di Luca Massimo Barbero<br />

Come era naturale aspettarsi, di voci se ne sono rincorse molte, in questi<br />

mesi, che davano per certi i nomi prima di Vittorio Sgarbi, poi di<br />

Lorenzo Canova, poi di Gianni Mercurio. Ora per la direzione del Macro<br />

- orfano di Danilo Eccher - si affaccia il nome di Luca Massimo Barbero,<br />

che qualcuno - l'edizione romana di Repubblica, in un tris di nomine completato<br />

da Umberto Broccoli alla Soprintendenza ai beni culturali e<br />

Philippe Daverio alla presidenza di Palaexpò -<br />

da già per certo sulla poltrona di via Reggio<br />

Emilia. Anche in questo specifico caso, l'apparire<br />

della notizia ha avviato un frenetico susseguirsi<br />

di mezze conferme, smentite, ammiccamenti,<br />

fino a che il diretto interessato - interpellato<br />

direttamente da <strong>Exibart</strong> - l'ha bollata<br />

come "gossip", riservandosi di farci sapere al<br />

più presto. La notizia stavolta appare comunque<br />

vicinissima alla conferma ufficiale.<br />

Curatore associato della Collezione Peggy<br />

Luca Massimo Barbero<br />

Guggenheim, Barbero è stato consulente artistico<br />

per il Comune di Vicenza, vicepresidente<br />

del Guggenheim International Circle di Venezia e presidente della<br />

Fondazione Bevilacqua La Masa..<br />

Quasi pronto il bando.<br />

Due grandi opere d'arte pubblica per il Maxxi di Roma<br />

Arte pubblica per il Maxxi. E, per di più, derivante<br />

dalla mitologica "legge del 2%", quella<br />

quasi-sempre-inapplicata normativa che<br />

obbliga, per ogni opera pubblica, uno stanziamento<br />

in arte di una cifra pari al due percento<br />

del totale dell'appalto, pena il mancato<br />

collaudo. In realtà gli inadempienti sono la<br />

stragrande maggioranza, ma di pene neppure<br />

l'ombra e così la vecchia legge fascista<br />

che avrebbe potuto riempire d'arte contemporanea<br />

il paese fa bella mostra di sé soprattutto<br />

nei convegni e in qualche saggio. Non<br />

andrà così al Maxxi, il Museo delle Arti del<br />

XXI secolo che è in costruzione a Roma: il<br />

Ministero dei Beni culturali, infatti, in ottemperanza<br />

della nostra Legge, lancerà un<br />

bando per due opere d'arte pubblica per un<br />

totale di oltre 1,2 milioni di euro. Una discreta sommetta che permetterà di 'arredare' la piazza esterna<br />

(il monumento commissionato deve avere l'acqua come tema, Jeppe Hein o Olafur Eliasson favoritissimi)<br />

e il grande ingresso principale.<br />

Gaetano Pesce architetto,<br />

per un contemporaneissimo Trullo...<br />

li autoctone - in<br />

residenze estive,<br />

attrezzate<br />

secondo gli<br />

standard di confort<br />

attuali e secondo un sistema di "consumo" adeguato semplicemente<br />

alla richiesta massificata. Su un ettaro di uliveto nella campa-<br />

Il progetto è nato e sviluppato dall'incontro tra tradizione<br />

e ribellione, nel riconoscimento della qualità<br />

paesaggistica dei luoghi interessati unitamente<br />

alla dimensione sperimentale della ricerca di un<br />

particolare architetto. Lui è Gaetano Pesce, e il<br />

progetto si chiama Pescetrullo, che si propone di<br />

affermare come inopportuna la trasformazione dei<br />

trulli - primitive<br />

costruzioni rura-<br />

Agro di Carvovigno - Puglia<br />

Info: 3488561818<br />

info@startcontempo.org<br />

www.startcontempo.org<br />

gna tra Ostuni e Carovigno, nel brindisino, Pesce ha quindi realizzato - su commissione della gallerista<br />

veneziana Caterina Tognon - quattro nuovi corpi di fabbrica appoggiati su una pedana di cemento, la<br />

cui forma planimetrica, fortemente irregolare, lascia spazio agli antichi alberi di fico, mandorlo e ulivo<br />

che la circondano. Un intervento di architettura immediatamente collocabile in assoluta continuità con<br />

tutto il lavoro di Pesce, in un dialogo serrato tra design e arti visive.<br />

Fondazione Crt,<br />

al via il progetto arte alle Officine grandi<br />

riparazioni di Torino<br />

Se ne parlava già da anni, ma ora forse c'è l'attesa svolta. Il Consiglio<br />

d'amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino ha ufficializzato<br />

l'acquisto dell'area delle Ogr, acronimo che sta per Officine<br />

grandi riparazioni, per farne uno spazio culturale polifunzionale e uno dei<br />

punti di riferimento per l'arte a Torino. Il prossimo passo sarà la sottoscrizione<br />

di un protocollo d'intesa fra Fondazione Crt, Città di Torino e Rfi, proprietaria<br />

attuale della struttura, il cui testo è già stato concordato. La fondazione<br />

ha comunque ribadito<br />

la volontà di procedere al<br />

recupero funzionale e al<br />

restauro del complesso, destinandolo<br />

alla realizzazione di<br />

un polo dedicato alla cultura<br />

contemporanea. Nelle intenzioni<br />

dell'ente c'è la volontà di<br />

completare il recupero in<br />

tempo utile per le manifestazioni<br />

del Centocinquantenario<br />

dell'Unità d'Italia, nel 2011.


26.index <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

52<br />

handbag [64]<br />

tornaconti<br />

[66] perdersi l’arte sotto il naso<br />

decibel<br />

[68] beijing wave<br />

arteatro<br />

[70] famiglie, donuts, alveari...<br />

libri<br />

[72] della fierite<br />

[73] la vergine di ferro | crisi d’identità | dove c’è barilli c’è casa<br />

pre[ss]view<br />

[74] una spina nel fianco di genova<br />

retrocover [4]<br />

design<br />

opinioni [6]<br />

[76] le tre metà del cielo<br />

speednews [8]<br />

talent hunter<br />

[78] dario pecoraro<br />

popcorn [18]<br />

ou [80]<br />

oroscopo [19]<br />

<strong>Exibart</strong>.agenda [81-83]<br />

trailers [28]<br />

fotofinish [85]<br />

in teoria<br />

[30] l’arte e la sensorialità dei new media<br />

[31] l’anti-divo<br />

manifesta<br />

[34] ricapitoliamo | consigli per un giovane curatore | searching<br />

manifesta<br />

approfondimenti<br />

[36] la mostra dopo la tempesta<br />

[40] this is not another biennial<br />

[41] living tel aviv<br />

[42] biobob<br />

[46] riprendere berlino<br />

nuovi spazi [48-49]<br />

déjà vu [52-55]<br />

intervallo [56]<br />

recensioni<br />

[58] rocky mountain people show | enzo cucchi<br />

trecapitali [60]<br />

fashion<br />

[62] re-thinking monna lisa<br />

sommario<br />

hostravistoxte<br />

[86] tesi XI (bis)<br />

GRACIAS.<br />

questo numero è stato realizzato grazie a…<br />

0521 snc<br />

Agim Muka<br />

Altofragile<br />

AngelArt Gallery<br />

Antonio Colombo<br />

Artesilva<br />

Associaz Siviera<br />

Biquadra<br />

Careof<br />

Comprabanner srl<br />

Comune di Gubbio<br />

Comune di Jesi<br />

Com. di Sommacampagna<br />

Comune San Giovanni V.no<br />

Com. S. Vito al Tagliamento<br />

Conservatoio<br />

Constantin Migliorini<br />

Cybele Varela<br />

Davis&Franceschini<br />

De Faveri Arte<br />

Dorado Communications<br />

pubblicità su <strong>Exibart</strong>? adv@exibart.com | 0552399766<br />

Effearte srl<br />

Enotei<br />

Fabbrica Borroni<br />

Fabio Paris<br />

Fond. Fitzcarraldo<br />

Fullsteam srl<br />

Galleria Bonelli<br />

Galleria De Foscherari<br />

Galleria Elefante<br />

Galleria Miomao<br />

Galleria Monocromo<br />

Galleria Oredaria<br />

Galleria Pack<br />

Galleria Santa Eufemia<br />

Goethe Galerie<br />

L'Attico<br />

Mar museo d'arte Ravenna<br />

Nac<br />

Nico srl<br />

Palazzo Ducale<br />

Palazzo Grassi<br />

Palazzo Rospigliosi<br />

Curti / Gambuzzi<br />

Pigneto Art Project<br />

Primo Piano<br />

Provincia Bolzano<br />

Provincia Milano<br />

RAM<br />

Romberg<br />

Rosi Fontana<br />

San Salvatore<br />

San Servolo<br />

Sergio Tossi Arte contemp<br />

Spirale Arte<br />

Tudor<br />

Velan<br />

Vision Photographia<br />

Warehouse<br />

Clp<br />

SpazioA<br />

Comunicare organizzando


28.trailers <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ADVARTISING.<br />

di raffaele bifulco<br />

Sulle origini del caffè vi sono molte leggende. La maggior parte<br />

conosce quella proveniente dal Monastero Chehodet nello<br />

Yemen, secondo la quale uno dei monaci, avendo saputo da un<br />

pastore di nome Kaldi che le sue capre ed i suoi cammelli si mantenevano<br />

svegli e vivaci anche di notte se mangiavano alcune particolari<br />

bacche, preparò con queste una bevanda nell'intento di<br />

restare sveglio per poter pregare più a lungo. Funzionò. Così<br />

come il caffè funzionò come soggetto di opere d'arte: probabilmente<br />

la più antica raffigurazione di una tazzina ricolma di caffè<br />

è la natura morta di Francisco de Zurbaran, Piatto di cedri, cesto<br />

di arance e tazza con rosa<br />

(1633). Quando poi divenne<br />

bevanda di uso comune il<br />

caffè assurse a co-protagonista<br />

di dipinti e disegni<br />

mentre, fra Sei e<br />

Settecento, sono numerosissime<br />

le incisioni che ne<br />

testimoniano le varie fasi di<br />

preparazione, fino al "rito"<br />

della degustazione. Pare<br />

che adesso l'attenzione si<br />

sia spostata. illy, inaugurando<br />

nel 1992 le illy Art<br />

Collection, collezioni di tazzine<br />

interpretate dai più grandi<br />

artisti contemporanei, ha<br />

unito il piacere sensoriale<br />

del caffè con quello estetico<br />

di un'opera d'arte. Il passo<br />

successivo è stato il<br />

Barattolo illy Art Collection,<br />

realizzato nel 2006 in edizione<br />

limitata: era "Coffee<br />

Flavours Ideas" decorato da<br />

James Rosenquist. A questo<br />

punto della storia mancano<br />

solo i tovagliolini. A ciò<br />

ha pensato la catena di<br />

rosticcerie Robert Harris Coffee Roasters, commissionando a<br />

dieci artisti la realizzazione di trenta opere d'arte originali su salviettine<br />

per caffè. I lavori poi sono stati esposti in alcune fermate<br />

di autobus, come fossero il livello stradale di una galleria d'arte,<br />

con lo scopo di rendere momento di ispirazione e piacere sensoriale<br />

l'attesa ai pendolari. "Every break should be inspirational" la<br />

headline, studiata dall'agenzia DRAFTCB di Auckland in Nuova<br />

Zelanda, che accompagna la didascalia di riferimento dell'opera.<br />

Qualcuno ha idee per interpretare l'ammazzacaffè?<br />

COLLEZIONISTI<br />

a cura di marianna agliottone<br />

sul prossimo numero i collezionisti saranno<br />

Lorenza Sebasti e Marco Pallanti<br />

ATTILIO RAPPA<br />

(Biella)<br />

Allora iniziamo. Com’è nato il suo interesse per l'arte<br />

contemporanea e quando è nata la sua collezione?<br />

L'interesse è nato dopo una visita agli studi di Marco<br />

Cingolani e Massimo Kaufmann e l'incontro presso di<br />

loro con altri artisti come Amedeo Martegani, Stefano<br />

Arienti, Margherita Manzelli, Luca Pancrazzi e<br />

Alessandro Pessoli. La collezione poi è iniziata un sabato,<br />

alla fine degli anni '80, comprando un quadro di<br />

Pierluigi Pusole alla Galleria Carbone di Torino.<br />

Quanti pezzi ha oggi in raccolta?<br />

Credo quattrocento, ma non ne sono certo: nonostante<br />

il mio lavoro, in amore non so contare!<br />

Come arriva all'acquisizione di un nuovo lavoro?<br />

Dipende dal momento. Mia moglie Loredana aveva un<br />

approccio più personale, una sua visione dell'arte. Io<br />

invece sono attratto da aspetti differenti che non sempre<br />

hanno a che fare con me e con la mia personalità:<br />

a volte è la tematica, altre è la tecnica, oppure l'emozione<br />

e qualche volta, perchè no, il mercato.<br />

Si avvale di consulenti?<br />

Di tanti amici galleristi e artisti coi quali condivido non<br />

solo l'amore per l'arte ma anche il meraviglioso gioco<br />

della vita: Franco Noero, Francesca Kaufmann, Fiaschi<br />

Lorenzo e Company, Olafur Eliasson, Loris Cecchini e<br />

Sabrina Mezzaqui.<br />

Quanto vale attualmente la sua collezione?<br />

A dire il vero non sono informato. Credo lo saranno poi<br />

i miei figli...<br />

Il ritorno economico delle opere acquistate dunque<br />

non è un aspetto che le interessa?<br />

Ma sì, il ritorno economico può essere una prova interessante<br />

ed è in un certo senso una specie di sfida con<br />

RSI<br />

rassegna stampa internazionale<br />

Il genio architettonico italiano<br />

secondo gli inglesi<br />

Il Guardian celebra la figura del visionario<br />

architetto Paolo Soleri, definito<br />

un geniale guru, inventore di neologismi<br />

come Ecotecture e Arcology, che<br />

definiscono una prassi costruttiva<br />

orientata al design di basso impatto<br />

ambientale. Negli anni '70 Soleri era<br />

andato negli States, per lavorare al<br />

fianco di Frank Lloyd Wright, dal quale<br />

però si distaccò quasi subito per dedicarsi<br />

alla fondazione di Arcosanti, settanta<br />

miglia da Phoenix in Arizona, una<br />

città utopica di un futuro improbabile,<br />

più vicino ai villaggi attraversati da<br />

Luke Skywalker che al mondo reale.<br />

Strutture compatte, a basso consumo<br />

energetico, un esempio da studiare<br />

e rivalutare. In verità solo il tre per<br />

cento del progetto di Arcosanti è<br />

stato realizzato ed oggi la popolazione<br />

è ridotta a circa sessanta unità. A<br />

quasi novant'anni, Soleri oggi è pressoché<br />

scomparso dalla circolazione,<br />

se si eccettua il Leone d'Oro della<br />

Biennale di Venezia assegnatogli nel<br />

2000. Eppure mai come oggi, con i<br />

problemi climatici ed energetici che<br />

affliggono il pianeta, la sua lezione<br />

risulta attuale. Con buona pace di<br />

tutte le archistar più celebrate.<br />

Chi: Steve Rose<br />

Dove: The Guardian<br />

Quando: 25 agosto 2008<br />

L'antimodernismo di Bondi<br />

La stampa inglese non si è fatta sfuggire<br />

la polemica rimbalzata dal settimanale<br />

Grazia e dal quotidiano La<br />

Stampa di Torino tra il neoministro<br />

del governo Berlusconi Sandro Bondi<br />

e Francesco Bonami. Il primo si è più<br />

o meno espresso giudicando incomprensibili<br />

l'architettura e l'arte contemporanee,<br />

il secondo lo ha accusato<br />

di sostenere tesi antiquate e superate<br />

già da oltre un secolo. Il Guardian<br />

ne ha fatto un mazzo con altre uscite<br />

se stessi che, se vinta, regala sensazioni<br />

bellissime.<br />

E allora si sbilanci e ci dica gli affari<br />

migliori che ha fatto finora.<br />

Direi una 'Mappa' di Alighiero Boetti<br />

e un'opera di Tom Friedmann.<br />

Secondo lei, qual è la ricetta del<br />

collezionista di successo?<br />

Sperimentare senza paura di sbagliare.<br />

Le ultime opere che ha comprato?<br />

Un'opera di Andrew Dadson e<br />

'Constellation Gemini' dell'artista<br />

albanese Helidon Gjergji.<br />

L'ultima che ha venduto?<br />

Una di Mark Handforth: essendo<br />

un'opera da esterni mi era difficile<br />

collocarla…<br />

Dove trova posto la sua collezione?<br />

Si trova prevalentemente divisa in due mie case: quella<br />

di Biella (luogo in cui vivo) e quella di Pantelleria. Per<br />

quest'ultima ho invitato gli artisti a realizzare delle<br />

opere site-specific, tenendo conto sia della natura dell'isola<br />

che della forza del suo paesaggio: Susan Philipsz,<br />

Costa Vece, Kendall Geers, Franz Ackermann, Paul<br />

Morrison, Mario della Vedova e Alex Pinna.<br />

Quali sono i giovani sui quali punta Attilio Rappa?<br />

I giovani italiani! Fra i più bravi ma purtroppo poco supportati<br />

dal sistema artistico nazionale, cito: Christian<br />

Frosi, Alice Guareschi, Luca Trevisani, Margherita<br />

Morgantin, Laurina Paperina e Andrea Mastrovito.<br />

celebri come quella di Berlusconi sul<br />

progetto della torre milanese di<br />

Libeskind, definito "raccapricciante",<br />

o quella di Alemanno sulla questione<br />

della scatola dell'Ara Pacis edificata<br />

da Richard Meier a Roma. Il ritrattino<br />

dipinge quasi una campagna culturale<br />

antimodernista attribuita al<br />

Governo da poco insediato.<br />

Chi: Tom Kington<br />

Dove: The Guardian<br />

Quando: 13 agosto 2008<br />

Chi la fa più grossa?<br />

Tutto è cominciato un decennio d'anni<br />

fa (1998), quando l'enorme Angel<br />

of The North di Antony Gormley,<br />

duecento tonnellate d'acciaio per<br />

una struttura di 20 x 54 metri, è<br />

stato installato a Gateshad, nel<br />

nord-est dell'Inghilterra. Nacque lì la<br />

tendenza britannica al gigantismo<br />

nelle opere pubbliche ispirate dal<br />

Gormely Effect. L'ultima impresa<br />

vede come protagonista Anish<br />

Kapoor e il progettista Cecil<br />

Balmond, cui si devono cinque nuove<br />

strutture monumentali da installarsi,<br />

entro i prossimi dieci anni, nella Tees<br />

Valley e che finiranno per modificare<br />

radicalmente il paesaggio dell'intera<br />

regione. Spesa prevista? Quindici<br />

milioni di sterline. Frattanto, per<br />

parte sua Marc Quinn è all'opera su<br />

"Planet", un puttone di sette tonnellate<br />

e lungo dieci metri da installarsi<br />

a Chatsworth, nella residenza dei<br />

duchi di Devonshire, nell'ambito di un<br />

progetto espositivo organizzato da<br />

Sotheby's.<br />

Il paese anglosassone si candida a<br />

contendere agli States il primato<br />

sulla scultura monumentale pubblica,<br />

e ciò non a caso: pare infatti che<br />

l'arte sia considerata uno straordinario<br />

mezzo di promozione turistica<br />

per località periferiche e depresse.<br />

Chi: Arifa Akbar<br />

Dove: Indipendent<br />

Quando: 11 luglio 2008<br />

Artisti per Obama<br />

Nella corsa sempre più serrata alla<br />

Casa Bianca tra John McCain e<br />

Barack Obama, il secondo può contare<br />

anche sulla formidabile alleanza<br />

degli artisti di strada, che sembrano<br />

aver sposato in pieno la causa. Così<br />

illustrazione di Nicola Toffolini<br />

Attilio Rappa - fotografato per <strong>Exibart</strong> da Christian Frosi, 2008.<br />

le principali città americane, da<br />

Chicago ad Atlanta a Los Angeles, si<br />

riempiono di stickers, manifesti,<br />

stencil e chi più ne ha più ne metta<br />

con l'effige del nostro, nell'interpretazione<br />

creativa degli artisti. C'è chi,<br />

come Ray Noland, lo immagina<br />

come una popstar o un messia,<br />

microfono in mano o circondato da<br />

un'aureola, e c'è chi, come il celebre<br />

Fairey Shepard, ne diffonde una sua<br />

classica versione declinata dall'estetica<br />

della propaganda sovietica con<br />

la scritta Hope. Shepard è salito alla<br />

ribalta della cronaca intorno agli<br />

anni '80 diffondendo clandestinamente<br />

provocatori messaggi politici<br />

inneggianti ad un oscuro Wrestler<br />

francese chiamato André The Giant.<br />

Il messaggio Obey Giant Rules ebbe<br />

un successo folgorante: migliaia di<br />

manifesti e stickers invasero le città<br />

tanto da indurre Shepard a farne un<br />

vero e proprio business, sfociato<br />

persino in una linea di abbigliamento.<br />

Rappresentato anche da gallerie di<br />

prestigio internazionale, di questi<br />

tempi si sta completamente dedicando<br />

alla diffusione in area losangelena<br />

di magliette e manifesti - circa<br />

ottantamila quelli stampati - del candidato<br />

alle presidenziali.<br />

Chi: Kate Linthicum<br />

Dove: Los Angeles Times<br />

Quando: 23 agosto 2008<br />

rubrica di alfredo sigolo<br />

identikit.<br />

Nome e Cognome: Attilio Rappa<br />

Luogo e data di nascita: Biella, 23 Dicembre 1947<br />

Formazione: Laureato in Economia<br />

Attività lavorativa: Commercialista<br />

Stato civile: Vedovo; due figli, Elena e Vittorio


30.inteoria<br />

a cura di christian caliandro<br />

l'arte e la sensorialità<br />

dei new media<br />

I sensi che prendono il sopravvento sulle cose. Ecco il paradossale esito delle nuove tecnologie e dei nuovi<br />

media. Le innovazioni si confondono e si mescolano al concetto stesso di arte. Ed è l'arte l'unica disciplina<br />

che è stata capace di andare oltre il mero dato utilitaristico della tecno invasione contemporanea...<br />

La sensorialità sta avendo il<br />

predominio sulla materialità del<br />

mondo, e nel prossimo futuro<br />

questo accadrà sempre di più.<br />

L'avvento di una sollecitazione<br />

sensoriale quotidiana e massiccia,<br />

ad opera delle tecnologie<br />

telematiche che producono sempre<br />

più informazioni e oggetti<br />

immaginari e immateriali, sta<br />

conferendo una centralità preminente<br />

al corpo umano che è<br />

diventato il contenuto dei new<br />

media.<br />

"If the medium is the message,<br />

the user is the content" ("Se il<br />

medium è il messaggio, il fruitore<br />

è il contenuto"), così il sociologo<br />

Derrick De Kerckhove ha parafrasato<br />

il celebre aforisma di<br />

Marshall McLuhan prefigurando,<br />

sulla scia di pensiero del<br />

maestro, un presente futuro in<br />

cui l'uomo vivrà ancora più in<br />

simbiosi con la tecnologia.<br />

Grazie alle nuove possibilità di<br />

movimento e di azione che i new<br />

media consentono al corpo<br />

umano - ubiquità, comunicazione<br />

e telepresenza istantanee,<br />

memorie e stoccaggio illimitati<br />

delle informazioni e delle immagini,<br />

creazione di beni immaginari -<br />

i nostri sensi si sono trasformati<br />

in raffinati strumenti di penetrazione<br />

della realtà e di conoscenza<br />

del mondo. Lavorando sulla<br />

sub-muscolarizzazione e sulle<br />

risposte automatiche delle cellule<br />

specchio, la tecnologia si sta<br />

trasformando in un dispositivo<br />

altrettanto sensoriale quanto<br />

l'arte: come l'arte, essa opera<br />

direttamente un massaggio sui<br />

nostri sensi stimolando sia il<br />

corpo che la mente; ma ancora<br />

più dell'arte, oggi si sta imponendo<br />

come interfaccia tra noi e il<br />

mondo.<br />

Un'interfaccia importante non<br />

solo rispetto allo spazio e al<br />

tempo esterni al corpo. I new<br />

media non solo consentono una<br />

maggiore estensione tattile del<br />

corpo proiettata nell'ambiente,<br />

ma interagiscono anche con l'interiorità<br />

dell'uomo reinventando<br />

il desiderio e la sua sublimazione.<br />

Se la telerealtà (la televisione) ha<br />

sfruttato in questi anni le pulsioni<br />

umane portando alla distruzione<br />

del desiderio e alla creazione di<br />

un immaginario-feticcio, tecnologie<br />

come internet permettono<br />

invece di ricostituire quelle relazioni<br />

associative tra produttore e<br />

fruitore, che da spettatore passivo<br />

è diventato attore, interprete.<br />

Sempre De Kerckhove individua<br />

nel bluetooth e nel cellulare<br />

la nuova "aura" dell'uomo,<br />

in quanto sono dispositivi che<br />

segnano una presenza, uno<br />

spazio dell'essere esterno al<br />

corpo (il campo di ricezione) e<br />

interno (un'identità ubiqua).<br />

Questo "rinascimento" ad<br />

opera dei new media, in cui il<br />

corpo partecipa direttamente<br />

delle immagini e delle informazioni<br />

prodotte, trova una corrispondenza<br />

antica nell'arte.<br />

L'arte è un dispositivo che da<br />

sempre integra gli esseri<br />

umani, ma mai come oggi l'opera<br />

d'arte si apre ad una<br />

totale integrazione del fruitore<br />

nelle modalità di produzione di<br />

“<br />

Mai come oggi l'opera<br />

d'arte si apre ad una totale<br />

integrazione del fruitore nelle<br />

modalità di produzione di senso<br />

senso. Questa nuova cultura,<br />

che ha generato in anni recenti<br />

le pratiche open source nell'arte<br />

e l'autorialità multipla, è resa<br />

possibile grazie all'opera di<br />

mediazione congiunta di arte e<br />

nuovi media.<br />

Due esempi artistici, uno risalente<br />

a oltre trent'anni fa e uno<br />

recente, mostrano come l'arte<br />

abbia saputo sempre "vedere"<br />

oltre l'impiego meramente utilitaristico<br />

delle tecnologie e rappresentare<br />

il loro spettro d'azione<br />

sulla sensorialità e sulla creatività.<br />

Con Esposizione in tempo reale<br />

nr. 4: Lascia su queste pareti<br />

una traccia fotografica del tuo<br />

passaggio (1972) e Film disseminato<br />

(1973-76), Franco<br />

Vaccari ha rivelato in tempi non<br />

sospetti il desiderio istintivo di<br />

apparire nel mondo, di "mettersi<br />

in mostra" accettando anche la<br />

propria sparizione nella presenza-assenza<br />

fotografica. Le centinaia<br />

di strip realizzate con la<br />

Photomatic e apposte nel padiglione<br />

della Biennale di Venezia<br />

del 1972, insieme a quelle ricevute<br />

dall'artista per Film dissemi-<br />

nato, sono un corrispettivo originario<br />

dei milioni d'immagini scattate<br />

oggi con i telefoni cellulari e<br />

messe in rete. Anche se la tecnologia<br />

è diversa, l'uomo continua<br />

ad essere il contenuto di un'opera<br />

di mediazione tra scenari vecchi<br />

(i desideri istintuali, i comportamenti<br />

sociali) e scenari nuovi<br />

(l'immaterialità della telepresenza<br />

e la perdita d'identità del<br />

mondo).<br />

Sia per Vaccari che per l'artista<br />

messicano Rafael Lozano-<br />

Hemmer, la tecnologia non va né<br />

celebrata né demonizzata. È<br />

<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

sopra: Franco Vaccari -<br />

Lascia una traccia fotografica<br />

del tuo passaggio, 1972<br />

a sinistra: Rafael Lozano-<br />

Hemmer - Under Scan -<br />

Biennale Venezia 2007<br />

parte dell'uomo, della sua cultura,<br />

del suo inconscio. Semmai, il<br />

linguaggio della globalizzazione<br />

(dalla fotografia al bluetooth) va<br />

meditato e ripensato attraverso<br />

l'arte, l'unica forma d'integrazione<br />

capace di realizzare un nuovo<br />

equilibrio sensoriale e mentale<br />

tra umano e artificiale.<br />

Lozano-Hemmer è un artista elettronico<br />

che crea coinvolgenti<br />

installazioni interattive tra l'architettura<br />

e la performance grazie<br />

alla robotica e ai network telematici.<br />

In Pulse (2007) l'artista ha<br />

chiesto al pubblico di "dar vita"<br />

all'opera attraverso la registrazione<br />

computerizzata del proprio<br />

battito cardiaco, segnalato nello<br />

spazio dall'accensione di una lampadina.<br />

La registrazione avveniva<br />

impugnando un manubrio, i cui<br />

sensori inviavano un impulso elettronico<br />

alla lampadina che si<br />

accendeva. Entrando nell'installazione<br />

si veniva accolti da cento<br />

lampadine appese al soffitto dello<br />

spazio, cento tracce del passaggio<br />

di altrettante persone che,<br />

con la loro "luce", creavano un<br />

ambiente magico e vibrante di<br />

presenze nell'assenza. L'arte può<br />

anche quando l'unica materialità<br />

è espressa dalla tecnologia. <br />

[marinella paderni]


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> inteoria.31<br />

a cura di christian caliandro<br />

l'anti-divo<br />

Venezia è appena finita (nel senso della Mostra del Cinema) e noi, invece, parliamo di Cannes. E ancora una<br />

volta del Divo e di Gomorra. I due lungometraggi della presunta rinascita della cinematografia di casa nostra.<br />

Ma se Sorrentino propone il divo, in quale recente film si può trovare il corrispettivo di anti-divo?<br />

Come tutti sanno,<br />

il Festival di Cannes<br />

quest'anno ha consacrato<br />

Il Divo di Paolo<br />

Sorrentino, insieme a<br />

Gomorra di Matteo<br />

Garrone, come simboli<br />

di un effettivo<br />

rinascimento del cinema<br />

italiano (annunciato<br />

probabilmente per<br />

la quinta volta in pochi<br />

anni...). Il clamore, a<br />

mesi di distanza, non<br />

accenna a placarsi,<br />

tra indagini di mercato<br />

su quanto convenga<br />

ai produttori buttarsi<br />

a capofitto nel<br />

nuovo filone inaugurato<br />

dai due campioni e<br />

meravigliate constatazioni<br />

sulla riscoperta<br />

del neorealismo.<br />

Tralasciando per il<br />

momento tutte le considerazioni<br />

relative<br />

all'effettiva distanza -<br />

stilistica e contenutistica<br />

- che separa i<br />

due film nel rapporto<br />

che intrattengono<br />

con la realtà, vale<br />

forse la pena di soffermarsi<br />

su alcune<br />

qualità specifiche del<br />

ritratto di Sorrentino,<br />

e su ciò che ci dice<br />

dell'Italia di oggi. Il Divo<br />

si concentra infatti sull'inizio<br />

degli anni<br />

Novanta e sul momento<br />

più difficile della<br />

carriera di Giulio<br />

Andreotti, ma inevi-<br />

tabilmenteriguarda e riflette la sensibilità<br />

attuale da una<br />

prospettiva che si<br />

potrebbe definire<br />

"strabica".<br />

La quentintarantinescapresentazione<br />

iniziale dei<br />

protagonisti della<br />

storia recente italiana,<br />

con tanto di<br />

didascalie in rosso fiammante,<br />

è già il segno vistoso di una<br />

distanza irrimediabile: questi<br />

uomini importanti sono ridotti a<br />

figurine stilizzate (di Falcone<br />

addirittura compare solo la<br />

macchina che precipita al suolo<br />

in una ripresa spettacolare).<br />

Il passato recente è presupposto,<br />

richiamato, sintetizzato.<br />

Allora, man mano che il film ci<br />

scorre davanti, esso ci appare<br />

come una sequenza di pezzi<br />

didascalici e segmenti "lirici" o<br />

intimistici. Totò Riina si alza<br />

dalla poltrona con una macchia<br />

di pipì sui pantaloni, si avvia<br />

verso Giulio sormontato da una<br />

mostruosa, gigantesca testa<br />

dipinta, e parte la canzone<br />

sdolcinata. Facile. Ma che cosa<br />

rappresenta questo tipo di<br />

composizione, oltre il livello<br />

della particolare predisposizione<br />

del regista?<br />

È come se il film cercasse continuamente<br />

e pervicacemente<br />

di staccare la figura principale<br />

dal contesto generale: la società<br />

circostante scompare, e gli<br />

“<br />

la scena senz'altro<br />

più memorabile è quella della<br />

coppia seduta a guardare la<br />

televisione mentre Renato<br />

Zero canta I migliori anni<br />

della nostra vita e il mondo<br />

sta crollando<br />

unici spazi ammessi sono la<br />

sagrestia, la casa e la strada<br />

percorsa con la scorta. Tutte<br />

notturne e oscure. I dialoghi e i<br />

monologhi si svolgono in<br />

ambienti neutri, onirici.<br />

Guardando Il Divo viene in<br />

mente Otto e mezzo, per il suo<br />

stare ostinatamente addosso<br />

ad un personaggio che si racconta<br />

e che si mostra in tutte<br />

le sue debolezze. Ma questo<br />

personaggio, come ha ammesso<br />

lo stesso Toni Servillo, "non<br />

è più tanto simpatico, perché<br />

non è più simpatica l'Italia":<br />

ritrae un Paese che si avvita su<br />

se stesso, che esclude sempre<br />

più il confronto e che perde la<br />

propria dimensione. Perciò, la<br />

scena senz'altro più memorabile<br />

è quella della coppia seduta<br />

a guardare la televisione mentre<br />

Renato Zero canta I migliori<br />

anni della nostra vita e il<br />

mondo sta crollando.<br />

Un altro film epocale del 2008<br />

presenta una situazione analoga,<br />

e al tempo stesso speculare,<br />

rispetto al personaggio<br />

principale. Anche in The Dark<br />

Knight di Christopher Nolan,<br />

infatti, Gotham e i suoi cittadini<br />

scompaiono praticamente<br />

dalla visione dello spettatore.<br />

Lo spazio urbano e civile è sede<br />

di rappresaglie e agguati, ma è<br />

di fatto vuoto.<br />

Eppure, a ben guardare, il<br />

miliardario Bruce Wayne-<br />

Christian Bale coglie meglio di<br />

altri personaggi cinematografici<br />

alcune caratteristiche della<br />

società contemporanea: è la<br />

prima volta, infatti, che un<br />

supereroe preleva un contabile<br />

della mafia, Lau Chen, direttamente<br />

a Hong Kong, con tanto<br />

di riprese mozzafiato sulla<br />

nuova architettura di inizio<br />

secolo. Anche la tentazione di<br />

spiare i movimenti dei suoi concittadini<br />

con l'ultimo giocattolino<br />

di Lucius Fox fa parte decisamente<br />

dello Zeitgeist degli ultimi<br />

anni.<br />

Il tratto dark, che è sempre<br />

stato prerogativa di Batman (e<br />

soprattutto di quello di Nolan),<br />

si trasferisce così da un livello<br />

legato al look a quello più "esistenziale":<br />

le tentazioni autoritarie<br />

vanno di pari passo con una<br />

certa freddezza nei rapporti<br />

umani - in entrambe le versioni<br />

-, e ad una presa di distanza<br />

dalla società.<br />

Ciò che accomuna due film così<br />

lontani è una certa visione del<br />

potere contemporaneo: la figura<br />

centrale annulla i personaggi<br />

secondari, crea un'assenza<br />

attorno a sé. Le differenze sono<br />

però più attraenti. Il Divo in questo<br />

vuoto trova la sua perfetta<br />

dimensione, solitaria e bizantina:<br />

l'Italia che non vuole conoscersi,<br />

perché ha paura di trovare<br />

in se stessa lo stesso<br />

vuoto; le didascalie appiccicate<br />

alle facce, che condensano<br />

decenni di storie e di intrighi in<br />

poche battute, per lasciare spazio<br />

allo studio del funzionamento<br />

interno totalmente autoreferenziale.<br />

Dall'altra parte, una nazione<br />

americana ancora impaurita,<br />

ancora sotto shock (al punto di<br />

essere tecnicamente invisibile),<br />

ed un'atmosfera di disagio<br />

interno comunicata attraverso<br />

la luce, l'ambiente, il suono.<br />

Ma c'è un'aspettativa, una<br />

richiesta, una sensazione di<br />

cambiamento imminente: per<br />

ottenerlo e realizzarlo, è necessario<br />

che Batman si sacrifichi,<br />

che carichi su di sé il peso della<br />

colpa e della vergogna. L'eroe<br />

che si nasconde al mondo<br />

diventa così il paradigma dell'<br />

anti-Divo.


34.manifesta <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ricapitoliamo<br />

Nel senso di riassumere, riepilogare.<br />

Ma anche di ri-capitolare, rassegnarsi<br />

ancora una volta. Potrebbe essere<br />

questo il Verbo di una Manifesta le<br />

cui sfaccettature paiono accollarsi il<br />

compito di rappresentare ciascuna<br />

un pezzo di un Sistema, quello dell'arte,<br />

inguaribilmente endocrino.<br />

Così, tra le quattro proposte, quella<br />

di Trento è la più biennalesca, quella<br />

di Bolzano la più espositiva e quella<br />

di Rovereto la più galleristica. A non<br />

dire del lavoro di gruppo di Fortezza,<br />

sofisticata allegoria, per concept e<br />

ubicazione, dell'asserragliarsi di<br />

un'arte democratica a parole, ma nei<br />

fatti custode di intellettualismi che<br />

aggravano il disorientamento e l'emarginazione<br />

del pubblico cui vorrebbero<br />

(e dovrebbero, visto il consistente<br />

esborso di denaro, appunto,<br />

pubblico) rivolgersi consimili rassegne.<br />

Pubblico cui non è dato di non<br />

capire, perciò preventivamente punito<br />

con la scomunica(zione), condannato<br />

a restare al di qua della parete,<br />

salvo la grazia fugace di spiare dal<br />

buco della serratura.<br />

Un'edizione complessivamente da<br />

grande balzo all'indietro nella scelta<br />

dei lavori e nell'approccio ad alcune<br />

problematiche, sicché questa prima<br />

mela trentina-altoatesina (specificare<br />

la duplicità è obbligatorio) viene<br />

spiccata già vizza da un albero gravato<br />

di frutti, dal quale diventa arduo<br />

cogliere gli episodi di qualità che<br />

certo non mancano. Come nel percorso<br />

del Palazzo delle Poste che,<br />

pur seguendo con scolastico puntiglio<br />

un fil ambiziosamente universale<br />

(L'anima), ne sbiadisce il rouge<br />

nella tetra polvere di un impegno<br />

postdatato. Se ne esce, quando se<br />

ne esce, sfibrati, come da due<br />

Biennali di Venezia trangugiate in un<br />

colpo solo. Più fruibile l'ex Alumix,<br />

grazie agli artisti-curatori Raqs che ci<br />

mettono un po' di colore e spettacolo,<br />

più qualche pennellata ludica,<br />

sdrucciolando però su tracce residue<br />

alquanto ingenue. Il mainstream<br />

trionfa alla Manifattura Tabacchi e<br />

nell'ex Peterlini, non solo per il titolo<br />

astutamente astruso, ma per l'esplicita<br />

condivisione di alcuni trend cari<br />

ai dealers che contano, con qualche<br />

apertura in più rispetto agli altri al<br />

made in Italy. Eh già perché, in questa<br />

Manifesta italiana nella meno italiana<br />

tra le regioni, il tricolore sventola<br />

poco. E nessuno dei curatori internazionali<br />

- o dei loro consulenti locali<br />

- sembra essersi scapicollato a scivolare<br />

lungo una dorsale appenninica<br />

che di santi, poeti e artisti sareb-<br />

consigli per un giovane curatore<br />

be stata prodiga, preferendo invece<br />

portarsi il "lavoro da casa" e spuntando<br />

candidati da fidi carnet.<br />

L'ennesimo caso di provincialismo<br />

alla rovescia?<br />

In merito alla politica di decentramento,<br />

caratteristica di questa edizione<br />

2008, bisognerà calcolare quanto la<br />

sfida, concettualmente<br />

stuzzicante ma logisticamente<br />

complessa,<br />

del grand tour de force<br />

abbia fruttato in termini<br />

commerciali. Saranno i<br />

numeri a dirlo, nonostante<br />

- i musei insegnano<br />

- non sempre<br />

matematica sia sinonimo<br />

di verità. Vero è,<br />

però, che la propaganda<br />

vacanziera a mezzo<br />

stampa -<br />

foraggiata<br />

spesso<br />

dagli enti<br />

locali - ha<br />

poco invitato<br />

a godere,<br />

oltre che<br />

dell'aria<br />

buona, dei<br />

paesaggi<br />

stupendi e<br />

dell'ottima<br />

cucina locale,<br />

anche di<br />

questa kermesse.<br />

La<br />

fatica di<br />

organizzatori<br />

e ufficio<br />

stampa è<br />

stata, dunque,concepita<br />

e recepitaesclusivamente<br />

dagli<br />

addetti ai lavori?<br />

E chi sarà<br />

responsabile<br />

degli incassi<br />

eventualmente<br />

insoddisfacenti?<br />

Il solito pubblico<br />

ineducato<br />

e insensibile o,<br />

piuttosto, il solito difetto di sistema,<br />

primo fra tutti la proliferazione e il prolungamento<br />

che, di fatto, strappano<br />

alle biennali l'appeal di evento?<br />

Per i bilanci, s'aspetta novembre.<br />

Nel frattempo, chi è senza peccato<br />

scagli la prima mela.<br />

[anita pepe]<br />

Innanzitutto, è d'uopo chiarire il primo dei misteri dolorosi: quando si parla di politica e sociale, bisogna<br />

sapere con estrema chiarezza di che parte (politica, ndr) e di quale società si sta parlando.<br />

Pertanto, prima di accedere agli eventuali riti di iniziazione, è necessario controllare la fedina elettorale<br />

per stabilire che il novizio sia del tutto in regola. Successivamente sarà il caso di scegliere<br />

uno spazio. Ma perché uno solo? Itinerante, scabro, maleodorante, decentrato sono le parole chiave.<br />

Per una corretta fruizione dell'arte politica, lo spettatore - il nemico numero uno del curatore,<br />

con la sua ignoranza, la sua indolenza, il suo razzismo, tutto da educare attraverso il miracolo dell'opera<br />

- chiamato a sentirsi parte di un'esperienza mistica sublime, dovrà consumare in chilometri<br />

di pellegrinaggio le sue infradito, tergersi la fronte con il pachistano, raccogliere i rasta in una<br />

crocchia e, una volta giunto a destinazione, rimuovere i cattivi odori a suon di rinazina spray nasale,<br />

scuotendo le ampie vesti colorate da ragnatele e calcinacci. Sistemato questi per le feste sarà<br />

ora di individuare lo staff: un bulgaro, un greco, il cinese e l'indiano.<br />

Ora, è possibile la selezione degli artisti. Basterà attenersi rigidamente alle seguenti macro categorie:<br />

Donne con le palle. L'arte politica rispetta e sostiene le diversità: basta che gli omosessuali non<br />

siano troppo gay e le donne non siano troppo donne, come Cindy Sherman, altrimenti si rischia<br />

di scadere nel kitsch, il nemico numero due. Che a questi risponde con la donna teratogenica, artista<br />

in grado di inventarsi in due forme ben distinte. La prima è senz'altro la performance. Il modello<br />

è Marina Abramovic, l'obiettivo è di testare fino a che punto queste femmine disposte a tutto<br />

possono arrivare: cacciarsi stiletti nell'avambraccio, ficcarsi in gola quintali di insalata, azionare<br />

una pompa a mano circa un centinaio di volte, ma con un piede, alla Daria Martin. L'importante<br />

è dimenticare a casa i vestiti. La seconda è la decorazione, che fissa lo sciovinismo di questi<br />

maschi guerrafondai, le armi di morte, la solidarietà femminile, in una cornice al punto croce o di<br />

lividi acquerelli, meglio se orientaleggianti. Anche qui, ci ricorda Anne-Mie Van Kerckhoven, gli<br />

abiti servono a poco.<br />

Tarantolati: Joachim Koester docet. Il ballo di San Vito rappresenta lo stress contemporaneo.<br />

Che sarebbe stato di gran lunga inferiore se qualcuno non avesse deciso di esporre nella zona<br />

industriale.<br />

searching manifesta<br />

Ora e sempre, truppe cammellate.<br />

Son così le preview dei<br />

grandi eventi artistici. Se poi ci<br />

si deve muovere fra sedi collocate<br />

in diverse cittadine, allora i<br />

ranghi si stringono. E i tempi<br />

pure, nella calca generata da<br />

conferenze stampa e appunti<br />

sopra: Nina Canell -<br />

Accumulus (8152<br />

Volt), 2008<br />

al centro: il collettivo<br />

di artisti indiani Raqs<br />

sotto: Europolis di<br />

David Adjaye<br />

sul taccuino. Forse<br />

stupirà, ma gli "addetti<br />

ai lavori" sono particolarmente<br />

docili, pigri al<br />

punto da non contemplare<br />

l'ipotesi di spostarsi<br />

pedibus calcantibus<br />

da un luogo<br />

all'altro d'un<br />

agglomerato<br />

alpino, sia mai<br />

procurarsi<br />

un'auto e muoversi<br />

in autonomia.<br />

Ogni volontà<br />

di gestire la<br />

propria estetica,<br />

il proprio spaziotempo,<br />

è sopita<br />

a suon di timeline.<br />

Le mappe, se mai c'erano,<br />

vengono stracciate. E dire che<br />

la Fondazione Manifesta se le<br />

va a cercare col lanternino le<br />

aree geografiche dove s'annidano<br />

più o meno aspri conflitti:<br />

Paesi Baschi e Cipro, per dire<br />

le ultime due edizioni.<br />

Messo a parte dell'omicidio di<br />

Kennedy, Malcolm X commen-<br />

tò: "Chi la fa, l'aspetti". Poco<br />

dopo moriva assassinato.<br />

Calibrando pesi e misure, si<br />

potrebbe dire che a Manifesta<br />

è accaduta la medesima cosa.<br />

Avvicinatosi al triangolo<br />

Trentino-Alto-Adige, il lanternino<br />

ha creato tali baluginii da far<br />

perdere la bussola in primis ai<br />

curatori.<br />

Quel ch'è mancato è la figura<br />

del wayfinder. Intendiamoci:<br />

non che il percorso "obbligato"<br />

sia indispensabile; ma più è<br />

complessa l'ipotesi, tanto più è<br />

doveroso fornire precisi strumenti<br />

di navigazione. Allo<br />

scopo di facilitare la comprensione<br />

dell'ipotesi stessa e il sorgere<br />

di eventuali critiche. Nella<br />

fattispecie, benché gli scenari<br />

offerti nelle varie<br />

sedi/mostre/ipotesi siano piuttosto<br />

differenziati, comune è la<br />

lacunosità da questo punto di<br />

vista.<br />

A Fortezza, dove opera il pool<br />

curatoriale al completo, l'unione<br />

ha fatto la debolezza.<br />

Bussola irrimediabilmente perduta,<br />

nessuna stella o sestante<br />

o gps a soccorrere il visitatore.<br />

Che, irridendo Heidegger,<br />

diremmo si ritrova gettato in un<br />

paesaggio, in parte antropizzato,<br />

che prende il sopravvento<br />

sulla mappa/mostra/ipotesi.<br />

Una mappa resa cieca e, a<br />

dispetto della tipologia delle<br />

"opere" in mostra, pure muta.<br />

Fantastico è aggirarsi per il<br />

forte asburgico, ristrutturato ad<br />

hoc e in maniera notevole; inebriante<br />

calcare i ponti sospesi<br />

sull'Isarco; ma viene il momento<br />

nel quale ci si rammenta che<br />

dovrebbe pure esserci qualcos'altro,<br />

e che si è là per quello.<br />

Il periodo amnestico, durasse<br />

anche solo pochi minuti, è di<br />

un'eloquenza assai superiore a<br />

quella delle ore di parole registrate<br />

in cui consiste l'exhibition.<br />

A Trento si ritrova la mappa<br />

perduta. Però è un dépliant per<br />

routard radical-chic. È un pieghevole<br />

autopoietico, un blob<br />

schizofrenico o bipolare.<br />

Perché da un lato i micromusei<br />

lungo i quali vengono<br />

raccolte le opere sono zeppi<br />

all'inverosimile di citazioni e<br />

spunti e riferimenti eruditi; dall'altro,<br />

quegli stessi spunti e<br />

riferimenti e citazioni sono<br />

offerti con una certa sufficienza.<br />

L'impressione è che il sottotesto<br />

sia: "Forse riusciremo a<br />

insegnare qualcosa a questa<br />

massa di ignoranti". Allora perché<br />

non usare un percorso<br />

lineare, agevolmente percorribile<br />

anche dagli idioti, che non<br />

potranno perdersi in vie alternative<br />

inesistenti? Un incubo<br />

socialdemocratico. E poi via,<br />

saremo pur zotici in Italia, ma<br />

venirci a spiegare chi era<br />

Franco Basaglia è irritante.<br />

A Rovereto, doppio passo per<br />

unico curatore. Alla Manifattura<br />

Tabacchi è soggiogato dal<br />

numero di punti d'interesse<br />

tratti dalla sua mappa mentale,<br />

che segnala al gentile pubblico<br />

senza scordarne manco uno. E<br />

il senso del percorso ovviamente<br />

si perde. Provate a infilzare<br />

un centinaio di bandierine<br />

su una cartina dell'Emilia, di<br />

quelle per la scuola media, e<br />

nemmeno capirete più di che<br />

regione si tratta; figuriamoci<br />

trovare una strada o un affluente.<br />

Così, il disorientamento in<br />

mostra è tale che, paradossalmente,<br />

l'effetto è simile a quello<br />

sortito a Trento: in quest'ultimo<br />

caso, l'architettura (curatoriale)<br />

costringe a seguire un<br />

percorso; a Rovereto, l'assenza<br />

di coordinate provoca un<br />

fatalistico abbandono alle<br />

imperscrutabili intenzioni del<br />

curatore. Cosicché si vaga col<br />

medesimo passo strascicato<br />

del condannato con la palla<br />

teoretica al piede. Meglio<br />

assai è la sezione allestita nel<br />

white cube poco distante -<br />

certo, è una ex fabbrica... -,<br />

che però fa l'effetto dell'ora<br />

d'aria: quando si torna in cella<br />

è peggio che pria.<br />

Prima di giungere al capolinea,<br />

si tenga a mente l'esistenza<br />

del "Manifesta<br />

Journal", il Journal of<br />

Contemporary Curatorship,<br />

ottima rivista di approfondimento.<br />

A Bolzano, la mostra indubbiamente<br />

meglio riuscita di<br />

Manifesta7 è curata da Raqs,<br />

un collettivo di artisti indiani. E<br />

vi si trova una straordinaria<br />

mappa, Europolis di David<br />

Adjaye, architetto originario<br />

della Tanzania.<br />

[marco enrico giacomelli]<br />

Settembre, andiamo, è tempo di studiare. Ed ecco, bell'e pronto, un vademecum per aspiranti curatori. Una serie di regole auree per realizzare una perfetta mostra politica: dagli spazi ai nomi<br />

degli eletti, dalle opere allo staff. Per raggiungere, senza incidenti di percorso, la direzione artistica di Manifesta…<br />

Installazione multichannel. Qui lo sforzo è minimo. L'importante è avere a disposizione sei monitor e<br />

una serie di riprese a camera fissa con altrettanti tizi che non fanno praticamente niente. Avrete la<br />

perfetta illusione della alienazione. Anche questa, se Dio vuole, contemporanea.<br />

Tabernacolo di guerra. Prendete un artista proveniente da un paese in guerra, mettetegli in mano<br />

delle bandierine bipartisan, i resti della pausa pranzo su un volo Egypt air, una telecamera e un gruppo<br />

di studenti in Erasmus strategico a Madrid. Ci saranno interviste, monitor, candele, bandierine e<br />

paccottiglia. Poi installate tutto sul pavimento. Lo spettatore dovrà raggomitolarsi anch'egli sullo sterrato<br />

e il suo lavasecco di fiducia vi sarà ancora una volta grato per aver fatto girare la sua economia.<br />

Case da abitare. Jimmie Durham, Ricardo Basbaum, Hubert Kostner. Design per gli interni: un letto<br />

da caserma, rigorosamente sfatto, cuscini/ tappeti orientali, bottiglie vuote e posacenere pieno. Non<br />

s'abbia mai da pensare che si tratti della casa di un impiegato.<br />

Denunce sessuali. Video/foto con padri, mariti, fidanzati, vicini di casa, lattai, insegnanti porci e cattivi:<br />

ah, se questo mondo fosse fatto solo di donne!<br />

Museo inesistente o archivio. Simbolo di una musealizzazione d'antan, la teca di plexiglas che<br />

innalza l'irrilevante sul piedistallo, ha acquisito un posto d'onore nelle tendenze contemporanee.<br />

Specie se accompagnata dalla possibilità per lo spettatore di ricavarci, tra un faldone e l'altro, un<br />

souvenir, di leggere dei libri e di sfogliare qualche rivista. La cosa più importante è che nel catalogo<br />

potrete parlare di interazione, risolvibile anche attraverso tentativi di mettere in comunicazione<br />

sconosciuti, telecamere nascoste, bigliettini di carta a quadrettoni su cui annotare i propri desideri,<br />

consegnandoli poi all'opera.<br />

Mots. Che siano scritti a inchiostro indelebile tra le crepe dello spazio espositivo o al neon, i motti<br />

devono rispettare le seguenti fonti: Sartre, Deleuze, Sassen o Max Weber. Con Pasolini dovreste<br />

cavarvela, ma solo in certi ambienti. Evitate Heidegger, se non volete incorrere in una inderogabile<br />

scomunica..<br />

Della provenienza geografica degli artisti non si dirà. Basterà ripetere lo schema utilizzato per i collaboratori.<br />

Un consiglio da amica: non escludete Sudamerica e Balcani. Potrebbero arrabbiarsi e<br />

darvi dei razzisti, rovinandovi per sempre il curriculum vitae.<br />

[santa nastro]


