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<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei.gossip<br />
Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20<br />
let. B - l. 662/96 - Firenze<br />
Copia euro 0,0001<br />
free | anno settimo | numero cinquantadue | ottobre duemilaotto | www.exibart.com<br />
Lo so, lo so, non è da noi. Non è da noi andarsi a cercare, per l'intervista d'ordinanza, l'artista trendy a Berlino quando magari ce n'è uno bravo uguale a cento metri da casa. Non è da noi trascurare quello che<br />
succede nel nostro paese, dando conto invece di qualsiasi inezia purché sia a Londra o a New York. E di solito teniamo fede a questo proposito. Quello che vi proponiamo, da cinque anni ormai, è un giornale<br />
che punta - con il malcelato obiettivo di fare sistema tra tutti i componenti del settore - a valorizzare nello specifico l'apporto italiano (quando non è provinciale, beninteso) al dibattito internazionale. E dunque in<br />
linea di massima ci teniamo su un trenta per cento di contenuti 'dall'estero' ed un settanta di made in italy. Un pizzico di sale, una spolverata di pan grattato e servire ben caldo. Ebbene, il numero che inaugura<br />
la stagione 2008/2009 è stato confezionato seguendo una ricetta con ingredienti inversi. Sarà stato il cambio del quadro politico a Palazzo Chigi, ma anche in tanti comuni; sarà stata la crisi economica che<br />
fluttuerà su di noi per qualche mese ancora; sarà il dissesto finanziario di molte amministrazioni locali che hanno individuato il primo taglio di bilancio possibile - e come si sbagliano - nelle attività espositive o<br />
culturali; sarà che mentre altrove si procede innanzi, nel nostro paese ci si ferma per settimane a discutere se una fase politica di ottant'anni fa è stata cosa fattibile o male assoluto. Insomma, la vendemmia in<br />
Italia non è andata molto bene. Non abbiamo trovato granché da raccontarvi. E ci siamo guardati intorno. Dan Cameron ci ha raccontato la sua Biennale di New Orleans in una intervista meravigliosa. Abbiamo<br />
approfondito due festival-mostre-biennali-kermesse innovativi e originali (occorrerà che gli organizzatori battezzino nuovi termini per le loro creature, visto che dichiarano sempre cosa 'non' vogliono essere, ma<br />
mai cosa sono). Entrambi posizionati in luoghi liminali e culturalmente strategici: Tina B a Praga e ArtTlv a Tel Aviv. Ci siamo lanciati nella Berlino più profonda, come ci fossimo vissuti qualche anno e di<br />
più. Abbiamo ascoltato la musica contemporanea cinese. L'Italia? A spanne, ma c'è anche lei. Soprattutto il nord-est. Quel nord-est che si sta ripensando come InnoVetion-Valley (leggetene nella rubrica design)<br />
e che è riuscito ad organizzare un'edizione di Manifesta cui abbiamo dedicato una pagina di commenti. Insomma, buon inizio di stagione a tutti: stringiamo i denti che ce la possiamo fare pure questa volta. (m. t.)
4.retrocover <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
sondaggio<br />
http://sondaggi.exibart.com<br />
sexybart.<br />
tonino guerra<br />
di ferruccio giromini<br />
Tonino Guerra - Accoppiamento assonnato<br />
Il breve testo di "Spremere il limone" recita:<br />
"Spesso la seduta della donna sul corpo<br />
dell'amato / può risultare di una pesantezza<br />
soffocante / che può disorientare l'uomo e<br />
così / l'orgasmo è come l'agonia di un limone<br />
spremuto". Dove già si intravede la cifra<br />
dell'operazione, oltremodo singolare: sotto<br />
il titolo "Kamasutra a Pennabilli", in preziosa<br />
confezione si assemblano dodici incisioni e<br />
altrettanti concisi scritti poetici, quasi veloci<br />
appunti, che si fingono ritrovati fortunosamente,<br />
attribuendoli a un ipotetico "monaco<br />
studioso di cose orientali" uscito da un<br />
oscuro passato nell'Appennino toscano. Ma<br />
dietro le quinte, peraltro non dissimulandosi,<br />
sta nientemeno che Tonino Guerra.<br />
Proprio lui, il poeta e sceneggiatore cinematografico<br />
romagnolo (ma felicemente trasferitosi<br />
nelle Marche) che, ottantottenne, non<br />
finisce di stupire i suoi caldi ammiratori con<br />
sortite creative ancora impreviste. Da pochi<br />
anni è difatti conclamata la sua attività pittorica,<br />
che ha saputo<br />
recuperare la tecnica<br />
composita<br />
dell'affresco, ma<br />
adattata su tela,<br />
affiancandosi ad<br />
una frequentazione<br />
antica del disegno,<br />
pastello e<br />
acquerello. Invece<br />
queste sono<br />
acqueforti, tutte<br />
colorate a mano<br />
con divertita leggerezza<br />
dal magnifi-<br />
Tonino Guerra - Intimità con<br />
trombetta<br />
co vegliardo stesso.<br />
Il tono, appunto,<br />
soprattutto<br />
delle immagini, è favolistico e delicatamente<br />
orientalista. I corpi si avvinghiano sotto<br />
titoli come "L'inghippo poltrona" o<br />
"L'attorcigliamento del rampicante", ma<br />
lievi, quasi chagalliani. E a loro volta i testi<br />
se la spassano liberamente, come nell'impagabile<br />
descrizione del cosiddetto<br />
"Accoppiamento assonnato"; o come nella<br />
deliziosa ode rivolta al "punto prezioso di<br />
lei", ovvero "il giardino del godimento", che<br />
suggella in bellezza l'edizione: "La fica è<br />
una ragnatela / un imbuto di seta / il cuore<br />
di tutti i fiori; / la fica è una porta / per andare<br />
chissà dove / o una muraglia / che devi<br />
buttare giù"… A editare la voluminosa cartella<br />
(copie 100 + XXX) è stata la Tipertì<br />
riminese di Paolo Cavessi e Giovanni<br />
Tiboni, che non la tiene solo gelosamente<br />
alla Galleria Fabjbasaglia di Riccione, ma la<br />
distribuisce in Italia e all'estero. Noi ad<br />
esempio l'abbiamo incontrata presso la<br />
Galleria San Lorenzo al Ducale di Genova,<br />
ma si può trovare anche in Russia, dove<br />
Guerra, complice la moglie, natìa di quelle<br />
terre, ha trovato felicemente una seconda<br />
patria (e un secondo mercato, anche ben<br />
più florido del nostro).<br />
troppo ambiziosa<br />
IMPRESSIONI SU MANIFESTA7<br />
23,02%<br />
finalmente un po' di fresco nel belpaese 26,98%<br />
troppo sparsa nel territorio<br />
25,40%<br />
un'occasione per il turismo culturale 24,60%<br />
i perche del mese<br />
ORGANIZZAZIONE CAPITALE<br />
Beh, dai, diciamocelo: non ci si crede. Anni, lustri,<br />
decenni (uhm, decenni no, ma insomma, quasi) a cercare<br />
di organizzare un opening collettivo mentre nelle<br />
altre città i vernissage da "start" in comune sono<br />
ormai la regola. E quest'anno? Quest'anno Roma - e<br />
su questo buffo fatto ci chiediamo ingenuamente il<br />
perché - si è dotata non di uno, non di due, bensì di tre<br />
opening collettivi. Uno patrocinato dal Comune e organizzato<br />
dal patron della locale fiera Roberto Casiraghi,<br />
uno focalizzato sulla MacroZona del Salario e un altro<br />
tutto appannaggio delle gallerie attorno a Campo de'<br />
Fiori...<br />
DISCRIMINAZIONI CENTRIFUGHE<br />
Le Biennali - tipo Manifesta, no? - che vengono organizzate<br />
nelle periferie del mondo. Gli artisti che si interessano<br />
di periferia e marginalità. I curatori specializzati<br />
nei problemi delle periferie e delle zone liminali sia<br />
fisiche che mentali. La domanda, come diceva il noto<br />
presentatore di Rai Tre, nasce spontanea: ma perché<br />
l'arte non si occupa mai del centro?<br />
L'ARTITETTURA CONTEMPORANEA<br />
Rispetto a quella di due anni fa, questa di Betsky è<br />
decisamente una Biennale Architettura più popolare.<br />
Per i (soliti) grandi nomi messi in campo - Zaha Hadid,<br />
Massimiliano Fuksas - e per l'allestimento delle<br />
mostre, tanto all'Arsenale quanto ai Giardini. Molte<br />
delle quali, però, potrebbero non essere smantellate e<br />
riciclate il prossimo anno per la Biennale Arti Visive.<br />
Allora, d'accordo sulla società liquida, le contaminazioni<br />
e gli sconfinamenti, ma ci si chiede perché gli architetti<br />
oggi vogliano a tutti i costi fare gli artisti…<br />
vedodoppio<br />
sopra: Il curatore del Maxxi<br />
Bartolomeo Pietromarchi<br />
sotto: L'attore Nicholas Cage<br />
sopra: pubblicità della Seidl Confiserie<br />
sotto: Bidibibodibiboo, un Cattelan<br />
di 12 anni fa<br />
la vignetta.<br />
“Keith Haring” di Danilo Paparelli<br />
mandateci le vostre vignette<br />
sull'arte a: <strong>onpaper</strong>@exibart.com<br />
SGARBI SICILIANI<br />
Altro che sindaco assenteista, evanescente, inconsistente<br />
e impalpabile. Altro che candidatura di maniera<br />
a fini pubblicitari. Per carità, c'è anche quello, ma<br />
insomma Vittorio Sgarbi ci sembra imprimere una<br />
certa verve nell'attività di sindaco di Salemi. Iniziative<br />
ad alto livello di innovazione, giunta-vip che non fa solo<br />
dichiarazioni ai giornali, ma propone anche idee per la<br />
cittadina. E il turismo risponde alla grande.<br />
BELLISSIMO<br />
Magari più dentro che fuori. Magari sarebbe stato<br />
meglio aspettare la conclusione dei lavori. Magari non<br />
è giusto sbilanciarci. Magari utilizziamo una parola -<br />
anzi, un superlativo - che è sempre meglio non usare.<br />
Ma sta di fatto che, dopo una visita guidata al cantiere<br />
svoltasi non più di qualche giorno fa, possiamo ben<br />
dirlo: il Maxxi di Roma è bellissimo.<br />
OSPITI INTERESSA(N)TI<br />
Finalmente una fiera fatta su e per i collezionisti,<br />
anche se in concomitanza con la blasonata Frieze.<br />
Ma avete capito benissimo, stiamo parlando di<br />
ArtVerona, fiera nazionale, fiera popolare e nonostante<br />
tutto fiera in gran spolvero. Gli organizzatori, pensate,<br />
sono riusciti a coinvolgere le gallerie locali per<br />
ospitare i collezionisti nella città scaligera durante il<br />
fine settimana della manifestazione.<br />
E POI DICE CHE UNO SI BUTTA A SINISTRA<br />
Ci sarebbero state ancora molte cose da sistemare<br />
dopo la prima gestione di Bonami, ma la regione Friuli<br />
Venezia Giulia targata centrodestra preferirà invece<br />
utilizzare il Centro di Villa Manin per frico & tocai. Che<br />
non sono i centrocampisti dell'Udinese, ma le specialità<br />
agroalimentari più famose della simpatica regione<br />
a nord-est. Queste almeno sono le intenzioni del<br />
nuovo commissario della struttura Enzo Cainero.<br />
Enzo, ripensaci!<br />
FORBICI INGLESI SU ROMA<br />
Qualche soldo in meno proveniente dalla madrepatria.<br />
Un cambio euro contro sterlina che penalizza chi<br />
incassa in pound e spende con la moneta unica. L'aria<br />
di crisi internazionale che diminuisce gli sponsor e i<br />
contributi privati in generale. Va bene tutto, ma non ci<br />
sarà nulla che ci impedirà di definire abnorme e sbagliatissima<br />
la decisione di chiudere, dopo anni, il programma<br />
espositivo dell'Accademia Britannica di<br />
Roma curato con bei risultati e alta qualità da<br />
Cristiana Perrella.<br />
A QUANDO IL FINISSAGE?<br />
Ha fatto presto, il ministro Sandro Bondi, a smentirci.<br />
Lo avevamo pressoché osannato sullo scorso numero,<br />
siamo costretti a ritirare tutto - con gli interessi -<br />
su questo. Il poeta-ministro se n'è infatti uscito - in<br />
un'intervista su Grazia - con una scomposta dichiarazione-da-autobus<br />
secondo la quale sarebbe "difficile<br />
trovare bellezza nell'arte contemporanea". Bellezza?<br />
Ma di cosa parla Bondi quando accenna alla bellezza?<br />
A quale concetto di bellezza è ancorato? Da par<br />
nostro troviamo almeno altrettanto difficile trovare<br />
'bellezza' nella politica. E anche noi "fingiamo di capirla",<br />
come ha dichiarato Bondi riguardo all'arte.<br />
Tuttavia ce la dobbiamo tenere, senza neppure sperare<br />
in un finissage.
6.opinioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
ERGOSUM.<br />
L'industria della sicurezza. Che cosa vuole l'attuale classe politica dai cittadini? La confessione<br />
della paura. Bisogna far dire loro che sono in preda alle minacce più disparate che vanno dal<br />
"clandestino" allo stupratore, dall'automobilista ubriaco all'eversivo. La confessione (sondaggi<br />
ad hoc) restituisce al potere una causalità rassicurante che lo legittima di fronte a scelte neofasciste.<br />
Vigili armati, ordinanze comunali "antidisordine", tolleranza zero, esercito per le strade, voto in condotta<br />
(il manganello moralistico come soluzione all'indisciplina), ecc.). Niente sfugge a questa impresa di igienizzazione<br />
morale del sociale. L'industria della produzione ideologica della sicurezza - che segue quella reale<br />
dell'insicurezza - oscilla dall'esercito alle assicurazioni, fino alla promozione pubblicitaria e alle fiction televisive.<br />
La sicurezza che entra nella bocca dei politici e nella televisione è quella che esce dalle strade. Puro<br />
espediente demagogico che protegge dall'accusa di non prendere abbastanza sul serio la domanda di protezione dei<br />
cittadini. Questa presunta invocazione collettiva della sicurezza che dalle terre leghiste si propaga come un virus fino al<br />
Parlamento, assomiglia a quella che è nel bambino la scoperta della differenza sessuale, così profonda, così grave, così<br />
irreversibile: la feticizzazione di un oggetto interviene per occultare questa insopportabile scoperta. Ma, dice Freud, proprio<br />
questo oggetto è spesso l'ultimo oggetto intravisto prima della scoperta. Se dal piano individuale passiamo a quello<br />
collettivo vediamo che la società che ci può distrarre dall'impatto con la violenza del reale è quella immediatamente<br />
precedente la nostra società democratica, il fascismo. Da qui la sottile pregnanza di atteggiamenti fascisti che fanno<br />
ritorno sotto il mantello protettivo della immacolata sicurezza che genera odio verso la democrazia. Questo ritorno non<br />
è per nulla politico. Anzi, è perché non siamo più nel fascismo, proprio perché esso è qualcosa di definitivamente scomparso,<br />
che esso può esercitare tutta la sua attrazione attraverso il fascino di una violenza dissimulata dai politici, spettacolarizzata<br />
dai media, promossa dal cinismo economico, e dunque riproducibile da chiunque. La perdita di memoria,<br />
l'impossibilità di guardare dritto negli occhi la società reale corre parallela alla fascinazione e alla riproduzione di modelli<br />
di comportamento fascisti. Il nostro sistema vive della produzione di paura e di fallimenti e pretende di fabbricare una<br />
sicurezza (nessuno protegge i cittadini dalle conseguenza collettive dei disastri finanziari di Telecom, Alitalia, Parmalat…).<br />
Rinnovando i suoi stock di paure e disastri economici, allo stesso tempo le scongiura con un rilancio della sicurezza. E<br />
così dopo che si esalta la produzione, occorre eroicizzare la sicurezza. Le serie televisive incentrate sull'eroismo delle<br />
squadre di polizia e di medici, sono l'epica di questo processo ideologico di eroicizzazione della sicurezza. Lo squadrismo<br />
reale del fascismo fa ritorno nello squadrismo soft delle fiction televisive, dove si propaganda il funzionariato della sollecitudine:<br />
l'essere servizievole che camuffa l'ipocrisia feroce di una realtà<br />
della sicurezza pubblica tutt'altro che servizievole. Lo abbiamo visto con i<br />
massacri al G8 di Genova e recentemente nel costante abuso di potere<br />
da parte di esponenti delle forze dell'ordine. Le fiction sono la soluzione<br />
immaginaria alle paure fabbricate dal capitalismo selvaggio neoliberista.<br />
Ciò che conta è produrre i segni - pubblicitari, televisivi - della sicurezza. "Una vittima sul lavoro spezza la vita di un'intera<br />
famiglia" sta scritto in un cartellone pubblicitario contro le morti "bianche". Il segno pubblicitario della sicurezza si<br />
sostituisce alla sicurezza in se stessa. È il trionfo della simulazione della sicurezza. Simulare significa fingere di avere ciò<br />
che non si ha. Tutto ciò è la prova flagrante del fatto che della sicurezza in quanto tale tutti se ne sbattono.<br />
Come la bistecca nel cellophan, allo stesso modo l'automobilista è imballato (imbalsamato) nella cintura di sicurezza che<br />
lo inchioda al sedile: è una prova differita di morte. Tutta la nostra cultura tecnica crea un ambiente artificiale di morte.<br />
In un certo senso la tecnologia è una specie di capitale fisso di morte, come il lavoro, o lo sfruttamento intensivo degli<br />
immigrati che sono il capitale fisso, segreto, del capitalismo selvaggio d'oggi. Biologizzazione del corpo, igienizzazione dell'ambiente<br />
sociale contro gli stranieri, tecnicizzazione dell'ambiente di lavoro, tutti insieme vanno nella medesima nevrosi<br />
ossessiva di controllo e epurazione del male. L'economia vive di questa produzione differita di morte. Le nostre necropoli<br />
non sono più dove si pensava che fossero, nei cimiteri separati dalle città che ispiravano pensieri metafisici, ma nei<br />
microprocessori che ci accompagnano nella vessazione alla comunicazione. Contro il nostro sogno di perdere tutto, eleviamo<br />
una muraglia inversa di vuota comunicazione, di sterilizzata connessione, di approvvigionamento<br />
di informazioni. Una densa nube artificiale che è la prova della nostra progressiva scomparsa<br />
reale. Il solo fatto che la produzione tecnologica della morte differita sia diventata un sine qua non<br />
per l'uomo testimonia una cultura che non ha più senso per se stessa e che non può sognare d'averne<br />
uno per qualcun altro. Il cinismo ha cosi buon gioco e diviene una forma di relazione sociale<br />
che guarda con indifferenza a quel mediterraneo - via della salvezza per molti immigrati che non<br />
hanno più una Atena che li protegga come è stato per Ulisse - che si è trasformato nella più grande<br />
necropoli a cielo aperto.<br />
È sotto gli occhi di tutti, la nostra cultura è una vasta impresa industriale di produzione di morte.<br />
Infarti da stress, incidenti, cancro, malattie da inquinamento, i veleni negli alimenti cellophanati, morti<br />
sul lavoro, violenza politica, violenza economica, violenza deliberata… Niente sfugge a tale impresa<br />
nichilista.<br />
Attraverso la produzione materiale, la morte è secolarizzata, resa disponibile e sfidabile, come mostrano superbamente<br />
le pubblicità delle automobili dove la velocità è un attributo (virile, maschile) imprescindibile dalla seduzione. E dove<br />
con le loro lussureggianti superfici ultralucide, costituiscono l'attrazione fatale per donne spossessate di tutta la loro differenza<br />
femminile, imbambolate e lanciate nella prostituzione pubblicitaria.<br />
CHOPSTICK.<br />
marcello faletra<br />
saggista e redattore di cyberzone<br />
Qualcuno ha cercato di lanciare un secchio di vernice contro l'enorme manifesto che Armani da<br />
ormai decenni espone verso la via Broletto. Qualcuno ha preso un barattolo di vernice gialla e ha<br />
cercato di lanciarla per nascondere il pisello di David Beckham seminudo in mutande aquilate.<br />
Non ce l'ha fatta. Il pisello di Beckham era troppo in alto. Allora con la vernice rimasta ha scritto<br />
VERGOGNA. Ed è andato via. Artefice dell'azione è stato il dottor Antonio, quello il cui sonno<br />
era agitato dall'invito di Anita Ekberg a bere più latte in un lontano episodio felliniano. Già vecchio<br />
ai tempi del film, adesso è più vecchio ancora, ma vivo. Perché gli imbecilli non muoiono mai. I<br />
censori sono imbecilli, quindi anche loro sono immortali.<br />
Furioso perché non è riuscito a coprire il pisello di Beckham (geloso perché Beckham in quella foto pare avere un pisello proporzionato<br />
alle dimensioni del suo conto in banca), il professor Antonio è partito alla volta di Roma. Deciso a parlare con il<br />
Presidente del Consiglio, chiunque egli sia, per porre fine a questo sconcio.<br />
È arrivato nella capitale a fine luglio, in un pomeriggio caldissimo. Gli uscieri di Palazzo Chigi dormivano, i sottosegretari ancora<br />
a pranzo, i ministri in seduta plenaria in una saletta con l'aria condizionata che faceva desiderare la sciarpa. Il dottor Antonio<br />
è entrato indisturbato dentro Palazzo Chigi. In mano aveva una ventiquattrore con dentro le foto dello sconcio pisellone britannico<br />
e una bomboletta di vernice spray che porta sempre con sé per coprire eventuali vergogne che ormai si incontrano a<br />
ogni angolo di strada.<br />
"C'è nessuno?" La sua voce rimbombava nei grandi spazi vuoti. "Onorevole Tambroni?", chiamava timidamente il dottor<br />
Antonio. "Onorevole Fanfani? Moro?". Nulla. "Deve essere cambiato un'altra volta il governo", concluse tra sé il piccolo censore.<br />
Si avviò verso un corridoio per andare a cercare qualcuno, fosse anche un portaborse, quando si fermò, pallido. "Gesù...".<br />
Non gli era comparso il Messia. Si era semplicemente trovato di fronte un dipinto<br />
A MONDO MIO.<br />
In questi giorni ogni volta che si parla di mondi virtuali, mi viene in<br />
mente la sequenza iniziale dei film di James Bond, quella della "gun<br />
barrel", per gli intenditori. In quei pochi, geniali secondi di arte cinematografica,<br />
è condensata in una manciata di fotogrammi una<br />
porzione consistente del pensiero occidentale: nello spostarsi dell'occhio<br />
e della macchina da presa dal mondo astratto di 007 che<br />
cammina e spara, al luogo in cui si svolge il preludio del film, c'è di<br />
tutto, da Kant, a Hegel, a Dziga Vertov. Si passa in pochi istanti da<br />
un ambiente iperminimale e asettico a un mondo vero. Senza soluzione<br />
di continuità, soltanto grazie alla dissolvenza offerta dal sangue<br />
che cola sullo schermo , portando la vita in quella vena calibro<br />
9, mentre c'è il cambio di scena.<br />
Penso a quel cambio di scena ogni volta che si<br />
affronta lo spinoso discorso del passaggio dalla<br />
dimensione dei mondi virtuali al mondo reale.<br />
Quando se ne parla, ci si chiede cosa può trasmigrare<br />
da quei mondi al mondo vero,<br />
come si possano importare da questa<br />
parte le opere realizzate di là dal<br />
monitor. Ma non solo le opere, il<br />
modo di vivere, le discussioni, le storie<br />
sentimentali.<br />
Ogni volta che si affronta il problema,<br />
si ha la sensazione che sia difficilissimo<br />
sdoganare tutto il patrimonio del mondo<br />
virtuale, sembra che giaccia lì, fermo in un immaginario<br />
deposito a metà strada tra il virtuale e il<br />
reale, bloccato dall'implacabile firewall del mondo<br />
fisico, concreto, che tiene a bada le nostre nuove<br />
illusioni artificiali.<br />
A quel punto ci si rende conto dello scollamento<br />
tra quello che succede in rete e fuori. Nel mondo<br />
online domina l'idea del peer to peer, dello scambio.<br />
Fuori invece no, non si riesce ad attivare dei<br />
canali che mettano fattivamente in comunicazione<br />
i mondi virtuali e il mondo vero. La gente non fa<br />
outing con il proprio avatar, tiene le identità separate,<br />
e soprattutto non si è ancora verificato il flusso di informazioni<br />
da una parte all'altra: pochi hanno monitorato i mondi che stanno<br />
di là, divulgandone le culture, e pochi hanno pensato di portare<br />
la loro arte e la loro sapienza nei mondi virtuali. Al momento, tra<br />
l'altro, sono pochissimi gli artisti e gli architetti del mondo vero attivi<br />
in Second Life.<br />
Si parla della necessità di portare qui, tra noi, le testimonianze dell'eterno<br />
presente sintetico, di quell'universo sempre sveglio, di quei<br />
mondi con gli occhi sempre forzatamente sgranati, di farle vivere<br />
nel nostro mondo, magari addomesticando il virtuale, rendendolo<br />
più omogeneo alla realtà di tutti i giorni.<br />
In tal modo, la questione rimane irrisolta. Si continua a pensare in<br />
termini di oggetti concreti, si aspetta che da un momento all'altro<br />
si debbano materializzare tra di noi degli avatar, magari in forma<br />
di ologrammi, o che compaiano degli squarci di città in<br />
stile Second Life, che nei supermarket si vendano prodotti<br />
Made in Virtual world, o ancora, che le telecamere<br />
sparse per le città vengano prestate temporaneamente<br />
a una serie di reality, come se ci trovassimo a<br />
vivere in un cinema verità.<br />
Forse il mutamento è meno evidente, meno ovvio.<br />
Forse il virtuale si sta insinuando in maniera più discreta<br />
tra le pieghe della realtà, senza far troppo rumore.<br />
Una certa idea di virtualità è nelle pubblicità che<br />
riecheggiano subliminalmente i videogames, ritorna<br />
nella raffinata operazione concettuale di Aaron Betsky<br />
per la Mostra di architettura a Venezia, e sempre il virtuale<br />
induce a riconsiderare con altri occhi certi monumenti<br />
dichiaratamente mentali, come Castel del Monte<br />
o il Castello di Kafka, dove più forte dell'architettura<br />
stessa è la fitta rete di rapporti, di schemi e di congetture che definisce<br />
un'architettura parallela.<br />
La frequentazione degli universi sintetici tende a sviluppare la<br />
capacità di indagare i diversi livelli di virtualità del mondo che ci circonda.<br />
Un mondo che non cambia nelle apparenze, ma che muta<br />
sensibilmente nel modo in cui noi lo percepiamo. Le trasformazioni<br />
indotte dal virtuale non si applicano a ciò che ci sta intorno, ma<br />
riguardano piuttosto il nostro modo di vedere.<br />
I mondi sintetici hanno cambiato il nostro approccio con la realtà,<br />
che più o meno è sempre la stessa. È il filtro che sta tra noi e il<br />
mondo che è cambiato. E la tanto vagheggiata Third Life non sta<br />
per strada ma nella nostra testa.<br />
mario gerosa<br />
giornalista, autore di "rinascimento virtuale" (meltemi)<br />
del Tiepolo, "La Verità svelata dal Tempo". Ma lui non vedeva né la Verità né il Tempo. Vedeva solo un capezzolo, occhio del demonio che lo fissava, spioncino<br />
dell'inferno, gorgo rosa che catturava nel ludibrio. Anche qui! Anche qui dove si decidono i sacri destini della Patria! Il dottor Antonio si sentiva mancare. Nella<br />
sua testa vorticava un indecente carosello di piselloni e capezzoli, calciatori e politici nudi in una parata dionisiaca mitomodernista. Si fece forza. Tolse dalla ventiquattr'ore<br />
la bomboletta, montò su una preziosa sedia damascata e iniziò a spruzzare vernice sul malefico seno nudo.<br />
Proprio in quel momento entrò un usciere alla testa di alcuni parlamentari. L'usciere, inorridito, afferrò il dottor Antonio che strillava: "Mi lasci, mi lasci... devo<br />
coprire quella vergogna, potrebbe offendere il senso del pudore degli onorevoli...".<br />
"Lo lasci! Ha ragione! Prima di tutto la morale!" tuonò un deputato dell'UDC, amante segreto di un cardinale slovacco. E il capezzolo da allora non è più visibile.<br />
È successo tutto insieme, mentre ero sul tram. Ho visto il tentativo di censurare il pisello di Beckham, ho letto del capezzolo del Tiepolo coperto per non turbare<br />
alcuni politici. E ho visto un manifesto pubblicitario della mostra di Bacon. Una inquietante figura maschile che aveva un disco bianco ad altezza genitali.<br />
Censurato anche quello? Mi sono domandato. Non si sta esagerando? Sono corso nella prima libreria che ho trovato, ho sfogliato il catalogo di opere di Bacon e ho visto che il quadro è proprio così, un<br />
nudo con un pallino copripippo. Phew... temevo che il dottor Antonio avesse colpito ancora!<br />
tommaso labranca<br />
scrittore
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
ELETTRO-SHOCK.<br />
Immagini di agosto 2008 in contrapposizione. L'apertura dei giochi<br />
olimpici a Pechino, la guerra tra Georgia e Ossezia. Lo spettacolare,<br />
roboante kolossal cinematografico dal vivo diretto da<br />
Zhang Yimou da un lato; le immagini dei carri armati che percorrono<br />
strade polverose di campagna dall'altro. Migliaia e migliaia<br />
di ballerini, atleti, tecnici, maestranze nella capitale cinese pronte<br />
ad andare in scena per quattro lunghe ore, senza errori, con<br />
l'esasperata meticolosità richiesta da<br />
uno show che non ammette repliche.<br />
Migliaia di soldati e, purtroppo, di morti<br />
che in poche ore hanno invaso e funestato<br />
una regione caucasica. Lo spettatore<br />
è abituato ad entrambe le tipologie d'immagine,<br />
pronto ad accogliere tutti e due<br />
gli immaginari "in conflitto" e in qualche<br />
modo dipendenti tra loro. La guerra è scoppiata, non a caso, in<br />
coincidenza con l'inaugurazione dei giochi, allorquando l'attenzione<br />
del mondo era dirottata verso o distratta dallo sfarzo dell'effimero,<br />
dall'arte del segno, della luce e del colore, dall'estasi tecnica<br />
del corpo che si modella nello spazio. Il suggestivo patinato<br />
di Yimou, i suoi anelli olimpionici fatti di LED, la sua scenografia<br />
di corpi e percussioni, una lunga pergamena elettronica che si<br />
srotola e fonde insieme l'antico e il moderno, sono stati brutalmente<br />
sostituiti negli occhi dello spettatore mediatico dalle grezze<br />
immagini di guerra: come sempre a bassa definizione anche<br />
se trasmesse su un televisore HD. Non la guerra hi-tech cui, cinicamente,<br />
ci hanno abituato gli americani da qualche lustro, ma<br />
quella guerra "sporca" in tutti i sensi, guerreggiata da uomini su<br />
automezzi e terreni fangosi. Immagini<br />
al limite della decolorazione che sembravano<br />
prendersi beffa dei colori saturi<br />
e fluorescenti trasmessi in diretta da<br />
Pechino. Immagini e corpi che confliggono, che non riescono<br />
comunque a cancellare la sistematica violazione dei diritti, lo<br />
sfruttamento di milioni di persone, l'esecuzione capitale di cinquemila<br />
morti (record planetario assoluto della Cina). E i cosiddetti<br />
grandi della Terra che tra pacche e strette di mano hanno<br />
anche il tempo di ricordare al premier cinese: "…e mi raccomando<br />
i diritti!", amplificando l'ipocrisia etica e mediatica, la falsità di<br />
una messa in scena quotidiana dove criminali di guerra che si<br />
fingono stregoni vengono portati alla sbarra di un tribunale<br />
internazionale, mentre altri criminali di guerra continuano<br />
a sedersi tranquillamente dietro la scrivania della<br />
Casa Bianca, in attesa delle prossime elezioni amministrative.<br />
La coincidenza di eventi ludici e bellici non è altro<br />
che l'ennesima, estenuante cartina di tornasole che sottolinea<br />
la falsità di tutte le immagini: quelle d'artista che<br />
con molta retorica e un senso perfetto dello showbiz<br />
coprono la vera realtà della Cina industrializzata dove<br />
ogni anno muoiono ottocentocinquantamila persone<br />
per malattie legate all'inquinamento; quelle di una guerra<br />
a orologeria che ha dietro le sue strategie economiche<br />
e politiche (petrolio, NATO, contrapposizione<br />
Usa/Russia, indipendentismo, ecc.); quelle di una diplomazia<br />
compiacente che chiude tutti gli occhi sia perché<br />
chi è senza peccato scagli la prima pietra, sia perché<br />
scagliare pietre, comunque, va contro gli interessi di<br />
tutti. E noi, impotenti spettatori che abbiamo pagato il biglietto,<br />
ci godiamo preoccupati lo spettacolo tra il crepitio dei fuochi<br />
d'artificio (su un canale) e il fragore delle bombe (sull'altro).<br />
bruno di marino<br />
studioso dell'immagine in movimento<br />
opinioni.7<br />
UN SACCO BELLO.<br />
Berchidda è un piccolo paese di poco più di tremila anime in provincia di Olbia-Tempio, in Sardegna. Nel corso del tempo,<br />