36.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

la mostra dopo la tempesta<br />

New Orleans, romantica capitale del jazz sulle rive del Mississipi. Una città che ancora fatica a riprendersi dalla<br />

furia di Katrina. Dan Cameron ci racconta la sua Prospect.1, una biennale da tre milioni e mezzo di dollari e con<br />

un nobile scopo: la solidarietà...<br />

Nel 2007 lei ha fondato US<br />

Biennial Inc, il cui primo progetto<br />

sarà Prospect.1 New Orleans, e<br />

sempre nello stesso anno è<br />

stato nominato Director of<br />

Visual Arts del Contemporary<br />

Arts Center cittadino. Perché ha<br />

rivolto la sua attenzione a New<br />

Orleans nel dopo-Katrina?<br />

Ho pensato che l'unico modo in cui<br />

potevo contribuire in maniera<br />

significativa alla ricostruzione e<br />

alla rinascita della città fosse su<br />

vasta scala. Quando agli inizi del<br />

2006, a circa cinque mesi dall'uragano,<br />

ho visto l'entità del disastro<br />

sono rimasto letteralmente scioccato.<br />

Ero completamente impreparato<br />

a una distruzione di tali proporzioni.<br />

Ho pensato "se prendo<br />

una pala e inizio a scavare, non<br />

posso andare molto lontano, ma<br />

se penso a qualcosa in grande e<br />

coinvolgo altri...". Sentivo che, se<br />

avessi applicato alla situazione il<br />

mio ruolo di curatore, forse sarebbe<br />

stato ancora meglio. Non ero<br />

contento di come il mondo dell'arte<br />

stesse rispondendo all'emergenza,<br />

né tanto meno del<br />

Governo! A questo si è aggiunto il<br />

fatto che notoriamente New<br />

Orleans non rientrava nelle classiche<br />

rotte dell'arte, quindi la sfida<br />

mi sembrava perfetta. Ma la ragione<br />

principale è che, da ventuno<br />

anni, amo profondamente questa<br />

città.<br />

Perchè ha deciso di creare un'altra<br />

biennale?<br />

Non volevo creare una struttura di<br />

per sé complicata e, una volta<br />

presa la decisione di agire, sono<br />

passati ben dodici mesi prima di<br />

formalizzare la società. Quei mesi,<br />

per la maggior parte nel 2006, li<br />

ho passati a comprendere come<br />

non organizzare la biennale… Può<br />

sembrare un paradosso, ma non<br />

ho fatto altro che analizzare la<br />

situazione anticipando ciò che, a<br />

mio avviso, non avrebbe avuto successo<br />

o, peggio, sarebbe stato un<br />

errore.<br />

New Orleans è conosciuta a livello<br />

internazionale per il Festival<br />

Jazz e per il Mardi Gras, ma<br />

anche per la tradizione culinaria<br />

e per la notevole architettura. In<br />

che modo questi elementi l'hanno<br />

ispirata?<br />

Domanda difficile… sembra scontata<br />

ma non lo è! Il concetto della<br />

mostra ha molto a che fare con<br />

quello delle biennali di fine<br />

Novecento, come quella<br />

di Istanbul. Non è<br />

previsto nessun nucleo<br />

espositivo centrale per<br />

Prospect.1: sarà la<br />

città stessa a diventare<br />

una galleria a cielo<br />

aperto. In questo<br />

senso, la biennale si<br />

rifà ad un modello<br />

europeo ed è maggiormente connessa<br />

con l'architettura della città<br />

e la sua insolita topografia. Ma<br />

non posso negare che musica e<br />

cibo giochino un ruolo chiave: sono<br />

stati molti gli artisti che hanno iniziato<br />

la loro ricerca proprio dai piaceri<br />

che la città offre.<br />

Come hanno reagito il pubblico e<br />

le autorità locali alla sua proposta?<br />

L'amministrazione è stata incredibilmente<br />

aperta, anche se non<br />

aveva bene idea di cosa stessi parlando.<br />

Quella che gli addetti ai lavori<br />

conoscono come "cultura biennalistica"<br />

qui coinvolge al massimo<br />

quindici-venti persone, che magari<br />

sono state a Venezia o San Paolo,<br />

qualcuna in più ad Art Basel<br />

Miami… Per questo ho cercato di<br />

inquadrare la mostra in modo che<br />

avesse senso per entrambe le<br />

parti. Ho voluto porre l'accento su<br />

New Orleans affinché attraesse i<br />

suoi abitanti non solo per i temi<br />

trattati ed i riferimenti alla città o<br />

al jazz, ma anche per le loro caratteristiche<br />

linguistiche. Tutto ciò,<br />

naturalmente, permetterà al<br />

resto del mondo di ammirare la<br />

regione della South Louisiana. La<br />

riprova di quanto questa terra<br />

entri nel cuore sta proprio nel<br />

fatto che sono state pochissime le<br />

persone che l'hanno abbandonata<br />

dopo l'uragano e soprattutto per<br />

questo il progetto è ben visto dai<br />

residenti. Inoltre stiamo cercando<br />

di pianificare l'evento in modo che<br />

sia accessibile a tutti.<br />

Attraverso quali iniziative?<br />

Non faremo pagare neanche un<br />

biglietto di ingresso. A prescindere<br />

dal quartiere in cui ci si troverà, ci<br />

sarà sempre una sezione della<br />

mostra nelle vicinanze.<br />

Organizzeremo visite per le scuole.<br />

Inoltre il vernissage, previsto nel<br />

weekend tra il 30 ottobre e il 2<br />

novembre, ha in programma moltissima<br />

musica di straordinaria<br />

qualità.<br />

“<br />

La biennale si rifà ad un<br />

modello europeo ed è connessa<br />

con l'architettura della città e<br />

la sua insolita topografia<br />

Quindi sarà durante Halloween…<br />

Come si festeggia a New<br />

Orleans?<br />

Non è una festa ufficiale della città<br />

ma, in un certo senso, segna l'inizio<br />

del Carnevale. Anche se molto<br />

in anticipo offre l'opportunità, a chi<br />

è alle prese con i preparativi del<br />

Carnevale, di fare una sorta di<br />

prova generale. Ai cittadini di New<br />

Orleans piacciono molto le parate<br />

e ogni scusa è buona per averne<br />

una! Abbiamo previsto una classica<br />

cena di gala e dopo non dovremo<br />

fare altro che spingere tutti<br />

verso la parata di Frenchman<br />

Street. Poi sarà la città a<br />

fare la sua parte: noi pre-<br />

pariamo la mostra… la<br />

città prepara il party!<br />

Alla biennale sono stati<br />

invitati ottantuno artisti<br />

e sono stati selezionati<br />

luoghi diversi della città.<br />

Può illustrarci i criteri di<br />

selezione?<br />

La selezione degli artisti e quella<br />

delle locations si sono svolte<br />

seguendo principi e esigenze<br />

diverse. La scelta degli artisti ha<br />

seguito l'obiettivo che mi ero preposto<br />

per la prima edizione della<br />

biennale: pensavo sarebbe stato<br />

estremamente importante posizionarsi<br />

sulle rotte degli addetti ai<br />

in alto: Monica Bonvicini -<br />

Built for Crime, 2006 -<br />

Broken safety glass, 5<br />

dimmer, lan box, bulbs.<br />

486½x47¼ in. - Courtesy<br />

Emi Fontana, Milano<br />

a sinistra: Contemporary<br />

Arts Center New Orleans<br />

in basso: Gajin Fujita -<br />

Ride or Die, 2005 - Gold<br />

and white gold leaf, paint<br />

marker, spray paint and<br />

Mean Streak marker, Six<br />

panels: overall 83x126 in.;<br />

each 83x21 in. - Courtesy<br />

of L.A. Louver, Venice, CA.<br />

lavori, perché la situazione a New<br />

Orleans è ancora critica e molto<br />

precaria, ma ormai sui giornali<br />

non fa più notizia… C'è una certa<br />

rinascita culturale, ma purtroppo<br />

la ricostruzione è terribilmente in<br />

ritardo. L'obiettivo in questa fase è<br />

stato quello di focalizzare prima<br />

l'attenzione sulla città e poi creare<br />

entusiasmo intorno alla rosa di<br />

artisti invitati. Ho cercato di mettere<br />

insieme una lista molto significativa,<br />

senza andarmi a preoccupare<br />

troppo di altre questioni curatoriali.<br />

Non credevo che la prima<br />

edizione dovesse passare alla storia<br />

per aver proposto tante nuove<br />

scoperte…<br />

Hai già in mente le edizioni successive<br />

dunque?<br />

Già immagino una Prospect.2 più<br />

"idiosincratica" e personale, mentre<br />

nella terza sarò pronto a collaborare<br />

con altri curatori e a coinvolgere<br />

altri punti di vista. Ma per<br />

la prima biennale volevo una<br />

mostra di forte impatto, con i fuochi<br />

d'artificio! Ho invitato artisti che<br />

potevano realizzare qualcosa di<br />

molto speciale, in grado di attirare<br />

l'attenzione di un vasto pubblico.<br />

Oppure nomi importanti, per i quali<br />

la gente avrebbe anche affrontato<br />

un lungo viaggio. Poi ho cercato di<br />

trovare un equilibrio tra nazionalità<br />

diverse. Ho voluto ad esempio che<br />

almeno metà degli invitati fosse<br />

internazionale, perché non abbiamo<br />

questo tipo di mostre negli<br />

Stati Uniti. Per la scelta delle locations<br />

abbiamo incontrato le istituzioni<br />

culturali cittadine. C'è una<br />

sorta di consorzio di organizzazioni<br />

affiliate con il Contemporary<br />

Arts Center che ha ricevuto dei<br />

fondi dalla Getty Foundation, destinati<br />

soprattutto alla pianificazione<br />

di eventi importanti o collaborazioni<br />

tra le varie organizzazioni.<br />

Facendo parte del team del New<br />

Orleans Museum of Art e del<br />

Contemporary Arts Center, per<br />

me è stato più facile entrare in<br />

diretto contatto con i vari enti ed<br />

invitarli a far parte del progetto.<br />

Ma molte sinergie sono venute<br />

fuori, possiamo dirlo, anche per<br />

caso.<br />

Dove si trovano gli spazi espositivi?<br />

Molti nel Lower 9th Ward, una<br />

zona che è stata abbandonata<br />

dopo Katrina… Stiamo collaborando<br />

anche con il L9 Center for the<br />

Arts, un centro culturale per le arti<br />

che ha inaugurato lo scorso<br />

novembre. Il primo contatto con<br />

loro è avvenuto grazie ad un artista,<br />

Mark Bradford. Tutti gli artisti<br />

che hanno fatto un sopralluogo a<br />

New Orleans sono passati per il<br />

Lower 9th Ward e hanno conosciuto<br />

i proprietari Keith Calhoun e<br />

Chandra McCormick. Per visitare<br />

la città e comprendere veramente<br />

cosa ci fosse prima di Katrina, si<br />

ha bisogno di una guida locale.<br />

Insomma alcuni luoghi li abbiamo<br />

selezionati noi, in altri casi ci sono<br />

stati offerti proprio perché rappresentavano<br />

qualcosa di importante<br />

per la comunità.<br />

La maggior parte dei lavori sono<br />

site-specific?<br />

Direi che un cinquanta per cento<br />

sono site specific, o forse di più… Ci


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> approfondimenti.37<br />

sono certamente molti lavori<br />

nuovi.<br />

Ci parlerebbe di alcuni lavori in<br />

particolare?<br />

Monica Bonvicini potrebbe presentare<br />

Built for Crime, mostrato<br />

tempo fa a Los Angeles, oppure<br />

Not For You. Sono entrambi lavori<br />

di dimensioni notevoli che si rifanno<br />

al tema della guerra. Al<br />

momento l'artista è alla ricerca<br />

del giusto contesto per esporli: ha<br />

passato a New Orleans tre giorni<br />

in immersione totale… è importante<br />

che gli artisti ne comprendano il<br />

profondo tessuto. Mark Bradford<br />

sta ricreando, all'esterno del<br />

Lower Ninth Ward, l'Arca di Noè<br />

seguendo le dimensioni indicate<br />

dall'Antico Testamento. È fatta di<br />

compensato riciclato, il tipo che si<br />

usa a Los Angeles per delimitare<br />

un cantiere in costruzione su cui<br />

poi si affiggono poster e altro. Più<br />

di qualche lavoro si sta ispirando a<br />

vascelli navali, come simbolo di un<br />

salvataggio che non c'è mai stato.<br />

Nari Ward sta ancora lavorando<br />

ai bozzetti del suo progetto.<br />

Sappiamo però che sarà installato<br />

nello storico sito della<br />

Battleground Baptist Church. La<br />

storia e le vicissitudini che hanno<br />

interessato la congregazione di<br />

questa chiesa battista, che ha<br />

dovuto abbandonare la sua dimora<br />

originaria in seguito alla decisione<br />

delle autorità di destinare l'area<br />

a zona di interesse<br />

turistico<br />

nazionale,<br />

hanno sensibiliz-<br />

zato molto l'artista.<br />

Con la sua<br />

opera infatti<br />

cercherà di rendere<br />

omaggio<br />

ad una delle più<br />

antiche congregazioni<br />

battiste<br />

afroamericane,<br />

entusiasmando ovviamente tutta<br />

la comunità, pastore compreso!<br />

Wangechi Mutu sta considerando<br />

le fondamenta di una casa, sempre<br />

nella zona del L9, di proprietà<br />

di un'anziana signora che non è<br />

riuscita ad avere il rimborso assicurativo<br />

richiesto. Purtroppo con il<br />

denaro ricevuto ha potuto solo<br />

ricostruire le fondamenta della<br />

sua casa, senza contare che la<br />

ditta di costruzioni se n'è approfittata,<br />

ed ora tutto ciò che le rimane<br />

della nuova casa è quello! La signora<br />

vive in un fabbricato terribile<br />

nella zona opposta della città e<br />

sogna di ritornare nel suo quartiere.<br />

Wangechi ha trovato ispirazione<br />

in questa triste vicenda e<br />

ricreerà l'edificio attraverso luci. Ci<br />

sono molti lavori che evocano una<br />

in alto: Dan Cameron,<br />

photo credit: Claudio<br />

Papapietro.<br />

a destra: Sanford<br />

Biggers - Racine de<br />

Memoirs, 2002 -<br />

Channel Super 8 projection<br />

transferred to DVD,<br />

video inside tree house,<br />

TRT 3:38, 96x96x96 in. -<br />

Courtesy Mary Goldman<br />

Gallery, Los Angeles.<br />

sotto: Paul Villinski -<br />

Emergency Response<br />

Studio, 2008 - 30 ft. travel<br />

trailer, solar and wind<br />

power systems, mixed<br />

media. Approx. 37 x 19<br />

x 25 in. Installation view<br />

at Socrates Sculpture<br />

Park - Courtesy of the<br />

artist and Socrates<br />

Sculpture Park, Long<br />

Island City, NY.<br />

New Orleans fatta di presenze<br />

spettrali. È scontato interpretarli<br />

come un elemento malinconico e<br />

nostalgico, ma New Orleans è una<br />

città molto romantica, credo faccia<br />

parte di questo. Ci sono tracce<br />

di malinconia che traspirano dalla<br />

distruzione: il fatto che le cose si<br />

frantumino, affondino o si polverizzino.<br />

Vari artisti sono stati assorbiti<br />

e consumati da questo sentimento<br />

ed era esattamente ciò<br />

che volevo: che tutti prendessero<br />

la città molto seriamente e che<br />

creassero un'opera in risposta.<br />

“<br />

Artisti locali? Qualcuno verrà<br />

invitato. Ma non troppi, così si crea<br />

quell'atmosfera di rivalsa che fa nascere<br />

tanti piccoli Salon de Refusés che poi<br />

promuoveremo nel nostro calendario<br />

Com’è messa la scena artistica<br />

di New Orleans? Alcuni degli artisti<br />

locali parteciperanno alla<br />

mostra?<br />

Sì: ce ne sono circa una dozzina,<br />

due dei quali non abitano più a<br />

New Orleans. La differenza più evidente<br />

è che qui molti artisti vanno<br />

altrove per studiare e spesso non<br />

ritornano. Gli artisti che restano,<br />

invece, lo fanno per amore della<br />

città o perché per altre ragioni ci<br />

sono arrivati e, dopo essersene<br />

innamorati, non l'hanno più lasciata.<br />

È una comunità molto dinamica<br />

ma abbastanza rada. Alla prima<br />

edizione non ho voluto esagerare<br />

nel numero di presenze locali, per<br />

varie ragioni: volevo tenerne in<br />

serbo alcuni per il futuro e non<br />

volevo enfatizzarli in maniera spro-<br />

positata, visto che la premessa<br />

per attirare maggiormente il pubblico<br />

era l'internazionalità dell'evento.<br />

Poi un pizzico di provocazione<br />

per suscitare l'idea del Salon des<br />

Refusés e dare modo a organizzazioni<br />

alternative e parallele di<br />

emergere. Uno spazio sul fronte<br />

strada è alla portata di tutti, ora, e<br />

ce ne sono molti disponibili, così<br />

tanti artisti stanno organizzando<br />

mostre che noi promuoveremo<br />

nel nostro calendario. L'idea è<br />

quella di trasformare la città stessa<br />

in un unico spazio espositivo,<br />

fare in modo che percorrendo le<br />

strade di New<br />

Orleans si<br />

possa ammirare<br />

un'unica<br />

g r a n d e<br />

mostra. Se<br />

riusciremo in<br />

questo intento,<br />

avremo raggiunto<br />

il nostro<br />

obbiettivo!<br />

Prospect.1<br />

pare incentrata particolarmente<br />

sul ruolo che l'arte riveste nella<br />

società contemporanea in relazione<br />

alla comunità e alla responsabilità<br />

sociale che ne deriva…<br />

È interessante perché non ho mai<br />

voluto investire energie nell'investigare<br />

questi temi, pur ammirando<br />

profondamente i colleghi che lo<br />

facevano. Sono veramente sorpreso,<br />

come del resto tutti gli altri,<br />

dalla strada che questo progetto<br />

ha intrapreso. La mia intenzione<br />

era aiutare New Orleans e, a<br />

mano a mano che la sfida si faceva<br />

complicata, mi sono accorto<br />

che le mie idee, la mia esperienza<br />

e i miei interessi si sono "coalizzati"<br />

per arrivare al risultato finale.<br />

All'improvviso mi sono reso conto<br />

di abbracciare molto questioni teo-<br />

riche, ad esempio su come l'arte<br />

possa giocare un ruolo nel rapporto<br />

con la comunità e quindi ridefinire<br />

la società. E che poi, a conti fatti,<br />

non c'è nulla di teorico ma tutto è<br />

estremamente vero e concreto,<br />

persino il turismo d'arte che spesso<br />

snobbiamo, considerandolo<br />

solo un'appendice, distinguendolo<br />

dal lavoro "serio" che facciamo<br />

noi… Ecco, in Prospect.1 è proprio<br />

PROSPECT.1 NEW ORLEANS<br />

il turista che "saves the day",<br />

che fa la differenza insomma.<br />

Ci rivolgiamo ad un turismo<br />

sofisticato ed informato, che<br />

ami l'arte e l'architettura, ma<br />

che sappia anche di politica e<br />

che mostri una certa solidarietà<br />

per quello che New Orleans<br />

rappresenta sia prima che<br />

dopo Katrina. Ma non avrei mai<br />

pensato che il progetto più<br />

importante della mia carriera<br />

si fondasse sull'idea che l'arte<br />

possa far del bene. I miei ex-colleghi<br />

del New Museum ironizzavano<br />

sul fatto che con il tempo<br />

mi sarei trasformato in<br />

Marsha Tucker (direttore fondatore<br />

del New Museum, ndr),<br />

perché con lei avevo un dialogo<br />

veramente peculiare e mi ha<br />

influenzato molto. Il "basta che<br />

fai ciò che pensi sia giusto in un<br />

dato momento e poi, quando ci<br />

sei dentro, rifletti sui ciò che<br />

significa" l'ho imparato da lei. Non<br />

è così male pensare che le persone<br />

siano fondamentalmente<br />

buone o che l'arte possa esser<br />

d'aiuto.<br />

Il vostro budget si aggira sui tre<br />

milioni e mezzo di dollari. Chi<br />

sono i maggiori sostenitori del<br />

progetto?<br />

Per la maggior parte investitori<br />

privati, filantropi, piccole fondazioni,<br />

ma anche grosse istituzioni<br />

come The Warhol Foundation.<br />

Abbiamo chiesto fondi anche allo<br />

State Department, alla Louisiana<br />

State Legislature e al City Council<br />

di New Orleans. Ci aiutano gallerie,<br />

o anche privati, governi stranieri,<br />

anche l'Istituto Italiano di Cultura ci<br />

aiuterà. Abbiamo anche molte<br />

società, ad esempio gli hotel W<br />

sono uno dei nostri sponsor.<br />

Abbiamo una struttura di sostegno<br />

fantastica e stiamo ancora<br />

facendo fundraising a trecentosessanta<br />

gradi. Abbiamo raccolto<br />

in dieci mesi ciò che normalmente<br />

si raccoglie in uno o due anni.<br />

Questo è quello a cui ci stiamo<br />

dedicando ora. <br />

[micaela giovannotti]<br />

Direttore: Dan Cameron<br />

Concept: Prospect.1 New Orleans è stata concepita dal suo curatore Dan<br />

Cameron per rinvigorire la città, storico centro artistico della regione, in<br />

seguito alla devastazione umana, civile ed economica dell'uragano Katrina.<br />

Quando: dal 1 novembre 2008 al 19 gennaio 2009. Opening 30 ottobre 2008.<br />

Dove: Ashé Cultural Arts Center, Battle Ground Baptist Church, Charles J.<br />

Colton School, Common Ground Relief, Contemporary Arts Center New<br />

Orleans, The George & Leah McKenna Museum of African American Art,<br />

The Historic New Orleans Collection, Ideal Auto Repair, L9 Center for the<br />

Arts, Longue Vue House & Gardens, Louisiana ArtWorks, Loyola University<br />

New Orleans, New Orleans African American Museum, New Orleans<br />

Center for Creative Arts|Riverfront, New Orleans Jazz and Heritage<br />

Foundation, New Orleans Museum of Art, Newcomb Art Gallery at Tulane<br />

University, Ogden Museum of Southern Art, The Old U.S. Mint Louisiana<br />

State Museum, and Universal Furniture.<br />

Artisti: Allora & Calzadilla, Ghada Amer, El Anatsui, Janine Antoni,<br />

Alexandre Arrechea, Luis Cruz Azaceta, John Barnes, Jr., Sanford Biggers,<br />

Willie Birch, Monica Bonvicini, Mark Bradford, Candice Breitz, Cai Guo-<br />

Qiang, Cao Fei, Francis Cape, Chen Chieh-Jen, Adam Cvijanovic, Jose<br />

Damasceno, Anne Deleporte, Leandro Erlich, Skylar Fein, Roy Ferdinand,<br />

Jr., Tony Fitzpatrick, Gajin Fujita, Rico Gatson, Katharina Grosse, Trenton<br />

Doyle Hancock, Victor Harris & Fi Yi Yi, Arturo Herrera, Takashi Horisaki,<br />

Jacqueline Humphries, Isaac Julien, William Kentridge, Lee Bul, Kalup Linzy,<br />

Srdjan Loncar, Rafael Lozano-Hemmer, Deborah Luster, Jorge<br />

Macchi/Edgardo Rudnitzky, Shawne Major, Nalini Malani, McCallum &<br />

Tarry, Dave McKenzie, Josephine Meckseper, Julie Mehretu, Aernout Mik,<br />

Beatriz Milhazes, Tatsuo Miyajima, Yasumasa Morimura, Zwelethu<br />

Mthethwa, Wangechi Mutu, Shirin Neshat, Marcel Odenbach, Kaz Oshiro,<br />

Miguel Palma, Perejaume, Pierre et Gilles, John Pilson, Sebastián Preece,<br />

Navin Rawanchaikul, Rosângela Rennó, Pedro Reyes, Robin Rhode,<br />

Stephen G. Rhodes, Nadine Robinson, Clare E. Rojas, Kay Rosen, Malick<br />

Sidibé, Amy Sillman, Nedko Solakov, Jackie Sumell with Herman Wallace,<br />

Superflex, Fiona Tan, Pascale Marthine Tayou, Fred Tomaselli, Jannis<br />

Varelas, Xavier Veilhan, Paul Villinski, Nari Ward, Xu Bing, and Haegue<br />

Yang.<br />

Info: U.S. Biennial, Inc. at (212) 680-5305;<br />

mail@prospectneworleans.org.<br />

www.prospectneworleans.org


40.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

this is not another biennial<br />

Giunge quest'anno alla terza edizione il Festival d'arte contemporanea di Praga Tina B. Che rivela già nel nome<br />

un intento battagliero, ma anche la volontà di lavorare sul campo in continuo rapporto con la città. Ne abbiamo<br />

parlato con la direttrice Monika Burian. Che conferma: "Non sarà l'ennesima biennale"...<br />

Mettere insieme public art,<br />

scultura, performance, sound e<br />

radio art, video, con partecipazioni<br />

da tutto il mondo e giovani<br />

curatori di varie nazionalità. Con<br />

l'entusiasmo e la vitalità che si<br />

trovano solo nelle capitali emergenti,<br />

in cui l'energia dell'arte<br />

contemporanea non è ancora<br />

irreggimentata da convenzioni o<br />

appiattita sul mercato. Ed è agevoledisporre<br />

di luoghi<br />

e ambientazioni<br />

che<br />

altrove<br />

sarebbero<br />

impossibili.<br />

Ma anche<br />

per distinguersi,<br />

in un<br />

luogo dove<br />

una biennale viene già organizzata.<br />

Come a dire che non c'è bisogno<br />

di un'altra manifestazione di<br />

questo tipo, ma di un lavoro<br />

costante sul campo. È questo il<br />

Tina B. Il progetto prevede due<br />

paesi ospiti: il primo anno sono<br />

stati Finlandia e Canada, l'anno<br />

scorso Italia e Corea, quest'anno<br />

toccherà a Inghilterra e<br />

Giappone. Monika Burian, titolare<br />

della Galleria Vernon - che il<br />

pubblico italiano conosce per le<br />

presenze ad Artefiera e<br />

Artissima - ne è l'ideatrice.<br />

Lei è una gallerista assai attiva,<br />

con molti rapporti internazionali.<br />

Da cosa nasce la volontà di<br />

organizzare un festival nella<br />

sua città?<br />

La volontà nasce un po' dalla<br />

necessità. Provo a spiegare<br />

facendo un salto indietro... Nella<br />

Repubblica Ceca agli inizi del<br />

Novecento era presente un collezionismo<br />

di livello con interessi<br />

internazionali. All'epoca il direttore<br />

della Galleria Nazionale era un<br />

uomo dotato di un'intelligenza e<br />

di uno spirito rivoluzionari. È grazie<br />

a lui e alla sua stretta amicizia<br />

con Kahnweiler a Parigi che, ad<br />

esempio, proprio nella Galleria<br />

Nazionale di Praga abbiamo uno<br />

dei più celebri autoritratti di<br />

Picasso del periodo cubista. Con<br />

la tragedia della Seconda guerra<br />

mondiale e l'avvento del comunismo<br />

sono andati però progressivamente<br />

persi i legami internazionali<br />

con il mondo dell'arte contemporanea,<br />

se si escludono i<br />

pochi artisti underground come<br />

Adreina Simotova e Stanislav<br />

Kolibal, che erano fuggiti dal<br />

paese e che all'estero avevano<br />

trovato successo. In questi anni<br />

la Galleria Nazionale non ha mai<br />

avuto un programma interessante<br />

di contemporaneo e dopo la<br />

“rivoluzione di velluto” del 1989<br />

c'erano molti giovani di talento<br />

che meritavano di essere sostenuti.<br />

Mancava la struttura con<br />

gallerie forti e i giusti contatti<br />

all'estero.<br />

Non così diverso dall'Italia. E poi<br />

cos’è successo?<br />

Mi sono fatta coraggio e ho<br />

cominciato a promuovere gli artisti<br />

cechi internazionalmente. Ad<br />

esempio alle fiere che, sono<br />

diventate fondamentali per<br />

sostenere il sistema di un paese.<br />

Se hai un po' di fortuna, il meccanismo<br />

comincia a funzionare,<br />

anche se lentamente data la<br />

grande concorrenza. Ora sto<br />

cercando di essere presente alle<br />

più importanti fiere internazionali,<br />

ma è fondamentale che un<br />

pubblico di collezionisti e interessati<br />

venga proprio a Praga per il<br />

festival.<br />

“<br />

Tina B vuol dire This Is Not<br />

Another Biennial evocando allo<br />

stesso tempo una misteriosa<br />

donna che ci invita a Praga<br />

Ma Praga non ha già una biennale?<br />

Beh, sì. Praga ha una biennale,<br />

che è nata dalla collaborazione<br />

tra Flash Art e la Galleria<br />

Nazionale. La Galleria Nazionale<br />

organizzerà poi una Triennale, di<br />

cui saranno curatori Daniel Balit e<br />

Pascal Beasse, due dei critici che<br />

hanno fatto la prima edizione del<br />

nostro festival. Flash Art vuole<br />

fare anche una biennale della fotografia...<br />

Tina B vuol dire This Is Not<br />

Another Biennial, evocando allo<br />

stesso tempo una misteriosa<br />

donna che ci invita a Praga. Il<br />

nostro festival vuole opporsi alla<br />

mania dei grandi eventi che si<br />

rivolgono quasi esclusivamente<br />

agli addetti ai lavori e spesso non<br />

riescono a intercettare il pubblico<br />

della città che li ospita.<br />

In che modo?<br />

Il nostro progetto si distingue per<br />

essere radicato nella città e negli<br />

spazi frequentati dalle persone<br />

nella vita quotidiana, il che conferisce<br />

al Tina B una sua specifica<br />

identità. Molti degli eventi hanno<br />

location come la metropolitana, il<br />

info.<br />

dal 25 settembre al 15 ottobre<br />

Tina B. The Prague Contemporary<br />

Art Festival 2008<br />

Janovskeho 23 - Prague 7<br />

Tel +42 0774155591<br />

info@tina-b.com<br />

www.tina-b.com<br />

ponte di Carlo V, teatri come il<br />

Laterna Magika o Narodni<br />

Divadlo. Inoltre, abbiamo portato<br />

avanti eventi di public art importanti,<br />

come i billboard, la radio art<br />

(abbiamo un accordo con la radio<br />

nazionale), light art, spesso con<br />

installazioni site specific e performance.<br />

Avete anche un sezione dedicata<br />

alla mobile video art…<br />

Quest'idea è nata dal fatto che<br />

uno dei nostri mecenati era in una<br />

giuria di un concorso di video girati<br />

con il telefonino. Abbiamo convinto<br />

Samsung a darci quaranta<br />

telefonini che abbiamo affidato ad<br />

altrettanti artisti, che hanno realizzato<br />

dei video bellissimi.<br />

Curatrice del progetto è stata l'italiana<br />

Francesca di Nardo, con la<br />

quale continuiamo a collaborare.<br />

in alto: Monika Burian<br />

al centro: La performance<br />

di Marcella<br />

Vanzo nella metro di<br />

Praga<br />

in basso: Kurt<br />

Gebauer - Heart in<br />

lapidarium, 1997/2007<br />

- dimensioni varie,<br />

courtesy of the artist<br />

Che tipo di risposte avete avuto<br />

dalla città di Praga e dalle istituzioni?<br />

Godiamo del patrocinio della città<br />

DA NON PERDERE<br />

di Praga, che ci concede però un<br />

finanziamento modesto, mentre il<br />

Ministero ancora ci snobba.<br />

L'aspetto economico è fondamentale,<br />

ma qui non è ancora avvertito<br />

il prestigio che deriva dal promuovere<br />

la cultura. Però il contesto si<br />

dimostra sempre più interessato.<br />

Per esempio, l'anno scorso abbiamo<br />

avuto la visita del neo-direttore<br />

dell'Istituto Italiano di Cultura, che<br />

ha apprezzato il nostro lavoro e<br />

che per questa edizione ha messo<br />

gratuitamente a disposizione la<br />

sede - un magnifico convento -, che<br />

ospiterà una delle sezioni curate<br />

dalla vostra collaboratrice Micaela<br />

Giovannotti.<br />

Ma non avete trovato altri sponsor<br />

privati?<br />

Abbiamo avuto delle piccole sponsorizzazioni<br />

e ora finalmente<br />

abbiamo degli ottimi contatti con<br />

cui speriamo di concretizzare per<br />

la prossima edizione. Non è facile<br />

trovare dei partner, e praticamente<br />

quasi tutto quello che guadagno<br />

con la galleria va nel festival...<br />

Ci sono altre gallerie che vi<br />

sostengono?<br />

Yvon Lambert ha creduto in noi<br />

sin dall'inizio. Altre gallerie ci aiutano,<br />

fornendo supporto tecnico o<br />

pagando le trasferte degli artisti. È<br />

una modalità di collaborazione<br />

autentica, che apprezziamo molto.<br />

L'edizione 2007 si è svolta in<br />

una location da favola, impensabili<br />

per paesi come l'Italia a<br />

causa della burocrazia e la lentezza<br />

delle autorizzazioni. Come<br />

fate a ottenere luoghi così suggestivi?<br />

C'è molto lavoro dietro. Non è facile<br />

convincere i responsabili delle<br />

istituzioni, ma troviamo sempre<br />

meno diffidenza e siamo riusciti<br />

ad avere gratuitamente spazi davvero<br />

molto suggestivi. Considero<br />

un segno distintivo di Tina B avere<br />

spazi non abituali per le mostre e,<br />

possibilmente, ogni volta diversi.<br />

Il 2008 segna i quarant'anni<br />

dalla famosa Primavera. Il tema<br />

della prossima edizione sarà<br />

politico?<br />

Sarà politico ma non solo. Una<br />

sezione sarà intitolata Forma off<br />

engagement. In Repubblica Ceca<br />

è molto più sentito il 2009, che<br />

segna i vent'anni dalla “rivoluzione<br />

di velluto”. <br />

[a cura di daniele capra]<br />

Al festival, che si svolge nei luoghi e nelle strade di Praga tra il 25 settembre<br />

ed il 15 ottobre, partecipano un centinaio di artisti, divisi in sette sezioni.<br />

Le giornate tra il 9 ed il 13 ottobre ospiteranno il progetto speciale dedicato<br />

alle performance. Queste le mostre e gli eventi più rilevanti.<br />

Videocracy, curata da Micaela Giovannotti, che indaga le dinamiche di diffusione<br />

delle immagini in un'epoca in cui l'effettiva democrazia visiva è ad un<br />

passo dalla dittatura dello spettatore. Tra gli artisti Tamy Ben-Tor, Adrian<br />

Paci, Stefano Cagol, Regina Jose Galindo, Domenico Mangano.<br />

Darkness is Noon, curata da Rosanna Musumeci, un'analisi di alcuni dei più<br />

interessanti artisti che utilizzano il medium della luce, tra cui Carlo<br />

Bernardini e Florian Grand.<br />

We destroy we regenerate, curata da Yukiko Ito, progetto speciale dedicato<br />

a giovani artisti del Sol Levante che utilizzano video ed installazione, con<br />

particolare riferimento ai temi di natura politica.<br />

Tina B on the road, che si sviluppa a macchia di leopardo nella città. Tra gli<br />

invitati Kensuke Koike, Coniglio Viola, Erika Latini, Daniel Gonzalez e Stefano<br />

Cagol, che interverrà con un'installazione luminosa sulla città.


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> approfondimenti.41<br />

living tel aviv<br />

Un ménage à trois con Atene ed Istanbul, e una città che sceglie l'arte contemporanea per festeggiare il proprio<br />

centenario. Nasce nel principale centro economico di Israele ART TLV. Obiettivo? Entrare nell'immaginario del<br />

mondo dell'arte contemporanea. Come spiega il curatore Andrew Renton…<br />

Due galleristi, il presidente di<br />

Sotheby's Israele e il direttore di<br />

una no-profit dedicata alla promozione<br />

dell'arte israeliana si mettono<br />

insieme e tracciano le linee di<br />

contorno di una mostra, che aprirà<br />

i battenti dal 24 settembre al<br />

24 ottobre e che si presenta<br />

come fase embrionale di un’ennesima<br />

biennale in piena regola, con<br />

grandi ambizioni. Nella lista dei<br />

partecipanti, Yael Bartana,<br />

Rosemarie Trockel in coppia con<br />

Thea Djordjadze, Sarah Lucas,<br />

Keren Cytter, Martin Boyce e<br />

Adrian Paci. Il curatore Andrew<br />

Renton, direttore di dipartimento<br />

al Goldsmiths di Londra, non ama<br />

fare troppo battage attorno ai<br />

nomi - Documenta style, lo chiama<br />

- e a dirla tutta non è stato<br />

fatto troppo caos nemmeno in<br />

merito all'evento, che ha scelto<br />

una comunicazione in sordina,<br />

discreta a livello internazionale.<br />

Grande attenzione è stata invece<br />

data al coinvolgimento di creativi,<br />

spazi espositivi e gallerie sul territorio,<br />

mobilitati in massa per la<br />

grande occasione.<br />

"Alcuni mesi fa", racconta Gilit<br />

Fisher, artista e gallerista di Tel<br />

Aviv, "Irit Sommer e Rebeca<br />

Saker hanno organizzato un meeting<br />

con i rappresentanti delle gallerie<br />

del territorio. Ogni galleria ha<br />

avuto l'opportunità di proporre a<br />

Renton tre artisti per la sua<br />

mostra, non solo israeliani naturalmente.<br />

Art TLV inoltre apre al<br />

pubblico in sintonia con l'inizio<br />

della nuova stagione dell'arte contemporanea.<br />

Tutti noi inaugureremo<br />

mostre e saranno presentati<br />

anche nuovi spazi. Ci aspettiamo<br />

che questo evento riesca ad<br />

attrarre energie, talenti e professionisti<br />

non solo da Israele, ma da<br />

tutto il mondo!".<br />

E l'organizzazione, dato il programma,<br />

sembra avere gli stessi<br />

obiettivi di Gilit. Cinque sono gli<br />

appuntamenti in cantiere: la<br />

mostra principale,<br />

Open Plan Living, che si<br />

snoda tra l'Helena<br />

Rubistein Pavillion e il<br />

Yacob Garden. Ci<br />

saranno i simposi, cui<br />

prenderanno parte i<br />

curatori Alma Ruiz,<br />

Bernard Blistene, Ami<br />

Barak, Andrew Renton<br />

e gli artisti invitati.<br />

Seguiranno Artists<br />

curate Artists, una rassegna<br />

di installazioni<br />

site specific curate<br />

dagli artisti che rivisiteranno quattro<br />

edifici degli anni '20, un'apertura<br />

straordinaria (notturna) delle<br />

gallerie di Nahalat Benyamin<br />

street, con performances sulla<br />

spiaggia e infine Rothschild69, la<br />

nuova Bau-Haus Kunsthalle, dove<br />

succede di tutto e di più tra screening<br />

e seminari. Il tutto, nello<br />

splendido scenario modernista,<br />

riconosciuto dall'UNESCO come<br />

patrimonio dell'umanità, che<br />

vedrà nel 2009 una grande<br />

mostra, dislocata in tre stati differenti,<br />

per il centenario della città,<br />

in collaborazione con la Biennale<br />

di Istanbul e la Biennale di Atene.<br />

Ne abbiamo parlato con Andrew<br />

Renton, il curatore.<br />

Come nasce Art TLV?<br />

Art TLV è un segnale tangibile<br />

della vitalità di Tel Aviv. La scena<br />

cittadina dell'arte contemporanea<br />

è molto ricca, inoltre l'arte<br />

israeliana sta avendo grandi<br />

riconoscimenti. Ho vissuto e<br />

lavorato a Tel Aviv per oltre quindici<br />

anni e credo che sia un<br />

posto incredibile. Chiunque la<br />

visiti ha quest'impressione.<br />

Insomma, credo che sia il<br />

momento giusto per un progetto<br />

di tale portata. I suoi ispiratori<br />

sono quattro persone straordinarie:<br />

la gallerista Irit Sommer<br />

(Sommer Gallery), Shifra Shalit<br />

Intrator (Dvir gallery), Rivka<br />

Saker, presidente della<br />

Sotheby's israeliana e fondatore di<br />

Artis, una no profit finalizzata a<br />

promuovere l'arte israeliana all'estero,<br />

e Yehoudit Shapira Haviv,<br />

che di Artis è direttore. Tutto nacque<br />

tre anni fa.<br />

Malauguratamente però dovemmo<br />

interrompere la progettazione<br />

dell'evento a causa della guerra in<br />

Libano. Le cose in Israele possono<br />

cambiare in un giorno, in un'ora,<br />

l'indomani.<br />

“<br />

Se sei un artista, o un<br />

curatore, non puoi non essere<br />

politicizzato. L'ambiguità che<br />

emerge dalla situazione politica<br />

di Israele colpisce chiunque. Io<br />

ho scelto di toccare le cose con<br />

mano e di guardarle da dentro<br />

Si può pensare ad Art TLV come<br />

allo startup di una nuova biennale?<br />

In un programma internazionale<br />

espositivo così denso di<br />

occasioni, che si distinguono le<br />

une dalle altre per concept curatoriale,<br />

specificità del territorio<br />

in cui si svolgono, progetti presentati<br />

dagli artisti, quali sono le<br />

caratteristiche che faranno di<br />

Art TLV un evento unico al<br />

mondo, come dichiarato dal lancio<br />

pubblicitario?<br />

Sono un po' refrattario all'idea di<br />

creare un'ennesima biennale,<br />

come tutti. Molti anni fa, mentre<br />

lavoravo alla prima edizione di<br />

Manifesta (Rotterdam), avanzam-<br />

mo l'idea di smantellare la biennale<br />

prima che iniziasse e di destinare<br />

il budget alla fondazione di un<br />

nuovo spazio espositivo...<br />

Comunque devo riconoscere che<br />

progetti di questa portata danno<br />

la possibilità alle persone di mettersi<br />

in gioco. Si possono fare<br />

parecchie cose in una cornice<br />

come questa. La speranza è che<br />

Art TLV non sia un fulmine a ciel<br />

sereno. Ci sarà, intanto, una grande<br />

mostra nel 2009 che celebrerà<br />

il centenario di Tel Aviv,<br />

in cui sarò coinvolto.<br />

Quindi, penso che Art TLV<br />

comincerà a configurarsi<br />

sempre più come una<br />

biennale e come attrattore<br />

di talenti artistici, che<br />

speriamo possano pensare<br />

a Tel Aviv come luogo in<br />

cui concepire e sviluppare<br />

progetti, anche al di fuori<br />

dell'occasione espositiva<br />

del 2008 e che potrebbero<br />

ritornare nel 2009.<br />

A questo punto, qualche anteprima.<br />

Art TLV è sottotitolata Open Plan<br />

Living. In Inghilterra questo termine<br />

è un cliché molto borghese, ma<br />

in Israele assume una connotazione<br />

differente. In questo caso, infat-<br />

Art TLV: Open Plan Living<br />

ti, si riferisce alla persistenza di<br />

una vecchia ideologia socialista,<br />

lontana dalle idee di capitale e tecnologia,<br />

che si rispecchia nei kibbutz.<br />

Inoltre, richiama l'immagine<br />

architettonica di Tel Aviv, città<br />

modernista per eccellenza: vi si<br />

possono contare più di cinquemila<br />

edifici esemplari a livello internazionale.<br />

Inoltre, la definizione Open<br />

Plan Living trova il suo doppio<br />

nell'Helena Rubistein Pavillion,<br />

sede del progetto, dove Art TLV si<br />

intersecherà con una moltitudine<br />

di stili e strategie differenti. Il padiglione<br />

ospiterà per due terzi artisti<br />

internazionali, i restanti saranno<br />

invece di Israele. Infine, stiamo<br />

convertendo un parco modernista<br />

(Yacob Garden), adiacente al<br />

museo, in una serie di "stanze all'aria<br />

aperta", in cui esporremo<br />

video. Successivamente il progetto<br />

si estenderà ad una serie di<br />

affascinanti edifici abbandonati,<br />

che abbiamo riportato in vita per<br />

Art TLV. Questa fase è in collaborazione<br />

con artisti del territorio:<br />

artisti che cureranno altri artisti.<br />

Adoro questa idea e mi piace da<br />

morire il fatto di non avere l'intero<br />

controllo del progetto. Certo è<br />

importante che la mostra abbia<br />

un respiro internazionale, ma non<br />

dobbiamo limitarci agli artisti ed<br />

dal 24 settembre al 24 ottobre 2008<br />

a cura di Andrew Renton<br />

artisti partecipanti: Lea Avita, Shai Azoulay, Yael Bartana, Martin Boyce,<br />

Agnieszka Brzezanska, Abraham Cruzvillegas, Aaron Curry, Keren Cytter, Matias<br />

Faldbakken, Urs Fischer, Wade Guyton / Kelley Walker, Diango Hernandes,<br />

Gabriel Kuri, Dana Levy, Sarah Lucas, Manal Mahamid, Jacob Mishori. João<br />

Onofre, Adrian Paci, Mika Rottenberg, Gedi Sibony, Daniel Silver, Monika<br />

Sosnowska, Ulrich Strothjohann, Mark Titchner, Kathy Temin, Rosemarie Trockel<br />

& Thea Djordjadze, Armando Andrade Tudela, Jennifer West.<br />

estendere questo obiettivo agli<br />

spettatori. L'arte, a Tel Aviv, ha un<br />

aspetto diverso. Sappiamo, inoltre,<br />

che un nuovo contesto crea nuovi<br />

messaggi. Cosa può essere più stimolante<br />

di una città come Tel<br />

Aviv?<br />

Certo... ma il territorio come ha<br />

reagito? Contrasti?<br />

Abbiamo avuto tanto sostegno,<br />

ma anche parecchie resistenze. In<br />

linea di massima le istituzioni sono<br />

con noi. Il Tel Aviv Museum ci ha<br />

dato uno dei suoi edifici chiave,<br />

l'Israel Museum sta realizzando il<br />

suo primo progetto fuori dalle<br />

mura di Gerusalemme, con nostro<br />

gran compiacimento. La riservatezza<br />

in merito ad alcune nostre<br />

scelte ha invece generato qualche<br />

resistenza (la lista dei partecipanti<br />

è stata deliberata solo a pochi<br />

giorni dall'inaugurazione, ndr). Ma<br />

credo che d'ora in poi tutto sarà<br />

più semplice e chiaro!<br />

Lo scorso agosto la Biennale di<br />

Gwuangju, diretta da Okwui<br />

Enwezor, ha inaugurato il progetto<br />

del Global Institute.<br />

Seminari, workshop, relazioni<br />

tenute da artisti e critici hanno<br />

analizzato il concetto di dissenso<br />

politico come nuova forma di<br />

rappresentazione. Israele sta<br />

certo vivendo momenti complicati,<br />

di cui forse Tel Aviv, con la<br />

sua vitalità e la sua creatività,<br />

non soffre se non indirettamente.<br />

La domanda è: Art TLV sarà<br />

una mostra a sfondo politico?<br />

Cosa ne pensa di questa estetica<br />

della protesta strettamente<br />

connessa a tematiche sociali ed<br />

economiche, proposta dal<br />

Global Institute di Enwezor?<br />

Se sei un artista, se sei un curatore,<br />

non puoi non essere politicizzato.<br />

L'ambiguità che emerge<br />

dalla situazione politica di Israele<br />

colpisce davvero chiunque. Filtra<br />

dappertutto, anche nella cultura<br />

e nella vita quotidiana. Io ho scelto<br />

di toccare le cose con mano e<br />

di guardarle da dentro. Bisogna<br />

fare le scelte per se stessi sulla<br />

base di esperienze quotidiane.<br />

Stavo pensando a questo l'altra<br />

sera, mentre facevo shopping a<br />

Londra, presso Marks and<br />

Spencer: davanti al supermarket<br />

era in corso una protesta contro<br />

Israele. Ad ogni modo, una<br />

mostra che si svolge in Israele,<br />

anche se non parla direttamente<br />

di Israele, riguarda comunque<br />

Israele. In fondo, non esistono<br />

territori neutrali.<br />

Quali risultati vi aspettate?<br />

La cosa più importante è garantire<br />

ad Art TLV la continuità. Se<br />

Art TLV diventerà un appuntamento<br />

fisso, allora vuol dire che<br />

ce l'abbiamo fatta. Il nostro obiettivo<br />

è posizionare progressivamente<br />

Art TLV come appuntamento<br />

essenziale dell'agenda<br />

internazionale dell'arte contemporanea,<br />

creando collegamenti<br />

con altre iniziative simili, quali<br />

Istanbul e Atene. Ridisegnando,<br />

insomma, la mappa dell'arte nel<br />

Medio Oriente! <br />

[santa nastro]


42.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

biobob<br />

Ancora un'anteprima editoriale per i lettori di <strong>Exibart</strong>. Questa volta è la prefazione di Calvin Tomkins alla sua<br />

biografia di Robert Rauschenberg. La pubblica in Italia Johan & Levi. L'editore milanese prosegue così un<br />

ideale ciclo che finora comprende la biografia di de Kooning e "Americani per sempre"...<br />

Alla fine degli anni Cinquanta,<br />

quando cominciavo appena ad<br />

avvicinarmi all'arte contemporanea,<br />

rimasi di sasso di fronte a<br />

un dipinto esposto al Museum of<br />

Modern Art. Faceva parte di una<br />

mostra intitolata Sixteen<br />

Americans e l'artista, il cui nome<br />

suonava vagamente familiare<br />

ma di cui non avevo mai visto le<br />

opere, era Robert<br />

Rauschenberg. Double Feature -<br />

così si chiamava il dipinto - era<br />

coperto da diversi strati apparentemente<br />

slegati di colore<br />

steso in maniera disordinata, in<br />

parte applicato con la tecnica del<br />

dripping tipica<br />

dell'Espressionismo Astratto,<br />

abbinati a una serie di insoliti elementi<br />

a collage: fotografie prese<br />

da riviste, lettere stampinate, un<br />

segmento di un ombrello appiattito,<br />

parte di una camicia da<br />

uomo con tanto di taschino,<br />

oggetti che mantenevano forti<br />

tracce della loro precedente esistenza<br />

nel mondo reale, pur<br />

riuscendo a sembrare perfettamente<br />

a proprio agio nell'opera.<br />

Guardandomi intorno per essere<br />

certo che nessuno mi stesse<br />

osservando, tirai fuori un quarto<br />

di dollaro dalla mia tasca e lo infilai<br />

in quella della camicia nel<br />

dipinto. Era un gesto sciocco, ma<br />

dopo averlo fatto mi sentii bene.<br />

Avevo creato un legame con<br />

qualcosa che, per ragioni che<br />

non sospettavo neppure, avrebbe<br />

acquistato nella mia vita<br />

un'importanza sempre maggiore.<br />

Secondo Marcel Duchamp<br />

l'atto creativo è bipolare poiché<br />

necessita non solo dell'artista<br />

che lo mette in moto ma anche<br />

dell'osservatore che lo interpreta<br />

e così facendo lo completa. In<br />

quello spirito, negli ultimi quarant'anni<br />

ho avuto l'ambizione di<br />

occuparmi di arte contemporanea<br />

non come critico o giudice<br />

ma come partecipante.<br />

Ho scritto molto su<br />

Rauschenberg, a cominciare da<br />

un profilo apparso su New<br />

Yorker nel 1964. Da<br />

allora siamo rimasti<br />

in contatto e io sono<br />

andato a tutte le sue<br />

mostre newyorkesi.<br />

Man mano che la<br />

mia attrazione iniziale<br />

per le sue opere<br />

lasciava il posto alla<br />

convinzione che<br />

fosse uno degli artisti<br />

più innovativi e significativi<br />

della sua generazione,<br />

mi è sembrato<br />

naturale fare di<br />

lui il fulcro di questo<br />

libro, in cui si parla<br />

dei cambiamenti<br />

radicali che hanno<br />

reso l'arte visiva una<br />

forza così potente<br />

nel mondo. Il libro è<br />

stato pubblicato nel<br />

1980, quattro anni<br />

dopo che un'enorme<br />

retrospettiva, presentata<br />

in cinque<br />

importanti musei statunitensi,<br />

aveva innalzato<br />

Rauschenberg<br />

ai vertici dell'arte e<br />

sopra: Rauschenberg si esibisce in<br />

Elgin Tie al Moderna Museet di<br />

Stoccolma, 13 settembre 1964 -<br />

photo Stig T. Karlsson<br />

a sinistra: La copertina del volume<br />

edito da Johan & Levi<br />

del successo. Ci sarebbero<br />

sempre stati critici<br />

secondo cui<br />

Rauschenberg era troppo<br />

proteiforme, troppo<br />

sperimentale o troppo<br />

sfacciato per essere<br />

preso sul serio, ma già in<br />

quel periodo la maggior<br />

parte dei detrattori era<br />

passata dalla sua parte.<br />

La retrospettiva del<br />

1976, come scrisse<br />

Benjamin Forgery su<br />

"ArtNews", ha reso evidente<br />

che l'opera di<br />

Rauschenberg "abbraccia<br />

una gamma di esperienze<br />

umane che nessun<br />

altro artista del nostro<br />

tempo ha osato affrontare".<br />

IL SOGGETTO...<br />

...E L'OGGETTO<br />

Calvin Tomkins - Robert<br />

Rauschenberg. Un ritratto<br />

Johan & Levi, Milano 2008<br />

Pagg. 304, 29 euro<br />

info.<br />

Dopo di ciò, naturalmente, è<br />

diventato di moda liquidare<br />

Rauschenberg come un artista<br />

finito. Questo genere di cose<br />

accade spesso, e non soltanto in<br />

America. C'è stato un periodo in<br />

cui si diceva che Picasso non<br />

aveva prodotto nulla di interessante<br />

dopo il 1935; ora si affermava<br />

che Rauschenberg aveva<br />

perso incisività a metà degli anni<br />

Sessanta. Lui, ovviamente, ha<br />

continuato a lavorare producendo<br />

nei suoi vari atelier dipinti, sculture,<br />

stampe e disegni in quantità<br />

persino eccessiva. L'utopistico<br />

progetto di collaborazione chiamato<br />

Rauschenberg Overseas<br />

Cultural Interchange (Roci) ha<br />

portato l'artista e le sue opere in<br />

dieci Paesi diversi al servizio della<br />

cooperazione e della pace mondiale.<br />

La critica ufficiale ha largamente<br />

ignorato l'iniziativa e prestato<br />

scarsa attenzione ai successivi<br />

lavori di Rauschenberg. Gli<br />

artisti più giovani che si affermavano<br />

in un mondo dell'arte di cui<br />

lui aveva sfidato e significativamente<br />

alterato i presupposti<br />

basilari erano all'oscuro della sua<br />

influenza. Quel genere di miopia<br />

non poteva durare. Un'altra<br />

colossale retrospettiva, tenutasi<br />

al Guggenheim Museum nel<br />

1997, ha fatto apparire gracili al<br />

confronto i talenti artistici più<br />

recenti. Da allora i giovani artisti<br />

non hanno smesso di riscoprire<br />

Rauschenberg e la sua stella è<br />

tornata a risplendere.<br />

Mi piace pensare che questa edizione<br />

riveduta e aggiornata di<br />

Rauschenberg possa avvicinare<br />

nuovi lettori all'artista che più di<br />

ogni altro nell'ultimo mezzo secolo<br />

ha mirato a un'arte cumulativa,<br />

l'incontenibile innovatore che una<br />

volta disse, nel suo generoso stile<br />

americano, di voler creare una<br />

situazione "in cui ci sia tanto spazio<br />

per l'osservatore quanto per<br />

l'artista". <br />

[calvin tomkins]<br />

Classe 1925 e originario del New Jersey, Calvin Tomkins è noto soprattutto in<br />

quanto critico del New Yorker. La biografia di Rauschenberg (1980, 2005)<br />

non è isolata nel suo curriculum: Tomkins ha infatto scritto anche quella di<br />

Duchamp (1996) e del Metropolitan di New York (Merchants and<br />

Masterpieces, 1970), mentre per la fine di ottobre è annunciato Lives of the<br />

Artists. Il suo libro più noto è Living Well is the Best Revenge (1971), indagine<br />

sulla coppia formata da Gerald e Sara Murphy e sulla comunità di espatriati in<br />

Francia nel periodo fra le due guerre mondiali. In italiano è stato tradotto soltanto<br />

Vite d'avanguardia (Costa & Nolan, 1983), con ritratti di John Cage, Leo<br />

Castelli, Christo, Merce Cunnigham, Philip Johnson e Andy Warhol. [m.e.g.]<br />

Medesima classe ma origini texane, Robert Rauschenberg è morto in Florida<br />

lo scorso maggio, chiudendo quasi definitivamente il Novecento artistico.<br />

Impossibile ricordare tutte le tappe della sua carriera, alla quale <strong>Exibart</strong> ha<br />

dedicato più di un approfondimento. Basti citare il Premio come miglior artista<br />

straniero alla Biennale di Venezia del 1964, quella della consacrazione dell'arte<br />

statunitense in e sull'Europa. E almeno un'opera, che gli riserva un posto d'onore<br />

nella storia dell'arte: Erased de Kooning drawing del 1963. L'ultima retrospettiva<br />

museale in Italia risale al 2004, al ferrarese Palazzo dei Diamanti.