questo piccolo paese sardo è diventato famoso in Italia e sempre più nel mondo perché ogni anno, a ridosso di<br />
Ferragosto, ospita uno dei più straordinari festival jazz di questi anni, Time in Jazz. Questo piccolo grande miracolo si<br />
deve a Paolo Fresu, uno dei più grandi musicisti jazz dei nostri tempi, che a Berchidda è nato e che qui ha voluto portare,<br />
nel corso del tempo, molti dei più grandi mostri sacri della musica che ama, suonando con loro nella<br />
piazza del paese, sotto olivastri secolari, in piccole chiesette di campagna, oppure in cima ad un monte al<br />
sorgere del sole. Sempre circondato da una folla di ascoltatori appassionati e insaziabili. Ma il fenomeno<br />
Time in Jazz si estende sempre più anche oltre la musica, verso la danza, la performance e le arti visive,<br />
per le quali esiste da alcuni anni un progetto specifico, il PAV (Progetto Arti Visive) appunto, seguito da<br />
Antonello Fresu, psicanalista e fratello di Paolo, e da Giannella De Muro, e che propone progetti propri e<br />
allo stesso tempo invita ogni anno curatori esterni a confrontarsi con il tema che caratterizza ogni specifica<br />
edizione del festival: dalla follia al cibo, dalla trance all'architettura. Nel giro di pochi giorni prendono<br />
forma mostre, progetti ed eventi, a volte pensati e realizzati quasi estemporaneamente, andando a comporre un programma<br />
ricco e sorprendente la cui struttura definitiva si rivela di fatto solo alla fine del festival.<br />
Ora che il festival è arrivato alla sua ventunesima edizione, e ora che il paese ha imparato ad organizzare<br />
il proprio ciclo annuale anche attorno a questa grande festa che a molti dei piccoli esercenti del<br />
paese assicura da vivere per tutto l'anno che viene, chi va a Berchidda in quei giorni può toccare con<br />
mano che cos'è il potere trasformativo della cultura: edifici abbandonati che tornano in vita, meravigliosi<br />
luoghi del patrimonio storico-culturale e naturale che si riempiono di energia e di voci, tanti giovani -<br />
sempre più rari in Sardegna a causa di un inesorabile calo demografico che nell'interno dell'isola si<br />
auto-alimenta portando allo spopolamento progressivo di interi paesi - che arrivano anche da lontano,<br />
ascoltano musica e a loro volta suonano la loro musica. Di fronte al coraggio e alla generosità di chi<br />
porta avanti da decenni ormai un progetto come questo, reinventandosi ogni anno le condizioni che gli<br />
permettono di esistere e di continuare a superarsi, sarebbe bello che le istituzioni sapessero coglierne<br />
il potenziale facendo sì che piccoli centri come Berchidda, che rischiano lo spopolamento totale nel<br />
giro di un paio di generazioni, diventino luoghi che ospitano cultura tutto l'anno, con residenze e laboratori<br />
che facciano rivivere gli spazi abbandonati e riportino vita anche nel paese. Quante risorse<br />
servono per fare tutto questo? Meno di quante ne vengono normalmente spese in<br />
improvvisati e spesso velleitari progetti di sviluppo generalmente modellati su strumenti<br />
ampiamente superati di marketing territoriale. È soltanto un problema della Sardegna interna?<br />
Niente affatto, è un problema che interessa una frazione sempre maggiore dei piccoli<br />
comuni italiani, tra i quali esistono, spesso poco conosciute, tante altre Berchidda dove, per<br />
qualche giorno all'anno, accadono cose straordinarie che prefigurano un futuro possibile ma<br />
ancora lontano a causa della miopia di chi pensa che il mondo sia ancora, nel migliore dei<br />
casi, quello di venti anni fa e agisce di conseguenza. È questa la differenza principale che si nota quando si va fuori<br />
dall'Italia: difficilmente si vedono i piccoli miracoli che accadono da noi, ma sempre più spesso, e anche in luoghi tradizionalmente<br />
molto più conservatori dei nostri, si coglie questo interesse per ciò che può ancora accadere, per l'esplorazione<br />
di nuovi percorsi. Da noi è più difficile. E forse è per questo che da noi accadono i miracoli: chi davvero vuole<br />
deve superare ostacoli tali che si prepara ad affrontare e a superare qualsiasi prova. Ma se i miracoli continuano ad<br />
accadere nel vuoto, prima o poi non accadono più, e tutto si spegne. Chi vuol capire capisca, e se può faccia qualcosa.<br />
pier luigi sacco<br />
pro-rettore alla comunicazione e all’editoria e direttore del dipartimento delle arti e del disegno industriale - università<br />
iuav - venezia<br />
WWW.PRESTINENZA.IT<br />
Giocare a tutto campo. Ecco l'imperativo della critica d'architettura di oggi. La quale rifiuta, e giustamente,<br />
le divisioni manichee del passato, quando chi apparteneva a una corrente non si sognava non dico di<br />
partecipare a una mostra ma neanche di dialogare con l'avversario. E che arriva sino al punto di cambiare<br />
continuamente le carte in tavola e i riferimenti.<br />
Tre esempi per tutti. Il Giornale dell'Architettura, diretto dal tradizionalista Carlo Olmo, regala, accludendolo<br />
al numero di agosto, un volume stampato dalla fondazione Zevi, uno dei critici che fino alla morte, avvenuta<br />
nel 2000, fu impegnato contro le visioni passatiste in architettura.<br />
Gabriele Mastrigli, che non ha fatto mai mistero delle sue<br />
idee revisioniste, propone, in una recente rassegna in corso<br />
di svolgimento alla British Academy i neosituazionisti di<br />
Emmeazero e cioè uno dei gruppi che in Italia persegue più<br />
coerentemente una linea di ricerca d'avanguardia.<br />
E, infine, Francesco Garofalo, che non è propriamente cono-<br />
PABLOB.<br />
Vi siete mai chiesti quale sia il compito dei millanta musei e gallerie comunali, regionali, provinciali, nazionali, spuntati<br />
come funghi in ogni dove (per non dire di Quadriennali e Biennali)? Servono a gratificare l'ego dei curatori nominati senza<br />
possibilità di appello o a svolgere un ruolo di ombrello istituzionale? E quando dico istituzionale intendo super partes.<br />
Voglio alludere alla possibile funzione che dovrebbe avere la struttura pubblica di registrare la situazione creativa<br />
nostrale, di investigare e documentare l'ampio ventaglio delle attività che si sviluppano senza soluzione di<br />
continuità.<br />
Può la programmazione espositiva risolversi nella riproposizione fino allo sfinimento degli eterni pollock di<br />
batteria provenienti da allevamenti di riferimento e di foraggiamento?<br />
Può un ente pubblico fungere da passerella dei protégé, può trasformarsi in un privé coccodè?<br />
Eppure non è un azzardo sostenere che la rete curatoriale italica sia per buona parte<br />
una zona franca, una palestra per rimestare la solita minestra, un arengo balengo indove<br />
esercitare giochi di un potere talmente ristretto da rasentare il doppio frodo star. Un<br />
potere assoluto che pare non andar soggetto ad alcun criterio di trasparenza, che non<br />
ammette interferenza di giudizio, che si titilla l'orifizio ombellicale.<br />
Dunque dovremmo considerare codeste gallerie civiche come strutture a conduzione<br />
cupolare familiare, enclavi impenetrabili, staterelli off shore? Se così fosse le dovremmo<br />
segnare tutte al registro demaniale & demoniale delle Isole Cayman.<br />
E le tanto sbandierate pari opportunità varrebbero solo per le differenze di razza, sesso e religione?<br />
Non per il prodotto dell'ingegno?<br />
Insomma è lecito usare a fini personali spazi sovvenzionati dalla collettività? È legittimo che una volta insediatosi<br />
il critico deputato faccia il bello e il cattivo tempo senza rendere conto a nessuno del proprio operato?<br />
Non è una novità che molti nuovi spazi espositivi, nati come cattedrali nel deserto (il deserto culturale italiano)<br />
abbiano invertito i termini finendo per portare il deserto nelle cattedrali. Passato il giorno dell'inaugurazione, in<br />
cui la fauna degli addetti ai lavori e ai favori sciama per incontrare amici & colleghi e fare lo struscio, nessuno ci<br />
mette più piede.<br />
La diserzione del pubblico fa sentire il proprio fragoroso silenzio-dissenso all'interno di edifici sontuosi, eretti da<br />
architetti famosi, guidati da dirigenti boriosi e poco curiosi di spingersi al di là del proprio protubero nasale e<br />
castale.<br />
Maggiore attenzione alla realtà (non solo quella autoreferenziale o reverenziale nei confronti della moda sancita<br />
e cucita in ambito internazionale) porterebbe a delineare nuovi percorsi, a selezionare nuovi talenti, a dar fiato<br />
alle molteplici voci del genius loci.<br />
Ora che molte sedi sono vacanti, gli amministratori, prima di nominare i successori, si dovrebbero interrogare<br />
su questo fatto elementare: continuare a far zappare l'orticello o esigere che sia ampliato l'orizzonte e proiettato il guardo<br />
oltre la siepe?<br />
pablo echaurren<br />
artista e scrittore<br />
sciuto per le sue simpatie per l'innovazione formale, ha<br />
messo in campo per la mostra "L'Italia cerca casa", al<br />
Padiglione italiano della biennale, un gruppo di architetti che<br />
va da Cliostraat a Mario Cucinella, da Marco Navarra a<br />
Salottobuono, da Italo Rota ad Andrea Branzi. Mentre gli<br />
addetti ai lavori non hanno potuto fare a meno di notare che<br />
dalla lista sono scomparsi i nomi di progettisti, sicuramente<br />
più tradizionalisti, quali per esempio il preside della facoltà di<br />
architettura Roma3, Francesco Cellini, che in precedenti<br />
comunicati erano stati annunciati come partecipanti alla<br />
mostra stessa.<br />
In un recente libro dal titolo La misura italiana dell'architettura,<br />
Franco Purini sembra teorizzare l'approccio eclettico ed<br />
inclusivista. Una nuova architettura e una nuova<br />
critica devono, a suo parere, far convivere le diversità<br />
"all'interno di un mosaico evolutivo di<br />
sistemi concettuali aperti e interrotti e di<br />
esperienze interagenti". L'obiettivo è di<br />
optare non per l'esclusività, l'aut aut tipico<br />
delle scelte di tendenza, ma per un possibilismo<br />
metodologico in cui non occorre<br />
"più vincere e neanche convincere, ma<br />
convivere in una sostanziale equivalenza delle posizioni".<br />
Insomma accettare un mondo dove Paolo<br />
Portoghesi abbia diritto di cittadinanza come Jean Nouvel,<br />
Pietro Derossi come Tom Mayne, Mario Botta come Daniel<br />
Libeskind.<br />
Del resto viviamo in un'epoca post-ideologica.<br />
Dove anche in politica sono state abbattute le<br />
barricate di un tempo. Oggi Gianni Alemanno<br />
chiama Giuliano Amato e Gianfranco Fini vola in<br />
Israele. Ma se riconoscere gli errori del proprio<br />
passato è meritorio e se una società con<br />
posizioni diverse è aperta e pluralista, una persona<br />
con posizioni contraddittorie è semplicemente<br />
incoerente.<br />
luigi prestinenza puglisi<br />
docente di storia dell'architettura contemporanea - la<br />
sapienza - roma
8.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Festival dell'arte Contemporanea<br />
di Faenza, già pronte le date 2009<br />
Si svolgerà dal 17 al 19 Aprile 2009 la seconda<br />
edizione del Festival dell'Arte Contemporanea<br />
di Faenza, sotto la direzione scientifica di Carlos<br />
Basualdo, Angela Vettese e Pier Luigi Sacco.<br />
Ancora top secret temi ed invitati, per la tre giorni<br />
promossa dal Comune di Faenza e da Goodwill,<br />
che per la sua<br />
prossimità<br />
temporale<br />
all'inaugurazione<br />
della<br />
Biennale di<br />
D a n i e l<br />
Birnbaum (7<br />
giugno) si<br />
pone quest'anno<br />
come<br />
evento chiave<br />
di riflessione e<br />
di confronto sui nodi centrali dell'arte contemporanea.<br />
"La Biennale di Venezia - aveva dichiarato,<br />
infatti, Basualdo in un'intervista rilasciata a Marco<br />
Enrico Giacomelli per <strong>Exibart</strong> - negli ultimi anni - a<br />
partire dagli anni '90 a oggi - non ha avuto un<br />
approccio strettamente legato all'analisi: ha rinunciato<br />
in qualche modo alla propria controparte<br />
discorsiva. Faenza, per la sua prossimità a<br />
Venezia, può riempire questo vuoto, diventando<br />
un evento complementare all'aspetto espositivo<br />
della Biennale".<br />
info@festivalartecontemporanea.it<br />
www.festivalartecontemporanea.it<br />
Usa,sarà dedicata al Futurismo l'edizione 2009 del festival Performa<br />
Filippo Tommaso<br />
Marinetti<br />
Carlos Basualdo, Pier Luigi<br />
Sacco e Angela Vettese<br />
Si preannuncia come l'anno della definitiva consacrazione a livello mondiale, il<br />
2009, per il Futurismo, di cui si celebrerà il centenario dalla pubblicazione del<br />
Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta a Parigi proprio nel 1909. E<br />
la mobilitazione coinvolgerà anche le realtà più inaspettate, se è vero - come si<br />
apprende ora - che al movimento tutto italiano sarà dedicata anche la terza edizione<br />
di Performa, la prestigiosa Biennial of new visual art performance che si<br />
terrà a New York dall'1 al 22 novembre 2009. Richiamandosi alla necessità del<br />
movimento di guardare al futuro in tutte le discipline, Performa 09 intende esplorare<br />
il nuovo che emerge nelle arti visive, nel cinema, musica, poesia, graphic<br />
design, danza, architettura, urbanistica.<br />
www.performa-arts.org<br />
Via Del Vecchio e Palumbo,<br />
la Project Room del Madre a<br />
Eugenio Viola e Adriana Rispoli<br />
Cambio in vista nel team curatoriale del napoletano<br />
museo Madre. Facendo fede a un principio di<br />
rotazione fra giovani curatori attivi sul territorio, nei<br />
prossimi mesi gli attuali curatori Gigiotto Del<br />
Vecchio e Stefania Palumbo lasceranno la guida<br />
dello spazio nato a settembre scorso, sostituiti da<br />
una nuova coppia formata da Eugenio Viola e<br />
Adriana Rispoli, entrambi con un passato nella<br />
galleria Changing Role di Guido Cabib. I due<br />
hanno all'attivo già numerose collaborazioni in<br />
coppia, dalla collettiva Sistema Binario, negli<br />
spazi della stazione ferroviaria di Mergellina, alla<br />
mostra di David LaChapelle nel 2006 a<br />
Capodimonte.<br />
Jaar a Milano all'Hangar Bicocca e<br />
allo Spazio Oberdan.<br />
Con un progetto pubblico...<br />
La mostra antologica, realizzata in stretta collaborazione con<br />
l'artista, rappresenta un percorso attraverso le sue opere più<br />
importanti, rappresentative di oltre vent'anni di lavoro. Parliamo<br />
di It is Difficult, di Alfredo Jaar, a cura di Gabi Scardi e<br />
Bartolomeo Pietromarchi, allestita a Milano nelle due sedi<br />
dell'Hangar Bicocca e dello Spazio Oberdan. E affiancata dal<br />
progetto pubblico Questions Questions/Domande Domande,<br />
ideato per l'occasione, calibrato sulla città di Milano e sull'area<br />
circostante, che si avvale della collaborazione di IGP Decaux e<br />
di MBA Group. Artista, architetto di formazione e film-maker,<br />
Jaar nell'arco del suo percorso si interroga su come l'arte<br />
possa interagire con il<br />
contesto sociale e<br />
politico più vasto,<br />
affrontando temi di<br />
assoluta rilevanza,<br />
legati in molti casi a<br />
situazioni di urgenza<br />
umanitaria, di oppressione<br />
politica e di<br />
emarginazione sociale,<br />
di scarsa considerazione<br />
dei diritti<br />
umani e civili.<br />
All'Hangar Bicocca<br />
visibili opere di forte<br />
impatto e di grande<br />
dimensione, fra cui A<br />
Logo for America, un<br />
progetto di parole e<br />
immagini sul significato della geografia, realizzato nel 1987 per<br />
un edificio di Times Square a New York.<br />
MiArt 2009, arrivano Di Pietrantonio e Cerizza. Con molte altre novità...<br />
Lo avevamo già anticipato ed ora giunge la conferma ufficiale. Fra le novità apparecchiate da MiArt 2009 ci<br />
saranno due curatori del Contemporaneo, Giacinto Di Pietrantonio e Luca Cerizza, mentre Donatella<br />
Volontè seguirà il moderno e Laura Garbarino sarà la nuova figura per i collezionisti. Dopo un'edizione 2008<br />
che ha visto la presenza di duecento gallerie italiane e straniere, con oltre trentottomila visitatori, la fiera milanese<br />
punta sull'esperienza del direttore della GAMEC di Bergamo e sul giovane curatore e scrittore residente<br />
a Berlino. Saranno loro a delineare il nuovo progetto del settore che, dall'edizione 2009, assumerà maggiore<br />
rilievo rispetto al passato con una selezione che punta principalmente alla qualità e che accorperà gallerie<br />
affermate e gallerie giovani ed emergenti. Confermata anche la rassegna Miraggi, l'iniziativa in cui le gallerie<br />
che parteciperanno a MiArt potranno proporre opere e artisti che saranno selezionate dai curatori per poi<br />
Luca Cerizza<br />
essere collocate in luoghi prestigiosi di Milano. Per dare sempre maggiore risalto e visibilità agli artisti, MiArt<br />
selezionerà inoltre alcuni grandi nomi tra quelli proposti dalle gallerie partecipanti, per dare loro l'incarico di<br />
disegnare e reinterpretare alcuni luoghi della Fiera, come la reception, la vip lounge, la video lounge ed altri luoghi di ritrovo della manifestazione.<br />
Architetture e opere allo stesso tempo, questi spazi accoglieranno anche nuovi contenuti e programmazioni della fiera, in via<br />
di definizione. Dal 2009, inoltre, la Fiera avrà il suo Fondo Acquisti grazie all'Associazione Amici di MiArt, che sosterrà e promuoverà l'arte<br />
contemporanea attraverso l'acquisto di opere presenti a MiArt per esporle in luoghi di pubblica fruizione della città di Milano.<br />
Info: 0248550312 | miart@fmi.it | www.miart.it<br />
Perugia Contemporanea, in Umbria un mese fra danza, dalle<br />
arti audiovisive, musica<br />
È un progetto dedicato alla relazione fra spazio urbano e cultura contemporanea, declinata<br />
secondo diversi linguaggi e forme espressive, dalla danza al fumetto, dalle arti audiovisive<br />
alla musica. Promossa dal Comune di Perugia, prende il via la rassegna Le Arti in<br />
fino al 12 ottobre 2008<br />
Sedi varie - Perugia<br />
Info: 0755772416<br />
info@leartiincitta.it<br />
www.leartiincitta.it<br />
Città_Perugia Contemporanea, "un'indagine - come specificano<br />
gli organizzatori - sul contemporaneo inteso come tempo<br />
magmatico attraversato da fusioni, interpolazioni, flussi di azioni,<br />
dati, linguaggi, nel quale la ricerca artistica tende a svilupparsi<br />
sempre più in un'ottica di interdisciplinarietà e con il supporto<br />
delle nuove tecnologie crea nuovi linguaggi a loro volta produttori<br />
di contenuto". Giunto alla sua seconda edizione, Le Arti in<br />
Città_Perugia Contemporanea si articola in tre sezioni principali - Germinazioni, Flussi,<br />
Umane Energie -, con un ricco calendario di workshop, mostre,<br />
incontri, eventi performativi, conferenze, che ripensano criticamente<br />
il rapporto opera / artista / fruitore, trasformando lo spettatore in<br />
attivo protagonista. Germinazioni, che si svolgerà fino al 28 settembre<br />
a cura di Piercarlo Pettirossi, è la sezione dedicata a valorizzare<br />
i talenti creativi già attivi sul territorio regionale, offrendo<br />
loro spazi e visibilità adeguati a rappresentare e far conoscere il<br />
proprio lavoro. La terza ed ultima sezione Umane Energie si svolge<br />
negli spazi della ex chiesa di Santa Maria della Misericordia, ed<br />
è incentrata sull'originale "parco multimediale" ideato e realizzato<br />
dalla omonima associazione culturale.<br />
Spazio Oberdan:<br />
dal 3 ottobre 2008 al 25 gennaio 2009<br />
Viale Vittorio Veneto 2 - Milano<br />
Hangar Bicocca:<br />
dal 3 ottobre 2008 all'11 gennaio 2009<br />
Via Chiese 2 - Milano<br />
www.hangarbicocca.it<br />
www.provincia.milano.it/cultura<br />
Iosselliani trova un Pigneto anche a<br />
Tokio. Nuovo store in Oriente per i<br />
designer di gioielli<br />
La sigla - T-02-IOS - sta per<br />
Tokio 02 Iosselliani. Ovvero il<br />
secondo flagship store aperto<br />
dal brand dell'oreficeria di<br />
qualità Iosselliani, appunto a<br />
Tokio. Dopo l'esordio a<br />
Roma, al Pigneto, con il recupero<br />
di un vecchio storico bar<br />
riadattato non solo in punto<br />
vendita dei meravigliosi<br />
gioielli della maison, ma in<br />
luogo di promozione di nuovi<br />
artisti e di happening legati<br />
all'arte nelle sue forme più<br />
desuete, ora la scelta cade<br />
su Tokyo. Per il legame con il<br />
pubblico giapponese che<br />
meglio di molti altri recepisce<br />
le collezioni Iosselliani.<br />
Dove? In un'area super-commerciale ma allo stesso tempo<br />
mitica: Shibuya. Ma non la Shibuya dei grandi shopping<br />
center, quella dei piccoli vicoli che nessuno immaginerebbe<br />
a Tokyo, con negozietti indipendenti in un mondo dove<br />
l'indipendenza è una vera guerra. Insomma, un po' il<br />
Pigneto giapponese. Come già a Roma, anche il nuovo<br />
spazio accoglierà esposizioni d'arte; a partire dalla prossima<br />
"Omotesando art fair", con un'opera di Davide<br />
Savorani, artista visivo e performer romagnolo, fino a collaborazioni<br />
con la Societas Raffaello Sanzio, Kinkaleri e<br />
Zimmerfrei in veste di performer.<br />
www.iosselliani.com<br />
Biennale di Sydney,<br />
sarà David Elliott il curatore nel 2010<br />
Appena termina l'edizione 2008, dalla previdente<br />
Australia giungono già le prime anticipazioni<br />
sulla prossima Biennale di Sydney, del<br />
2010. Che sarà diretta dal curatore inglese<br />
David Elliott, già direttore del Museum of<br />
Modern Art di Oxford, del Moderna Museet di<br />
Stoccolma, del Mori Art Museum di Tokyo, e<br />
del Museo d'Arte Moderna di Istanbul. Il tema<br />
David Elliott<br />
centrale della Biennale 2010 sarà "l'arte contemporanea<br />
e le ragioni per cui è una delle<br />
attività più importanti in cui possiamo essere impegnati" ha dichiarato Elliott.<br />
Formazione e comunicazione degli eventi,<br />
nasce a Roma e Milano Eventlab<br />
Sperimentare un nuovo metodo didattico che consenta alla domanda e all'offerta di<br />
incontrarsi direttamente, senza mediazioni, già a partire<br />
dalla formazione degli event manager del futuro. Questo<br />
è l'obbiettivo di Eventlab, iniziativa nata a Roma alla<br />
quale hanno già accettato l'invito agenzie come K events,<br />
Alphaomega, It's Cool, Xister, Come Comunicare, e professionisti<br />
degli eventi come lo staff del Festival<br />
Dissonanze. Il mondo degli eventi, infatti, è in forte crescita,<br />
e sta cambiando il modo di comunicare delle aziende<br />
a scapito delle strategie di comunicazione convenzionale<br />
(pubblicità ATL e mass media). Da qui nasce l'idea di<br />
Eventlab: affidare ciascun corso a una differente agenzia<br />
tra le migliori nel settore, sviluppando di volta in volta un<br />
aspetto specifico della comunicazione (eventi, convention,<br />
big show, guerrilla, new media, cross media, ecc.). Sarà così riprodotto in aula il vero<br />
e proprio lavoro d'agenzia in ogni sua fase: dall'idea creativa al prodotto finito, sulla base<br />
di brief e casi rigorosamente reali. Anche le location sono state scelte con cura, individuando<br />
spazi significativi: a Roma, la Fondazione Adriano Olivetti e l'Opificio Spazio<br />
Contemporaneo Fondazione Romaeuropa, a Milano, Zona BaseB a Bovisa.<br />
Info: 0697844192 | francescafornari@eventlab.eu | www.eventlab.eu
10.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Fondazione Musei Senesi,<br />
il nuovo presidente è Gianni Resti<br />
È Gianni Resti, docente di filosofia e autore di<br />
testi di storia della pedagogia e di libri di narrativa,<br />
il nuovo presidente della Fondazione Musei<br />
Senesi, dove sostituisce Tommaso Detti, che ha<br />
ricoperto tale carica negli ultimi anni. Ad eleggerlo<br />
all'unanimità il consiglio di indirizzo della<br />
Fondazione, strumento di gestione voluto e creato<br />
dallo stesso Resti nei primi anni del 2000 quando<br />
ricopriva la carica di assessore alla Pubblica istruzione<br />
e alle culture della Provincia di Siena. La<br />
Gianni Resti<br />
Fondazione, istituita nell'anno 2003, ha rappresentato<br />
il completamento di un progetto teso a dare<br />
organicità alla gestione della rete museale senese che a partire dagli anni '80 ad oggi<br />
ha visto la creazione e l'organizzazione di oltre trenta musei caratterizzati da progetti<br />
culturali e percorsi espositivi diversi: storico-artistici, demo-antropologici, archeologici,<br />
e scientifico-ambientali. Ad affiancare Gianni Resti è stato chiamato a svolgere le funzioni<br />
di vice presidente Marco Lisi, sindaco della città di San Gimignano, già componente<br />
del consiglio di gestione della Fondazione Musei Senesi.<br />
Brooklin contro<br />
le Waterfalls di Eliasson:<br />
fanno seccare gli alberi...<br />
Le foglie di molte piante presenti sul<br />
Brooklyn waterfront tendono ad ingiallire<br />
prematuramente, mentre molti hanno<br />
segnalato proprio la caduta di foglie sugli<br />
alberi sulla Promenade. Ma anche le auto<br />
parcheggiate - problema meno politicamente<br />
corretto, ma non meno sentito - vengono<br />
continuamente bagnate dalla corrosiva<br />
acqua marina salata. Questi alcuni dei problemi<br />
sollevati da abitanti ed imprenditori<br />
della zona, che additano la famosa installazione<br />
Waterfalls collocata in giugno da<br />
Olafur Eliasson. "È stato fatto uno studio<br />
di impatto ambientale, che ha concluso che<br />
non ci sarebbero stati effetti durevole causati<br />
dal progetto", ha assicurato Rochelle<br />
Steiner, direttore del Public Art Fund, sponsor<br />
dell'iniziativa.<br />
Niente pensione, siamo inglesi.<br />
Nicholas Serota direttore a vita<br />
delle Tate Galleries<br />
Nicholas Serota<br />
Insaziabile New Museum,<br />
nuovi spazi per una futura espansione<br />
Per ora l'edificio rimarrà così com'è, il pianterreno<br />
sarà ceduto in affitto, mentre i piani superiori saranno<br />
utilizzati per uffici e immagazzinaggio di opere. E<br />
meno male, altrimenti - a meno di un anno dall'inaugurazione<br />
- il New Museum di New York avrebbe<br />
rischiato di sparire di nuovo sotto i ponteggi. Sì, perché<br />
non contento degli ampi e luminosi spazi disponibili,<br />
dopo sei mesi di trattative il museo si è accaparrato,<br />
per la modica cifra di oltre sedici milioni di dollari,<br />
l'edificio confinante, utilizzato da un'azienda di servizi<br />
per la ristorazione.<br />
www.newmuseum.org<br />
Poteva un popolo così attento alle tradizioni e alle radici<br />
come quello inglese, fare a meno di una figura che<br />
ormai è divenuta la personificazione stessa del direttore<br />
di museo? Non poteva, e infatti - prendendo in contropiede<br />
un po' tutti, anche se noi di <strong>Exibart</strong> avevamo<br />
accennato a una sua possibile riconferma - sir<br />
Nicholas Serota, sessantadue anni, è stato confermato<br />
"a vita" direttore delle Tate Galleries di Londra.<br />
Suscitando comunque più di una critica il board del<br />
museo, infatti, ha ritenuto che la legge che vieta una<br />
lunga permanenza in incarichi pubblici - Serota ha già<br />
compiuto tre settennati - è ormai antiquata, e può essere<br />
bypassata.<br />
Inarrestabile Fondazione Volume!,<br />
al via a Roma un programma dedicato all'architettura<br />
Franco Purini<br />
(Foto Rodolfo Fiorenza)<br />
MySpace.Rome. Ciò consentirà<br />
a ciascun architetto o di elaborare un proprio concetto personale<br />
di forme regolate dalla loro logica interna e non da un programma<br />
d'uso, o semplicemente di creare un loro luogo utopico.<br />
Nella sede degli uffici della Fondazione Volume!, via dell'anima<br />
15, sono inoltre esposti i disegni esecutivi del lavoro di Purini.<br />
Notti bianche rivisitate. Per ora nella<br />
capitale arriva il Roma Art Weekend<br />
Ne avevamo già accennato, ed ora alcuni fatti sembrano confermare le avvisaglie.<br />
Parliamo della Notte Bianca romana, che la nuova giunta, assessore<br />
Croppi in testa, è decisa - e non possiamo che essere d'accordo - ad<br />
accantonare nella strutturazione confusionaria e priva di identità proposta<br />
finora. A favore di Notti Bianche "a tema", come quella Futurista, ipotizzata<br />
fin dal correre delle prime voci. In questa riformulazione potrebbe inserirsi<br />
anche il Roma Art Weekend, evento - per ora tracciato nelle linee generali,<br />
ma del quale presto specificheremo tutti i dettagli e le gallerie partecipanti<br />
- pensato per celebrare l'arte contemporanea a Roma, un evento durante<br />
il quale oltre ottanta gallerie e spazi diversi della città resteranno aperti per<br />
due giorni sino a mezzanotte, prevedendo vernissage, cocktail, incontri con<br />
gli artisti, performances. A promuoverlo, per il<br />
10 e 11 ottobre, l'organizzazione della Fiera<br />
Roma - The Road to Contemporary Art, in<br />
collaborazione con l'assessorato alle<br />
Politiche culturali del Comune di Roma,<br />
memore del successo di pubblico del Freaky<br />
Friday del 29 febbraio scorso.<br />
"Un'operazione che abbiamo voluto - afferma<br />
Roberto Casiraghi direttore della Fiera - perché<br />
siamo fermamente convinti che la cooperazione<br />
tra la neonata fiera e le gallerie della<br />
città sia la via, the Road appunto, per fare di<br />
Roma la capitale dell'arte contemporanea. Crediamo che sia importante<br />
investire oggi per il futuro di un appuntamento che speriamo costante nell'agenda<br />
di tutti gli appassionati di arte contemporanea in Italia e non solo".<br />
Info: 063236254<br />
info@equa.it<br />
"Una coppia di pilastri viene traslata e ruotata secondo la direzione<br />
nord-sud, in modo da intercettare, attraverso gli assi cardinali,<br />
la dimensione cosmica". Con queste parole il grande architetto<br />
Franco Purini parla de La Stanza Rossa, il suo intervento con cui<br />
si è inaugurato un nuovo programma espositivo dedicato dalla<br />
romana Fondazione Volume! all'architettura. Ogni anno architetti<br />
stranieri e italiani saranno invitati ad intervenire nello spazio della<br />
Fondazione, e gli sarà offerta la possibilità di trasformare le stanze<br />
della galleria a loro piacere, demolendo, ricostruendo, scavando,<br />
aggiungendo, per creare ogni volta un nuovo spazio architettonico.<br />
Nei primi tre anni il programma, curato da Marina Engel,<br />
sarà dedicato al tema<br />
Via San Francesco di Sales 86-88<br />
- Roma<br />
Info: 066892431<br />
press@fondazionevolume.com<br />
www.fondazionevolume.com<br />
Guggenheim Foundation, per la direzione<br />
spunta il nome di Richard Armstrong<br />
Ha diretto il Carnegie Museum of Art di Pittsburgh dal<br />
1996 fino a giugno 2008, dopo oltre dieci anni al<br />
Whitney di New York, come senior instructor<br />
dell'Independent Study Program, oltre che collaboratore<br />
per diverse edizioni della Biennale. Ora potrebbe<br />
essere proprio Richard Armstrong a sostituire<br />
Thomas Krens alla direzione della Solomon R.<br />
Guggenheim Foundation. Il board del museo potreb- Richard Armstrong<br />
be ratificare la nomina a giorni, come confermato ai<br />
quotidiani newyorchesi da Eleanor R. Goldhar, vicedirettore<br />
internazionale del museo. Krens è stato spesso criticato per la sua visione<br />
troppo internazionale, per molte mostre giudicate populiste e per la poco oculata<br />
gestione delle finanze del museo.
12.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Territoria #3, la rete culturale contemporanea<br />
della provincia di Prato<br />
Con il titolo di Territoria #3, ha preso il via a Prato la terza edizione<br />
del progetto di rete provinciale sulla cultura contemporanea,<br />
con un ricco calendario di eventi che sino all'8 dicembre<br />
coinvolgerà spazi storici, musei, gallerie, piazze e strade<br />
del territorio. Giuliano Mauri, Ericailcane, Davide Zucco,<br />
Mauro Staccioli, Kinkaleri, Robert Pettena, Alessandra<br />
Mersia, Lorenzo Brusci, Artelier, Renato Bencini,<br />
Associazione Spaziorazmataz: sono questi i nomi degli artisti<br />
invitati quest'anno a Territoria, che ribadisce il suo impegno<br />
nella valorizzazione e nel potenziamento della proposta culturale<br />
avviata nel 2005. A fare da propulsore al progetto, ideato<br />
dalla Provincia di Prato con i<br />
fino all'8 dicembre 2008<br />
Sedi varie - Provincia di Prato<br />
Info: 0574604939<br />
info@dryphoto.it<br />
Comuni di Cantagallo,<br />
Carmignano, Montemurlo,<br />
Prato, Vaiano, un centro di<br />
eccellenza come il Centro<br />
per l'arte contemporanea Luigi Pecci. Tre le sezioni dello<br />
spazio del contemporaneo della rassegna: spazio pubblico, spazio di contaminazione e spazio<br />
di formazione, le quali definiscono soltanto a livello concettuale i confini della ricerca di<br />
ogni artista per poi approdare ad un risultato trasversale.<br />
Metropolitan Museum, sarà Thomas P. Campbell<br />
il direttore post de Montebello<br />
Thomas P.<br />
Campbell<br />
A nove mesi dall'annuncio che Philippe de Montebello, dopo trentun<br />
anni di onorato servizio nella carica di direttore del Metropolitan<br />
Museum of Art di New York, avrebbe guadagnato il meritato riposo,<br />
il museo comunica che il suo successore sarà Thomas P.<br />
Campbell. Curatore specializzato in European tapestry, Campbell<br />
è nello staff del Met dal 1995. Attualmente occupa la carica di curatore<br />
nel Department of European Sculpture and Decorative Arts, ed<br />
è supervising curator dell'Antonio Ratti textile center. "Dal mio<br />
punto di vista è la scelta migliore - ha detto de Montebello -, uno<br />
storico dell'arte di eccezionale esperienza e di grande capacità di<br />
giudizio, che si inserisce perfettamente nella lunga tradizione direttoriale<br />
consolidata in più di un secolo di storia". Campbell assumerà<br />
la carica di direttore dal 1 gennaio 2009.<br />
Ecco tutti i vincitori della Quadriennale, Cattelan Premio alla Carriera<br />
Piemonte contemporaneo, nuovo programma<br />
triennale a Villa Giulia di Verbania<br />
Ormai gli esempi sono troppi per citarne solo alcuni, dalla Triennale Torino Musei al<br />
recente accordo programmatico della Guggenheim a Vercelli. Esempi della irrefrenabile<br />
vitalità del Piemonte sul fronte dell'arte contemporanea, mille volte rimarcata<br />
ma sempre pronta ad offrire nuovi spunti di ulteriore crescita. Ora notizie di nuovi<br />
progetti giungono da Verbania, dove in luglio la Regione Piemonte ha siglato una<br />
convenzione con il Comune e l'associazione TAI<br />
- Turin Art International - per avviare nell'autunno<br />
una serie di lavori di ammodernamento dell'edificio<br />
di Villa Giulia, e un programma espositivo<br />
triennale per il periodo 2009-2011. La direzione<br />
artistica sarà affidata ad Andrea Busto, già direttore<br />
del CeSAC di Caraglio, per una serie di<br />
mostre che terranno conto del luogo che le ospiterà,<br />
del territorio su cui è ubicata la villa e dell'esigenza<br />
di avviare un dialogo serrato tra le diverse<br />
espressioni contemporanee. A ottobre verrà<br />
ufficializzata la programmazione artistica che<br />
prevede una grande mostra tematica annuale,<br />
quattro mostre personali di artisti internazionali<br />
oltre che a dibattiti, tavole rotonde e approfondimenti sul contemporaneo.<br />
Oro e diamanti, ecco il magazine più caro del mondo...<br />
Ok, è inutile che ci sforziamo a convincervi<br />
che la rivista più "preziosa" che vi possa<br />
capitare fra le mani è e sarà sempre di più<br />
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Qui si parla di "valori"<br />
diversi, valori più concreti e monetizzabili,<br />
come quelli garantiti da novanta grammi di<br />
foglia d'oro e da seicentoventidue diamanti.<br />
Quelli che decorano il numero speciale della<br />
rivista Kohl, candidata a diventare il magazine<br />
più caro del mondo: messo all'asta per<br />
beneficenza nel prossimo ottobre, si stima<br />
che possa superare i diecimila dollari.<br />
Creata con la collaborazione del gioielliere<br />
Damas e di Emirates, in copertina appare una foto di Katrina Kaif scattata dal fotografo<br />
Avinash Gowariker.<br />
Alla chiusura della Quadriennale di Roma, sono arrivati i nomi dei vincitori dei premi agli artisti, assegnati da una giuria<br />
- per la prima volta nella storia dell'Istituzione - tutta straniera. Ad Adrian Paci è andato il Premio "Quadriennale"<br />
di ventimila euro, con un lavoro video - secondo la giuria - "di grande tensione cinematografica, semplice ma efficace,<br />
realizzato con economia di mezzi. Una profonda riflessione di rilievo sociale su una problematica che da sempre<br />
accompagna l'emigrazione. Un film di forte impatto emotivo". A Deborah Ligorio è andato invece il Premio "Giovane<br />
Arte", di diecimila euro, "un video affascinante, ipnotizzante, che ben rappresenta l'interazione tra il paesaggio naturale<br />
e quello creato dall'uomo, una colonna sonora visiva, che si sviluppa intorno alla dialettica tra documentario e<br />
fiction, tra passato e presente". La giuria - composta da Suzanne Pagé, diretto-<br />
www.quadriennalediroma.org<br />
re della Fondation Louis Vuitton pour la création, Gerald Matt, direttore della<br />
Kunsthalle di Vienna, Nicholas Serota, direttore della Tate Modern di Londra - è Maurizio Cattelan<br />
stata invitata ad assegnare anche una medaglia d'oro alla carriera a un artista da individuare extra mostra, ed il<br />
Premio è andato a Maurizio Cattelan, che partecipò, nel 1996, alla XII edizione della Quadriennale "Ultime generazioni". I suoi lavori - recita la motivazione<br />
- "creano immagini che rimangono nella mente dello spettatore, precise ma ambigue, di grande tensione, drammatiche e ironiche allo stesso<br />
tempo. I suoi lavori attivano e si appropriano dello spazio nel quale li colloca. Sfida il pubblico e le istituzioni andando contro preconcetti e tabù".<br />
Concluso il restauro della<br />
facciata, il Guggenheim festeggia<br />
con Jenny Holzer<br />
Concluso il triennale restauro della facciata del<br />
Guggenheim Museum di New York. E per l'occasione il<br />
museo ha preparato un<br />
grande evento: un'opera<br />
site-specific della quale è<br />
stata incaricata Jenny<br />
Jenny Holzer<br />
Holzer, una delle sua famose<br />
proiezioni nella quale<br />
dichiarazioni politiche contro<br />
terrorismo e guerra di<br />
Irak si mescoleranno con<br />
versi tratti da poesie di<br />
Wislawa Szymborska. È la<br />
prima volta che la facciata del museo viene utilizzata<br />
come sfondo per un'installazione, visibile ogni venerdì<br />
sera fino a dicembre.<br />
The Don Gallery, giunge a Via Tortona la<br />
"mobile gallery" milanese<br />
In attesa di individuare la location giusta per una<br />
sede permanente, continuano i pellegrinaggi milanesi<br />
della Don Gallery, originale concept di galleria<br />
Via Tortona 19 - Milano<br />
Mob 335 7439985<br />
www.thedongallery.com<br />
d'arte itinerante. Dopo<br />
un paio di mostre allestite<br />
come ospite di alcuni<br />
locali della Studio<br />
Guenzani, nella sede di<br />
via Melzo, il promotore Matteo Donini si accasa ora<br />
in una drogheria di via Tortona, dove ha presentato<br />
la mostra Pants vs Trousers, con opere di Will<br />
Barras e Jeremy Fish.<br />
Leone d'oro a Gregg Lynn e al padiglione polacco<br />
per la Biennale d'Architettura<br />
Sono la Polonia per la migliore Partecipazione nazionale, e lo studio Gregg Lynn<br />
Form per il miglior progetto della Mostra Internazionale i vincitori del Leone d'Oro nell'ambito<br />
dell'undicesima edizione della Biennale Architettura di Venezia. Il Leone<br />
d'Argento per un promettente giovane architetto della Mostra Internazionale è invece<br />
andato a Chilean Group (con il progetto Elemental, al<br />
Padiglione Italia). A decretare i vincitori la giuria internazionale,<br />
composta da Paola Antonelli, curatore del dipartimento di<br />
Architettura e Design del MoMA di New York, Max Hollein,<br />
direttore del Städelsches Kunstinstitut e del Schirn Kunsthalle<br />
di Francoforte, Jeffrey Kipnis, critico e docente all'Università<br />
dell'Ohio, Farshid Moussavi, fondatrice del Foreign Office<br />
Architecture di Londra, Luigi Prestinenza Puglisi, critico, stori-<br />
Gregg Lynn Form<br />
co e docente di Architettura Contemporanea, oltre che prestigioso<br />
opinionista per <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Sono stati inoltre assegnati<br />
- ma erano noti già da tempo - a Frank O. Gehry il Leone d'Oro alla carriera, mentre<br />
un Leone d'Oro Speciale per uno storico dell'architettura è andato a James S.<br />
Ackerman, nel quinto centenario della nascita di Andrea Palladio.<br />
Biennale Arti Visive, per il Canada ci<br />
sarà il filmaker Mark Lewis<br />
Sarà il filmaker Mark Lewis a rappresentare il Canada alla Biennale<br />
di Venezia 2009, con un nuovo lavoro dal titolo Romance. Ad<br />
annunciarlo il Canada Council for the Arts, su proposta di Barbara<br />
Fischer, curatore della Justina M. Barnicke Gallery dell'università di<br />
Toronto. "Il suo lavoro - ha detto la<br />
Fischer - svela i meccanismi che sono<br />
dietro le pellicole di Hollywood. Con una<br />
tecnica tradizionale sarebbe impossibile,<br />
Lewis ha un senso di analisi del film, della<br />
storia del film, dei generi del film, delle<br />
tecniche e delle metodologie cinematografiche".<br />
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
numero 52<br />
anno settimo<br />
ottobre 2008<br />
DIRETTORE<br />
Massimiliano Tonelli<br />
STAFF DI DIREZIONE<br />
Marco Enrico Giacomelli (vicedirettore)<br />
Massimo Mattioli<br />
(caporedattore news e <strong>Exibart</strong>.tv)<br />
Elena Percivaldi<br />
(caporedattore eventi)<br />
SUPERVISIONE E<br />
PROGETTI SPECIALI<br />
Anita Pepe<br />
ASSISTENTE DI REDAZIONE<br />
Valentina Bartarelli<br />
IMPAGINAZIONE<br />
Athos de Martino<br />
REDAZIONE<br />
www.exibart.com<br />
Via Giuseppe Garibaldi 5<br />
50123 - Firenze<br />
<strong>onpaper</strong>@exibart.com<br />
INVIO COMUNICATI STAMPA<br />
redazione@exibart.com<br />
RESPONSABILE PRODOTTI<br />
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COMMERCIALI<br />
Antoine Carlier<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Giovanni Sighele<br />
STAMPA<br />
CSQ - Centro Stampa Quotidiani<br />
Via delle Industrie, 6 - Erbusco (Bs)<br />
TIRATURA<br />
52.000 copie<br />
ABBONAMENTO<br />
8 numeri x 19 euro<br />
info: http://<strong>onpaper</strong>.exibart.com<br />
IN COPERTINA<br />
Matteo Fato - “Senza titolo con lettere”<br />
progetto speciale per exibart on paper,<br />
china su carta, composizione di 21 fogli,<br />
scansione digitale, 2008<br />
_______________<br />
EDITO DA<br />
Emmi s.r.l.<br />
Via Giuseppe Garibaldi, 5<br />
50123 Firenze<br />
VICE PRESIDENTE<br />
Artico Gelmi di Caporiacco<br />
DIRETTORE GENERALE<br />
Antonio Contento<br />
REGISTRAZIONE<br />
presso il Tribunale di<br />
Firenze n. 5069 del 11/06/2001<br />
_______________<br />
associato:
16.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Autunno d'arte, a Ferrara<br />
quattro mesi di mostre,<br />
performance, live visivi e<br />
sonori<br />
L'intento è quello di offrire agli artisti un'occasione<br />
di sperimentazione e di confronto,<br />
sostenendo<br />
la<br />
realizzazione<br />
di<br />
produzionioriginali,<br />
e di proporre al pubblico un programma<br />
che rifletta la vitalità e la ricchezza di<br />
alcuni dei percorsi che contraddistinguono la<br />
scena artistica contemporanea, una scena in<br />
cui i confini tra i diversi ambiti espressivi si<br />
vanno via via assottigliando. Nasce così Art<br />
Fall, ricco programma di mostre, eventi per-<br />
formativi, live<br />
visivi e sonori,<br />
proposto nel<br />
corso di questo<br />
autunno-inverno<br />
dalle<br />
Gallerie d'Arte<br />
Settembre - dicembre 2008<br />
Sedi varie - Ferrara<br />
Info: 0532244949<br />
diamanti@comune.fe.it<br />
www.artecultura.fe.it<br />
Moderna e Contemporanea di Ferrara, con<br />
una serie di appuntamenti con artisti italiani<br />
e stranieri che operano nel campo delle arti<br />
visive e dei live media. Dal Padiglione d'Arte<br />
Contemporanea, che presenta - oltre a progetti<br />
di Emanuele Becheri e Andreas<br />
Golinski - tre installazioni appositamente<br />
realizzate dall'artista tedesco Olaf Nicolai,<br />
in cui luce e suono interagiscono in modi sorprendenti<br />
con l'architettura, al Teatro<br />
Comunale di Ferrara, con uno spettacolo del<br />
gruppo Kinkaleri.<br />
GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro<br />
Berlin - 2008<br />
Da Pistoletto a Tobias Rehberger, inaugurata in<br />
Liguria la Fondazione Remotti<br />
L'apertura della Fondazione avviene con la presentazione dello spazio con le opere<br />
strutturali di Alberto Garutti, Gruppo A12, Michelangelo Pistoletto, Tobias Rehberger,<br />
Gilberto Zorio, alle quali - nella mostra di debutto, Ricostruire con l'arte - è idealmente<br />
abbinata un'opera della collezione, scelta da ognuno di questi artisti e con la quale<br />
sente una particolare affinità: Garutti-Joseph Kosuth; Gruppo A12-Paul Mc Carthy;<br />
Pistoletto-Yves Klein; Rehberger-Man Ray; Zorio-Grazia Toderi. Nata dall'esperienza<br />
trentennale di collezionismo d'arte contemporanea dei fondatori e da un'interazione<br />
con il territorio, si è inaugurata a Camogli, a pochi chilometri da Genova, la Fondazione<br />
Pier Luigi e Natalina Remotti. La Fondazione è depositaria dell'importante collezione di<br />
Pier Luigi e Natalina Remotti, le cui prime acquisizioni risalgono agli inizi degli anni '70.<br />
In quel periodo i Remotti, di origine piemontese,<br />
fino al 28 febbraio 2009<br />
Via Castagneto 52 - Camogli (Ge)<br />
Info: 0185772137<br />
info@fondazioneremotti.it<br />
www.fondazioneremotti.it<br />
risiedono a Caserta e frequentano a Napoli la<br />
galleria di Lucio Amelio, figura di importanza<br />
internazionale che per primo ha portato in Italia<br />
Joseph Beuys e ha lavorato con importanti artisti<br />
nazionali e internazionali, fra i quali anche<br />
Andy Warhol. Dagli anni '80 Pier Luigi e<br />
Natalina Remotti risiedono tra Santa Margherita Ligure e Milano e la loro avventura di<br />
collezionisti continua con grande slancio. La sede - nella chiesa sconsacrata dell'ex<br />
convento delle Gianelline - è stata completamente ristrutturata all'interno, mentre all'esterno<br />
ha mantenuto la veste originale: il retro dipinto a fasce bianche e grigie, il fronte<br />
giallo con inserti decorativi in stucco e marmo. La sistemazione degli spazi interni in<br />
due piani è stata invece affidata ad Alberto Garutti, mentre a Gilberto Zorio si è deciso<br />
di affidare il compito di disegnare il pavimento, per il quale ha progettato una grande<br />
stella. Michelangelo Pistoletto ha pensato<br />
un intervento esterno che mettesse in primo<br />
piano il segno della contemporaneità che si<br />
trova all'interno, il Gruppo A12, studio di artisti<br />
e architetti di Genova, la progettazione<br />
della balaustra di protezione dell'affaccio del<br />
secondo piano, Tobias Rehberger, uno dei<br />
più importanti artisti tedeschi della nuova<br />
generazione, ha progettato una grande<br />
nuvola intrecciando vari tipi di nastro di velcro<br />
prevalentemente bianco, tra i quali sono<br />
inseriti dei led che, collegati a un sensore, si<br />
illuminano in base ai movimenti dei visitatori.<br />
La Fondazione Pier Luigi e Natalina<br />
Remotti - diretta da Francesca Pasini - darà<br />
vita a due o tre eventi all'anno, invitando di<br />
volta in volta uno o più artisti a concepire un<br />
progetto per questo spazio così particolare;<br />
ogni volta, accanto alle opere create per<br />
l'occasione, ne verranno selezionate altre<br />
provenienti dalla collezione Remotti, allo<br />
scopo di creare un dialogo fra presente e<br />
passato prossimo, fra generazioni e linguaggi<br />
diversi. Parallelamente alle mostre e<br />
ai progetti particolari, l'intento è quello di<br />
arricchire il programma con presentazioni di<br />
libri, conferenze e discussioni sull'arte,<br />
eventi musicali e proiezioni di film, sia legati<br />
all'arte sia provenienti dal circuito cinematografico vero e proprio, con un occhio particolare<br />
a quelli selezionati dai festival che tuttavia non sempre vengono distribuiti nelle<br />
sale.<br />
Dallo staff al nuovo padiglione,<br />
tante le novità in vista per Artefiera 2009<br />
Quasi a rintuzzare l'affondo di Artissima, che per qualche giorno ha monopolizzato l'attenzione<br />
degli addetti comunicando l'elenco<br />
ufficiale e definitivo delle gallerie invitate all'edizione<br />
numero quindici, arriva puntuale il<br />
comunicato di Artefiera Bologna, che annuncia<br />
importanti novità per l'edizione 2009, dal 23<br />
al 26 gennaio. A cominciare dall'ingresso nello<br />
staff - come junior international artistic director<br />
- di Julia Trolp che, forte di un'esperienza<br />
come curatrice al Mart di Rovereto, si occuperà<br />
delle gallerie internazionali con l'obbiettivo<br />
di arricchire e migliorare ulteriormente la loro<br />
presenza ad Artefiera. Importanti cambiamenti<br />
anche per quanto riguarda gli spazi espositivi,<br />
con l'utilizzo del nuovo padiglione 15 - che<br />
sarà inaugurato ad ottobre - ed i padiglioni 18 e 20. In questo modo tutti i padiglioni<br />
saranno su un unico livello e completamente liberi da colonne ed altri ingombri, permettendo<br />
così alle gallerie di esporre al meglio le loro opere in spazi di livello museale e facilitando<br />
notevolmente la visita dei collezionisti e degli appassionati d'arte contemporanea.<br />
Rinnovato anche il format degli incontri che avranno luogo durante la manifestazione,<br />
che da quest'anno avranno un unico grande tema centrale che verrà analizzato in tutti i<br />
suoi aspetti. Per il 2009 il focus sarà sul collezionismo d'arte che sarà discusso in tutte<br />
le sue forme: privato, delle istituzioni e bancario; aspetto quest'ultimo che sarà trattato in<br />
collaborazione con il Sole 24 Ore.<br />
www.artefiera.bolognafiere.it<br />
Creatività sul web, nasce Romaeuropa Webfactory<br />
Un grande progetto, una maratona triennale che intercetta, rilancia e premia la creatività<br />
che esplode sulla rete. La Fondazione Romaeuropa e Telecom Italia lanciano<br />
Romaeuropa Webfactory, una grande sfida a tutti gli artisti e creativi che popolano il<br />
web, un esperimento che mette insieme la sensibilità di Romaeuropa e Telecom Italia nei<br />
confronti delle novità artistiche con l'intento d'indagare, anche avvalendosi dell'esperienza<br />
del portale Virgilio che accompagna la realizzazione e creazione di tutta la parte interattiva.<br />
Notizie, arte, musica e pubblicità sono oggi conversazioni tra gli utenti che dialogano<br />
attraverso i loro stessi video, la loro musica, la loro scrittura. Quelli che una volta<br />
erano solamente fruitori si sono trasformati in produttori e creatori di immagini, suoni e<br />
parole sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie, a basso costo e semplici da<br />
usare. Incrociare questa democrazia della creazione con una lettura critica, che valorizzi<br />
i progetti più meritevoli e interessanti attraverso un intervento curatoriale, è l'obbiettivo<br />
della Webfactory, che si compone di<br />
quattro palcoscenici virtuali, dedicati alle<br />
quattro principali modalità espressive presenti<br />
sulla rete: la videoarte, la musica, la<br />
scrittura e la creatività nella pubblicità. Ad<br />
ognuna di esse è dedicato un concorso - un<br />
contest, nel linguaggio degli utenti - a cui sono chiamati a partecipare, da settembre<br />
2008, tutti coloro che intendono sfruttare le potenzialità del web 2.0 per dire la propria in<br />
forma d'arte. Il 6 dicembre 2008 i quattro palcoscenici virtuali diventano reali: un evento<br />
di Romaeuropa Festival, realizzato sempre in collaborazione con Telecom Italia, porterà<br />
nelle sale delle Officine Marconi una selezione delle proposte in una lunga notte di immagini,<br />
suoni e parole.<br />
www.romaeuropawebfactory.it
18.popcorn <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
piattoforte<br />
galleristi ai fornelli<br />
Patrizia Buonanno<br />
Galleria Buonanno Arte Contemporanea (Mezzolombardo - Tn)<br />
CANEDERLI TRADIZIONALI IN BRODO<br />
Prendete del pane raffermo, quello che avete comprato e non avete consumato durante la settimana, lo<br />
tagliate a dadini e con lo speck e la pasta di lucaniche mettete tutto in una terrina. A parte sbattete le uova<br />
che avete trovato dal vostro contadino, bollite il latte, tritate il prezzemolo e mescolate tutto al pane.<br />
Lasciate riposare per una mezz'ora. A parte, friggete nel burro la cipolla tritata finemente ed insieme alla<br />
farina aggiungete tutto al pane, se vi sembra il caso mettete ancora un po' di latte.<br />
Con le mani bagnate formate dei canederli (la misura è di una palla da tennis) e fateli bollire nel brodo (di<br />
carne) a fuoco moderato per 15-20 minuti. Serviteli nel brodo, cosparso di erba cipollina che avete appena<br />
raccolto dal vostro orto. A volte, particolarmente se si è alle prime armi, conviene cuocere un canederlo<br />
per prova, in modo da controllare che non si disintegri; in tal caso aggiungete ancora un po' di farina<br />
all'impasto. Gustateli con la Schiava, vino storico del Trentino, servito ad una temperatura di 16-18° C.<br />
Ingredienti per 8 canederli<br />
300 gr di pane raffermo<br />
150 gr di speck<br />
100 gr di pasta di lucaniche<br />
½ cipolla<br />
2 uova<br />
2 bicchieri di latte<br />
2 cucchiai di farina di frumento<br />
2 cucchiai di prezzemolo tritato<br />
1 mazzetto di erba cipollina<br />
una noce di burro<br />
2 litri o più di brodo di carne<br />
sale q.b.<br />
il prossimo piattoforte sarà servito da<br />
Antonio Colombo - Antonio Colombo Arte Contemporanea (Milano)<br />
rsvp<br />
invito the best<br />
Tre punti di cucito a forma di stella.<br />
Con un filo rosso come il sangue. E poi<br />
una carta pesante, massiccia, traslucida<br />
come l'alabastro. Sul davanti tre<br />
punti a forma di stella, appunto, sul<br />
retro tutta la trama del ricamo. Quale<br />
ordito migliore per invitare, da parte<br />
del modenese Studio Vetusta (studiovetusta.blogspot.com),<br />
alla mostra di<br />
Adriano Persiani in occasione del<br />
Festival di Filosofia?<br />
indovinachi...<br />
di Laurina Paperina<br />
Chi è questo personaggio del mondo dell'arte?<br />
pianob<br />
prendi l’arte e mettila da parte<br />
La soluzione dello scorso numero: Eva e Adele<br />
Alberto Tadiello, se le cose si mettono male…<br />
"...tornerò a fare il muratore!"<br />
Marinella Senatore ci rivelerà il suo pianob sul prossimo numero<br />
à la une<br />
la copertina d'artista raccontata dall'artista<br />
Matteo Fato - "Senza titolo con lettere" progetto speciale<br />
per exibart on paper, china su carta, composizione<br />
di 21 fogli, scansione digitale, 2008<br />
Lo scrivere non è che un disegnare.<br />
M. Brusatin, Storia delle linee<br />
Sono sempre stato affascinato da questa frase di<br />
Brusatin, anche da prima che la mia ricerca incontrasse<br />
materiali e contenuti appartenenti alla pittura<br />
calligrafica cinese. Poi ho capito perché. Il confronto<br />
spontaneo con un qualcosa come lo scrivere<br />
viene generato dall'osservazione disciplinata di<br />
regole segniche insite in ognuno di noi, che facciamo<br />
nostre nel momento in cui tracciamo la prima<br />
linea.<br />
La mia ricerca è sempre stata diretta verso l'analisi<br />
di un'intesa inerente l'immagine e il puro segno.<br />
Di un "bilico" rappresentativo, in cui il segno viene<br />
addomesticato e disciplinato a fermarsi sul limite<br />
della realtà. Perché capita che scegliamo di concludere<br />
un'opera chiamandola "Senza titolo"?<br />
Completare l'irripetibilità del segno attraverso l'affermazione<br />
della scrittura. Archiviare storicamente<br />
l'immediatezza delle mie emozioni sul concludersi di<br />
un segno, mediante un semplice titolo.<br />
Fotografandolo nell'istante di precarietà, nel suo<br />
"bilico". "Senza titolo con lettere", è un progetto che<br />
non esiste materialmente, perché assemblato digitalmente.<br />
Ogni lettera è stata scritta su un foglio,<br />
per essere poi finalizzata nel suo titolo, che in questo<br />
caso è l'opera stessa.<br />
Permettetemi ora un autocitazionismo...<br />
La pittura è un linguaggio fatto di parole che non<br />
abbiamo il coraggio di pronunciare…<br />
Nel disegno le parole acquistano forma…<br />
Matteo Fato (Pescara, 1979) vive a Pescara.<br />
Gallerie di riferimento: WAREHOUSE, Teramo<br />
(www.warehouseart.it); Galleria Cesare Manzo,<br />
Pescara - Roma (www.galleriamanzo.it); Daniele<br />
Ugolini Contemporary, Firenze (www.ugoliniart.com)<br />
Prossima copertina: Laboratorio Saccardi<br />
Stanno lavorando alla copertina d'artista: Perino&Vele,<br />
Laurina Paperina, Patrick Tuttofuoco, Gian Paolo<br />
Tomasi, Debora Hirsch, Mauro Ceolin, Loris Cecchini,<br />
Adalberto Abbate, Pablo Echaurren, Michele Bazzana,<br />
Christian Frosi, Nicola Toffolini, Davide Zucco, Paolo<br />
Grassino, Pietro Ruffo, Daniele Girardi, Nicola<br />
Gobbetto, Nicola Verlato, Giuseppe Stampone.