46.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

riprendere berlino<br />

"Povera ma sexy", secondo l'ormai celebre definizione del sindaco Klaus Wowereit. Dopo un periodo di stanca, Berlino<br />

torna ad attrarre artisti da mezz'Europa. E si conferma una città frizzante, che sa celare i propri difetti, la lentezza nei<br />

lavori pubblici über alles, con una vivacità per nulla aderente allo stereotipo nordico. Specie quando ci s'inoltra underground...<br />

Per intraprendere un breve<br />

tour nelle lande della urban culture<br />

si può iniziare prenotando un<br />

mini-appartamento al Lux 11,<br />

design hotel firmato dagli architetti<br />

Claudio Silvestrin (quello della<br />

Fondazione Sandretto e dei negozi<br />

di Armani, per intenderci) &<br />

Giuliana Salmaso. Così sarete già<br />

in pieno Mitte.<br />

Nel quartiere che ospita gallerie<br />

come Eigen+Art e istituzioni<br />

come i KunstWerke - promotori<br />

della Biennale locale - hanno lo<br />

studio Fabio La Fauci e Daniele<br />

Sigalot, ai quali abbiamo chiesto<br />

di supportarci in questo itinerario<br />

ideale alla scoperta della street<br />

art più o meno propriamente<br />

detta. Perché loro in effetti nascono<br />

in pubblicità, in forza prima a<br />

Saatchi & Saatchi e poi in Grey. È<br />

così che vedono la luce Blue&Joy:<br />

"La colpa è di Pillitteri! La sede<br />

milanese di Grey era nella sua ex<br />

casa. Ed è lì che sono nati, in un<br />

momento deprimente dal punto di<br />

vista professionale, metereologico<br />

e sentimentale. Questa sinergia<br />

di sfighe ha creato il primo<br />

disegno di due pupazzi socialisti".<br />

Una prima fase ai "margini" del<br />

mondo dell'arte, tra adv, fumetti e<br />

web. Tanto che la prima mostra, a<br />

Barcellona nel 2005, è allestita in<br />

un negozio di abbigliamento.<br />

La scena è quella di un pop-underground<br />

che non ha nulla a che<br />

fare con certo velleitarismo e che<br />

non disdegna contatti con brand<br />

come Diesel. Anzi, la prima apparizione<br />

in grande Blue&Joy la<br />

fanno proprio sul Diesel Wall milanese,<br />

nel 2007. "Non veniamo<br />

dalla strada - anche se Fabio da<br />

ragazzo faceva graffiti - ma spesso<br />

è nato quest'equivoco.<br />

“<br />

E Berlino? Resta<br />

una vetrina affascinante<br />

Blue&Joy nascono come un<br />

fumetto e poi sono finiti in strada!".<br />

Così, anche se i due pupazzi<br />

si ritrovano sulle pagine di libri di<br />

street art, il punto è che "non c'è<br />

più un confine tra animazione,<br />

arte, architettura, design, moda,<br />

oggettistica...". Risultato: parlare<br />

di "purezza" diventa sempre più<br />

un discorso privo di fondamenta.<br />

Il tour inizia dal Mitte: "Qui c'è una<br />

specie di centro sociale di sei<br />

piani, il Tacheles. È una<br />

Kunsthaus, un posto dove gli artisti<br />

vivono e lavorano, con due piani<br />

dedicati alle mostre. Un posto da<br />

visitare assolutamente!". E poi ci<br />

sono almeno due gallerie legate<br />

alla scena urban, Circle Culture e<br />

ATM: "Con la prima siamo in contatto,<br />

forse faremo una mostra<br />

nel 2009. E poi c'è MK: stiamo<br />

corteggiando il direttore, gli mandiamo<br />

i fiori!". La Merry<br />

Karnowsky Gallery è una delle<br />

migliori gallerie del circondario,<br />

con una seconda sede a Los<br />

Angeles. E un paio di mesi fa ha<br />

proposto una mostra di Miss Van<br />

e Victor Castillo.<br />

Poco lontano c'erano un paio graffiti<br />

di Bansky, rimossi e pare<br />

"ceduti" a un collezionista privato.<br />

Ma sui muri restano giganteschi<br />

e anomali murales: "Hanno sponsor<br />

come Nike e Nokia", sottolineano<br />

Blue&Joy. "Sono lavori permanenti,<br />

pittorici, come le pubblicità<br />

della Coca Cola negli anni<br />

'50". Niente di più spurio. "Qui il linguaggio<br />

è più libero, libero dalla<br />

street art classica. Forse perché<br />

qui la storia del graffitismo è differente".<br />

Se occorresse ricordarlo,<br />

fino a un paio di decenni fa un<br />

muro divideva la città e, almeno<br />

da un lato, era ricoperto di colore:<br />

"Però è tenuto malissimo. È tutto<br />

un 'Maria ti amo'".<br />

Spostandosi in area anatolica, nel<br />

radical-chic Kreuzberg, le tracce<br />

di street culture si raccolgono<br />

intorno a Intoxicated Demons,<br />

uno spazio multiforme che è galleria,<br />

libreria, gadget-shop. Ma nel<br />

quartiere "c'è soprattutto un lavo-<br />

ro pazzesco di<br />

Blu", il fotografatissimo<br />

Backjump, "e<br />

altre cose<br />

sempre di Blu<br />

al ponte di<br />

Warschauerstrasse,<br />

vicino<br />

a un altro bellissimomurales<br />

della Nike".<br />

Così facendo<br />

siamo giunti<br />

sull'altra sponda<br />

della Sprea,<br />

direzione<br />

Friedrichshain,<br />

dove, al centro<br />

culturale Friedrichshoehe, in estate<br />

si è tenuta la prima edizione del<br />

festival Urban Affairs. Italiani: missing.<br />

Quanto all'editoria, nella capitale<br />

BLUE&JOY IN PARETE<br />

tedesca ha sede Die Gestalten<br />

Verlag, un must nel capo della<br />

grafica e dell'illustrazione. Per<br />

intenderci nuovamente, quelli che<br />

pubblicano i libri della Black<br />

Tripletta di mostre per i due pupazzi di pezza neo-berlinesi. Si comincia<br />

allo Spazio Tindaci di Padova (dal 17 settembre al 27 ottobre), segue<br />

la tappa svizzera a La Galleria di Lugano (dal 27 settembre al 25 ottobre),<br />

per finire a Milano presso Borgonuovo Eventi (dal 28 novembre al<br />

4 dicembre). I titoli? Cinici come sempre: Un fiasco dopo l'altro, Mi<br />

dispiace non può entrare e Greatest Failures.<br />

Market Gallery. "Loro sono i più,<br />

e basta", si infervorano Blue&Joy.<br />

"Con Tactile sono tornati alla semplicità,<br />

senza vettori e 3d. Loro<br />

prevedono e indicano la direzione.<br />

Anche per i vettori è stata colpa<br />

loro! Ma poi il discorso si è inflazionato,<br />

com'è capitato anche per le<br />

pubblicazioni di street art".<br />

Torniamo così all'arte di strada e<br />

ai due pupazzi. Che alla mostra<br />

del Pac di Milano sono arrivati, ça<br />

va sans dire, in extremis e come<br />

outsider: c'erano, ma sul catalogo<br />

non si vedono.<br />

in alto e a sinistra: Lo studio berlinese<br />

di Fabio La Fauci e Daniele<br />

Sigalot - photo Mario Teli<br />

in basso a sinistra: Un gigantesco<br />

murales di Blu nella capitale tedesca<br />

- photo bakenek0 @ flickr<br />

in basso a destra: Miss Van a<br />

Berlino - photo the bag in the bag<br />

@ flickr<br />

E Berlino? Resta una vetrina affascinante.<br />

Perché è più semplice<br />

mettersi in mostra dove i costi in<br />

generale, e degli immobili in particolare,<br />

sono ridotti. Ma il mercato<br />

stenta a decollare e le gallerie<br />

apri-e-chiudi proliferano. A chi però<br />

ha come obiettivo la flânerie, tutto<br />

ciò interessa relativamente.<br />

Se vi apprestate<br />

a fare una capatina<br />

in Germania, oltre a<br />

seguire i consigli di<br />

Blue&Joy potete<br />

armarvi di un paio d'altri<br />

spunti: Urban<br />

Illustration Berlin, la<br />

street art cityguide di<br />

Benjamin Wolbergs,<br />

con tanto di mappa,<br />

edita dalla californianamburghese<br />

Gingko<br />

Press; e Berlin Street<br />

Art 2 di Sven<br />

Zimmermann, stampato<br />

da Prestel, dove<br />

troverete pure una<br />

messe di utilissimi link.<br />

Troppa luce? Potete<br />

tornare sottoterra,<br />

magari facendovi ospitare<br />

nel bunker di<br />

Tobias Rehberger e<br />

Olafur Eliasson, oppure<br />

visitando quello che il pubblicitario<br />

Boros ha trasformato nella<br />

sede della propria collezione.<br />

Per chiudere in bellezza e ricercatezza,<br />

non fatevi mancare l'hamburger<br />

del White Trash Fast Food,<br />

arredato come un ristorante cinese<br />

qual era, e la conclusione in un<br />

club. Non il solito Tresor, ma quell'altro<br />

- sottoterra, va da sé - che<br />

apre un giorno al mese e dove<br />

suonano dj del calibro di Thomas<br />

Brinkmann. Chiedete in giro... <br />

[m. e. g.]


48.nuovi spazi <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ALI roma<br />

Un centro di formazione. Uno spazio per la performing-art. Una galleria espositiva per grandi progetti d'arte contemporanea internazionale. Il tutto dove? Ma in una grotta,<br />

naturalmente. Nei pressi del Colosseo. Scopriamo cos'è ALI...<br />

Cosa è Ali?<br />

A.L.I. è l'acronimo di Arts Learning<br />

Institute, dunque nasce dalla volontà di<br />

creare nel territorio romano un<br />

nuovo centro per le arti e l'apprendimento.<br />

A.L.I. è un progetto che si<br />

occupa di arte e cultura a trecentosessanta<br />

gradi: dal sostegno della<br />

giovane arte internazionale al design<br />

di ricerca e alla musica; dall'organizzazione<br />

di mostre temporanee, concerti<br />

e incontri con gli artisti alla realizzazione<br />

di corsi di alta formazione<br />

professionale sull'uso delle nuove<br />

tecnologie digitali in ambito artistico;<br />

dalla produzione e post-produzione<br />

video alla progettazione 3d.<br />

Chi siete?<br />

A.L.I. è un'iniziativa privata maturata<br />

dallo sforzo e dalla dedizione di due<br />

professionisti della cultura: Caterina<br />

Tomeo - storica dell'arte, Masters in<br />

Isabella Tupone. Chi sei?<br />

Mi sono laureata in Lingue e Letterature<br />

Straniere nel 2006 con una tesi su Bernard-<br />

Henri Lévy. Durante gli anni di studio universitario<br />

ho anche frequentato la Scuola Civica di Cinema,<br />

focalizzandomi in particolare su pre-produzione e<br />

sceneggiatura. Poco dopo la laurea ho fatto un'esperienza<br />

nel campo del marketing e della comunicazione<br />

in Barclays Bank. Grazie a questa esperienza<br />

ho avuto la possibilità di apprendere sul<br />

campo tecniche comunicative specifiche per il<br />

mantenimento dei rapporti con la clientela.<br />

Business Administration, specializzata<br />

in Economia e Gestione dei beni<br />

culturali, ha lavorato presso enti pubblici<br />

e privati come project manager,<br />

ha insegnato e diretto corsi di Alta<br />

Formazione della Regione Lazio -, e<br />

Gianluca Graziadio, storico del cinema<br />

e del teatro, ha lavorato come<br />

videomaker in produzioni cine-televisive<br />

in Italia e all'estero.<br />

Un cenno sulle vostre attività.<br />

Training e esposizioni. In che modo?<br />

info.<br />

Via di San Giovanni in Laterano, 228<br />

Tel 06 70040907<br />

info@ali-rome.com<br />

www.ali-rome.com<br />

da ottobre Tomas Saraceno a cura<br />

di Dobrila Denegri<br />

In famiglia già esisteva un'importante galleria<br />

d'arte, AR.CO.IT...<br />

Ho da sempre avuto passione ed interesse nell'attività<br />

materna. Durante gli studi ho partecipato<br />

all'attività di AR.CO.IT, occupandomi della creazione<br />

dei cataloghi e collaborando sul fronte della<br />

comunicazione con i clienti; la passione familiare<br />

si è tradotta oggi in vera attività lavorativa anche<br />

per me. AREA B nasce da questa passione.<br />

Area B è una galleria sui generis, ce ne parli?<br />

AREA B nasce in effetti "in seno" ad una realtà già<br />

esistente, quella di AR.CO.IT, che opera con successo<br />

nel campo dell'arte contemporanea da molti<br />

anni. Questa "affiliazione" è e sarà una grande risorsa,<br />

AREA B beneficia infatti di una struttura organizzativa<br />

ed operativa preesistente che riveste un<br />

ruolo chiave in questa fase di nascita della nuova<br />

attività. Inoltre, gli spazi messi a disposizione da<br />

A.L.I. è uno spazio<br />

polifunzionale,<br />

un'architettura virtuale<br />

all'interno<br />

della quale si svolgono<br />

molteplici attività<br />

culturali. A.L.I.<br />

ha aperto nel maggio<br />

2008 concentrandosi<br />

sul training<br />

attraverso l'ideazione di due corsi in<br />

progettazione 3d e quattro corsi di<br />

specializzazione in web design, professioni<br />

editoriali, regia televisiva e<br />

cinematografica, video editing e compositing,<br />

ammessi al catalogo interregionale<br />

dell'Alta Formazione. Lo<br />

spazio espositivo viene inaugurato a<br />

settembre con l'esibizione di un<br />

nuovo quartetto, Faces, formato da<br />

esponenti di primo piano della scena<br />

internazionale della musica di ricerca<br />

al confine e al di là di generi consoli-<br />

dati; ad ottobre con<br />

la personale di<br />

Tomas Saraceno,<br />

primo ospite del<br />

p r o g e t t o<br />

Multiverse.<br />

Directions for the<br />

world, a cura di<br />

Dobrila Denegri:<br />

una serie di mostre,<br />

performance, conferenze che vertono<br />

sui temi della molteplicità e universalità<br />

nel campo della creatività.<br />

Il vostro spazio espositivo si configurerà<br />

come una 'normale' galleria?<br />

Farete mercato, fiere e quant'altro?<br />

Su che tipo di clientela punterete?<br />

A.L.I. non vuole avere restrizioni, non<br />

è legata al rapporto commerciale tra<br />

gallerista e artista. L'obiettivo precipuo<br />

è premiare la ricerca e la speri-<br />

AR.CO.IT in via Cesare Balbo offrono una location<br />

sobria, accogliente ed inusuale per una galleria,<br />

ricordando le familiari atmosfere di un appartamento<br />

cittadino, diventato maison d'art.<br />

Vi siete riferiti ad una tipologia di spazio espositivo<br />

già presente altrove? A chi?<br />

Proprio a causa dell'immensa varietà di tipologie di<br />

spazi espositivi, non abbiamo sentito la necessità di<br />

riferirci a nessuno di questi. La nostra struttura<br />

vive ormai da tanti anni di una "vita propria", è fortemente<br />

caratterizzata da scelte architettoniche particolari,<br />

che le permettono di rifarsi solo a se stessa.<br />

L'ambiente è studiato per dare risalto alle opere<br />

esposte, il parquet chiaro dei pavimenti ed il rame<br />

scelto per alcuni dettagli riflettono la luce e contribuiscono<br />

ad illuminare le pareti candide e geometricamente<br />

cadenzate da nicchie che si alternano a<br />

grandi spazi. Il fatto che la galleria si trovi al primo<br />

mentazione, sostenere i giovani artisti<br />

emergenti fornendo loro i fondi e<br />

gli strumenti necessari per trasformare<br />

le idee in esperienze concrete<br />

e ricche di significato. Il mercato?<br />

Forse.<br />

Un cenno ai vostri locali. Di che<br />

tipologia di ambiente disponete per<br />

le esposizioni?<br />

Il locale è atipico, un’ex grotta nelle<br />

vicinanze del Colosseo con tre<br />

ambienti sfruttati al massimo per<br />

poter creare le diverse postazioni di<br />

lavoro e svolgere le differenti attività,<br />

tra cui quella espositiva. Lo spazio<br />

dedicato alle mostre è caratterizzato<br />

dalla luce proveniente dalle tre grandi<br />

finestre - che ha affascinato anche<br />

Tomas Saraceno - e dal contrasto<br />

tra i soffitti voltati a crociera, il bianco<br />

assoluto delle pareti e il pavimento<br />

in legno vintage, effetto optical.<br />

VOGHERA11 milano<br />

A metà strada tra il loft tipico milanese ed il workshop culturale in nome della contaminazione. Non poteva essere altrimenti per una galleria che si occupa d'arte contemporanea,<br />

ma che nasce in una zona a altissima vocazione design&fashion...<br />

Da quale tipo di pulsione commerciale<br />

e culturale nasce l'esperienza<br />

di Voghera11?<br />

Voghera11, nel cuore di Zona<br />

Tortona, si propone come<br />

luogo di identificazione, promozione<br />

e visibilità di giovani artisti.<br />

Luogo sperimentale e catalizzatore<br />

di differenti discipline<br />

che colgono nel nuovo spazio<br />

una ragione di contaminazione. La galleria è stata<br />

interpretata come loft ed è vissuta come workshop<br />

e spazio espositivo.<br />

Chi siete?<br />

Il team è composto da architetti e designers che,<br />

dopo aver intrapreso significative esperienze nell'ambito<br />

della progettazione, uniti dal comune interesse<br />

per l'arte e la ricerca contemporanea,<br />

Valeria De Simoni.<br />

Presentati! Qual è il tuo<br />

background professionale.<br />

Da dove vieni, da<br />

che tipo di studi, di esperienze?<br />

Laureata in<br />

Conservazioni dei Beni<br />

Culturali, dopo gli esordi<br />

professionali nel 2004<br />

presso l'ufficio stampa di<br />

Palazzo Ducale Spa,<br />

quando Genova era<br />

Capitale Europea della<br />

Cultura, e la collaborazione con<br />

Germano Celant in occasione della<br />

grande mostra Arti&Architettura<br />

1900/2000, ho lavorato per tre anni<br />

con Luca Beatrice come assistente<br />

curatore, immergendomi completa-<br />

Via Cesare Balbo, 3<br />

Paolo de Biasi dal 14 ottobre<br />

info.<br />

mente nel mondo dell'arte<br />

contemporanea. La<br />

passione per l'arte, cresciuta<br />

negli anni e alimentata<br />

dal contatto diretto<br />

con gli artisti e con gli<br />

"addetti ai lavori", è così<br />

sfociata nel progetto<br />

DAC.<br />

Quale sarà la mission<br />

della galleria? Giovani<br />

italiani o cos'altro?<br />

L'attività della galleria sarà<br />

incentrata sulla promozione di giovani<br />

artisti italiani e stranieri, privilegiando<br />

la presentazione di progetti individuali<br />

studiati ad hoc per lo spazio espositivo.<br />

Tra i generi proposti: fotografia, disegno,<br />

pittura e video.<br />

hanno deciso di intraprendere<br />

una nuova sfida. In questo contesto<br />

nasce l'idea di creare un<br />

nuovo concept di galleria, sperimentale<br />

e più flessibile alle<br />

nuove esigenze culturali e di<br />

mercato.<br />

La zona dove andrete ad aprire<br />

è stata fino ad oggi quasi<br />

solo destinata al design. Magari alla moda. Cosa<br />

vi fa pensare che si aprirà anche come polo di<br />

arte contemporanea? Il cantiere della Città della<br />

Cultura all'ex Ansaldo fa ben sperare?<br />

Non solo! Ci sembra che il successo riscontrato<br />

dal (con)TemporaryArt, che si propone con frequenza<br />

semestrale, tenda ad identificare questa<br />

zona tra via Tortona e via Savona come evento<br />

principale non solo del fuori-Miart ma anche<br />

DAC genova<br />

DAC come De Simoni Arte Contemporanea. De Simoni è lei, Valeria. Gavetta all'ufficio stampa del genovese Palazzo Ducale, un percorso professionale assieme a Luca<br />

Beatrice e ora questo nuovo progetto. Dedicato alla giovane arte italiana e non solo...<br />

Inaugurate nell'ambito di start, l'apertura<br />

autunnale collettiva di tutte<br />

le gallerie della Superba. Quali sono i<br />

rapporti con i colleghi?<br />

I galleristi genovesi si sono dimostrati<br />

estremamente disponibili. Attenti alle<br />

realtà emergenti e alle iniziative dei giovani,<br />

hanno invitato la DAC a partecipare<br />

all'associazione START, all'omonimo<br />

vernissage della stagione espositiva e<br />

ai numerosi eventi successivi. Questo<br />

clima di forte collaborazione e grande<br />

fermento culturale ben si presta alla<br />

nascita e allo sviluppo di nuovi progetti.<br />

Di che locali disponete?<br />

La galleria è situata nel centro storico<br />

della città, a pochi minuti dall'Acquario,<br />

dalla zona del Porto Antico e dai<br />

Palazzi dei Rolli. Piazzetta Barisone,<br />

come progetto artistico e curatoriale temporaneo<br />

di rilievo. La galleria si allinea allo spirito fuoriistituzionale,<br />

proponendo giovani artisti esordienti<br />

e proponendosi come location del circuito del<br />

(con)TemporaryArt. Nella zona, inoltre, sono nate<br />

numerose gallerie e spazi flessibili in grado di ospitare<br />

eventi di carattere internazionale.<br />

I vostri spazi?<br />

La galleria è un loft minimale di circa cento metri<br />

quadri che rievoca l'atmosfera informale degli<br />

spazi espositivi newyorchesi degli anni '80. Per il<br />

carattere distributivo degli spazi, è particolarmente<br />

predisposta ad allestimenti di video-arte ed<br />

installazioni site specific.<br />

Qualche anticipazione sui prossimi eventi, dopo<br />

la personale inaugurale di Daniela Montanari.<br />

La personale di pittura iperrealista di Daniela<br />

dove ha sede la DAC, è un minuscolo<br />

slargo all'interno dell'intricata rete dei<br />

caruggi genovesi. Un luogo suggestivo,<br />

carico di contrasti, nato dalla sovrapposizione<br />

di tante diverse stagioni storiche.<br />

Ex studio d'artista, la galleria è<br />

un fondo che si sviluppa in tre ampi<br />

vani voltati a botte per un totale di<br />

circa centoventi metri quadri. La disposizione<br />

e la dimensione delle sale sono<br />

adatte a presentare progetti individuali,<br />

collettivi e interventi site specific.<br />

Qualche anticipazione sul prosieguo<br />

della stagione 2008\2009. Quali<br />

progetti in cantiere dopo la mostra<br />

inaugurale?<br />

La programmazione della DAC prevede<br />

circa cinque mostre all'anno in sede<br />

e numerosi progetti e collaborazioni<br />

Montanari, dal 10 al 16 novembre, ha l'obiettivo<br />

di indagare le possibilità di come questa corrente<br />

pittorica si possa discostare dalla manieristica<br />

ricerca del reale. In linea con questa impostazione<br />

curatoriale proporremo altri interessanti e<br />

validi esponenti della nuova pittura italiana ed<br />

internazionale. Inoltre all'interno della programmazione<br />

del 2009 è prevista anche una collettiva<br />

di esponenti dell'urban art e recycling style.<br />

Via Voghera, 11<br />

Tel/Fax 02 39811630<br />

info@voghera11.com<br />

www.voghera11.com<br />

dal 10 novembre<br />

"Pelle" personale di Daniela Montanari<br />

con enti pubblici e privati anche stranieri.<br />

Dopo la mostra inaugurale di<br />

Silvia Chiarini, si terrà la personale di<br />

Silvia Noferi, giovane fotografa fiorentina<br />

dalla poetica raffinata ed evocativa,<br />

cui seguirà nel 2009 la personale di<br />

Daniela Carati, fotografa di origini bolognesi<br />

ma genovese d'adozione, che utilizza<br />

il mezzo fotografico per indagare<br />

inquietudini e contraddizioni della<br />

società contemporanea.<br />

info.<br />

Piazzetta Barisone, 2r - angolo via<br />

Delle Grazie<br />

valeria.desimoni@libero.it<br />

www.galleriadac.com<br />

dal 9 ottobre Silvia Chiarini<br />

AREA B milano<br />

Una figlia d'arte, Isabella Tupone. Dopo una laurea in letteratura straniera ed esperienze svariate dal cinema al marketing, rieccola tornare alla passione di casa. Con una<br />

nuova creatura che si 'annida' dentro alla corazzata galleristica di famiglia...<br />

info.<br />

piano conferisce un'allure salottiera e rilassante.<br />

AREA B ed AR.CO.IT collaborano quindi anche dal<br />

punto di vista della condivisione dello spazio.<br />

Sarà sempre così?<br />

Per il futuro ci riserviamo la possibilità di cercare<br />

una location esclusivamente dedicata ad<br />

AREA B, che possa caratterizzare ancora di più<br />

la nuova attività.<br />

Qualcosa sui prossimi appuntamenti da voi?<br />

In autunno proporremo una mostra personale<br />

di un artista veneto, Paolo de Biasi, più volte<br />

finalista al Premio Celeste. Per la stagione<br />

invernale invece abbiamo pensato ad una personale<br />

di Massimo Gurnari presso i nostri<br />

spazi. E quasi contemporaneamente saremo<br />

ospitati presso gli spazi di Giacomo Manoukian<br />

in Brera, per una personale di Siva.


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> nuovi spazi.49<br />

SCHIAVO MAZZONIS roma<br />

Non si sa ancora di preciso quando e con cosa apriranno. Quello che si sa per certo è che inaugureranno in autunno, nel cuore di Roma. E che si tratterà, senza ombra di<br />

dubbio, della galleria newcomer più attesa alla ripresa della stagione espositiva...<br />

Costanza Mazzonis e Federica<br />

Schiavo. Innanzitutto diteci chi<br />

siete e da che tipo di storia personale<br />

provenite.<br />

Dopo avere cominciato da Barbara<br />

Gladstone a New York, e in seguito con<br />

un master specialistico in arte contemporanea<br />

da Christie's Londra,<br />

Costanza Mazzonis (Roma, 1977) è<br />

stata direttrice della galleria Anthony<br />

Reynolds per tre anni, nella stessa<br />

Londra. Ritrasferitasi in Italia, con sede<br />

a Roma, ha diretto la galleria<br />

Magazzino d'Arte Moderna, dall'ottobre<br />

2006 all'aprile 2008. Federica<br />

Schiavo (Salerno, 1974), giovane professionista<br />

con una formazione sia in<br />

economia che successivamente in storia<br />

dell'arte, ha lavorato per Marina<br />

Wallace e Martin Kemp al progetto<br />

Universal Leonardo e per alcune delle<br />

mostre realizzate dalla Wallace/Kemp<br />

Artakt a Londra. Successivamente ha<br />

collaborato per due anni con la Galleria<br />

Monica De Cardenas di Milano e negli<br />

ultimi tre anni è stata responsabile del<br />

dipartimento curatoriale dell'Hangar<br />

Bienne come le iniziali dei vostri due cognomi:<br />

Balestrieri (Ivano) e Negroni (Bianca). Da che<br />

tipo di esperienze precedenti provenite?<br />

Le mie esperienze e quelle di Ivano nascono da<br />

due formazioni culturali differenti: la mia artistica,<br />

con particolare riferimento al restauro conservativo<br />

di opere d'arte, di antiquariato e di tutto ciò<br />

che è legato al mondo delle cornici antiche; mentre<br />

Ivano è legato unicamente ai vetri veneziani<br />

del Novecento ed agli artisti contemporanei che<br />

si dedicano all'arte vetraria muranese.<br />

Come vi siete incontrati per far nascere questa<br />

nuova avventura?<br />

La nostra fusione nasce dall'entusiasmo propo-<br />

Bicocca di Milano realizzando mostre<br />

personali e collettive con artisti del calibro<br />

di Mark Wallinger, Marina<br />

Abramovic, Lucy and Jorge Orta, Fabio<br />

Mauri, Jenny Holzer, Kutlug Ataman,<br />

William Kentridge, Daniele Puppi...<br />

Quale sarà la mission di<br />

SchiavoMazzonis? Su cosa concentrerà<br />

il suo focus la galleria?<br />

La galleria si propone di costruire nel<br />

tempo un solido gruppo di artisti della<br />

nostra stessa generazione, cercando di<br />

mettere in luce le principali ricerche del<br />

panorama internazionale in un dialogo<br />

serrato tra le diverse culture. La volontà<br />

è naturalmente di instaurare un dialogo<br />

sitivo di sperimentare questo nuovo argomento:<br />

"dall'arte al design". Io e Ivano ci conosciamo<br />

da diversi anni e come spesso accade ci eravamo<br />

persi di vista; ci siamo ritrovati quasi casualmente<br />

ad una cena in un ristorante genovese e<br />

qui abbiamo messo le basi della nostra nuova<br />

avventura.<br />

Sarzana è una cittadina di provincia, ma collocata<br />

in una zona strategica. E già ospita gallerie<br />

importanti. Perché l'avete scelta?<br />

Sarzana per noi è solo un punto di partenza ed è<br />

collocata in una zona strategica sopratutto per il<br />

periodo estivo per le innumerevoli manifestazioni<br />

che si svolgono in questa città. Abbiamo intenzio-<br />

diretto con gli artisti stessi, di promuovere<br />

il lavoro qui così come all'estero e<br />

di sponsorizzare progetti, anche al di<br />

fuori dello spazio fisico della galleria.<br />

Con la professionalità di entrambe,<br />

acquisita in anni di esperienze lavorative<br />

internazionali, ci auguriamo di poter<br />

dare in futuro un contributo al panorama<br />

artistico romano e non solo, e di<br />

contribuire alla promozione di giovani<br />

artisti sul territorio.<br />

Si parla di crisi economica, di crisi<br />

delle borse, di depressione diffusa.<br />

Perché avete reputato questo un<br />

momento corretto per aprire un<br />

nuovo spazio?<br />

Quando si fa una scelta di un certo tipo<br />

significa che sono entrate in concorso<br />

una serie di circostanze che hanno<br />

reso possibile metterla in atto, a prescindere<br />

da altri fattori. La situazione<br />

economica al momento non è certo idilliaca,<br />

la crisi c'è e probabilmente a brevissimo<br />

termine peggiorerà, ma in due<br />

o tre anni le cose dovrebbero migliorare.<br />

E il progetto di una galleria è senz'al-<br />

tro a lunga scadenza. Se poi dobbiamo<br />

trovare un aspetto positivo in tutto ciò,<br />

si potrebbe azzardare che allentare un<br />

po' l'eccessiva pressione sugli artisti e<br />

sui compratori potrebbe risultare salutare<br />

per tutto il sistema dell'arte. Per<br />

noi sarà un ulteriore sprone a cercar di<br />

fare del nostro meglio.<br />

Puntate fin da subito alle grandi fiere<br />

nazionali ed internazionali?<br />

L'intenzione è senz'altro quella di avere<br />

una presenza alle fiere in tempi brevi.<br />

Intendendo privilegiare, sia per necessità<br />

che per scelta di campo, quelle giovani<br />

e di proposta. Al giorno d'oggi crediamo<br />

sia di fondamentale importanza<br />

cercare al più presto di crearsi un<br />

nome anche all'estero, sia ai fini di mercato<br />

che per poter assicurare ai propri<br />

Piazza di Montevecchio<br />

info@schiavomazzonis.com<br />

www.schiavomazzonis.com<br />

ne di sviluppare ed aprire il prima possibile anche<br />

uno spazio espositivo a Varese.<br />

Di cosa si occuperà la galleria? Quale sarà la<br />

mission che si vorrà dare? Insomma, quali<br />

saranno i vostri contenuti?<br />

Il tema che vorremo sviluppare è quello tra arte e<br />

design. Riteniamo che il confine tra l'artista e il<br />

info.<br />

artisti una visibilità maggiore, e la<br />

potenzialità di rapporti con altre gallerie<br />

e con la critica internazionale.<br />

Di che genere di locali disponete?<br />

La galleria si trova a piazza<br />

Montevecchio, piccola ed incuneata tra<br />

via della Pace e via dei Coronari. Si tratta<br />

di centoquaranta metri quadri suddivisi<br />

in tre spazi espositivi ed un ufficio.<br />

Uno spazio quindi articolato che richiede<br />

l'esplorazione fisica da parte del visitatore<br />

e la sua attiva scoperta dell'intervento<br />

artistico presentato. L'artista,<br />

d'altra parte, è invitato a lavorare quanto<br />

più possibile sull'idea di site-specific,<br />

entrando in dialogo con lo spazio della<br />

galleria ma anche con il contesto quotidiano<br />

nella quale è inserita (il luogo è<br />

vicino alla tradizione romana del laboratorio<br />

artigianale e della piazza salotto,<br />

ritrovo degli artisti, distante dall'idea di<br />

"white cube"). Ci auguriamo che lo spazio<br />

e la città diventino quindi complici<br />

degli artisti, influenzando le strutture<br />

formali delle opere o quantomeno la<br />

percezione delle stesse.<br />

BIENNEARTE sarzana - sp<br />

Due amici che, come tanti, si perdono di vista. L'una dedicata al restauro conservativo delle opere d'arte. L'altro focalizzato sui vetri veneziani. Poi l'incontro casuale. E la<br />

decisione di mettersi a fare i galleristi. Sul confine tra arte e design…<br />

Tel 328 5641452<br />

www.biennearte.com<br />

info@biennearte.com<br />

info.<br />

designer sia sottile e che molte volte venga varcato<br />

da entrambi. Vorremmo poter sviluppare progetti<br />

legati a questi due mondi percorrendo esperienze<br />

diverse ma parallele tra loro.<br />

Un cenno ai vostri spazi espositivi. Di che<br />

ambienti disponete?<br />

La galleria di Sarzana è situata in uno stabile<br />

del XIV secolo ed è articolata in quattro sale di<br />

particolare fascino. Dopo un intervento di<br />

ristrutturazione ed un particolare allestimento<br />

da parte di Bianca siamo riusciti ad evidenziare<br />

le caratteristiche storiche dell'ambiente, un<br />

vecchio forno, e a mettere in particolare evidenza<br />

gli oggetti esposti.


52.déjà vu <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

MILANO.<br />

Piero Guccione<br />

Una pittura filosofica e interiore, ma<br />

sempre vicina alla natura. Ecco come<br />

la fedeltà mimetica non giunge mai a<br />

stridere con la dimensione esistenziale.<br />

Poeticamente assorta, insistentemente<br />

evocativa...<br />

"Nel mio lavoro, di<br />

solito, il significato<br />

non è la molla che<br />

fa scattare l'immagine<br />

né la gioia di<br />

inseguirla. È la<br />

seduzione dell'oggetto<br />

l'elemento<br />

primario: la sua<br />

pregnanza fisica e<br />

figurale che in genere mi spinge a tentarne<br />

l'interpretazione e a darne visione".<br />

Le parole di Piero Guccione (Scicli,<br />

Ragusa, 1935) tratteggiano una missione<br />

artistica che, pur trovando nella<br />

natura la sua fonte prediletta, da quest'ultima<br />

si emancipa per non ridursi a<br />

mera pittura realistica e trovar forza<br />

nella sensibilità lirica, intimista, senza<br />

con ciò sfociare nell'astrazione.<br />

È proprio a una personalità così varia e<br />

complessa che la mostra ideata da<br />

Vittorio Sgarbi vuole rendere omaggio,<br />

ripercorrendo quasi interamente - con<br />

una selezione di circa ottanta opere<br />

realizzate nelle tecniche dell'olio su tela<br />

e del pastello su carta - l'evoluzione<br />

espressiva del siciliano. È nel fermento<br />

dell'ambiente romano dei primi anni<br />

'60, dove la militanza nel gruppo Il Pro<br />

e il Contro conduce il pittore a una<br />

sapiente padronanza tecnica, ma dal<br />

taglio modernamente innovativo, che<br />

nascono i paesaggi "modernizzati" -<br />

impropriamente accostati alle esperienze<br />

della Pop Art italiana e ad artisti<br />

come Schifano e Arcangeli, che<br />

hanno invece optato per un'arte estroflessa<br />

- caratterizzati da scenari naturali<br />

di sapore antico, memori dell'eredità<br />

classica, e tuttavia contaminati dai<br />

segni ingombranti dell'industrializzazione,<br />

come Erice (1963) e Aereo sulla<br />

città (1966). Risalgono agli anni '70 le<br />

tele in cui Guccione, ritornato a Scicli e,<br />

immerso nel paesaggio mediterraneo,<br />

mitico e idilliaco, si lascia rapire dalla<br />

contemplazione di una natura che<br />

diviene il pretesto essenziale per<br />

lasciarsi pervadere dal sentimento dell'assoluto:<br />

è datato 1971 il meditabondo<br />

Autoritratto nel paesaggio, dove<br />

l'artista, ripreso di scorcio, getta il proprio<br />

sguardo sull'indefinita distesa<br />

verde e in essa si disperde, a tradire<br />

un panteismo dalle risonanze ataviche.<br />

Degna di menzione è la serie dei d'après,<br />

grazie alla quale l'artista ha modo<br />

di confrontarsi con maestri del passato<br />

quali Michelangelo, Caravaggio,<br />

Giorgione: basti citare il sublime Dal<br />

giudizio di Michelangelo (1999), in cui<br />

le figure risultano come sospese tra<br />

rivelazione e dissolvenza, presenza e<br />

parvenza. È in opere come L'ombra e<br />

l'ibisco su fondo grigio (1994) che,<br />

invece, Guccione insiste su una natura<br />

sempre più rarefatta, quasi generata<br />

da geometrie essenziali, queste ultime<br />

accentuate dal taglio fotografico delle<br />

inquadrature, attento a esaltare significati<br />

simbolici. Curioso che la mostra<br />

milanese, tesa a ripercorrere in senso<br />

cronologico il vasto corpus di opere<br />

dell'artista, si concluda proprio laddove<br />

ha avuto inizio o, meglio, si apra laddove<br />

dovrebbe concludersi: scelta questa<br />

assai felice perché, una volta esaurito il<br />

percorso espositivo, si può intraprendere<br />

nuovamente il cammino a partire<br />

dagli ultimi lavori di Guccione che,<br />

sedotto dal Romanticismo, oscilla tra<br />

sublime nordico e infinito mediterraneo,<br />

per approdare ai paesaggi siculi<br />

dalle atmosfere silenti e sospese, a<br />

riecheggiare toni metafisici e segnatamente<br />

morandiani.<br />

Un Guccione al quale si potrebbero<br />

facilmente lasciar pronunciare i versi<br />

leopardiani: "Così tra questa immensità<br />

s'annega il pensier mio: e il naufragar<br />

m'è dolce in questo mare".<br />

Palazzo Reale<br />

[alessandra nappo]<br />

Piero Guccione - Opere 1963-2008<br />

a cura di Vittorio Sgarbi<br />

piazza duomo, 12<br />

Tel 02 80509362<br />

www.comune.milano.it/palazzoreale<br />

Catalogo Skira<br />

MILANO.<br />

Conrad Marca-Relli<br />

Un protagonista spesso trascurato<br />

dell'Espressionismo Astratto. Da<br />

riscoprire e approfondire. Che coniuga<br />

e fa dialogare alla perfezione l'estetica<br />

americana e quella europea...<br />

Difficile trovare<br />

il nome<br />

di Conrad<br />

Marca-Relli<br />

(Boston,<br />

1913 -<br />

Parma,<br />

2000) associato a quelli di Pollock,<br />

Gorky o De Kooning. Eppure egli ha<br />

condiviso con loro alcune delle tappe<br />

dell'epopea dell'Espressionismo<br />

Astratto, partecipando tra l'altro, nel<br />

1951, al Ninth Street Show, storica<br />

mostra del movimento, e dipingendo<br />

nel 1956 The death of Jackson<br />

Pollock, dopo esser stato chiamato a<br />

riconoscere il cadavere del grande pittore.<br />

Suona come un risarcimento a<br />

un protagonista talvolta trascurato,<br />

dunque, la grande mostra alla Rotonda<br />

della Besana. E, osservando le opere,<br />

si capisce quanto questo risarcimento<br />

fosse utile e necessario. I lavori di<br />

Marca-Relli regalano la straordinaria<br />

opportunità di veder coniugate l'estetica<br />

statunitense ed europea del secondo<br />

dopoguerra. Proprio quando l'egemonia<br />

dell'impero artistico mondiale<br />

passa dal Vecchio continente all'altra<br />

sponda dell'Atlantico, l'artista non<br />

dimentica le sue origini europee, italiane<br />

per la precisione. Notevoli già le<br />

prove giovanili in mostra a Milano, in<br />

cui Marca-Relli cerca la propria strada,<br />

ispirandosi convulsamente alle varie<br />

correnti dell'epoca, com'è normale per<br />

un esordiente. Ma l'autonomia arriva<br />

all'inizio degli anni '50, ed è un gioco<br />

notevole di sintesi e sottrazione. Di<br />

Espressionismo Astratto nel senso<br />

canonico del termine c'è poco, in<br />

mostra e nel corpus dell'artista. Le<br />

forme istintive si organizzano ben presto<br />

in una struttura articolatissima ma<br />

estremamente coerente, eseguita con<br />

il collage. Pezzi di tela e metallo si<br />

assemblano e si saldano, i vari lacerti<br />

si compenetrano ma allo stesso<br />

tempo rimangono distinti, e così i loro<br />

contorni definiscono un movimento<br />

sinuoso e controllato. La sapienza della<br />

composizione è decisamente spiccata,<br />

altro tratto europeo della poetica dell'artista.<br />

La parte centrale della mostra<br />

è la più sorprendente. I numerosi viaggi<br />

in Italia compiuti negli anni '60 determinano<br />

un dialogo fecondo con i migliori<br />

avanguardisti dell'epoca. Lo spettatore<br />

si può divertire a riconoscere nei<br />

singoli quadri le influenze di Burri, Afro,<br />

Consagra, Vedova e altri. È proprio qui<br />

che si mescolano l'arte americana del<br />

secondo dopoguerra e il suo superamento,<br />

determinato dall'incontro con<br />

la riscoperta di quella europea. La<br />

coerenza di Marca-Relli negli anni successivi<br />

è ammirevole, anche se toglie<br />

qualcosa alla godibilità della mostra,<br />

introducendo un po' di ripetitività. Ma le<br />

continue combinazioni e permutazioni<br />

riservano comunque sorprese e l'allestimento<br />

crea un panorama d'insieme<br />

avvolgente e in qualche modo rassicurante,<br />

anche se sempre stimolante.<br />

Fino agli ultimi due quadri del percorso,<br />

straordinari per l'intensità dimostrata<br />

dall'artista all'età di ottantaquattro<br />

anni, tre anni prima della morte, avvenuta<br />

dopo il trasferimento definitivo a<br />

Parma, alla ricerca delle proprie origini<br />

italiane. Marca-Relli è dunque un protagonista<br />

"minore", se comparato a<br />

giganti come Pollock, Rothko e Kline.<br />

Ma è un protagonista che vale decisamente<br />

la pena di conoscere e approfondire.<br />

[stefano castelli]<br />

Rotonda della Besana<br />

fino al 28 settembre 2008<br />

Conrad Marca-Relli<br />

a cura di David Anfam<br />

Rotonda della Besana<br />

via Besana, 15 (zona porta vittoria)<br />

lunedì ore 14.30-19.30<br />

da mar. a dom. ore 9.30-19.30<br />

gio. ore 9.30-22.30<br />

biglietto intero 5,00 euro; ridotto 3,00<br />

Tel 02 88465677<br />

www.comune.milano.it/palazzoreale<br />

Catalogo Bruno Alfieri<br />

VENEZIA.<br />

Coming of Age<br />

La lunga corsa dell'arte americana alla<br />

conquista della scena mondiale. Dal<br />

riscatto del paesaggio al superamento<br />

delle avanguardie. Una mostra che sottolinea<br />

le linee di continuità che hanno<br />

portato l'arte statunitense alla maturità...<br />

Nell'America<br />

del XVIII secolo<br />

non c'era<br />

spazio per le<br />

arti, ritenute<br />

superflue<br />

"bagatelle" e guardate con sospetto<br />

dalla classe dirigente. Per lungo<br />

tempo, la cultura fu per gli americani<br />

qualcosa di inevitabilmente europeo e<br />

la "guerra" d'indipendenza dell'arte<br />

americana fu destinata a durare ben<br />

più a lungo di quella per l'emancipazione<br />

politica. Alla Peggy Guggenheim<br />

Collection una mostra si sofferma su<br />

questo percorso, attraverso opere<br />

della Addison Gallery of American Art.<br />

La questione della necessità di costituire<br />

un'identità artistica americana<br />

nasce intorno agli anni '40 del XIX<br />

secolo e si traduce, per gli artisti della<br />

Hudson River School, nell'esortazione<br />

a prendere ispirazione direttamente<br />

dagli scenari della propria terra. Le<br />

grandi praterie e gli spazi incontaminati<br />

offrivano soggetti originali e ancora<br />

inesplorati allo sguardo, ben lontani dai<br />

paesaggi addomesticati e innocui del<br />

Vecchio continente. È soprattutto nei<br />

quadri di George Inness che la natura<br />

si rivela in tutta la sua forza, facendosi<br />

pura emozione. Lungo questa linea, si<br />

affermeranno i tratti più ruvidi della pittura<br />

di Winslow Homer, come in<br />

Cambio della guardia e nel Vento dell'ovest,<br />

espressione di quel carattere<br />

"virile" della pittura americana, esaltato<br />

dalla critica statunitense di fine secolo,<br />

in contrapposizione alla "femminilità"<br />

d'oltreoceano. Ma è attorno agli anni<br />

'10 del nuovo secolo che l'arte americana<br />

inizia a ridurre davvero il gap nei<br />

confronti di quella europea, conoscendo,<br />

assimilando e partecipando direttamente<br />

alla scena artistica contemporanea.<br />

Grazie alla Galleria 291 di<br />

Alfred Stiegliz, New York si apre alla<br />

conoscenza delle opere del modernismo,<br />

qualche anno in anticipo rispetto<br />

all'evento epocale dell'Armory Show<br />

che, nel 1913, metterà in contatto<br />

pubblico e collezionisti americani con<br />

gli sviluppi più innovativi dell'arte europea.<br />

La griglia cubista, l'astrazione di<br />

de Stijl, la libertà del colore di Matisse<br />

verranno rapidamente assimilati e<br />

lasceranno un segno nell'arte americana,<br />

arrivando a fondersi con i caratteri<br />

autoctoni già presenti, come il realismo<br />

della scuola di Robert Henri, nelle<br />

rarefatte geometrie cittadine di<br />

Manhattan Bridge Loop di Edward<br />

Hopper o in quelle più dinamiche delle<br />

architetture industriali della<br />

Ballardvale di Charles Scheeler. Nelle<br />

ultime sale, la linea di sviluppo cronologico<br />

tracciata dalla mostra sembra<br />

perdere di coesione. L'intersecarsi di<br />

produzioni di periodi diversi e di artisti<br />

di provenienze eterogenee, anche<br />

extra-americane, rappresentano un<br />

terreno di coltura difficilmente definibile<br />

come "americano", ma comunque<br />

fondamentale alla crescita degli artisti<br />

che porteranno gli Stati Uniti al centro<br />

della scena artistica mondiale. In chiusura,<br />

il trionfo dell'arte americana è<br />

rappresentato da quello che, nonostante<br />

le eclatanti assenze di Barnett<br />

Newman, Marc Rothko e Bob<br />

Rauschemberg, appare come il gotha<br />

dell'arte degli anni '50, dalle sculture di<br />

Calder e David Smith ai dipinti di<br />

Pollock e Frank Stella.<br />

[stefano mazzoni]<br />

Collezione Peggy Guggenheim<br />

fino al 12 ottobre 2008<br />

Coming of Age.<br />

Arte americana dal 1850 al 1950<br />

a cura di William C. Agee e Susan<br />

C. Faxon<br />

dorsoduro 701 (zona accademia)<br />

da mercoledì a lunedì ore 10-18<br />

biglietto intero 10,00 euro; ridotti 8/5 euro<br />

Tel 041 2405411 Fax 041 5206885<br />

info@guggenheim-venice.it<br />

www.guggenheim-venice.it<br />

Catalogo Skira/Yale University Press<br />

VENEZIA. AGLIÈ (TO).<br />

Gregor Schneider<br />

Scultura Natura.<br />

Una mostra per raccontare un'ope-<br />

Oriente Occidente<br />

ra che non sarà mai realizzata.<br />

Perché troppo simile alla Ka'ba a La<br />

Mecca. Perché troppo a rischio terrorismo<br />

per una città bomboniera<br />

come Venezia. Un'occasione sprecata?<br />

Tutt'altro...<br />

La spiritualità orientale trova un<br />

luogo silenzioso in cui manifestare la<br />

sua tensione verso le voci degli elementi<br />

naturali. In un incontro con la<br />

scultura occidentale e in totale integrazione<br />

col paesaggio...<br />

Talvolta la verginità di pensiero è un<br />

buon approccio per il visitatore di<br />

una mostra, com'è il caso della personale<br />

veneziana di Gregor<br />

Schneider (Rheydt, 1969). Basta<br />

dimenticare le polemiche prima e<br />

durante la Biennale del 2005, l'idea<br />

della Ka'ba e quant'altro, per lasciar<br />

spazio all'esperienza individuale: si è<br />

così accolti dal portone della<br />

Bevilacqua La Masa, dipinto di nero,<br />

che prelude ed enuncia la successiva<br />

completa oscurità. Si entra infatti<br />

in un budello in cui è letteralmente<br />

impossibile vedere, e i rumori - a<br />

cominciare da quello dei nostri passi<br />

o della nostra voce - sono attutiti fino<br />

quasi al silenzio. È uno spazio in cui<br />

mancano i riferimenti cartesiani cui<br />

siamo quotidianamente abituati, al<br />

punto di essere costretti a misurare<br />

i movimenti con le mani alle pareti,<br />

chiusi in una vagina buia a metà<br />

strada tra accogliente spazio fetale<br />

e claustrofobico contenitore di vuoto<br />

filosofico, in bilico tra curiosità e primordiale<br />

paura del buio. Poi, come<br />

un brutto sogno da cui usciamo<br />

accendendo un'abat-jour, ecco una<br />

luce flebile che annuncia il ritorno a<br />

un luogo in cui si può esercitare la<br />

facoltà della vista. Potrebbe finire qui<br />

la mostra, in maniera inaspettata,<br />

decisa, asciutta, provocatoria.<br />

Un'esperienza forte, una magistrale<br />

e teatrale Gesamtkunstwerk, da<br />

esperire tutta d'un fiato, lasciando<br />

poi a visitatori e critici il senso del<br />

vuoto unito allo smarrimento, con lo<br />

stile raffinatissimo con cui<br />

Schneider ci ha abituati sin dalla<br />

Haus Ur (e che gli è valso, pur giovanissimo,<br />

il Leone d'Oro alle Biennale<br />

del 2001). Ciò che segue è infatti la<br />

documentazione dell'arcinoto e<br />

irrealizzato progetto Cube Venice,<br />

con tanto di maquette e foto, unito a<br />

un video che ne testimonia, in visione<br />

notturna, l'effettiva realizzazione a<br />

Berlino. La sensazione è quella di<br />

una grande caduta emozionale, un<br />

climax discendente che fa torto a<br />

una ouverture così strepitosa. La<br />

tensione declina verso un didascalico<br />

déjà-vu che racconta il lavoro preparatorio<br />

fatto dall'artista sul cubo<br />

nero, unito alle risapute difficoltà di<br />

portare a compimento il progetto, la<br />

cui realizzazione - per timore di atti<br />

di terrorismo - non venne mai presa<br />

in considerazione da parte del vecchio<br />

sindaco lagunare e nemmeno<br />

da quello attuale (come riferisce<br />

curiosamente nel testo in catalogo<br />

la curatrice Angela Vettese). Di interesse<br />

l'ultima sezione della mostra,<br />

che presenta alcune delle foto di<br />

ambienti e di opere di grande dimensione<br />

di Schneider, e soprattutto<br />

alcuni dei suoi video più interessanti,<br />

tra cui quello, assolutamente da<br />

vedere, della passeggiata al buio nei<br />

sotterranei della Fondazione Morra<br />

Greco.<br />

[daniele capra]<br />

Fondazione Bevilacqua La Masa -<br />

Galleria di Piazza San Marco<br />

Gregor Schneider - Cube Venice<br />

a cura di Angela Vettese<br />

e Stefano Coletto<br />

piazza san marco 71/c<br />

Tel 041 5237819<br />

info@bevilacqualamasa.it<br />

www.bevilacqualamasa.it<br />

Catalogo Electa<br />

L'immenso parco di<br />

Agliè, in cui la rigogliosa<br />

natura si stratifica<br />

alle fasi storiche attraversate<br />

della tenuta,<br />

offre continue scoperte<br />

di scorci incontaminati<br />

e diviene la sede<br />

idonea a ospitare nuovamente - siamo<br />

alla terza edizione - la Biennale di scultura<br />

all'aperto curata da Luciano<br />

Caramel. Quest'anno l'evento propone<br />

trentadue artisti e un interessante<br />

confronto fra la nostra cultura e quella<br />

orientale: alle opere di autori italiani si<br />

alternano quelle di artisti di nazionalità<br />

cinese, giapponese e coreana.<br />

Il percorso inizia dalle pertinenze che si<br />

affacciano sul giardino pensile, si scoprono<br />

varie opere camminando intorno<br />

al Castello secentesco, riportato a<br />

un rinnovato splendore nel 1823,<br />

quando venne affidato a Carlo Felice di<br />

Savoia. Dalla Foresta di luce di Livio<br />

Seguso, allestita nella colombaia e<br />

ottenuta con sfere schiacciate in vetro<br />

di Murano, e dai tronchi sonori e accoglienti<br />

di Piero Gilardi posti nella serra<br />

verde, si passa a visitare la lunga manica<br />

della Citroniera. Qui è ospitato il tributo<br />

a due grandi personaggi dell'arte<br />

internazionale a cui la mostra è dedicata,<br />

Joseph Beuys e Nam June Paik:<br />

tedesco ed emblematico il primo,<br />

quasi più orientale nello spirito del<br />

coreano e tecnologico padre della<br />

videoarte, entrarono entrambi in contatto<br />

con il gruppo Fluxus, ma presto<br />

Beuys assunse un impegno sociale e<br />

politico che lo portò a incarnare il simbolo<br />

di un'arte impegnata e profetica.<br />

La difesa dell'ambiente e della natura<br />

fu una delle sue battaglie, ed è uno dei<br />

temi affrontati dagli artisti in mostra,<br />

accanto ai problemi ambientali derivanti<br />

dal progresso tecnologico e agli<br />

squilibri biologici che causano l'estinzione<br />

di determinate specie animali e<br />

vegetali, con l'utilizzo di materiali che<br />

favoriscano una corretta integrazione<br />

col contesto naturale. Il noto scheletro<br />

di una della balene di Nicola Salvatore,<br />

conficcato in un grande anello di ferro,<br />

appare in uno spiazzo poco prima di<br />

osservare un elemento tubolare arrugginito<br />

e spezzato dai resti metallici di<br />

un meteorite creato da Pietro Coletta<br />

e posizionato a lato dell'estesissimo<br />

prato di fiori, al cui limite si scorgono<br />

simil-fuochi d'artificio in plexiglas di<br />

Laura Castagno, dal titolo emblematico<br />

Sequenza di Newton.<br />

Spirituali obelischi di roccia e granito<br />

troneggiano all'incrocio dei sentieri<br />

sotto le fronde di alberi secolari: il giapponese<br />

Takemata Kei avvolge fogli di<br />

marmo sapientemente intagliati, mentre<br />

Ulrich Rückriem, di Düsseldorf,<br />

dalla roccia fa emergere tutte le sfumature<br />

dei colori autunnali. Grazie al<br />

cinese Han Zijian ci imbattiamo in plastiche<br />

onde del mare nelle cui fessure<br />

l'erba si annida giocosa, per poi scoprire<br />

le grandi "cipolle" primordiali in<br />

maiolica di Luisa Valentini. Le opere<br />

sono molte e si differenziano per la<br />

scelta di materiali che ora favoriscono<br />

la totale mimesi col paesaggio, ora se<br />

ne distaccano in grovigli e filamenti di<br />

metallo argentato. Colpisce l'installazione<br />

Frattale visivo di Carlo Maria<br />

Maggia, nascosta dietro la panoramica<br />

Fontana dei fiumi: l’artista ha realizzato<br />

una struttura affascinante da<br />

attraversare, composta da quadrati<br />

regolari specchianti che si intersecano<br />

con svariate angolature, e dentro cui si<br />

può osservare contemporaneamente<br />

il cielo, l'erba, scorci di alberi e parti del<br />

proprio corpo. Un puzzle senza ordine<br />

che non deve ricomporsi, ma esaltare<br />

l'infinito.<br />

[barbara reale]<br />

Castello ducale<br />

fino al 12 ottobre 2008<br />

Scultura Internazionale ad Agliè 2008 -<br />

Scultura Natura. Oriente Occidente<br />

a cura di Luciano Caramel<br />

Castello ducale<br />

piazza castello, 1<br />

da martedì a domenica ore 9-19<br />

Ingresso: 3,00 euro<br />

Tel 011 2481790<br />

piemontearte@libero.it<br />

Catalogo disponibile


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.53<br />

GENOVA.<br />

Cesare Viel<br />

Frammenti di scrittura, identità che<br />

mutano. Una mostra che celebra un<br />

artista colto e raffinato. Installazioni,<br />

video e performance. Quest'ultime interpretate<br />

dai suoi allievi d'Accademia...<br />

"Cara Emily,<br />

disegnare la<br />

paura e lo<br />

sgomento è<br />

colmare un<br />

abisso con<br />

l'aria". Come<br />

in un incipit epistolare, Cesare Viel<br />

(Torino, 1964) si specchia nei versi<br />

dell'amata Dickinson: "Per chiudere<br />

un vuoto, riempilo con ciò che lo ha<br />

generato. Chiudilo con qualcos'altro,<br />

e si spalancherà di più. Non puoi colmare<br />

un Abisso con l'aria".<br />

E invece sì che si può. L'essenziale disegno<br />

su cui è annotata la frase di Viel<br />

riprende un'immagine mediatica del<br />

G8 di Genova; altri ricalcano scene<br />

drammatiche d'attualità, come il volo<br />

disperato di un uomo lanciatosi delle<br />

Twin Towers. Ancora una metafora del<br />

vuoto, della paura: quell'inspiegabile<br />

non-senso di cui è intrisa la trama della<br />

storia. Assumendo la grana sottile e<br />

densa dell'aria, del fiato, della parola, la<br />

pratica del disegno schiude il senso<br />

provvisorio e lirico con cui è possibile<br />

colmare quell'abisso. È proprio la relazione<br />

tra parola, scrittura, identità e<br />

politica che nutre la poetica di Viel, ben<br />

rappresentata da quest'ampia personale:<br />

non una retrospettiva, ma un percorso<br />

ragionato intorno ad alcuni temi<br />

affrontanti nell'arco di vent'anni. La<br />

scrittura, per Viel, è esperienza performativa<br />

ed esistenziale: un piano in divenire<br />

che fonda il pensiero, portando il<br />

peso del corpo. Con Luca Vitone, nel<br />

2001, riflette sulla trasmissione del<br />

sapere in relazione all'identità maschile:<br />

i due citano su una lunga pergamena<br />

centinaia di "padri intellettuali".<br />

Nascosti tra i nomi celebri, anche quelli<br />

dei veri papà. Della performance dedicata<br />

a Ingeborg Bachmann non resta<br />

che un pannello su cui sono trascritti i<br />

gesti compiuti in quella camera romana,<br />

adiacente all'appartamento in cui la<br />

scrittrice austriaca perse la vita.<br />

L'azione, volutamente non documentata,<br />

r-esiste solo nella memoria dell'artista<br />

e dei pochi spettatori presenti,<br />

oltre che nel dopo delle parole stese<br />

sulla pagina. Nulla di più prepotente del<br />

nesso fra tempo, morte e scrittura. E il<br />

pensiero va a Virginia Woolf, di cui Viel<br />

nel 2004 assume aspetto e identità.<br />

Seduto in poltrona, al centro di un<br />

salottino british, ascolta la propria<br />

voce registrata che recita un brano di<br />

To the lighthouse. Sul filo di tematiche<br />

femministe e post-strutturaliste, la<br />

questione dell'identità di genere incontra<br />

il teatro e la letteratura, luoghi in<br />

cui si articolano i rapporti tra parola<br />

scritta e parola pronunciata, presenza<br />

e assenza, verità e artificio. L'anno<br />

dopo, alla Rocca sforzesca di Imola, un<br />

nuovo esperimento di com-passione e<br />

immedesimazione. Viel monta su un<br />

lettino alto cinque metri e rievoca la<br />

condizione di segregazione vissuta da<br />

Dino Campana in un ospedale psichiatrico<br />

della città emiliana, un secolo<br />

prima. La scrittura compulsiva a cui<br />

l'artista s'abbandona lo libera e insieme<br />

lo inchioda a una vertigine onirica.<br />

Ritorna il senso del vuoto, ossessivamente.<br />

Di Operazione Bufera è ricostruito<br />

il set: le tre file di poltroncine<br />

rosse, la voce di Viel che racconta il<br />

fatto. Poi, una foto di lui con la testa<br />

all'indietro, gli occhi bendati, la bocca<br />

dischiusa. Stava lì, nel 2003, su una di<br />

quelle poltrone, a interpretare una vittima<br />

della strage avvenuta al teatro<br />

Dubrovka di Mosca, dopo l'assedio di<br />

un gruppo di indipendentisti ceceni. Il<br />

lungo monologo confonde i pensieri<br />

degli ostaggi e dei terroristi, in un<br />

implacabile gioco di ruoli. Scorrono le<br />

parole nell'aria, inesatte, cangianti, leggere.<br />

Provando a colmare l'abisso,<br />

come segni decisi sul foglio.<br />

[helga marsala]<br />

Museo d'Arte<br />

Contemporanea Villa Croce<br />

Cesare Viel - Mi gioco fino in fondo.<br />

Performances e installazioni<br />

via ruffini, 3<br />

Tel 010 580069 Fax 010 532482<br />

museocroce@comune.genova.it<br />

www.museovillacroce.it<br />

PALMARIA (SP).<br />

Genius Loci<br />

Un dialogo fitto e incessante fatto di<br />

segni, sassi, colori e suoni. Una rassegna<br />

ambientale itinerante. Undici<br />

artisti raccontano di un'isola magica.<br />

Fra terra, cielo e mare...<br />

Non poteva<br />

che intitolarsi<br />

Genius<br />

Loci una<br />

rassegna<br />

che gode di<br />

uno spazio<br />

espositivo<br />

come l'isola Palmaria. Un luogo magico,<br />

contenitore delle opere pensate<br />

per l'occasione, ma anche contenuto<br />

di ciò che queste raccontano.<br />

Undici artisti molto diversi tra loro<br />

dialogano con un territorio ancora<br />

parzialmente vergine. E il risultato è<br />

tutt'altro che scontato.<br />

La prima parte del percorso si snoda<br />

dal Molo del Terrizzo. Ad accogliere i<br />

visitatori, le sei sculture in marmo di<br />

Sibille Pasche, Riflessi di stelle, s'inseriscono<br />

perfettamente nel suggestivo<br />

panorama offerto allo sguardo di chi<br />

raggiunge la banchina dal mare. La<br />

loro forma e le caratteristiche del<br />

materiale con cui sono create le confondono<br />

con gli elementi naturali. Altre<br />

opere accompagnano lungo il sentiero<br />

che dal porto arriva alla fortezza: gli<br />

Ometti di Maria Grazia Cantoni, oltre<br />

a porre l'attenzione su scorci paesaggistici<br />

altrimenti nascosti, segnano<br />

luoghi di pausa e riflessione. Fatte di<br />

pietre e marmi locali, queste costruzioni<br />

piramidali segnano le tappe di un<br />

percorso che non ha altro scopo se<br />

non quello di penetrare l'isola, apparendo<br />

come piccoli altari che la terra<br />

erige verso il cielo. L'uovo di Colombo,<br />

creazione in fil di ferro e materiali di<br />

recupero di Carmen Tornabuoni, rappresenta<br />

la soluzione pensata per dialogare<br />

con il territorio che accoglie<br />

l'artista: la leggera costruzione ben<br />

s'inserisce nella vegetazione, permettendo<br />

al vento e alle fronde di dialogare<br />

con essa e, in certe condizioni, di<br />

modificarla. Si arriva quindi alla batteria,<br />

costruzione imponente la cui<br />

architettura, pur non tradendo la funzionalità<br />

originaria, presenta tratti raffinati.<br />

Primeggia l'installazione di<br />

Stefano Cagol, special guest di questa<br />

rassegna. Ciò a cui s'ispira<br />

War_Raw è un concetto che riassume<br />

l'aria che si respira sull'isola. Da<br />

una parte la guerra ("war") degli eserciti<br />

di cui questo mare è stato testimone,<br />

dall'altra l'integrità ("raw") che l'isola<br />

e i suoi pochi abitanti sono riusciti a<br />

salvaguardare. Un'opera che gioca<br />

sulla dualità e sulla contraddizione del<br />

linguaggio e dell'atteggiamento dell'uomo<br />

verso la natura, ma, soprattutto,<br />

verso se stesso. Un lavoro dal profondo<br />

impatto emotivo che, pur percorrendo<br />

verticalmente la storia, rimane<br />

di estrema attualità. All'interno della<br />

fortezza, le tele ricche di colori acquatici<br />

e personali verità di Luca Bray<br />

sono allestite specularmente ai lavori<br />

di Raffaello Gori, che riportano all'interno<br />

i colori e la luminosità che si<br />

godono all'esterno, rimandando inoltre,<br />

grazie all'uso di materiali come la<br />

carta velina, alla fragilità insita nella<br />

natura. Estremamente vicino all'isola<br />

è il progetto di Lisa Maria Batacchi,<br />

Ascoltare il silenzio. Recandosi più<br />

volte a Palmaria, l'artista fiorentina ha<br />

raccolto vecchie federe di cuscini,<br />

dette intime, con le quali ha cucito una<br />

tela della stessa forma dell'isola. Il<br />

lavoro, appeso al soffitto della fortezza,<br />

richiama al silenzio del sonno, ai<br />

sogni e all'intimità di un rapporto profondo<br />

tra un luogo e chi lo abita. A far<br />

da sfondo, le registrazioni raccolte da<br />

Batacchi durante i suoi colloqui con gli<br />

abitanti.<br />

[valentina bartarelli]<br />

Sedi varie<br />

Genius Loci. Mostra itinerante dal<br />

molo del Terrizzo al Forte Umberto I<br />

a cura di Federica Forti<br />

isola di palmaria - 19025<br />

Mob 347 0955010 / 333 5454142<br />

organizzazione@geniusloci2008.org<br />

www.geniusloci2008.org<br />

Catalogo Athena<br />

PRATO.<br />

Paolo Parisi<br />

Così lontano, così vicino. Opere d'arte<br />

come punti di osservazione. Per avvistare<br />

luoghi nascosti nelle viscere o<br />

dispersi nello spazio. Visibili attraverso<br />

barriere permeabili...<br />

Un osservatorio è qualsiasi luogo da<br />

cui si possa vedere, assistere a quanto<br />

accade altrove. Un altrove che,<br />

nella mostra di Paolo Parisi (Catania,<br />

1965; vive a Firenze), assume connotazioni<br />

complesse e diversificate.<br />

È un osservatorio la struttura realizzata<br />

con fogli di cartone sovrapposti,<br />

a creare un volume geometrico nel<br />

quale si schiudono, grazie a buchi<br />

praticati negli strati di cellulosa, aperture<br />

irregolari dalle forme tonde,<br />

quasi organiche. Come se fossero i<br />

varchi di un apparato respiratorio.<br />

Come un organismo vivente sviluppatosi<br />

per stratificazioni successive, da<br />

cui si può sì osservare l'esterno (cioè,<br />

tra l'altro, l'installazione permanente<br />

di Sol LeWitt, rettangoli di colori<br />

diversi sulle pareti), ma anche calarsi<br />

in un interno avvolgente, onirico, bizzarramente<br />

vivente. Come se l'altrove<br />

fosse, in questo caso, non tanto<br />

ciò che sta fuori, ma le possibilità di<br />

un interno vivo benché solitamente<br />

nascosto, inaccessibile. Si ha l'impressione<br />

di essere in un osservatorio<br />

anche penetrando nell'altro<br />

ambiente in cui Parisi è intervenuto,<br />

coprendo le vetrate con lastre rosse<br />

fluorescenti e tracciando sulla parete<br />

di fronte alle stesse vetrate segni<br />

ideati a partire da mappe e tracciati<br />

cartografici. Lo spazio ne risulta profondamente<br />

modificato, immerso in<br />

un liquido amniotico rosso, fatto non<br />

di materia ma di luce. Sembra di<br />

poterci galleggiare dentro seguendo<br />

la geografia snaturata, non più indice<br />

razionale di uno spazio ma immagine<br />

decodificabile solo per empatia, delle<br />

tracce che luccicano sulla parete.<br />

L'effetto di irrealtà aumenta se si<br />

guarda fuori: i colori sono distorti,<br />

l'immagine dell'esterno è come<br />

immobilizzata in campi di colori acidi,<br />

violenti. E, ancora una volta, Parisi<br />

propone un dialogo con le opere presenti<br />

nel museo. Stavolta si tratta di<br />

Fountain on youth di Albert Hien, dislocata<br />

nello spazio antistante le<br />

vetrate, che viene così inglobata nella<br />

visione, fino ad assumere l'aspetto di<br />

una stazione lunare. E così, ecco un<br />

altro altrove, un'altra geografia. In un<br />

terzo ambiente sono esposte due<br />

grandi tele della serie Coast to coast<br />

(2004). Lo strato di olio, rimasto pienamente<br />

visibile solo ai bordi dell'immagine,<br />

è nel resto delle tele coperto<br />

da un'inondazione di acrilico monocromo.<br />

Di nuovo, sulla base di informazioni<br />

di tipo geografico, il colore si<br />

distende in alcune zone per gonfiarsi<br />

in altre. Materia in ebollizione<br />

costretta a rimanere entro la cornice<br />

creata dall'olio, che corrisponde al<br />

limite stesso della tela. Ed è il limite,<br />

come nelle altre opere in mostra, a<br />

creare un interno (o un esterno) che<br />

può essere osservato o da cui osservare.<br />

[donata panizza]<br />

C.Arte - Centro per l'Arte<br />

Contemporanea Luigi Pecci<br />

fino al 15 febbraio 2009<br />

Paolo Parisi - Observatorium<br />

(Museum)<br />

a cura di Stefano Pezzato<br />

viale della repubblica, 277<br />

da mercoledì a lunedì ore 10-19<br />

Ingresso libero<br />

Tel 0574 5317 Fax 0574 531901<br />

info@centroartepecci.prato.it<br />

www.centroartepecci.prato.it<br />

PESARO. ROMA.<br />

Il segno marchigiano The Big Bang<br />

Soavità bucolica e furore distruttivo. Una mostra di opere anche impor-<br />

Visioni e suggestioni plasmate in pertanti. Ma combinate senza un filo<br />

sonaggi immaginati. Colate di colore conduttore comprensibile. Per dare<br />

infuocato e precipizi di barbarica uno sguardo al cosmo. E capirci, pro-<br />

oscurità. Angeli ribelli e cardinali, babilmente, poco...<br />

modelle lascive e piccoli uomini...<br />

A parte quello del titolo,<br />

una mostra senza<br />

il botto, schiacciata<br />

da un poco di confusione<br />

e, soprattutto,<br />

da uno spazio espositivo<br />

assai poco funzionale.<br />

Questo viene da<br />

pensare a proposito di un progetto<br />

Segni di un'interiorità traboccante pas- sulla carta importante, che però prosione,<br />

tasselli di un'arte segnata dal prio dalla carta trae le prime difficoltà.<br />

tempo e dalle origini, profondamente L'introduzione critica principale cita<br />

vicina e distante in un gioco di rimandi Einstein e Platone, salta dalla cosmolo-<br />

intellettuali e territoriali, metafore di gia greca al telescopio galileiano,<br />

vita e spunti di riflessione agreste. Un mescola diagrammi tantrici a "raffigu-<br />

girotondo di forme morbide e lussurazioni cosmiche quali simboli del potereggianti<br />

che suscitano il pensiero di re universale" rappresentanti "una<br />

dolci pendii, ma anche colori talmente realtà unitaria e totale di stampo new-<br />

forti e penetranti da entrare nell'essentoniano" (sic). Troppa roba, francamenza<br />

della tela, accanto a sterminate te, specie quando la presenza di uno<br />

oscurità. Tre personalità vivaci e com- squadrone di nomi illustri dal<br />

plesse, temporalmente e material- Nordamerica in contrapposizione<br />

mente lontane, ma unite dall'influsso espositiva a una pattuglia di italiani, noti<br />

più o meno percepito della terra di ma non notissimi, avrebbe richiesto<br />

nascita. Questa selezione di opere prima di tutto qualche maggior chiari-<br />

riporta alle Marche delle colline, dei mento sulle scelte di fondo, quindi l'indi-<br />

paesetti (Osvaldo Licini, Paesaggio cazione di almeno un'idea unificante l'o-<br />

con uomo. Montefalcone, 1926), di perazione (ché quella del cosmo pare<br />

persone dal temperamento mite e davvero lasca, con l'arte chiamata a<br />

laborioso; ma anche ai temi dei grandi dare brevi cenni sull'universo). Ciò pre-<br />

letterati che in questa Regione hanno messo, alcuni dei lavori in mostra risul-<br />

tratto i loro migliori spunti. Profondo ad<br />

tano di sicuro interesse: è il caso della<br />

esempio il legame tra Licini e Leopardi,<br />

grande foto aerea (tre metri per nove)<br />

che porta a oltrepassare la siepe,<br />

del Roden Crater sviluppata e ritocca-<br />

verso quella Luna che si arricchisce di<br />

ta su carta emulsionata da James<br />

elementi metaforici e mitologici, tra-<br />

Turrell, oppure della serie di stampe<br />

sformandosi nell'Amalassunta.<br />

su tela combinate da Peter Halley in<br />

L'equilibrio tra cielo e terra, forma e<br />

una divertente parete pop, apparente-<br />

geometria, punti centrali del patrimomente<br />

lontana dai rigori neo-geo che<br />

nio iconografico dell'artista, risaltano<br />

l'hanno reso celebre. Soprattutto,<br />

tra olandesi volanti, angeli ribelli e<br />

impressionano i potenti disegni a grafi-<br />

dimensioni astratte. Ma l'origine marte<br />

di Robert Longo, dedicati a vedute<br />

chigiana è testimoniata anche dal<br />

planetarie ed esplosioni nucleari con<br />

senso di torpore e costrizione, dissidio<br />

uno sguardo totalizzante, degno delle<br />

interiore tra passione sensuale e spiritualità<br />

religiosa, forte nell'espressioni-<br />

visioni di William Blake. Tutti i lavori<br />

smo di Scipione, maceratese "espul-<br />

citati sono ospitati al piano terra, insieso"<br />

dalla propria Regione, come lo<br />

me a un pregevole ma isolato dipinto di<br />

stesso Cucchi definisce molti suoi pari<br />

Ross Bleckner. La mostra prosegue al<br />

in un'intervista con Ludovico Pratesi. E<br />

piano superiore, dove un'opera di<br />

così il visitatore si trova di fronte a<br />

Domenico Bianchi - ennesima confer-<br />

immagini mistiche, come quella del<br />

ma dell'elegante misura compositiva<br />

profeta vicino alla pomposità esaspe-<br />

dell'artista, tutta incentrata sulla trarata<br />

delle gerarchie papali (Il Cardinale sparente materialità della cera e l'e-<br />

Vannutelli sul letto di morte, 1930) e a mergere metallico di evocative calligra-<br />

disegni di donne dai caratteri sessuali fie - viene confinata in un soprascala,<br />

esasperati (Modella nuda, 1929). accanto all'oscura saletta riservata a<br />

Infine, i dipinti di Enzo Cucchi, altrettan- un neon di Mario Dellavedova. Miglior<br />

to pervasivi e quasi ossessivi nella defi- sorte espositiva tocca alle esercitazionizione<br />

della marchigianità, espressa ni neuro-psichedeliche di Alberto Di<br />

attraverso paesaggi fiabeschi o apoca- Fabio, raggruppate però in uno spazio<br />

littici (Paesaggio Barbaro, 1983), tinte da raggiungere al fondo di un corridoio<br />

sfacciatamente vivaci accanto a sfondi zeppo di improbabili memorabilia bilot-<br />

di pece, colate di colore tanto abbontiane - e ogni volta ci si chiede perché<br />

danti da confondersi con i rilievi realiz- vada pagato il biglietto d'ingresso per<br />

zati a tecnica mista. La poetica dell'ar- vedere le immagini di un magnate in<br />

tista sembra quasi sintetizzabile in quel barca o alle corse dei cavalli - cui segue<br />

Carro di Fuoco perfettamente emble- l'attraversamento della collezione permatico<br />

di un vagheggiamento misto a manente del museo, un gruppo di tardi<br />

tormento, cultura agreste e fatica che de Chirico di qualità imbarazzante,<br />

diventano riflessione dell'umana essen- obiettivamente di scarso aiuto per<br />

za, tramite di passaggio e interscam- entrare nello spirito più adatto ad<br />

bio fra la tranquillità di una parete apprezzare la conclusione della<br />

soleggiata e lo scompiglio di un campo mostra temporanea. Resta ancora da<br />

di battaglia. Al di là degli accademici dire della tenda nera (ma passa troppa<br />

rimandi e delle influenze fra i tre artisti, luce) nello spazio della libreria al pian-<br />

la formula stessa di questa mostra sta terreno, dove gli ormai stanchi visitato-<br />

nella capacità di testimoniare un'esri cosmonauti possono assistere alle<br />

senza legata a un modo di essere e proiezioni dei video - tra l'optical e il<br />

vivere. Forti radici che, però, hanno il kitsch post-rinascimentale, con detta-<br />

proprio sviluppo verso l'altro, liberandogli di tarsie marmoree a vorticare<br />

si e aprendosi in una passionalità mandaliche sul telone - dell'artista paki-<br />

espressiva e spumeggiante che non stano-newyorkese Shahzia Sikander,<br />

conosce confine.<br />

traendone un'impressione definitiva di<br />

caos, più che di cosmo.<br />

[carmelita tesone]<br />

[luca arnaudo]<br />

Centro Arti Visive Pescheria<br />

Scipione | Licini | Cucchi - Il segno<br />

marchigiano<br />

a cura di Francesca Romana Morelli,<br />

Federica Pirani e Ludovico Pratesi<br />

Corso XI Settembre, 184<br />

Tel 0721 387651 Fax 0721 387652;<br />

centroartivisive@comune.pesaro.ps.it<br />

www.centroartivisivepescheria.it<br />

Fondazione Cassa di Risparmio di<br />

Pesaro<br />

Palazzo Montani AntaldiVia Passeri, 72<br />

Tel 0721 68861 Fax 0721 688688<br />

segreteria@fondazionecrpesaro.it<br />

www.fondazionecrpesaro.it<br />

Catalogo Skira<br />

Museo Carlo Bilotti -<br />

Aranciera di Villa Borghese<br />

fino al 19 ottobre 2008<br />

The Big Bang.<br />

Il cosmo visto con gli occhi dell'arte<br />

a cura di Gianni Mercurio<br />

viale fiorello la guardia, 4<br />

da martedì a domenica ore 9-19<br />

la biglietteria chiude alle ore 18.30<br />

biglietto integrato Museo + Mostra,<br />

intero 6,00 euro; ridotto 4,00<br />

Tel 06 82059127<br />

museo.bilotti@comune.roma.it<br />

www.museocarlobilotti.it<br />

Catalogo disponibile


54.déjà vu <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

MILANO.<br />

Jacopo Miliani /<br />

Richard Clements<br />

Una doppia mostra "occupa" la redazione<br />

di una rivista senza carta.<br />

L'altare di una cerimonia interrotta,<br />

oggetti che denunciano la tirannia<br />

della percezione. Riflessioni sul rapporto<br />

tra spazio e spettatore, tra<br />

alchimia, minimalismo e spiritualità...<br />

Siamo abituati a vedere pubblicazioni<br />

virtuali passare dal web alla carta, ma<br />

riviste online che si materializzano<br />

come progetti espositivi sono quasi<br />

una novità. Brown project space nasce<br />

da Brown magazine, dando forma concreta<br />

ai temi al centro della pubblicazione:<br />

spiritualità, alchimia e arte popolare.<br />

L'installazione The Guest di<br />

Jacopo Miliani (Firenze, 1979) riflette<br />

sullo spazio. Sul pavimento è collocata<br />

una piattaforma di quattro lastre nere,<br />

che lo divide in un'area percorribile e<br />

un centro non oltrepassabile per lo<br />

spettatore. La piattaforma s'impone<br />

come una sorta di altare, la cui dimensione<br />

sacra è ribadita e amplificata dai<br />

quattro specchi sui quattro angoli della<br />

stanza, che moltiplicano le dimensioni<br />

e convogliano i raggi in un unico punto,<br />

dando luogo a un'invisibile piramide di<br />

luce. All'esterno di essa, su due pareti<br />

opposte, una maschera e una pietra,<br />

una forma densa di significati simbolici<br />

che fissa la materia da cui deriva.<br />

L'atmosfera sospesa e incontaminata<br />

è violata da un semplice elemento.<br />

Basta un foglio di carta abbandonato<br />

sulla piattaforma a sovvertire l'ordine,<br />

facendo irrompere nello spazio del<br />

cerimoniale una temporalità diversa.<br />

Un semplice oggetto trasforma la perfetta<br />

circolarità senza ripetizioni del rit,<br />

in una successione di momenti, testimonia<br />

l'interruzione di una cerimonia o<br />

il suo essere ancora da compiersi. E<br />

colloca lo spettatore sulla soglia di due<br />

spazi e di due temporalità completamente<br />

differenti. Le opere di Richard<br />

Clements (Londra, 1983) sono oggetti<br />

muti, che s'impongono come baluardi<br />

contro la tirannia della percezione e<br />

le sue pretese di classificazione. Da<br />

una parte, a terra, cinque assi di ebano<br />

e acciaio, assemblate in una forma<br />

aperta. La materia esprime la forza del<br />

suo colore, non manipolato artificialmente,<br />

privo di qualsiasi camuffamento.<br />

Di fianco, una forma chiusa con gli<br />

angoli smussati, il calco in bronzo di un<br />

oggetto trovato, dipinto di bianco,<br />

come lo sgabello di legno su cui è collocato.<br />

Le opere in mostra non eludono<br />

l'obbligo di significazione dello spettatore,<br />

ma intessono legami tra loro,<br />

facendo dialogare differenze e analogie<br />

delle loro forme e della loro materia.<br />

L'aspetto materiale e la trasformazione<br />

degli elementi sono centrali nell'opera<br />

di Clemens. Qui lo sottolineano<br />

soprattutto le due bottiglie di Klein presentate:<br />

alambicchi in vetro ripiegati su<br />

se stessi e senza nessuno sfogo, nessuna<br />

via d'uscita all'esterno.<br />

Intrappolano le particelle di bronzo che<br />

contengono in un processo infinito di<br />

modificazione. Esattamente al contrario<br />

del riposo ermeneutico di cui parla<br />

Tiziano Scarpa, questi oggetti non<br />

offrono alcuna rassicurazione, mantengono<br />

vivo il disagio di un'interpretazione<br />

che non riesce ad afferrare un'unica<br />

chiave in grado di disinnescare la<br />

loro carica semantica. Al contrario,<br />

rimangono silenti e ci intrappolano in<br />

un groviglio inestricabile di significati,<br />

formali, linguistici, spirituali. In una<br />

ricerca senza fine.<br />

Brown Project Space<br />

[stefano mazzoni]<br />

Jacopo Miliani / Richard Clements<br />

via eustachi, 3 (zona porta venezia)<br />

Mob 320 6844091 / 347 6001457<br />

tobebrown@gmail.com<br />

www.brownmagazine.it<br />

MILANO.<br />

Vincenzo Rusciano<br />

Figure prelevate dall'immaginario<br />

infantile. Clown che giocano con<br />

teschi. Il lato oscuro dell'immaginario<br />

fanciullesco si manifesta in una visione<br />

fra lo spettrale e il surreale...<br />

L'eterna<br />

battaglia<br />

fra la vita e<br />

la morte è il<br />

tema centrale<br />

della<br />

prima personalemilanese<br />

di<br />

Vincenzo<br />

Rusciano<br />

(Napoli,<br />

1973) dal<br />

titolo evocativo<br />

Deadline. Tre sculture raffiguranti<br />

dei clown giocano e si relazionano<br />

con altrettanti teschi, sfoggiando<br />

un sorriso beffardo e di sfida<br />

verso lo spettatore. Plasmate con<br />

un gusto teatrale e barocco, le sculture<br />

paiono attori di una scena che<br />

si ripete sempre uguale. La forza di<br />

questa iterazione diventa un'eco che<br />

si propaga nello spazio della galleria.<br />

Il memento mori risuona in maniera<br />

spettrale nell'ambiente spoglio, dove<br />

lo spettatore è chiamato a giocare<br />

la sua partita a scacchi con la<br />

morte. Si materializzano davanti agli<br />

occhi paure e fantasie di una possibile<br />

fine. Rusciano ci aspetta al varco<br />

delle nostre angosce più profonde,<br />

sembra ridere della superstizione<br />

che spesso caratterizza la tradizione<br />

della sua terra e ci sfida con il sorriso<br />

beffardo di un clown, compagno<br />

di giochi della nostra infanzia ma<br />

anche figura terrificante della filmografia<br />

horror.<br />

Il linguaggio formale e materico delle<br />

opere di Rusciano è estremamente<br />

semplice e immediato, ma una pluralità<br />

di riferimenti culturali agiscono e<br />

si manifestano poi nella sua opera.<br />

L'universo poetico di Rusciano ha<br />

infatti attinto a piene mani nella tradizione<br />

campana, giungendo a coniugare<br />

elementi disparati provenienti<br />

dal teatro, dalla dimensione artigiana,<br />

dall'arte presepiale partenopea.<br />

A tutto ciò si aggiungono i prelievi<br />

dall'immaginario infantile: il gioco e il<br />

ricordo compaiono attraverso le<br />

figure di clown, giostre di cavalli,<br />

manichini immersi in una dimensione<br />

fantastica e onirica. Rusciano si<br />

impossessa di archetipi lontani e<br />

presenti nel ricordo di ognuno di noi,<br />

li consuma e li piega a nuove significazioni.<br />

Simboli di un immaginario<br />

candido e infantile, queste figure<br />

diventano spettri pronti a riflettere e<br />

indagare le nostre paure e le inquietudini<br />

più profonde. Le realtà a cui<br />

Rusciano ci sottopone sono fatte di<br />

contrasti e note dolenti, la leggenda<br />

e il mito sono rivissute alla luce delle<br />

tensioni dell'uomo adulto. I clown in<br />

mostra sono riferimenti al nostro<br />

vissuto quotidiano, impietriti da una<br />

malinconia inquietante; ci sfidano a<br />

interrogarci sul senso ultimo della<br />

vita e della nostra esistenza di individui,<br />

lasciando poco spazio alla fuga.<br />

Le pause, i silenzi lasciati dalle sculture<br />

in galleria si frappongono a quesiti<br />

ancestrali e inquietanti. Il mondo<br />

degli adulti è oggetto nell'opera di<br />

Rusciano di una meditazione meticolosa<br />

e profonda. Con la sua riflessione,<br />

l'artista mette in atto la trasposizione<br />

dei desideri e dei sogni della<br />

nostra immacolata infanzia nella<br />

dimensione di una maturità mai<br />

completa, sempre alla ricerca di se<br />

stessa e di risposte per il proprio<br />

avvenire.<br />

[rosa carnevale]<br />

Galleria Annarumma404<br />

Vincenzo Rusciano - Deadline<br />

via casati, 26<br />

(zona repubblica-porta venezia)<br />

Tel 02 39430655<br />

info@annarumma404.com<br />

www.annarumma404.com<br />

MILANO.<br />

Tal R / Luca Trevisani<br />

Uno si diverte a far proliferare segni.<br />

L'altro disegna confini privi d'ossatura.<br />

Frammenti si mescolano tra equilibri<br />

precari ed esplosioni. Due personali per<br />

due artisti sedotti dalla leggerezza...<br />

A lui piace immaginarsi come uno stravagante<br />

chef. Uno di quelli che dagli<br />

avanzi riescono a tirar fuori insospettabili<br />

manicaretti: il mago postmoderno<br />

dei fornelli butta in pentola di tutto e di<br />

più. E la zuppa è servita. Per Tal R<br />

(Israele, 1967; vive a Copenhagen)<br />

fare pittura equivale a "preparare dei<br />

lunch-box", succulenti panieri-sorpresa<br />

in cui scovare armonie di rimasugli iconografici.<br />

Non è un caso che la parola<br />

"kolbojnik" ritorni più volte nel suo percorso.<br />

Il termine israeliano indica proprio<br />

gli avanzi di un lauto pasto, quel<br />

che resta in tavola e che si può ancora<br />

riciclare. Ironia, delicatezza naïf, energia<br />

ludica, accesa fantasmagoria contraddistinguono<br />

la produzione di uno<br />

tra i più interessanti pittori-scultori attivi<br />

sulla scena internazionale. La pulsione<br />

compositiva di Tal R lo spinge a prelevare<br />

frammenti della pop culture -<br />

videogame, cinema, fumetti, tv -<br />

mescolandoli con scene del quotidiano,<br />

derive fiabesche, pseudo-decorativismi.<br />

Tra prosa e poesia, tra cronaca e<br />

mito, i suoi dipinti danno vita a scene<br />

complesse in cui lo spazio si appiattisce<br />

e s'infittisce, approdando a un'astrazione<br />

famelica, esplosiva, gestuale.<br />

L'immersione tra le vicende delle culture<br />

popolari pare dischiudere quell'armonia<br />

segreta che regola i rapporti tra<br />

anima e cosmo: la realtà non è che il<br />

calderone multiforme da cui l'artista<br />

attinge storie e segni, ingredienti per<br />

immaginifiche misture da digerire con<br />

gli occhi. Sorta di obelischi sacri, giocattoli<br />

primordiali o simulacri fallici, le<br />

coloratissime sculture di Tal R - fatte<br />

con stoffa, ceramica, metallo, oggetti<br />

di recupero - uniscono raffinatezza e<br />

semplicità, sperimentando l'apertura<br />

su una temporalità ciclica e anti-storica:<br />

sono forme eterne, nutrite di purezza<br />

universale. Così le tele, sipari dinamici<br />

costruiti con una rigorosa palette<br />

cromatica (sempre e solo nero, bianco,<br />

rosa, verde, rosso, giallo e marrone),<br />

accolgono densi strati di colore<br />

per raccontare la verità di un mondo<br />

candido come un libro di fiabe, ma caotico<br />

e violento come l'esistenza. Anche<br />

Luca Trevisani (Verona, 1979; vive a<br />

Milano e a Berlino) strizza l'occhio a<br />

suggestioni dal sapore infantile, abbandonandosi<br />

all'irresistibile potere del<br />

gioco, della leggerezza, del crossing tra<br />

confini labili. Al piano superiore della<br />

galleria allestisce un teatro minimale<br />

consacrato alla precarietà: carta, cortine<br />

di cellophane, bambù, nylon, resina,<br />

compongono piccoli oggetti e<br />

installazioni sorretti da delicati equilibri<br />

tra forma e spazio. L'energia combinatoria<br />

che muove i flussi della materia<br />

svela dinamiche proprie della fisica,<br />

della matematica ma anche dell'estetica<br />

fondata sul frammento. Caricando<br />

un po' troppo la scena, Trevisani<br />

rischia a tratti di smorzare la forza dell'infinitesimale<br />

e del metamorfico insita<br />

nel raffinato progetto. Un ancor più<br />

deciso vuoto sintattico meglio avrebbe<br />

sostenuto l'avventura condotta lungo<br />

quei "boneless boundaries" su cui l'artista<br />

rintraccia i codici nascosti di una<br />

natura in transito, scandita da irrequiete<br />

geometrie.<br />

Galleria Giò Marconi<br />

[helga marsala]<br />

Tal R - You laugh an ugly laugh<br />

Luca Trevisani - Boundaries are<br />

boneless<br />

via tadino, 15 (zona piazza lima)<br />

Tel/Fax 02 29404373<br />

info@giomarconi.com<br />

www.giomarconi.com<br />

VENEZIA. VERONA.<br />

Daniel Sinsel<br />

David Simpson<br />

Raffinato, nascostamente carnale, Una carriera votata al colore. Fra<br />

omoerotico. Denso di simboli fino quasi arte astratta e rococò. Per celebra-<br />

a sembrare massonico. Eppure, capare gli ottant'anni dell'artista americace<br />

di unire sincreticamente la pittura no, la galleria veronese propone alcu-<br />

italiana del Quattrocento, Von Gloeden ni monocromi. Inediti sulla piazza ita-<br />

e Richard Hamilton...<br />

liana, finora...<br />

Sembra andare contro una pittura<br />

mainstream spettacolare e di grandi<br />

dimensioni che va di moda - ma<br />

anche una tendenza al gigantismo<br />

che si riscontra nella fotografia e nell'installazione<br />

- il lavoro che conduce<br />

con misurata raffinatezza Daniel<br />

Sinsel (Monaco di Baviera, 1976;<br />

vive a Londra), le cui ultime fatiche<br />

sono esposte nella galleria veneziana.<br />

Opere caratterizzate da una particolare<br />

concentrazione intellettuale,<br />

grazie a cui è possibile coniugare<br />

istanze e suggestioni eterogenee, talvolta<br />

in contrasto e volutamente<br />

spiazzanti. Le matrici che danno origine<br />

a questa pittura sono molteplici<br />

e vanno a perdersi nella storia stessa<br />

dell'arte e, in particolare, proprio<br />

della pittura (che l'artista sembra<br />

aver perfettamente metabolizzato),<br />

al punto che le sue tele danno l'impressione<br />

di essere sopra ogni cosa<br />

una riflessione sul dipingere anziché<br />

l'effetto del dipingere. Sono in questo<br />

modo visibili riferimenti alla scuola<br />

italiana del Quattrocento, dall'asciutta<br />

ieraticità di Piero della<br />

Francesca, alla morbida consistenza<br />

degli azzurri delle Madonne belliniane,<br />

ma anche rimandi a una pittura<br />

che ama parlare e mostrarsi<br />

ricorrendo alla possibilità, propria dei<br />

simboli, di veicolare significato nascostamente.<br />

È il caso della tela che rappresenta<br />

un ramo tagliato e coperto<br />

di spine, grazie al quale l'artista<br />

(ri)evoca la lacerazione della carne<br />

comune a tanti martiri cristiani, nonché<br />

una possibile rappresentazione<br />

del fallo e della potenza virile e offensiva<br />

dell'organo, mutuata dall'immaginario<br />

omosessuale. In altri lavori il<br />

simbolismo è meno sussurrato,<br />

come nell'olio in cui tre dorsi con natiche<br />

maschili ben in vista sono messi<br />

in contrapposizione con un flauto a<br />

becco posto trasversalmente; o nell'opera<br />

a tecnica mista realizzata a<br />

partire da una foto di Von Gloeden<br />

di tre ragazzi nudi ed efebici visti di<br />

spalle, sulla cui superficie Sinsel colloca<br />

della stoffa piegata a raviolo e tortellino,<br />

quasi a dire, con ironia, che<br />

entrambi i soggetti possono stimolare<br />

il nostro appetito (con esiti visivi<br />

che talvolta potrebbero ricordare la<br />

produzione di Richard Hamilton).<br />

L'abile trama che l'artista sa ordire è<br />

così quella di un consapevole rimando<br />

alla storia della pittura, su cui gli è<br />

consentito ricamare dense miniature<br />

con un fil rouge di volta in volta<br />

erotico, malinconico, surreale, simbolista<br />

o, in ultima analisi, concettuale.<br />

Ecco così spingere una scultura di<br />

stoffa oltre la superficie (agendo<br />

additivamente dove Fontana voleva<br />

mostrare lo spazio absconditus)<br />

oppure disegnare un nastro le cui<br />

spire toccano la cornice della tela,<br />

memore delle prassi rinascimentale<br />

di cartigli et similia. Solo che però<br />

sono, cornice e nastro, entrambi<br />

dipinti, finti, cioè oggetto di mimesi<br />

pittorica. E in un attimo si capisce<br />

che a essere rappresentata è la<br />

stessa rappresentazione.<br />

Galleria Il Capricorno<br />

[daniele capra]<br />

Daniel Sinsel<br />

san marco 1994 (zona fenice)<br />

Tel/Fax 041 5206920<br />

galleriailcapricorno@libero.it<br />

Artista e studioso, David Simpson<br />

(Pasadena, 1928; vive a Berkeley) ha<br />

dedicato la propria vita al colore,<br />

esplorandone a fondo la forza<br />

espressiva. Lo Studio La Città propone<br />

per l'ottantesimo compleanno una<br />

selezione di opere che ben rappresentano<br />

le linee direttrici della sua<br />

poetica. L'artista americano comincia<br />

a dipingere negli anni del trionfo<br />

dell'arte astratta. Fin da subito predilige<br />

la pittura non figurativa, anche se<br />

legata a temi paesaggistici, e in<br />

breve tempo Rothko diventa il suo<br />

principale ispiratore. La consacrazione<br />

ufficiale arriva negli anni '60 con i<br />

primi monocromi, in particolare con<br />

la mostra Post Painterly Abstraction<br />

al Lacma. E monocromi sono anche<br />

le opere in mostra a Verona, poiché<br />

Simpson ha proseguito fino a oggi<br />

con rigore il proprio percorso alla<br />

riscoperta del colore. D'altra parte, i<br />

lavori esposti mostrano un nuovo<br />

tipo di monocromi, che abbandonano<br />

le pareti per invadere altre dimensioni<br />

spaziali. Per la prima volta in Italia,<br />

sono esposte alcune opere a terra<br />

del 1991 (Light well 2 e Light well 3):<br />

tele tonde che s'impadroniscono del<br />

centro della sala. Coerente con la<br />

semplicità di una pittura minimale,<br />

Simpson trova una via per entrare in<br />

contatto con un'altra forma espressiva,<br />

l'installazione. Un contatto avvenuto<br />

in maniera più incisiva nel 2006,<br />

attraverso un intervento site specific<br />

alla Reggia di Sassuolo.<br />

Le opere di Simpson occupano lo<br />

spazio anche in un altro senso, più<br />

intenso e inatteso: attraverso le interazioni<br />

con la luce. I suoi quadri sono,<br />

infatti, realizzati con un complesso<br />

processo chimico, sviluppato dall'artista<br />

a partire dal 1987. Vari strati di<br />

colore acrilico, basato su titanio biossido<br />

rivestito di particolare mica, vengono<br />

sovrapposti, come Simpson<br />

stesso suggerisce mediante i titoli di<br />

alcune opere, ad esempio A rose, a<br />

silver a green (2002). Come risultato,<br />

a contatto con la luce le tele producono<br />

una serie di effetti cangianti e<br />

mutevoli. Difficile dire di che colore<br />

siano i monocromi: le opere cambiano<br />

a seconda del punto di vista dell'osservatore,<br />

da tonalità pastello a<br />

tinte più intense, con effetti argentati<br />

e dorati. Nelle opere più recenti<br />

(Eureka, 2008; Concord, 2008), le<br />

cromie diventano inoltre notevolmente<br />

più decise e scure, lasciando<br />

meno spazio ai colori del paesaggio.<br />

Questi giochi di luce iridescenti<br />

hanno portato l'artista stesso, per<br />

definire i suoi monocromi, a utilizzare<br />

un'etichetta alquanto inaspettata,<br />

quella di "rococò". Ciò che rende particolarmente<br />

interessante questa<br />

personale veneta è anche il dialogo<br />

con i nuovi spazi espositivi in cui la<br />

galleria si è di recente trasferita. Le<br />

sale bianche e lineari offrono ai<br />

monocromi di David Simpson la possibilità<br />

di esprimersi con tutta la loro<br />

forza.<br />

[marta severo]<br />

Studio La Città<br />

David Simpson<br />

a cura di Angela Madesani<br />

lungadige galtarossa, 21<br />

Tel 045 597549 Fax 045 597028<br />

lacitta@studiolacitta.it<br />

www.studiolacitta.it<br />

Catalogo disponibile


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.55<br />

BOLOGNA.<br />

Hyon Soo Kim<br />

L'essenza della creazione, della nascita<br />

e della rigenerazione. Mostrata<br />

usando materiali semplici come stoffa<br />

e nastro adesivo. Suggestioni orientali<br />

e occidentali in miscele di fascinazioni<br />

culturali e religiose...<br />

Curata da Valerio Dehò, la mostra da<br />

Artsinergy riparte concettualmente<br />

da M.A.R.I.A., la personale che l'artista<br />

sud-coreana allestì nel 2005 nella<br />

navata centrale della chiesa dei Santi<br />

Pietro e Prospero a Reggio Emilia. Tre<br />

delle venti sculture lì esposte campeggiano<br />

infatti negli spazi della galleria<br />

bolognese: sono piccole madri, figure<br />

di donne con il bambino in grembo,<br />

forme antropomorfe appena abbozzate,<br />

composte dal meticoloso sovrapporsi<br />

di molteplici strisce adesive colorate.<br />

L'iconografia cristiana della<br />

Madonna con bambino (e, a volte, san<br />

Giovanni) riecheggia non solo nelle<br />

sculture, ma anche nei leggeri disegni<br />

d'ispirazione leonardesca che popolano<br />

caoticamente Mandala, la grande<br />

coperta orientale di seta azzurra<br />

appesa come uno "sfondo". Anche nei<br />

light box che costituiscono la serie<br />

Vessel I (x2) è la simbologia religiosa<br />

occidentale a dettare forme e contenuti:<br />

un teschio con la bocca spalancata<br />

di fronte al contorno luminescente<br />

di un calice (un Graal contemporaneo)<br />

diviene simbolo di morte e rinascita.<br />

La gigantesca giara bianca di Vessel<br />

from Stillness, che campeggia all'ingresso,<br />

è un contenitore vuoto, un<br />

recipiente pronto ad accogliere e<br />

riversare, esattamente come il corpo<br />

femminile: materia naturalmente predisposta<br />

a "creare", a concepire,<br />

custodire e generare vita, ad assumere,<br />

in un certo senso e per un periodo<br />

determinato di tempo, la funzione di<br />

Dio. Una grande figura totemica, una<br />

sorta di chimera composta da uno<br />

scheletro umano e da attributi animali<br />

si staglia lungo una parete per un'altezza<br />

di quattro metri. È Dream of a<br />

Pillow, l'opera più significativa di Hyon<br />

Soo Kim (Eui Sung, 1956; vive a<br />

Monaco di Baviera), a cui l'artista ha<br />

dedicato oltre venti anni di lavoro,<br />

cucendo e assemblando decine di<br />

frammenti di preziose stoffe orientali<br />

di differenti provenienze. Dream of a<br />

Pillow, nel suo essere somma di storie<br />

e tradizioni, sembra rappresentare l'inizio<br />

di una nuova religione universale,<br />

un misterioso idolo da adorare, un<br />

nuovo Dio a cui affidare i propri desideri<br />

e a cui rivolgere le proprie preghiere.<br />

Il senso del divino e del sacro, il concetto<br />

di vita nella sua accezione più<br />

religiosa e profonda, l'incredibile<br />

magia racchiusa nella continuità dell'essere<br />

emergono con forza dalle<br />

opere dell'artista coreana, dal suo<br />

ricorrere agli archetipi fondanti la cultura<br />

orientale e quella occidentale, dal<br />

suo mescolare costantemente retaggi,<br />

simboli e richiami. Per rendere universale<br />

l'unica vera materia che<br />

appartiene all'uomo: la vita.<br />

Galleria ArtSinergy<br />

[giulia pezzoli]<br />

Hyon Soo Kim - Life<br />

a cura di Valerio Dehò<br />

via san giorgio, 3 (zona via galliera)<br />

Tel 051 5871145<br />

artsinergybo@artsinergy.com<br />

www.artsinergy.com<br />

FIRENZE.<br />

Cristiana Palandri<br />

Forze dirompenti. Cristallizzate in<br />

segni, in impossibili immobilità, in<br />

nuovi organismi. Tra capelli, ossa e<br />

cera. Cristiana Palandri costruisce<br />

inquiete visioni. Instabili ma durature...<br />

FIRENZE.<br />

Aurelio Amendola<br />

L'attenzione per i dettagli e i particolari.<br />

Per svelare ciò che si nasconde a una<br />

visione d'insieme. Una raccolta fotografica<br />

che ha come trait d'union l'intensità<br />

del gesto e dell'atto creativo...<br />

ROMA. NAPOLI.<br />

Kristof Kintera /<br />

Ilona Nemeth<br />

L'improbabile è il filo rosso della<br />

mostra. Con installazioni che occupano<br />

l'intero spazio e creano suggestive<br />

atmosfere. Mentre i meccanismi<br />

della società contemporanea sono<br />

duramente messi in discussione...<br />

Angela Detanico &<br />

Rafael Lain<br />

Parola, segno, silenzio. Tra mutismi<br />

e facili bla bla bla, l'arte interroga<br />

la comunicazione. E scopre che in<br />

principio era il verbo. Ora, invece, è<br />

il gesto. Nella prima personale italica<br />

della coppia brasiliana...<br />

L'improbabile contat-<br />

L'interno di un<br />

to, diretto ed esclusi-<br />

appartamento<br />

vo, con l'Eterno di<br />

romano. Un uomo e<br />

Ilona Nemeth<br />

una donna a misu-<br />

(Dunajská Streda,<br />

rarlo con un lungo<br />

1963; vive a<br />

discorso fatto di<br />

Budapest) e l'impro-<br />

espressioni mutebabile<br />

utilizzo di voli, movenze a scatti, pensierosi<br />

oggetti comuni di immobilismi. Le parole, poche e acces-<br />

Kristof Kintera (Praga, 1973) sono sorie, fungono da mero epilogo.<br />

l'espressione delle riflessioni che i due Queste le "battute" iniziali de L'eclisse, il<br />

artisti hanno tradotto nelle installazioni film del maestro dei non-detti<br />

"C'è da dire che di Amendola si subisce<br />

il fascino per quel suo modo particolare<br />

di tagliare, in scorci improvvisi,<br />

le immagini del lavoro di alcuni tra i più<br />

dislocate negli ambienti della galleria<br />

romana.<br />

Entrambi, infatti, mettono in discussione<br />

e criticano aspramente (ma gioiosamente)<br />

i processi della società attra-<br />

Michelangelo Antonioni, adottato da<br />

Angela Detanico e Rafael Lain (Caxias<br />

do Sul, 1974 e 1973; vivono a Parigi e<br />

San Paolo) come spunto per la loro<br />

prima personale italiana, votata all'ana-<br />

grandi artisti dal Rinascimento a oggi. verso l'analisi della funzione degli lisi dei linguaggi possibili. Della pellicola,<br />

Ritagli senza tempo che avvincono il oggetti quotidiani, ma la loro manipola- passata alla storia per i suoi esercizi di<br />

fruitore attraverso una morbida, sinzione è parziale, non stravolge affatto incomunicabilità come metafore di<br />

cera espressività del chiaro-scuro". l'intrinseco aspetto, permettendone distanze esistenziali, il duo recupera l'a-<br />

Dichiara Cristiana Palandri<br />

(Firenze, 1977) all'inizio dell'intervista<br />

con Milovan Farronato, riportata<br />

nel catalogo della mostra, che la<br />

scelta di usare i capelli nelle sue<br />

opere nasce dal fatto che "è un<br />

materiale organico" e "deriva direttamente<br />

dall'uomo. È un buon motivo<br />

per utilizzarlo con l'intenzione di<br />

parlare di se stessi".<br />

Da ciò deriva la forte sensazione di<br />

carica vitale che si riscontra nei<br />

lavori di Palandri in mostra da<br />

Ugolini (composti, tra gli altri materiali,<br />

non solo da capelli ma anche<br />

da ossi ripuliti con cura dall'artista).<br />

E tuttavia, sembra consistere in un<br />

punto di partenza, piuttosto che di<br />

arrivo, per le opere stesse. È nell'organizzazione<br />

di queste ultime - tre<br />

delle quali site specific - che si manifesta<br />

l'energia di cui i materiali sono<br />

latori: le ciocche di capelli di Beyond<br />

head sono inserite direttamente<br />

nel muro, da cui sembrano essere<br />

emerse, spuntate come materia<br />

viva, appunto, quasi come lava che,<br />

invece di solidificarsi, rimane morbida,<br />

flessibile. Quello che emerge è<br />

una forza, ma una forza ormai trascorsa,<br />

sprigionatasi nel passato,<br />

che si è ricomposta poi in una<br />

immobilità assoluta, per quanto<br />

improbabile. Una forza diventata<br />

ormai forma, che si impone come<br />

segno sulla parete bianca. È ancora<br />

l'artista a sottolineare la volontà di<br />

usare i "capelli in sostituzione alle<br />

linee segnate dalla penna o dalla<br />

china".<br />

Una forza, inoltre, che cristallizzandosi<br />

in una forma assume, come si<br />

è detto, un'immobilità assoluta, centripeta,<br />

inspiegabile: si veda Zero, in<br />

cui da una lunga asta di legno,<br />

sospesa in una impossibile posizione<br />

obliqua, spuntano insieme ad<br />

altri materiali ciocche di capelli: una<br />

"immagine allucinatoria", per prendere<br />

ancora una volta a prestito le<br />

parole dell'artista, ma così potente<br />

da costituirsi come una nuova realtà.<br />

Come succede nella terza opera<br />

site specific, in cui ossa e capelli,<br />

cera e garza, piume e schiuma<br />

poliuretanica creano un nuovo<br />

organismo.<br />

Infine, in mostra una delle<br />

Diatomee, disegni poi ricoperti da<br />

uno strato di cera. Tratti ormai pietrificati,<br />

il cui ricordo continua però<br />

a agitarsi.<br />

Con queste parole di Carlo Frittelli si<br />

apre il catalogo della mostra fotografica<br />

di Aurelio Amendola nella galleria<br />

fiorentina. Una corposa selezione che<br />

si divide in due serie: la prima dedicata<br />

a Michelangelo, l'altra a Burri. Due<br />

distinte raccolte che, estremamente<br />

distanti all'apparenza, si uniscono nel<br />

talento e nell'interpretazione del fotografo,<br />

generando a sua volta opere<br />

nuove, ugualmente lontane dai soggetti<br />

che rappresentano. Due fili invisibili<br />

conducono quindi da una serie<br />

all'altra, da un lato l'occhio indagatore<br />

e scopritore di Amendola, dall'altra la<br />

forza creativa dell'artista, il foco - quello<br />

di cui parla Michelangelo nel sonetto<br />

97 delle sue Rime e da cui prende<br />

il titolo la mostra - che rinnova e<br />

infiamma l'artista. Lo stesso fuoco<br />

adoperato dall'amico Burri per le sue<br />

combustioni e che Amendola immortala<br />

in una serie di scatti, allestiti su<br />

una parete frontale all'ingresso della<br />

galleria, che all'occhio dell'osservatore<br />

si trasforma in sequenza filmica.<br />

Attraverso la scoperta di differenti<br />

prospettive, l'obiettivo del fotografo<br />

rimanda l'intensità dei gesti dell'artista<br />

di Città di Castello; l'immagine che ne<br />

nasce viene a assumere quei caratteri<br />

di originalità che rendono Amendola<br />

artista invece che osservatore. Di<br />

rimando immediato lo sfrigolio del cellotex<br />

insieme al rumore della fiamma<br />

che lo forgia, e lo sguardo dell'artista<br />

intento a contenere il tutto. La creazione<br />

attraverso la distruzione o, per<br />

dirla come Michelangelo, la sottrazione.<br />

Ugualmente, la serie dedicata a<br />

Buonarroti, presentando particolari<br />

dei geniali marmi rinascimentali tra<br />

sfondi neri e misteriosi chiaroscuri, ne<br />

abolisce i contesti originali, superandoli<br />

verso un piano sia sequenziale che<br />

attuale. Attraverso la sua interpretazione,<br />

le opere si improvvisano e reinventano,<br />

si stringono i rapporti tra<br />

oggetto ripreso, soggetto che riprende<br />

e visitatore. La macchina fotografica<br />

perde il punto di vista distante e<br />

oggettivo che la contraddistingue<br />

come mezzo di osservazione, per<br />

regalare allo spettatore moderne<br />

visioni empaticamente cariche di<br />

nuovo stupore e bellezza. Gli scatti<br />

indagatori, esaltando particolari altrimenti<br />

nascosti, prevaricano il reale<br />

scarto secolare che separa i due artisti,<br />

per ricollocarli su un ideale piano<br />

atemporale.<br />

[valentina bartarelli]<br />

sempre l'immediata riconoscibilità. È<br />

così per Fatal Egoist di Kintera: una<br />

malformata e inutilizzabile mountain<br />

bike che sembra essersi appena<br />

schiantata contro un palo, ma che poi,<br />

a ben guardare, conserva un valore<br />

formale che la rende di fatto un affascinantissimo<br />

oggetto di design. Ed è così<br />

anche per Pax Nexus Salvus di<br />

Nemeth: un comune armadio-guardaroba<br />

di Ikea mantiene intatta la sua<br />

struttura esterna, mentre all'interno<br />

tutto viene deformato: i ripiani e i cassetti,<br />

caratteristici della 'griffe' svedese,<br />

sono sostituiti da quegli elementi<br />

peculiari di ogni confessionale. Le tre<br />

ante sono occupate, ai due lati, dagli<br />

inginocchiatoi dei fedeli e dalla grata<br />

attraverso la quale il penitente confessa<br />

i propri peccati al sacerdote. Simile<br />

il procedimento in Malm-in, la cassettiera<br />

che, ugualmente, mantiene invariata<br />

la struttura. Nella parte anteriore<br />

rimangono i cinque cassetti, mentre<br />

nella parte posteriore è inserito un<br />

inconfondibile inginocchiatoio.<br />

Entrambi i mobili sembrano esprimere<br />

un concetto di religiosità intima e<br />

domestica, tipica del passato, ma qui<br />

resa più nascosta, perché sono perfettamente<br />

mimetizzati con l'arredamento<br />

casalingo; o addirittura esprimere<br />

una modalità di usa-e-getta della religione<br />

che, passate le mode, può esser<br />

sostituita da qualcosa di più moderno<br />

o continuamente rinnovata. Oppure,<br />

ancora, la globalizzazione di un messaggio<br />

religioso che, nella sua estrema<br />

diffusione, perde appunto d'identità e<br />

spessore. Ma anche, forse, la presunzione<br />

di poter gestire, in maniera autonoma<br />

e individuale, il rapporto con<br />

l'Eterno, senza l'intermediazione di<br />

alcuna struttura chiesastica. Molteplici<br />

dunque i piani di analisi per una lavoro<br />

che proprio per questo risulta complesso<br />

e maturo. Lo stesso concetto<br />

paradossale è espresso da My light is<br />

your light di Kintera: un grande lampadario,<br />

appoggiato al soffitto perché le<br />

sue enormi dimensioni gli impediscono<br />

di essere appeso, e costruito con originali<br />

lampioni stradali cecoslovacchi e<br />

inserito in un ambiente altro. È una<br />

scultura straniante, animale o vegetale,<br />

che pare essere sempre stata nello<br />

spazio della galleria. Di essere germinata<br />

e cresciuta qui, come una piovra<br />

in un acquario troppo piccolo. Volendo<br />

forzare la lettura, i lavori letti in conseguenza<br />

riescono a creare una sorta di<br />

percorso "spirituale". Un tracciato<br />

ascetico secondo il quale attraverso<br />

un'intima preghiera e profonda confessione<br />

dei propri quotidiani peccati, si<br />

può raggiungere la luce. Anche se artificiale<br />

e tutt'altro che rassicurante.<br />

spetto più tecnico e sperimentale, realizzando<br />

un'opera - una seconda Eclissi<br />

- che codifica l'intera traccia audio del<br />

film in un elegante insieme segnico<br />

fatto di parentesi e tratteggi, improvvisando<br />

in tal modo una sorta di timbrica<br />

del silenzio. Il privilegio della parola<br />

viene dunque sostituito da nuove<br />

modalità di comunicazione, le stesse<br />

che permisero ad Antonioni di lavorare<br />

per tanti capolavori ancora, nonostante<br />

il forzoso mutismo provocato da un<br />

ictus nel 1994.<br />

Il sovvertimento linguistico in espedienti<br />

rappresentativi prosegue con Braille<br />

Ligado. Si tratta di un'installazione di<br />

neon che formano coni luminosi, unendo<br />

i punti del linguaggio gestuale.<br />

Realizzando così, ancora una volta, una<br />

lingua visiva che sembrerebbe echeggiare<br />

le ricerche effettuate da<br />

Brancusi per le sue Sculture per ciechi.<br />

Tuttavia, se il non-visibile brancusiano<br />

viene adottato come metafora della<br />

non rappresentazione, utile a esprimere<br />

il puro concetto formale e a dare<br />

spazio all'immaginazione, la coppia brasiliana,<br />

invece, trasforma qualcosa di<br />

percepibile solo al tatto - e che rinvia<br />

nella mente a un concetto alfabetico -<br />

fino a farne linguaggio di rappresentazione,<br />

una sorta di tecnica artistica,<br />

nuovissima e del tutto originale, con cui<br />

scrivere ancora la parola "eclisse".<br />

Non è più incomunicabilità esistenziale<br />

all'Antonioni, dunque; al contrario, una<br />

nuova frontiera della comunicazione<br />

che, con bonaria presunzione, fa dell'arte<br />

un linguaggio non soltanto universale,<br />

ma addirittura cosmico. Ne è un<br />

esempio di estrema raffinatezza<br />

Helvetica Concentrated, opera complessa<br />

- il lavoro costituisce ancora un<br />

work in progress e ha all'interno della<br />

galleria solo una piccola rappresentanza<br />

- che fa della parola l'espediente per<br />

la rappresentazione delle stelle. A ciascun<br />

segno alfabetico, trascritto adottando<br />

proprio il carattere Helvetica, è<br />

associata una determinata quantità<br />

d'inchiostro, in modo tale che le lettere<br />

che compongono il nome di ciascun<br />

astro, tradotte in valore cromatico, finiscano<br />

per tracciare un'immagine degli<br />

stessi, nuova, astratta e concettuale,<br />

avvicinando l'arte alla vita. Anno Zero,<br />

video minimalista in cui lettere dell'alfabeto<br />

scorrono con cadenza regolare<br />

fino a quando, per un casuale gioco di<br />

coincidenze, il loro incontro produce la<br />

frase "Avanti Cristo - Dopo Cristo",<br />

chiude questo lungo meeting della<br />

comunicazione, realizzando una diversa<br />

quanto lungimirante analisi dell'evoluzione<br />

umana alla luce del gesto e<br />

della parola. Verba volant, ars manent.<br />

[carla rossetti]<br />

[donata panizza]<br />

[daniela trincia]<br />

Frittelli Arte Contemporanea<br />

Galleria Daniele Ugolini<br />

Contemporary<br />

Aurelio Amendola -<br />

Michelangelo/Burri. Colpa è di chi<br />

VM21artecontemporanea<br />

fino al 27 settembre 2008<br />

BlindArte Contemporanea<br />

fino all'11 ottobre<br />

m'ha destinato al foco<br />

Kristof Kintera / Ilona Nemeth - Rituals Angela Detanico & Rafael Lain - Il<br />