photo Sally Ni<br />
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> oroscopo.19<br />
Yayoi Kusama - Serpente di terra<br />
Il serpente è capace di spaccare in due la cultura universale. Per la tradizione giudaico-cristiana<br />
è l'incarnazione del diavolo tentatore, e quindi una creatura spregevole.<br />
Nella settima bolgia dell'Inferno di Dante, dove sono puniti i ladri, la metà di questi<br />
ha sembianze di serpente, mentre l'altra metà vanta aspetto umano e, quando un<br />
serpente morde un uomo, questo diventa serpente e l'altro diviene uomo, si scambiano<br />
i ruol. Nei versi proposti, Dante descrive la raccapricciante metamorfosi di<br />
ambedue le specie. In Cina il serpente è una divinità positiva. Anche lì esiste una simile<br />
immagine di metamorfosi, ma è quella delle divinità che per i cinesi sono all'origine<br />
della specie umana, e venivano rappresentate per metà umane e per metà serpenti.<br />
I nati sotto il segno del Serpente sono persone gioiose, ironiche e di spirito.<br />
Appassionate e romantiche, sanno affascinare gli altri grazie alla loro saggezza e<br />
calma interiore, "hanno una sorta di innata bellezza sempre crescente, che si libra<br />
Ariete. Luna calante a levante, riflessiva, andante e<br />
riflettente con la risacca di un'onda anomala emergente<br />
dall'antica muraglia: vi sentite così un po' vincenti<br />
e un po' saggi. Come quella popolazione che sale come il sole<br />
giallo fluorescente e vince: conquistano le Olimpiadi i cinesi,<br />
anche l'economia e poi l'arte... Cosa resta del vostro piccolo<br />
mondo antico? Cambiate rapidamente...<br />
Toro. Giove di giovedì e Venere di venerdì sarebbero<br />
la regola, ma entrate in un periodo di inversioni<br />
forzate: è auspicabile allora ancora un po' di vacanza.<br />
Pascolando tra i paesini dell'Italietta così ricca di sculturine<br />
e installazioncine di artisti conosciuti soltanto dai<br />
parenti più prossimi e dai politici che ne hanno commissionato<br />
lo scempio… Servirebbe un Monumento Ignoto dedicato<br />
a tutta quest'arte anonima e senz'anima, immolata sull'altare<br />
della mazzetta e del narcisismo da piccolo professore<br />
d'accademia... Prima di raderli al suolo e restituire alla poca<br />
Natura ciò che è stato tolto con poca cultura. Ma quale<br />
mano ignota (o ignobile) dovrebbe scolpire quest'ultimo<br />
scempio totale?<br />
Gemelli. Nomofobia è il nome della patologia di chi è<br />
preso dagli attacchi di panico quando si trova improvvisamente<br />
senza cellulare. Ma è anche la patologia di chi<br />
si sente scollegato dal mondo, e quindi la vostra, nel caso foste<br />
curatori di questo segno, in questo momento con quel Saturno<br />
dissonante sentite improvvisamente il brivido di non aver una<br />
mostra da fareeeeee… Oddio prendete un calmante, terribili i<br />
curatori da curare…<br />
LETTERE<br />
capasso e le stelle.<br />
Considerato il grande numero di email ricevute dobbiamo scusarci con coloro cui non abbiamo potuto rispondere. Lo faremo nei prossimi numeri. Continuate a inviarci lettere ironiche e divertenti.<br />
Caro Capasso,<br />
sono un Sagittario ascendente Leone. Ti<br />
scrivo per chiederti un'interpretazione su<br />
uno strano sogno che ho fatto. Guidavo<br />
un grande camion pieno di opere d'arte<br />
di artisti favolosi che dovevo consegnare<br />
ad un critico famoso, dal volto sconosciuto.<br />
Ero così entusiasta del mio compito<br />
che ad un certo punto ho sbagliato strada<br />
e sono arrivato davanti ad un deserto<br />
sterminato. Lì ho deciso di scaricarle<br />
tutte e di fare una grande mostra. Senza<br />
spettatori ovviamente. Cosa significa<br />
secondo te?<br />
Alberto da Viareggio<br />
Caro Alberto,<br />
è ovvio che nel tuo sogno hai semplicemente<br />
dato tu un'interpretazione apoca-<br />
Cancro. Felini, con lo scatto pronto, vi aggirate per la<br />
città con circospezione per trovare una preda da smembrare.<br />
Attenzione, che il grande Nitsch ha trovato a Napoli<br />
un grande e bellissimo museo per sé, quindi non lasciatevi ingannare<br />
come quei gattacci randagi e critici ignoranti che vi circolano<br />
attorno, in memoria della macelleria che abita i loro istinti primitivi.<br />
L'arte si scrive anche col sangue…<br />
Leone. Gloria al dio pianeta-satellite della video arte: Anton<br />
Corbjin, dopo il bellissimo film Control su Ian Curtis, cantante<br />
suicida dei Joy Division, firma ora il video dei Coldplay:<br />
Viva la vida, sincero trasparente colorato e pieno di trucchetti.<br />
Truccatevi un po' pure voi per prepararvi ad un inverno di misteri.<br />
Vergine. Un po' di leggerezza, con quel Mercurio<br />
vanitoso, non guasta. Leggete Vanity Fair: si attesta<br />
come la rivista dell'estate 2008 e, dopo il mistero<br />
della scomparsa della rubrica di Francesco Bonami, nel numero<br />
bollente di ferragosto fa tenerezza leggere la poesia mistica<br />
del ministro Bondi e il racconto buonista di Pino Corrias: vere<br />
penne d'oca della scrittura d'arte.<br />
Bilancia. Su su compratevi un bel biglietto low cost col<br />
brivido per Londra, dove si preannuncia una chicca che<br />
può riportarvi sull'onda dell'ottimismo: Elmgreen &<br />
Dragset all'Old Vic Theater portano i Grandi Feticci dell'arte contemporanea<br />
quali il Rabbit di Jeff Koons, un Walking Man di Alberto<br />
Giacometti, una Brillo Box di Andy Warhol, "protagonisti" insieme a<br />
Kevin Spacey di un vero dramma esistenziale che racconta perché<br />
"l'arte contemporanea è arte" molto meglio di Bonami.<br />
littica della fine dell'arte. Quella di diventare<br />
una grande discarica di oggetti cui<br />
nessuno sa più dare un valore.<br />
Considerato però il grande Grattacielo<br />
che si inaugura a Dubai, credo che ci<br />
saranno sempre meno spazi abbandonati,<br />
e forse i predoni del deserto sarebbero<br />
in quel caso i nuovi mercanti. L'arte<br />
mi pare stia diventando una grande performance<br />
che riguarda tutti, e tocca<br />
anche coloro che apparentemente ne<br />
sono esclusi. Meglio nuove frontiere che<br />
grandi vecchi critici. Sicuramente stai<br />
vivendo un momento di cambiamento,<br />
che farebbe bene anche all'arte. Dormi<br />
tranquillo.<br />
Caro Capasso,<br />
Sono un Toro scatenato ascendente<br />
Pesci. Con la mia fidanzata stiamo usando<br />
un aggeggio che si vende in farmacia<br />
e serve a far fibrillare il pene. L'altro giorno<br />
l'affare si è incantato e quindi mi ha<br />
fatto fibrillare così tanto che alla fine<br />
quasi svengo dal numero di orgasmi che<br />
ho raggiunto da solo. Che ne pensi se<br />
facessi una performance pubblica così?<br />
Mi sembra una cosa che ha molto a che<br />
vedere con l'arte, nel senso che interpreta<br />
l'impossibilità di arrestare il godimento<br />
davanti alla tecnologia che ci consente<br />
di moltiplicare all'infinito il piacere dell'opera.<br />
Che ne pensi?<br />
Luca Toni (gli somiglio pure!)<br />
Caro Luca Toni,<br />
se fibrilli tanto da solo e poi non segni<br />
come il tuo omonimo, mi pare che la per-<br />
esercizi di astrocritica sul futuro incerto dell'arte<br />
nell'aria..." (Confucio). Il Serpente di terra è ancor più seducente e attraente, cattura<br />
le sue prede in una ragnatela da cui è difficile uscire. Yayoi Kusama ha tutte queste<br />
caratteristiche che si leggono nel lavoro, fatto di installazioni che contaminano<br />
per la loro forza seduttiva: è una giapponese che vive in bilico tra oriente e occidente,<br />
ed ha assunto il tono multicolore e multietnico a New York, dove ha vissuto la stagione<br />
più ricca di suggestioni, tra il '57 e il '73. Lì ha imparato la poesia della vita di<br />
comunità, partecipando agli happening antiguerra in Vietnam, alle lotte femminili. Da<br />
Serpente di terra, il suo lavoro è comunicativo, avvolgente, ridondante, fatto di una<br />
poesia minimale che si articola tra colori forti, pallini, reticolati, specchi. Kusama<br />
gioca con la percezione e rivolta l'erotismo nel suo lato inverso, rendendolo un gioco<br />
infantile. Ama giocare, su se stessa o con gli altri. E se poi questi altri si chiamano<br />
Peter Gabriel, Nobuyoshi Araki o Issey Miyake, si sa che sono "giochi di grandi". Yayoi Kusama<br />
Scorpione. C'è un Sole che copre ampiamente il<br />
vostro buon umore e vi riporta ai pochi fasti internazionali<br />
che, di recente, solo a Manifesta 7 si sono notati.<br />
Come lì, voi siete esseri del silenzio, ma questo assume forme<br />
diverse: diviene suono, immagine sfumata, odore, ma mai figura<br />
piena.<br />
Sagittario. Se siete artisti da encausto quella faccia<br />
cerulea sapete già da dove viene: in questo momento è<br />
opportuno un viaggio rapido al Museo delle cere di<br />
Roma dove si nascondono decenni di storia, tra manichini e spiriti<br />
maligni pronti ad animarsi e far paura. Buh!<br />
Capricorno. L'amore, l'amore, l'ammorreeeeee e chistu<br />
coreeeeee e vai con Venere, Saturno, Giove, Plotino,<br />
Pluto e Plutone, tutti insieme una bell'ammucchiata. Di<br />
casta dell'arte e pura come l'acqua San Gemini (invitate un<br />
Gemelli magari)…<br />
Acquario. Caotica la vita senza freni. Siete collezionisti<br />
che cercano e non trovano. Le piccole fiere locali,<br />
Verona, Bolzano, Viterbo, Frascati che si moltiplicano come delle<br />
Ikea del collezionismo, compri a poco prezzo, ma l'opera è simile<br />
a quella del vicino (anzi la sua, come l'erba, è migliore!)<br />
Pesci. Siete artisti in carriera? Come sarà la vostra<br />
prossima stagione? Fibrillante di novità, piena di speranze,<br />
ricca di progetti, carica di belle idee, insomma come<br />
quella appena trascorsa. Non avete combinato nulla? Beh allora<br />
sarà uno schifo.<br />
formance serva a poco. In questo senso<br />
mi pare molto vicino all'arte, molte performance<br />
alla fine non arrivano a niente.<br />
Hai provato a schiacciarlo col martello?<br />
Caro Capasso,<br />
sono una Cancretta innamorata. Sono<br />
nata il 10 luglio 1983. Sono innamorata<br />
di un Toro del '68. Lui ora è molto impegnato<br />
per le celebrazioni del Sessantotto<br />
e io sono molto gelosa. Che posso fare?<br />
Lucia<br />
Cara Lucia,<br />
sono contro le celebrazioni e le malinconie,<br />
che ne pensi invece di un Ariete del<br />
'69? Mi pare più promettente, no? Hai<br />
voglia a festeggiare…<br />
Scrivi a Capasso, invia la tua lettera: stelle@exibart.com
20.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Present Future e Artissima, ecco tutti i nomi<br />
Comprende quest'anno diciassette presentazioni monografiche di artisti<br />
emergenti sulla scena artistica nazionale e internazionale, Present<br />
Future, la speciale sezione che la fiera torinese Artissima realizza in collaborazione<br />
con illycaffè. Un'importante piattaforma di<br />
lancio per i nuovi talenti dell'ultima generazione, una<br />
vetrina aperta all'attenzione del pubblico e della critica,<br />
dove scoprire le nuove tendenze che stanno caratterizzando<br />
la scena artistica internazionale. A selezionare i<br />
nominativi degli artisti il team di quattro curatori internazionali,<br />
formato da Cecilia Alemani - curatrice indipendente,<br />
New York, Michael Ned Holte - curatore indipendente,<br />
Los Angeles, Thibaut Verhoeven - curatore<br />
presso SMAK, Gent, Aurélie Voltz - curatrice indipendente,<br />
Berlino. Gli artisti selezionati - con le gallerie che li rappresentano<br />
- sono Sara Barker (Mary Mary, Glasgow), Sophie Bueno-<br />
Boutellier (Atelier Cardenas Bellanger, Parigi), Sebastian Diaz<br />
Morales (Carlier |Gebauer, Berlino), Wouter Feyaerts (Transit,<br />
Mechelen), Rolf Graf (Ruzicska /// Weiss, Düsseldorf), Stef Heidhues<br />
(Grunert, Amburgo), Nathan Hylden (Art: Concept, Parigi), Justin<br />
Matherly (Dispatch, New York), Philip Metten (Annette De Keyser,<br />
Antwerpen), Carter Mull (Rivington Arms, New York), Lisa Oppenheim<br />
(Harris Lieberman, New York), Stephen G. Rhodes (Overduin & Kite,<br />
Los Angeles), Alberto Tadiello (T293, Napoli), Mateo Tannatt (Marc<br />
Foxx, Los Angeles), Kristof Van Gestel (Tatjana Pieters/Onetwenty,<br />
Gent), Torbjorn Vejvi (Rauccci Santamaria, Napoli), Freek Wambacq<br />
(Elisa Platteau, Bruxelles). Durante la Fiera una giuria, composta da tre<br />
critici e curatori internazionali, si riunirà per assegnare all'opera più<br />
significativa il Premio illy Present Future. L'artista vincitore riceverà da<br />
illy, partner dell'iniziativa, un premio di diecimila euro e avrà l'opportunità<br />
di presentare un progetto per le tazzine d'artista "illy Art Collection".<br />
Mentre per quanto riguarda uno temi che ha maggiormente infuocato gli<br />
animi negli ultimi mesi - le scelte circa gli inviti delle gallerie per<br />
Artissima - eccoli, i nomi, divisi fra le sezioni Main Section e New<br />
Entries. Centoventotto gallerie provenienti da diciannove paesi diversi,<br />
con il ritorno a Torino di prestigiose gallerie italiane e straniere già presenti<br />
in passato, ed un'ampia lista di galleristi che arrivano in città per la<br />
prima volta. Ve li proponiamo così come sono stati diffusi, lasciando ad<br />
ognuno le sue riflessioni, per un dibattito che di certo riprenderà più vivace<br />
ed acceso che mai...<br />
Main Section<br />
1/9 unosunove, Roma - AMT / Alberto Matteo Torri, Milano - Paul<br />
Andriesse, Amsterdam - Arario, New York, Beijing, Seoul - Art: Concept,<br />
Paris - Artericambi, Verona - Alfonso Artiaco, Napoli - Laura Bartlett,<br />
London - Catherine Bastide, Brussels - Bortolami, New York -<br />
Brändström Stockholm, Stockholm - Kevin Bruk, Miami - Canada, New<br />
York - carlier I gebauer, Berlin - Antonio Colombo, Milano - Continua,<br />
San Gimignano, Beijing, Le Moulin - Raffaella Cortese, Milano - Cosmic<br />
(Bugada & Cargnel), Paris - Guido Costa Projects, Torino - Chantal<br />
Crousel, Paris - Ellen de Bruijne, Amsterdam - Monica De Cardenas,<br />
Milano - Massimo De Carlo, Milano - Alessandro De March, Milano -<br />
Elizabeth Dee, New York - Umberto Di Marino, Napoli<br />
- e/static, Torino - Frank Elbaz, Paris - Feinkost,<br />
Berlin - Figge von Rosen, Köln - Emi Fontana,<br />
Milano, Pasadena - Fonti, Napoli - Fortes Vilaça, São<br />
Paulo - Fruit and Flower Deli, New York - Enrico<br />
Fornello, Prato - gdm, Paris - Vera Gliem, Köln - Moti<br />
Hasson, New York - Reinhard Hauff, Stuttgart -<br />
Herald St, London - Hotel, London - In Arco, Torino -<br />
Alison Jacques, London - Michael Janssen, Berlin -<br />
Kamm, Berlin - francesca Kaufmann, Milano - Klerkx,<br />
Milano - Christine König, Wien - Le Case d'Arte, Milano - Federico<br />
Luger, Milano - Lumen Travo, Amsterdam - Magazzino d'Arte Moderna,<br />
Roma - Giò Marconi, Milano - Primo Marella, Milano, Beijing - Maze,<br />
Torino - Sara Meltzer, New York - Kamel Mennour, Paris - Francesca<br />
Minini, Milano - Massimo Minini, Brescia - Mitterrand & Sanz, Zürich -<br />
Monitor, Roma - Motive, Amsterdam - Murray Guy, New York - Museum<br />
52, London - Newman Popiashvili, New York - Franco Noero, Torino -<br />
Nogueras Blanchard, Barcelona - Noire, Torino - Lorcan O'Neill Roma,<br />
Roma - francesco pantaleone, Palermo - Alberto Peola, Torino - Peres<br />
Projects, Berlin, Los Angeles - Giorgio Persano, Torino - Perugi, Padova<br />
- Photo&Contemporary, Torino - Photology, Milano, Bologna -<br />
Pianissimo, Milano - Pinksummer, Genova - Produzentengalerie<br />
Hamburg, Hamburg - prometeogallery, Milano, Lucca - Regina, Moscow<br />
- Anthony Reynolds, London - Sonia Rosso, Torino - Perry Rubenstein,<br />
New York - Lia Rumma, Napoli, Milano - Nikolaus Ruzicska, Salzburg -<br />
S.A.L.E.S., Roma - schleicher + lange, Paris - Anna Schwartz,<br />
Melbourne - Mimmo Scognamiglio, Milano, Napoli - Suzy Shammah,<br />
Milano - ShangART, Shanghai. Beijing - Shugoarts, Tokyo - Side 2,<br />
Tokyo - Francosoffiantino, Torino - Sprovieri, London - Studio Dabbeni,<br />
Lugano - Studio Guenzani, Milano - Jiri Svestka, Prague - Ileana Tounta,<br />
Athens - Tucci Russo, Torre Pellice - V.M.21, Roma - Georges-Philippe<br />
et Nathalie Vallois, Paris - van Gelder, Amsterdam - Vistamare, Pescara<br />
- Max Wigram, London - Wilkinson, London - Xippas, Paris, Athens -<br />
Zero, Milano<br />
New Entries<br />
Balicehertling, Paris - Chert, Berlin - Lucile Corty, Paris - Croy Nielsen,<br />
Berlin - Dicksmith, London - freymond-guth & co, Zürich - James Fuentes,<br />
New York - Alexander Gray, New York - Grimm, Amsterdam - Hollybush<br />
Gardens, London - Jarach, Venezia - Klemm's, Berlin - Office Baroque,<br />
Antwerp - Project Gentili, Prato - ProjecteSD, Barcelona - Rodeo, Istanbul<br />
- Sutton Lane, London - Triple V, Dijon - Jocelyn Wolff, Paris<br />
Info: 01119744106<br />
info@artissima.it<br />
Visionnaire Design<br />
Gallery, nuovo<br />
spazio milanese fra<br />
arte, moda e cinema<br />
Nasce dall'incontro fra Fabbrica Eos<br />
- galleria d'arte che vanta anni d'attività<br />
nella sede milanese di piazza<br />
Baiamonti - e Samuele Mazza la<br />
nuovissima Visionnaire Design<br />
Gallery, spazio situato nell'ex-cinema<br />
Cavour e gestito dallo stesso<br />
Mazza e Ipe Cavalli. Un ambiente<br />
eclettico, che darà spazio a sfilate di<br />
moda, presentazioni di design, aperitivi,<br />
proiezioni cinematografiche,<br />
mentre Fabbrica Eos vi realizzerà<br />
eventi in collaborazione con gallerie<br />
d'arte italiane ed estere, fra cui<br />
un'importante antologica di Mimmo<br />
Rotella, in collaborazione con l'omonima<br />
fondazione, con opere dedicate<br />
al cinema. Si è cominciato con<br />
un'esposizione dedicata al gruppo<br />
Cracking Art (Nucara - Veronesi -<br />
Angi - Rizzetti - Kicco - Sweetlove)<br />
che per l'occasione ha realizzato<br />
un'inedita installazione frutto di un'altrettanto<br />
nuova ricerca artistica.<br />
All'interno dello showroom, una<br />
mostra collettiva con opere di grande<br />
formato di Alessandro Algardi,<br />
Giampiero Bodino, Josè D'apice,<br />
Mauel Felisi, Fabio Giampietro,<br />
Giuseppe Mastromatteo, David<br />
Reimondo, Paolo Troilo.<br />
P.za Cavour, 3 - Milano<br />
Info: 026596532<br />
pressmedia@coolmag.it
22.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
jusartis.<br />
Milano, nuova casa a Porta Venezia per<br />
la galleria The Flat - Massimo Carasi<br />
L'appartamento cambia casa. Dopo sei anni in via Vaina 2,<br />
The Flat di Massimo Carasi,<br />
Daniela Barbieri e Antonella<br />
Magalini lascia la storica sede<br />
in Porta Romana. Il secondo<br />
trasloco, dopo quello fatidico,<br />
agli inizi della carriera che<br />
aveva portato la galleria, specializzata<br />
nell'arte giovane, con<br />
un approccio che guarda sempre<br />
più agli artisti internazionali pur senza dimenticare le<br />
nuove leve italiane, dall'originaria Mantova alla città di<br />
Milano. Il nuovo spazio, questa volta su strada, si situerebbe<br />
nella zona di Porta Venezia, in via Frisi 3, con Giò Marconi,<br />
Claudio Guenzani ed Enzo Cannaviello come vicini di casa e<br />
si articolerebbe su due piani, per una metratura complessiva<br />
di trecentocinquanta metri quadri. Scopo dell'operazione<br />
sarebbe quello di offrire agli artisti invitati una piattaforma<br />
articolata in grado di interpretarne le esigenze installative e<br />
di aumentare le possibilità espositive, trasformando sempre<br />
più la galleria in<br />
un laboratorio<br />
di sperimentazione.<br />
La nuova<br />
location ha<br />
inaugurato in<br />
occasione di<br />
Start Milano il<br />
19 settembre<br />
Le vendita all'asta e il<br />
"gioco delle regole"<br />
Va chiarito subito: non si vuol qui mettere<br />
in dubbio - come non di rado è avvenuto,<br />
da parte della stampa, specie negli ultimi<br />
tempi - la trasparenza dell'operato delle<br />
case d'asta. Né tanto meno svilire la funzione,<br />
anche culturale, da queste ultime<br />
svolta, e in cui ha un gran peso la preziosa,<br />
e seria, attività di ricerca svolta dagli<br />
specialisti dei diversi 'Dipartimenti'.<br />
Tutt'altro. Le case d'asta sono delle istituzioni<br />
serie, spesso quotate in Borsa, che<br />
rispondono al pubblico, quando non<br />
anche al mercato, del loro operato e dell'osservanza<br />
delle regole. Regole su cui si<br />
può forse dissentire. Regole che possono<br />
essere cambiate (dal legislatore) o entro<br />
certi limiti modificate (dai giudici). Ma tant'è: pur sempre<br />
regole. Cui le case d'asta si attengono e devono attenersi.<br />
Vediamole più da vicino, dal punto di vista giuridico. Perché<br />
il punto è tutto qui: nel "gioco delle regole".<br />
Non ci è parsa corretta informazione giornalistica quella che,<br />
attraverso articoli che dovrebbero solo evidenziare il disvalore<br />
di alcuni (ormai tristemente noti) mediatori di reperti clandestini,<br />
insinua anche avventurose ipotesi di 'riciclaggio' di<br />
opere d'arte trafugate, le quali sarebbero state orchestrate -<br />
si cita (quasi) a memoria - "con la complicità e attraverso lo<br />
'schermo' delle vendite all'asta…; che permettono di 'ripulire'<br />
la provenienza dei reperti". Detto così, suona veramente<br />
Riaperto a Carrara il Museo Civico<br />
del Marmo, con sale multimediali by<br />
Studio Azzurro<br />
Il percorso espositivo interno, riqualificato a seguito di importanti<br />
e necessari lavori sulla struttura, è stato riorganizzato<br />
attraverso un intervento parziale sugli spazi che, pur mantenendo<br />
l'impianto originario<br />
con le sezioni di Storia<br />
Locale, Archeologia<br />
Romana, Archeologia<br />
Industriale, Applicazioni<br />
Tecniche e Calchi, ha permesso<br />
una riorganizzazione<br />
delle sale, secondo un percorso<br />
omogeneo e più facilmente<br />
leggibile dai visitatori.<br />
Studio Azzurro<br />
Riaperte a Carrara le nuove<br />
sale del Museo Civico del<br />
con la doppia personale Gulliver in Wonderland, che vede<br />
protagonisti gli americani Carl D'Alvia e Asuka Ohsawa.<br />
come un ingiusto atto d'accusa verso istituzioni che hanno<br />
spesso alle spalle una solida tradizione, e un'ottima reputazione,<br />
corroborata dai fatti. Vero è che, purtroppo, personaggi<br />
dalla dubbia moralità possono approfittare, tramite semplici<br />
espedienti, della pericolosità insita in alcune particolari<br />
"regole del gioco". Leggendo le Condizioni di vendita delle<br />
principali - se non di tutte le - case d'asta, si apprende infatti<br />
che "nello svolgimento della sua attività di vendita la casa<br />
d'aste agisce quale mandataria in esclusiva in nome proprio<br />
e per conto di ciascun venditore il cui nome viene trascritto<br />
negli appositi registri di Pubblica Sicurezza tenuti presso la<br />
casa d'aste. La vendita deve considerarsi intervenuta tra il<br />
venditore e l'acquirente (il c.d. aggiudicatario); ne consegue<br />
che la casa d'aste non assume in proprio alcuna responsabilità<br />
oltre a quella ad essa derivante dalla propria qualità di<br />
mandataria". Una responsabilità, quest'ultima, piuttosto limitata:<br />
come si può ricavare agevolmente dalla disciplina codicistica<br />
(art. 1710-1718 c.c.). A questo - che non è altro se non<br />
l'inquadramento dell'attività delle case d'asta nella figura del<br />
mandato senza rappresentanza - seguono il più delle volte<br />
delle clausole di esonero da responsabilità del seguente tipo:<br />
"la casa d'aste agisce in qualità di mandataria dei venditori e<br />
declina ogni responsabilità in ordine alla descrizione degli<br />
oggetti contenuti nei cataloghi… Tutte le aste sono precedute<br />
da un'esposizione al fine di permettere un esame approfondito<br />
circa l'autenticità, lo stato di conservazione, la provenienza,<br />
il tipo e la qualità degli oggetti. Non si rilasciano<br />
garanzie in tal senso, salvi i casi previsti dalla legge". E ancora:<br />
"in caso di contestazioni, fondate, per oggetti falsificati ad<br />
arte, e denunciati entro ventuno giorni dalla vendita, rientra<br />
nella discrezionalità della casa d'aste l'eventuale annullamento<br />
della vendita, e la comunicazione all'aggiudicatario,<br />
Marmo, dopo un periodo di chiusura per lo svolgimento di importanti lavori di ristrutturazione e riqualificazione.<br />
E riaperte con una novità assoluta, le sale dello spazio multimediale, progettato e realizzato da<br />
Studio Azzurro, gruppo di ricerca artistica che ha saputo dare,<br />
attraverso l'utilizzo delle più moderne tecnologie audiovisive, voce<br />
ed immagine a tutto il mondo del marmo, ai suoi lavoratori che nel<br />
tempo hanno dedicato la vita alla lavorazione dello stesso.<br />
Partendo dalla consapevolezza dell'importanza che il marmo ha<br />
assunto e ancora detiene nella città, Studio Azzurro è riuscito ad<br />
interpretarla trasferendola su un piano immateriale, in cui la materia si racconta per immagini, suggestioni<br />
e voci narranti in un percorso della durata di circa un'ora e trenta minuti.<br />
The Flat - Massimo Carasi<br />
Via Frisi 3 (Zona Porta Venezia) - Milano<br />
Info: 0258313809<br />
carasi-massimo@libero.it<br />
www.carasi.it<br />
IL COMMENTO DEL MESE<br />
"W il premio alla Corriera dato a Cattelan"<br />
Poteva stupirci con effetti speciali. E invece è<br />
bastato cambiare una vocale al nostro affezionato<br />
commentatore 'la mummia' per irridere il<br />
Maurizio nazionale. Il Premio, per inciso, è stato<br />
conferito dalla Quadriennale.<br />
[in calce alle notizie su <strong>Exibart</strong>.com]<br />
Viale XX Settembre - Carrara (Ms)<br />
Info: 0585845746<br />
museomarmo@amiatelfree.it<br />
Crisi del settore video, sospesa<br />
l'edizione 2009 della Venice<br />
Videoart Fair<br />
"Nel corso del 2008 si è palesata la chiara difficoltà in<br />
cui versano molte delle gallerie che al video dedicano<br />
buona parte della propria attività". È impietoso l'incipit<br />
del secco comunicato, con il quale gli organizzatori<br />
annunciano la sospensione la terza edizione di Venice<br />
Videoart Fair, fiera dedicata alla videoarte curata da<br />
Raffaele Gavarro. Che era in programma a Venezia,<br />
sull'Isola di San Servolo, fra l'11 e il 14 Settembre scorsi,<br />
in concomitanza con la Biennale di Architettura. "Le<br />
aspettative da parte del collezionismo italiano e internazionale,<br />
come degli addetti ai lavori sono state alte,<br />
ma l'intenzione<br />
di presentare<br />
una edizione<br />
della fiera ricca<br />
di contenuti e che stimolasse il<br />
dibattito sul mercato del video,<br />
ha reso la sospensione irrinunciabile".<br />
Entro l'autunno - assicurano<br />
tuttavia i promotori - cominceranno<br />
i lavori per la nuova edizione<br />
della fiera che si terrà dal 4<br />
al 7 giugno del 2009, in contemporanea con la 53. Biennale Arti Visive.<br />
www.venicevideoartfair.com<br />
Herzog & de Meuron, ecco come sarà<br />
la Tate Modern extension<br />
"La nuova costruzione si leggerà finalmente come componente<br />
di un complesso, piuttosto che un edificio separato,<br />
con un programma separato". Mostra soddisfazione sir<br />
Nicholas Serota, direttore della Tate Modern, davanti al<br />
nuovo progetto per l'ampliamento del museo londinese,<br />
presentato dagli architetti Herzog & de Meuron con sensibili<br />
correzioni rispetto al primo concept. I volumi scultorei<br />
hanno abbandonato il rivestimento di vetro, per una<br />
soluzione che li uniforma ai mattoncini dell'ex centrale<br />
elettrica. Il progetto recupererà i "found spaces" degli ex<br />
serbatoi della centrale, presenterà avanzate soluzioni di<br />
eco-sostenibilità per la climatizzazione, e all'ultimo piano<br />
avrà una terrazza con splendida vista sulla città. Apertura<br />
per le Olimpiadi 2012? Molto dipenderà dal reperimento<br />
dei fondi necessari, duecentoquindici milioni di sterline,<br />
mentre la raccolta per ora è ferma a settanta milioni...<br />
su richiesta di quest'ultimo, del nome del venditore". Per gli<br />
addetti al lavori, tali condizioni di vendita, in quanto prassi<br />
ormai consolidate, universalmente e uniformemente praticate<br />
e accettate da tutti, equivalgono ai c.d. 'usi contrattuali': i quali,<br />
secondo l'art. 1374 c.c., sono in grado di integrare il contratto,<br />
obbligando le parti. Tutto questo però soprattutto vuol dire, tornando<br />
a monte, che basta, per il venditore, avere un 'prestanome'<br />
affidabile e il gioco è fatto: il venditore è un prestanome,<br />
la casa d'asta non è responsabile, quindi… Delle due l'una. O<br />
si inquadra diversamente l'operato delle case d'asta (ad es.<br />
nella figura della commissione, una particolare specie di mandato<br />
con cui, attraverso la clausola dello 'star del credere', si<br />
potrebbe aggravare la responsabilità del commissionario). O<br />
si riprende la via timidamente percorsa, negli anni '70, dalla<br />
Corte d'Appello di Roma, che sancì, per un caso particolare, la<br />
nullità delle clausole di esonero da responsabilità di una casa<br />
d'aste. Con una sentenza che non ha fatto 'scuola', non registrandosi,<br />
successivamente, altre pronunce - come si dice -<br />
'conformi': forse perché troppo severa? O forse perché le case<br />
d'asta più serie, in caso di problemi, hanno sempre risarcito in<br />
proprio l'incolpevole acquirente, pur non essendovi tenute, e<br />
anche quando non avevano alcuna possibilità di rivalersi nei<br />
confronti del cliente affidante? In ogni caso, chissà se gli ultimi,<br />
recenti scandali, e la deprecabile e deprecata 'campagna<br />
stampa' che ne è derivata, non stimoli il legislatore e/o i giudici<br />
ad introdurre perlomeno qualche correttivo nel sistema. Chi<br />
vivrà, vedrà …<br />
silvia segnalini<br />
avvocato in Roma, esperto di diritto dei beni culturali e<br />
consulenza legale per l'arte e il collezionismo<br />
silvia.segnalini@uniroma1.it<br />
Cento abitanti, un museo. In<br />
Molise inaugurata la Galleria<br />
Comunale di Castelpizzuto<br />
Un paesino<br />
arroccato alle<br />
pendici del massiccio<br />
del<br />
Matese, in provincia<br />
di Isernia,<br />
che conta meno<br />
di cento abitanti.<br />
Ma che ora ha<br />
inaugurato una<br />
altisonante<br />
Galleria Comunale d'arte Contemporanea, con<br />
tanto di direttore, Giorgio Berchicci. Accade a<br />
Castelpizzuto, con la mostra Fenomena, curata da<br />
Adriana Cian Bucciano, che "prende in esame -<br />
come specifi-<br />
cano gli organizzatori<br />
-<br />
alcune realtà<br />
della pittura e<br />
della scultura<br />
nel semplice<br />
Via Roma 27 - Castelpizzuto (Is)<br />
Info: 0865577015<br />
ernestoliccardo@hotmail.com<br />
porsi dell'individualità senza pretese tendenziali".<br />
Le individualità sono quelle dei protagonisti della<br />
mostra, da Giuseppe Bertolino a Tomaso Binga,<br />
Andrea Caruso, Enza Clapis, Franco Ciuti,<br />
Ettore Consolazione, Prisco De Vivo, Teodosio<br />
Magnoni, Piero Maniscalco, Milot Alfred<br />
Mirashi, Ali Nasseredin, Claudio Palmieri,<br />
Oliviero Rainaldi, Renzogallo, Erich Turroni.