Cristiana Palandri - Unsettled via val di marina, 15 (zona novoli) a cura di Lydia Pribisová<br />

silenzio dell'eclissi<br />

via montebello, 22/r<br />

Tel 055 410153 Fax 055 4377359 via della vetrina, 21<br />

via caio duilio, 4/d (zona fuorigrotta)<br />

(zona ognissanti)<br />

info@frittelliarte.it<br />

da lunedì a venerdì ore 11-19,30; da lunedì a venerdì ore 10-13 e 16-19<br />

Tel/Fax 055 2654183<br />

www.frittelliarte.it<br />

sabato su appuntamento<br />

Ingresso libero<br />

director@ugoliniart.com<br />

Catalogo Carlo Cambi-<br />

Ingresso libero<br />

Tel 081 2395261<br />

www.ugoliniart.com<br />

Spaziotempo con testi di Maurizio Tel/Fax 06 68891365<br />

Fax 081 5935042<br />

Catalogo con testo di Milovan Calvesi, Sergio Risaliti e<br />

info@vm21contemporanea.com info@blindarte.com<br />

Farronato<br />

Francesco Vossilla<br />

www.vm21contemporanea.com www.blindarte.com


56.intervallo <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

le preferenze di Gino Agnese<br />

Presidente della Quadriennale di Roma<br />

Monique Veaute - direttore di Palazzo Grassi, tenterà il tredici sul prossimo numero<br />

ahbbellooo!!!<br />

s t r a f a l c i o n i d i g e s t<br />

"Il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti, curato da<br />

Lucia Cerizza, Cesare Pietroiusti e Anna Daneri..."<br />

[tiziana ricci presenta la nuova edizione del corso su radio popolare di milano]<br />

Oddio, non ci metteremmo una mano sul fuoco perché a Berlino, ben si<br />

sa, le trasgressioni sono all'ordine del giorno. Tuttavia tendiamo ad essere<br />

quasi certi nell'affermare che Luca Cerizza, al momento, non ha cambiato<br />

ancora sesso...<br />

"Inaugurato a fine maggio, dopo il suggestivo restyling dello studio KSV..."<br />

[carlotta magnanini sull'espresso parla del bolzanino museion]<br />

Bisognerebbe domandarlo agli architetti berlinesi se sono contenti che il<br />

loro bell'edificio alto-atesino sia stato declassato a banale ristrutturazione...<br />

...Donatella Volontà curerà il moderno e Laura Garbarino sarà il referente per i<br />

collezionisti<br />

[il sole24ore dà notizia dei cambiamenti sulla tolda di comando della fiera<br />

miart]<br />

Siamo certi anche noi che la brava Donatella ci metterà la massima<br />

buona volontà, ma lei continua sempre, tuttavia, a chiamarsi Volonté!<br />

premio spam per l’arte.<br />

abbiate pietà di noi (e della nostra e-mail)<br />

Deve essere stata la città, anzi cittadina toscana, ad avere<br />

influenzato l'atroce mitragliata di e-mail. Ehssì perché lo<br />

spam è cosa, sarete tutti d'accordo con noi, piuttosto greve.<br />

E la mostra di cui vi vogliamo parlare, proprio a Greve (in<br />

Chianti) si svolge. Esatto, avete capito, stiamo parlando di<br />

TUSCIAELECTA<br />

FACCIAMO13CON<br />

01. La città Napoli<br />

02. Il libro La rivoluzione inavvertita di Elisabeth Eisenstein<br />

03. Il film Tuttofellini<br />

04. Il cantante Mina<br />

05. Il ristorante domestico<br />

06. Il cocktail vin blanc<br />

07. L'uomo politico Fini<br />

08. Il quotidiano Corriere della Sera<br />

09. L'automobile Smart<br />

10. Lo stilista Missoni<br />

11. L'attore Penelope Cruz<br />

12. Il programma tv TG1<br />

13. La canzone Dove sta Zaza’ di Cutolo - Cioffi<br />

È una rassegna di arte contemporanea nel Chianti, ma non<br />

si è mai rassegnata a convincersi che basterebbe anche una<br />

sola e-mail per segnalare un evento. E infatti per questa<br />

mostra (inaugurata lo scorso 20 settembre; a cura di<br />

Arabella Natalini) Mario Airò ha proposto un'installazione<br />

luminosa optando, anche, per illuminare permanentemente<br />

(d'altronde è un'opera permanente) la spia "posta in arrivo"<br />

della nostra martorizzata casella.<br />

# lemma<br />

di marco enrico giacomelli<br />

PIANOFORTE<br />

Robin Rhode - Promenade - veduta parziale della mostra presso Tucci<br />

Russo Studio per l'Arte Contemporanea, Torre Pellice (TO) 2008<br />

Il pianoforte è un simbolo,<br />

ovvero raccoglie su di sé,<br />

magari suo malgrado, l'idea<br />

di musica in tutta la sua tradizionalità.<br />

Poiché è un termine<br />

che ultimamente piace<br />

assai, si potrebbe dire che è<br />

il monumento della disciplina<br />

artistica più distante dalla<br />

mimesis, statuario e - quand'è<br />

a coda - sinuoso.<br />

Addirittura ammiccante, lucido<br />

nel superbo nero, o pacchianissimo<br />

nell'abbacinante<br />

candore (rammentiamo un<br />

esemplare di tal fatta che<br />

compariva come d'incanto in<br />

notturna su un molo deserto,<br />

allo sgabello un folgorante<br />

Nino D'Angelo). Poiché si<br />

uccidono i padri e non i<br />

nonni, è comprensibile che il<br />

pianoforte compaia in<br />

soprattutto nell'arte degli<br />

anni '60 e '70. Accumulando<br />

le proprie apparizioni specie<br />

nell'opera del recentemente<br />

scomparso Giuseppe Chiari,<br />

isolato rappresentante in<br />

patria di Fluxus. Doveroso<br />

dunque richiamare un capostipite,<br />

il Klavier Intégral<br />

(1958-63) di Nam June<br />

Paik, sobbarcantesi telefoni<br />

e reggipetto, lampadine e<br />

macchinine. Tornando a<br />

Chiari, va citato qualche<br />

esempio: la Video performance<br />

di Antonio<br />

D'Agostino, risalente al<br />

1974 in quel di Basilea; per<br />

scivolare al 1995, quando<br />

collage e colori aggrediscono<br />

gentilmente un<br />

Clavicembalo; nel mezzo sta<br />

la Scultura per pianoforte,<br />

del 1989. Quest'ultima esposta<br />

alla mostra milanese<br />

Rumore: un buco nel silenzio,<br />

dove la profusione di tali<br />

strumenti sconcertava: oltre<br />

a quello di Chiari v'era il pianoforte<br />

rovesciato di John<br />

Cage (notate il titolo dell'opera:<br />

Please Play or the<br />

Mother, the Father or the<br />

Family), l'Hommage à<br />

Marinetti da un'idea di quest'ultimo,<br />

nonché un nutrito<br />

(con balla di fieno e secchio<br />

d'acqua) esemplare a coda<br />

che La Monte Young dedica<br />

allo straordinario interprete<br />

in Piano Piece for David<br />

Tudor #1 (sia detto fra queste<br />

parentesi: se lo statunitense<br />

gli dà da mangiare,<br />

Beuys lo albergava nel feltro,<br />

comme d'habitude).<br />

L'approccio si fa più etereo e<br />

concettuale - quanto ci<br />

sarebbe da dire sulla storia<br />

del ruolo assegnato alla<br />

musica nei vari sistemi delle<br />

arti, dal sunnominato<br />

Platone a Schopenhauer,<br />

almeno - in una triplice italiana<br />

o tale d'adozione: con<br />

Giulio Paolini che rende il<br />

pianoforte il fulcro d'una<br />

delle sue complesse e origamiche<br />

riflessioni; con Jannis<br />

Kounellis, che lo issa e lo fa<br />

suonare nello scenario imperioso<br />

della Fondazione<br />

Pomodoro; con Vettor<br />

Pisani che, di due pianoforti,<br />

fa un panino con ripieno di<br />

Leonardo e aggiunta di mele<br />

per un Concerto invisibile di<br />

Gino De Dominicis. Noterete<br />

l'età e la provenienza, quasi<br />

monotona. A mescolare un<br />

poco le carte ci pensa James<br />

Hopkins, nato nel 1976 nel<br />

Cheshire, con Sliding the<br />

Scale: smaccatamente utilizza<br />

un pianoforte a coda<br />

costruito ad hoc per irridere<br />

- siam sempre all'avo greco -<br />

l'occhio e il suo essere soggetto<br />

all'illusione, ammesso<br />

che di contro vi sia la dura<br />

realtà. Medesima data di<br />

nascita e medesimo intento<br />

illusor-ironico per il sudafricano<br />

Robin Rhode, recentemente<br />

in personale da Tucci<br />

Russo. Chiude un gallese<br />

classe 1982, Dan Rees, che<br />

poco meno d'un anno fa ha<br />

presentato a Napoli una<br />

serie di sei scatti di Black and<br />

White things in Black and<br />

White. E a cosa, se non a un<br />

pianoforte, poteva andare il<br />

posto d'onore? <br />

Il prossimo lemma sarà<br />

cane


58.recensioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

rocky mountain people show<br />

Cosa propone la Galleria Civica durante Manifesta7? Una serie di grossi nomi in rare performance. E, nel<br />

frattempo, cosa c'è in galleria ad "accogliere" chi arriva in Trentino? Una strana coppia...<br />

Al piano superiore, una successione<br />

ordinata di disegni e collage<br />

di McCarthy; al piano interrato,<br />

gli Avaf. Questo ha scelto di<br />

presentare la Civica di Trento per<br />

l'occasione assolutamente eccezionale<br />

della presenza di<br />

Manifesta7 in Trentino Alto Adige.<br />

I disegni incorniciati sono stati<br />

realizzati da Paul McCarthy attraverso<br />

una stretta collaborazione<br />

con Benjamin Weissman, svoltasi<br />

negli ultimi dieci anni fra le alture<br />

del Nevada. La montagna è l'elemento<br />

ricorrente, senza soluzione<br />

di continuità, in ogni pezzo che<br />

fa parte dell'estesa serie che si<br />

presenta estremamente unitaria<br />

malgrado la dilatazione nel tempo.<br />

Con la montagna come sfondo e<br />

come tematica, si svolgono nel<br />

bianco e nero del disegno scene<br />

di sesso senza limiti, sottolineate<br />

da parole e ritagli di riviste.<br />

Scorrono "in silenzio" anche gli<br />

Avaf, più nuovi ma altrettanto<br />

decisi e (di solito) senza mezze<br />

misure. La sala è sgombra e le<br />

grafiche colorate e psichedeliche<br />

sono incollate in una texture continua<br />

e astratta alle pareti e al pavimento,<br />

come moquette. L'effetto<br />

è quello di una balera chiusa o di<br />

un progetto di Guillaume Bijl, di<br />

cui si è appena conclusa la retrospettiva<br />

allo Smak di Gent, con le<br />

sue scenografie di assembramenti<br />

umani, fiere, cinema, uffici.<br />

enzo cucchi<br />

Davanti alla nuova mostra<br />

di Enzo Cucchi (Morro d'Alba,<br />

Ancona, 1949; vive ad Ancona<br />

e Roma) si è come attori di uno<br />

strano accadere. Dapprima è<br />

un senso di disorientamento,<br />

frustrazione, persino rabbia. Si<br />

vaga da un punto all'altro del<br />

percorso con la mente vuota e<br />

convinti, senza saperne dare<br />

una definizione, che manchi<br />

qualcosa. Poi questa assenza,<br />

d'improvviso, si fa rivelazione.<br />

Sospesi sulle nostre vertigini<br />

emotive - quasi fossimo quegli<br />

uomini sulla cima di monti<br />

misteriosi, tracciati a carboncino<br />

dentro le spoglie cornici - ci<br />

accorgiamo del nostro esser<br />

già precipitati. Giù senza difese,<br />

profondamente catturati dalle<br />

visioni dell'artista, fino a sentirne<br />

l'intimo respiro. Un avvicina-<br />

mento che avviene dunque non<br />

per comprensione ma per sensibilità,<br />

lontano dalla fascinazione<br />

dei concetti, degli intellettualismi,<br />

delle dottissime spiegazioni<br />

a corredo.<br />

Coerentemente l'esposizione<br />

Cucchi DISegno, realizzata dal<br />

Comune di Lucca in collaborazione<br />

con la Fondazione Cassa<br />

di Risparmio della Provincia, si<br />

propone sulla base esclusiva dei<br />

disegni, senza ricorrere ad<br />

alcun testo o cronologia.<br />

Soltanto l'evidenza di centosessantotto<br />

piccole tracce, tutte<br />

provenienti dalla Galleria Emilio<br />

Mazzoli, come testimonianza di<br />

un'intera carriera.<br />

Il titolo della mostra, anche nella<br />

grafia, è rivelatore di una differenza<br />

profonda: ovvero, se il<br />

disegno è la fase in cui l'idea<br />

artistica già si rende riconoscibile,<br />

il segno è invece l'istante<br />

dell'intuizione, del restare significante.<br />

Partendo da ciò, i<br />

DISegni di Enzo Cucchi si pongono<br />

come preparazione eventuale<br />

a una logica del discorso:<br />

casa, cane, mano, croce,<br />

monte, uva, uomo, simboli ancora<br />

in stato embrionale - e in<br />

quanto tali dal sapore esoterico<br />

- diverranno forse, un giorno,<br />

connotativi di uno stile personale.<br />

Allo stesso modo, piccoli fogli<br />

strappati da quaderni potrebbe-<br />

Deserti e stranianti. Ma gli Avaf<br />

(che hanno appena realizzato un<br />

progetto nel nuovo spazio di<br />

Deitch a Long Island e sono stati a<br />

Roma per il progetto Enel<br />

Contemporanea nell'area archeologica<br />

di Largo Argentina) non<br />

sono così; sono tutto il contrario,<br />

vistosi e rumorosi. E affollati, con i<br />

raduni, le maschere e i travestimenti.<br />

Insomma, abitualmente<br />

sono tipi da Rocky Horror Picture<br />

Show. Il titolo del progetto della<br />

Civica si espande sotto il titolo<br />

ro in futuro essere trasposti su<br />

tela. Sarà solo il tempo a rivelarlo.<br />

In fondo che importa? Per<br />

l'artista conta semmai il dubbio,<br />

poiché esso, declinando ogni<br />

responsabilità d'affermazione,<br />

permette di esprimersi al massimo<br />

della sincerità, di trasfigurarsi<br />

in reminiscenze di vita o di<br />

sogno. La bibbia della genesi e<br />

dell'apocalisse, l'incontaminata<br />

terra natia, il movimento delle<br />

linee, il mistero divino e pauroso<br />

comune Rocky Mountain People<br />

Show anche in una serie di performance<br />

attorno all'idea di spettacolarità<br />

dell'arte. Peccato che gli<br />

eventi siano rari (un paio finora)<br />

rispetto all'affluenza eccezionale e<br />

costante di pubblico in Regione<br />

per Manifesta. A ogni modo, gli<br />

artisti hanno risposto all'invito con<br />

una riflessione sull'uso di modalità<br />

proprie dello spettacolo (teatro<br />

"classico", teatro di strada, partecipativo...).<br />

John Bock ha creato<br />

un'impegnativa esibizione articola-<br />

della natura. Sfuggendo l'opera<br />

alla costruzione del senso,<br />

anche lo spettatore ritorna libero.<br />

Ne conseguono i sentimenti<br />

estranianti di cui si scriveva all'inizio.<br />

La prima scelta per le<br />

nuove sale di Palazzo Guinigi è<br />

dunque coraggiosa, poiché ricaduta<br />

su due identità volontariamente<br />

mancate. La prima è una<br />

mostra che non vuol darsi come<br />

tale, in quanto privilegia dell'opera<br />

di Enzo Cucchi il suo labirinto,<br />

ta in tre ore e duecento metri di<br />

dislivello. Si è infatti infilato in una<br />

piccola cabina della funivia che<br />

collega Trento con il panoramico<br />

paesino di Sardagna, sulla montagna<br />

antistante la cittadina, e ha<br />

iniziato una serie di spettacoli in<br />

miniatura sempre diversi per un<br />

paio di passeggeri, gente dell'arte<br />

ma anche abituali pendolari e turisti<br />

colti di sorpresa. Ruotava intorno<br />

a citazioni degli antichi teatrini<br />

di burattini, ma cantando, creando<br />

scene e brandendo pupazzi<br />

fatti di seni e cavità anali che<br />

spruzzavano shampoo come<br />

sperma o marmellata come feci.<br />

Dopo una coincidenza involontaria<br />

- una funivia è presente anche nei<br />

disegni di McCarthy - è stata la<br />

volta dei My Barbarian. Anche da<br />

parte loro c'è stata una citazione<br />

del teatro, tanto che - sia per<br />

tematica che per modalità di presentazione<br />

fuori dagli spazi abituali<br />

- la mostra attuale sembra proseguire<br />

il precedente progetto Il<br />

teatro della vita. In particolare,<br />

infatti, si sono ricollegati al teatro<br />

partecipativo degli anni '60 e, con<br />

un gruppo di volontari, hanno<br />

messo in scena uno spettacolo in<br />

piazza fatto di momenti individuali<br />

e di gruppo, cantando miti e falsi<br />

miti dell'Italia di ieri e di oggi, da<br />

Mani pulite a Padre Pio. <br />

[mariella rossi]<br />

Nero su bianco, segni che ancora precedono la costruzione del senso. Il tratto di Enzo Cucchi, semplice<br />

come la mano dei bambini, ritorna alla più profonda aspirazione dell'arte: sentire. Per inaugurare le nuove<br />

sale di Palazzo Guinigi...<br />

info.<br />

fino al 2 novembre 2008<br />

Enzo Cucchi - DISegno<br />

Palazzo Guinigi - Museo a tempo<br />

Via Guinigi, 29 - 55100 Lucca<br />

fino al 30 settembre, tutti i giorni ore<br />

10-19, sabato ore 21-24;<br />

dal 1° ottobre, da martedì a venerdì<br />

ore 15-19, sabato e festivi ore 10-<br />

13 e 15-19<br />

Ingresso libero<br />

Tel 0583 442916<br />

Fax 0583 442785<br />

Catalogo disponibile<br />

info.<br />

fino al 2 novembre 2008<br />

Rocky Mountain People Show<br />

a cura di Fabio Cavallucci e<br />

Cristina Natalicchio<br />

Galleria Civica d'Arte Contemporanea<br />

Via Belenzani, 46 - Trento<br />

Orario: da martedì a domenica ore 10-18<br />

Ingresso libero<br />

Tel 0461 985511<br />

Fax 0461 237033<br />

info@galleriacivica.it<br />

www.workartonline.net<br />

Enzo Cucchi<br />

- Gomito da<br />

aria, 1995 -<br />

matita, carboncino<br />

e<br />

acquerello su<br />

carta,<br />

49x34,4 cm<br />

Assume<br />

Vivid Astro<br />

Focus -<br />

installation at<br />

the Galleria<br />

Civica di Arte<br />

Contemporan<br />

ea of Trento,<br />

2008, ph.<br />

Hugo Munoz,<br />

courtesy<br />

Ernesto<br />

Esposito and<br />

Galleria Civica<br />

di Arte<br />

Contemporan<br />

ea of Trento.<br />

lo "lavora dentro", come segnalato<br />

nello splendido saggio di<br />

Achille Bonito Oliva in catalogo.<br />

La seconda è un museo a<br />

tempo, che esordisce non proponendo<br />

ma sperimentando,<br />

quasi si trattasse di un numero<br />

zero. Lucca dimostra insomma<br />

di avere passione e idee; attendiamo<br />

con piacere i prossimi<br />

eventi. <br />

[matteo innocenti]


60.trecapitali <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

The game is over. Beijing si lascia alle spalle le Olimpiadi e organizza la prossima fall season. Con un programma dinamico, articolato tra il primo crossover di arte contemporanea e rock 'n' roll e il Super Ganbei…<br />

Li Yifan - Legal Archives - installazione per la<br />

mostra Microscopic Narration presso Iberia Art<br />

Center, 798 Art District, Beijing<br />

Dopo la strepitosa estate olimpica, per Pechino si<br />

apre un nuovo capitolo. L'ondata di internazionalità<br />

portata dai Giochi ha donato maggior consapevolezza<br />

alla città che apre la stagione autunnale<br />

con un programma dinamico e originale. Conscia<br />

dei propri diritti e doveri, reagisce alla corsa all'oro<br />

di speculatori e appassionati d'arte, iniziando<br />

ad organizzare un idoneo sistema artistico. Gli<br />

addetti sono intenti a costruire una durevole infrastruttura<br />

a supporto dell'arte in rapida espansione.<br />

Si consolidano, ad esempio, i distretti artistici<br />

"secondari" sparsi nella zona nord-est della città.<br />

Ma quale crisi e crisi. I tempi bui sono roba del mondo della finanza, non certo di quello dell'arte. Almeno a guardare cosa succede a Londra. Dove la stagione riprende con l'obiettivo di arrivare, più swinging<br />

possibile, all'appuntamento di Frieze...<br />

Il 'Portavilion' di Dan Graham in Holland Park<br />

Come da diversi anni a questa parte, il mese di<br />

settembre a Londra non solamente segna la<br />

fine del torpore estivo ed il generale risveglio<br />

autunnale di spazi espositivi pubblici e privati,<br />

ma annuncia anche l'approssimarsi della Frieze<br />

Art Fair di ottobre e prepara dunque il terreno<br />

all'eccitamento di quei giorni.<br />

Aprono così nuove gallerie, dalla Madison<br />

Contemporary Art, diretta da Robin Page ed Eric<br />

e Geihle Sander, che ha inaugurato il 17 settembre<br />

in Marylebone con una mostra di rare prove<br />

d'artista provenienti dalla collezione di Robyn<br />

Denny, alla Yvon Lambert (già presente a Parigi e<br />

Ricchezza di proposte interessanti in piccoli musei e associazioni. New York fa ripartire la stagione anche all'insegna di presenze italiane. Il tutto mentre prosegue, sullo sfondo, la transumanza<br />

di gallerie e soprattutto di spazi no-profit dalla esosa Chelsea al ben più accogliente - almeno per ora - Lower East Side…<br />

Xaviera Simmons - Man with ball (Bronx as<br />

studio), 2008 - courtesy The Bronx Museum<br />

Con due presenze italiche si apre il sipario su<br />

un'altra stagione artistica newyorchese che si<br />

preannuncia ricca di iniziative e niente affatto<br />

pronta a chinarsi alle sferzate della recessione<br />

o del dollaro debole.<br />

Sarà il frutto di un genuino ottimismo nutrito<br />

dall'imminenza delle prossime elezioni?<br />

L'arte più genuina si trova a Caochangdi Village,<br />

Jiuchang, Beihuqu Lu, Huajiadi Nanlu, Anwai<br />

Beiyuan vicino al Parco Olimpico e l'Accademia<br />

Centrale di Belle Arti. La Factory 798 mantiene il<br />

suo vantaggio come polo culturale, centro di<br />

ampio raggio che sconfina rispetto alle sole arti<br />

visive e rappresenta una location privilegiata per<br />

eventi di vario genere. Dopo il lifting olimpico la<br />

798, oggi, è uno dei luoghi più piacevoli per una<br />

passeggiata domenicale o per una cena fusion.<br />

Galleria Continua si conferma come lo spazio<br />

d'eccellenza per i progetti site specific e questo<br />

mese invita gli spettatori a una profonda meditazione,<br />

attraverso le metafore di vita dell'artista<br />

coreano Kimsooja. La video-installazione<br />

"Mumbai: A Laundry Field", presenta il lavoro di<br />

questo mediatore visivo e spirituale attraverso la<br />

proiezione di quattro video filmati in diverse città<br />

del mondo. L'artista porge il dorso alla telecamera,<br />

mostrando la sola silhouette del proprio corpo<br />

in controluce, come un’ombra poco visibile e anonima,<br />

creando un'esperienza ipnotica di forte<br />

impatto tra la meraviglia e lo sgomento.<br />

All'UCCA, l'Ullens Center of Contemporary Art, da<br />

un anno considerato il faro della scena contemporanea<br />

della città, proseguono le iniziative tra corsi,<br />

convegni, forum, eventi speciali, film, performance<br />

e mostre su vasta scala. Attualmente in<br />

mostra Our Future: The Guy & Myriam Ullens<br />

Foundation Collection. Si tratta di una proposta<br />

complessa che mira ad essere un progetto educativo<br />

sul futuro dell'arte contemporanea in Cina.<br />

È un omaggio al lavoro di diverse generazioni di<br />

artisti che nell'ultimo decennio hanno contribuito<br />

alla storia dell'arte cinese. In mostra un centinaio<br />

di opere, con oltre sessanta artisti, tra i nomi di<br />

spicco: Ai Wei Wei, Michael Lin, Wang Du,<br />

Wang Jianwei, Wen Fang, Yan Lei, Yan Peiming,<br />

Chen Zhen, Gu Wenda, Huang Yong Ping, Wang<br />

New York) con uno spazio su tre piani in Hoxton<br />

Square, in concorrenza con la White Cube. In<br />

tempo per Frieze aprirà poi a metà ottobre nel<br />

West End, in prossimità della Modern Art di<br />

Stuart Shave, Pilar Corrias, disegnata dall'archistar<br />

Rem Koolhaas e con un intrigante programma<br />

'fuori sede'. Tra gli spazi indipendenti inaugurano<br />

poi Working Rooms in Kingland Road, già<br />

studio e spazio progettuale aperto a proposte di<br />

artisti e curatori, Art Vandelay, gestita dall'artista<br />

Matt Golden con l'intento di promuovere creativi<br />

emergenti anche attraverso pubblicazioni (come<br />

già la prima monografia di Benbo George) ed una<br />

rivista quadrimestrale. Calvert 22 apre poi i battenti<br />

nel bel mezzo di Shoreditch con una mostramonster<br />

di ventuno artisti, Fresh Air Machine,<br />

estesa su due piani fino al 31 ottobre.<br />

Il 9 ottobre riaprirà la Saatchi Gallery con la mostra<br />

"The Revolution Continues: New Chinese Art".<br />

Gratuito l'ingresso nel prestigioso spazio espositivo,<br />

disegnato dagli architetti Allford Hall Monaghan<br />

Morris nell'edificio ex-caserma militare di Kings<br />

Road, grazie alla partnership con la casa d'aste<br />

Phillips de Pury. Le novità qui sono un programma<br />

educativo per le scuole e due sale destinate alla<br />

presentazione di giovani artisti le cui opere verranno<br />

messe in vendita senza commissioni.<br />

Staremo a vedere…<br />

Intanto, Nicoletta Agostini al suo primo solo da<br />

LMAKprojects e Nico Vascellari nella collettiva<br />

ALL CUT UP da Roebling Hall si affiancano alla<br />

miriade di vernissage che durante i mesi di settembre<br />

e ottobre ridanno linfa vitale a una<br />

Chelsea estiva piuttosto soporifera.<br />

Nicoletta Agostini presenta Portraits, una<br />

serie di oltre settecento disegni allestiti a parete<br />

ad imitare una carta da parati d'autore, con<br />

cui l'artista riflette sulle sfaccettature della psiche<br />

umane e sulle sue manifestazioni antropologiche.<br />

Attraverso ritratti che delineano solo la<br />

silhouette di amici e colleghi che sono immortalati<br />

privi della testa, è interessante notare quanti<br />

dettagli relativi alla postura, all'abbigliamento<br />

e all'atteggiamento sarebbero invece passati<br />

inosservati se questi "fotogrammi cinematici"<br />

avessero mostrato anche i loro volti.<br />

Seguendo un trend piuttosto ricorrente, anche<br />

sottolineato dalla mostra inaugurale del New<br />

Museum Unmonumental, la collettiva ALL CUT<br />

UP esplora la tecnica del collage nelle varie<br />

declinazioni. Nico Vascellari è in mostra con<br />

puzzle ossessivi di ritagli di giornale che incorniciano<br />

solo volti glamorous di personaggi famosi,<br />

o solo i loro occhi destri, poi riarrangiati su<br />

un foglio della grandezza stessa della rivista<br />

Guangyi, Wang Du, Zhang Xiaogang. Di imminente<br />

apertura 24 Seconds of Silence, prima personale<br />

in Asia dell'artista coreano Won Ju Lim,<br />

che presenta la sua ultima installazione, una<br />

struttura di quattordici sculture illuminate da cinque<br />

proiezioni video che riflettono la vitalità e la<br />

frammentazione del paesaggio urbano di<br />

Pechino, ma anche a scenari tratti dalla finzione<br />

fantascientifica cinematografica.<br />

L'Iberia Art Center, recente acquisto per la<br />

Factory 798, inaugura la nuova stagione autunnale<br />

con Microscopic Narration: Social Images by<br />

Zhang Xiaotao and Li Yifan. Si tratta di una<br />

mostra tematica composta da due personali:<br />

"Mist" di Zhang Xiaotao e "Dossier" di Li Yifan. Gli<br />

artisti pur attraverso due percorsi differenti, uno<br />

pittore l'altro regista, narrano la moderna realtà<br />

cinese. Recentemente Zhang Xiaotao sperimenta<br />

una prospettiva visiva simbolica e microscopica<br />

con immagini che richiamano l'ansia e l'irrequietezza<br />

incorporate nella società cinese durante<br />

l'attuale fase di trasformazione. Parallelamente<br />

le indagini di Li Yifan analizzano diversi campioni<br />

delle classi sociali, portando in primo piano il<br />

senso di disagio e le sfaccettature spirituali proprie<br />

del periodo di transizione che attraversa.<br />

Questo spazio si è imposto fin dai primi mesi<br />

come uno dei migliori per qualità e organizzazione.<br />

Cerimonie d'effetto e progetti coerenti soddisfano<br />

un pubblico diventato ormai più esigente.<br />

Per queste due grandi istituzioni, l'Iberia Art<br />

Center e Ucca, è tempo di stuzzicanti aperture. I<br />

due gioielli della Factory 798 inaugurano infatti<br />

rispettivamente un Cafè e un ristorante all'interno<br />

degli spazi espositivi. Accogliente e riservato il<br />

Cafè, aperto presso la corte interna del centro<br />

ispanico, che propone oltre ad un ottimo espresso<br />

italiano della deliziosa cucina spagnola. Stylish<br />

e rilassante, invece, la brasserie di nuova genera-<br />

In generale, l'aria pesante da crisi economica che<br />

si respira ormai da qualche mese nel Regno Unito<br />

non sembra sfiorare il mondo dell'arte che continua<br />

piuttosto a prosperare. Nel rapporto annuale<br />

pubblicato il tre settembre la Tate (Modern e<br />

Britain) ha riportato un vero e proprio record di<br />

acquisti con l'acquisizione di 494 opere d'arte valutate<br />

oltre sessantatre milioni di sterline mentre il<br />

miliardario di cittadinanza inglese Roman<br />

Abramovich ha acquistato nell'estate da Christie's<br />

New York il primo esemplare di quella che si prevede<br />

diventerà una spettacolare collezione d'arte<br />

moderna. Si tratta, come scritto da tutti i giornali<br />

del mondo, del Trittico di Francis Bacon. Per la<br />

sommetta di ottantasei milioni di dollari.<br />

Nell'ansia generale che la crisi ha diffuso, l'arte<br />

sembra quasi farsi beffa delle preoccupazioni<br />

materialistiche, con curatori come Tom Morton<br />

che spendono cinquemila sterline su eBay per<br />

realizzare la mostra "View Basket" (alla Hayward<br />

Gallery fino al 28 settembre), un curioso assemblaggio<br />

tra il caotico ed il democratico di oggetti<br />

presumibilmente d'arte, secondo la categorizzazione<br />

che ne fa il sito d'aste più famoso al mondo.<br />

Sul fronte delle mostre, attesissime ed acclamate<br />

già prima di aprire, soprattutto per la risonanza<br />

storica presso il pubblico inglese, la celebrazio-<br />

seguendo un preciso schema. Le immagini ci<br />

ricordano quanto sia parziale e limitata la percezione<br />

che abbiamo del mondo patinato e<br />

quanto ne sia forte la fascinazione.<br />

Non solo le gallerie di Chelsea, ma anche gli spazi<br />

museali e non-profit contribuiscono ad un autunno<br />

interessante. Il Bronx Museum of the Arts<br />

sotto la rinnovata direzione di Holly Block, che<br />

giunge al museo dopo quasi un ventennio di successi<br />

ottenuti al timone di Art in General, inaugura<br />

Street Art, Street Life: From the 1950s to<br />

Now. La mostra individua l'energia e la cultura del<br />

tessuto urbano come muse ispiratrici per i lavori<br />

di molti maestri del contemporaneo e di artisti<br />

emergenti. Fotografia, video, performance sono<br />

rappresentate, tra gli altri, da lavori di Robert<br />

Frank, William Klein, Jacques de la Villeglé, Yoko<br />

Ono, Vito Acconci, Martha Rosler, Sophie Calle,<br />

Nikki S. Lee e Francis Alÿs. Le opere delle più giovani<br />

Xaviera Simmons e Fatimah Tuggar, commissionate<br />

in collaborazione con il Public Art<br />

Fund, si infiltrano nell'arteria principale del quartiere,<br />

il Grand Concourse, insieme ad un altro progetto<br />

speciale, il Blank Noise Project proveniente<br />

dall'India. I lavori di artisti come Daniel Guzmán,<br />

Kimsooja, Sze Tsung Leong, e Robin Rhode,<br />

emersi tutti negli anni Novanta, offrono alla<br />

mostra una diversa prospettiva, quella delle<br />

zione progettata dall'architetto Jean-Michel<br />

Willmotte, che offre tutti i giorni saporiti piatti di<br />

cucina cinese e occidentale, come l'anitra alla<br />

pechinese, sushi, ma anche pizza! Si chiama<br />

Super Gambei (letteralmente "Super cin-cin"), ed<br />

è una vetrina per l'ultimo design cinese che la<br />

sera si trasforma in un piacevole salotto al primo<br />

piano, DJ set al piano intermedio, cui segue salendo<br />

una romantica terrazza.<br />

Fino a fine ottobre, al Mao Live House, locale rinomato<br />

per la musica indie di Pechino, l'arte incontra<br />

il rock'n' roll. Maria INN presenterà il primo<br />

crossover di arte contemporanea e rock 'n' roll.<br />

Sorprendentemente kitsch, Mary INN è un gruppo<br />

fondato da tre artisti, che hanno scelto uno dei<br />

più comuni nomi femminili inglesi, dando un tocco<br />

di sexiness e un pizzico di freschezza sullo sfondo<br />

della cultura tradizionale cinese. In mostra dipinti,<br />

fotografie, video di giovani artisti locali (Wen Ling,<br />

Zheng Wei, Yang Tao, Liao Yu, Chen Jie, Lin<br />

Nan, Cui Jian e Pang Kuan, Gia, Xiao Rong… ).<br />

Proiezioni video e opere d'arte multimediali fanno<br />

da cornice alla performance live di una rock band<br />

costituendo un ponte tra giovani creativi e appassionati<br />

del rock'n' roll. Un dialogo originale che<br />

mira ad unire le comuni radici tra arte e rock' n'<br />

roll: l'amore verso l'umanità.<br />

Grande attesa inoltre per il prossimo Beijing's<br />

Modern Sky Festival, presso il Parco Haidian, che<br />

l'anno scorso aveva registrato cinquantamila presenze.<br />

L'evento musicale segna la ripresa della<br />

possibilità di concerti all'aperto, limitati per motivi<br />

di sicurezza intorno alle Olimpiadi. Gli spettacoli<br />

no-stop per tutto il mese si articolano tra concerti<br />

live dove figurano più di centoventi bande cinesi<br />

e non. Ancora segretezza intorno all'artista headline,<br />

ma tra quelli esaminati incontriamo Lou<br />

Reed, Blonde Redhead e Bright Eyes... <br />

[cecilia freschini]<br />

ne del centenario dalla nascita di Francis Bacon<br />

alla Tate Britain fino al 4 gennaio e la mostra sui<br />

ritratti di Wyndham Lewis alla National Portrait<br />

Gallery fino al 19 ottobre.<br />

Per chi non si interessa solo d'arte, "Design<br />

Cities", al Design Museum fino al 4 gennaio, ha<br />

l'ambizione raggiunta di coprire le maggiori icone<br />

del design contemporaneo internazionale, mentre<br />

una vera chicca si annuncia la mostra "Spin"<br />

alla Arts Gallery fino al 3 ottobre, con una raccolta<br />

unica di copertine di dischi.<br />

Fino al 14 dicembre "Fashion v Sport" alla V&A indica<br />

la crescente attenzione allo 'sportivo' non solo<br />

sulla scia delle Olimpiadi di Bejing ma soprattutto in<br />

vista delle future Olimpiadi del 2012 a Londra.<br />

Per chi poi preferisce stare all'aria aperta, nonostante<br />

la terribile stagione di piogge,<br />

"Portavilion" è un fantastico progetto in corso fino<br />

al 16 ottobre realizzato da UP Projects con la<br />

realizzazione di padiglioni d'artista nei maggiori<br />

parchi della capitale: un classico Dan Graham in<br />

Holland Park, il cinema populista portatile di<br />

Annika Eriksson in Regents Park, il grafico Toby<br />

Paterson in Potters Fields Park, e la "Wind<br />

House" (letteralmente, la casa del vento) di<br />

Monika Sosnowska in Primrose Hill. <br />

[irene amore]<br />

megalopoli sorte in paesi emergenti ad alto tasso<br />

di sviluppo, in Africa, Asia, e Latino America.<br />

L'elemento internazionale e multiculturale è<br />

anche peculiarità di Location One. La non-profit,<br />

oltre ad esser conosciuta per la prestigiosa<br />

residenza per artisti che questo autunno accoglie<br />

anche l'italiano Andrea Galvani, è anche<br />

nota per il programma espositivo in continua<br />

evoluzione. L'installazione di Jane Philbrick, ad<br />

esempio, utilizza cinquecentodue allarmi anti<br />

incendio, sirene, luci stroboscopiche e altro per<br />

interrogare su timori e insicurezze che caratterizzano<br />

il nostro quotidiano e per metter in dubbio<br />

apparati tecnologici e misure di sicurezza a<br />

cui ci affidiamo per tenere malaugurati eventi<br />

sotto controllo. Sempre in tema di non-profit,<br />

segnaliamo il trasferimento della storica White<br />

BOX di Juan Puentes da Chelsea nel Lower<br />

East Side, a conferma che man mano che i contratti<br />

di affitto scadono, le piccole organizzazioni<br />

non riescono più ad essere competitive in<br />

questo quartiere. Lo stesso vale anche per<br />

DCKT Contemporary che sempre da Chelsea si<br />

sposta in uno spazio nel Bowery e apre la stagione<br />

con nuovi lavori di Ryan Humphrey.<br />

Chi sarà il prossimo a far le valigie? <br />

[micaela giovannotti]


62.fashion <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di marzia fossati<br />

re-thinking monna lisa<br />

Pelletteria dal 1885. Tra il recupero di pezzi storici ed incursioni nel mondo dell'arte, il marchio fiorentino<br />

Gherardini punta al rinnovamento della propria immagine. Guardando a Leonardo da Vinci…<br />

Tutto è iniziato con una liveperformance<br />

organizzata in occasione<br />

dell'edizione<br />

Primavera/Estate 2009 di Pitti<br />

Immagine. È stato il brand fiorentino<br />

Gherardini, storico marchio<br />

del lusso italiano, a riunire sotto<br />

la sua egida un eterogeneo gruppo<br />

di artisti, chiamato a ri-tematizzare<br />

una delle opere più indagate<br />

della storia dell'arte: la<br />

Gioconda di Leonardo da Vinci.<br />

Su una serie di maxi-pannelli<br />

hanno trovato spazio varie interpretazioni<br />

della Monna Lisa, da<br />

quella graffittara di Torrick<br />

Ablack a quella fluo di Andy dei<br />

Bluvertigo, tutte suscettibili di<br />

ulteriori interventi creativi da<br />

parte del pubblico, all'interno di<br />

una vera e propria "exhibition in<br />

progress". Un set artistico d'elezione<br />

concepito per introdurre<br />

con garbo anche un discorso di<br />

prodotto: ed ecco che, fra le<br />

opere, fanno capolino esemplari<br />

vintage della "Bellona", bauletto<br />

emblema della casa nato nel '67,<br />

oggi inconsueta tela su cui far<br />

proseguire l'iniziativa Re-thinking<br />

Monna Lisa. In seguito alla<br />

mostra, i supporti decorati sono<br />

stati scansiti per creare nuove<br />

texture con cui realizzare una<br />

limited edition della storica borsa:<br />

i pezzi numerati sono ora in distribuzione<br />

nelle boutique monomarca<br />

del brand per finanziare un<br />

intervento di restauro nella città<br />

di Firenze, ancora in via in definizione.<br />

Con la stessa finalità, due<br />

pezzi unici - uno dipinto dall'artista<br />

Giacomo Piussi, l'altro elaborato<br />

digitalmente e stampato su canvas<br />

- saranno venduti all'asta su<br />

eBay. In seguito alla performance,<br />

<strong>Exibart</strong> ha incontrato Lorenzo<br />

Braccialini, direttore marketing e<br />

comunicazione di Gherardini.<br />

Recentemente il marchio<br />

Gherardini è stato acquisito da<br />

Braccialini. Quale politica di<br />

brand identity intendete assumere<br />

alle prese con due label di<br />

pelletteria?<br />

Braccialini e Gherardini manterranno<br />

le loro specificità. Giocosa<br />

e onirica, con una forte tendenza<br />

al rinnovamento la prima; classica,<br />

"logata" e ben salda alla tradizione<br />

la seconda. Due diverse<br />

www.gherardini.it<br />

j'adore.<br />

link.<br />

T-SPOKE<br />

"Uscivo con un creatore di magliette. Quando<br />

ci siamo lasciati ho scritto duecentotrentasette<br />

pagine per dirgli addio. Lui ha fatto lo stesso<br />

con una t-shirt. La t-shirt era meglio". Si chiama<br />

I Love Boxie il marchio di t-shirt che letteralmente<br />

racconta la vita di persone reali, posti in<br />

cui sono state, esperienze vissute. Ogni<br />

maglietta realizzata entra a far parte della collezione<br />

Half a conversation, ma se proprio non<br />

doveste riconoscervi in nessuna, potete sempre<br />

contattare il servizio di customer care e<br />

raccontare la vostra, di storia. Essa verrà<br />

immediatamente convertita in una frase da<br />

stampare su una t-shirt.<br />

www.iloveboxie.com<br />

www.myspace.com/iloveboxie<br />

politiche di prodotto, d'immagine<br />

e di distribuzione.<br />

Qual è il rapporto del marchio<br />

Gherardini con la città d'origine<br />

e con i fiorentini?<br />

Un rapporto antico di amore ed<br />

orgoglio reciproco, purtroppo<br />

forse un po' trascurato negli ultimi<br />

anni, ma la volontà e l'interesse<br />

di rafforzare il legame con la<br />

città non mancano, sia in termini<br />

di tradizione e di contaminazione<br />

creativa, che in chiave di<br />

distretto produttivo: il più qualificato<br />

ed importante d'Italia per la<br />

pelletteria di alta gamma.<br />

E proprio Firenze è stata scelta<br />

per presentare l'iniziativa Re-<br />

Thinking Monna Lisa…<br />

Sì. Abbiamo pensato ad un evento<br />

speciale tra arte e moda, un<br />

trionfo di eccellenza e tradizione,<br />

un connubio tra il dipinto più<br />

famoso del mondo ed il più antico<br />

brand di pelletteria del Made-in-<br />

Italy, accomunati, oltre che dalla<br />

curiosa omonimia tra la donna<br />

ritratta nell'opera - al secolo<br />

Monna Lisa Gherardini - e dal<br />

marchio stesso, dal medesimo<br />

ingegno toscano.<br />

Quali artisti erano coinvolti<br />

nell'happening?<br />

Torrick Ablack, Aldo Cibic<br />

Workshop, Andy dei Blu Vertigo,<br />

Alessandro Gaggio, Nuala<br />

Goodman, Marco Klee Fallani,<br />

Virginia Lopez, Florencia<br />

Martinez, Fulvia Mendini e<br />

Michele Vannucchi. Alle loro<br />

"giocondizzazioni" si è inoltre<br />

JELLY ARCHITECTURE<br />

Li abbiamo visti al London Festival of<br />

Architecture. Loro sono Bompas & Parr.<br />

Creano finissime gelatine inglesi, disegnano<br />

stampi per gelatine su commissione e curano<br />

spettacolari eventi culinari. Operano tra cibo ed<br />

architettura: esplorano le modalità con le quali<br />

il gusto può variare grazie a sinestesie di fattori,<br />

sotto l'influsso di differenti performance e<br />

location. Il focus della loro ricerca è attualmente<br />

la gelatina. Grazie alla sua forma plastica è<br />

possibile plasmarla secondo molteplici esigenze:<br />

ora è un dolce sulla tavola di una colazione<br />

vittoriana, ora il plastico di un monumento storico<br />

o di un aeroporto, tutti da gustare all'interno<br />

di performance decisamente en vogue.<br />

www.jellymongers.co.uk<br />

aggiunta una composizione<br />

patchwork di pelli, sempre ispirata<br />

al celebre dipinto, realizzata<br />

dalla stilista Carla Braccialini.<br />

Da chi sono stati selezionati gli<br />

artisti?<br />

Dai responsabili stile e marke-<br />

SCHOOL OF DESIGN<br />

Anche il reality può avere il suo versante<br />

non-trash. A contrastare l'effetto<br />

spazzatura di Grande Fratello e produzioni<br />

simili ci pensa Philippe Starck in<br />

persona. Per alcuni mesi il designer<br />

accoglierà nel suo studio parigino un<br />

team di dieci giovani designer emergenti,<br />

sottoponendoli a numerosi incarichi<br />

per arrivare alla creazione del<br />

nuovo oggetto "must-have". Il risultato?<br />

Una panoramica per conoscere le<br />

avanguardie del design del XXI secolo.<br />

School of Design sarà trasmesso nel<br />

2009 sulla BBC.<br />

www.bbc.co.uk/schoolofdesign/<br />

ting della casa, con il supporto<br />

del nostro ufficio stampa Guitar.<br />

"Progetto Archivio": un ritorno<br />

al passato?<br />

Con questo progetto ci proponiamo<br />

di recuperare alcuni dei<br />

nostri pezzi storici, per rivisitarli<br />

in chiave attuale. Anche in questo<br />

caso, come per l'iniziativa<br />

Re-thinking Monna Lisa, abbiamo<br />

deciso di partire dalla<br />

"Bellona", soprannominata così<br />

proprio dagli artigiani che la<br />

confezionavano.<br />

E se la "bella figliola" di casa<br />

Gherardini fosse un'attrice di<br />

ieri?<br />

Silvana Mangano.<br />

Un'attrice di oggi?<br />

Monica Bellucci, modello di<br />

sensualità italiana esportata in<br />

tutto il mondo.<br />

Oltre alle chicche d'archivio, ci<br />

saranno delle novità…<br />

Certo. Tra i prodotti realizzati in<br />

pelle, quelli in morbidissimo<br />

vitello stampa saffiano caratterizzati<br />

da un look vintage-contemporaneo<br />

e quelli in nappa<br />

trapuntata effetto logo. Ancora<br />

la splendida linea in bufalo.<br />

Allargando poi il discorso anche<br />

ad altri materiali, il nuovo tessuto<br />

spalmato ad effetto lucido,<br />

con stampa logo a rilievo, utilizzato<br />

per una pratica serie di<br />

borse e sacche morbide.<br />

Nell'ambito della gamma colori<br />

la scelta dell'arancio, colore di<br />

base dell'identità di marca<br />

Gherardini, anche in versione<br />

fluorescente, con un'ottima<br />

risposta del mercato, soprattutto<br />

da parte dei negozi più cool.<br />

Pelletteria dal 1885. Quali<br />

sono i dettagli che contraddistinguono<br />

una "signora"<br />

borsa?<br />

La qualità dei materiali usati,<br />

delle chiusure e delle fibbie, gli<br />

accessori in metallo personalizzati<br />

e le rifiniture della lavorazione.


64.handbag <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di valentina tanni<br />

PUPPY DIVENTA VASO<br />

"Il vaso è un simbolo d'amore, calore e<br />

felicità". Così Jeff Koons ha commentato<br />

il lancio di una tiratura limitata di vasi in<br />

porcellana bianca ispirati al suo famoso<br />

cagnolino (Puppy Vase). L'iniziativa è firmata,<br />

manco a dirlo, da Gagosian, e prevede<br />

la messa sul mercato di tremila<br />

esemplari<br />

del suppellettile,venduti<br />

ognuno<br />

a settemilacinquecento<br />

dollari<br />

(www.gagosian.com)...<br />

GREEN HOUSE<br />

Se la raccolta differenziata è la vostra<br />

specialità e vi sentite "verdi" in ogni<br />

momento della<br />

giornata, il cestino<br />

fatto apposta<br />

per voi si chiama<br />

Green House. Il<br />

contenitore a<br />

forma di casa,<br />

disponibile in<br />

diverse misure,<br />

apre le ali del<br />

suo tetto ogni<br />

volta che il pedale/portico<br />

viene<br />

premuto. Al<br />

momento si tratta solo di un prototipo,<br />

ma la messa in produzione è vicina<br />

(www.jba-design.se)...<br />

BOSONE SNOB<br />

Per ora il Bosone di Higgs è solo una particella<br />

elementare ipotetica, l'unica a non<br />

essere stata ancora osservata. In attesa<br />

che si conceda alla vista degli scienziati,<br />

una versione plush toy della particella più<br />

discussa del momento (è protagonista<br />

dei temuti esperimenti in corso al CERN<br />

di Ginevra) è disponibile<br />

su www.particlezoo.net...<br />

BIRRE D'ARTISTA<br />

Sono già vent'anni che Beck's UK porta<br />

avanti il suo programma di "bottiglie d'artista",<br />

lasciando che creativi di ogni generazione<br />

si cimentino nella realizzazione<br />

delle etichette della birra (hanno partecipato<br />

al progetto nomi come Tracey Emin,<br />

Gilbert&George e Douglas Gordon). Gli<br />

artisti scelti quest'anno, le cui bottiglie<br />

sono già in circolazione, sono Tom Price,<br />

Charlotte Bracegirdle, Riitta Ikonen e<br />

Simon Cunnigham (in mostra su:<br />

www.becks.co.uk)...<br />

Prima fila: Smoke Glass, di Joe Colombo (1964) - The Deadly Sins, il cofanetto di "bicchieri capitali" -<br />

L'Ira in versione bicchiere.<br />

Seconda fila: La serie Inside Out, di BY:AMT - Il bicchiere da Martini "rovesciato" - Il calice da Martini firmato<br />

Benjamin Hubert.<br />

Terza fila: The Party Shot Glass - This is [not], i bicchieri magrittiani<br />

Bicchieri<br />

e riflessi<br />

Il capostipite ideale del bicchiere da party, elegante, divertente e funzionale, lo ha disegnato<br />

Joe Colombo nel 1964. Smoke Glass, prodotto dalla Arnolfo di Cambio di Colle Val<br />

d'Elsa, permetteva di tenere con una sola mano drink e sigaretta, grazie a un perfetto studio<br />

di pesi ed equilibri. Da allora il design non ha mai abbandonato il campo, scatenando<br />

l'immaginazione sull'oggetto-simbolo della socialità e del buon gusto.<br />

Tra tutti i generi, la palma del più amato va al bicchiere da Martini, presente sul mercato<br />

in infinite versioni, ma sempre riconoscibile, nella sua tipica forma a cono rovesciato.<br />

L'aperitivo più famoso del mondo è stato di recente reinterpretato da Benjamin Hubert<br />

(www.benjaminhubert.co.uk) in occasione della Bombay Sapphire Competition (www.bombaysapphireprize.com),<br />

premio per le migliori creazioni in vetro indetto dalla nota casa di<br />

gin. Il calice è diventato, nelle mani del giovane designer inglese (classe 1984) un'elegante<br />

scultura con uno stelo a forma di radice. Alissia Melka-Teichroew, invece, fondatrice di<br />

BY:AMT (www.byamt.com), ha incluso il calice da Martini nella sua collezione Inside-Out,<br />

composta di bicchieri dalle forme audacemente "rovesciate".<br />

Meno elegante forse, ma di sicuro effetto, The Party Shot Glass, bicchiere multiplo pensato<br />

per facilitare la socializzazione attraverso la "bevuta" simultanea, disegnato da una giovane<br />

islandese in occasione del contest targato Design Boom (www.designboom.com).<br />

Di ispirazione magrittiana la serie firmata da Jeremy Brown (www.jeremybrowndesign.com).<br />

This is [not] (2007), che comprende calici dallo stelo innaturalmente posto di fianco, bicchieri-bastone<br />

da passeggio e tazze dall'impugnatura impossibile. Mefistofelica, infine, la proposta<br />

di Kacper Hamilton (www.kacperhamilton.com), talentuoso designer residente a Londra, che<br />

immagina un bicchiere per ogni peccato capitale: pericolosamente tagliente per l'ira, panciuto<br />

per la gola, altissimo per la superbia, tentacolare per l'avarizia, pendente per lussuria, forato<br />

per l'invidia e con rubinetto per l'accidia. I sette Deadly Sins arrivano a casa racchiusi in uno<br />

scrigno di mogano e velluto...<br />

Follia da ricchi? Mania di superlusso?<br />

Comunque vogliate chiamarla, la proposta di<br />

DIG (Diamonds in glasses) è sicuramente bizzarra.<br />

L'azienda austriaca, infatti, fondata da una signora<br />

dal nome in questo caso poco opportuno, Natascha<br />

Marx, si occupa di incastonare veri diamanti nei bicchieri,<br />

nel punto esatto che unisce lo stelo alla coppa.<br />

Per informazioni: www.diamondsinglass.com.<br />

TELEVISORI IN<br />

STANDBY<br />

Il televisore, si sa, è uno dei principali ricettacoli<br />

di polvere in casa. Se non siete tipi<br />

da tenerlo acceso tutto il giorno, un accessorio<br />

divertente e utile è la Television<br />

Cozy/Cover, copri-monitor in morbido feltro<br />

firmato Sally England Design. Il vivacissimo<br />

pattern è quello del colour test,<br />

una visione sempre più rara nella tv attuale,<br />

che trasmette 24 ore su 24. In vendita<br />

su www.etsy.com...<br />

WIM SUPERSTAR<br />

Il belga Wim Delvoye si contende il titolo di<br />

enfant terrible dell'arte contemporanea<br />

con personaggi come Hirst e Cattelan.<br />

Per tutti i suoi ammiratori, è disponibile<br />

una action-figure,<br />

bambola<br />

confezionata in<br />

stile Barbie.<br />

Nella confezione,<br />

insieme al<br />

ritratto dell'artista,<br />

trovate<br />

anche la versioneminiaturizzata<br />

di una<br />

delle sue opere più discusse: la "Cloaca",<br />

macchinario per produrre escrementi. In<br />

vendita sul sito della Galleria Perrotin…<br />

(www.galerieperrotin.com)...<br />

TEDDY<br />

KARL<br />

Dopo un'apparizione<br />

in veste di<br />

dj nel videogame<br />

Grand Theft<br />

Auto, l'inossidabile<br />

Karl<br />

Lagerfeld atterra<br />

nel mondo<br />

dei giocattoli tradizionali. Un orsacchiotto<br />

realizzato a sua immagine e somiglianza,<br />

con tanto di giacca di pelle, cintura<br />

gioiello e occhiali da sole, è in vendita sul<br />

sito di Neiman Marcus (www.neimanmarcus.com)<br />

per la poco modica cifra di<br />

mille euro. A fabbricare il prezioso peluche<br />

è stata chiamata la tedesca Steiff<br />

(www.steiff.de)...<br />

DADA TOILET<br />

Dallo studio di design più ironico che c'è,<br />

il francese Atypyk (www.atypyk.com),<br />

arriva un accessorio imperdibile per ogni<br />

art-addict che si rispetti. Si tratta di Dada<br />

Toilet, un adesivo che trasforma qualsiasi<br />

wc in una "Fontana" di duchampiana<br />

memoria. Come insegnava il maestro,<br />

basta aggiungere<br />

una firma e il<br />

gioco è<br />

fatto...


66.tornaconti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di alfredo sigolo<br />

perdersi l'arte sotto il naso<br />

Le logiche del sistema globale spingono gli operatori di mercato ad abdicare al ruolo di rappresentanza del territorio nel<br />

quale operano a favore di una maggiore competitività internazionale. Deriva pericolosa… con qualche voce contro…<br />

Tempo di kick off per la nuova<br />

stagione dell'arte mondiale: le<br />

prime aste sono già alle spalle<br />

con risultati complessivi non proprio<br />

esaltanti. Parlare di crisi è<br />

eccessivo, ma prendere atto del<br />

rallentamento no. Una sana frenata<br />

sui prezzi, che in fondo all'arte<br />

fa anche bene. Le fiere pure<br />

sono partite, a Shangai e<br />

Singapore. Ed è solo l'antipasto: a<br />

ottobre toccherà, tra le altre, a<br />

Berlino, Londra, Parigi e Verona.<br />

Ma già a settembre molte capitali<br />

dell'arte hanno celebrato gli opening<br />

collettivi. Da New York a Los<br />

Angeles fino a Milano e Roma.<br />

La sensazione è che l'arte globale<br />

ci abbia preso un po' la mano: l'arte<br />

è tanta, ovunque, sempre. In<br />

apparenza uno stato di benessere,<br />

quello dell'arte, che conforta.<br />

Eppure, per quanto inattese, nei<br />

mesi scorsi si sono levate due<br />

voci autorevoli che hanno insinuato<br />

qualche dubbio su questo<br />

modello di crescita inarrestabile<br />

ed esponenziale dell'arte mondiale.<br />

Per prima è stata Henriette<br />

Huldisch che, nel testo di presentazione<br />

all'ultima edizione della<br />

Biennale del Whitney, scomodando<br />

Beckett ha invocato un'arte<br />

smaller, slower, and less. Poco<br />

dopo, sulla stessa lunghezza d'onda,<br />

ecco schierarsi Adam Budak,<br />

che nel suo progetto per<br />

Manifesta 7, Principle Hope, ha<br />

sposato la causa del regionalismo,<br />

esaltando l'etnologia dello<br />

spazio minore, locale e marginale.<br />

Si dirà che la Huldish e Budak parlavano<br />

di arte e non di mercato<br />

dell'arte. E che le due cose non<br />

possono essere confuse. Allo<br />

stesso modo però sarebbe un<br />

errore grave per il mercato non<br />

tener nel debito conto delle riflessioni<br />

che provengono da ciò che<br />

rappresentano. Se almeno<br />

vogliono rappresentarlo coerentemente.<br />

Il formidabile impulso dato nell'ultimo<br />

decennio alle fiere d'arte e<br />

biennali internazionali ha certamente<br />

contribuito ad edificare un<br />

palcoscenico straordinario per gli<br />

artisti di ogni angolo del globo,<br />

accelerando anche i processi di<br />

cambiamento e alternanza,<br />

affrancando dall'isolamento culturale<br />

molti paesi emergenti. Ma ha<br />

anche forse indotto ad un appiattimento<br />

del gusto, ha ostacolato<br />

le istanze della ricerca a vantaggio<br />

del riverberarsi di modelli este-<br />

incanti.<br />

TATE DA RECORD<br />

E poi parlano di crisi dei musei. La Tate di<br />

Londra ha annunciato di aver acquisito in<br />

un anno opere per un valore complessivo<br />

di 63,1 milioni di sterline (centododici<br />

milioni di dollari). 494 pezzi in tutto, ben<br />

trecentoventi delle quali provenienti da<br />

eredità e donazioni di collezionisti ed artisti.<br />

Hirst, Bourgeois, Bacon, Freud e<br />

Balthus, ce n'è per tutti i gusti. Tra i<br />

benefattori pare ci siano anche i parvenus<br />

russi. Con gioielli come questi, il<br />

direttore Nicholas Serota ha una freccia<br />

in più al proprio arco per ottenere il<br />

denaro necessario per aprire una nuova<br />

ala del museo, in tempo per le Olimpiadi<br />

del 2012.<br />

tici consolidati, ha esaltato<br />

spesso spinte retroattive<br />

e revisioniste, si è<br />

accontentato troppe<br />

volte di uno spoglio documentarismo.<br />

E, non da<br />

ultimo, ha sostituito alla<br />

figura dell'artista come<br />

intellettuale l'artista<br />

come star mediatica.<br />

Il Golden Age dell'arte<br />

contemporanea ha favorito<br />

profonde trasformazioni<br />

nel sistema dell'arte,<br />

ivi compreso l'istituto<br />

della galleria privata,<br />

luogo deputato a scoprire<br />

e a costruire il mercato<br />

dei nuovi talenti. Le gallerie<br />

si sono moltiplicate a<br />

ritmo vertiginoso, nascono<br />

e muoiono a ritmo vertiginoso.<br />

Chi sopravvive<br />

o si<br />

struttura in<br />

“<br />

Uno spazio per l'arte privo<br />

d'identità non serve all'arte, uno<br />

spazio dell'arte che documenti le<br />

istanze più interessanti del<br />

territorio che gli sta intorno sì<br />

succursali<br />

straniere<br />

per interveniretempestivamente<br />

sulle figure<br />

più appetibili<br />

dei mercati<br />

caldi o<br />

si candida a partecipare a quante<br />

più fiere possibile. Così le mostre<br />

si diradano, si fanno frettolose, i<br />

progetti curatoriali seri si rarefanno,<br />

le scuderie si infarciscono di<br />

esponenti delle mode in voga: ieri<br />

la Cina, oggi l'India, domani il<br />

Medio Oriente, dopodomani la<br />

Russia. Giusto per seguire l'odore<br />

dei soldi. Installazione e video per i<br />

musei, pittura e fotografia per i<br />

collezionisti, la scelta degli artisti<br />

LA SPESA DI SAATCHI<br />

Come ogni stagione Charles Saatchi il 12 giugno<br />

scorso è uscito di casa per andare a far spesa al<br />

Group Show di fine corso della Royal Academy. Il<br />

resoconto recita: settemilanovecento sterline<br />

per cinque cut out cartoon di Angus Sanders-<br />

Dunnachie (ventotto anni), sette paesaggi di Jill<br />

Mason (trentatre) pagati seicento sterline l'uno<br />

e tredici dipinti della ventiseienne Carla Busuttil.<br />

La stampa inglese, ovviamente, non ha perso<br />

l'occasione per celebrare gli eredi della YBA ma<br />

stavolta, per bocca dell'Indipendent, ha anche<br />

rimarcato come dietro queste operazioni si sia<br />

creato un falso mito. Si ingrossano infatti le fila<br />

di coloro che, dopo una breve esposizione sotto<br />

i riflettori, sono tornati nell'anonimato o non<br />

sono riusciti a confermare le aspettative.<br />

si fa sempre più strategica e corrisponde<br />

sempre meno allo scenario<br />

locale e nazionale nel quale<br />

la galleria opera.<br />

Sarà un caso ma negli ultimi anni<br />

sono fioriti un po' ovunque gli spazi<br />

no-profit (più all'estero che in Italia<br />

purtroppo) che hanno preso in<br />

carico l'onere di offrire spazi di<br />

azione e di confronto per gli artisti<br />

FOTOGRAFIA STORICA AL LACMA<br />

Il Los Angeles County Museum of Art<br />

ha in un colpo solo implementato la<br />

sua collezione fotografica con tremilacinquecento<br />

importanti lavori storici.<br />

Grazie al supporto finanziario della<br />

Annenberg Foundation e alle donazioni<br />

dell'erede Carol Vernon si è infatti<br />

garantita l'intera collezione di Marjorie<br />

e Leonard Vernon, pionieri del collezionismo<br />

losangeleno, che hanno raccolto<br />

opere di circa settecento artisti del<br />

XIX e XX secolo, tra i quali Fox Talbot,<br />

Edward Steichen, Edward Weston,<br />

Anselm Adams. La nuova collezione<br />

sarà presentata in ottobre, con una<br />

mostra dedicata.<br />

a sinistra: Marco Campanini -<br />

Collezione di sabbia - CDS1, 2007 -<br />

lambda print on Kodak Endura paper<br />

under plexiglas, cm. 103x165 (courtesì<br />

Fotografia Italiana - Mi)<br />

in bassso a sinistra: Michele<br />

Lombardelli - Untitled, 2008 - serigrafia<br />

digitale su carta Arches, cm.<br />

76x56 (courtesy Bonelli<br />

Contemporary-Los Angeles)<br />

in basso a destra: Luca<br />

Francesconi - Mantello magico-<br />

Idolo campagnolo, 2008 - acrilico su<br />

carta, cm. 150x100<br />

del territorio di riferimento.<br />

L'appello della Biennale del<br />

Whitney e di Manifesta potrebbe<br />

essere dunque colto anche dal<br />

mercato e inteso come un appello:<br />

uno spazio per l'arte privo d'identità<br />

non serve all'arte, uno spazio<br />

dell'arte che documenti le<br />

istanze più interessanti del territorio<br />

che gli sta intorno sì. Scegliere<br />

gli artisti nazionali non dovrebbe<br />

essere solo un'esigenza per<br />

ottemperare agli oneri di rappresentanza<br />

delle commissioni selezionatrici<br />

delle fiere internazionali<br />

ma una precisa mission culturale.<br />

Ma c'è di più. Uno spazio dell'arte<br />

privo d'identità non serve neppure<br />

al mercato. Oggi numerose<br />

sono le gallerie di ricerca internazionale<br />

che sopravvivono solo<br />

grazie alle fiere. Di molte, c'è chi<br />

sostiene che i due terzi del fatturato<br />

dipenda da questa attività.<br />

Ma conta più vendere tre opere<br />

in fiera o un'opera in sede? È più<br />

lungimirante intercettare tre collezionisti<br />

in transito negli stand o<br />

cercare di costruirsi un ristretto<br />

bacino fidelizzato che possa contribuire<br />

alla crescita della galleria<br />

stessa?


68.decibel <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di alessandro massobrio<br />

beijing wave<br />

Lo sforzo olimpico è stato solo la punta di un gigantesco iceberg mediatico volto a rinnovare l'immagine della<br />

Cina. Da diversi anni la scena musicale di Beijing costituisce un fenomeno autenticamente rock, secondo<br />

alcuni paragonabile a quello sviluppatosi a New York negli '80 o a Berlino dopo la caduta del muro. Ma c'è<br />

chi la vede diversamente...<br />

Da tempo ormai le notti di<br />

Beijing risuonano di musica<br />

nuova. Gli spazi in cui è possibile<br />

assistere a un concerto sono senz'altro<br />

pochi se paragonati alle<br />

dimensioni mastodontiche della<br />

metropoli, ma in quei pochi metri<br />

quadrati si raccoglie un'energia<br />

tale da porre la Cina, secondo<br />

alcuni osservatori, al centro di un<br />

fenomeno di emancipazione politica<br />

e sociale giovanile come non si<br />

vedono ormai da decenni in<br />

Occidente.<br />

Esattamente com'era all'UFO<br />

Club nella Londra degli anni<br />

Sessanta o al Café Bizarre nel<br />

Greenwich Village, i club di Beijing<br />

raccolgono un audience composto<br />

perlopiù da musicisti, scrittori,<br />

artisti e performers locali, studenti,<br />

stranieri e qualche curioso. Le<br />

band suonano su assi di legno,<br />

tra poche luci e vicino al pubblico,<br />

al quale propongono chitarre stridenti<br />

e oggetti di ogni tipo, sonorità<br />

punk-noise, strumenti tradizionali<br />

in distorsione, musica elettronica,<br />

jazz. Non molti anni fa un tale<br />

movimento sarebbe stato indicato<br />

come trasgressivo e perseguitato,<br />

anche se - va ricordato - l'unica<br />

vera conseguenza dell'accorato<br />

urlo di Björk, che durante il concerto<br />

a Beijing echeggia "Tibet!", è<br />

stata la chiusura immediata del 2<br />

Kolegas, uno dei locali più attivi e<br />

influenti sulla scena pechinese.<br />

Ad ogni modo oggi Beijing appare<br />

una città in fermento. Lo scorso<br />

marzo, alla cerimonia per la chiusura<br />

dei lavori olimpici organizzata<br />

da Mercedes-AMG, il compositore<br />

cinese Chen Qigang fu invitato<br />

a ritirare il premio in qualità di<br />

supervisore delle musiche ufficiali<br />

dei giochi. In quell'occasione Chan<br />

ricordò al critico musicale Alex<br />

Ross, che era presente, come<br />

poco più di un ventennio prima la<br />

musica classica<br />

fosse un sapere<br />

proibito, della fuga<br />

a Parigi per studia-<br />

re musica, e di<br />

come in quel giorno<br />

si sentisse frastornato<br />

nel ricevere il<br />

premio per un incarico<br />

così prestigioso.<br />

A rendere ancora<br />

più radicale la trasformazione il<br />

fatto che quella bizzarra mescolanza<br />

di slogan nazionalisti, ecces-<br />

inascolto.<br />

KVITNU FEST<br />

Il Kvitnu Fest è nato lo scorso anno con<br />

l'intento di creare eventi di musica<br />

elettronica in Ucraina. Dopo la prima<br />

edizione di Kyiv, dedicata alla musica<br />

sperimentale ucraina, quest'anno il<br />

festival si sposta a Lviv e presenta un<br />

format internazionale che comprende<br />

ospiti come Mika Vainio, Philippe Petit,<br />

Laetizia, Staalplat Soundsystem e molti<br />

altri.<br />

24 - 25 - 26 ottobre 2008<br />

Lviv, Ucraina<br />

www.kvitnu.com/fest/<br />

si materiali e avanguardia tecnologica<br />

che caratterizza lo stile cerimoniale<br />

cinese si svolgesse negli<br />

edifici della 798 Art Zone, il complesso<br />

di vecchie fabbriche militari<br />

situate a nordest di Beijing, oggi<br />

riconvertite in spazi espositivi e<br />

simbolo della trasformazione culturale<br />

in atto.<br />

Per Michael Pettis, ex professore<br />

alla Columbia University e oggi<br />

visiting professor di economia a<br />

Beijing, non c'è nessun dubbio: "La<br />

nuova scena musicale cinese è<br />

oggi una delle più eccitanti al<br />

mondo". Michael è proprietario<br />

del D22 Club, un locale di successo<br />

situato nella parte nordoccidentale<br />

della città, proprio in<br />

mezzo alle due maggiori università<br />

della Cina, l'Università di<br />

Pechino e Tsinghua. "Negli ultimi<br />

tre anni le più importanti band<br />

indie rock, punk e jazz di Beijing<br />

sono state al D22. Carsick Cars,<br />

Snapline, Ourself Besides Me,<br />

Hedgehog, Demerit, Mold, Guai Li,<br />

“<br />

la nuova scena musicale<br />

cinese è oggi una delle più<br />

eccitanti al mondo<br />

Red Hand and Gars... tutti considerano<br />

il D22 la loro casa". E in<br />

effetti i beijingers sembrano<br />

amare molto questo club, che<br />

vedono come un modello di emancipazione<br />

culturale nuovo, ricco di<br />

influenze, miti, mode e stili di vita<br />

dell'Ovest (in precedenza<br />

Michael ha posseduto un<br />

locale a New York). A par-<br />

tire dagli ultimi dieci anni i<br />

giovani artisti cinesi<br />

hanno avuto accesso,<br />

grazie a Internet, al repertorio<br />

musicale degli anni<br />

Sessanta della musica<br />

americana e straniera.<br />

Questo fatto, secondo<br />

Michael, "ha avuto un effetto elettrificante.<br />

I musicisti cinesi hanno<br />

perciò sviluppato un approccio<br />

EXIT PARTY SINTOMATICO<br />

Alva Noto, Scanner, Deathprod, William<br />

Basinski, Biosphere, Olivia Block, Alter Ego e<br />

l'Arditti Quartet - un incrocio tra musicisti di area<br />

elettronica e ensemble cameristici di musica<br />

colta fuori dal comune - sono protagonisti di questa<br />

serata battezzata dall'artista Luca<br />

Francesconi Party sintomatico. Riecheggiando<br />

ironicamente una frase del drammaturgo tedesco<br />

Heiner Müller ("Come intellettuale e come<br />

artista mi metto a disposizione come sintomo"),<br />

l'idea è di accendere i riflettori su un "sintomo"<br />

dei nostri giorni che vede convergere realtà<br />

musicali differenti sotto il segno del confronto,<br />

del dialogo, della curiosità e della ricerca.<br />

18 ottobre, Teatro alle Tese - Arsenale, Venezia.<br />

www.labiennale.org<br />

qui a sinistra:<br />

Sugar Jar -<br />

photo by Cedric<br />

Sam<br />

sotto: D22 -<br />

photo by<br />

Isoeadon<br />

(4drainsun.blogc<br />

n.com)<br />

eclettico alla musica moderna.<br />

Shouwang, ad esempio, è influenzato<br />

allo stesso modo dai Velvet<br />

Underground, Suicide, John<br />

Adams, Glenn Branca, dalla musica<br />

della Dinastia Qing, da Steve<br />

Reich e dai Sonic Youth".<br />

Certo, la musica e l'arte non procedono<br />

per invenzioni come la<br />

scienza, ma per intensità. "Una<br />

delle cose che mi infastidisce<br />

maggiormente" continua Michael<br />

"è quando il pubblico straniero, e<br />

questo è vero soprattutto per<br />

quello europeo temo, viene in Cina<br />

e si aspetta che i musicisti cinesi<br />

suonino come le loro immagini<br />

stereotipate della musica cinese.<br />

UNA GENERAZIONE AVANTI<br />

È questo il titolo scelto dalla<br />

Fondazione Romaeuropa per l'edizione<br />

2008 dell'omonimo festival, che quest'anno<br />

festeggia i suoi venticinque<br />

anni con una nuova sede: l'Opificio<br />

all'Ostiense. Saranno presenti, oltre<br />

all'Italia, anche la Germania, il<br />

Giappone, l'India, la Francia e la Gran<br />

Bretagna, gli Stati Uniti, l'Argentina, il<br />

Belgio e la Repubblica Ceca, Israele e<br />

la Croazia. Tra i numerosissimi artisti<br />

invitati Granular Synthesis, il duo<br />

audio-visual Atlas/Fennesz, Ryoji<br />

Ikeda, Gina Czarnecki, Langheinrich,<br />

Plaid.<br />

www.romaeuropa.net<br />

Una volta un reporter televisivo<br />

svedese lamentava che il rock<br />

cinese suonasse troppo uguale a<br />

quello occidentale e allora io ho<br />

dovuto ricordargli che il rock è<br />

nato negli Stati Uniti, eppure nessuno<br />

si è mai lamentato del fatto<br />

che le band svedesi suonassero il<br />

rock". Comunque sia, nel rock, i<br />

miti funzionano sempre, e il già<br />

citato Zhang Shouwang, chitarra<br />

e voce dei Carsick Cars e musicista<br />

di punta del D22, ama narrare<br />

ai giornalisti l'aneddoto secondo<br />

il quale passeggiando in un<br />

parco della città, grazie alla<br />

maglietta con su la banana di<br />

Warhol che stava indossando,<br />

conobbe il suo futuro manager e<br />

amico Michael Pettis.<br />

Ma ora lasciamo il chiassoso<br />

D22. A nordest, dalla parte opposta<br />

della città si trova il 2 Kolegas,<br />

un locale famoso per i concerti<br />

blues, noise e punk che ogni sera<br />

attirano un nutrito pubblico, ma<br />

anche per l'appuntamento del<br />

mercoledì, dedicato alla sperimentazione,<br />

alla computer music<br />

e ai suoni più inusuali. La serata è<br />

affidata alla supervisione del critico<br />

e musicista sperimentale Yan<br />

Jun, attivo sulla scena come performer,<br />

produttore e organizzatore<br />

d'interessanti eventi collaterali<br />

come il Mini Midi Festival, che dal<br />

2005 affianca con sonorità di<br />

confine il più noto e maestoso<br />

Midi Festival di Pechino. La Cina<br />

descritta da Yan appare un po'<br />

diversa. "Ci saranno più o meno<br />

quaranta musicisti", spiega, "sulla<br />

scena sperimentale, elettroacustica,<br />

impro e noise di tutta la<br />

Cina, perciò ci conosciamo tutti<br />

molto bene. Internet è il miglior<br />

modo per comunicare e gli unici<br />

eventi sono solo a Beijing e<br />

Shangai. L'unico distributore di<br />

CD del genere sul territorio nazionale<br />

è Sugar Jar, dunque tutta la<br />

scena sperimentale cinese è davvero<br />

amatoriale, e le connessioni<br />

tra artisti avvengono perlopiù a<br />

livello personale". Yan Jun lamenta<br />

la totale mancanza di sostegno<br />

da parte del governo e il chiaro<br />

disinteresse dell'ambiente dell'arte<br />

contemporanea. "Non hanno<br />

bisogno della musica. Se ti rivolgi<br />

a loro ti dicono... ok portami un<br />

cane ululante per l'apertura della<br />

nostra galleria, ti pagherò dieci<br />

dollari per il pasto, la strumentazione<br />

e tutto il resto". Yan sostiene<br />

che l'autentico underground<br />

della musica elettronica cinese<br />

sia morto nel momento stesso in<br />

cui il governo inaugurò quella che<br />

lui ama definire "simulation of<br />

freedom age". Tuttavia, conclude,<br />

"esiste oggi sicuramente una<br />

nuova musica cinese, forse non<br />

così ribelle, non così radicale e<br />

neppure così rivoluzionaria dal<br />

punto di vista linguistico ed estetico,<br />

ma senz'altro tale da poterla<br />

definire emergente sulla scena<br />

mondiale". <br />

http://d22beijing.cn<br />

www.2kolegas.com<br />

www.yanjun.org<br />

www.minimidi.cn<br />

link.


70.arteatro <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di piersandra di matteo<br />

famiglie, donuts, alveari...<br />

L'estate dei festival dedicati allo spettacolo contemporaneo si è aperta con accese polemiche e dibattiti sul senso<br />

del proprio operare. Dopo tante parole viene da chiedersi: in fondo non è più giusto parlare di un vuoto di visioni?<br />

"Perché un uomo che sta<br />

troppo poco con la famiglia non<br />

sarà mai un vero uomo". Così<br />

dice, nel “Padrino I”, Don Vito<br />

Corleone al figlio Sonny che si è<br />

lasciato sopraffare da un afflato<br />

di emotività durante una trattativa<br />

di lavoro. Insomma: lavoro,<br />

famiglia e etica sotto un<br />

unico tetto? Diverte che un<br />

appello simile provenga in<br />

fondo dal titolo-invito, “Noi<br />

siamo una famiglia”, che ha<br />

suggellato la nuova edizione del<br />

festival di Dro dedicato allo<br />

spettacolo contemporaneo, edizione<br />

diretta da Dino<br />

Somadossi e Barbara<br />

Buoninsegna, e ospitata ancora<br />

una volta in Trentino negli spazi<br />

spettacolari della Centrale<br />

Idroelettrica di Fies.<br />

L'estate dei festival teatrali si è<br />

aperta alla rovescia, con tentativi<br />

di bilanci e autoanalisi sul<br />

senso del proprio operare.<br />

Dietro l'alibi delle dimissioni<br />

improvvise di Olivier Buoin, e in<br />

realtà di fronte alla evidente<br />

crisi di disegni curatoriali<br />

forti (fatte<br />

rare eccezioni) e<br />

traiettorie capaci di<br />

segnare uno scarto<br />

di visioni nell'ambito<br />

delle esperienze<br />

artistiche che scelgono<br />

lo spazio del<br />

liveness, l'edizione<br />

decapitata di<br />

Santarcangelo dei<br />

Teatri ha cercato di<br />

dare una possibile<br />

risposta a suon di<br />

interrogazioni in differita<br />

e rilasci lenti<br />

(www.altrevelocita.it). Oggi, con<br />

tre mesi di distanza, continuano<br />

a ronzarci nelle orecchie le<br />

parole dell'artista e filosofa<br />

Snejanka Mihaylova: "E se la<br />

morte è già avvenuta? Se la<br />

chiamata è un'altra volta legata<br />

sipari.<br />

PERFORMANCE POMPIDOU<br />

Zoomata sulle attività autunnali del Pompidou<br />

dedicate alla scena performativa. Dall'8 all'11<br />

ottobre Jennifer Lacey et Nadia Lauro presentano<br />

Les Assistantes, mentre dal 15 al 26<br />

Mathilde Monnier, una delle figure chiave della<br />

coreografia francese, per la prima volta insieme<br />

a La Ribot, mostra Gustavia, lavoro collocato alla<br />

frontiera tra danza e installazione che si pone<br />

come un faccia a faccia con gli stereotipi teatrali.<br />

Musica e immagini per il sound artist Ryoji<br />

Ikeda che dopo la prima apparizione nel 2001<br />

con Memorandum, nel 2004 con c4i, e lo scorso<br />

anno con Datamatics, fa ritorno al Pompidou<br />

con una seconda versione della stessa ricerca<br />

combinando astrazione e rappresentazioni<br />

mimetiche. In Famous Carousel, con Effets<br />

mythologiques, propone una music-performance<br />

realizzata in collaborazione con Centre<br />

Pompidou, Palais de Tokyo, Jeu de Paume<br />

museums e Point Ephémère (31 ottobre).<br />

Ancora da segnalare l'americana Deborah Hay<br />

che con If I sing to you (12-15 novembre) esplora<br />

il concetto di diversità attraverso la danza.<br />

Ma la programmazione va avanti fino a dicembre<br />

con Histoire par celui qui la raconte di Latifa<br />

Laâbissi, e a seguire lo spettacolo del coreografo<br />

brasiliano Bruno Beltrão e la sua compagnia<br />

Grupo de Rua che fonde hip hop, street dance e<br />

tecnica accademica.<br />

www.centrepompidou.fr<br />

al fatto di non riconoscere il<br />

fatto come tale? […] Se ciò che<br />

si desidera è il contrario di ciò<br />

che si ottiene, mi chiedo e vi<br />

chiedo a questo punto vale la<br />

pena di agire? Qual è il senso di<br />

un azione se non la sua efficacia?<br />

Non basta il suo aspetto<br />

simbolico. O basta?".<br />

Dro a distanza formula la sua<br />

risposta, avallata da una situazione<br />

di fatto: Drodesera è un<br />

festival a gestione familiare. È<br />

noto: siamo in tempi di crisi<br />

identitaria della famiglia, il cui<br />

statuto istituzionale è sembrato<br />

seriamente in crisi se<br />

migliaia di cattolici si sono<br />

mossi per condurre la loro battaglia<br />

pubblica contro i Dico (e<br />

beffa vuole che sia anche il<br />

nome di noto discount).<br />

Posizioni entrambe tese a salvaguardare<br />

il discorso del<br />

Padrone - potremmo dire con<br />

Lacan filtrato da Zizek -, discorso<br />

il cui risvolto osceno, vale a<br />

dire la controscena delle sua<br />

disgregazione, non fa altro che<br />

“<br />

Non è forse arrivato il<br />

momento di porre le basi per un<br />

dibattito culturale centrato sulla<br />

figura del curatore, che non è né<br />

un capofamiglia, né un direttore<br />

amministrativo, né un politico:<br />

dunque cosa?<br />

consolidarne l'esistenza istituzionale.<br />

Ma il fatto è che in<br />

fondo la famiglia accontenta un<br />

po' tutti. Nel testo di presentazione<br />

del festival si stima come<br />

un valore da salvaguardare, sia<br />

che si tratti di quelle allargate,<br />

che di quella ristrette: l'importante<br />

è stare un po' e un po'.<br />

Quindi è tanto giusto ammiccare<br />

al nostalgico atavismo dei<br />

legami di sangue, che alla<br />

dimensione allargata e intergenerazionale,<br />

così a suggellare<br />

che se Bridget è la figlia di Eric<br />

mentre sua madre è ora sposata<br />

con il fratello, in fondo va<br />

bene per tutti. Si direbbe: un<br />

colpo al cerchio e<br />

uno alle botte. Non di<br />

meno, il senso meta-<br />

forico del discorso<br />

che si cela tra le<br />

righe della presentazione<br />

è meno fantasmatico<br />

di quello che<br />

si potrebbe credere.<br />

A un punto la metafora<br />

si scioglie apertamente:<br />

"Anche<br />

nella live art, dal teatro<br />

alla performance,<br />

ci ritroviamo dinnanzi<br />

a nuove realtà,<br />

a differenze di generi<br />

che cambiano velocemente, si<br />

trasformano. A famiglie che<br />

non sembrano più riconoscibili<br />

in quanto tali, a realtà in cerca<br />

di identità che credono di averne<br />

perduto la matrice". Quindi<br />

valgono sia i legami e le radici,<br />

LE VIE DI MODENA E OLTRE<br />

Sulla direttrice Modena-Carpi-Vignola torna dal<br />

10 al 18 ottobre la IV edizione di Vie Scena<br />

Contemporanea Festival che ospita le più interessanti<br />

realtà dello spettacolo contemporaneo.<br />

Promosso dall'ERT, apre i battenti con il titolo La<br />

memoria del contemporaneo, edizione speciale<br />

dedicata a Thierry Salmon a dieci anni dalla<br />

scomparsa. Dopo lo straordinario successo avignonese,<br />

Romeo Castellucci presenta in Italia<br />

Inferno, primo momento della sua trilogia spettacolare<br />

liberamente ispirata alla Divina<br />

Commedia. Ma gli appuntamenti danteschi continuano<br />

fuori dal festival con Purgatorio (28 - 29<br />

ottobre) al Teatro Valli di Reggio Emilia e con<br />

Paradiso (dal 4 al 9 novembre) alla Chiesa di<br />

Santo Spirito di Cesena. Ma a VIE ancora<br />

Socìetas Raffaello Sanzio con Chiara Guidi e<br />

Scott Gibbons che dopo Madrigale appena narrabile,<br />

continuano a lavorare sulla voce, indagando<br />

le sue potenzialità musicali attraverso uno<br />

sviluppo con gli allievi del corso di Alta<br />

Formazione per Perfomer. Ormai presenze di<br />

rito Fanny & Alexander, Forced Entertainment,<br />

Motus e Teatro Delle Albe, Danio<br />

Manfredini/Teatro Valdoca. Altri nomi? Alain<br />

Platel/Fabrizio Cassol, Francesca Grilli,<br />

Proia/Conti, Giorgio Barberio Corsetti/ Fattore<br />

K, Luisa Pasello/FPT, e anche il vecchio maestro<br />

Peter Brook.<br />

www.viefestivalmodena.com<br />

che le recisioni generazionali,<br />

limiti entro cui si muove quel<br />

luogo comune che fa, da anni,<br />

arroccare il teatro su una finta<br />

questione che spinge a dover<br />

sempre ragionare in termini di<br />

tradizione e innovazione: "Una<br />

nuova generazione di performer<br />

e creativi arriva a stravolgere<br />

un intero sistema".<br />

Verrebbe da chiedersi a quale<br />

sistema si stia facendo riferimento,<br />

forse all'ennesima<br />

distinzione tra alveari creativi<br />

per artisti big e novellini da<br />

sfruttare con un budget risicato<br />

con il ricatto della vetrina e<br />

della visibilità. Poi meglio non<br />

entrare nel merito dell'impennata<br />

teorica che il testo raggiunge<br />

includendo la nozione di<br />

social drama.<br />

Allora non è forse arrivato il<br />

momento di porre le basi per<br />

un dibattito culturale centrato<br />

sulla figura del curatore, che<br />

non è né un capofamiglia, né un<br />

direttore amministrativo, né un<br />

politico: dunque cosa?<br />

Parallelo al festival di Dro, che<br />

www.drodesera.it<br />

link.<br />

GB ENTRY<br />

A cavallo fra ottobre e novembre torna a<br />

Bologna il festival internazionale che supera<br />

il genere, e riflette sulle raffigurazioni<br />

identitarie e sugli immaginari prodotti dalla<br />

cultura contemporanea legati alle nuove<br />

rappresentazioni del corpo. Gender<br />

Bender (28 ottobre - 2 novembre) promosso<br />

da Il Cassero, gay lesbian center di<br />

Bologna, propone un programma di appuntamenti<br />

articolato in proiezioni cinematografiche,<br />

spettacoli di danza e teatro, performance,<br />

mostre e installazioni, incontri e<br />

convegni letterari, concerti e live set dj,<br />

party notturni per interrogarsi sulla ridefinizione<br />

dei concetti di identità, sulla ridiscussione<br />

dei ruoli e degli standard<br />

maschili e femminili. La VI edizione, diretta<br />

da Daniele Del Pozzo, dedica un'attenzione<br />

particolare al Maschio del Futuro. Quale<br />

sarà il maschio di domani? La risposta<br />

nelle opere della coreografa Beth Cassani,<br />

dell'artista finlandese Jukka Korkeilla, del<br />

regista Chris Waitt, la compagnia belga<br />

Clinic Orgasm Society, dei coreografi<br />

Pieter Ampe & Guilherme Garrido.<br />

Quest'anno una novità riguarda l'ideazione<br />

di un bando rivolto a performer e artisti<br />

che presenteranno progetti e opere durante<br />

il festival.<br />

www.genderbender.it<br />

La centrale di Fies<br />

a Dro in Trentino<br />

negli ultimi anni era apparso<br />

come il luogo più interessante<br />

del panorama italiano e che<br />

anche quest'anno si è distinto<br />

per aver presentato un cartellone<br />

articolato, da segnalare è il<br />

progetto neovincitore del<br />

bando nuove creatività dell'ETI,<br />

Fies Factory One che "nasce<br />

come strumento reale per lo<br />

sviluppo di live art: nuove strategie<br />

dove l'incontro è continuo<br />

stimolo reciproco, dove le logiche<br />

di mercato non soffocano il<br />

percorso creativo, dove l'esito<br />

finale può assumere forme<br />

diverse. Dove anche le ciambelle<br />

senza buco riescono bene".<br />

Di certo Sonia Brunelli,<br />

Francesca Grilli, Dewey Dell,<br />

pathosformel, Teatro<br />

Sotterraneo, i cinque artisti<br />

selezionati per il progetto, realtà<br />

che - detto per inciso - perseguono<br />

un proprio rigoroso percorso<br />

di ricerca, si sono resi<br />

conto che la strategia promozionale,<br />

che li accomuna sotto il<br />

progetto-chioccia dall'eco warholiano,<br />

li ha trasformati in<br />

donuts con praline, farciture di<br />

glassa e cioccolata, o scaglie di<br />

vaniglia. L'immagine non è<br />

divertente se a ogni nome corrisponde<br />

una ciambella alla<br />

quale si auspica anche di sbagliare,<br />

perché, se l'impasto non<br />

dovesse risultare abbastanza<br />

colloso prima dell'infornata,<br />

nessun problema: c'è la famiglia-paracadute.<br />

Allora si attenderà<br />

di rimescolare insieme<br />

zucchero a velo, latte e olio fino<br />

a ottenere un insieme quanto<br />

più omogeneo. E non è questione<br />

di non essere ironici! In realtà<br />

la cosa grave non è soltanto<br />

legata alle conseguenze che<br />

politiche culturali da fast food<br />

possono produrre alla propria<br />

immagine, ma al fatto che gli<br />

artisti con le loro opere alimentano<br />

un disegno più grande.<br />

Non c'è forse in gioco una<br />

responsabilità più ampia legata<br />

alla relazione che l'opera stabilisce<br />

con il contesto in cui si<br />

cala?<br />

Ma allora vale la pena di guardare<br />

al momento clou della<br />

Factory: L'evento (3-5 ottobre<br />

prossimi). La Centrale di Fies<br />

infatti verrà aperta "per focalizzarsi<br />

sulla natura del progetto<br />

Fies Factory One interrogandone<br />

alcuni principi costitutivi: lo sviluppo<br />

nel tempo; la condivisione di<br />

uno spazio; l'idea di accompagnamento<br />

di processi creativi; l'incontro<br />

con altre realtà, altri linguaggi,<br />

altre modalità". Ognuno<br />

dei cinque artisti occuperà una<br />

spazio della Centrale e vi accoglierà<br />

alcuni ospiti così che in<br />

ogni stanza sarà possibile dare<br />

vita a micro-eventi della durata di<br />

dieci minuti e a momenti aperti al<br />

pubblico: una sorta di spazio di<br />

giochi dei bambini, un ritorno<br />

all'infanzia controllata nei girelli e<br />

nei box. In attesa che si concretizzi<br />

questa opportunità, è bene<br />

sospendere il discorso. Quindi


72.libri <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di marco enrico giacomelli<br />

della fierite<br />

Dopo la proliferazione delle Biennali è venuta quelle delle mostre-mercato. Con i conseguenti problemi, domande,<br />

questioni. Un tris di volumi affronta altrettanti nodi cruciali. E aiuta chi desidera lavorarci, quelli che vogliono fare<br />

acquisti e coloro che si chiedono come reinventarsi...<br />

Son tempi duri per i globetrotter.<br />

Se dapprima non pareva<br />

vero di poter girare il mondo per<br />

Biennali, ora che si sono aggiunte<br />

le Fiere la questione diventa spinosa.<br />

Non tanto e non solo per<br />

ragioni economiche, ma perché il<br />

dono dell'ubiquità ancora nessuno<br />

l'ha ricevuto. Tocca dunque<br />

scegliere. E ogni scelta che si<br />

rispetti deve sottostare a criteri<br />

operativi. Possono essere della<br />

natura più varia, quindi pure consistere<br />

nella casualità, nel rispondere<br />

agli inviti o nel concedersi la<br />

soddisfazione di spuntare l'ennesima<br />

città sul proprio personale<br />

mappamondo. Oppure, cercare<br />

di selezionare gli eventi in base<br />

alla qualità. Lasciando al loro<br />

posto, per una sorta di deferenza<br />

che si deve alle "istituzioni", le<br />

varie Venezia e San Paolo,<br />

Basilea e Londra, Madrid e Miami<br />

e New York.<br />

Poi che fare? Concentriamoci<br />

sulle fiere, mostre-mercato o<br />

come le si desidera chiamare.<br />

Sono un fenomeno piuttosto<br />

recente, almeno dal punto di vista<br />

dell'infiammazione denotata dal<br />

suffisso -ite. E, come da queste<br />

pagine s'è detto più volte dalla<br />

penna di Alfredo Sigolo, c'è almeno<br />

una questione fondamentale<br />

che dovranno presto affrontare:<br />

quella relativa al ruolo rivestito<br />

dalle case d'aste. Non staremo a<br />

ripetere gli esempi di François<br />

Pinault proprietario di Christie's,<br />

a sua volta proprietaria di<br />

Haunch of Venison, o dei tentacolari<br />

possedimenti di Charles<br />

Saatchi e dei suoi accordi con<br />

Phillip's de Pury.<br />

Fatto sta che gli attori del mercato<br />

si muovono, e pure velocemente<br />

(c'è pure chi colleziona fiere,<br />

nel senso che se le compra,<br />

come Merchandise Mart<br />

Properties). E le case d'asta<br />

potrebbero contribuire alla "trasparenza<br />

e pubblicità dei prezzi"<br />

in fiera, parafrasando quanto<br />

scrive Miriam Di Penta nell'intro-<br />

no dust.<br />

VEDERMI ALLA TERZA PERSONA<br />

Origina da una tesi che nel<br />

2005 gli valse il Premio Dams<br />

questa prima monografia italiana<br />

che Clara Carpanini dedica a<br />

Claude Cahun, e in particolare<br />

alla sua fotografia. Lo studio è<br />

approfondito, abbondante la<br />

bibliografia, la scrittura scorrevole.<br />

Insomma, un ottimo esempio<br />

per i laureandi tentati dalle<br />

"compilazioni".<br />

Quinlan - ill. b/n - 124 pp.<br />

14,50 euro<br />

www.aroundphotography.it<br />

duzione alla sezione dedicata<br />

al Mercato dell'arte del<br />

volume I mestieri dell'Arte.<br />

Sezione che, con sommo<br />

nostro stupore, non contempla<br />

alcun intervento<br />

focalizzato sulle fiere, checché<br />

Di Penta ne accenni nel<br />

suo scritto, citando Tefaf e<br />

Biennale di Firenze, Frieze<br />

la "modaiola" e l'"intramontabile"<br />

ArtBasel col "suo<br />

doppio americano di<br />

Miami". Mentre hanno voce<br />

sia Sotheby's, nella persona<br />

di Flaminia Allvin (che avrà<br />

fatto rizzare i capelli a più<br />

d'un collezionista e d'un<br />

superiore scrivendo che "il<br />

mercato dell'arte, come<br />

tutti i mercati può essere<br />

soggetto a fluttuazioni, questo<br />

è un momento incredibilmente<br />

prosperoso per questo<br />

mercato e speriamo che duri, ma<br />

nessuno di noi può conoscere<br />

bene il futuro": si sa ma non si<br />

dice), che Marco Riccomini, sul<br />

fronte dei dipinti antichi da<br />

Christie's, il quale si unisce al<br />

coro sottolineando come "i risultati<br />

d'asta restano, poiché pubblici,<br />

i punti di riferimento più attendibili"<br />

per la stima di un'opera.<br />

Tutto questo sul lato commerciale.<br />

Ma è innegabile che almeno<br />

alcune fiere da qualche tempo<br />

I volumi segnalati.<br />

. Paco Barragán, The Art Fair<br />

Age / La era de las ferias, Charta,<br />

pp. 100+100, 29 euro<br />

. Louisa Buck & Judith Greer,<br />

Come comprare l'arte contemporanea,<br />

Allemandi, pp. 303, 27 euro<br />

. Caterina Volpi (a cura di), I<br />

mestieri dell'Arte, Electa, pp. 224,<br />

25 euro<br />

...e se non vi accontentate<br />

. Don Thompson, The $12 Million<br />

Stuffed Shark. The Curious<br />

Economics of Contemporary Art,<br />

Aurum Press, pp. 304, £ 14,99<br />

ILEANA SONNABEND<br />

Della discrezione come forma<br />

d'arte, sottotitola questa biografia<br />

Manuela Gandini. È la<br />

naturale prosecuzione dell'indagine<br />

iniziata col volume dedicato<br />

a Leo Castelli. Per una serie<br />

che, ahinoi, non potrà essere<br />

infinita, focalizzandosi sulle figure<br />

di grandi galleristi e mercanti<br />

d'arte. Ormai sono come i<br />

panda, o quasi.<br />

Castelvecchi - 368 pp.<br />

25 euro<br />

www.castelvecchieditore.com<br />

pigiano sul tasto della cultura. In<br />

ordine sparso, le scolaresche ad<br />

Arco, lo stand di Abo a Bologna,<br />

Andrea Bellini che dirige<br />

Artissima, Keller che ad<br />

ArtBasel depenna la parola<br />

"fair". Ed è così che si fa strada<br />

una sorta di ibrido avveniristico,<br />

il fair curator. Ne parla diffusamente<br />

Paco Barragán nel suo<br />

libro anglo-spagnolo; un libro<br />

no italian.<br />

SPIRITED AWAY<br />

Esce nella collana "Film Classics"<br />

del British Film Institute una<br />

monografia approfondita e godibile<br />

dedicata da Andrew Osmond al<br />

capolavoro dell'animatore Hayao<br />

Miyazaki. È La città incantata, pellicola<br />

del 2001 che segna, almeno<br />

finora, l'apice della carriera del<br />

giapponese. Un'ottima scusa per<br />

rivedere il film.<br />

Palgrave Macmillan - testi ing<br />

- ill. col. - 128 pp. - £ 9,99 -<br />

www.palgrave.com<br />

aggiornatissimo, dalla<br />

folta bibliografia, chiaro<br />

e al contempo colto.<br />

(Solo non capiamo che<br />

c'azzecca il capitolo The<br />

Advent of Expanded<br />

Painting.) Il suo è un tipo<br />

particolare di curatore,<br />

che magari "incoraggia<br />

le gallerie a presentare i<br />

propri stand in maniera<br />

che siano più simili a una<br />

mostra piuttosto che a<br />

un'accozzaglia [qui la traduzione<br />

è libera, N.d.R.]<br />

di lavori di tutti gli artisti<br />

della galleria", come scrive<br />

Amanda Coulson,<br />

direttore esecutivo di<br />

Volta, fiera itinerante<br />

dove gli stand sono per<br />

lo più delle minipersonali.<br />

Un curatore embedded in fiere<br />

che spesso hanno assunto lo<br />

status di Urban Entertainment<br />

Center (una sorta di<br />

Guggenheim di Bilbao per qualche<br />

giorno all'anno) e dove si<br />

offrono "esperienze memorabili"<br />

(il riferimento è alla Experience<br />

Economy teorizzata alla Harvard<br />

Business School). Tutto per<br />

LA CANCELLATURA<br />

E ALTRE SOLUZIONI<br />

Con Alberto Fiz, Emilio Isgrò ha<br />

curato una selezione di propri<br />

scritti dal 1963 al 2007.<br />

Andando a formare un paradossale<br />

corpus teorico, se si tiene<br />

conto che è l'"inventore" della<br />

cancellatura. Pietra miliare sulla<br />

poesia visiva, la Dichiarazione 1<br />

risalente al 1966. Ma sono<br />

memorabili anche gli articoli per<br />

i quotidiani.<br />

Skira - ill. b/n - 272+xl pp.<br />

25 euro - www.skira.net<br />

migliorare il posizionamento,<br />

ovvio. In pratica? Molti sono i consigli<br />

di Barragán rivolti a curatori<br />

di tal fatta, che se sono coinvolti<br />

almeno a livello di comitato selezionatore<br />

è senz'altro meglio: rendere<br />

l'evento più "intimo", il che<br />

significa in primis ridurre il numero<br />

di gallerie partecipanti (l'esempio<br />

torinese torna alla mente con<br />

insistenza); adoperarsi per divenire<br />

un ottimo "infomediatore", che<br />

non è il "filippino dell'arte" - Abo<br />

dixit - bensì colui che "genera,<br />

gestisce e distribuisce l'informazione<br />

indiscriminatamente attraverso<br />

i vari canali che intervengono<br />

nel processo", un curatore<br />

relazionale insomma; esser<br />

disposti a impegnarsi in operazioni<br />

di instant curating, che<br />

significa "concettualizzazione,<br />

selezione, produzione, esposizione,<br />

inaugurazione e interazione<br />

sociale", naturalmente tutto<br />

"compresso in un solo giorno".<br />

Qui ci fermiamo, ché chi è interessato<br />

può pure andar direttamente<br />

al decalogo di Barragán.<br />

Un dubbio sorge: perché mai il<br />

fair curator sarebbe garanzia di<br />

trasparenza? Mentre nessun<br />

tentennamento abbiamo nel<br />

supportare la necessità in fiera<br />

di una migliore architettura e di<br />

"fast good" (copyright Ferran<br />

Adrià)<br />

Di decaloghi ce n'è un altro paio<br />

in The Art Fair Age, e sono le<br />

Rules of Collecting e la Guide to<br />

Finding a Good Advisor. Non che<br />

non siano interessanti, ma almeno<br />

vanno affiancati al corposo<br />

volume di Louisa Buck e Judith<br />

Greer, coppia di "addette ai lavori"<br />

ma soprattutto legate strettamente<br />

al mondo del collezionismo.<br />

Un volume che, in quell'avverbio<br />

iniziale del titolo, Come<br />

comprare l'arte contemporanea,<br />

indica già tutto il suo potenziale<br />

valore. Al cosa, infatti, ci si<br />

può pensare con maggior<br />

calma, o abbandonandosi a un<br />

raptus di shoppingite. <br />

LEARNING FROM CITIES<br />

L'introduzione è un'intervista di<br />

Francesco Garofalo a Richard<br />

Burdett, direttore della 10ma<br />

Biennale di Architettura. Il resto<br />

sono i materiali del laboratorio di<br />

progettazione coordinato dallo<br />

stesso Garofalo. Che quest'anno<br />

si occupa del Padiglione italiano.<br />

Se ancora non l'avete visto, guardatevi<br />

almeno il dvd allegato.<br />

Postmedia - testi ita/ing - ill.<br />

b/n - 240 pp. + dvd<br />

29 euro<br />

www.postmediabooks.it


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> libri.73<br />

a cura di marco enrico giacomelli<br />

la vergine di ferro<br />

crisi d'identità<br />

Dentro e fuori da un mondo artificiale. È<br />

quella realtà parallela, divenuta fonte d'intrattenimento<br />

culturale che, come in una grande<br />

scuola, comprende classi di artisti, talvolta<br />

improvvisati, diligenti opinionisti e una fitta retroguardia<br />

interessata a cogliere gli aspetti più<br />

notevoli del "mondo dell'arte". È una dimensione<br />

in cui si trova Lea Vergine, divisa ma non combattuta<br />

fra la partecipazione attiva alla produzione<br />

critica e il sostanziale distacco dalla<br />

desertificazione culturale in cui, a suo giudizio,<br />

versa l'Italia.<br />

Critico e scrittrice, Vergine raccoglie tracce di<br />

se stessa e della storia dell'arte contemporanea<br />

dal 1965 al 2007 in una ridda di Parole sull'arte.<br />

Le cinque macrosezioni raccolgono da un<br />

lato un'ottantina di scritti per il "Corriere della<br />

Sera" e "Il Manifesto", "Vanity Fair", "L'Europeo"<br />

e "Linus", dall'altro i testi dei cataloghi di mostre,<br />

dov'è protagonista il versante curatoriale di Lea<br />

Vergine, che presenta la ricerca di artiste come<br />

Gina Pane e Carol Rama.<br />

Senza seguire un andamento cronologico, l'autrice<br />

parte dai ricordi. Il primo è una commemorazione<br />

della galleria napoletana Il centro, dove<br />

l'allora giovane curatrice riuscì a portare<br />

Umberto Eco e Giulio Carlo Argan nei primi anni<br />

'60 e dove esposero Fontana e "i due gettoni di<br />

scambio nativi" Renato Barisani e Gianni<br />

Dieter Daniels è stato il direttore del Ludwig<br />

Boltzmann Institute Media.Art.Research a Linz<br />

e della mediateca dello Zkm a Karlsruhe.<br />

Barbara Schmidt è ricercatrice nell'Istituto di<br />

Linz e ha diretto il progetto ministeriale New<br />

Media Images. Queste poche informazioni sui<br />

curatori del volume sono basilari per inquadrare<br />

questo Artists as Inventors. Inventors as<br />

Artists, ossia il nodo e snodo fra arte, scienza e<br />

tecnologia che in Austria, con il Festival Ars<br />

Electronica, viene annualmente dibattuto.<br />

È d'altro canto un tema che ha conosciuto la<br />

propria nascita o rinascita nel XVIII secolo e<br />

che, da vari punti di vista, comincia a mostrare<br />

la corda, vuoi per ragioni economico-sociali (l'odierna<br />

organizzazione produttiva), vuoi per lo<br />

scarso ricambio generazionale (anagrafico e di<br />

forma mentis) fra gli studiosi di quest'area.<br />

Nella fattispecie, lo si nota leggendo l'elenco dei<br />

nomi degli artisti intervistati: Paul DeMarinis,<br />

la cui scheda rammenta il suo impegno come<br />

"electronic media artist" sin dal 1971, o Billy<br />

Klüver, ingegnere svedese che collaborò con<br />

Tinguely, John Cage e Rauschenberg.<br />

In altre parole, per com'è posta nella maggior<br />

parte dei casi, è una questione che pare consegnata<br />

alla modernità e a uno dei suoi grand<br />

récit, la possibilità - magari da parte di un genio<br />

dove c'è barilli c'è casa<br />

L'ultima proposta editoriale di Renato Barilli<br />

- fra i più noti storici e critici d'arte del nostro<br />

tempo, ancora attivo nell'ateneo bolognese - è<br />

una ricognizione dedicata alle sperimentazioni<br />

artistiche nell'Italia contemporanea e raccoglie<br />

le principali emergenze stilistiche di due secoli,<br />

enucleandone una traccia diacronica, articolata<br />

sulla base delle circostanze storiche e delle concomitanze<br />

scientifiche.<br />

Come in L'arte contemporanea. Da Cézanne<br />

alle ultime tendenze, autentica summa e testo<br />

basilare per affrontare in primis gli studi di storia<br />

dell'arte, o come nel più recente Prima e<br />

dopo il 2000, Barilli appronta il suo tipico metodo<br />

d'indagine, "basato sulla fiducia nelle corrispondenze<br />

omologiche tra quanto avviene in<br />

ambito di cultura materiale, a livello di strumenti<br />

tecnologici, a loro volta ispirati dalle rivoluzioni<br />

scientifiche, e i riscontri che se ne hanno nei<br />

livelli 'alti' consegnati alle forme simboliche,<br />

come sono i linguaggi artistici". Considera, quindi,<br />

come l'"alba del contemporaneo" coincida<br />

con i "primi vagiti dell'elettromagnetismo" e inizi<br />

proprio con Antonio Canova che, nella perfezione<br />

stilistica con cui controlla le pulsioni dell'Es,<br />

compie un'operazione di prelievo degli antichi,<br />

per "trasferirli pari pari in un'operazione di riciclaggio",<br />

"come anticipo del ready-made" intro-<br />

Pisani. Al titolo poetico di Acre la gioia dell'ombra,<br />

saggio per la mostra tenutasi a Napoli nel<br />

1991, è affidata la sequenza emozionata del<br />

debutto sulla scena (siamo nel 1957) su<br />

"L'idea", un "fogliettino locale", un luogo come un<br />

altro per esprimere le proprie opinioni, in questo<br />

caso su Emilio Notte.<br />

Così lontano così vicino sono quindi sparsi flashback<br />

di momenti pubblici, arricchiti da sentimenti<br />

privati di una Napoli dove "c'era un vuoto<br />

sordo e implacabile, nessuna attenzione (figuriamoci<br />

rispetto!) per quelli che di arte tentavano<br />

di vivere facendola o scrivendone". Il sapore<br />

rimane complessivamente amaro, come di chi<br />

si sforzi con una bandiera d'indifferenza di<br />

distaccarsi da un luogo "dove tutto era lasciato<br />

all'iniziativa di ciascuno e il ciascuno era sempre<br />

e solo rimandato a se stesso". È ora di partire,<br />

destinazione Milano.<br />

Nella grande cruna dove s'intrecciano i fili di<br />

arte, moda, industria e tecnologia, la velocità<br />

della prosa e l'andamento descrittivo dei suoi<br />

testi si fa analisi attenta di quanto all'epoca era<br />

nuovo, che fosse Irritarte - mostra del '69 dove<br />

artisti come Tetsumi Kudo e Paul Thek rappresentavano<br />

l'uomo senza orpelli interpretativi ma<br />

per l'essere debole e mortale che è - o che si<br />

trattasse della lacerante Body Art, da cui fuoriuscì<br />

la teorizzazione nel Corpo come linguaggio<br />

isolato e romantico - di edificare un ponte fra le<br />

Due culture di cui parlava C.P. Snow. Ciò non<br />

toglie che si possa continuare a dibatterne, con<br />

un approccio storico o adoperandosi per rileggerla<br />

con l'ausilio di nuovi strumenti teorici.<br />

Il problema principale resta tuttavia di carattere<br />

identificativo (ben lo evidenzia Simon Werrett nel<br />

suo intervento): come si può discutere insieme<br />

quando il significato che si attribuisce a termini<br />

quali artista e scienziato differisce in maniera<br />

sostanziale, ontologica? Si prenda il colto saggio<br />

di Daniels, Artists as Inventors and Invention as<br />

Art: A Paradigm Shift from 1840 to 1900.<br />

L'impronta storica non elude affatto le domande<br />

teoriche. E sin dal titolo ci si può chiedere cosa<br />

voglia sostenere l'autore quando caratterizza l'invenzione<br />

come (un')arte; e quali conseguenze<br />

"indebolenti" possa avere la tesi poco fondata che<br />

i media device "e i fenomeni che essi producono<br />

hanno, implicitamente o esplicitamente, una<br />

dimensione estetica. Hanno un'affascinante relazione<br />

con le arti". Quanto è rilevante che Morse<br />

fosse un pittore semi-dilettante? Possono alcune<br />

biografie, pur notevoli, sostanziare una dichiarazione<br />

come questa: "I media sono la continuazione<br />

dell'arte con altri mezzi"?<br />

Ciò ch'è forse più impellente consiste nel riuscire<br />

a "mettere in prospettiva" (questo aspetto de) la<br />

dotto da Duchamp, "maestro e precursore di<br />

operazioni analoghe poi tentate, ai nostri giorni,<br />

da Giulio Paolini e da Jeff Koons, magari passando<br />

anche attraverso la Metafisica di De<br />

Chirico".<br />

Dal Postimpressionismo al Simbolismo fino<br />

all'Espressionismo "nostrano", in cui emergono<br />

figure quali Gaetano Previati, "primo simbolista<br />

di casa nostra", Medardo Rosso o Lorenzo<br />

Viani, "espressionista d'alto bordo", si ripercorrono<br />

in chiave critica ed essenziale la poetica e<br />

l'attività di gruppi e correnti, dai pittori delle<br />

stanze di museo irrorate da una luce elettrica<br />

da lightbox, come Giorgio de Chirico, alle esperienze<br />

degli anni '20 e '30, fino all'Astratto-concreto<br />

di impostazione venturiana e all'ultimo<br />

naturalismo di matrice arcangeliana, nei termini<br />

di un Informale che si caratterizza per le<br />

"mille varianti ed ibridazioni" sul piano nazionale.<br />

Prosegue con gli anni '60 segnati da una piena<br />

fiducia nei confronti della società industriale,<br />

fino all'azzeramento concettuale, in cui emerge<br />

la sperimentazione totale di Manzoni che, sul<br />

versante di Duchamp, riapre le fila per artisti<br />

quali Gino De Dominicis e Maurizio Cattelan.<br />

Nella mappatura delle proposte pop e figurativo-oggettuali,<br />

poveriste e comportamentiste del<br />

'68, Barilli dedica spazio alla Biennale veneziana<br />

nel 1974.<br />

Nel confronto tra lo ieri raccontato e l'oggi vissuto<br />

dal lettore, suonano fortemente critiche le<br />

parole di Lea Vergine perché, considerando la<br />

vitale costellazione di mostre, dibattiti, convegni<br />

e fiere a Milano, ne Gli anni Settanta alla fiera<br />

campionaria del 2007 è palese il disgusto per<br />

una élite che governa il carrozzone "incafonito"<br />

dell'arte, che trionfa in "un clima disneyland" tra<br />

"incompetenza e pacchianeria", perdendo il<br />

significato stesso delle parole. Esemplare l'uso<br />

di "evento", spodestato dal concetto originale<br />

per far posto all'idea di un happening con molto<br />

glamour e poco contenuto.<br />

Nei frammezzi concessi tra Arte Povera e<br />

Programmata, c'è la narrativa da viaggio più<br />

rilassata di Orcadi, isole dell'utopia. Ma è solo un<br />

sospiro di sollievo nel nugolo combattivo che<br />

muove Lea Vergine tra passione e interesse. <br />

[irene tedesco]<br />

info.<br />

Lea Vergine - Parole sull'arte 1965-2007<br />

Il Saggiatore, Milano 2008<br />

Pagg. 312, 23 euro<br />

ISBN 9788842814498<br />

Info: www.saggiatore.it<br />

modernità. Andrebbe ad esempio sottolineato<br />

come, nella seguente dichiarazione introduttiva<br />

dei curatori del volume, il riferimento temporale<br />

sia necessario ma non sufficiente per distinguere<br />

questo artista: "All'inizio del XX secolo, all'apice<br />

dell'avanguardia modernista, gli artisti divennero<br />

inventori per ragioni pratiche. Per rispondere con<br />

le loro visioni estetiche all'impatto della tecnologia<br />

sui sensi umani, avevano bisogno di un nuovo<br />

apparato che non era ancora disponibile". D'altro<br />

canto, sorge un'altra domanda leggendo l'invito di<br />

Simon Penny a "sviluppare un nuovo ramo dell'estetica",<br />

l'aesthetics of behavior, al fine di riuscire<br />

a leggere correttamente alcune nuove tipologie<br />

di "machine-artwork". E se invece occorresse<br />

restringere il concetto di opera d'arte o, almeno,<br />

la categoria di cui si occupa l'estetica? <br />

info.<br />

Dieter Daniels & Barbara U. Schmidt (eds.)<br />

- Artists as Inventors. Inventors as Artists<br />

Hatje Cantz, Ostfildern 2007<br />

Pagg. 240, 24,80 euro<br />

ISBN 9783775721530<br />

Info: www.hatjecantz.de<br />

del 1972, Opera e comportamento, in cui lo<br />

stesso autore ha agito in prima persona, fino a<br />

spiegare nei termini di McLuhan un Informale<br />

freddo, aptico e tecnologico, che si chiarifica in<br />

questi anni fino al paraminimalismo e al versante<br />

implosivo del citazionismo, con le ricerche<br />

degli Anacronisti, dei Transavanguardisti e dei<br />

Nuovi-Nuovi, di sua scoperta e coniazione, anticipati<br />

dagli "apripista Ontani e Salvo".<br />

Il libro, corredato da una bibliografia che predilige<br />

opere monografiche o di trattazione autorevole<br />

e recente, secondo il criterio di un'economia<br />

di visione comunque sintetica ma calzante,<br />

aggiunge alcuni esempi di Neo pop, Neo-geo,<br />

Neominimalismo e Postconcettuale. Per confermare<br />

in ultimo, in una considerazione aperta, la<br />

rimaterializzazione delle tendenze odierne. <br />

[alessandra scappini]<br />

info.<br />

Renato Barilli - Storia dell'arte contemporanea<br />

in Italia. Da Canova alle ultime tendenze<br />

Bollati Boringhieri, Torino 2007<br />

Pagg. 566, 32 euro<br />

ISBN 9788833917337<br />

Info: www.bollatiboringhieri.it


74.pre[ss]view <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di marco enrico giacomelli<br />

una spina nel fianco di genova<br />

Un resoconto-indagine dei programmi, della politica e degli obiettivi di plug_in. Dall'associazionismo all'editoria.<br />