24.speednews <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
Macro spritz, a Roma spunta il<br />
nome di Luca Massimo Barbero<br />
Come era naturale aspettarsi, di voci se ne sono rincorse molte, in questi<br />
mesi, che davano per certi i nomi prima di Vittorio Sgarbi, poi di<br />
Lorenzo Canova, poi di Gianni Mercurio. Ora per la direzione del Macro<br />
- orfano di Danilo Eccher - si affaccia il nome di Luca Massimo Barbero,<br />
che qualcuno - l'edizione romana di Repubblica, in un tris di nomine completato<br />
da Umberto Broccoli alla Soprintendenza ai beni culturali e<br />
Philippe Daverio alla presidenza di Palaexpò -<br />
da già per certo sulla poltrona di via Reggio<br />
Emilia. Anche in questo specifico caso, l'apparire<br />
della notizia ha avviato un frenetico susseguirsi<br />
di mezze conferme, smentite, ammiccamenti,<br />
fino a che il diretto interessato - interpellato<br />
direttamente da <strong>Exibart</strong> - l'ha bollata<br />
come "gossip", riservandosi di farci sapere al<br />
più presto. La notizia stavolta appare comunque<br />
vicinissima alla conferma ufficiale.<br />
Curatore associato della Collezione Peggy<br />
Luca Massimo Barbero<br />
Guggenheim, Barbero è stato consulente artistico<br />
per il Comune di Vicenza, vicepresidente<br />
del Guggenheim International Circle di Venezia e presidente della<br />
Fondazione Bevilacqua La Masa..<br />
Quasi pronto il bando.<br />
Due grandi opere d'arte pubblica per il Maxxi di Roma<br />
Arte pubblica per il Maxxi. E, per di più, derivante<br />
dalla mitologica "legge del 2%", quella<br />
quasi-sempre-inapplicata normativa che<br />
obbliga, per ogni opera pubblica, uno stanziamento<br />
in arte di una cifra pari al due percento<br />
del totale dell'appalto, pena il mancato<br />
collaudo. In realtà gli inadempienti sono la<br />
stragrande maggioranza, ma di pene neppure<br />
l'ombra e così la vecchia legge fascista<br />
che avrebbe potuto riempire d'arte contemporanea<br />
il paese fa bella mostra di sé soprattutto<br />
nei convegni e in qualche saggio. Non<br />
andrà così al Maxxi, il Museo delle Arti del<br />
XXI secolo che è in costruzione a Roma: il<br />
Ministero dei Beni culturali, infatti, in ottemperanza<br />
della nostra Legge, lancerà un<br />
bando per due opere d'arte pubblica per un<br />
totale di oltre 1,2 milioni di euro. Una discreta sommetta che permetterà di 'arredare' la piazza esterna<br />
(il monumento commissionato deve avere l'acqua come tema, Jeppe Hein o Olafur Eliasson favoritissimi)<br />
e il grande ingresso principale.<br />
Gaetano Pesce architetto,<br />
per un contemporaneissimo Trullo...<br />
li autoctone - in<br />
residenze estive,<br />
attrezzate<br />
secondo gli<br />
standard di confort<br />
attuali e secondo un sistema di "consumo" adeguato semplicemente<br />
alla richiesta massificata. Su un ettaro di uliveto nella campa-<br />
Il progetto è nato e sviluppato dall'incontro tra tradizione<br />
e ribellione, nel riconoscimento della qualità<br />
paesaggistica dei luoghi interessati unitamente<br />
alla dimensione sperimentale della ricerca di un<br />
particolare architetto. Lui è Gaetano Pesce, e il<br />
progetto si chiama Pescetrullo, che si propone di<br />
affermare come inopportuna la trasformazione dei<br />
trulli - primitive<br />
costruzioni rura-<br />
Agro di Carvovigno - Puglia<br />
Info: 3488561818<br />
info@startcontempo.org<br />
www.startcontempo.org<br />
gna tra Ostuni e Carovigno, nel brindisino, Pesce ha quindi realizzato - su commissione della gallerista<br />
veneziana Caterina Tognon - quattro nuovi corpi di fabbrica appoggiati su una pedana di cemento, la<br />
cui forma planimetrica, fortemente irregolare, lascia spazio agli antichi alberi di fico, mandorlo e ulivo<br />
che la circondano. Un intervento di architettura immediatamente collocabile in assoluta continuità con<br />
tutto il lavoro di Pesce, in un dialogo serrato tra design e arti visive.<br />
Fondazione Crt,<br />
al via il progetto arte alle Officine grandi<br />
riparazioni di Torino<br />
Se ne parlava già da anni, ma ora forse c'è l'attesa svolta. Il Consiglio<br />
d'amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino ha ufficializzato<br />
l'acquisto dell'area delle Ogr, acronimo che sta per Officine<br />
grandi riparazioni, per farne uno spazio culturale polifunzionale e uno dei<br />
punti di riferimento per l'arte a Torino. Il prossimo passo sarà la sottoscrizione<br />
di un protocollo d'intesa fra Fondazione Crt, Città di Torino e Rfi, proprietaria<br />
attuale della struttura, il cui testo è già stato concordato. La fondazione<br />
ha comunque ribadito<br />
la volontà di procedere al<br />
recupero funzionale e al<br />
restauro del complesso, destinandolo<br />
alla realizzazione di<br />
un polo dedicato alla cultura<br />
contemporanea. Nelle intenzioni<br />
dell'ente c'è la volontà di<br />
completare il recupero in<br />
tempo utile per le manifestazioni<br />
del Centocinquantenario<br />
dell'Unità d'Italia, nel 2011.
26.index <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
52<br />
handbag [64]<br />
tornaconti<br />
[66] perdersi l’arte sotto il naso<br />
decibel<br />
[68] beijing wave<br />
arteatro<br />
[70] famiglie, donuts, alveari...<br />
libri<br />
[72] della fierite<br />
[73] la vergine di ferro | crisi d’identità | dove c’è barilli c’è casa<br />
pre[ss]view<br />
[74] una spina nel fianco di genova<br />
retrocover [4]<br />
design<br />
opinioni [6]<br />
[76] le tre metà del cielo<br />
speednews [8]<br />
talent hunter<br />
[78] dario pecoraro<br />
popcorn [18]<br />
ou [80]<br />
oroscopo [19]<br />
<strong>Exibart</strong>.agenda [81-83]<br />
trailers [28]<br />
fotofinish [85]<br />
in teoria<br />
[30] l’arte e la sensorialità dei new media<br />
[31] l’anti-divo<br />
manifesta<br />
[34] ricapitoliamo | consigli per un giovane curatore | searching<br />
manifesta<br />
approfondimenti<br />
[36] la mostra dopo la tempesta<br />
[40] this is not another biennial<br />
[41] living tel aviv<br />
[42] biobob<br />
[46] riprendere berlino<br />
nuovi spazi [48-49]<br />
déjà vu [52-55]<br />
intervallo [56]<br />
recensioni<br />
[58] rocky mountain people show | enzo cucchi<br />
trecapitali [60]<br />
fashion<br />
[62] re-thinking monna lisa<br />
sommario<br />
hostravistoxte<br />
[86] tesi XI (bis)<br />
GRACIAS.<br />
questo numero è stato realizzato grazie a…<br />
0521 snc<br />
Agim Muka<br />
Altofragile<br />
AngelArt Gallery<br />
Antonio Colombo<br />
Artesilva<br />
Associaz Siviera<br />
Biquadra<br />
Careof<br />
Comprabanner srl<br />
Comune di Gubbio<br />
Comune di Jesi<br />
Com. di Sommacampagna<br />
Comune San Giovanni V.no<br />
Com. S. Vito al Tagliamento<br />
Conservatoio<br />
Constantin Migliorini<br />
Cybele Varela<br />
Davis&Franceschini<br />
De Faveri Arte<br />
Dorado Communications<br />
pubblicità su <strong>Exibart</strong>? adv@exibart.com | 0552399766<br />
Effearte srl<br />
Enotei<br />
Fabbrica Borroni<br />
Fabio Paris<br />
Fond. Fitzcarraldo<br />
Fullsteam srl<br />
Galleria Bonelli<br />
Galleria De Foscherari<br />
Galleria Elefante<br />
Galleria Miomao<br />
Galleria Monocromo<br />
Galleria Oredaria<br />
Galleria Pack<br />
Galleria Santa Eufemia<br />
Goethe Galerie<br />
L'Attico<br />
Mar museo d'arte Ravenna<br />
Nac<br />
Nico srl<br />
Palazzo Ducale<br />
Palazzo Grassi<br />
Palazzo Rospigliosi<br />
Curti / Gambuzzi<br />
Pigneto Art Project<br />
Primo Piano<br />
Provincia Bolzano<br />
Provincia Milano<br />
RAM<br />
Romberg<br />
Rosi Fontana<br />
San Salvatore<br />
San Servolo<br />
Sergio Tossi Arte contemp<br />
Spirale Arte<br />
Tudor<br />
Velan<br />
Vision Photographia<br />
Warehouse<br />
Clp<br />
SpazioA<br />
Comunicare organizzando
28.trailers <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
ADVARTISING.<br />
di raffaele bifulco<br />
Sulle origini del caffè vi sono molte leggende. La maggior parte<br />
conosce quella proveniente dal Monastero Chehodet nello<br />
Yemen, secondo la quale uno dei monaci, avendo saputo da un<br />
pastore di nome Kaldi che le sue capre ed i suoi cammelli si mantenevano<br />
svegli e vivaci anche di notte se mangiavano alcune particolari<br />
bacche, preparò con queste una bevanda nell'intento di<br />
restare sveglio per poter pregare più a lungo. Funzionò. Così<br />
come il caffè funzionò come soggetto di opere d'arte: probabilmente<br />
la più antica raffigurazione di una tazzina ricolma di caffè<br />
è la natura morta di Francisco de Zurbaran, Piatto di cedri, cesto<br />
di arance e tazza con rosa<br />
(1633). Quando poi divenne<br />
bevanda di uso comune il<br />
caffè assurse a co-protagonista<br />
di dipinti e disegni<br />
mentre, fra Sei e<br />
Settecento, sono numerosissime<br />
le incisioni che ne<br />
testimoniano le varie fasi di<br />
preparazione, fino al "rito"<br />
della degustazione. Pare<br />
che adesso l'attenzione si<br />
sia spostata. illy, inaugurando<br />
nel 1992 le illy Art<br />
Collection, collezioni di tazzine<br />
interpretate dai più grandi<br />
artisti contemporanei, ha<br />
unito il piacere sensoriale<br />
del caffè con quello estetico<br />
di un'opera d'arte. Il passo<br />
successivo è stato il<br />
Barattolo illy Art Collection,<br />
realizzato nel 2006 in edizione<br />
limitata: era "Coffee<br />
Flavours Ideas" decorato da<br />
James Rosenquist. A questo<br />
punto della storia mancano<br />
solo i tovagliolini. A ciò<br />
ha pensato la catena di<br />
rosticcerie Robert Harris Coffee Roasters, commissionando a<br />
dieci artisti la realizzazione di trenta opere d'arte originali su salviettine<br />
per caffè. I lavori poi sono stati esposti in alcune fermate<br />
di autobus, come fossero il livello stradale di una galleria d'arte,<br />
con lo scopo di rendere momento di ispirazione e piacere sensoriale<br />
l'attesa ai pendolari. "Every break should be inspirational" la<br />
headline, studiata dall'agenzia DRAFTCB di Auckland in Nuova<br />
Zelanda, che accompagna la didascalia di riferimento dell'opera.<br />
Qualcuno ha idee per interpretare l'ammazzacaffè?<br />
COLLEZIONISTI<br />
a cura di marianna agliottone<br />
sul prossimo numero i collezionisti saranno<br />
Lorenza Sebasti e Marco Pallanti<br />
ATTILIO RAPPA<br />
(Biella)<br />
Allora iniziamo. Com’è nato il suo interesse per l'arte<br />
contemporanea e quando è nata la sua collezione?<br />
L'interesse è nato dopo una visita agli studi di Marco<br />
Cingolani e Massimo Kaufmann e l'incontro presso di<br />
loro con altri artisti come Amedeo Martegani, Stefano<br />
Arienti, Margherita Manzelli, Luca Pancrazzi e<br />
Alessandro Pessoli. La collezione poi è iniziata un sabato,<br />
alla fine degli anni '80, comprando un quadro di<br />
Pierluigi Pusole alla Galleria Carbone di Torino.<br />
Quanti pezzi ha oggi in raccolta?<br />
Credo quattrocento, ma non ne sono certo: nonostante<br />
il mio lavoro, in amore non so contare!<br />
Come arriva all'acquisizione di un nuovo lavoro?<br />
Dipende dal momento. Mia moglie Loredana aveva un<br />
approccio più personale, una sua visione dell'arte. Io<br />
invece sono attratto da aspetti differenti che non sempre<br />
hanno a che fare con me e con la mia personalità:<br />
a volte è la tematica, altre è la tecnica, oppure l'emozione<br />
e qualche volta, perchè no, il mercato.<br />
Si avvale di consulenti?<br />
Di tanti amici galleristi e artisti coi quali condivido non<br />
solo l'amore per l'arte ma anche il meraviglioso gioco<br />
della vita: Franco Noero, Francesca Kaufmann, Fiaschi<br />
Lorenzo e Company, Olafur Eliasson, Loris Cecchini e<br />
Sabrina Mezzaqui.<br />
Quanto vale attualmente la sua collezione?<br />
A dire il vero non sono informato. Credo lo saranno poi<br />
i miei figli...<br />
Il ritorno economico delle opere acquistate dunque<br />
non è un aspetto che le interessa?<br />
Ma sì, il ritorno economico può essere una prova interessante<br />
ed è in un certo senso una specie di sfida con<br />
RSI<br />
rassegna stampa internazionale<br />
Il genio architettonico italiano<br />
secondo gli inglesi<br />
Il Guardian celebra la figura del visionario<br />
architetto Paolo Soleri, definito<br />
un geniale guru, inventore di neologismi<br />
come Ecotecture e Arcology, che<br />
definiscono una prassi costruttiva<br />
orientata al design di basso impatto<br />
ambientale. Negli anni '70 Soleri era<br />
andato negli States, per lavorare al<br />
fianco di Frank Lloyd Wright, dal quale<br />
però si distaccò quasi subito per dedicarsi<br />
alla fondazione di Arcosanti, settanta<br />
miglia da Phoenix in Arizona, una<br />
città utopica di un futuro improbabile,<br />
più vicino ai villaggi attraversati da<br />
Luke Skywalker che al mondo reale.<br />
Strutture compatte, a basso consumo<br />
energetico, un esempio da studiare<br />
e rivalutare. In verità solo il tre per<br />
cento del progetto di Arcosanti è<br />
stato realizzato ed oggi la popolazione<br />
è ridotta a circa sessanta unità. A<br />
quasi novant'anni, Soleri oggi è pressoché<br />
scomparso dalla circolazione,<br />
se si eccettua il Leone d'Oro della<br />
Biennale di Venezia assegnatogli nel<br />
2000. Eppure mai come oggi, con i<br />
problemi climatici ed energetici che<br />
affliggono il pianeta, la sua lezione<br />
risulta attuale. Con buona pace di<br />
tutte le archistar più celebrate.<br />
Chi: Steve Rose<br />
Dove: The Guardian<br />
Quando: 25 agosto 2008<br />
L'antimodernismo di Bondi<br />
La stampa inglese non si è fatta sfuggire<br />
la polemica rimbalzata dal settimanale<br />
Grazia e dal quotidiano La<br />
Stampa di Torino tra il neoministro<br />
del governo Berlusconi Sandro Bondi<br />
e Francesco Bonami. Il primo si è più<br />
o meno espresso giudicando incomprensibili<br />
l'architettura e l'arte contemporanee,<br />
il secondo lo ha accusato<br />
di sostenere tesi antiquate e superate<br />
già da oltre un secolo. Il Guardian<br />
ne ha fatto un mazzo con altre uscite<br />
se stessi che, se vinta, regala sensazioni<br />
bellissime.<br />
E allora si sbilanci e ci dica gli affari<br />
migliori che ha fatto finora.<br />
Direi una 'Mappa' di Alighiero Boetti<br />
e un'opera di Tom Friedmann.<br />
Secondo lei, qual è la ricetta del<br />
collezionista di successo?<br />
Sperimentare senza paura di sbagliare.<br />
Le ultime opere che ha comprato?<br />
Un'opera di Andrew Dadson e<br />
'Constellation Gemini' dell'artista<br />
albanese Helidon Gjergji.<br />
L'ultima che ha venduto?<br />
Una di Mark Handforth: essendo<br />
un'opera da esterni mi era difficile<br />
collocarla…<br />
Dove trova posto la sua collezione?<br />
Si trova prevalentemente divisa in due mie case: quella<br />
di Biella (luogo in cui vivo) e quella di Pantelleria. Per<br />
quest'ultima ho invitato gli artisti a realizzare delle<br />
opere site-specific, tenendo conto sia della natura dell'isola<br />
che della forza del suo paesaggio: Susan Philipsz,<br />
Costa Vece, Kendall Geers, Franz Ackermann, Paul<br />
Morrison, Mario della Vedova e Alex Pinna.<br />
Quali sono i giovani sui quali punta Attilio Rappa?<br />
I giovani italiani! Fra i più bravi ma purtroppo poco supportati<br />
dal sistema artistico nazionale, cito: Christian<br />
Frosi, Alice Guareschi, Luca Trevisani, Margherita<br />
Morgantin, Laurina Paperina e Andrea Mastrovito.<br />
celebri come quella di Berlusconi sul<br />
progetto della torre milanese di<br />
Libeskind, definito "raccapricciante",<br />
o quella di Alemanno sulla questione<br />
della scatola dell'Ara Pacis edificata<br />
da Richard Meier a Roma. Il ritrattino<br />
dipinge quasi una campagna culturale<br />
antimodernista attribuita al<br />
Governo da poco insediato.<br />
Chi: Tom Kington<br />
Dove: The Guardian<br />
Quando: 13 agosto 2008<br />
Chi la fa più grossa?<br />
Tutto è cominciato un decennio d'anni<br />
fa (1998), quando l'enorme Angel<br />
of The North di Antony Gormley,<br />
duecento tonnellate d'acciaio per<br />
una struttura di 20 x 54 metri, è<br />
stato installato a Gateshad, nel<br />
nord-est dell'Inghilterra. Nacque lì la<br />
tendenza britannica al gigantismo<br />
nelle opere pubbliche ispirate dal<br />
Gormely Effect. L'ultima impresa<br />
vede come protagonista Anish<br />
Kapoor e il progettista Cecil<br />
Balmond, cui si devono cinque nuove<br />
strutture monumentali da installarsi,<br />
entro i prossimi dieci anni, nella Tees<br />
Valley e che finiranno per modificare<br />
radicalmente il paesaggio dell'intera<br />
regione. Spesa prevista? Quindici<br />
milioni di sterline. Frattanto, per<br />
parte sua Marc Quinn è all'opera su<br />
"Planet", un puttone di sette tonnellate<br />
e lungo dieci metri da installarsi<br />
a Chatsworth, nella residenza dei<br />
duchi di Devonshire, nell'ambito di un<br />
progetto espositivo organizzato da<br />
Sotheby's.<br />
Il paese anglosassone si candida a<br />
contendere agli States il primato<br />
sulla scultura monumentale pubblica,<br />
e ciò non a caso: pare infatti che<br />
l'arte sia considerata uno straordinario<br />
mezzo di promozione turistica<br />
per località periferiche e depresse.<br />
Chi: Arifa Akbar<br />
Dove: Indipendent<br />
Quando: 11 luglio 2008<br />
Artisti per Obama<br />
Nella corsa sempre più serrata alla<br />
Casa Bianca tra John McCain e<br />
Barack Obama, il secondo può contare<br />
anche sulla formidabile alleanza<br />
degli artisti di strada, che sembrano<br />
aver sposato in pieno la causa. Così<br />
illustrazione di Nicola Toffolini<br />
Attilio Rappa - fotografato per <strong>Exibart</strong> da Christian Frosi, 2008.<br />
le principali città americane, da<br />
Chicago ad Atlanta a Los Angeles, si<br />
riempiono di stickers, manifesti,<br />
stencil e chi più ne ha più ne metta<br />
con l'effige del nostro, nell'interpretazione<br />
creativa degli artisti. C'è chi,<br />
come Ray Noland, lo immagina<br />
come una popstar o un messia,<br />
microfono in mano o circondato da<br />
un'aureola, e c'è chi, come il celebre<br />
Fairey Shepard, ne diffonde una sua<br />
classica versione declinata dall'estetica<br />
della propaganda sovietica con<br />
la scritta Hope. Shepard è salito alla<br />
ribalta della cronaca intorno agli<br />
anni '80 diffondendo clandestinamente<br />
provocatori messaggi politici<br />
inneggianti ad un oscuro Wrestler<br />
francese chiamato André The Giant.<br />
Il messaggio Obey Giant Rules ebbe<br />
un successo folgorante: migliaia di<br />
manifesti e stickers invasero le città<br />
tanto da indurre Shepard a farne un<br />
vero e proprio business, sfociato<br />
persino in una linea di abbigliamento.<br />
Rappresentato anche da gallerie di<br />
prestigio internazionale, di questi<br />
tempi si sta completamente dedicando<br />
alla diffusione in area losangelena<br />
di magliette e manifesti - circa<br />
ottantamila quelli stampati - del candidato<br />
alle presidenziali.<br />
Chi: Kate Linthicum<br />
Dove: Los Angeles Times<br />
Quando: 23 agosto 2008<br />
rubrica di alfredo sigolo<br />
identikit.<br />
Nome e Cognome: Attilio Rappa<br />
Luogo e data di nascita: Biella, 23 Dicembre 1947<br />
Formazione: Laureato in Economia<br />
Attività lavorativa: Commercialista<br />
Stato civile: Vedovo; due figli, Elena e Vittorio
30.inteoria<br />
a cura di christian caliandro<br />
l'arte e la sensorialità<br />
dei new media<br />
I sensi che prendono il sopravvento sulle cose. Ecco il paradossale esito delle nuove tecnologie e dei nuovi<br />
media. Le innovazioni si confondono e si mescolano al concetto stesso di arte. Ed è l'arte l'unica disciplina<br />
che è stata capace di andare oltre il mero dato utilitaristico della tecno invasione contemporanea...<br />
La sensorialità sta avendo il<br />
predominio sulla materialità del<br />
mondo, e nel prossimo futuro<br />
questo accadrà sempre di più.<br />
L'avvento di una sollecitazione<br />
sensoriale quotidiana e massiccia,<br />
ad opera delle tecnologie<br />
telematiche che producono sempre<br />
più informazioni e oggetti<br />
immaginari e immateriali, sta<br />
conferendo una centralità preminente<br />
al corpo umano che è<br />
diventato il contenuto dei new<br />
media.<br />
"If the medium is the message,<br />
the user is the content" ("Se il<br />
medium è il messaggio, il fruitore<br />
è il contenuto"), così il sociologo<br />
Derrick De Kerckhove ha parafrasato<br />
il celebre aforisma di<br />
Marshall McLuhan prefigurando,<br />
sulla scia di pensiero del<br />
maestro, un presente futuro in<br />
cui l'uomo vivrà ancora più in<br />
simbiosi con la tecnologia.<br />
Grazie alle nuove possibilità di<br />
movimento e di azione che i new<br />
media consentono al corpo<br />
umano - ubiquità, comunicazione<br />
e telepresenza istantanee,<br />
memorie e stoccaggio illimitati<br />
delle informazioni e delle immagini,<br />
creazione di beni immaginari -<br />
i nostri sensi si sono trasformati<br />
in raffinati strumenti di penetrazione<br />
della realtà e di conoscenza<br />
del mondo. Lavorando sulla<br />
sub-muscolarizzazione e sulle<br />
risposte automatiche delle cellule<br />
specchio, la tecnologia si sta<br />
trasformando in un dispositivo<br />
altrettanto sensoriale quanto<br />
l'arte: come l'arte, essa opera<br />
direttamente un massaggio sui<br />
nostri sensi stimolando sia il<br />
corpo che la mente; ma ancora<br />
più dell'arte, oggi si sta imponendo<br />
come interfaccia tra noi e il<br />
mondo.<br />
Un'interfaccia importante non<br />
solo rispetto allo spazio e al<br />
tempo esterni al corpo. I new<br />
media non solo consentono una<br />
maggiore estensione tattile del<br />
corpo proiettata nell'ambiente,<br />
ma interagiscono anche con l'interiorità<br />
dell'uomo reinventando<br />
il desiderio e la sua sublimazione.<br />
Se la telerealtà (la televisione) ha<br />
sfruttato in questi anni le pulsioni<br />
umane portando alla distruzione<br />
del desiderio e alla creazione di<br />
un immaginario-feticcio, tecnologie<br />
come internet permettono<br />
invece di ricostituire quelle relazioni<br />
associative tra produttore e<br />
fruitore, che da spettatore passivo<br />
è diventato attore, interprete.<br />
Sempre De Kerckhove individua<br />
nel bluetooth e nel cellulare<br />
la nuova "aura" dell'uomo,<br />
in quanto sono dispositivi che<br />
segnano una presenza, uno<br />
spazio dell'essere esterno al<br />
corpo (il campo di ricezione) e<br />
interno (un'identità ubiqua).<br />
Questo "rinascimento" ad<br />
opera dei new media, in cui il<br />
corpo partecipa direttamente<br />
delle immagini e delle informazioni<br />
prodotte, trova una corrispondenza<br />
antica nell'arte.<br />
L'arte è un dispositivo che da<br />
sempre integra gli esseri<br />
umani, ma mai come oggi l'opera<br />
d'arte si apre ad una<br />
totale integrazione del fruitore<br />
nelle modalità di produzione di<br />
“<br />
Mai come oggi l'opera<br />
d'arte si apre ad una totale<br />
integrazione del fruitore nelle<br />
modalità di produzione di senso<br />
senso. Questa nuova cultura,<br />
che ha generato in anni recenti<br />
le pratiche open source nell'arte<br />
e l'autorialità multipla, è resa<br />
possibile grazie all'opera di<br />
mediazione congiunta di arte e<br />
nuovi media.<br />
Due esempi artistici, uno risalente<br />
a oltre trent'anni fa e uno<br />
recente, mostrano come l'arte<br />
abbia saputo sempre "vedere"<br />
oltre l'impiego meramente utilitaristico<br />
delle tecnologie e rappresentare<br />
il loro spettro d'azione<br />
sulla sensorialità e sulla creatività.<br />
Con Esposizione in tempo reale<br />
nr. 4: Lascia su queste pareti<br />
una traccia fotografica del tuo<br />
passaggio (1972) e Film disseminato<br />
(1973-76), Franco<br />
Vaccari ha rivelato in tempi non<br />
sospetti il desiderio istintivo di<br />
apparire nel mondo, di "mettersi<br />
in mostra" accettando anche la<br />
propria sparizione nella presenza-assenza<br />
fotografica. Le centinaia<br />
di strip realizzate con la<br />
Photomatic e apposte nel padiglione<br />
della Biennale di Venezia<br />
del 1972, insieme a quelle ricevute<br />
dall'artista per Film dissemi-<br />
nato, sono un corrispettivo originario<br />
dei milioni d'immagini scattate<br />
oggi con i telefoni cellulari e<br />
messe in rete. Anche se la tecnologia<br />
è diversa, l'uomo continua<br />
ad essere il contenuto di un'opera<br />
di mediazione tra scenari vecchi<br />
(i desideri istintuali, i comportamenti<br />
sociali) e scenari nuovi<br />
(l'immaterialità della telepresenza<br />
e la perdita d'identità del<br />
mondo).<br />
Sia per Vaccari che per l'artista<br />
messicano Rafael Lozano-<br />
Hemmer, la tecnologia non va né<br />
celebrata né demonizzata. È<br />
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
sopra: Franco Vaccari -<br />
Lascia una traccia fotografica<br />
del tuo passaggio, 1972<br />
a sinistra: Rafael Lozano-<br />
Hemmer - Under Scan -<br />
Biennale Venezia 2007<br />
parte dell'uomo, della sua cultura,<br />
del suo inconscio. Semmai, il<br />
linguaggio della globalizzazione<br />
(dalla fotografia al bluetooth) va<br />
meditato e ripensato attraverso<br />
l'arte, l'unica forma d'integrazione<br />
capace di realizzare un nuovo<br />
equilibrio sensoriale e mentale<br />
tra umano e artificiale.<br />
Lozano-Hemmer è un artista elettronico<br />
che crea coinvolgenti<br />
installazioni interattive tra l'architettura<br />
e la performance grazie<br />
alla robotica e ai network telematici.<br />
In Pulse (2007) l'artista ha<br />
chiesto al pubblico di "dar vita"<br />
all'opera attraverso la registrazione<br />
computerizzata del proprio<br />
battito cardiaco, segnalato nello<br />
spazio dall'accensione di una lampadina.<br />
La registrazione avveniva<br />
impugnando un manubrio, i cui<br />
sensori inviavano un impulso elettronico<br />
alla lampadina che si<br />
accendeva. Entrando nell'installazione<br />
si veniva accolti da cento<br />
lampadine appese al soffitto dello<br />
spazio, cento tracce del passaggio<br />
di altrettante persone che,<br />
con la loro "luce", creavano un<br />
ambiente magico e vibrante di<br />
presenze nell'assenza. L'arte può<br />
anche quando l'unica materialità<br />
è espressa dalla tecnologia. <br />
[marinella paderni]
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> inteoria.31<br />
a cura di christian caliandro<br />
l'anti-divo<br />
Venezia è appena finita (nel senso della Mostra del Cinema) e noi, invece, parliamo di Cannes. E ancora una<br />
volta del Divo e di Gomorra. I due lungometraggi della presunta rinascita della cinematografia di casa nostra.<br />
Ma se Sorrentino propone il divo, in quale recente film si può trovare il corrispettivo di anti-divo?<br />
Come tutti sanno,<br />
il Festival di Cannes<br />
quest'anno ha consacrato<br />
Il Divo di Paolo<br />
Sorrentino, insieme a<br />
Gomorra di Matteo<br />
Garrone, come simboli<br />
di un effettivo<br />
rinascimento del cinema<br />
italiano (annunciato<br />
probabilmente per<br />
la quinta volta in pochi<br />
anni...). Il clamore, a<br />
mesi di distanza, non<br />
accenna a placarsi,<br />
tra indagini di mercato<br />
su quanto convenga<br />
ai produttori buttarsi<br />
a capofitto nel<br />
nuovo filone inaugurato<br />
dai due campioni e<br />
meravigliate constatazioni<br />
sulla riscoperta<br />
del neorealismo.<br />
Tralasciando per il<br />
momento tutte le considerazioni<br />
relative<br />
all'effettiva distanza -<br />
stilistica e contenutistica<br />
- che separa i<br />
due film nel rapporto<br />
che intrattengono<br />
con la realtà, vale<br />
forse la pena di soffermarsi<br />
su alcune<br />
qualità specifiche del<br />
ritratto di Sorrentino,<br />
e su ciò che ci dice<br />
dell'Italia di oggi. Il Divo<br />
si concentra infatti sull'inizio<br />
degli anni<br />
Novanta e sul momento<br />
più difficile della<br />
carriera di Giulio<br />
Andreotti, ma inevi-<br />
tabilmenteriguarda e riflette la sensibilità<br />
attuale da una<br />
prospettiva che si<br />
potrebbe definire<br />
"strabica".<br />
La quentintarantinescapresentazione<br />
iniziale dei<br />
protagonisti della<br />
storia recente italiana,<br />
con tanto di<br />
didascalie in rosso fiammante,<br />
è già il segno vistoso di una<br />
distanza irrimediabile: questi<br />
uomini importanti sono ridotti a<br />
figurine stilizzate (di Falcone<br />
addirittura compare solo la<br />
macchina che precipita al suolo<br />
in una ripresa spettacolare).<br />
Il passato recente è presupposto,<br />
richiamato, sintetizzato.<br />
Allora, man mano che il film ci<br />
scorre davanti, esso ci appare<br />
come una sequenza di pezzi<br />
didascalici e segmenti "lirici" o<br />
intimistici. Totò Riina si alza<br />
dalla poltrona con una macchia<br />
di pipì sui pantaloni, si avvia<br />
verso Giulio sormontato da una<br />
mostruosa, gigantesca testa<br />
dipinta, e parte la canzone<br />
sdolcinata. Facile. Ma che cosa<br />
rappresenta questo tipo di<br />
composizione, oltre il livello<br />
della particolare predisposizione<br />
del regista?<br />
È come se il film cercasse continuamente<br />
e pervicacemente<br />
di staccare la figura principale<br />
dal contesto generale: la società<br />
circostante scompare, e gli<br />
“<br />
la scena senz'altro<br />
più memorabile è quella della<br />
coppia seduta a guardare la<br />
televisione mentre Renato<br />
Zero canta I migliori anni<br />
della nostra vita e il mondo<br />
sta crollando<br />
unici spazi ammessi sono la<br />
sagrestia, la casa e la strada<br />
percorsa con la scorta. Tutte<br />
notturne e oscure. I dialoghi e i<br />
monologhi si svolgono in<br />
ambienti neutri, onirici.<br />
Guardando Il Divo viene in<br />
mente Otto e mezzo, per il suo<br />
stare ostinatamente addosso<br />
ad un personaggio che si racconta<br />
e che si mostra in tutte<br />
le sue debolezze. Ma questo<br />
personaggio, come ha ammesso<br />
lo stesso Toni Servillo, "non<br />
è più tanto simpatico, perché<br />
non è più simpatica l'Italia":<br />
ritrae un Paese che si avvita su<br />
se stesso, che esclude sempre<br />
più il confronto e che perde la<br />
propria dimensione. Perciò, la<br />
scena senz'altro più memorabile<br />
è quella della coppia seduta<br />
a guardare la televisione mentre<br />
Renato Zero canta I migliori<br />
anni della nostra vita e il<br />
mondo sta crollando.<br />
Un altro film epocale del 2008<br />
presenta una situazione analoga,<br />
e al tempo stesso speculare,<br />
rispetto al personaggio<br />
principale. Anche in The Dark<br />
Knight di Christopher Nolan,<br />
infatti, Gotham e i suoi cittadini<br />
scompaiono praticamente<br />
dalla visione dello spettatore.<br />
Lo spazio urbano e civile è sede<br />
di rappresaglie e agguati, ma è<br />
di fatto vuoto.<br />
Eppure, a ben guardare, il<br />
miliardario Bruce Wayne-<br />
Christian Bale coglie meglio di<br />
altri personaggi cinematografici<br />
alcune caratteristiche della<br />
società contemporanea: è la<br />
prima volta, infatti, che un<br />
supereroe preleva un contabile<br />
della mafia, Lau Chen, direttamente<br />
a Hong Kong, con tanto<br />
di riprese mozzafiato sulla<br />
nuova architettura di inizio<br />
secolo. Anche la tentazione di<br />
spiare i movimenti dei suoi concittadini<br />
con l'ultimo giocattolino<br />
di Lucius Fox fa parte decisamente<br />
dello Zeitgeist degli ultimi<br />
anni.<br />
Il tratto dark, che è sempre<br />
stato prerogativa di Batman (e<br />
soprattutto di quello di Nolan),<br />
si trasferisce così da un livello<br />
legato al look a quello più "esistenziale":<br />
le tentazioni autoritarie<br />
vanno di pari passo con una<br />
certa freddezza nei rapporti<br />
umani - in entrambe le versioni<br />
-, e ad una presa di distanza<br />
dalla società.<br />
Ciò che accomuna due film così<br />
lontani è una certa visione del<br />
potere contemporaneo: la figura<br />
centrale annulla i personaggi<br />
secondari, crea un'assenza<br />
attorno a sé. Le differenze sono<br />
però più attraenti. Il Divo in questo<br />
vuoto trova la sua perfetta<br />
dimensione, solitaria e bizantina:<br />
l'Italia che non vuole conoscersi,<br />
perché ha paura di trovare<br />
in se stessa lo stesso<br />
vuoto; le didascalie appiccicate<br />
alle facce, che condensano<br />
decenni di storie e di intrighi in<br />
poche battute, per lasciare spazio<br />
allo studio del funzionamento<br />
interno totalmente autoreferenziale.<br />
Dall'altra parte, una nazione<br />
americana ancora impaurita,<br />
ancora sotto shock (al punto di<br />
essere tecnicamente invisibile),<br />
ed un'atmosfera di disagio<br />
interno comunicata attraverso<br />
la luce, l'ambiente, il suono.<br />
Ma c'è un'aspettativa, una<br />
richiesta, una sensazione di<br />
cambiamento imminente: per<br />
ottenerlo e realizzarlo, è necessario<br />
che Batman si sacrifichi,<br />
che carichi su di sé il peso della<br />
colpa e della vergogna. L'eroe<br />
che si nasconde al mondo<br />
diventa così il paradigma dell'<br />
anti-Divo.