Per un'attività stratificata nella cultura visiva contemporanea. Tenendo bene a mente l'importanza della teoria...<br />

In un panorama perennemente<br />

altalenante fra crisi e<br />

novità si affaccia la casa editrice<br />

nata a Busalla, nel genovese,<br />

dall'omonima associazione culturale<br />

plug_in - laboratorio di<br />

architettura e arti multimediali.<br />

L'attività editoriale s'inserisce<br />

nella più ampia e stratificata<br />

progettualità di un trio costituito<br />

da Alessandro Lanzetta,<br />

Emanuele Piccardo e Luisa<br />

Siotto, che scruta e stimola le<br />

possibilità di dialogo tra il pensiero<br />

dei "padri" e le giovani sperimentazioni.<br />

Le molteplici espressioni della<br />

loro ricerca, infatti, fanno capo<br />

a un programma che, partendo<br />

dall'interesse per l'architettura<br />

e per la fotografia, ne ha sviluppato<br />

le tematiche attraverso il<br />

confronto tra artisti, sociologi<br />

urbani, architetti, critici e storici<br />

dell'architettura. Un lavoro che,<br />

di volta in volta, prende la forma<br />

di mostre, workshop o dibattiti,<br />

e del web magazine "archphoto".<br />

La rivista è stato il primo<br />

passo verso l'editoria, dichiarando<br />

la propria "attenzione per la<br />

connessione tra le discipline<br />

che ruotano attorno all'architettura".<br />

"L'architettura stessa e la<br />

nostra formazione di architetti<br />

ci indicano la strada", afferma<br />

Emanuele Piccardo, presidente<br />

di plug_in e curatore di "archphoto",<br />

a cui abbiamo rivolto<br />

qualche domanda per capire da<br />

dove sia nata l'esigenza di proporsi<br />

come editori. L'obiettivo<br />

non è mai stato quello di occuparsi<br />

esclusivamente dei progetti<br />

dell'associazione, quanto<br />

quello di attivare collaborazioni<br />

e "dare spazio ai giovani e alle<br />

figure importanti della storia<br />

dell'architettura, della fotografia<br />

e dell'arte contemporanea che<br />

spesso, per l'assenza di un serio<br />

lavoro da parte dei critici, non<br />

riesce a emergere".<br />

Piccardo parla di libri necessari<br />

e di giovani, due classificazioni<br />

che appaiono piuttosto complesse<br />

nella loro semplicità<br />

rotocalco.<br />

AGGREGATI TORINESI<br />

Lemme lemme giunge al #7 il<br />

curatissimo Cluster. E provenendo<br />

dalla città ospitante il<br />

Congresso Mondiale degli<br />

Architetti, non poteva che concentrarsi<br />

su Transmitting<br />

Architecture. Con articoli a firma<br />

di personaggi del calibro di<br />

Joseph Rykwert, Luca Molinari e<br />

Aldo Bonomi. Copertina griffata<br />

Daniele Galliano.<br />

www.cluster.eu<br />

espressiva: "Per giovani non<br />

intendiamo solo un fattore anagrafico,<br />

ma figure/autori che<br />

hanno dimostrato di avere delle<br />

capacità e hanno bisogno di<br />

essere sostenuti. La funzione<br />

del libro è sedimentare un pensiero,<br />

insinuare un dubbio,<br />

porre un problema e quindi portare<br />

il lettore a una riflessione".<br />

Il che conduce direttamente alla<br />

sostanza della produzione libraria,<br />

una collana che prevede due<br />

ARTE IN TAZZINA<br />

Celeberrimo è l'impegno di illy<br />

nell'arte contemporanea. Simile<br />

notorietà gode illywords, freehouse-organ<br />

di profilo non meno<br />

altolocato. Il #24 è dedicato<br />

all'Autoscatto e le immagini sono<br />

realizzate dagli studenti<br />

dell'Accademia di Tallinn. I testi?<br />

Da Beppe Finessi a Mimmo<br />

Jodice, da Angela Vettese a Luis<br />

Sepúlveda.<br />

www.illy.com<br />

tagli: saggio e monografia su<br />

temi inerenti architettura, arte<br />

o fotografia.<br />

Al momento, oltre alla rivista<br />

online, plug_in ha all'attivo due<br />

pubblicazioni: Soleritown, libro<br />

fotografico dedicato alla città<br />

ideale di Paolo Soleri; e dissertare/disertare,<br />

frutto della collaborazione<br />

con l'associazione<br />

Start e pubblicato in seguito<br />

all'omonima mostra a cura delle<br />

autrici, Gaia Cianfanelli e<br />

SALA DI LETTURA<br />

Christina Barton, Natasha<br />

Conland e Wystan Curnow: sono<br />

gli editor di Reading Room, rivista<br />

annuale della Auckland Art<br />

Gallery. Nel 2007 il tema era<br />

Autobiography in the wake of<br />

conceptualism, quest'anno ci si è<br />

dedicati al Transcendental Pop.<br />

Seguirà Art goes on. Il call for<br />

paper è scaduto, indi preparatevi<br />

per il 2010.<br />

www.aucklandartgallery.govt.nz<br />

La copertina di Soleritown<br />

Nicola Toffolini - Stato d'assedio, 2008 - disegno con penna nera Pigma Micron 0,05 e 0,1 su carta<br />

Letraset CHWA2 da 200 g/m2 - cm 59,4x42<br />

Nicola Toffolini per pre[ss]view<br />

NON È CASA SE NON È BELLA<br />

#769 con un testo di Eisenman<br />

e un minifocus veneziano con<br />

Calatrava e Cacciari.<br />

Soprattutto, per Casabella ci<br />

sono gli 80 anni da festeggiare.<br />

Con la ristampa del triplo numero<br />

su Giuseppe Pagano - direttore<br />

dal 1933 alla morte a<br />

Mauthausen nel 1944 - e con<br />

una serie d'incontri sull'architettura<br />

contemporanea.<br />

www.mondadori.it/periodici<br />

Caterina Iaquinta. "Non un catalogo,<br />

ma un libro-manifesto di<br />

una modalità di fare ricerca nell'arte<br />

contemporanea che è<br />

uscito molto dopo la mostra,<br />

proprio per trasformarlo in un<br />

libro con saggi appositamente<br />

scritti", prosegue Piccardo. Un<br />

progetto che non può disconoscere<br />

anche la valenza di catalogo<br />

che pure sviluppa, con interventi<br />

di molti critici, l'analisi -<br />

svolta con la mostra - della realtà<br />

artistica italiana legata alla<br />

produzione giovane e all'associazionismo<br />

culturale.<br />

I prossimi programmi di plug_in<br />

"prevedono la riedizione del<br />

numero monografico della rivista<br />

'Marcatre' su 'Utopia e/o<br />

rivoluzione', due libri d'artista e il<br />

libro sulle 'Lezioni di paesaggio'",<br />

quest'ultimo legato alla serie di<br />

incontri tematici organizzati dall'associazione<br />

nel maggio scorso<br />

in una colonia montana razionalista<br />

in Liguria.<br />

In tutto questo, una neonata<br />

casa editrice deve affrontare la<br />

difficile questione della distribuzione,<br />

per la quale plug_in ha<br />

adottato una strategia di diffusione<br />

online e una più tradizionale<br />

distribuzione in alcune interessanti<br />

librerie e bookshop su<br />

territorio nazionale. "Tra l'altro,<br />

siamo anche a Cittadellarte a<br />

Biella, alla Fondazione<br />

Sandretto Re Rebaudengo a<br />

Torino e prossimamente nei<br />

bookshop Skira", conclude<br />

Piccardo. Che sia il primo<br />

importante segnale di una rinascita<br />

genovese? <br />

[federica la paglia]<br />

plug_in<br />

Via Roma, 25/22<br />

16012 Busalla (GE)<br />

Info: tel. +39 0109643822<br />

fax +39 0109643822<br />

info@plugin-lab.it<br />

www.plugin-lab.it<br />

SEMPRE PIÙ IN ALTO<br />

HiArt è il nuovo semestrale, edito<br />

da Gangemi, che s'occupa di<br />

"informazione dell'Alta<br />

Formazione Artistica e Musicale".<br />

Lo dirige Roberto Morese e,<br />

come si nota dalle maiuscole, è<br />

frutto dell'equiparazione di<br />

Accademie e Conservatori alle<br />

Università. Intanto ci si occupa di<br />

innovazione tecnologica, a novembre<br />

il seguito.<br />

www.hi-art.it


76.design <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di stefano caggiano<br />

le tre metà del cielo<br />

Il Veneto vanta la più alta densità creativa per metro quadro del pianeta. Ora, grazie anche al nuovo brand<br />

regionale INNOVeTION VALLEY, ha tutte le carte in regola per diventare il perno, felicemente fuori asse, fra il<br />

design milanese e quello torinese…<br />

La storia del design è la storia<br />

di un cielo diviso in due. Sorto sul<br />

crinale tra arte e tecnologia, il<br />

disegno industriale si è sempre<br />

nutrito della sua natura felicemente<br />

ambigua. Oggi, però, nel nord<br />

Italia i cieli del design sono tre:<br />

Milano, Torino, e il Veneto; rispettivamente:<br />

l’anima artistica del<br />

progetto industriale, l’erede "fresco"<br />

del funzionalismo storico, e la<br />

metropoli diffusa teorizzata da<br />

Richard Florida come milieu ideale<br />

per lo sviluppo della nuova creatività<br />

"liquida" del XXI secolo. Ed è<br />

proprio grazie a queste caratteristiche<br />

che il Veneto potrebbe<br />

assumere il ruolo di laboratorio di<br />

incontro tra le due anime del<br />

design italiano; quella artistica del<br />

"significato" degli oggetti e quella<br />

pragmatica dei servizi sostenibili.<br />

In realtà, il design italiano è conosciuto<br />

nel mondo soprattutto per<br />

la sua eccellenza nei settori delle<br />

tre F: furniture, food, fashion (che<br />

in italiano diventano le tre A: arredamento,<br />

alimentazione, abbigliamento),<br />

cioè i prodotti ad alto contenuto<br />

di senso. In questo campo<br />

Milano detiene ancora il primato<br />

internazionale. Ma se guarda a<br />

ovest, vede una Torino che nel<br />

2008 è stata nominata capitale<br />

mondiale del design; e se guarda<br />

a est, vede un Veneto che vanta il<br />

più alto indice mondiale di densità<br />

creativa per metro quadro e che<br />

oggi si fa chiamare INNOVeTION<br />

VALLEY, dove il "Ve" sta appunto<br />

per Veneto.<br />

Le cose sono in fermento. Se il<br />

peso delle vecchia generazione<br />

rende i riflessi delle menti pensanti<br />

del design milanese poco reattive<br />

nei confronti della generazione<br />

transnazionale di giovani, che sta<br />

emergendo a livello globale e per<br />

la quale l’emozione dell’oggetto è<br />

inscindibile dalla sua sostenibilità;<br />

Torino, con la sua tradizione industriale<br />

"forte" facente capo a<br />

esperienze come quelle di Fiat e<br />

Olivetti, ha giustamente scelto di<br />

privilegiare un’idea più "anglosassone"<br />

di design, caratterizzata da<br />

una maggiore attenzione al ruolo<br />

compassi.<br />

WHERE DESIGN REALLY HAPPENS<br />

TED, acronimo di Technology<br />

Entertainment Design, è il nome di una<br />

conferenza che si tiene ogni anno in<br />

California e ogni due in altre città del<br />

mondo. Coordinata dall’editore milionario<br />

Chris Anderson (da non confondere<br />

con l’omonimo direttore di Wired), TED<br />

ha l'obiettivo di mettere in connessione<br />

ideas worth spreading, idee che vale la<br />

pena diffondere. I temi affrontati vanno<br />

dal design delle interfacce al senso dell’immagine,<br />

dal riscaldamento globale<br />

alla "matemagia". Tra gli speaker che si<br />

sono succeduti sul palco, l’ex presidente<br />

USA Bill Clinton, il Premio Nobel James<br />

Dewey Watson, il fisico Murray Gell-<br />

Mann, il co-fondatore di Wikipedia<br />

Jimmy Wales e i creatori di Google<br />

Sergey Brin e Larry Page. Assistere<br />

costa seimila dollari all’anno, ma le conferenze<br />

più interessanti si possono vedere<br />

dal sito, che vale davvero la pena di<br />

mettere tra i preferiti.<br />

www.ted.com<br />

che il progetto può avere nella<br />

creazione di una civitas della<br />

sostenibilità e dei servizi, un po’<br />

perché sarebbe stato incauto sfidare<br />

la capitale meneghina sul<br />

terreno del design ad alto valore<br />

semantico, un po’ perché questa<br />

è la direzione verso cui sta<br />

andando il mondo.<br />

Tale è dunque la geopolitica del<br />

design italiano, in cui<br />

INNOVeTION VALLEY potrebbe<br />

iniziare un percorso di progressivo<br />

placement come punto di<br />

incontro - ancorché decentrato e<br />

proprio per questo proficuamente<br />

"inquieto" - delle due anime del<br />

design, quella tradizionale artistico-semantica,<br />

che fa capo a<br />

Milano, e quella nascente sostenibile-pragmatica,<br />

di cui Torino<br />

punta a diventare il centro di riferimento<br />

della penisola.<br />

Non è una sfida impossibile. Con<br />

la sua rete di quattrocentocinquantamila<br />

imprese che spaziano<br />

dal fashion al design alla tecnologia,<br />

il Veneto si<br />

presenta oggi<br />

come una Los<br />

Angeles di cinque<br />

milioni di abitanti,<br />

con una altissima<br />

densità creativa,<br />

anche se non ne<br />

sembra ancora<br />

pienamente consapevole.<br />

Proprio per questo è<br />

nato il progetto INNOVeTION VAL-<br />

LEY, la vision che il direttore di<br />

Fuoribiennale Cristiano<br />

Seganfreddo propone al Veneto<br />

SLASH/SLASH GENERATION<br />

Più design genera ancora più design.<br />

Secondo il Future Laboratory di Londra la<br />

Slash/Slash Generation, ovvero la generazione<br />

dei diciotto-ventiquattrenni do-italler,<br />

cioè che fanno tutto da sé, è ormai<br />

una realtà attivamente inserita nei modi<br />

di produzione del nuovo design diffuso.<br />

Grazie alle alte prestazioni di usabilità<br />

degli strumenti info-elettronici è diventato<br />

infatti estremamente facile per i<br />

ragazzi dell’era post-digitale essere allo<br />

stesso designer/grafici/dj/artisti/selfpromoter/ecc.<br />

L’humus in cui cresce<br />

questa generazione, risultato delle democratizzazione<br />

dell’industria creativa, è<br />

quella che germina nell’infosistema delle<br />

nuove tecnologie agili e user-friendly, che<br />

consentono a chiunque abbia un minimo<br />

di predisposizione di essere produttore<br />

di contenuti, nutrendosi dell’ubiquità di<br />

connessioni in cui circolano le idee e si<br />

rilanciano le energie.<br />

www.thefuturelaboratory.com<br />

www.itemidem.com/SlashSlash.pdf<br />

come metropoli creativa diffusa,<br />

per far venire alla luce quello<br />

che c’è già e innescare "profondi<br />

cambiamenti nella<br />

coscienza collettiva. Un cambiamento<br />

epocale ad un territorio<br />

che negli ultimi quarant'anni<br />

sembra abbia prodotto<br />

solo 'schei’ e ancora 'schei’: il<br />

Veneto ha invece prodotto cultura<br />

straordinaria attraverso la<br />

sua capacità di seduzione che ha<br />

influenzato la società internazionale<br />

con stili di vita e mode, come<br />

nessun altro in Italia".<br />

“<br />

In realtà, il design italiano<br />

è conosciuto nel mondo soprattutto<br />

per la sua eccellenza nei settori<br />

delle tre F: furniture, food, fashion<br />

Che questa visione non sia campata<br />

in aria lo dimostra la sfilza di<br />

realtà imprenditoriali venete che,<br />

solo nella moda, vanta aziende<br />

come Luxottica, Benetton,<br />

CONSIGLI PER ASPIRANTI FREELANCE<br />

Si sa, iniziare la professione di creativo indipendente<br />

non è facile. Certe cose si imparano solo<br />

sul campo, e non ci sono sindacati o associazioni<br />

di categoria che si prendono seriamente a cuore<br />

la causa dei professionisti libertini. Se poi è il<br />

campo stesso di lavoro ad essere evanescente<br />

le cose si fanno ancora più complicate. Ed entusiasmanti.<br />

Per questo Graphicdesignblog ha<br />

inserito nel suo sito uno spazio nel quale, alla<br />

domanda What is the biggest piece of advice you<br />

would give to someone starting out freelancing?,<br />

i graphic designer freelance possono postare<br />

consigli per i loro più giovani colleghi che stanno<br />

per intraprendere o hanno appena avviato un’attività<br />

autonoma di graphic design. I consigli vanno<br />

da suggerimenti estremamente pragmatici,<br />

come quello di avere sempre una copertura economica<br />

di almeno tre mesi per i tempi di magra,<br />

a incoraggiamenti dal respiro quasi filosofico,<br />

come l’invito "a non commettere l’errore di credere<br />

che chiunque altro stia facendo meglio di te:<br />

non è così".<br />

www.graphicdesignblog.co.uk/advice-for-newfreelance-designers<br />

qui: JoeVelluto - progetto<br />

Snow Chair<br />

a sinistra: INNOVeTION VAL-<br />

LEY - concept grafico<br />

Diadora, Geox, Nordica, Regina<br />

Regis, Replay, Stefanel, Bonotto,<br />

Dainese, Gas, Rino Mastrotto,<br />

Valentino Fashion Group, Zanella,<br />

Mauro Grifoni e Seventy, per citarne<br />

solo alcuni. E poi ancora nel<br />

design con Bisazza, Campagnolo,<br />

Zamperla, Minotti Cucine, Alpes,<br />

Bosa Ceramiche, Gruppo<br />

Manfrotto, Arper, Bellato<br />

Pallucco, De Longhi, Magis,<br />

Bonaldo, Lago, Coin, Foscarini e<br />

Valcucine fra le aziende; Alberto<br />

Del Biondi, JoeVelluto, Barbara<br />

Uderzo, Tobia Scarpa, Carlo Dal<br />

Bianco, Silvia Cogo e<br />

Fabrica fra designer<br />

e studi di design, e<br />

anche in questo caso<br />

gli elenchi non possono<br />

essere che incompleti.<br />

Forte di questa densità<br />

creativa semantica<br />

e pragmatica il<br />

progetto INNOVeTION VALLEY<br />

punta a farsi network di aziende,<br />

artisti e designer, oltre che vivace<br />

incubatore di iniziative come<br />

l’Adunata del Contemporaneo<br />

che si è tenuta il 6 settembre a<br />

Bassano del Grappa. La sfida è<br />

quella di dare al Veneto una corporate<br />

image design-oriented (o<br />

creative-oriented) da spendere<br />

nel mondo.<br />

Perché se il valore aggiunto del<br />

design non è più nelle cose ma<br />

nelle esperienze, è sulla scala<br />

delle esperienze reali, intense ed<br />

emozionanti che si misura il<br />

design del XXI secolo. Che non<br />

sarà né solido né liquido ma<br />

denso, capace di preservare i<br />

gradi di libertà della società liquida<br />

senza per questo lasciare che<br />

il vissuto quotidiano delle persone<br />

si sfilacci nella perdita di<br />

senso. Non solo emozione, non<br />

solo sostenibilità, ma emozione<br />

sostenibile; non solo senso poetico,<br />

non solo pragmatismo operativo,<br />

ma senso operativo e pragmatica<br />

della poesia. Tra Milano e<br />

Torino, il Veneto. <br />

www.fuoribiennale.org<br />

link.


78.talent hunter <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

a cura di Daniele Perra<br />

dario pecoraro<br />

La prima<br />

domanda per<br />

delineare la tua<br />

personalità:<br />

qual è l'ultimo libro che hai letto?<br />

Ho appena finito di leggere I miei<br />

luoghi oscuri di James Ellroy.<br />

Veramente potente. Penso non<br />

sia da tutti scrivere un libro sull'omicidio<br />

della propria madre, realizzare<br />

un noir autobiografico in<br />

maniera così cruda e scientifica.<br />

Musica! Cosa ascolti?<br />

La faccenda si fa complicata. Non<br />

ho un genere preferito, ascolto di<br />

tutto. Quando visito altri paesi mi<br />

piace andare nei negozi di musica:<br />

lì si trovano sempre delle chicche.<br />

Durante l’adolescenza ascoltavo<br />

soprattutto punk e derivati:<br />

ho visto concerti veramente belli.<br />

I Millencolin all'Acquatica non si<br />

dimenticano facilmente.<br />

Cinque città che consiglieresti di<br />

visitare e perché.<br />

La prima in assoluto è Tokyo. È<br />

una città che mi ha sconvolto e<br />

affascinato. È incredibile salire<br />

all'ultimo piano di un grattacielo e<br />

vedere una metropoli infinita, una<br />

vera megalopoli. Sempre in<br />

Giappone, Hiroshima. Visitare il<br />

Peace Memorial Museum e poi<br />

passare fra grattacieli, luci, suoni<br />

e prendere quello che chiamano il<br />

"treno proiettile", beh, fa riflettere.<br />

Un'altra città che consiglio è San<br />

Francisco. È come vivere in un<br />

perenne déjà vu. Market Street<br />

offre davvero tanto. Napoli è senz'altro<br />

da visitare, meglio se con<br />

una persona del posto, capace di<br />

mostrare i diversi lati di una città<br />

incredibile. Infine Barcellona,<br />

mare, movida, ottima cucina.<br />

I luoghi che ti hanno particolarmente<br />

affascinato?<br />

Davvero tanti, se proprio devo<br />

fare una selezione posso dire<br />

l'Umeda Sky Building di Osaka,<br />

con il Floating Garden Center. Il<br />

coloratissimo porto di Horta nelle<br />

Azzorre con il Bar Sport e gli intagliatori<br />

di denti di balena, e poi<br />

Santa Cruz in California. È un<br />

luogo allucinante, è come essere<br />

in un TV show, imprigionati fra<br />

Baywatch e Room Raider, e non è<br />

poi così male.<br />

Classe 1984, diploma in Arti Visive alla (NABA) Nuova Accademia Belle Arti di Milano, la prima mostra<br />

nel 2004 e la più recente lo scorso giugno allo spazio Borgovico 33 di Como, Dario Pecoraro non ama,<br />

per sé, la definizione di pittore perché i suoi lavori "nascono su tela per poi mutare e stravolgersi, diventando<br />

installazioni o altro". Un'attenta osservazione della realtà è il punto di partenza della sua ricerca.<br />

Una vecchia cartolina, un frammento video tratto da MTV, un racconto, vecchie fotografie o riviste: non<br />

ha importanza la fonte, l'importante è che faccia riflettere. Dario Pecoraro lavora con la Galleria Balmelli<br />

di Bellinzona. Vive a Cormano.<br />

Quali sono gli artisti del passato<br />

che ti interessano?<br />

Me ne vengono in mente moltissimi<br />

e ognuno m'incuriosisce sotto<br />

vari aspetti. Jackson Pollock è<br />

sicuramente un artista per cui<br />

nutro particolare interesse e<br />

m'affascina il fatto che sia impossibile<br />

scindere la produzione artistica<br />

dalla sua vita. I disegni di<br />

Willem de Kooning li trovo fantastici<br />

e il suo Pink Angels è da pelle<br />

d'oca. Marcel Duchamp era indiscutibilmente<br />

un genio. Trovo<br />

straordinario il fattore ironia nei<br />

suoi lavori. Uno degli artisti che<br />

più m'affascina risale a qualche<br />

centinaio d'anni fa ed è Piero della<br />

Francesca. Ricordo che da ragazzino<br />

portarmi a vedere una<br />

mostra d'arte antica equivaleva a<br />

darmi un cazzotto in faccia.<br />

Crescendo mi sono reso conto<br />

delle sue meraviglie e della sua<br />

contemporaneità: talvolta è<br />

impressionante osservare come<br />

pitture rinascimentali rappresentino<br />

ancora l'odierno.<br />

E i giovani artisti?<br />

Trovo che oggi vi siano molti artisti<br />

che lavorano e fanno ricerca in<br />

modo interessante, in Italia e all'estero.<br />

Fare arte e non giocare a<br />

fare l'artista è uno dei lavori più<br />

complessi. Posso dire che Francis<br />

Alÿs è certamente un artista che<br />

ammiro; i lavori, nella sua semplicità<br />

estetica, racchiudono un universo<br />

di rimandi ed emozioni.<br />

Trovo estremamente curiose le<br />

opere di Jockum Nordström, Neo<br />

Rauch e Marjetica Potrc ma,<br />

come detto, vari artisti stanno<br />

lavorando in maniera interessante.<br />

Forse mi sbaglio, ma penso<br />

che alcuni grandi artisti oggi facciano<br />

altro, ho visto persone fare<br />

veramente arte senza rendersene<br />

conto.<br />

Tra i pittori contemporanei che<br />

hanno riscosso un grande successo<br />

negli ultimi anni come<br />

Michael Borremans, Tim Eitel,<br />

David Schnell o Matthias<br />

Weischer, quale ritieni più innovativo?<br />

Domanda difficile, sono tutti ottimi<br />

artisti. Sono straordinari i lavori di<br />

Weischer, fra gli artisti citati è<br />

forse il più innovativo. Le stanze<br />

rappresentate nelle sue tele e<br />

nelle carte sono fantastiche, sono<br />

ambienti al limite fra allucinazione<br />

e memoria. I colori sono da LSD!<br />

Le scene di Borremans e Eitel a<br />

volte le trovo un po' troppo narrative,<br />

ma ora sto cercando il pelo<br />

nell'uovo, si sta parlando di grandi<br />

artisti. Le tele di David Schnell<br />

sono davvero dei bei lavori, una<br />

sorta di esplosioni di colore, architetture<br />

instabili, piani e tinte<br />

improbabili.<br />

Mostre che ti hanno particolarmente<br />

colpito ultimamente.<br />

Ne parlavo giusto qualche giorno<br />

fa con un caro amico. È una<br />

domanda che non trova risposta<br />

immediata. Spesso l'aspetto<br />

mediatico dell'evento illude lo<br />

spettatore. Fa comunque parte<br />

del gioco. Per assurdo posso dire<br />

che la fiera Art Basel mi colpisce<br />

sempre. Si trovano lavori di<br />

straordinaria potenza. Ricordo un<br />

Picasso meraviglioso, avrei voluto<br />

portarmelo a casa. In Italia esistono<br />

situazioni estremamente interessanti,<br />

private e non. La mostra<br />

di Peter Fischli & David Weiss a<br />

Palazzo Litta è un esempio, mi ha<br />

davvero stupito. Think positive.<br />

Passiamo a te. Ti senti a tuo agio<br />

con la definizione di pittore oppure<br />

pensi sia limitante?<br />

La definizione di pittore in sé non è<br />

riduttiva. La storia dell'arte, anche<br />

contemporanea, dimostra quanto<br />

sia sbagliato considerare morta<br />

la pittura. Alcuni fra i più grandi<br />

artisti contemporanei lavorano<br />

solamente con il medium pittorico.<br />

Nel mio caso però è un po'<br />

limitante in quanto lavoro anche<br />

con altri media. Spesso i miei lavori<br />

nascono su tela per poi mutare<br />

e stravolgersi completamente<br />

diventando installazioni o altro.<br />

Che responsabilità ha oggi un<br />

artista?<br />

A mio avviso molta. Negli ultimi<br />

anni il continuo aumento d'interesse<br />

verso l'arte contemporanea<br />

ha visto come conseguenza<br />

una crescita dei prezzi di mercato,<br />

ed il proliferare a livello internazionale<br />

di musei, gallerie e altro ne<br />

è la testimonianza. È facile quindi<br />

che un giovane artista per rincor-<br />

rere le tendenze dettate da un<br />

sistema in continuo cambiamento<br />

perda contatto con il proprio lavoro<br />

e la ricerca si esaurisca rapidamente.<br />

Un artista oggi dovrebbe<br />

fare cultura e non assecondare i<br />

gusti del mercato e del pubblico,<br />

ragionando sul proprio lavoro,<br />

concentrandosi sulla ricerca personale<br />

per confermare l'assoluta<br />

importanza dell'arte.<br />

Qual è il modo migliore per<br />

descrivere la tua ricerca?<br />

Penso che un buon punto di partenza<br />

sia dire che ogni mio lavoro<br />

nasce da un'attenta osservazione<br />

della realtà, nelle più diverse<br />

forme in cui mi si presenta. Può<br />

essere un video su MTV come<br />

una vecchia cartolina, non ha<br />

importanza, l'essenziale è che mi<br />

faccia riflettere, deve sollevarmi<br />

dei dubbi, deve suscitarmi domande.<br />

Non trovo interessante un<br />

lavoro quando mi dichiara subito<br />

tutto. Quello che sto cercando di<br />

fare è l'opposto: gli elementi devono<br />

poter assumere svariati aspetti,<br />

ogni soggetto deve poter essere<br />

osservato da più punti di vista<br />

o, come direbbe W. Egglestone, in<br />

maniera democratica.<br />

Oltre alla pittura e all'installazione,<br />

con quali altri media ti sei<br />

confrontato?<br />

Il video. Di recente ho realizzato<br />

una sorta di docufiction nella periferia<br />

nord milanese girato quasi<br />

interamente in notturna. Non è il<br />

primo lavoro video che realizzo. Il<br />

video è un medium affascinante<br />

ma assolutamente complesso da<br />

utilizzare e il numero di informazioni<br />

contenute in un progetto<br />

audiovisivo sono enormi. Si può<br />

notare come spesso questo<br />

mezzo venga utilizzato in maniera<br />

impropria e l'immediatezza della<br />

videocamera prenda il sopravvento<br />

sul lavoro dell'artista.<br />

Che formazione hai?<br />

Sto concludendo il Biennio<br />

Specialistico in Visual Arts and<br />

Curatorial Studies diretto da<br />

Marco Scotini presso la NABA a<br />

Milano, dove ho frequentato<br />

anche il triennio. Questi ultimi due<br />

anni si sono rivelati fondamentali<br />

per lo sviluppo del mio lavoro e mi<br />

a sinistra: Initiation, 2007 - 18X24 cm -<br />

oil on canvas<br />

a destra: I don’t know why I was there,<br />

2007 - 150X110 cm - oil, acrylic, ink<br />

and pencil on canvas<br />

hanno dato l'opportunità di potermi<br />

confrontare con figure importanti<br />

come Francesco Jodice,<br />

Patrick Tuttofuoco, Jens Hoffman<br />

e Viktor Misiano.<br />

Quanto la preparazione accademica<br />

influenza il percorso artistico<br />

individuale?<br />

Relazionarsi con docenti preparati<br />

alle rapide trasformazioni del<br />

sistema contemporaneo risulta,<br />

oggi più che mai, un punto fondamentale<br />

per la preparazione di un<br />

giovane artista. Una costante<br />

interazione con compagni di<br />

corso, artisti e curatori, magari<br />

provenienti da altri paesi, è certamente<br />

un fattore di primaria<br />

importanza e contribuisce fortemente<br />

all'arricchimento culturale<br />

dell'individuo.<br />

Hai fatto qualche residenza?<br />

Non ancora, ma è un'esperienza<br />

che non mi dispiacerebbe affatto<br />

fare in futuro.<br />

Pensi di rimanere in Italia nei<br />

prossimi anni?<br />

È una domanda che mi pongo più<br />

o meno ogni quarto d'ora. Di certo<br />

esperienze all'estero rientrano fra<br />

miei obiettivi futuri. Il mondo sta<br />

diventando sempre più piccolo e,<br />

per comprendere i mutamenti<br />

globali, rapportarsi con altre realtà<br />

è importante. Come detto precedentemente,<br />

trovo che in Italia<br />

esistano situazioni valide, come<br />

gallerie private, collezioni e fondazioni,<br />

ma l'impressione è che il<br />

paese non si sia ancora convinto<br />

appieno dell'importanza culturale<br />

dell'arte contemporanea.<br />

Progetti?<br />

Sto lavorando su alcuni nuovi lavori<br />

che focalizzano l'attenzione su<br />

vari aspetti della mia ricerca. In<br />

particolare sto sviluppando un<br />

progetto installativ, la cui formazione<br />

si sta rivelando piuttosto<br />

complessa, un work in progress<br />

che non so nemmeno io dove<br />

andrà a finire… anche se una<br />

mezza idea già ce l'ho.


80.ou? <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

ecco una selezione degli <strong>Exibart</strong>.point dove trovare <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> (se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)<br />

Alessandria - ZOGRA - Corso Roma 123<br />

Ancona - ACRILICO CAFE - Corso Giuseppe Mazzini 89<br />

Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7<br />

Asti - FONDO GIOV-ANNA PIRAS - Via Brofferio 80<br />

Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23<br />

Benevento - ARCOS - Corso Giuseppe Garibaldi<br />

Benevento - PESCATORE - Via S. Pasquale, 36<br />

Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116<br />

Bergamo - GAMEC - Via San Tomaso 52<br />

Biella - CAF. CITTADELLARTE - Via G. B. Serralunga 27<br />

Bologna - ARS CAPILLORUM - Via Del Pratello 13<br />

Bologna - ART TO DESIGN - Via Porta Nova 12<br />

Bologna - BETTY & BOOKS - Via Rialto 23a<br />

Bologna - BRAVO CAFE - Vico De Gradi 4r<br />

Bologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8<br />

Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20<br />

Bologna - LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Verdi 2<br />

Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6<br />

Bologna - MAMBO - BOOKSHOP - Via Don Giovanni Minzoni 4<br />

Bologna - MANA' - Via Cartoleria 15<br />

Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b<br />

Bologna - NEON>CAMPOBASE - Via Francesco Zanardi 2/5<br />

Bologna - RAUM - Via Ca' Selvatica 4/d<br />

Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c<br />

Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d<br />

Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1<br />

Bologna - ZO'CAFE - Via Lodovico Berti 15/b<br />

Bolzano - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Dei Cappuccini 28<br />

Bolzano - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a<br />

Bolzano - LIBERA UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1<br />

Brescia - PUNTO EINAUDI - Via Pace 16<br />

Cagliari - EXMA' - Via San Lucifero 71<br />

Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63<br />

Cagliari - T HOTEL - Via Dei Giudicati<br />

Caldogno (vi) - C4 - Villa Caldogno, Via Zanella 3<br />

Castiglioncello (li) - LA LIMONAIA - CAST. PASQUINI - P.zza Della Vittoria 1<br />

Catania - PAPINI - Corso Italia 78<br />

Catania - ZO - Piazzale Asia 6<br />

Catanzaro - L'ISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7<br />

Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13<br />

Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14<br />

Cinisello Balsamo (mi) - MUSEO DI FOTO. CONTEMP. - Via Frova 10<br />

Codroipo (ud) - VILLA MANIN DI PASSARIANO - Piazza Manin 10<br />

Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a<br />

Como - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15<br />

Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118<br />

Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22<br />

Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3r<br />

Firenze - BASE-PROGETTI PER L'ARTE - Via Di San Niccolò 18r<br />

Firenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47<br />

Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - Piazza Repubblica13/14r<br />

Firenze - LEF - Via Ricasoli 105<br />

Firenze - LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI - Piazza di Badia a Ripoli 1/A<br />

Firenze - LIBRERIA CAFE' LA CITE' - Borgo San Frediano 20/r<br />

Firenze - LIBRERIA DEL PORCELLINO - Piazza Del Mercato Nuovo 1<br />

Firenze - PLASMA - Piazza Francesco Ferrucci 1r<br />

Firenze - STROZZINA - PALAZZO STROZZI - Piazza degli Strozzi, 1<br />

Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r<br />

Firenze - VILLA ROMANA - Via Senese 68<br />

Foggia - LIBRERIA UBIK - Piazza Giordano 74<br />

Gallarate (va) - CIVICA GALLERIA D'ARTE MODERNA - Viale Milano 21<br />

Gallarate (va) - EXHIBAIR MALPENSA - Strada Statale Dell'Aeroporto Della Malpensa<br />

Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r<br />

Genova - C DREAM COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4<br />

Genova - LIBRERIA ELECTA - EINAUDI - Piazza Bellini 70<br />

Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5<br />

Genova - VISION QUEST CONTEMPORARY PHOTOGRAPHIA - Corso A. Saffi 29<br />

Genova - WOLFSONIANA - Via Serra Gropallo 4<br />

Genova - ZONAFRANCA - Via XXV Aprile 16<br />

La Spezia - CAMEC - Piazza Cesare Battisti 1<br />

La Spezia - LIBRERIA IL CONTRAPPUNTO - Via Galilei 17<br />

La Spezia - PALAZZINA DELLE ARTI - Via Del Prione 236<br />

Lecce - ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE - Via F. D'Aragona 14<br />

Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3<br />

Lucca - PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19<br />

Mantova - CENTRO BOMA-BORSA - Piazza Vilfredo Pareto 1<br />

Massafra (ta) - FALSO PEPE ENOTEI - Via SS Medici 45<br />

Matera - PALAZZO LANFRANCHI - Piazzetta Giovanni Pascoli<br />

Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163<br />

Milano - 11 - Via Alessio Di Tocqueville 11<br />

Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60<br />

Milano - ACCADEMIA DI BRERA - Via Brera 28<br />

Milano - ACCADEMIA DI BRERA 2 - Viale Marche 71<br />

Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Tadino 30<br />

Milano - ANGEL ART GALLERY - Via Fiori Chiari 12<br />

Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31<br />

Milano - ARTANDGALLERY - Via Francesco Arese 5<br />

Milano - ART BOOKBOVISA - Via Lambruschini 31<br />

Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27<br />

Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6<br />

Milano - ARTIDORO OSTERIA - Via Manfredo Camperio 15<br />

Milano - BASE B - Via Lambruschini 36<br />

Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24<br />

Milano - BONDBAR - Via Pasquale Paoli 2<br />

Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23<br />

Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32<br />

Milano - CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via Della Moscova 25<br />

Milano - CCS - CENTRO CULT. SVIZZERO - Via del Vecchio Politecnico 3<br />

Milano - CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7<br />

Milano - CIBOH - Via Clusone (di fronte al civico 6)<br />

Milano - C/O CARE OF - Via Luigi Nono 7<br />

Milano - C-ZONE - Via Pestalozzi 4<br />

Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custodi 16<br />

Milano - DESIGN LIBRARY - Via Savona 11<br />

Milano - DOCVA - Via Giulio Cesare Procaccino 4<br />

Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27<br />

Milano - ELECTA | KOENIG - Piazza Del Duomo 1<br />

Milano - EMPORIO CHOCOLAT - Via Giovanni Boccaccio 9<br />

Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35<br />

Milano - FONDAZIONE PRADA - Via Antonio Fogazzaro, 36<br />

Milano - FOOD&DRINKS 35 - Via Panfilo Castaldi 35<br />

Milano - FORMA LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1<br />

Milano - FRANKLIN&MARSHAL - c.so P.ta Ticinese, 16<br />

Milano - FRIDA - via Antonio Pollaiuolo<br />

Milano - FRIP - c.so P.ta Ticinese, 16<br />

Milano - HANGAR BICOCCA - Viale Sarca 336<br />

Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3<br />

Milano - IED ARTI VISIVE - Via Amatore Antonio Sciesa 4<br />

Milano - IULM - Via Carlo Bo 4<br />

Milano - ISTITUTO MARANGONI - Via Pietro Verri 4<br />

Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti<br />

Milano - LE TROTTOIR - Piazza XXIV Maggio 1<br />

Milano - LIBRERIA DEL CASTELLO SFORZESCO - Piazza Castello<br />

Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20<br />

Milano - LIBRERIA HOEPLI - SECONDOPIANO - Via Ulrico Hoepli 5<br />

Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2<br />

Milano - LIBRERIA TIKKUN - Via Montevideo 9<br />

Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5<br />

Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43<br />

Milano - MARGHERA 37 - Via Marghera 37<br />

Milano - MALO - Via Della Spiga 7<br />

Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola Montano<br />

Milano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Verdi 2<br />

Milano - MILANO LOUNGE BAR - Via G. Cesare Procaccini 37<br />

Milano - MOM - viale Monte Nero, 51<br />

Milano - MUSEO DELLA PERMANENTE - via Turati, 34<br />

Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20<br />

Milano - NEON>FDV - Via Procaccini 4<br />

Milano - N'OMBRA DE VIN - Via San Marco 2<br />

Milano - PAC - PADIGLIONE D'ARTE CONTEMPORANEA - Via Palestro 14<br />

Milano - PALAZZO DELLE STELLINE - corso Magenta, 61<br />

Milano - PALAZZO REALE - Piazza Del Duomo 12<br />

Milano - PAPER & PEOPLE - Via Friuli 32<br />

Milano - PURPLE - c.so P.ta Ticinese, 22<br />

Milano - RAAS - Via Pietrasanta 14<br />

Milano - RADETSKY - c.so Garibaldi, 105<br />

Milano - REFEEL - Viale Sabotino 20<br />

Milano - REVEL - SCALO D'ISOLA - Via Thaon Di Revel Genova 3<br />

Milano - RISTORANTE INDUSTRIA / SUPERSTUDIO - via Bugatti, 13<br />

Milano - RIVA RENO GELATO - Viale Col Di Lana 8<br />

Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico Il Moro 171<br />

Milano - SKIPINTRO - Via Donatello 2<br />

Milano - SOTTOCORNO LIBRI&CAFFE - Via Pietro Maestri 1<br />

Milano - SOTTOCORNONOVE STUDIOGALLERIA - Via P. Sottocorno, 9<br />

Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27<br />

Milano - SPAZIO BASEB - Via Raffaele Lambruschini 36<br />

Milano - SPAZIO CRAPAPELADA - Via Savona 12<br />

Milano - SPAZIO FITZCARRALDO - Viale Angelo Filippetti 41<br />

Milano - SPAZIO OBERDAN - Viale Vittorio Veneto 2<br />

Milano - SPAZIO PONTACCIO - Via Pontaccio, 18<br />

Milano - SPAZIO ROSSANA ORLANDI - Via Matteo Bandello 14<br />

Milano - SUITE - Largo La Foppa 5<br />

Milano - SUPERSTUDIO PIU - Via Tortona 27<br />

Milano - T35 - Via Tortona 35<br />

Milano - TAD - Via Statuto 12<br />

Milano - TOKIDOKI STORE - Corso Di Porta Ticinese 62<br />

Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19<br />

Milano - VENTI - Via Celestino IV 9<br />

Milano - WOK - Viale Col Di Lana, 5a<br />

Modena - CAFE' LIVRE - Via Emilia Centro 103<br />

Momigliano Veneto - BROLO CENTRO D'ARTE E CULTURA - Via Rozone e Vitale 5<br />

Monfalcone (go) - GALLERIA COM. D'ARTE CONTEMPORANEA - P.zza Cavour, 44<br />

Montecatini Terme (pt) - BK1CONCEPTSPACE - Via Della Nievoletta 20<br />

Montepulciano (si) - CANTINE ICARIO - Via delle Pietrose 2<br />

Monza - ARTE FATTO - Via Carlo Prina 18<br />

Napoli - AZAR CAFE - Via Alessandro Scarlatti 139<br />

Napoli - CULTI SPA CAFE - Via Carlo Poerio 47<br />

Napoli - EDICOLE' - Piazza Municipio 5<br />

Napoli - FONOTECA- Via Raffaele Morghen 31<br />

Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70<br />

Napoli - KESTE' - Via San Giovanni Maggiore Pignatelli<br />

Napoli - MADRE BOOKSHOP - Via Luigi Settembrini 79<br />

Napoli - MANI DESIGN - Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 1b<br />

Napoli - NENAPOP - Via Nardones 22<br />

Napoli - NUOVO TEATRO NUOVO - Via Montecalvario 16<br />

Napoli - PAN BOOKSHOP - Via Dei Mille 60<br />

Napoli - PENGUIN CAFE - Via Santa Lucia, 88<br />

Napoli - SUPPORTICO LOPEZ - Supportico Lopez 32<br />

Napoli - TEATRO TINTA DI ROSSO - Via San Biagio Dei Librari 39<br />

Napoli - TRIP - Via Giuseppe Martucci 64<br />

Napoli - TTC CLUB - Via Giovanni Paisiello 39<br />

Novara - TEATRO COCCIA - Via Fratelli Rosselli 47<br />

Nuoro - MAN - Via Sebastiano Satta 15<br />

Orta San Giulio (No) - ILBOX MOTORE PER L'ARTE - via Olina 22<br />

Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26<br />

Padova - CAFE AU LIVRE - Via Degli Zabarella 23<br />

Padova - GODENDA - Via Francesco Squarcione 4/6<br />

Palermo - EXPA - Via Alloro 97<br />

Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21<br />

Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18<br />

Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79<br />

Palermo - PALAB - Via Del Fondaco<br />

Palermo - RELOJ - Via Pasquale Calvi 5<br />

Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8<br />

Perugia - CAFFE DI PERUGIA - Via Giuseppe Mazzini 10<br />

Perugia - GALLERIA MIOMAO - Corso Cavour 120<br />

Perugia - LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52<br />

Pesaro - CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI Settembre 184<br />

Pescara - ECOTECA - Via Giovanni Caboto 19<br />

Pescara - FEZ LIVING - Via Nicola Fabrizi 190<br />

Pescara - PUNTO EINAUDI - Viale Guglielmo Marconi 4<br />

Pordenone - CAFFE LETTERARIO AL CONVENTO - P.za Della Motta 2<br />

Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277<br />

Prato - SPAZIO POLISSENA - Piazza Sant'Agostino 14<br />

Prato - SPAZIORAZMATAZ - Piazza Mercatale 107<br />

Reggio Emilia - COLLEZIONE MARAMOTTI - MAX MARA - via Fratelli Cervi 66<br />

Reggio Emilia - LIBRERIA ALL'ARCO - Via Emilia A Santo Stefano 3d<br />

Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1a<br />

Riccione - SIXTY HOTEL - Via Milano 54<br />

Rimini - VELVET FACTORY - Via S. Aquilina 21<br />

Roma - 26CC - Via Castruccio Castracane 26 | 28a | 30<br />

Roma - ACCADEMIA DI BELLE ARTI - Via Di Ripetta 222<br />

Roma - ACCADEMIA DI FRANCIA VILLA MEDICI - Viale Trinità dei Monti 1<br />

Roma - AGAVE BISTROT - Via Di San Martino Ai Monti 7a<br />

Roma - ALICELIBRI - Piazza Della Chiesa Nuova 21<br />

Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80<br />

Roma - AMERICAN ACADEMY - Via Angelo Masina 5<br />

Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61<br />

Roma - BACCO E DAGUERRE - Via Nicola Ricciotti 6<br />

Roma - BAR A BOOK - Via Dei Piceni 23<br />

Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28<br />

Roma - BOOK Á BAR presso Palaexpo - Via Nazionale 194<br />

Roma - BOOKSHOP presso PalaExpo - Via Nazionale 195<br />

Roma - BRASSERIE CO2 - Largo Del Teatro Valle 4<br />

Roma - CAFFE FANDANGO - Piazza Di Pietra 32<br />

Roma - CAFFELETTERARIO - Via Ostiense 95<br />

Roma - CAFFE UNIVERSALE \ ACANTO SPA - Via Delle Coppelle 16<br />

Roma - CASA DEL JAZZ - ZONE ATTIVE - Viale Di Porta Ardeatina 55<br />

Roma - CHIOSTRO DEL BRAMANTE - CAFFE - Arco Della Pace<br />

Roma - CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia 42<br />

Roma - CIRCUS - Via Della Vetrina 15<br />

Roma - CO2 - Piazza di Spagna 9<br />

Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9<br />

Roma - CRUDO - Via Degli Specchi 6<br />

Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79<br />

Roma - DOM CHAMPAGNERIA - Via Degli Zingari 49<br />

Roma - DOP CONCEPT STORE - Via Urbana 25<br />

Roma - DOOZO - Via Palermo 51<br />

Roma - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Margutta 11<br />

Roma - ÈSTILE BOOKSTORE - Via Chiana 15<br />

Roma - ESTROBAR - Via Pellegrino Matteucci 20<br />

Roma - ETABLI - Vicolo Delle Vacche 9<br />

Roma - FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8<br />

Roma - FAFIUCHE - Via D. Madonna D. Monti 8<br />

Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44<br />

Roma - FBPROJECT - Via Giovanni Battista Tiepolo 9<br />

Roma - FONDAZIONE BARUCHELLO - Via Santa Cornelia, 695<br />

Roma - FONDAZIONE GUASTALLA - Viale Regina Margherita 262<br />

Roma - FONDAZIONE OLIVETTI - via Zanardelli, 34<br />

Roma - FRENGO'S MUSIC - via Della Lungaretta, 65<br />

Roma - FRENI&FRIZIONI - Via Del Politeama 4<br />

Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6<br />

Roma - GIUFA' - Via Degli Aurunci 38<br />

Roma - GNAM BOOKSHOP ELECTA - Via Antonio Gramsci 73<br />

Roma - IED - Via Alcamo 11<br />

Roma - ISICULT - PALAZZO TAVERNA - Via Di Monte Giordano 36<br />

Roma - LA CONCHIGLIA - Via Dei Pianellari 17<br />

Roma - LA DIAGONALE - Via Dei Chiavari 75<br />

Roma - LA QUADRIENNALE DI ROMA - V.la Carpegna - p.zza di V.la Carpegna<br />

Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42<br />

Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64<br />

Roma - LIBRERIA FERRO DI CAVALLO - Via Del Governo Vecchio 7<br />

Roma - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli 31d<br />

Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21<br />

Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30<br />

Roma - LO YETI - Via Perugia 4<br />

Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54<br />

Roma - MACRO FUTURE - Piazza Orazio Giustiniani<br />

Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6<br />

Roma - MEL BOOKSTORE CAFFE’ - Via Nazionale 252<br />

Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39<br />

Roma - MUSEO CARLO BILOTTI - Viale Fiorello La Guardia 4<br />

Roma - NECCI - Via Fanfulla Da Lodi, 68<br />

Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57<br />

Roma - OFFICINE - Via Del Pigneto 215<br />

Roma - OPEN COLONNA RISTORANTE - Via Nazionale 194<br />

Roma - OPIFICIO - Via dei Magazzini Generali 20/A<br />

Roma - PAPYRUS CAFE - Via Dei Lucchesi 28<br />

Roma - PARAPHERNALIA - Via Leonina 6<br />

Roma - PRIMO - Via Del Pigneto 46<br />

Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a<br />

Roma - RASHOMON - Via Degli Argonauti, 16<br />

Roma - RGB46 - Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46<br />

Roma - RUFA - Via Benaco 2<br />

Roma - SAID - Via Tiburtina 135<br />

Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42<br />

Roma - SCOLARO PARRUCCHIERE - Via Ruggero Sauro 63<br />

Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16<br />

Roma - SCUOLA ROM. DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a<br />

Roma - SECONDOME - Via Pianillari 26/27<br />

Roma - SHAKI - Via Del Governo Vecchio 123<br />

Roma - SOCIETE LUTECE - Piazza Di Montevecchio 16<br />

Roma - SUPER - Via Leonina 42<br />

Roma - SUPPERCLUB - Via De' Nari 14/15<br />

Roma - TAD - Via Del Babuino 155a<br />

Roma - TEMPORARY LOVE - Via Di San Calisto 9<br />

Roma - THE CRYSTAL BAR - HOTELART - Via Margutta 52<br />

Roma - TREEBAR - Via Flaminia 226<br />

Roma - TUMA'S BOOK - Via Dei Sabelli 17<br />

Roma - VIVALIBRI - Piazza Di Santa Maria Liberatrice 23<br />

Roma - WINE BAR CAMPONESCHI - Piazza Farnese<br />

Roma - WONDERFOOL - Via Dei Banchi Nuovi 39<br />

Rovereto (tn) - MART - BOOKSHOP - Corso Angelo Bettini 43<br />

Rozzano (mi) - FONDAZIONE ARNALDO POMODORO - Via Adda 15<br />

San Candido - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4<br />

Sarzana (sp) - DISTANZE - Via Sotto gli Uffizi 2<br />

Sassari - LIBRERIA DESSì - Largo Felice Cavallotti 17<br />

Siena - ALOE&WOLF GALLERY - Via Del Porrione 23<br />

Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66<br />

Taranto - LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie D'Oro 129<br />

Terni - PLACEBO - Via Cavour 45<br />

Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13<br />

Torino - ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230<br />

Torino - ARTEGIOVANE - Via Crescentino 25<br />

Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di Savoia<br />

Torino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2<br />

Torino - EATALY - Via Nizza 230<br />

Torino - FONDAZIONE MERZ - Via limone 24<br />

Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16<br />

Torino - GAM BOOKSHOP - Via Magenta 31<br />

Torino - IED - Via San Quintino 39<br />

Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58<br />

Torino - J&S VINTAGE - Via Matteo Pescatore 11b<br />

Torino - KM4 - Via San Domenico 14/15<br />

Torino - LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18<br />

Torino - MAGO DI OZ - Via Maria Vittoria 58<br />

Torino - MARENA ROOMS GALLERY - Via Dei Mille 40/a<br />

Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3e<br />

Torino - OOLP - Via Principe Amedeo 29<br />

Torino - PALAZZO BRICHERASIO - Via La Grange 20<br />

Torino - RIVESTITEMI - Via Vittorio Andreis 18<br />

Torino - ROCK'N'FOLK - Via Bogino 4<br />

Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118<br />

Torino - TORINO ESPOSIZIONI - Corso Massimo d'Azeglio 15<br />

Torino - WIPE OUT - Via Bellezia 15<br />

Torino - YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12f<br />

Traversetolo (pr) - FOND. MAGNANI-ROCCA - Via Fond. Magnani-Rocca 4<br />

Treviso - ARCI TREVISO - Via Bolzano 3<br />

Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza Fraz. Catena<br />

Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22<br />

Trieste - KAMASWAMI - Via San Michele 13<br />

Trieste - KNULP - Via Madonna Del Mare 7/a<br />

Udine - VISIONARIO - Via Fabio Asquini 33<br />

Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale Luigi<br />

Venezia - CENTRO ZITELLE - Venezia - giudecca 95<br />

Venezia - FONDAZIONE BUZIOL - Cannaregio 4392<br />

Venezia - I LOVE TOURISM - Piazza San Marco 71c<br />

Venezia - PEGGY GUGGENHEIM - BOOKSHOP - Dorsoduro 701<br />

Venezia - IMAGINA - Campo Santa Margherita (Dorsoduro) 3126<br />

Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345<br />

Venezia - IUAV FACOLTA' DI DESIGN E ARTI - Dorsoduro 2206<br />

Venezia - LIBRERIA DEL CAMPO - Campo S. Margherita 2943<br />

Venezia - LIBRERIA ED. CAFOSCARINA - Calle Foscari 3259<br />

Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345<br />

Venezia - NARANZARIA OSTERIA - Campo San Polo 130<br />

Venezia - PALAZZO GRASSI - BOOKSHOP - Campo San Samuele 3231<br />

Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213<br />

Venezia - VINUS - Dorsoduro 3961<br />

Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7<br />

Verona - PALAZZO FORTI - Volto Due Mori 4<br />

Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4<br />

…in ogni spazio pubblicizzato ed in tutte le migliori gallerie private del paese!<br />