34.manifesta <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
ricapitoliamo<br />
Nel senso di riassumere, riepilogare.<br />
Ma anche di ri-capitolare, rassegnarsi<br />
ancora una volta. Potrebbe essere<br />
questo il Verbo di una Manifesta le<br />
cui sfaccettature paiono accollarsi il<br />
compito di rappresentare ciascuna<br />
un pezzo di un Sistema, quello dell'arte,<br />
inguaribilmente endocrino.<br />
Così, tra le quattro proposte, quella<br />
di Trento è la più biennalesca, quella<br />
di Bolzano la più espositiva e quella<br />
di Rovereto la più galleristica. A non<br />
dire del lavoro di gruppo di Fortezza,<br />
sofisticata allegoria, per concept e<br />
ubicazione, dell'asserragliarsi di<br />
un'arte democratica a parole, ma nei<br />
fatti custode di intellettualismi che<br />
aggravano il disorientamento e l'emarginazione<br />
del pubblico cui vorrebbero<br />
(e dovrebbero, visto il consistente<br />
esborso di denaro, appunto,<br />
pubblico) rivolgersi consimili rassegne.<br />
Pubblico cui non è dato di non<br />
capire, perciò preventivamente punito<br />
con la scomunica(zione), condannato<br />
a restare al di qua della parete,<br />
salvo la grazia fugace di spiare dal<br />
buco della serratura.<br />
Un'edizione complessivamente da<br />
grande balzo all'indietro nella scelta<br />
dei lavori e nell'approccio ad alcune<br />
problematiche, sicché questa prima<br />
mela trentina-altoatesina (specificare<br />
la duplicità è obbligatorio) viene<br />
spiccata già vizza da un albero gravato<br />
di frutti, dal quale diventa arduo<br />
cogliere gli episodi di qualità che<br />
certo non mancano. Come nel percorso<br />
del Palazzo delle Poste che,<br />
pur seguendo con scolastico puntiglio<br />
un fil ambiziosamente universale<br />
(L'anima), ne sbiadisce il rouge<br />
nella tetra polvere di un impegno<br />
postdatato. Se ne esce, quando se<br />
ne esce, sfibrati, come da due<br />
Biennali di Venezia trangugiate in un<br />
colpo solo. Più fruibile l'ex Alumix,<br />
grazie agli artisti-curatori Raqs che ci<br />
mettono un po' di colore e spettacolo,<br />
più qualche pennellata ludica,<br />
sdrucciolando però su tracce residue<br />
alquanto ingenue. Il mainstream<br />
trionfa alla Manifattura Tabacchi e<br />
nell'ex Peterlini, non solo per il titolo<br />
astutamente astruso, ma per l'esplicita<br />
condivisione di alcuni trend cari<br />
ai dealers che contano, con qualche<br />
apertura in più rispetto agli altri al<br />
made in Italy. Eh già perché, in questa<br />
Manifesta italiana nella meno italiana<br />
tra le regioni, il tricolore sventola<br />
poco. E nessuno dei curatori internazionali<br />
- o dei loro consulenti locali<br />
- sembra essersi scapicollato a scivolare<br />
lungo una dorsale appenninica<br />
che di santi, poeti e artisti sareb-<br />
consigli per un giovane curatore<br />
be stata prodiga, preferendo invece<br />
portarsi il "lavoro da casa" e spuntando<br />
candidati da fidi carnet.<br />
L'ennesimo caso di provincialismo<br />
alla rovescia?<br />
In merito alla politica di decentramento,<br />
caratteristica di questa edizione<br />
2008, bisognerà calcolare quanto la<br />
sfida, concettualmente<br />
stuzzicante ma logisticamente<br />
complessa,<br />
del grand tour de force<br />
abbia fruttato in termini<br />
commerciali. Saranno i<br />
numeri a dirlo, nonostante<br />
- i musei insegnano<br />
- non sempre<br />
matematica sia sinonimo<br />
di verità. Vero è,<br />
però, che la propaganda<br />
vacanziera a mezzo<br />
stampa -<br />
foraggiata<br />
spesso<br />
dagli enti<br />
locali - ha<br />
poco invitato<br />
a godere,<br />
oltre che<br />
dell'aria<br />
buona, dei<br />
paesaggi<br />
stupendi e<br />
dell'ottima<br />
cucina locale,<br />
anche di<br />
questa kermesse.<br />
La<br />
fatica di<br />
organizzatori<br />
e ufficio<br />
stampa è<br />
stata, dunque,concepita<br />
e recepitaesclusivamente<br />
dagli<br />
addetti ai lavori?<br />
E chi sarà<br />
responsabile<br />
degli incassi<br />
eventualmente<br />
insoddisfacenti?<br />
Il solito pubblico<br />
ineducato<br />
e insensibile o,<br />
piuttosto, il solito difetto di sistema,<br />
primo fra tutti la proliferazione e il prolungamento<br />
che, di fatto, strappano<br />
alle biennali l'appeal di evento?<br />
Per i bilanci, s'aspetta novembre.<br />
Nel frattempo, chi è senza peccato<br />
scagli la prima mela.<br />
[anita pepe]<br />
Innanzitutto, è d'uopo chiarire il primo dei misteri dolorosi: quando si parla di politica e sociale, bisogna<br />
sapere con estrema chiarezza di che parte (politica, ndr) e di quale società si sta parlando.<br />
Pertanto, prima di accedere agli eventuali riti di iniziazione, è necessario controllare la fedina elettorale<br />
per stabilire che il novizio sia del tutto in regola. Successivamente sarà il caso di scegliere<br />
uno spazio. Ma perché uno solo? Itinerante, scabro, maleodorante, decentrato sono le parole chiave.<br />
Per una corretta fruizione dell'arte politica, lo spettatore - il nemico numero uno del curatore,<br />
con la sua ignoranza, la sua indolenza, il suo razzismo, tutto da educare attraverso il miracolo dell'opera<br />
- chiamato a sentirsi parte di un'esperienza mistica sublime, dovrà consumare in chilometri<br />
di pellegrinaggio le sue infradito, tergersi la fronte con il pachistano, raccogliere i rasta in una<br />
crocchia e, una volta giunto a destinazione, rimuovere i cattivi odori a suon di rinazina spray nasale,<br />
scuotendo le ampie vesti colorate da ragnatele e calcinacci. Sistemato questi per le feste sarà<br />
ora di individuare lo staff: un bulgaro, un greco, il cinese e l'indiano.<br />
Ora, è possibile la selezione degli artisti. Basterà attenersi rigidamente alle seguenti macro categorie:<br />
Donne con le palle. L'arte politica rispetta e sostiene le diversità: basta che gli omosessuali non<br />
siano troppo gay e le donne non siano troppo donne, come Cindy Sherman, altrimenti si rischia<br />
di scadere nel kitsch, il nemico numero due. Che a questi risponde con la donna teratogenica, artista<br />
in grado di inventarsi in due forme ben distinte. La prima è senz'altro la performance. Il modello<br />
è Marina Abramovic, l'obiettivo è di testare fino a che punto queste femmine disposte a tutto<br />
possono arrivare: cacciarsi stiletti nell'avambraccio, ficcarsi in gola quintali di insalata, azionare<br />
una pompa a mano circa un centinaio di volte, ma con un piede, alla Daria Martin. L'importante<br />
è dimenticare a casa i vestiti. La seconda è la decorazione, che fissa lo sciovinismo di questi<br />
maschi guerrafondai, le armi di morte, la solidarietà femminile, in una cornice al punto croce o di<br />
lividi acquerelli, meglio se orientaleggianti. Anche qui, ci ricorda Anne-Mie Van Kerckhoven, gli<br />
abiti servono a poco.<br />
Tarantolati: Joachim Koester docet. Il ballo di San Vito rappresenta lo stress contemporaneo.<br />
Che sarebbe stato di gran lunga inferiore se qualcuno non avesse deciso di esporre nella zona<br />
industriale.<br />
searching manifesta<br />
Ora e sempre, truppe cammellate.<br />
Son così le preview dei<br />
grandi eventi artistici. Se poi ci<br />
si deve muovere fra sedi collocate<br />
in diverse cittadine, allora i<br />
ranghi si stringono. E i tempi<br />
pure, nella calca generata da<br />
conferenze stampa e appunti<br />
sopra: Nina Canell -<br />
Accumulus (8152<br />
Volt), 2008<br />
al centro: il collettivo<br />
di artisti indiani Raqs<br />
sotto: Europolis di<br />
David Adjaye<br />
sul taccuino. Forse<br />
stupirà, ma gli "addetti<br />
ai lavori" sono particolarmente<br />
docili, pigri al<br />
punto da non contemplare<br />
l'ipotesi di spostarsi<br />
pedibus calcantibus<br />
da un luogo<br />
all'altro d'un<br />
agglomerato<br />
alpino, sia mai<br />
procurarsi<br />
un'auto e muoversi<br />
in autonomia.<br />
Ogni volontà<br />
di gestire la<br />
propria estetica,<br />
il proprio spaziotempo,<br />
è sopita<br />
a suon di timeline.<br />
Le mappe, se mai c'erano,<br />
vengono stracciate. E dire che<br />
la Fondazione Manifesta se le<br />
va a cercare col lanternino le<br />
aree geografiche dove s'annidano<br />
più o meno aspri conflitti:<br />
Paesi Baschi e Cipro, per dire<br />
le ultime due edizioni.<br />
Messo a parte dell'omicidio di<br />
Kennedy, Malcolm X commen-<br />
tò: "Chi la fa, l'aspetti". Poco<br />
dopo moriva assassinato.<br />
Calibrando pesi e misure, si<br />
potrebbe dire che a Manifesta<br />
è accaduta la medesima cosa.<br />
Avvicinatosi al triangolo<br />
Trentino-Alto-Adige, il lanternino<br />
ha creato tali baluginii da far<br />
perdere la bussola in primis ai<br />
curatori.<br />
Quel ch'è mancato è la figura<br />
del wayfinder. Intendiamoci:<br />
non che il percorso "obbligato"<br />
sia indispensabile; ma più è<br />
complessa l'ipotesi, tanto più è<br />
doveroso fornire precisi strumenti<br />
di navigazione. Allo<br />
scopo di facilitare la comprensione<br />
dell'ipotesi stessa e il sorgere<br />
di eventuali critiche. Nella<br />
fattispecie, benché gli scenari<br />
offerti nelle varie<br />
sedi/mostre/ipotesi siano piuttosto<br />
differenziati, comune è la<br />
lacunosità da questo punto di<br />
vista.<br />
A Fortezza, dove opera il pool<br />
curatoriale al completo, l'unione<br />
ha fatto la debolezza.<br />
Bussola irrimediabilmente perduta,<br />
nessuna stella o sestante<br />
o gps a soccorrere il visitatore.<br />
Che, irridendo Heidegger,<br />
diremmo si ritrova gettato in un<br />
paesaggio, in parte antropizzato,<br />
che prende il sopravvento<br />
sulla mappa/mostra/ipotesi.<br />
Una mappa resa cieca e, a<br />
dispetto della tipologia delle<br />
"opere" in mostra, pure muta.<br />
Fantastico è aggirarsi per il<br />
forte asburgico, ristrutturato ad<br />
hoc e in maniera notevole; inebriante<br />
calcare i ponti sospesi<br />
sull'Isarco; ma viene il momento<br />
nel quale ci si rammenta che<br />
dovrebbe pure esserci qualcos'altro,<br />
e che si è là per quello.<br />
Il periodo amnestico, durasse<br />
anche solo pochi minuti, è di<br />
un'eloquenza assai superiore a<br />
quella delle ore di parole registrate<br />
in cui consiste l'exhibition.<br />
A Trento si ritrova la mappa<br />
perduta. Però è un dépliant per<br />
routard radical-chic. È un pieghevole<br />
autopoietico, un blob<br />
schizofrenico o bipolare.<br />
Perché da un lato i micromusei<br />
lungo i quali vengono<br />
raccolte le opere sono zeppi<br />
all'inverosimile di citazioni e<br />
spunti e riferimenti eruditi; dall'altro,<br />
quegli stessi spunti e<br />
riferimenti e citazioni sono<br />
offerti con una certa sufficienza.<br />
L'impressione è che il sottotesto<br />
sia: "Forse riusciremo a<br />
insegnare qualcosa a questa<br />
massa di ignoranti". Allora perché<br />
non usare un percorso<br />
lineare, agevolmente percorribile<br />
anche dagli idioti, che non<br />
potranno perdersi in vie alternative<br />
inesistenti? Un incubo<br />
socialdemocratico. E poi via,<br />
saremo pur zotici in Italia, ma<br />
venirci a spiegare chi era<br />
Franco Basaglia è irritante.<br />
A Rovereto, doppio passo per<br />
unico curatore. Alla Manifattura<br />
Tabacchi è soggiogato dal<br />
numero di punti d'interesse<br />
tratti dalla sua mappa mentale,<br />
che segnala al gentile pubblico<br />
senza scordarne manco uno. E<br />
il senso del percorso ovviamente<br />
si perde. Provate a infilzare<br />
un centinaio di bandierine<br />
su una cartina dell'Emilia, di<br />
quelle per la scuola media, e<br />
nemmeno capirete più di che<br />
regione si tratta; figuriamoci<br />
trovare una strada o un affluente.<br />
Così, il disorientamento in<br />
mostra è tale che, paradossalmente,<br />
l'effetto è simile a quello<br />
sortito a Trento: in quest'ultimo<br />
caso, l'architettura (curatoriale)<br />
costringe a seguire un<br />
percorso; a Rovereto, l'assenza<br />
di coordinate provoca un<br />
fatalistico abbandono alle<br />
imperscrutabili intenzioni del<br />
curatore. Cosicché si vaga col<br />
medesimo passo strascicato<br />
del condannato con la palla<br />
teoretica al piede. Meglio<br />
assai è la sezione allestita nel<br />
white cube poco distante -<br />
certo, è una ex fabbrica... -,<br />
che però fa l'effetto dell'ora<br />
d'aria: quando si torna in cella<br />
è peggio che pria.<br />
Prima di giungere al capolinea,<br />
si tenga a mente l'esistenza<br />
del "Manifesta<br />
Journal", il Journal of<br />
Contemporary Curatorship,<br />
ottima rivista di approfondimento.<br />
A Bolzano, la mostra indubbiamente<br />
meglio riuscita di<br />
Manifesta7 è curata da Raqs,<br />
un collettivo di artisti indiani. E<br />
vi si trova una straordinaria<br />
mappa, Europolis di David<br />
Adjaye, architetto originario<br />
della Tanzania.<br />
[marco enrico giacomelli]<br />
Settembre, andiamo, è tempo di studiare. Ed ecco, bell'e pronto, un vademecum per aspiranti curatori. Una serie di regole auree per realizzare una perfetta mostra politica: dagli spazi ai nomi<br />
degli eletti, dalle opere allo staff. Per raggiungere, senza incidenti di percorso, la direzione artistica di Manifesta…<br />
Installazione multichannel. Qui lo sforzo è minimo. L'importante è avere a disposizione sei monitor e<br />
una serie di riprese a camera fissa con altrettanti tizi che non fanno praticamente niente. Avrete la<br />
perfetta illusione della alienazione. Anche questa, se Dio vuole, contemporanea.<br />
Tabernacolo di guerra. Prendete un artista proveniente da un paese in guerra, mettetegli in mano<br />
delle bandierine bipartisan, i resti della pausa pranzo su un volo Egypt air, una telecamera e un gruppo<br />
di studenti in Erasmus strategico a Madrid. Ci saranno interviste, monitor, candele, bandierine e<br />
paccottiglia. Poi installate tutto sul pavimento. Lo spettatore dovrà raggomitolarsi anch'egli sullo sterrato<br />
e il suo lavasecco di fiducia vi sarà ancora una volta grato per aver fatto girare la sua economia.<br />
Case da abitare. Jimmie Durham, Ricardo Basbaum, Hubert Kostner. Design per gli interni: un letto<br />
da caserma, rigorosamente sfatto, cuscini/ tappeti orientali, bottiglie vuote e posacenere pieno. Non<br />
s'abbia mai da pensare che si tratti della casa di un impiegato.<br />
Denunce sessuali. Video/foto con padri, mariti, fidanzati, vicini di casa, lattai, insegnanti porci e cattivi:<br />
ah, se questo mondo fosse fatto solo di donne!<br />
Museo inesistente o archivio. Simbolo di una musealizzazione d'antan, la teca di plexiglas che<br />
innalza l'irrilevante sul piedistallo, ha acquisito un posto d'onore nelle tendenze contemporanee.<br />
Specie se accompagnata dalla possibilità per lo spettatore di ricavarci, tra un faldone e l'altro, un<br />
souvenir, di leggere dei libri e di sfogliare qualche rivista. La cosa più importante è che nel catalogo<br />
potrete parlare di interazione, risolvibile anche attraverso tentativi di mettere in comunicazione<br />
sconosciuti, telecamere nascoste, bigliettini di carta a quadrettoni su cui annotare i propri desideri,<br />
consegnandoli poi all'opera.<br />
Mots. Che siano scritti a inchiostro indelebile tra le crepe dello spazio espositivo o al neon, i motti<br />
devono rispettare le seguenti fonti: Sartre, Deleuze, Sassen o Max Weber. Con Pasolini dovreste<br />
cavarvela, ma solo in certi ambienti. Evitate Heidegger, se non volete incorrere in una inderogabile<br />
scomunica..<br />
Della provenienza geografica degli artisti non si dirà. Basterà ripetere lo schema utilizzato per i collaboratori.<br />
Un consiglio da amica: non escludete Sudamerica e Balcani. Potrebbero arrabbiarsi e<br />
darvi dei razzisti, rovinandovi per sempre il curriculum vitae.<br />
[santa nastro]
36.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
la mostra dopo la tempesta<br />
New Orleans, romantica capitale del jazz sulle rive del Mississipi. Una città che ancora fatica a riprendersi dalla<br />
furia di Katrina. Dan Cameron ci racconta la sua Prospect.1, una biennale da tre milioni e mezzo di dollari e con<br />
un nobile scopo: la solidarietà...<br />
Nel 2007 lei ha fondato US<br />
Biennial Inc, il cui primo progetto<br />
sarà Prospect.1 New Orleans, e<br />
sempre nello stesso anno è<br />
stato nominato Director of<br />
Visual Arts del Contemporary<br />
Arts Center cittadino. Perché ha<br />
rivolto la sua attenzione a New<br />
Orleans nel dopo-Katrina?<br />
Ho pensato che l'unico modo in cui<br />
potevo contribuire in maniera<br />
significativa alla ricostruzione e<br />
alla rinascita della città fosse su<br />
vasta scala. Quando agli inizi del<br />
2006, a circa cinque mesi dall'uragano,<br />
ho visto l'entità del disastro<br />
sono rimasto letteralmente scioccato.<br />
Ero completamente impreparato<br />
a una distruzione di tali proporzioni.<br />
Ho pensato "se prendo<br />
una pala e inizio a scavare, non<br />
posso andare molto lontano, ma<br />
se penso a qualcosa in grande e<br />
coinvolgo altri...". Sentivo che, se<br />
avessi applicato alla situazione il<br />
mio ruolo di curatore, forse sarebbe<br />
stato ancora meglio. Non ero<br />
contento di come il mondo dell'arte<br />
stesse rispondendo all'emergenza,<br />
né tanto meno del<br />
Governo! A questo si è aggiunto il<br />
fatto che notoriamente New<br />
Orleans non rientrava nelle classiche<br />
rotte dell'arte, quindi la sfida<br />
mi sembrava perfetta. Ma la ragione<br />
principale è che, da ventuno<br />
anni, amo profondamente questa<br />
città.<br />
Perchè ha deciso di creare un'altra<br />
biennale?<br />
Non volevo creare una struttura di<br />
per sé complicata e, una volta<br />
presa la decisione di agire, sono<br />
passati ben dodici mesi prima di<br />
formalizzare la società. Quei mesi,<br />
per la maggior parte nel 2006, li<br />
ho passati a comprendere come<br />
non organizzare la biennale… Può<br />
sembrare un paradosso, ma non<br />
ho fatto altro che analizzare la<br />
situazione anticipando ciò che, a<br />
mio avviso, non avrebbe avuto successo<br />
o, peggio, sarebbe stato un<br />
errore.<br />
New Orleans è conosciuta a livello<br />
internazionale per il Festival<br />
Jazz e per il Mardi Gras, ma<br />
anche per la tradizione culinaria<br />
e per la notevole architettura. In<br />
che modo questi elementi l'hanno<br />
ispirata?<br />
Domanda difficile… sembra scontata<br />
ma non lo è! Il concetto della<br />
mostra ha molto a che fare con<br />
quello delle biennali di fine<br />
Novecento, come quella<br />
di Istanbul. Non è<br />
previsto nessun nucleo<br />
espositivo centrale per<br />
Prospect.1: sarà la<br />
città stessa a diventare<br />
una galleria a cielo<br />
aperto. In questo<br />
senso, la biennale si<br />
rifà ad un modello<br />
europeo ed è maggiormente connessa<br />
con l'architettura della città<br />
e la sua insolita topografia. Ma<br />
non posso negare che musica e<br />
cibo giochino un ruolo chiave: sono<br />
stati molti gli artisti che hanno iniziato<br />
la loro ricerca proprio dai piaceri<br />
che la città offre.<br />
Come hanno reagito il pubblico e<br />
le autorità locali alla sua proposta?<br />
L'amministrazione è stata incredibilmente<br />
aperta, anche se non<br />
aveva bene idea di cosa stessi parlando.<br />
Quella che gli addetti ai lavori<br />
conoscono come "cultura biennalistica"<br />
qui coinvolge al massimo<br />
quindici-venti persone, che magari<br />
sono state a Venezia o San Paolo,<br />
qualcuna in più ad Art Basel<br />
Miami… Per questo ho cercato di<br />
inquadrare la mostra in modo che<br />
avesse senso per entrambe le<br />
parti. Ho voluto porre l'accento su<br />
New Orleans affinché attraesse i<br />
suoi abitanti non solo per i temi<br />
trattati ed i riferimenti alla città o<br />
al jazz, ma anche per le loro caratteristiche<br />
linguistiche. Tutto ciò,<br />
naturalmente, permetterà al<br />
resto del mondo di ammirare la<br />
regione della South Louisiana. La<br />
riprova di quanto questa terra<br />
entri nel cuore sta proprio nel<br />
fatto che sono state pochissime le<br />
persone che l'hanno abbandonata<br />
dopo l'uragano e soprattutto per<br />
questo il progetto è ben visto dai<br />
residenti. Inoltre stiamo cercando<br />
di pianificare l'evento in modo che<br />
sia accessibile a tutti.<br />
Attraverso quali iniziative?<br />
Non faremo pagare neanche un<br />
biglietto di ingresso. A prescindere<br />
dal quartiere in cui ci si troverà, ci<br />
sarà sempre una sezione della<br />
mostra nelle vicinanze.<br />
Organizzeremo visite per le scuole.<br />
Inoltre il vernissage, previsto nel<br />
weekend tra il 30 ottobre e il 2<br />
novembre, ha in programma moltissima<br />
musica di straordinaria<br />
qualità.<br />
“<br />
La biennale si rifà ad un<br />
modello europeo ed è connessa<br />
con l'architettura della città e<br />
la sua insolita topografia<br />
Quindi sarà durante Halloween…<br />
Come si festeggia a New<br />
Orleans?<br />
Non è una festa ufficiale della città<br />
ma, in un certo senso, segna l'inizio<br />
del Carnevale. Anche se molto<br />
in anticipo offre l'opportunità, a chi<br />
è alle prese con i preparativi del<br />
Carnevale, di fare una sorta di<br />
prova generale. Ai cittadini di New<br />
Orleans piacciono molto le parate<br />
e ogni scusa è buona per averne<br />
una! Abbiamo previsto una classica<br />
cena di gala e dopo non dovremo<br />
fare altro che spingere tutti<br />
verso la parata di Frenchman<br />
Street. Poi sarà la città a<br />
fare la sua parte: noi pre-<br />
pariamo la mostra… la<br />
città prepara il party!<br />
Alla biennale sono stati<br />
invitati ottantuno artisti<br />
e sono stati selezionati<br />
luoghi diversi della città.<br />
Può illustrarci i criteri di<br />
selezione?<br />
La selezione degli artisti e quella<br />
delle locations si sono svolte<br />
seguendo principi e esigenze<br />
diverse. La scelta degli artisti ha<br />
seguito l'obiettivo che mi ero preposto<br />
per la prima edizione della<br />
biennale: pensavo sarebbe stato<br />
estremamente importante posizionarsi<br />
sulle rotte degli addetti ai<br />
in alto: Monica Bonvicini -<br />
Built for Crime, 2006 -<br />
Broken safety glass, 5<br />
dimmer, lan box, bulbs.<br />
486½x47¼ in. - Courtesy<br />
Emi Fontana, Milano<br />
a sinistra: Contemporary<br />
Arts Center New Orleans<br />
in basso: Gajin Fujita -<br />
Ride or Die, 2005 - Gold<br />
and white gold leaf, paint<br />
marker, spray paint and<br />
Mean Streak marker, Six<br />
panels: overall 83x126 in.;<br />
each 83x21 in. - Courtesy<br />
of L.A. Louver, Venice, CA.<br />
lavori, perché la situazione a New<br />
Orleans è ancora critica e molto<br />
precaria, ma ormai sui giornali<br />
non fa più notizia… C'è una certa<br />
rinascita culturale, ma purtroppo<br />
la ricostruzione è terribilmente in<br />
ritardo. L'obiettivo in questa fase è<br />
stato quello di focalizzare prima<br />
l'attenzione sulla città e poi creare<br />
entusiasmo intorno alla rosa di<br />
artisti invitati. Ho cercato di mettere<br />
insieme una lista molto significativa,<br />
senza andarmi a preoccupare<br />
troppo di altre questioni curatoriali.<br />
Non credevo che la prima<br />
edizione dovesse passare alla storia<br />
per aver proposto tante nuove<br />
scoperte…<br />
Hai già in mente le edizioni successive<br />
dunque?<br />
Già immagino una Prospect.2 più<br />
"idiosincratica" e personale, mentre<br />
nella terza sarò pronto a collaborare<br />
con altri curatori e a coinvolgere<br />
altri punti di vista. Ma per<br />
la prima biennale volevo una<br />
mostra di forte impatto, con i fuochi<br />
d'artificio! Ho invitato artisti che<br />
potevano realizzare qualcosa di<br />
molto speciale, in grado di attirare<br />
l'attenzione di un vasto pubblico.<br />
Oppure nomi importanti, per i quali<br />
la gente avrebbe anche affrontato<br />
un lungo viaggio. Poi ho cercato di<br />
trovare un equilibrio tra nazionalità<br />
diverse. Ho voluto ad esempio che<br />
almeno metà degli invitati fosse<br />
internazionale, perché non abbiamo<br />
questo tipo di mostre negli<br />
Stati Uniti. Per la scelta delle locations<br />
abbiamo incontrato le istituzioni<br />
culturali cittadine. C'è una<br />
sorta di consorzio di organizzazioni<br />
affiliate con il Contemporary<br />
Arts Center che ha ricevuto dei<br />
fondi dalla Getty Foundation, destinati<br />
soprattutto alla pianificazione<br />
di eventi importanti o collaborazioni<br />
tra le varie organizzazioni.<br />
Facendo parte del team del New<br />
Orleans Museum of Art e del<br />
Contemporary Arts Center, per<br />
me è stato più facile entrare in<br />
diretto contatto con i vari enti ed<br />
invitarli a far parte del progetto.<br />
Ma molte sinergie sono venute<br />
fuori, possiamo dirlo, anche per<br />
caso.<br />
Dove si trovano gli spazi espositivi?<br />
Molti nel Lower 9th Ward, una<br />
zona che è stata abbandonata<br />
dopo Katrina… Stiamo collaborando<br />
anche con il L9 Center for the<br />
Arts, un centro culturale per le arti<br />
che ha inaugurato lo scorso<br />
novembre. Il primo contatto con<br />
loro è avvenuto grazie ad un artista,<br />
Mark Bradford. Tutti gli artisti<br />
che hanno fatto un sopralluogo a<br />
New Orleans sono passati per il<br />
Lower 9th Ward e hanno conosciuto<br />
i proprietari Keith Calhoun e<br />
Chandra McCormick. Per visitare<br />
la città e comprendere veramente<br />
cosa ci fosse prima di Katrina, si<br />
ha bisogno di una guida locale.<br />
Insomma alcuni luoghi li abbiamo<br />
selezionati noi, in altri casi ci sono<br />
stati offerti proprio perché rappresentavano<br />
qualcosa di importante<br />
per la comunità.<br />
La maggior parte dei lavori sono<br />
site-specific?<br />
Direi che un cinquanta per cento<br />
sono site specific, o forse di più… Ci
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> approfondimenti.37<br />
sono certamente molti lavori<br />
nuovi.<br />
Ci parlerebbe di alcuni lavori in<br />
particolare?<br />
Monica Bonvicini potrebbe presentare<br />
Built for Crime, mostrato<br />
tempo fa a Los Angeles, oppure<br />
Not For You. Sono entrambi lavori<br />
di dimensioni notevoli che si rifanno<br />
al tema della guerra. Al<br />
momento l'artista è alla ricerca<br />
del giusto contesto per esporli: ha<br />
passato a New Orleans tre giorni<br />
in immersione totale… è importante<br />
che gli artisti ne comprendano il<br />
profondo tessuto. Mark Bradford<br />
sta ricreando, all'esterno del<br />
Lower Ninth Ward, l'Arca di Noè<br />
seguendo le dimensioni indicate<br />
dall'Antico Testamento. È fatta di<br />
compensato riciclato, il tipo che si<br />
usa a Los Angeles per delimitare<br />
un cantiere in costruzione su cui<br />
poi si affiggono poster e altro. Più<br />
di qualche lavoro si sta ispirando a<br />
vascelli navali, come simbolo di un<br />
salvataggio che non c'è mai stato.<br />
Nari Ward sta ancora lavorando<br />
ai bozzetti del suo progetto.<br />
Sappiamo però che sarà installato<br />
nello storico sito della<br />
Battleground Baptist Church. La<br />
storia e le vicissitudini che hanno<br />
interessato la congregazione di<br />
questa chiesa battista, che ha<br />
dovuto abbandonare la sua dimora<br />
originaria in seguito alla decisione<br />
delle autorità di destinare l'area<br />
a zona di interesse<br />
turistico<br />
nazionale,<br />
hanno sensibiliz-<br />
zato molto l'artista.<br />
Con la sua<br />
opera infatti<br />
cercherà di rendere<br />
omaggio<br />
ad una delle più<br />
antiche congregazioni<br />
battiste<br />
afroamericane,<br />
entusiasmando ovviamente tutta<br />
la comunità, pastore compreso!<br />
Wangechi Mutu sta considerando<br />
le fondamenta di una casa, sempre<br />
nella zona del L9, di proprietà<br />
di un'anziana signora che non è<br />
riuscita ad avere il rimborso assicurativo<br />
richiesto. Purtroppo con il<br />
denaro ricevuto ha potuto solo<br />
ricostruire le fondamenta della<br />
sua casa, senza contare che la<br />
ditta di costruzioni se n'è approfittata,<br />
ed ora tutto ciò che le rimane<br />
della nuova casa è quello! La signora<br />
vive in un fabbricato terribile<br />
nella zona opposta della città e<br />
sogna di ritornare nel suo quartiere.<br />
Wangechi ha trovato ispirazione<br />
in questa triste vicenda e<br />
ricreerà l'edificio attraverso luci. Ci<br />
sono molti lavori che evocano una<br />
in alto: Dan Cameron,<br />
photo credit: Claudio<br />
Papapietro.<br />
a destra: Sanford<br />
Biggers - Racine de<br />
Memoirs, 2002 -<br />
Channel Super 8 projection<br />
transferred to DVD,<br />
video inside tree house,<br />
TRT 3:38, 96x96x96 in. -<br />
Courtesy Mary Goldman<br />
Gallery, Los Angeles.<br />
sotto: Paul Villinski -<br />
Emergency Response<br />
Studio, 2008 - 30 ft. travel<br />
trailer, solar and wind<br />
power systems, mixed<br />
media. Approx. 37 x 19<br />
x 25 in. Installation view<br />
at Socrates Sculpture<br />
Park - Courtesy of the<br />
artist and Socrates<br />
Sculpture Park, Long<br />
Island City, NY.<br />
New Orleans fatta di presenze<br />
spettrali. È scontato interpretarli<br />
come un elemento malinconico e<br />
nostalgico, ma New Orleans è una<br />
città molto romantica, credo faccia<br />
parte di questo. Ci sono tracce<br />
di malinconia che traspirano dalla<br />
distruzione: il fatto che le cose si<br />
frantumino, affondino o si polverizzino.<br />
Vari artisti sono stati assorbiti<br />
e consumati da questo sentimento<br />
ed era esattamente ciò<br />
che volevo: che tutti prendessero<br />
la città molto seriamente e che<br />
creassero un'opera in risposta.<br />
“<br />
Artisti locali? Qualcuno verrà<br />
invitato. Ma non troppi, così si crea<br />
quell'atmosfera di rivalsa che fa nascere<br />
tanti piccoli Salon de Refusés che poi<br />
promuoveremo nel nostro calendario<br />
Com’è messa la scena artistica<br />
di New Orleans? Alcuni degli artisti<br />
locali parteciperanno alla<br />
mostra?<br />
Sì: ce ne sono circa una dozzina,<br />
due dei quali non abitano più a<br />
New Orleans. La differenza più evidente<br />
è che qui molti artisti vanno<br />
altrove per studiare e spesso non<br />
ritornano. Gli artisti che restano,<br />
invece, lo fanno per amore della<br />
città o perché per altre ragioni ci<br />
sono arrivati e, dopo essersene<br />
innamorati, non l'hanno più lasciata.<br />
È una comunità molto dinamica<br />
ma abbastanza rada. Alla prima<br />
edizione non ho voluto esagerare<br />
nel numero di presenze locali, per<br />
varie ragioni: volevo tenerne in<br />
serbo alcuni per il futuro e non<br />
volevo enfatizzarli in maniera spro-<br />
positata, visto che la premessa<br />
per attirare maggiormente il pubblico<br />
era l'internazionalità dell'evento.<br />
Poi un pizzico di provocazione<br />
per suscitare l'idea del Salon des<br />
Refusés e dare modo a organizzazioni<br />
alternative e parallele di<br />
emergere. Uno spazio sul fronte<br />
strada è alla portata di tutti, ora, e<br />
ce ne sono molti disponibili, così<br />
tanti artisti stanno organizzando<br />
mostre che noi promuoveremo<br />
nel nostro calendario. L'idea è<br />
quella di trasformare la città stessa<br />
in un unico spazio espositivo,<br />
fare in modo che percorrendo le<br />
strade di New<br />
Orleans si<br />
possa ammirare<br />
un'unica<br />
g r a n d e<br />
mostra. Se<br />
riusciremo in<br />
questo intento,<br />
avremo raggiunto<br />
il nostro<br />
obbiettivo!<br />
Prospect.1<br />
pare incentrata particolarmente<br />
sul ruolo che l'arte riveste nella<br />
società contemporanea in relazione<br />
alla comunità e alla responsabilità<br />
sociale che ne deriva…<br />
È interessante perché non ho mai<br />
voluto investire energie nell'investigare<br />
questi temi, pur ammirando<br />
profondamente i colleghi che lo<br />
facevano. Sono veramente sorpreso,<br />
come del resto tutti gli altri,<br />
dalla strada che questo progetto<br />
ha intrapreso. La mia intenzione<br />
era aiutare New Orleans e, a<br />
mano a mano che la sfida si faceva<br />
complicata, mi sono accorto<br />
che le mie idee, la mia esperienza<br />
e i miei interessi si sono "coalizzati"<br />
per arrivare al risultato finale.<br />
All'improvviso mi sono reso conto<br />
di abbracciare molto questioni teo-<br />
riche, ad esempio su come l'arte<br />
possa giocare un ruolo nel rapporto<br />
con la comunità e quindi ridefinire<br />
la società. E che poi, a conti fatti,<br />
non c'è nulla di teorico ma tutto è<br />
estremamente vero e concreto,<br />
persino il turismo d'arte che spesso<br />
snobbiamo, considerandolo<br />
solo un'appendice, distinguendolo<br />
dal lavoro "serio" che facciamo<br />
noi… Ecco, in Prospect.1 è proprio<br />
PROSPECT.1 NEW ORLEANS<br />
il turista che "saves the day",<br />
che fa la differenza insomma.<br />
Ci rivolgiamo ad un turismo<br />
sofisticato ed informato, che<br />
ami l'arte e l'architettura, ma<br />
che sappia anche di politica e<br />
che mostri una certa solidarietà<br />
per quello che New Orleans<br />
rappresenta sia prima che<br />
dopo Katrina. Ma non avrei mai<br />
pensato che il progetto più<br />
importante della mia carriera<br />
si fondasse sull'idea che l'arte<br />
possa far del bene. I miei ex-colleghi<br />
del New Museum ironizzavano<br />
sul fatto che con il tempo<br />
mi sarei trasformato in<br />
Marsha Tucker (direttore fondatore<br />
del New Museum, ndr),<br />
perché con lei avevo un dialogo<br />
veramente peculiare e mi ha<br />
influenzato molto. Il "basta che<br />
fai ciò che pensi sia giusto in un<br />
dato momento e poi, quando ci<br />
sei dentro, rifletti sui ciò che<br />
significa" l'ho imparato da lei. Non<br />
è così male pensare che le persone<br />
siano fondamentalmente<br />
buone o che l'arte possa esser<br />
d'aiuto.<br />
Il vostro budget si aggira sui tre<br />
milioni e mezzo di dollari. Chi<br />
sono i maggiori sostenitori del<br />
progetto?<br />
Per la maggior parte investitori<br />
privati, filantropi, piccole fondazioni,<br />
ma anche grosse istituzioni<br />
come The Warhol Foundation.<br />
Abbiamo chiesto fondi anche allo<br />
State Department, alla Louisiana<br />
State Legislature e al City Council<br />
di New Orleans. Ci aiutano gallerie,<br />
o anche privati, governi stranieri,<br />
anche l'Istituto Italiano di Cultura ci<br />
aiuterà. Abbiamo anche molte<br />
società, ad esempio gli hotel W<br />
sono uno dei nostri sponsor.<br />
Abbiamo una struttura di sostegno<br />
fantastica e stiamo ancora<br />
facendo fundraising a trecentosessanta<br />
gradi. Abbiamo raccolto<br />
in dieci mesi ciò che normalmente<br />
si raccoglie in uno o due anni.<br />
Questo è quello a cui ci stiamo<br />
dedicando ora. <br />
[micaela giovannotti]<br />
Direttore: Dan Cameron<br />
Concept: Prospect.1 New Orleans è stata concepita dal suo curatore Dan<br />
Cameron per rinvigorire la città, storico centro artistico della regione, in<br />
seguito alla devastazione umana, civile ed economica dell'uragano Katrina.<br />
Quando: dal 1 novembre 2008 al 19 gennaio 2009. Opening 30 ottobre 2008.<br />
Dove: Ashé Cultural Arts Center, Battle Ground Baptist Church, Charles J.<br />
Colton School, Common Ground Relief, Contemporary Arts Center New<br />
Orleans, The George & Leah McKenna Museum of African American Art,<br />
The Historic New Orleans Collection, Ideal Auto Repair, L9 Center for the<br />
Arts, Longue Vue House & Gardens, Louisiana ArtWorks, Loyola University<br />
New Orleans, New Orleans African American Museum, New Orleans<br />
Center for Creative Arts|Riverfront, New Orleans Jazz and Heritage<br />
Foundation, New Orleans Museum of Art, Newcomb Art Gallery at Tulane<br />
University, Ogden Museum of Southern Art, The Old U.S. Mint Louisiana<br />
State Museum, and Universal Furniture.<br />
Artisti: Allora & Calzadilla, Ghada Amer, El Anatsui, Janine Antoni,<br />
Alexandre Arrechea, Luis Cruz Azaceta, John Barnes, Jr., Sanford Biggers,<br />
Willie Birch, Monica Bonvicini, Mark Bradford, Candice Breitz, Cai Guo-<br />
Qiang, Cao Fei, Francis Cape, Chen Chieh-Jen, Adam Cvijanovic, Jose<br />
Damasceno, Anne Deleporte, Leandro Erlich, Skylar Fein, Roy Ferdinand,<br />
Jr., Tony Fitzpatrick, Gajin Fujita, Rico Gatson, Katharina Grosse, Trenton<br />
Doyle Hancock, Victor Harris & Fi Yi Yi, Arturo Herrera, Takashi Horisaki,<br />
Jacqueline Humphries, Isaac Julien, William Kentridge, Lee Bul, Kalup Linzy,<br />
Srdjan Loncar, Rafael Lozano-Hemmer, Deborah Luster, Jorge<br />
Macchi/Edgardo Rudnitzky, Shawne Major, Nalini Malani, McCallum &<br />
Tarry, Dave McKenzie, Josephine Meckseper, Julie Mehretu, Aernout Mik,<br />
Beatriz Milhazes, Tatsuo Miyajima, Yasumasa Morimura, Zwelethu<br />
Mthethwa, Wangechi Mutu, Shirin Neshat, Marcel Odenbach, Kaz Oshiro,<br />
Miguel Palma, Perejaume, Pierre et Gilles, John Pilson, Sebastián Preece,<br />
Navin Rawanchaikul, Rosângela Rennó, Pedro Reyes, Robin Rhode,<br />
Stephen G. Rhodes, Nadine Robinson, Clare E. Rojas, Kay Rosen, Malick<br />
Sidibé, Amy Sillman, Nedko Solakov, Jackie Sumell with Herman Wallace,<br />
Superflex, Fiona Tan, Pascale Marthine Tayou, Fred Tomaselli, Jannis<br />
Varelas, Xavier Veilhan, Paul Villinski, Nari Ward, Xu Bing, and Haegue<br />
Yang.<br />
Info: U.S. Biennial, Inc. at (212) 680-5305;<br />
mail@prospectneworleans.org.<br />
www.prospectneworleans.org
40.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
this is not another biennial<br />
Giunge quest'anno alla terza edizione il Festival d'arte contemporanea di Praga Tina B. Che rivela già nel nome<br />
un intento battagliero, ma anche la volontà di lavorare sul campo in continuo rapporto con la città. Ne abbiamo<br />
parlato con la direttrice Monika Burian. Che conferma: "Non sarà l'ennesima biennale"...<br />
Mettere insieme public art,<br />
scultura, performance, sound e<br />
radio art, video, con partecipazioni<br />
da tutto il mondo e giovani<br />
curatori di varie nazionalità. Con<br />
l'entusiasmo e la vitalità che si<br />
trovano solo nelle capitali emergenti,<br />
in cui l'energia dell'arte<br />
contemporanea non è ancora<br />
irreggimentata da convenzioni o<br />
appiattita sul mercato. Ed è agevoledisporre<br />
di luoghi<br />
e ambientazioni<br />
che<br />
altrove<br />
sarebbero<br />
impossibili.<br />
Ma anche<br />
per distinguersi,<br />
in un<br />
luogo dove<br />
una biennale viene già organizzata.<br />
Come a dire che non c'è bisogno<br />
di un'altra manifestazione di<br />
questo tipo, ma di un lavoro<br />
costante sul campo. È questo il<br />
Tina B. Il progetto prevede due<br />
paesi ospiti: il primo anno sono<br />
stati Finlandia e Canada, l'anno<br />
scorso Italia e Corea, quest'anno<br />
toccherà a Inghilterra e<br />
Giappone. Monika Burian, titolare<br />
della Galleria Vernon - che il<br />
pubblico italiano conosce per le<br />
presenze ad Artefiera e<br />
Artissima - ne è l'ideatrice.<br />
Lei è una gallerista assai attiva,<br />
con molti rapporti internazionali.<br />
Da cosa nasce la volontà di<br />
organizzare un festival nella<br />
sua città?<br />
La volontà nasce un po' dalla<br />
necessità. Provo a spiegare<br />
facendo un salto indietro... Nella<br />
Repubblica Ceca agli inizi del<br />
Novecento era presente un collezionismo<br />
di livello con interessi<br />
internazionali. All'epoca il direttore<br />
della Galleria Nazionale era un<br />
uomo dotato di un'intelligenza e<br />
di uno spirito rivoluzionari. È grazie<br />
a lui e alla sua stretta amicizia<br />
con Kahnweiler a Parigi che, ad<br />
esempio, proprio nella Galleria<br />
Nazionale di Praga abbiamo uno<br />
dei più celebri autoritratti di<br />
Picasso del periodo cubista. Con<br />
la tragedia della Seconda guerra<br />
mondiale e l'avvento del comunismo<br />
sono andati però progressivamente<br />
persi i legami internazionali<br />
con il mondo dell'arte contemporanea,<br />
se si escludono i<br />
pochi artisti underground come<br />
Adreina Simotova e Stanislav<br />
Kolibal, che erano fuggiti dal<br />
paese e che all'estero avevano<br />
trovato successo. In questi anni<br />
la Galleria Nazionale non ha mai<br />
avuto un programma interessante<br />
di contemporaneo e dopo la<br />
“rivoluzione di velluto” del 1989<br />
c'erano molti giovani di talento<br />
che meritavano di essere sostenuti.<br />
Mancava la struttura con<br />
gallerie forti e i giusti contatti<br />
all'estero.<br />
Non così diverso dall'Italia. E poi<br />
cos’è successo?<br />
Mi sono fatta coraggio e ho<br />
cominciato a promuovere gli artisti<br />
cechi internazionalmente. Ad<br />
esempio alle fiere che, sono<br />
diventate fondamentali per<br />
sostenere il sistema di un paese.<br />
Se hai un po' di fortuna, il meccanismo<br />
comincia a funzionare,<br />
anche se lentamente data la<br />
grande concorrenza. Ora sto<br />
cercando di essere presente alle<br />
più importanti fiere internazionali,<br />
ma è fondamentale che un<br />
pubblico di collezionisti e interessati<br />
venga proprio a Praga per il<br />
festival.<br />
“<br />
Tina B vuol dire This Is Not<br />
Another Biennial evocando allo<br />
stesso tempo una misteriosa<br />
donna che ci invita a Praga<br />
Ma Praga non ha già una biennale?<br />
Beh, sì. Praga ha una biennale,<br />
che è nata dalla collaborazione<br />
tra Flash Art e la Galleria<br />
Nazionale. La Galleria Nazionale<br />
organizzerà poi una Triennale, di<br />
cui saranno curatori Daniel Balit e<br />
Pascal Beasse, due dei critici che<br />
hanno fatto la prima edizione del<br />
nostro festival. Flash Art vuole<br />
fare anche una biennale della fotografia...<br />
Tina B vuol dire This Is Not<br />
Another Biennial, evocando allo<br />
stesso tempo una misteriosa<br />
donna che ci invita a Praga. Il<br />
nostro festival vuole opporsi alla<br />
mania dei grandi eventi che si<br />
rivolgono quasi esclusivamente<br />
agli addetti ai lavori e spesso non<br />
riescono a intercettare il pubblico<br />
della città che li ospita.<br />
In che modo?<br />
Il nostro progetto si distingue per<br />
essere radicato nella città e negli<br />
spazi frequentati dalle persone<br />
nella vita quotidiana, il che conferisce<br />
al Tina B una sua specifica<br />
identità. Molti degli eventi hanno<br />
location come la metropolitana, il<br />
info.<br />
dal 25 settembre al 15 ottobre<br />
Tina B. The Prague Contemporary<br />
Art Festival 2008<br />
Janovskeho 23 - Prague 7<br />
Tel +42 0774155591<br />
info@tina-b.com<br />
www.tina-b.com<br />
ponte di Carlo V, teatri come il<br />
Laterna Magika o Narodni<br />
Divadlo. Inoltre, abbiamo portato<br />
avanti eventi di public art importanti,<br />
come i billboard, la radio art<br />
(abbiamo un accordo con la radio<br />
nazionale), light art, spesso con<br />
installazioni site specific e performance.<br />
Avete anche un sezione dedicata<br />
alla mobile video art…<br />
Quest'idea è nata dal fatto che<br />
uno dei nostri mecenati era in una<br />
giuria di un concorso di video girati<br />
con il telefonino. Abbiamo convinto<br />
Samsung a darci quaranta<br />
telefonini che abbiamo affidato ad<br />
altrettanti artisti, che hanno realizzato<br />
dei video bellissimi.<br />
Curatrice del progetto è stata l'italiana<br />
Francesca di Nardo, con la<br />
quale continuiamo a collaborare.<br />
in alto: Monika Burian<br />
al centro: La performance<br />
di Marcella<br />
Vanzo nella metro di<br />
Praga<br />
in basso: Kurt<br />
Gebauer - Heart in<br />
lapidarium, 1997/2007<br />
- dimensioni varie,<br />
courtesy of the artist<br />
Che tipo di risposte avete avuto<br />
dalla città di Praga e dalle istituzioni?<br />
Godiamo del patrocinio della città<br />
DA NON PERDERE<br />
di Praga, che ci concede però un<br />
finanziamento modesto, mentre il<br />
Ministero ancora ci snobba.<br />
L'aspetto economico è fondamentale,<br />
ma qui non è ancora avvertito<br />
il prestigio che deriva dal promuovere<br />
la cultura. Però il contesto si<br />
dimostra sempre più interessato.<br />
Per esempio, l'anno scorso abbiamo<br />
avuto la visita del neo-direttore<br />
dell'Istituto Italiano di Cultura, che<br />
ha apprezzato il nostro lavoro e<br />
che per questa edizione ha messo<br />
gratuitamente a disposizione la<br />
sede - un magnifico convento -, che<br />
ospiterà una delle sezioni curate<br />
dalla vostra collaboratrice Micaela<br />
Giovannotti.<br />
Ma non avete trovato altri sponsor<br />
privati?<br />
Abbiamo avuto delle piccole sponsorizzazioni<br />
e ora finalmente<br />
abbiamo degli ottimi contatti con<br />
cui speriamo di concretizzare per<br />
la prossima edizione. Non è facile<br />
trovare dei partner, e praticamente<br />
quasi tutto quello che guadagno<br />
con la galleria va nel festival...<br />
Ci sono altre gallerie che vi<br />
sostengono?<br />
Yvon Lambert ha creduto in noi<br />
sin dall'inizio. Altre gallerie ci aiutano,<br />
fornendo supporto tecnico o<br />
pagando le trasferte degli artisti. È<br />
una modalità di collaborazione<br />
autentica, che apprezziamo molto.<br />
L'edizione 2007 si è svolta in<br />
una location da favola, impensabili<br />
per paesi come l'Italia a<br />
causa della burocrazia e la lentezza<br />
delle autorizzazioni. Come<br />
fate a ottenere luoghi così suggestivi?<br />
C'è molto lavoro dietro. Non è facile<br />
convincere i responsabili delle<br />
istituzioni, ma troviamo sempre<br />
meno diffidenza e siamo riusciti<br />
ad avere gratuitamente spazi davvero<br />
molto suggestivi. Considero<br />
un segno distintivo di Tina B avere<br />
spazi non abituali per le mostre e,<br />
possibilmente, ogni volta diversi.<br />
Il 2008 segna i quarant'anni<br />
dalla famosa Primavera. Il tema<br />
della prossima edizione sarà<br />
politico?<br />
Sarà politico ma non solo. Una<br />
sezione sarà intitolata Forma off<br />
engagement. In Repubblica Ceca<br />
è molto più sentito il 2009, che<br />
segna i vent'anni dalla “rivoluzione<br />
di velluto”. <br />
[a cura di daniele capra]<br />
Al festival, che si svolge nei luoghi e nelle strade di Praga tra il 25 settembre<br />
ed il 15 ottobre, partecipano un centinaio di artisti, divisi in sette sezioni.<br />
Le giornate tra il 9 ed il 13 ottobre ospiteranno il progetto speciale dedicato<br />
alle performance. Queste le mostre e gli eventi più rilevanti.<br />
Videocracy, curata da Micaela Giovannotti, che indaga le dinamiche di diffusione<br />
delle immagini in un'epoca in cui l'effettiva democrazia visiva è ad un<br />
passo dalla dittatura dello spettatore. Tra gli artisti Tamy Ben-Tor, Adrian<br />
Paci, Stefano Cagol, Regina Jose Galindo, Domenico Mangano.<br />
Darkness is Noon, curata da Rosanna Musumeci, un'analisi di alcuni dei più<br />
interessanti artisti che utilizzano il medium della luce, tra cui Carlo<br />
Bernardini e Florian Grand.<br />
We destroy we regenerate, curata da Yukiko Ito, progetto speciale dedicato<br />
a giovani artisti del Sol Levante che utilizzano video ed installazione, con<br />
particolare riferimento ai temi di natura politica.<br />
Tina B on the road, che si sviluppa a macchia di leopardo nella città. Tra gli<br />
invitati Kensuke Koike, Coniglio Viola, Erika Latini, Daniel Gonzalez e Stefano<br />
Cagol, che interverrà con un'installazione luminosa sulla città.