Hai un bar, una libreria, un ristorante di tendenza, un locale, una struttura ricettiva o turistica, una palestra, una beauty farm, un cinema, un teatro?<br />

Fidelizza la tua clientela distribuendo gratuitamente <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Diventa anche tu <strong>Exibart</strong>.point: http://point.exibart.com


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> calendario.81<br />

Pescara<br />

Abruzzo<br />

dal 20/09/2008 al 31/10/2008<br />

Letizia Battaglia<br />

La Galleria Cesare Manzo è lieta di presentare<br />

nella sede di Pescara la mostra<br />

personale di Letizia Battaglia (Palermo,<br />

1935), una delle protagoniste della fotografia<br />

italiana contemporanea. La mostra<br />

- a cura di Paolo Falcone - adotta un<br />

taglio antologico<br />

dal lunedì al sabato ore 9:30|13:00<br />

16:00| 20:00<br />

galleria cesare manzo<br />

via umbria, 48<br />

+39 085297206<br />

www.galleriamanzo.it<br />

info@galleriamanzo.it<br />

Napoli<br />

TERAMO<br />

dal 27 settembre all'8 novembre 2008<br />

MATTEO FATO<br />

lunedì - sabato<br />

dalle 10,30 - 13,30 / 15,00 - 19,30<br />

WAREHOUSE<br />

Loc. San Nicolò,<br />

Via G.C. Canzanese, 51<br />

tel/fax: +39 0861 232189<br />

www.warehouseart.it<br />

info@warehouseart.it<br />

Campania<br />

NAPOLI<br />

dal 2 al 24 ottobre 2008<br />

Cybèle Varela<br />

AD SIDERA<br />

per Athanasius Kircher<br />

Inaugurazione: 2 ottobre ore 18.00<br />

Orari : dal lunedì al venerdì, 15-19,<br />

sabato 10-13<br />

Con il patrocinio del MiBAC-DGBL,<br />

MiBAC-Soprintendenza per il Polo<br />

Museale Napoletano, Provincia di<br />

Napoli, Comune di Napoli e<br />

dell'Istituto Nazionale di Studi Romani<br />

PALAZZO REALE, BIBLIOTECA<br />

NAZIONALE DI NAPOLI<br />

Recapiti : Piazza del Plebiscito, 1<br />

tel. 0817819111<br />

Catalogo : Gangemi Editore<br />

www.cybelevarela.com<br />

dal 18/10/2008 all' 11/01/2009<br />

Louise Bourgeois per<br />

Capodimonte<br />

Per la prima volta in Italia, verrà inaugurata<br />

a Napoli, nel Museo di<br />

Capodimonte, un’esposizione che include<br />

le opere eseguite lungo l’arco di tutta<br />

l’attività di Louise Bourgeois. L’artista<br />

presenta un insieme di lavori che segnano<br />

il percorso della sua produzione artistica<br />

dal secolo scorso fino ai nostri giorni.<br />

museo di capodimonte<br />

via di miano, 2<br />

+39 0817499111<br />

www.museo-capodimonte.it<br />

artina@arti.beniculturali.it<br />

Emilia Romagna<br />

Bologna<br />

dal 24/09/2008 al 24/10/2008<br />

Giuseppe Penone<br />

mambo - museo d'arte<br />

moderna di bologna<br />

via don giovanni minzoni, 4<br />

+39 0516496611<br />

www.mambo-bologna.org<br />

info@mambo-bologna.org<br />

Modena<br />

dal 19/09/2008 al 12/10/2008<br />

Canicola - Patto di sale.<br />

Disegni fantastici<br />

Dai viaggi onirici di Little Nemo<br />

(Winsor McCay) alle visioni ipnagogiche<br />

di Aleksandar Zograf e i sogni su<br />

carta di David B., passando per le “storie<br />

a forma di elefante” suggerite da<br />

Moebius, la fantasia nel fumetto ha filtrato<br />

angosce e leggerezze dei maggiori<br />

artisti del secolo.<br />

d406 arte contemporanea<br />

via cardinale giovanni morone, 31/3<br />

+39 059211071<br />

www.d406.com - info@d406.com<br />

Modena<br />

BOLOGNA<br />

dal 27 settembre 2008 all'undici gennaio 2009<br />

AMICO ASPERTINI<br />

1474-1552<br />

Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello<br />

a cura Andrea Emiliani, Daniela<br />

Scaglietti Kelescian<br />

PINACOTECA NAZIONALE<br />

Via Delle Belle Arti 56<br />

+39 0514209411<br />

sbas-bo@iperbole.bologna.it<br />

www.pinacotecabologna.it<br />

BOLOGNA<br />

dal 25 ottobre al 2 dicembre 2008<br />

South Africa Trilogy<br />

WILLIE BESTER<br />

feriali 15,30-19,30<br />

domenica 26/10 Ore 16-20<br />

L'ARIETE ARTECONTEMPORANEA<br />

Via D'Azeglio 42<br />

Tel/Info 348 9870574<br />

info@galleriaariete.it<br />

www.galleriaariete.it<br />

dal 19/09/2008 al 6/01/2009<br />

Il sublime è ora<br />

Oltre 200 anni dopo la sua definizione, il<br />

concetto di Sublime si conferma una<br />

tematica di grande attualità: l'idea<br />

romantica legata alla ricerca e all'esaltazione<br />

di nuove frontiere è una presenza<br />

pulsante nel mondo e nelle esperienze<br />

dell'arte contemporanea.<br />

galleria civica d'arte moderna -<br />

palazzo santa margherita<br />

corso canalgrande, 103 - + 39 0592032911<br />

www.comune.modena.it/galleria<br />

galcivmo@comune.modena.it<br />

Roma<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Lazio<br />

dal 18/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Anne-Karin Furunes<br />

L’artista norvegese Anne-Karin Furunes<br />

crea quadri di volti e paesaggi giganti su<br />

tele bianche e nere dalla superficie perforata<br />

o su lastre di alluminio.<br />

da mar. a sab. dalle 14.30 alle 19.30<br />

galleria traghetto<br />

via reggio emilia, 25 - +39 0644291074<br />

www.galleriatraghetto.it<br />

roma@galleriatraghetto.it<br />

Roma<br />

dal 16/10/2008 al 6/01/2009<br />

Bill Viola<br />

dom., mar., mer. e gio.: dalle 10.00<br />

alle 20.00; ven. e sab.: dalle 10.00<br />

alle 22.30; lun. chiuso<br />

palazzo delle esposizioni<br />

via nazionale, 194 - +39 06489411<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

info@palazzoesposizioni.it<br />

Roma<br />

dal 21/11/2008 al 7/01/2009<br />

Carla Accardi - Superficie in<br />

ceramica con elaborazione<br />

sonora di Gianna Nannini -<br />

Passi di Passaggio<br />

L’installazione è composta da un pavimento<br />

di piastrelle in gres dipinto, che copre<br />

tutto lo spazio, con segni alternati di colore<br />

verde e cobalto su sfondo bianco.<br />

auditorium - parco della musica<br />

viale pietro de coubertin, 34<br />

+39 0680241436 - www.auditorium.com<br />

info@musicaperroma.it<br />

Roma<br />

REGGIO EMILIA<br />

dall’11 ottobre al 16 novembre<br />

FRANCESCO STEFANINI<br />

Pastelli 1993-2008<br />

A cura di Sandro Parmiggiani<br />

Orario: tutti i gironi 15-19, sabato e<br />

domenica anche al mattino 10-13.<br />

Chiuso lunedì<br />

PALAZZO CASOTTI<br />

Piazza Casotti 1<br />

Tel: 0522454437<br />

www.palazzomagnani.it<br />

catalogo: Edizioni Skira, Milano<br />

foto: Il tempo ritrovato, 2007 pastello su cartoncino,<br />

cm 73x102<br />

TRIESTE<br />

dal 9 ottobre al 15 novembre 2008<br />

ANDREA CONTI<br />

ADIUS<br />

martedì-sabato 17-20<br />

GALLERIA FACTORY-ART<br />

CONTEMPORANEA<br />

via Duca d'Aosta, 6/a<br />

+39 040 314452<br />

www.factory-art.com<br />

info@factory-art.com<br />

dal 23/09/2008 al 3/11/2008<br />

Claudio Adami - ...anlytic(al)<br />

lunedì-venerdì 15-20<br />

studio d'arte contemporanea<br />

pino casagrande<br />

via degli ausoni, 7a - +39 064463480<br />

gallcasagrande@alice.it<br />

Roma<br />

dal 23/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Georg Baselitz -<br />

La Grande Notte in Bianco<br />

mar. - sab. 10:30-19 e su appuntamento<br />

gagosian gallery<br />

via f. crispi, 16 - +39 0642746429<br />

www.gagosian.com - roma@gagosian.com<br />

Roma<br />

dal 3/10/2008 al 2/11/2008<br />

Gianfranco Asveri -<br />

Favole in viaggio<br />

da mar. a sab. ore 11-19.30 dom. 11-14<br />

rosso20sette arte contemporanea<br />

via d'ascanio, 27 - +39 068193237<br />

www.rosso27.com - info@rosso27.com<br />

Roma<br />

dal 4/10/2008 al 15/11/2008<br />

Giusy Lauriola - Extra-Urbane<br />

lunedì 16,00 - 19,30; martedì - sabato<br />

10,00 - 13,30 / 16,00 -19,30<br />

galleria 196<br />

via dei coronari, 194 - +39 066892472<br />

www.galleria196.it - info@galleria196.it<br />

Roma<br />

dall' 8/10/2008 al 22/11/2008<br />

Hannu Palosuo -<br />

My Life was a Burning Illusion<br />

La mostra prevede una serie di lavori che raccontano,<br />

attraverso frame estratti da un'unica<br />

sequenza narrativa, secondo angolature e<br />

prospettive diverse, il tema di una natura<br />

complessa e universalmente armoniosa.<br />

lun.-sab.: 11- 13 e 16-19.30, lun.mattina<br />

e sab. pomeriggio per appuntamento<br />

de crescenzo & viesti<br />

via del corso, 42 - +39 0636002414<br />

www.decrescenzoeviesti.com<br />

info@decrescenzoeviesti.com<br />

Roma<br />

dal 18/09/2008 al 18/10/2008<br />

Nigel Bennett - Physical evidence<br />

Presentazione del video inedito. Istallazioni,<br />

fotografia e video arte sul tema della memoria<br />

storica. Rielaborazione di una palafitta<br />

asiatica alla scoperta di realtà dimenticate.<br />

endemica arte contemporanea<br />

via mantova, 14 - +39 0684240140<br />

www.endemica.it - info@endemica.it<br />

Roma<br />

dal 25/09/2008 al 27/11/2008<br />

Pierluigi Febbraio - Mamma, io correvo<br />

ma il fuoco mi inseguiva!<br />

Febbraio mescola la malta ai tipici materiali<br />

della pittura, accostando elementi a<br />

contrasto (bianco/nero, definito/materico,<br />

pieno/vuoto) in un viaggio che parte<br />

dall’infanzia per avvicinarsi alle complesse<br />

dinamiche adolescenziali.<br />

da martedì a sabato 15-20, lunedì e<br />

mattina solo su appuntamento<br />

romberg arte contemporanea<br />

piazza de' ricci, 127<br />

+39 0668806377 - www.romberg.it<br />

artecontemporanea@romberg.it<br />

ROMA<br />

fino al 14 novembre 2008<br />

RICCARDO MURELLI<br />

Tensioni<br />

a cura di Francesco Pezzini<br />

e Cesare Sarzini<br />

inaugurazione venerdì 3 ottobre<br />

2008 alle ore 18<br />

Aperto tutti i giorni dalle ore 17 alle<br />

20 (chiuso sabato e festivi)<br />

Ingresso gratuito<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />

TRALEVOLTE<br />

Piazza di Porta San Giovanni, 10<br />

Tel.Fax 06.70491663 06.77207956<br />

tralevolte@yahoo.it<br />

www.tralevolte.org<br />

Roma<br />

dal 3/10/2008 al 22/11/2008<br />

Rebecca Horn<br />

L'artista tedesca presenterà delle nuove<br />

sculture, appositamente realizzate e che<br />

recupereranno gli elementi simbolici<br />

propri del suo linguaggio poetico.<br />

mar. - sab. ore 16.00 - 20.00<br />

studio trisorio<br />

vicolo delle vacche, 12<br />

+39 0668136189<br />

www.studiotrisorio.com<br />

info@studiotrisorio.com<br />

Roma<br />

dal 25/09/2008 al 15/11/2008<br />

Susanne Kessler -<br />

Synapse<br />

Susanne Kessler lavora con le stratificazioni.<br />

Ciò è anche alla base suoi<br />

principi costruttivi ed è rafforzato<br />

dalla scelta di materiali leggeri: ad<br />

esempio la rete trasparente che rende<br />

possibile la vibrazione e l’oscillazione<br />

dei disegni. Si tratta di dare vita e<br />

anima ad uno spazio artistico.<br />

lun-sab 15:30 19:30<br />

dora diamanti<br />

arte contemporanea<br />

via del pellegrino, 60<br />

+39 0668804574<br />

www.doradiamanti.it<br />

info@doradiamanti.it<br />

Roma<br />

ROMA<br />

fino al 22 novembre 2008<br />

ROBERTO DE PAOLIS<br />

Qui e mai altrove<br />

vernissage: 18 settembre 2008. ore 19<br />

orario: martedì a sabato ore 10-13 e<br />

16-19.30<br />

catalogo: in galleria<br />

Catalogo OREDARIA con l'intervista<br />

all'artista di Walter Guadagnini<br />

OREDARIA ARTI<br />

CONTEMPORANEE<br />

Via Reggio Emilia 22-24<br />

+39 0697601689 (info)<br />

+39 0697601689 (fax)<br />

info@oredaria.it<br />

www.oredaria.it<br />

ROMA<br />

dal 9 ottobre al 9 novembre<br />

UBALDO BARTOLINI<br />

LA DIMORA DEL RATTO<br />

da martedì a sabato dalle 16 alle<br />

20 e su appuntamento<br />

GALLERIA MANIERO<br />

Via Dell'Arancio, 79<br />

00186 Roma<br />

info@galleriamaniero.it<br />

www.galleriamaniero.it<br />

dal 4/10/2008 al 6/12/2008<br />

Veronica Montanino -<br />

OverLook<br />

martedì - venerdi 15.30 - 19.00<br />

artsinergy<br />

via capo d'africa, 46<br />

+39 0645496564<br />

www.artsinergy.com<br />

asroma@artsinergy.com


82.calendario <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

SABAUDIA LATINA<br />

dal 27 settembre all'11 ottobre 2008<br />

ALESSIO ANCILLAI<br />

Scrittura di Colore_tempo interno<br />

Le ariose sale del prestigioso Museo<br />

Sabaudo, ospiteranno la Personale di<br />

Pittura, Poesia e Videoart dell'artista<br />

romano Alessio Ancillai, con nuove<br />

opere che esplorano il rapporto tra linea<br />

di scrittura e segno pittorico, immagini<br />

latenti di dinamiche interumane.<br />

La Mostra è a cura della storica e critica<br />

d'Arte G. Capurso che propone i lavori di<br />

Alessio Ancillai ritenendolo "un artista<br />

amante della stesura della pittura come<br />

un atto di convinzione e bellezza, egli è in<br />

grado di trattare il colore come una attenta<br />

esplorazione dell'inconscio.".<br />

Vernissage: 27 settembre ore 18.30<br />

Presentazione Catalogo Iacobelli editore<br />

05/10/2008 ore 18.30 Concerto Trio<br />

Rhapsody<br />

Lunedì chiuso<br />

MUSEO CIVICO DI SABAUDIA<br />

"EMILIO GRECO"<br />

Piazza del Municipio<br />

+39 0773.514258<br />

+39 0773.515791<br />

www.comune.sabaudia.latina.it<br />

Genova<br />

Liguria<br />

dal 9/10/2008 al 29/11/2008<br />

Silvia Chiarini - Discopluss<br />

Inaugurazione del nuovo spazio.<br />

dac - de simoni arte contemporanea<br />

piazzetta barisone, 2r<br />

+39 3332778388<br />

www.galleriadac.com<br />

valeria.desimoni@libero.it<br />

Bergamo<br />

Lombardia<br />

dal 30/09/2008 all' 8/02/2009<br />

Pio Manzù -<br />

Quando il mondo era moderno<br />

martedì- domenica: 10.00 - 19.00;<br />

giovedì: 10.00 - 22.00; lunedì chiuso<br />

gamec - galleria d'arte moderna<br />

e contemporanea<br />

via san tomaso, 52 - +39 035399528<br />

www.gamec.it - info@gamec.it<br />

Brescia<br />

dal 27/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Alison Mealey - UnrealArt<br />

15-19 tutti i giorni escluso festivi<br />

fabio paris art gallery<br />

via alessandro monti, 13<br />

+39 0303756139<br />

www.fabioparisartgallery.com<br />

fabio@fabioparisartgallery.com<br />

Brescia<br />

LA SPEZIA<br />

dal 4 al 31 ottobre 2008<br />

DELLACLÀ<br />

Chiodi delle mie pene<br />

a cura di Carolina Lio<br />

Orario: dal lunedì al sabato dalle 10.30<br />

alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30<br />

GALLERIA 911<br />

via del Torretto 48<br />

+39 0187732471 (info)<br />

+39 0187750920 (fax)<br />

galleria911@yahoo.it<br />

dal 27/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Karin Kihlberg / Reuben Henry<br />

Le esplorazioni attraverso video, suono,<br />

performance e disegno vengono utilizzate<br />

da Karin Kihlberg e Reuben Henry per<br />

interrogare il valore del live e il significato<br />

che la performance dal vivo può assumere<br />

oggi in una società satura di rappresentazioni<br />

mediatiche.<br />

citric contemporary art<br />

via trieste, 30 - +39 0305030943<br />

www.citricgallery.com -<br />

info@citricgallery.com<br />

Cinisello Balsamo<br />

dal 20/09/2008 al 28/12/2008<br />

Robert Frank - Paris<br />

In mostra 80 opere, la gran parte inedite, realizzate<br />

a Parigi tra il 1949 e il 1952: l'artista scorge<br />

le persone nelle vie di Parigi in momenti difficili,<br />

assenti, in piedi, in mezzo al trambusto o<br />

seduti in metropolitana, accasciati su una panchina<br />

del parco, immobili, o persino sdraiati,<br />

arrotolati su se stessi, su un prato.<br />

da martedì a domenica 10-19; giovedì<br />

10-23. chiuso lunedì<br />

museo di fotografia<br />

contemporanea - villa ghirlanda<br />

via giovanni frova, 10 - +39 026605661<br />

www.museofotografiacontemporanea.org<br />

info@museofotografiacontemporanea.org<br />

Lecco<br />

dal 27/09/2008 al 22/11/2008<br />

Arik Miranda -<br />

Bright Days Are Here<br />

I lavori di Miranda raffigurano momenti<br />

che a volte diamo per scontati: la felicità<br />

della notte, la luce di un fuoco da campo o<br />

di un lampione. Le composizioni minimaliste<br />

incluse in questa mostra tracciano una<br />

connessione tra l'estetica Giapponese e<br />

quella Judaica tramite chiarezza e modestia.<br />

da martedì a venerdì: 15.00-19.30<br />

sabato: 10.30-19.30<br />

federico bianchi contemporary art<br />

piazza alessandro manzoni, 2<br />

+39 0341282902<br />

www.federicobianchigallery.com<br />

info.lecco@federicobianchigallery.com<br />

Lissone<br />

dal 28/09/2008 al 26/10/2008<br />

Giuseppe Monguzzi -<br />

Cinquant’anni di pittura<br />

Monguzzi è artista che si muove in ambito<br />

informale senza mai staccarsi però completamente<br />

dalle suggestioni proprie di<br />

situazioni reali o da tematiche che di volta<br />

in volta lo affascinano, che generano abitualmente<br />

cicli compositivi in sè conclusi.<br />

Il gusto per il gesto e il colore segna tutta<br />

la sua produzione che è espressione,<br />

momento per momento, della situazione<br />

esistenziale dell’artista e riflette le impressioni<br />

immediate, ma anche le esigenze e le<br />

sensazioni più profonde dell’animo.<br />

mar., mer., ven. 15-19; gio. 15-23; sab.<br />

e dom. 10-12 15-19<br />

museo d'arte contemporanea<br />

viale padania, 6 - +39 0392145174<br />

www.comune.lissone.mi.it/pubb_lissnew/c<br />

omune/pinacoteca_reddot/index.htm<br />

museo@comune.lissone.mi.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 28/10/2008<br />

Alessandra Spranzi - Selvatico<br />

(colui che si salva)<br />

Selvatico (colui che si salva) è la seconda<br />

personale di Alessandra Spranzi (1962)<br />

presso Fotografia Italiana Arte contemporanea,<br />

e rappresenta una novità nel percorso<br />

dell’artista-fotografa milanese.<br />

da martedì a venerdì ore 15-19<br />

fotografia italiana<br />

corso venezia, 22 - +39 02784100<br />

www.fotografiaitaliana.com<br />

info@fotografiaitaliana.com<br />

Milano<br />

dal 2/10/2008 all' 1/11/2008<br />

Alfredo Jaar - It is difficult<br />

La mostra Alfredo Jaar - It is difficult, che<br />

Spazio Oberdan e Hangar Bicocca propongono<br />

per l’autunno, è un’ampia antologica<br />

di intenso significato politico e sociale e di<br />

forte impatto visivo ed emotivo dedicata<br />

all’artista cileno.<br />

tutti i giorni 10-19.30, martedì e giovedì<br />

fino alle 22, chiuso il lunedì<br />

hangar bicocca<br />

via chiese, - +39 02853531764<br />

www.hangarbicocca.it<br />

info@hangarbicocca.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Andrea Mastrovito -<br />

Nickelodeon<br />

In occasione della sua seconda doppia personale<br />

milanese presso 1000eventi e Antonio<br />

Colombo Arte Contemporanea, Andrea<br />

Mastrovito reinventa gli spazi delle due gallerie<br />

trasformandoli in "cinema da un soldo".<br />

galleria 1000eventi<br />

via luigi porro lambertenghi, 3<br />

+39 0266823916<br />

www.1000eventigallery.it<br />

info@1000eventigallery.it<br />

Milano<br />

dal 3/10/2008 al 22/03/2009<br />

Arnaldo Pomodoro -<br />

Grandi opere 1972-2008<br />

Nel quarto anno di attività della<br />

Fondazione, la grande mostra d’inizio<br />

per la stagione artistica 2008-2009 sarà<br />

dedicata alle opere di Arnaldo<br />

Pomodoro: quindici sculture monumentali,<br />

di cui alcune inedite, come il Grande<br />

portale dedicato a Edipo e l’Ingresso nel<br />

labirinto In contemporanea la mostra<br />

UGO MULAS FOTOGRAFA ARNAL-<br />

DO POMODORO.<br />

mercoledì-domenica ore 11-18 (ultimo<br />

ingresso ore 17); giovedì ore 11-22<br />

(ultimo ingresso ore 21)<br />

fondazione arnaldo pomodoro<br />

via andrea solari, 35 - +39 0289075394<br />

www.fondazionearnaldopomodoro.it<br />

info@fondazionearnaldopomodoro.it<br />

Milano<br />

dal 18/09/2008 al 28/10/2008<br />

Barbara Nahmad -<br />

A Rebours. Parte II<br />

Ermanno Tedeschi Gallery apre la nuova stagione<br />

espositiva con una personale dedicata<br />

agli ultimi lavori di Barbara Nahmad. In contemporanea<br />

a Milano e a Roma, la mostra,<br />

ideale proseguimento di A Rebours del 2006,<br />

evidenzia come la ricerca dell’artista non si sia<br />

esaurita ma anzi continui felicemente nell’indagare<br />

il rapporto tra il passato e il presente.<br />

da mart. a ven. 11-13 e 15-19, sab. 15-<br />

19 o su appuntamento.<br />

ermanno tedeschi gallery<br />

via santa marta, 15 - +39 0287396855<br />

www.etgallery.it - info.mi@etgallery.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 5/11/2008<br />

Carl D'Alvia / Asuka Ohsawa -<br />

Gulliver in Wonderland<br />

"Gulliver in Wonderland " si ispira a due<br />

dei più conosciuti romanzi della tradizione<br />

letteraria inglese del "Fantasy/Nonsense".<br />

dal martedì al sabato ore 14.00<br />

- 19.30 e su appuntamento; sabato 20:<br />

apertura ore 11.00 - chiusura ore<br />

22.00 - con servizio navette da due<br />

diverse stazioni: pzza oberdan e piazzetta<br />

vergani. domenica 21: apertura<br />

ore 11.00 - chiusura ore 19.00<br />

the flat - massimo carasi<br />

via paolo frisi, 3 - +390258313809<br />

www.carasi.it - theflat-carasi@libero.it<br />

Milano<br />

dal 14/10/2008 al 29/11/2008<br />

Christiane Loehr<br />

Per celebrare il decimo anno di collaborazione<br />

con la Galleria, l'artista tedesca<br />

presenta quaranta sculture, basate sulla<br />

ricerca dei principi architettonici e create<br />

dall’uso di materiale organico, una grande<br />

installazione di crine di cavallo e venticinque<br />

disegni di piccole e grandi<br />

dimensioni.<br />

dal martedì al sabato 10 - 19 chiuso<br />

domenica e lunedì<br />

galleria salvatore + caroline ala<br />

via monte di pietà, 1 - +39 028900901<br />

galleria.ala@iol.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 19/10/2008<br />

Clegg & Guttmann -<br />

Studiolo Nuovo<br />

Con un rinnovato omaggio alla cultura<br />

del nostro paese, dopo l’installazione<br />

Falsa Prospettiva del febbraio 2001 presso<br />

la sede milanese della galleria, la personale<br />

del 1987, e la presentazione nella<br />

sede storica di Napoli del novembre<br />

2007, gli artisti Clegg & Guttmann<br />

installano per Milano il loro ultimo progetto<br />

italiano appositamente concepito<br />

per la galleria.<br />

da martedì a sabato dalle 11.00 alle<br />

13.00 e dalle 15.00 alle 19.00<br />

galleria lia rumma<br />

via solferino, 44 - +39 0229000101<br />

www.gallerialiarumma.it<br />

info@gallerialiarumma.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />

Gianfranco Pardi - Architetture,<br />

1970 - 1977 e opere recenti<br />

La mostra intende non solo riproporre al<br />

pubblico un ciclo molto importante nella<br />

biografia artistica di Pardi, quello delle<br />

Architetture, ma anche presentare le opere<br />

recenti.<br />

da martedì a sabato, 10.30-12.30,<br />

15.30-19.00. in occasione di start<br />

milano 19.9/21.9.2008, ven-sab 11 -<br />

22, dom 11-19<br />

galleria gio' marconi<br />

via alessandro tadino, 15<br />

+39 0229404373 - www.giomarconi.com<br />

info@giomarconi.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 31/10/2008<br />

Ivan Moudov - Welcome<br />

Welcome è il titolo della prima mostra personale<br />

dell’artista bulgaro Ivan Moudov<br />

che presenterà la documentazione di una<br />

serie di performance intitolata Traffic<br />

Control.<br />

mar-sab. 11.00-14.00 e 15.00-19.00<br />

prometeogallery<br />

via giovanni ventura, 3<br />

+39 0226924450<br />

www.prometeogallery.com<br />

info@prometeogallery.com<br />

Milano<br />

dal 9/10/2008 al 14/11/2008<br />

Ketty Tagliatti -<br />

Ostaggi<br />

Con una pittura imbottita, trapuntata, e per<br />

la prima volta forse scultura, difficile da collocare,<br />

Tagliatti racchiude certamente in sè<br />

il gene scenografico della scatola teatrale,<br />

con i suoi simboli e l'ambiguità tra la rappresentazione<br />

dell'oggetto e la visione bidimensionale<br />

di questo.<br />

da lunedì a venerdì ore 14-19<br />

movimento arte contemporanea<br />

corso magenta, 96<br />

+39 02436246<br />

www.movimentoarte.it<br />

info@movimentoarte.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Khalif Kelly<br />

Con uno stile che riesce a fondere l’estetica<br />

del video game con reminescenze della<br />

grande pittura classica, Kelly raffigura giochi<br />

di bambini ripresi in momenti di condivisione,<br />

litigio, violenza<br />

dal martedì al sabato ore 15-19 in<br />

occasione di start milano la galleria<br />

resterà aperta venerdì 19.9 e sabato<br />

20.9 dalle 11 alle 22 e domenica 21.9<br />

dalle 11 alle 19<br />

galleria monica de cardenas<br />

via francesco viganò, 4<br />

+39 0229010068<br />

www.artnet.com/decardenas.html<br />

monica@decardenas.com<br />

Milano<br />

MILANO<br />

dal 15 ottobre al 22 novembre<br />

GIOVANNI LOMBARDINI<br />

Inventaria<br />

dal mercoledì al venerdì 16-20,<br />

sabato 10,30-13 e 16-20<br />

GALLERIA POLIART<br />

Viale Gran Sasso 35<br />

02.70636109<br />

www.galleriapoliart.com<br />

info@galleriapoliart.com<br />

Foto: Rime, 2008, mista su tavola, cm 50X35<br />

dal 18/09/2008 al 24/10/2008<br />

Marco Demis -<br />

Rag Dolls<br />

Rag dolls è la prima personale di Marco<br />

Demis alla galleria Glenda Cinquegrana:<br />

The Studio. Marco Demis è un giovane<br />

artista milanese, classe 1982, alla sua<br />

personale di esordio.<br />

dal martedì al sabato, dalle 14.30 alle<br />

19.30 oppure su appuntamento<br />

glenda cinquegrana art<br />

consulting - the studio<br />

via francesco sforza, 49<br />

+39 0289695586<br />

www.glendacinquegrana.com<br />

info@glendacinquegrana.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 20/10/2008<br />

Marcos Lopez<br />

project b contemporary art<br />

via borgonuovo, 3<br />

+39 0286998751<br />

www.projectb.eu<br />

info@projectb.eu<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 all' 11/11/2008<br />

Martin Disler<br />

Lo Studio d’Arte Cannaviello celebra i 40<br />

anni di attività con la personale di Martin<br />

Disler, autore rappresentativo del lavoro<br />

della galleria.<br />

da martedì a sabato ore 10.30-19.30<br />

studio d'arte cannaviello<br />

via antonio stoppani, 15<br />

+39 022040428<br />

www.cannaviello.net<br />

info@cannaviello.net<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 19/10/2008<br />

Matt Calderwood<br />

galleria klerkx<br />

via massimiano, 25<br />

+39 0221597763<br />

www.manuelaklerkx.com<br />

info@manuelaklerkx.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 12/10/2008<br />

Mila Schön -<br />

Linee colori superfici<br />

palazzo reale<br />

piazza del duomo, 12 - +39 0280509362<br />

www.comune.milano.it/palazzoreale/<br />

Milano<br />

dal 18/09/2008 al 30/10/2008<br />

MP & MP Rosado -<br />

De profundis<br />

In questa mostra gli artisti presentano una<br />

nuova installazione prodotta appositamente<br />

per lo spazio: una meditazione sulla malinconia<br />

e il fragile rapporto tra l’uomo nell’era<br />

del consumo e la natura.<br />

dal martedì al sabato<br />

dalle 15:30 alle 19:00<br />

federico luger gallery<br />

via domodossola, 17 - +39 0267391341<br />

www.federicolugergallery.com<br />

info@federicolugergallery.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />

Nino Migliori -<br />

Terra Incognita<br />

Nino Migliori, classe 1926, è uno degli<br />

artisti più interessanti della cultura fotografica<br />

italiana.<br />

da lunedì a sabato ore 10-13e 15-19<br />

orari galleria per start milano:<br />

venerdì 19: h 11.00 - 22.00 sabato<br />

20: h 11.00 - 22.00 domenica 21: h<br />

11.00 - 19.00<br />

galleria ca' di fra'<br />

via carlo farini, 2<br />

+39 0229002108<br />

gcomposti@gmail.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />

Paola Pivi -<br />

It's a cocktail party<br />

In occasione di questa mostra personale<br />

Paola Pivi ripropone il lavoro che aveva<br />

presentato alla Galleria Portikus di<br />

Francoforte.<br />

martedì-sabato 11,30-14,00 e 14,30-<br />

19,30; lunedì chiuso<br />

galleria massimo de carlo<br />

via giovanni ventura, 5<br />

+39 0270003987<br />

www.massimodecarlo.it<br />

info@massimodecarlo.it


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> calendario.83<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />

Ryan McGinness -<br />

A Shadow Feeling of Loss<br />

da lunedì a venerdì ore 11-19 sabato<br />

su appuntamento<br />

paolo curti /<br />

annamaria gambuzzi & co.<br />

via pontaccio, 19 - +39 0286998170<br />

www.paolocurti.com - info@paolocurti.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 5/11/2008<br />

Simon Dybbroe Möller -<br />

Not Nature Near<br />

Simon Dybbroe Möller utilizza un vocabolario<br />

formale che ricorda la Minimal Art e<br />

fa dell’errore, della negazione e della sottrazione<br />

pratiche artistiche privilegiate.<br />

da martedì a sabato ore 11 - 19.30<br />

galleria francesca minini<br />

via massimiano, 25 - +39 0226924671<br />

www.francescaminini.it<br />

info@francescaminini.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 10/11/2008<br />

Sterling Ruby - Zen Ripper<br />

La Galleria Emi Fontana e West of Rome<br />

presentano la seconda mostra personale di<br />

Sterling Ruby alla galleria<br />

da mar. a sab. dalle ore 11 alle 19.30<br />

galleria emi fontana<br />

viale bligny, 42 - +39 0258322237<br />

www.galleriaemifontana.com<br />

emif@micronet.it<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 al 31/10/2008<br />

T. Kelly Mason - You try being<br />

someone else<br />

mar.-sab. ore 10.00-13.00/15.00-19.00<br />

ven. 19-09 18.00/22.00 sab. 20-09<br />

11.00/22.00 dom. 21-09 11.00/19.00<br />

corsoveneziaotto<br />

corso venezia, 8 - +39 0236505481<br />

www.corsoveneziaotto.com<br />

info@corsoveneziaotto.com<br />

Milano<br />

dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />

Yael Bartana - Mary Koszmary<br />

Raffaella Cortese è lieta di presentare la<br />

mostra personale dell’artista isrealiana<br />

Yael Bartana.<br />

mar. a sab. 15-19.30 e su appuntamento<br />

galleria raffaella cortese<br />

via alessandro stradella, 7<br />

+39 022043555<br />

www.galleriaraffaellacortese.com<br />

rcortgal@tiscali.it<br />

Marche<br />

CASTEL DI LAMA (ASCOLI P.)<br />

fino al 2 novembre 2008<br />

LA SINDROME DI ICARO:<br />

LICINI E 26 ARTISTI<br />

TRA CIELO E TERRA<br />

Orari 12 - 18<br />

Borgo Storico Seghetti Panichi<br />

Via San Pancrazio 2<br />

CASTEL DI LAMA<br />

Tel info: 0736818622<br />

associazione@seghettipanichi.it<br />

Caraglio<br />

Piemonte<br />

dal 20/09/2008 al 30/12/2008<br />

Ettore Fico<br />

Per la prima volta in Italia, un’importante e<br />

completa retrospettiva dedicata a un grande<br />

maestro del Novecento.<br />

martedì - sabato: 14,30 - 19,00 domenica:<br />

10,00 - 19,00<br />

il filatoio<br />

via giacomo matteotti, 40<br />

+39 0171618260<br />

www.marcovaldo.it - info@marcovaldo.it<br />

Torino<br />

dal 25/09/2008 al 31/10/2008<br />

Cristina Mandelli / Julie<br />

Polidoro - Coincidenze<br />

Coincidenze è un dialogo visivo che<br />

vuole mettere a confronto diverse<br />

ricerche artistiche e scelte curatoriali<br />

con particolari ed inediti punti di<br />

contatto. COINCIDENZE inaugura<br />

la stagione 2008/2009 presentando i<br />

lavori di Julie Polidoro e Cristina<br />

Mandelli.<br />

da martedì al sabato dalle 15 alle 19<br />

mattino e lunedì su appuntamento<br />

41 artecontemporanea<br />

via giuseppe mazzini, 41<br />

+39 0118129544<br />

www.41artecontemporanea.com<br />

info@41artecontemporanea.com<br />

Torino<br />

dal 4/10/2008 al 31/12/2008<br />

Dalle Città dell’Aldilà.<br />

Afterville, Divine Design<br />

Diverse visioni dei -o dai- confini estremi<br />

delle città future. I protagonisti di<br />

questa mostra per molti versi inedita e<br />

‘inaudita’ sono sovente architetti e artisti<br />

che già ci guardano dall’Aldilà.<br />

miaao -<br />

museo internazionale<br />

delle arti applicate oggi<br />

via maria vittoria, 5<br />

+39 0110702350<br />

www.miaao.org<br />

argh@miaao.org<br />

Torino<br />

dal 25/09/2008 all' 11/11/2008<br />

Dario Ghibaudo -<br />

Museo di Storia Innaturale- sala<br />

XIII pesci e anfibi<br />

Dario Ghibaudo, artista che dal 1993<br />

lavora al concetto di contaminazione<br />

genetica tra diversi generi viventi come a<br />

un altro dei mondi possibili, ci mostra<br />

un’altra faccia della sua ricerca, il pianeta<br />

sommerso. Ascritta all’ambito concettuale<br />

del suo vastissimo”Museo di Storia<br />

Innaturale”.<br />

da lunedì a venerdì ore 10,30/12,30-<br />

15,30/19,30<br />

paolo tonin arte contemporanea<br />

via san tommaso, 6<br />

+39 01119710514<br />

www.toningallery.com<br />

info@toningallery.com<br />

Torino<br />

dal 18/09/2008 al 29/11/2008<br />

Paolo Maggis -<br />

In nodum coacti<br />

da martedì a venerdì ore 15,30 -<br />

19,30; sabato 10,00 - 13,00; 14,30 -<br />

19,30<br />

marena rooms<br />

gallery contemporary art<br />

via dei mille, 40/a<br />

+39 0118128101<br />

www.marenaroomsgallery.com<br />

info@marenaroomsgallery.com<br />

Sicilia<br />

GIBELLINA<br />

11 ottobre 2008 ore 11<br />

CIRCLE OF LIFE<br />

1997-2008<br />

di Richard Long<br />

Riso, Museo d'Arte Contemporanea<br />

della Sicilia, nell'ambito di 5venti -<br />

progetto di promozione e valorizzazione<br />

del sistema regionale dell'arte<br />

contemporanea - in collaborazione<br />

con la Fondazione Orestiadi, presenta<br />

a Gibellina una delle opere<br />

appartenenti alla collezione permanente<br />

di Palazzo Riso nell'ottica<br />

identitaria di Museo della Regione<br />

Siciliana diffuso sul territorio.<br />

FONDAZIONE ORESTIADI<br />

Baglio di Stefano<br />

t +39 0924.67844<br />

info@orestiadi.it<br />

RISO, MUSEO D'ARTE<br />

CONTEMPORANEA DELLA SICILIA<br />

www.palazzoriso.it<br />

info@palazzoriso.it<br />

t+39 091.320532<br />

CASTELBUONO (PA)<br />

dal 27 settembre al 2 novembre 2008<br />

MINIMO RADICALE<br />

Giuseppe Adamo, Luna Amato,<br />

Giuseppe Buzzotta, Carlo Cislaghi,<br />

federico Lupo, Vincenzo Schillaci,<br />

Giovanni Sortino<br />

a cura di Helga Marsala<br />

Orario: 9-13/15-20, chiuso il lunedì<br />

MUSEO CIVICO DI<br />

CASTELBUONO<br />

Castello dei Ventimiglia<br />

Palermo<br />

dal 4/10/2008 al 2/11/2008<br />

Sweet Sheets II<br />

Una formula già rodata, Sweet Sheets,<br />

giunta alla seconda edizione, coinvolge<br />

un nucleo di artisti di diverse generazioni<br />

e diverse attitudini, indistintamente<br />

chiamati a deporre tracce vivide sulla<br />

levità della carta.<br />

da martedì a sabato ore 17-20<br />

zelle arte contemporanea<br />

via matteo bonello, 19<br />

+39 3393691961<br />

www.zelle.it - zelle@zelle.it<br />

Firenze<br />

Toscana<br />

dall' 11/10/2008 al 24/01/2009<br />

Claudio Abate - Installation, performance<br />

art & the bathroom<br />

L’artista riesce nell’impresa di dare<br />

all’immagine di una scultura una terza<br />

dimensione, quella interiore, che associa<br />

lo sguardo alla sensibilità e all’intuizione<br />

creatrice<br />

16/19.30 - chiuso lunedì e festivi<br />

galleria il ponte<br />

via di mezzo, 42/b - +39 055240617<br />

www.galleriailponte.com<br />

info@galleriailponte.com<br />

Firenze<br />

dal 18/09/2008 al 2/11/2008<br />

Worlds on video. International<br />

video art<br />

L’esposizione presenterà 30 lavori, alcuni<br />

per la prima volta in Italia, dei più importanti<br />

e affermati videoartisti internazionali.<br />

tutti i giorni 10,00 - 20,00. giovedìdalle<br />

10,00 - 23,00. lunedì chiuso<br />

cccs - centro di cultura contemporanea<br />

strozzina - palazzo strozzi<br />

piazza degli strozzi, 1<br />

+39 0552776461<br />

www.strozzina.it<br />

info@strozzina.it<br />

Siena<br />

LUCCA<br />

23-24 ottobre 2008<br />

LUBEC 2008<br />

giovedì 23 ottobre ore 8.15/13.30;<br />

ore 15-18<br />

venerdì 24 ottobre Ore 9.15-13.30<br />

REAL COLLEGIO<br />

TEMI: Ripartire dal Paesaggio: recupero,<br />

pianificazione e progettualità<br />

per la valorizzazione del Paese;<br />

Turismo e cultura digitale; Il Brand<br />

Italia; Beni Culturali e luoghi della<br />

fede; Risorse e partenariato; Città<br />

d'arte; Musica e management;<br />

Musei/Territorio/Economia<br />

Segreteria Organizzativa: Silvia<br />

Doberti progetti@promopa.it<br />

Diana Lomas espositori@promopa.it<br />

Tel. +39 0583 582783<br />

dal 20/09/2008 al 6/11/2008<br />

Pablo Echaurren<br />

tutti i giorni dalle 9 alle 19<br />

palazzo pubblico -<br />

magazzini del sale<br />

il campo, 1<br />

+39 0577292226<br />

museocivico@comune.siena.it<br />

Trentino-alto Adige<br />

Bolzano<br />

dall' 11/10/2008 al 4/01/2009<br />

Sonic Youth etc: sensational fix<br />

La mostra indaga la relazione tra la storica<br />

band, nata nel 1981, con artisti, scrittori,<br />

film-maker, designer ed altri musicisti.<br />

La produzione multimediale dei<br />

Sonic Youth e i lavori degli artisti presenti<br />

in mostra svelano una possibile storia<br />

alternativa della cultura contemporanea,<br />

discutendo in modo critico la divisione<br />

tra arte “alta” e “popolare”.<br />

museion<br />

via dante, 6 - +39 0471312448<br />

www.museion.it - info@museion.it<br />

Merano<br />

dal 3/10/2008 all' 11/01/2009<br />

Meret Oppenheim -<br />

L'occhio di Meret Oppenheim<br />

Vengono presi in considerazione soprattutto<br />

gli ultimi vent'anni di vita e di lavoro<br />

della Oppenheim dagli anni '60 fino al<br />

1985 attraverso l'esposizione di oltre 60<br />

tra carte, disegni, oggetti.<br />

da martedì a domenica dalle ore<br />

10.00 alle ore 18.00<br />

kunst meran/o arte<br />

via portici, 163 -+ 39 0473212643<br />

www.kunstmeranoarte.org<br />

info@kunstmeranoarte.org<br />

Trento<br />

PISA<br />

dal 20 settembre al 14 dicembre 2008<br />

SOVRANI NEL<br />

GIARDINO D'EUROPA<br />

Pisa e i Lorena<br />

a cura di Romano Paolo Coppini<br />

vernissage: 20 settembre 2008. ore 17<br />

catalogo: A cura di Romano Paolo<br />

Coppini , pp. 304<br />

Orari: Tutti i giorni ore 10-18<br />

La biglietteria chiude un'ora prima<br />

pisaeilorena@stm.unipi.it<br />

www.pisaeilorena.it<br />

telefono evento: + 39 0502215469<br />

MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO<br />

REALE - PALAZZO VITELLI<br />

Lungarno Antonio Pacinotti 46<br />

PISTOIA<br />

dal 27 settembre al 6 dicembre 2008<br />

VIA AMATI 13<br />

Alksne, Bertolo, Camoni, Carone,<br />

Cochi, Kruasaeng, Mencarelli,<br />

Mezzaqui, Moscardini, Pirri, Ruffi<br />

Orari: martedì - sabato 15.30 -19.30<br />

GALLERIA SPAZIOA<br />

Via Amati 13<br />

tel 0573 977354<br />

www.spazioa.it<br />

info@spazioa.it<br />

dal 16/10/2008 al 10/12/2008<br />

David Salle - Opere recenti<br />

dal martedì al sabato<br />

dalle 10.00 alle 12.30<br />

dalle 17.00 alle 19.30<br />

studio d'arte raffaelli -<br />

palazzo wolkenstein<br />

via livio marchetti, 17<br />

+39 0461982595<br />

www.studioraffaelli.com<br />

studioraffaelli@tin.it<br />

Perugia<br />

Umbria<br />

dal 4/10/2008 al 6/12/2008<br />

Paolo Bacilieri - Canzoni in A4<br />

da martedì a sabato, dalle 15 alle 20<br />

galleria miomao<br />

corso cavour, 120 - +39 3477831708<br />

www.miomao.net - info@miomao.net<br />

Venezia<br />

GUBBIO<br />

dal 4 ottobre al 23 novembre 2008<br />

56 GUBBIO 08<br />

XXV Biennale di Scultura<br />

a cura di Giorgio Bonomi<br />

con la collaborazione<br />

di Cristiana Marinelli<br />

Inaugurazione 4 ottobre ore 17<br />

PALAZZO DUCALE GUBBIO<br />

Sedi varie<br />

Info: cultura@provincia.perugia.it<br />

info@iat.gubbio.pg.it<br />

www.provincia.perugia.it<br />

www.gubbio-altochiascio.umbria2000.it<br />

PERUGIA<br />

fino al 18 gennaio 2009<br />

DA COROT A PICASSO,<br />

DA FATTORI A DE PISIS<br />

Orario: 10.00 - 18.00 (la biglietteria<br />

chiude alle ore 17.00)<br />

ingresso: interi 8, ridotti 6, scuole 3 euro<br />

PALAZZO BALDESCHI AL CORSO<br />

Mostra promossa dalla Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Perugia<br />

Organizzazione Civita<br />

Catalogo Silvana Editoriale<br />

Informazioni e prenotazioni:<br />

www.fondazionecrpg.it<br />

199 199 111<br />

servizi@civita.it<br />

Veneto<br />

dal 27/09/2008 all' 11/01/2009<br />

Italics. Arte italiana fra tradizione<br />

e rivoluzione 1968-2008<br />

palazzo grassi<br />

salizzada san samuele, 3231<br />

+39 0415231680 - www.palazzograssi.it<br />

VITTORIO VENETO (TV)<br />

dal 26 ottobre 2008 al 14 dicembre 2008<br />

FABIO SANDRI<br />

Due opere ed un diario visivo<br />

a cura di Daniele Capra<br />

inaugurazione 26 ottobre ore 11<br />

finissage 14 dicembre ore 11<br />

su appuntamento<br />

EXITARTE CONTEMPORANEA<br />

STUDIO<br />

viale della vittoria, 77<br />

+39 0438556542<br />

www.exitarte.it<br />

info@exitarte.it


<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> fotofinish.85<br />

1 2<br />

4<br />

7 8<br />

10<br />

11 12<br />

Manifesta in mutande, ehmm, in grembiule. Sembrano essere d'accordo (1) Nico Vascellari, bizzarramente abbigliato come da tradizione, e quelli (2) della galleria Browning di Asolo. Passiamo a New<br />

York dove la PS1 Sarah Scandiffio si è fatta vedere all'inaugurazione della mostra del nostro (3) Stefano Cagol, nello spazio di Priska Juschka. Sempre a New York, qualche street più in là, la mitica (4)<br />

Claudia Gian Ferrari, paparazzata mentre cerca di capire sulla mappa come tornarsene a casa visto il gran freddo. Torniamo in Italia, di più: in Sicilia. (5) Di fronte alla celeberrima parete rossa della galleria<br />

Pantaleone, in quel di Palermo, Loredana Longo ciacola con Shahryar Nashat. Salto dall'altra parte della Penisola e arrivo in Laguna per le nostre foto rubate ai giorni di opening della Biennale di<br />

Architettura. (6) Anila Rubiku parla con Letizia Cariello nelle meravigliose sale di Palazzo Pesaro Papafava. Mentre alla Guggenheim (7), l'economista Pierluigi Sacco e Dario Cimorelli, gran capo di Silvana<br />

Editoriale, parlottavano fitto fitto. Tra campi e campielli si è visto, più di una volta, lo scrittore (8) Tiziano Scarpa: non si è perduto un'inaugurazione della Biennale architettonica. Che stia preparando un<br />

nuovo libro ambientato in mostre e vernissage? Distrattissimo, invece, Francesco Bonami (9) che durante l'opening della mostra da lui curata, che vedeva protagonista un'opera degli A12 in mezzo alla<br />

Laguna, è stato quasi sempre al telefono e poi (10), sempre col telefono, si è messo a fotografare, orgoglioso, il lavoro del gruppo di architetti genovesi. (11) Yoko Ono (presente in una mostra curata da<br />

Lorand Hegyi) si assommava al gruppo dei vip presenti a Venezia, con tanto di figlio (chi di cappello ferisce...) al seguito. Carlo Simula, ufficio stampa del Palazzo delle Papesse (12), intanto, attendeva composto<br />

in prima fila l'apertura del buffet al Padiglione dei Paesi Scandinavi. Confermando che la sindrome da (ab)buffet non risparmia davvero nessuno. Meglio tornarsene a casa, deve avere pensato<br />

Antonio Arevalo (13), pizzicato da un rapace art-paparazzo mentre nella - comodissima prima classe dell'Eurostar Venezia-Roma - dormiva placido e beato.<br />

5<br />

LE FOTO PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE. INVIATECELE A > fotofinish@exibart.com<br />

3<br />

6<br />

9<br />

13


86.hostravistoxte <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />

tesi XI (bis)<br />

di Marco Senaldi<br />

Karl Marx era un ragazzo<br />

prodigio. La sua tesi di laurea in<br />

filosofia, intitolata Differenza fra<br />

la filosofia della natura di<br />

Democrito e quella di Epicuro,<br />

scritta a ventidue anni, è già<br />

un'opera, se non matura, perlomeno<br />

decisamente personale,<br />

che si conclude con un peana a<br />

Prometeo, "il più grande santo<br />

e martire del calendario filosofico".<br />

Tra gli scritti del periodo immediatamente<br />

successivo, tutti<br />

pubblicati solo diversi anni dopo<br />

la sua morte, spiccano le famose<br />

Tesi su Feuerbach, risalenti<br />

al 1845, cioè a quando Marx<br />

aveva sì e no ventisette anni.<br />

Come già negli abbozzi precedenti,<br />

rimasti inediti, cioè i<br />

Manoscritti economico-filosofici<br />

del 1844 e la Critica della filosofia<br />

hegeliana del diritto pubblico,<br />

Marx non se la piglia con<br />

figure di secondo piano, ma con<br />

i giganti del suo tempo, Hegel e<br />

Feuerbach appunto. Ma con<br />

una lucidità che diventerà poi il<br />

tratto distintivo del suo stile, già<br />

capisce che si tratta di pensatori<br />

defunti anche dal punto di<br />

vista filosofico, il cui culto, a<br />

quei giovani che andavano auto-<br />

definendosi "comunisti", faceva<br />

ormai "un'impressione molto<br />

umoristica".<br />

Forse oggi ci fa un'impressione<br />

umoristica lo stesso culto di<br />

Marx e, a distanza di più di un<br />

secolo e mezzo, fa una stranissima<br />

impressione proprio la più<br />

nota delle tesi su Feuerbach, la<br />

celebre Tesi XI che recita: "I<br />

filosofi hanno [finora] solo interpretato<br />

diversamente il mondo;<br />

il problema è però di trasformarlo"<br />

[Die Philosophen haben<br />

die Welt nur verschieden interpretiert;<br />

es kömmt aber darauf<br />

an, sie zu verändern]. Il senso<br />

della frase è indiscutibile, e<br />

credo che ancor oggi, tanti giovani<br />

si riconoscerebbero in questo<br />

programma (se non altro<br />

per evitare di studiare filosofia,<br />

visto che non serve a niente). Il<br />

fatto è che oggi talune "trasformazioni"<br />

hanno cambiato sì il<br />

mondo, ma forse non esattamente<br />

nel senso che Marx si<br />

augurava. Anche se si sono ispirate<br />

al suo pensiero (caso Cina<br />

docet). Anzi, in un certo senso,<br />

tutti i filosofi (tanto a destra<br />

che a sinistra) hanno effettivamente<br />

seguito il suggerimento<br />

della Tesi XI; peccato però, che<br />

il risultato è ora sotto gli occhi<br />

di tutti, ed è un risultato tale<br />

per cui ora non possiamo più<br />

né innocentemente "interpretare"<br />

il mondo (perché siamo<br />

costretti a sapere, minuto per<br />

minuto, telegiornale dopo telegiornale,<br />

in quale stato terribile<br />

versi), né ingenuamente pensare<br />

di "cambiarlo" (cambiarlo<br />

come, verso cosa, con chi, a<br />

vantaggio di chi, contro chi?).<br />

Da ciò il senso di paralisi mentale<br />

unita a una forma di paralisi<br />

autenticamente fisica: quella<br />

che ci costringe comunque a<br />

"vedere" tutto e a sapere tutto,<br />

seduti come handicappati di<br />

fronte ad uno schermo, un po'<br />

come Alex, il protagonista di<br />

Arancia Meccanica, costretto<br />

dai suoi aguzzini-rieducatori a<br />

sorbirsi scene di inenarrabile<br />

violenza a "occhi bene aperti".<br />

Proprio per essere ridotto<br />

all'impotenza fisica e psichica. E<br />

anche se le analisi delle menti<br />

più brillanti che si sono interrogate<br />

sul futuro del pianeta,<br />

come Jared Diamond o Serge<br />

Latouche, autori rispettivamente<br />

di Collasso, come le società<br />

scelgono di morire o vivere,<br />

Einaudi 2005, e di Breve tratta-<br />

to sulla decrescita serena,<br />

Bollati Boringhieri 2008, costituiscono<br />

una riflessione innovativa<br />

e vi si intravede uno spiraglio<br />

di soluzione, al tempo stesso<br />

quelle stesse posizioni, sconsolanti<br />

o consolanti che siano,<br />

fanno parte del bagaglio crescente<br />

di "interpretazioni" che<br />

semplicemente uccidono la<br />

nostra voglia di agire.<br />

E allora? Non occorrerebbe<br />

rovesciare il problema? Non<br />

dovremmo forse formulare una<br />

Tesi XI bis completamente<br />

"catastrofica" del tipo: "I filosofi<br />

non sanno più interpretare il<br />

mondo, ma comunque nessuno<br />

saprebbe cambiarlo"? Cioè,<br />

non dovremmo semplicemente<br />

prendere atto che non c'è nessuna<br />

soluzione, nessuna decrescita<br />

né drammatica né tanto<br />

meno "serena"; che il mondo è<br />

condannato, sovrappopolato,<br />

inquinato, irrimediabilmente<br />

sbagliato e che sbagliati alla<br />

fine siamo noi stessi. Noi che ci<br />

siamo innamorati, in taluni casi<br />

riprodotti, abbiamo letto e studiato,<br />

scritto, fatto arte e combattuto<br />

credendo in qualcosa?<br />

Non sarebbe forse, questa radicale<br />

consapevolezza del falli-<br />

mento, se non la soluzione, per<br />

lo meno un correttivo all'idea<br />

che le cose "avrebbero potuto<br />

andare diversamente"? "Ah, se<br />

solo il comunismo avesse<br />

assunto un volto umano! Ah, se<br />

solo il fascismo fosse diventato<br />

una condivisa ideologia corporativista!<br />

Ah, se solo il capitalismo,<br />

invece di diventare spietatamente<br />

speculativo, fosse un<br />

sistema davvero liberista! Ah,<br />

se solo gli intellettuali e gli artisti<br />

fossero meno asserviti al<br />

potere e alle loro ambizioni<br />

mediali, e fornissero risposte<br />

coerenti ai bisogni della<br />

gente…". E invece no: le cose<br />

sono andate esattamente al<br />

contrario. Non è forse questa<br />

una scoperta sorprendentemente<br />

giusta che ci impedisce<br />

qualunque velo illusorio, che ci<br />

costringe a confrontarci non<br />

col disastro esotico, ma con la<br />

nostra stessa, intrinseca, "indigena",<br />

"paralisi esistenziale"? <br />

(scrivimi:<br />

hostravistoxte@exibart.com;<br />

illustrazione di Bianco-Valente)

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