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> approfondimenti.41<br />
living tel aviv<br />
Un ménage à trois con Atene ed Istanbul, e una città che sceglie l'arte contemporanea per festeggiare il proprio<br />
centenario. Nasce nel principale centro economico di Israele ART TLV. Obiettivo? Entrare nell'immaginario del<br />
mondo dell'arte contemporanea. Come spiega il curatore Andrew Renton…<br />
Due galleristi, il presidente di<br />
Sotheby's Israele e il direttore di<br />
una no-profit dedicata alla promozione<br />
dell'arte israeliana si mettono<br />
insieme e tracciano le linee di<br />
contorno di una mostra, che aprirà<br />
i battenti dal 24 settembre al<br />
24 ottobre e che si presenta<br />
come fase embrionale di un’ennesima<br />
biennale in piena regola, con<br />
grandi ambizioni. Nella lista dei<br />
partecipanti, Yael Bartana,<br />
Rosemarie Trockel in coppia con<br />
Thea Djordjadze, Sarah Lucas,<br />
Keren Cytter, Martin Boyce e<br />
Adrian Paci. Il curatore Andrew<br />
Renton, direttore di dipartimento<br />
al Goldsmiths di Londra, non ama<br />
fare troppo battage attorno ai<br />
nomi - Documenta style, lo chiama<br />
- e a dirla tutta non è stato<br />
fatto troppo caos nemmeno in<br />
merito all'evento, che ha scelto<br />
una comunicazione in sordina,<br />
discreta a livello internazionale.<br />
Grande attenzione è stata invece<br />
data al coinvolgimento di creativi,<br />
spazi espositivi e gallerie sul territorio,<br />
mobilitati in massa per la<br />
grande occasione.<br />
"Alcuni mesi fa", racconta Gilit<br />
Fisher, artista e gallerista di Tel<br />
Aviv, "Irit Sommer e Rebeca<br />
Saker hanno organizzato un meeting<br />
con i rappresentanti delle gallerie<br />
del territorio. Ogni galleria ha<br />
avuto l'opportunità di proporre a<br />
Renton tre artisti per la sua<br />
mostra, non solo israeliani naturalmente.<br />
Art TLV inoltre apre al<br />
pubblico in sintonia con l'inizio<br />
della nuova stagione dell'arte contemporanea.<br />
Tutti noi inaugureremo<br />
mostre e saranno presentati<br />
anche nuovi spazi. Ci aspettiamo<br />
che questo evento riesca ad<br />
attrarre energie, talenti e professionisti<br />
non solo da Israele, ma da<br />
tutto il mondo!".<br />
E l'organizzazione, dato il programma,<br />
sembra avere gli stessi<br />
obiettivi di Gilit. Cinque sono gli<br />
appuntamenti in cantiere: la<br />
mostra principale,<br />
Open Plan Living, che si<br />
snoda tra l'Helena<br />
Rubistein Pavillion e il<br />
Yacob Garden. Ci<br />
saranno i simposi, cui<br />
prenderanno parte i<br />
curatori Alma Ruiz,<br />
Bernard Blistene, Ami<br />
Barak, Andrew Renton<br />
e gli artisti invitati.<br />
Seguiranno Artists<br />
curate Artists, una rassegna<br />
di installazioni<br />
site specific curate<br />
dagli artisti che rivisiteranno quattro<br />
edifici degli anni '20, un'apertura<br />
straordinaria (notturna) delle<br />
gallerie di Nahalat Benyamin<br />
street, con performances sulla<br />
spiaggia e infine Rothschild69, la<br />
nuova Bau-Haus Kunsthalle, dove<br />
succede di tutto e di più tra screening<br />
e seminari. Il tutto, nello<br />
splendido scenario modernista,<br />
riconosciuto dall'UNESCO come<br />
patrimonio dell'umanità, che<br />
vedrà nel 2009 una grande<br />
mostra, dislocata in tre stati differenti,<br />
per il centenario della città,<br />
in collaborazione con la Biennale<br />
di Istanbul e la Biennale di Atene.<br />
Ne abbiamo parlato con Andrew<br />
Renton, il curatore.<br />
Come nasce Art TLV?<br />
Art TLV è un segnale tangibile<br />
della vitalità di Tel Aviv. La scena<br />
cittadina dell'arte contemporanea<br />
è molto ricca, inoltre l'arte<br />
israeliana sta avendo grandi<br />
riconoscimenti. Ho vissuto e<br />
lavorato a Tel Aviv per oltre quindici<br />
anni e credo che sia un<br />
posto incredibile. Chiunque la<br />
visiti ha quest'impressione.<br />
Insomma, credo che sia il<br />
momento giusto per un progetto<br />
di tale portata. I suoi ispiratori<br />
sono quattro persone straordinarie:<br />
la gallerista Irit Sommer<br />
(Sommer Gallery), Shifra Shalit<br />
Intrator (Dvir gallery), Rivka<br />
Saker, presidente della<br />
Sotheby's israeliana e fondatore di<br />
Artis, una no profit finalizzata a<br />
promuovere l'arte israeliana all'estero,<br />
e Yehoudit Shapira Haviv,<br />
che di Artis è direttore. Tutto nacque<br />
tre anni fa.<br />
Malauguratamente però dovemmo<br />
interrompere la progettazione<br />
dell'evento a causa della guerra in<br />
Libano. Le cose in Israele possono<br />
cambiare in un giorno, in un'ora,<br />
l'indomani.<br />
“<br />
Se sei un artista, o un<br />
curatore, non puoi non essere<br />
politicizzato. L'ambiguità che<br />
emerge dalla situazione politica<br />
di Israele colpisce chiunque. Io<br />
ho scelto di toccare le cose con<br />
mano e di guardarle da dentro<br />
Si può pensare ad Art TLV come<br />
allo startup di una nuova biennale?<br />
In un programma internazionale<br />
espositivo così denso di<br />
occasioni, che si distinguono le<br />
une dalle altre per concept curatoriale,<br />
specificità del territorio<br />
in cui si svolgono, progetti presentati<br />
dagli artisti, quali sono le<br />
caratteristiche che faranno di<br />
Art TLV un evento unico al<br />
mondo, come dichiarato dal lancio<br />
pubblicitario?<br />
Sono un po' refrattario all'idea di<br />
creare un'ennesima biennale,<br />
come tutti. Molti anni fa, mentre<br />
lavoravo alla prima edizione di<br />
Manifesta (Rotterdam), avanzam-<br />
mo l'idea di smantellare la biennale<br />
prima che iniziasse e di destinare<br />
il budget alla fondazione di un<br />
nuovo spazio espositivo...<br />
Comunque devo riconoscere che<br />
progetti di questa portata danno<br />
la possibilità alle persone di mettersi<br />
in gioco. Si possono fare<br />
parecchie cose in una cornice<br />
come questa. La speranza è che<br />
Art TLV non sia un fulmine a ciel<br />
sereno. Ci sarà, intanto, una grande<br />
mostra nel 2009 che celebrerà<br />
il centenario di Tel Aviv,<br />
in cui sarò coinvolto.<br />
Quindi, penso che Art TLV<br />
comincerà a configurarsi<br />
sempre più come una<br />
biennale e come attrattore<br />
di talenti artistici, che<br />
speriamo possano pensare<br />
a Tel Aviv come luogo in<br />
cui concepire e sviluppare<br />
progetti, anche al di fuori<br />
dell'occasione espositiva<br />
del 2008 e che potrebbero<br />
ritornare nel 2009.<br />
A questo punto, qualche anteprima.<br />
Art TLV è sottotitolata Open Plan<br />
Living. In Inghilterra questo termine<br />
è un cliché molto borghese, ma<br />
in Israele assume una connotazione<br />
differente. In questo caso, infat-<br />
Art TLV: Open Plan Living<br />
ti, si riferisce alla persistenza di<br />
una vecchia ideologia socialista,<br />
lontana dalle idee di capitale e tecnologia,<br />
che si rispecchia nei kibbutz.<br />
Inoltre, richiama l'immagine<br />
architettonica di Tel Aviv, città<br />
modernista per eccellenza: vi si<br />
possono contare più di cinquemila<br />
edifici esemplari a livello internazionale.<br />
Inoltre, la definizione Open<br />
Plan Living trova il suo doppio<br />
nell'Helena Rubistein Pavillion,<br />
sede del progetto, dove Art TLV si<br />
intersecherà con una moltitudine<br />
di stili e strategie differenti. Il padiglione<br />
ospiterà per due terzi artisti<br />
internazionali, i restanti saranno<br />
invece di Israele. Infine, stiamo<br />
convertendo un parco modernista<br />
(Yacob Garden), adiacente al<br />
museo, in una serie di "stanze all'aria<br />
aperta", in cui esporremo<br />
video. Successivamente il progetto<br />
si estenderà ad una serie di<br />
affascinanti edifici abbandonati,<br />
che abbiamo riportato in vita per<br />
Art TLV. Questa fase è in collaborazione<br />
con artisti del territorio:<br />
artisti che cureranno altri artisti.<br />
Adoro questa idea e mi piace da<br />
morire il fatto di non avere l'intero<br />
controllo del progetto. Certo è<br />
importante che la mostra abbia<br />
un respiro internazionale, ma non<br />
dobbiamo limitarci agli artisti ed<br />
dal 24 settembre al 24 ottobre 2008<br />
a cura di Andrew Renton<br />
artisti partecipanti: Lea Avita, Shai Azoulay, Yael Bartana, Martin Boyce,<br />
Agnieszka Brzezanska, Abraham Cruzvillegas, Aaron Curry, Keren Cytter, Matias<br />
Faldbakken, Urs Fischer, Wade Guyton / Kelley Walker, Diango Hernandes,<br />
Gabriel Kuri, Dana Levy, Sarah Lucas, Manal Mahamid, Jacob Mishori. João<br />
Onofre, Adrian Paci, Mika Rottenberg, Gedi Sibony, Daniel Silver, Monika<br />
Sosnowska, Ulrich Strothjohann, Mark Titchner, Kathy Temin, Rosemarie Trockel<br />
& Thea Djordjadze, Armando Andrade Tudela, Jennifer West.<br />
estendere questo obiettivo agli<br />
spettatori. L'arte, a Tel Aviv, ha un<br />
aspetto diverso. Sappiamo, inoltre,<br />
che un nuovo contesto crea nuovi<br />
messaggi. Cosa può essere più stimolante<br />
di una città come Tel<br />
Aviv?<br />
Certo... ma il territorio come ha<br />
reagito? Contrasti?<br />
Abbiamo avuto tanto sostegno,<br />
ma anche parecchie resistenze. In<br />
linea di massima le istituzioni sono<br />
con noi. Il Tel Aviv Museum ci ha<br />
dato uno dei suoi edifici chiave,<br />
l'Israel Museum sta realizzando il<br />
suo primo progetto fuori dalle<br />
mura di Gerusalemme, con nostro<br />
gran compiacimento. La riservatezza<br />
in merito ad alcune nostre<br />
scelte ha invece generato qualche<br />
resistenza (la lista dei partecipanti<br />
è stata deliberata solo a pochi<br />
giorni dall'inaugurazione, ndr). Ma<br />
credo che d'ora in poi tutto sarà<br />
più semplice e chiaro!<br />
Lo scorso agosto la Biennale di<br />
Gwuangju, diretta da Okwui<br />
Enwezor, ha inaugurato il progetto<br />
del Global Institute.<br />
Seminari, workshop, relazioni<br />
tenute da artisti e critici hanno<br />
analizzato il concetto di dissenso<br />
politico come nuova forma di<br />
rappresentazione. Israele sta<br />
certo vivendo momenti complicati,<br />
di cui forse Tel Aviv, con la<br />
sua vitalità e la sua creatività,<br />
non soffre se non indirettamente.<br />
La domanda è: Art TLV sarà<br />
una mostra a sfondo politico?<br />
Cosa ne pensa di questa estetica<br />
della protesta strettamente<br />
connessa a tematiche sociali ed<br />
economiche, proposta dal<br />
Global Institute di Enwezor?<br />
Se sei un artista, se sei un curatore,<br />
non puoi non essere politicizzato.<br />
L'ambiguità che emerge<br />
dalla situazione politica di Israele<br />
colpisce davvero chiunque. Filtra<br />
dappertutto, anche nella cultura<br />
e nella vita quotidiana. Io ho scelto<br />
di toccare le cose con mano e<br />
di guardarle da dentro. Bisogna<br />
fare le scelte per se stessi sulla<br />
base di esperienze quotidiane.<br />
Stavo pensando a questo l'altra<br />
sera, mentre facevo shopping a<br />
Londra, presso Marks and<br />
Spencer: davanti al supermarket<br />
era in corso una protesta contro<br />
Israele. Ad ogni modo, una<br />
mostra che si svolge in Israele,<br />
anche se non parla direttamente<br />
di Israele, riguarda comunque<br />
Israele. In fondo, non esistono<br />
territori neutrali.<br />
Quali risultati vi aspettate?<br />
La cosa più importante è garantire<br />
ad Art TLV la continuità. Se<br />
Art TLV diventerà un appuntamento<br />
fisso, allora vuol dire che<br />
ce l'abbiamo fatta. Il nostro obiettivo<br />
è posizionare progressivamente<br />
Art TLV come appuntamento<br />
essenziale dell'agenda<br />
internazionale dell'arte contemporanea,<br />
creando collegamenti<br />
con altre iniziative simili, quali<br />
Istanbul e Atene. Ridisegnando,<br />
insomma, la mappa dell'arte nel<br />
Medio Oriente! <br />
[santa nastro]
42.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
biobob<br />
Ancora un'anteprima editoriale per i lettori di <strong>Exibart</strong>. Questa volta è la prefazione di Calvin Tomkins alla sua<br />
biografia di Robert Rauschenberg. La pubblica in Italia Johan & Levi. L'editore milanese prosegue così un<br />
ideale ciclo che finora comprende la biografia di de Kooning e "Americani per sempre"...<br />
Alla fine degli anni Cinquanta,<br />
quando cominciavo appena ad<br />
avvicinarmi all'arte contemporanea,<br />
rimasi di sasso di fronte a<br />
un dipinto esposto al Museum of<br />
Modern Art. Faceva parte di una<br />
mostra intitolata Sixteen<br />
Americans e l'artista, il cui nome<br />
suonava vagamente familiare<br />
ma di cui non avevo mai visto le<br />
opere, era Robert<br />
Rauschenberg. Double Feature -<br />
così si chiamava il dipinto - era<br />
coperto da diversi strati apparentemente<br />
slegati di colore<br />
steso in maniera disordinata, in<br />
parte applicato con la tecnica del<br />
dripping tipica<br />
dell'Espressionismo Astratto,<br />
abbinati a una serie di insoliti elementi<br />
a collage: fotografie prese<br />
da riviste, lettere stampinate, un<br />
segmento di un ombrello appiattito,<br />
parte di una camicia da<br />
uomo con tanto di taschino,<br />
oggetti che mantenevano forti<br />
tracce della loro precedente esistenza<br />
nel mondo reale, pur<br />
riuscendo a sembrare perfettamente<br />
a proprio agio nell'opera.<br />
Guardandomi intorno per essere<br />
certo che nessuno mi stesse<br />
osservando, tirai fuori un quarto<br />
di dollaro dalla mia tasca e lo infilai<br />
in quella della camicia nel<br />
dipinto. Era un gesto sciocco, ma<br />
dopo averlo fatto mi sentii bene.<br />
Avevo creato un legame con<br />
qualcosa che, per ragioni che<br />
non sospettavo neppure, avrebbe<br />
acquistato nella mia vita<br />
un'importanza sempre maggiore.<br />
Secondo Marcel Duchamp<br />
l'atto creativo è bipolare poiché<br />
necessita non solo dell'artista<br />
che lo mette in moto ma anche<br />
dell'osservatore che lo interpreta<br />
e così facendo lo completa. In<br />
quello spirito, negli ultimi quarant'anni<br />
ho avuto l'ambizione di<br />
occuparmi di arte contemporanea<br />
non come critico o giudice<br />
ma come partecipante.<br />
Ho scritto molto su<br />
Rauschenberg, a cominciare da<br />
un profilo apparso su New<br />
Yorker nel 1964. Da<br />
allora siamo rimasti<br />
in contatto e io sono<br />
andato a tutte le sue<br />
mostre newyorkesi.<br />
Man mano che la<br />
mia attrazione iniziale<br />
per le sue opere<br />
lasciava il posto alla<br />
convinzione che<br />
fosse uno degli artisti<br />
più innovativi e significativi<br />
della sua generazione,<br />
mi è sembrato<br />
naturale fare di<br />
lui il fulcro di questo<br />
libro, in cui si parla<br />
dei cambiamenti<br />
radicali che hanno<br />
reso l'arte visiva una<br />
forza così potente<br />
nel mondo. Il libro è<br />
stato pubblicato nel<br />
1980, quattro anni<br />
dopo che un'enorme<br />
retrospettiva, presentata<br />
in cinque<br />
importanti musei statunitensi,<br />
aveva innalzato<br />
Rauschenberg<br />
ai vertici dell'arte e<br />
sopra: Rauschenberg si esibisce in<br />
Elgin Tie al Moderna Museet di<br />
Stoccolma, 13 settembre 1964 -<br />
photo Stig T. Karlsson<br />
a sinistra: La copertina del volume<br />
edito da Johan & Levi<br />
del successo. Ci sarebbero<br />
sempre stati critici<br />
secondo cui<br />
Rauschenberg era troppo<br />
proteiforme, troppo<br />
sperimentale o troppo<br />
sfacciato per essere<br />
preso sul serio, ma già in<br />
quel periodo la maggior<br />
parte dei detrattori era<br />
passata dalla sua parte.<br />
La retrospettiva del<br />
1976, come scrisse<br />
Benjamin Forgery su<br />
"ArtNews", ha reso evidente<br />
che l'opera di<br />
Rauschenberg "abbraccia<br />
una gamma di esperienze<br />
umane che nessun<br />
altro artista del nostro<br />
tempo ha osato affrontare".<br />
IL SOGGETTO...<br />
...E L'OGGETTO<br />
Calvin Tomkins - Robert<br />
Rauschenberg. Un ritratto<br />
Johan & Levi, Milano 2008<br />
Pagg. 304, 29 euro<br />
info.<br />
Dopo di ciò, naturalmente, è<br />
diventato di moda liquidare<br />
Rauschenberg come un artista<br />
finito. Questo genere di cose<br />
accade spesso, e non soltanto in<br />
America. C'è stato un periodo in<br />
cui si diceva che Picasso non<br />
aveva prodotto nulla di interessante<br />
dopo il 1935; ora si affermava<br />
che Rauschenberg aveva<br />
perso incisività a metà degli anni<br />
Sessanta. Lui, ovviamente, ha<br />
continuato a lavorare producendo<br />
nei suoi vari atelier dipinti, sculture,<br />
stampe e disegni in quantità<br />
persino eccessiva. L'utopistico<br />
progetto di collaborazione chiamato<br />
Rauschenberg Overseas<br />
Cultural Interchange (Roci) ha<br />
portato l'artista e le sue opere in<br />
dieci Paesi diversi al servizio della<br />
cooperazione e della pace mondiale.<br />
La critica ufficiale ha largamente<br />
ignorato l'iniziativa e prestato<br />
scarsa attenzione ai successivi<br />
lavori di Rauschenberg. Gli<br />
artisti più giovani che si affermavano<br />
in un mondo dell'arte di cui<br />
lui aveva sfidato e significativamente<br />
alterato i presupposti<br />
basilari erano all'oscuro della sua<br />
influenza. Quel genere di miopia<br />
non poteva durare. Un'altra<br />
colossale retrospettiva, tenutasi<br />
al Guggenheim Museum nel<br />
1997, ha fatto apparire gracili al<br />
confronto i talenti artistici più<br />
recenti. Da allora i giovani artisti<br />
non hanno smesso di riscoprire<br />
Rauschenberg e la sua stella è<br />
tornata a risplendere.<br />
Mi piace pensare che questa edizione<br />
riveduta e aggiornata di<br />
Rauschenberg possa avvicinare<br />
nuovi lettori all'artista che più di<br />
ogni altro nell'ultimo mezzo secolo<br />
ha mirato a un'arte cumulativa,<br />
l'incontenibile innovatore che una<br />
volta disse, nel suo generoso stile<br />
americano, di voler creare una<br />
situazione "in cui ci sia tanto spazio<br />
per l'osservatore quanto per<br />
l'artista". <br />
[calvin tomkins]<br />
Classe 1925 e originario del New Jersey, Calvin Tomkins è noto soprattutto in<br />
quanto critico del New Yorker. La biografia di Rauschenberg (1980, 2005)<br />
non è isolata nel suo curriculum: Tomkins ha infatto scritto anche quella di<br />
Duchamp (1996) e del Metropolitan di New York (Merchants and<br />
Masterpieces, 1970), mentre per la fine di ottobre è annunciato Lives of the<br />
Artists. Il suo libro più noto è Living Well is the Best Revenge (1971), indagine<br />
sulla coppia formata da Gerald e Sara Murphy e sulla comunità di espatriati in<br />
Francia nel periodo fra le due guerre mondiali. In italiano è stato tradotto soltanto<br />
Vite d'avanguardia (Costa & Nolan, 1983), con ritratti di John Cage, Leo<br />
Castelli, Christo, Merce Cunnigham, Philip Johnson e Andy Warhol. [m.e.g.]<br />
Medesima classe ma origini texane, Robert Rauschenberg è morto in Florida<br />
lo scorso maggio, chiudendo quasi definitivamente il Novecento artistico.<br />
Impossibile ricordare tutte le tappe della sua carriera, alla quale <strong>Exibart</strong> ha<br />
dedicato più di un approfondimento. Basti citare il Premio come miglior artista<br />
straniero alla Biennale di Venezia del 1964, quella della consacrazione dell'arte<br />
statunitense in e sull'Europa. E almeno un'opera, che gli riserva un posto d'onore<br />
nella storia dell'arte: Erased de Kooning drawing del 1963. L'ultima retrospettiva<br />
museale in Italia risale al 2004, al ferrarese Palazzo dei Diamanti.
46.approfondimenti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
riprendere berlino<br />
"Povera ma sexy", secondo l'ormai celebre definizione del sindaco Klaus Wowereit. Dopo un periodo di stanca, Berlino<br />
torna ad attrarre artisti da mezz'Europa. E si conferma una città frizzante, che sa celare i propri difetti, la lentezza nei<br />
lavori pubblici über alles, con una vivacità per nulla aderente allo stereotipo nordico. Specie quando ci s'inoltra underground...<br />
Per intraprendere un breve<br />
tour nelle lande della urban culture<br />
si può iniziare prenotando un<br />
mini-appartamento al Lux 11,<br />
design hotel firmato dagli architetti<br />
Claudio Silvestrin (quello della<br />
Fondazione Sandretto e dei negozi<br />
di Armani, per intenderci) &<br />
Giuliana Salmaso. Così sarete già<br />
in pieno Mitte.<br />
Nel quartiere che ospita gallerie<br />
come Eigen+Art e istituzioni<br />
come i KunstWerke - promotori<br />
della Biennale locale - hanno lo<br />
studio Fabio La Fauci e Daniele<br />
Sigalot, ai quali abbiamo chiesto<br />
di supportarci in questo itinerario<br />
ideale alla scoperta della street<br />
art più o meno propriamente<br />
detta. Perché loro in effetti nascono<br />
in pubblicità, in forza prima a<br />
Saatchi & Saatchi e poi in Grey. È<br />
così che vedono la luce Blue&Joy:<br />
"La colpa è di Pillitteri! La sede<br />
milanese di Grey era nella sua ex<br />
casa. Ed è lì che sono nati, in un<br />
momento deprimente dal punto di<br />
vista professionale, metereologico<br />
e sentimentale. Questa sinergia<br />
di sfighe ha creato il primo<br />
disegno di due pupazzi socialisti".<br />
Una prima fase ai "margini" del<br />
mondo dell'arte, tra adv, fumetti e<br />
web. Tanto che la prima mostra, a<br />
Barcellona nel 2005, è allestita in<br />
un negozio di abbigliamento.<br />
La scena è quella di un pop-underground<br />
che non ha nulla a che<br />
fare con certo velleitarismo e che<br />
non disdegna contatti con brand<br />
come Diesel. Anzi, la prima apparizione<br />
in grande Blue&Joy la<br />
fanno proprio sul Diesel Wall milanese,<br />
nel 2007. "Non veniamo<br />
dalla strada - anche se Fabio da<br />
ragazzo faceva graffiti - ma spesso<br />
è nato quest'equivoco.<br />
“<br />
E Berlino? Resta<br />
una vetrina affascinante<br />
Blue&Joy nascono come un<br />
fumetto e poi sono finiti in strada!".<br />
Così, anche se i due pupazzi<br />
si ritrovano sulle pagine di libri di<br />
street art, il punto è che "non c'è<br />
più un confine tra animazione,<br />
arte, architettura, design, moda,<br />
oggettistica...". Risultato: parlare<br />
di "purezza" diventa sempre più<br />
un discorso privo di fondamenta.<br />
Il tour inizia dal Mitte: "Qui c'è una<br />
specie di centro sociale di sei<br />
piani, il Tacheles. È una<br />
Kunsthaus, un posto dove gli artisti<br />
vivono e lavorano, con due piani<br />
dedicati alle mostre. Un posto da<br />
visitare assolutamente!". E poi ci<br />
sono almeno due gallerie legate<br />
alla scena urban, Circle Culture e<br />
ATM: "Con la prima siamo in contatto,<br />
forse faremo una mostra<br />
nel 2009. E poi c'è MK: stiamo<br />
corteggiando il direttore, gli mandiamo<br />
i fiori!". La Merry<br />
Karnowsky Gallery è una delle<br />
migliori gallerie del circondario,<br />
con una seconda sede a Los<br />
Angeles. E un paio di mesi fa ha<br />
proposto una mostra di Miss Van<br />
e Victor Castillo.<br />
Poco lontano c'erano un paio graffiti<br />
di Bansky, rimossi e pare<br />
"ceduti" a un collezionista privato.<br />
Ma sui muri restano giganteschi<br />
e anomali murales: "Hanno sponsor<br />
come Nike e Nokia", sottolineano<br />
Blue&Joy. "Sono lavori permanenti,<br />
pittorici, come le pubblicità<br />
della Coca Cola negli anni<br />
'50". Niente di più spurio. "Qui il linguaggio<br />
è più libero, libero dalla<br />
street art classica. Forse perché<br />
qui la storia del graffitismo è differente".<br />
Se occorresse ricordarlo,<br />
fino a un paio di decenni fa un<br />
muro divideva la città e, almeno<br />
da un lato, era ricoperto di colore:<br />
"Però è tenuto malissimo. È tutto<br />
un 'Maria ti amo'".<br />
Spostandosi in area anatolica, nel<br />
radical-chic Kreuzberg, le tracce<br />
di street culture si raccolgono<br />
intorno a Intoxicated Demons,<br />
uno spazio multiforme che è galleria,<br />
libreria, gadget-shop. Ma nel<br />
quartiere "c'è soprattutto un lavo-<br />
ro pazzesco di<br />
Blu", il fotografatissimo<br />
Backjump, "e<br />
altre cose<br />
sempre di Blu<br />
al ponte di<br />
Warschauerstrasse,<br />
vicino<br />
a un altro bellissimomurales<br />
della Nike".<br />
Così facendo<br />
siamo giunti<br />
sull'altra sponda<br />
della Sprea,<br />
direzione<br />
Friedrichshain,<br />
dove, al centro<br />
culturale Friedrichshoehe, in estate<br />
si è tenuta la prima edizione del<br />
festival Urban Affairs. Italiani: missing.<br />
Quanto all'editoria, nella capitale<br />
BLUE&JOY IN PARETE<br />
tedesca ha sede Die Gestalten<br />
Verlag, un must nel capo della<br />
grafica e dell'illustrazione. Per<br />
intenderci nuovamente, quelli che<br />
pubblicano i libri della Black<br />
Tripletta di mostre per i due pupazzi di pezza neo-berlinesi. Si comincia<br />
allo Spazio Tindaci di Padova (dal 17 settembre al 27 ottobre), segue<br />
la tappa svizzera a La Galleria di Lugano (dal 27 settembre al 25 ottobre),<br />
per finire a Milano presso Borgonuovo Eventi (dal 28 novembre al<br />
4 dicembre). I titoli? Cinici come sempre: Un fiasco dopo l'altro, Mi<br />
dispiace non può entrare e Greatest Failures.<br />
Market Gallery. "Loro sono i più,<br />
e basta", si infervorano Blue&Joy.<br />
"Con Tactile sono tornati alla semplicità,<br />
senza vettori e 3d. Loro<br />
prevedono e indicano la direzione.<br />
Anche per i vettori è stata colpa<br />
loro! Ma poi il discorso si è inflazionato,<br />
com'è capitato anche per le<br />
pubblicazioni di street art".<br />
Torniamo così all'arte di strada e<br />
ai due pupazzi. Che alla mostra<br />
del Pac di Milano sono arrivati, ça<br />
va sans dire, in extremis e come<br />
outsider: c'erano, ma sul catalogo<br />
non si vedono.<br />
in alto e a sinistra: Lo studio berlinese<br />
di Fabio La Fauci e Daniele<br />
Sigalot - photo Mario Teli<br />
in basso a sinistra: Un gigantesco<br />
murales di Blu nella capitale tedesca<br />
- photo bakenek0 @ flickr<br />
in basso a destra: Miss Van a<br />
Berlino - photo the bag in the bag<br />
@ flickr<br />
E Berlino? Resta una vetrina affascinante.<br />
Perché è più semplice<br />
mettersi in mostra dove i costi in<br />
generale, e degli immobili in particolare,<br />
sono ridotti. Ma il mercato<br />
stenta a decollare e le gallerie<br />
apri-e-chiudi proliferano. A chi però<br />
ha come obiettivo la flânerie, tutto<br />
ciò interessa relativamente.<br />
Se vi apprestate<br />
a fare una capatina<br />
in Germania, oltre a<br />
seguire i consigli di<br />
Blue&Joy potete<br />
armarvi di un paio d'altri<br />
spunti: Urban<br />
Illustration Berlin, la<br />
street art cityguide di<br />
Benjamin Wolbergs,<br />
con tanto di mappa,<br />
edita dalla californianamburghese<br />
Gingko<br />
Press; e Berlin Street<br />
Art 2 di Sven<br />
Zimmermann, stampato<br />
da Prestel, dove<br />
troverete pure una<br />
messe di utilissimi link.<br />
Troppa luce? Potete<br />
tornare sottoterra,<br />
magari facendovi ospitare<br />
nel bunker di<br />
Tobias Rehberger e<br />
Olafur Eliasson, oppure<br />
visitando quello che il pubblicitario<br />
Boros ha trasformato nella<br />
sede della propria collezione.<br />
Per chiudere in bellezza e ricercatezza,<br />
non fatevi mancare l'hamburger<br />
del White Trash Fast Food,<br />
arredato come un ristorante cinese<br />
qual era, e la conclusione in un<br />
club. Non il solito Tresor, ma quell'altro<br />
- sottoterra, va da sé - che<br />
apre un giorno al mese e dove<br />
suonano dj del calibro di Thomas<br />
Brinkmann. Chiedete in giro... <br />
[m. e. g.]
48.nuovi spazi <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
ALI roma<br />
Un centro di formazione. Uno spazio per la performing-art. Una galleria espositiva per grandi progetti d'arte contemporanea internazionale. Il tutto dove? Ma in una grotta,<br />
naturalmente. Nei pressi del Colosseo. Scopriamo cos'è ALI...<br />
Cosa è Ali?<br />
A.L.I. è l'acronimo di Arts Learning<br />
Institute, dunque nasce dalla volontà di<br />
creare nel territorio romano un<br />
nuovo centro per le arti e l'apprendimento.<br />
A.L.I. è un progetto che si<br />
occupa di arte e cultura a trecentosessanta<br />
gradi: dal sostegno della<br />
giovane arte internazionale al design<br />
di ricerca e alla musica; dall'organizzazione<br />
di mostre temporanee, concerti<br />
e incontri con gli artisti alla realizzazione<br />
di corsi di alta formazione<br />
professionale sull'uso delle nuove<br />
tecnologie digitali in ambito artistico;<br />
dalla produzione e post-produzione<br />
video alla progettazione 3d.<br />
Chi siete?<br />
A.L.I. è un'iniziativa privata maturata<br />
dallo sforzo e dalla dedizione di due<br />
professionisti della cultura: Caterina<br />
Tomeo - storica dell'arte, Masters in<br />
Isabella Tupone. Chi sei?<br />
Mi sono laureata in Lingue e Letterature<br />
Straniere nel 2006 con una tesi su Bernard-<br />
Henri Lévy. Durante gli anni di studio universitario<br />
ho anche frequentato la Scuola Civica di Cinema,<br />
focalizzandomi in particolare su pre-produzione e<br />
sceneggiatura. Poco dopo la laurea ho fatto un'esperienza<br />
nel campo del marketing e della comunicazione<br />
in Barclays Bank. Grazie a questa esperienza<br />
ho avuto la possibilità di apprendere sul<br />
campo tecniche comunicative specifiche per il<br />
mantenimento dei rapporti con la clientela.<br />
Business Administration, specializzata<br />
in Economia e Gestione dei beni<br />
culturali, ha lavorato presso enti pubblici<br />
e privati come project manager,<br />
ha insegnato e diretto corsi di Alta<br />
Formazione della Regione Lazio -, e<br />
Gianluca Graziadio, storico del cinema<br />
e del teatro, ha lavorato come<br />
videomaker in produzioni cine-televisive<br />
in Italia e all'estero.<br />
Un cenno sulle vostre attività.<br />
Training e esposizioni. In che modo?<br />
info.<br />
Via di San Giovanni in Laterano, 228<br />
Tel 06 70040907<br />
info@ali-rome.com<br />
www.ali-rome.com<br />
da ottobre Tomas Saraceno a cura<br />
di Dobrila Denegri<br />
In famiglia già esisteva un'importante galleria<br />
d'arte, AR.CO.IT...<br />
Ho da sempre avuto passione ed interesse nell'attività<br />
materna. Durante gli studi ho partecipato<br />
all'attività di AR.CO.IT, occupandomi della creazione<br />
dei cataloghi e collaborando sul fronte della<br />
comunicazione con i clienti; la passione familiare<br />
si è tradotta oggi in vera attività lavorativa anche<br />
per me. AREA B nasce da questa passione.<br />
Area B è una galleria sui generis, ce ne parli?<br />
AREA B nasce in effetti "in seno" ad una realtà già<br />
esistente, quella di AR.CO.IT, che opera con successo<br />
nel campo dell'arte contemporanea da molti<br />
anni. Questa "affiliazione" è e sarà una grande risorsa,<br />
AREA B beneficia infatti di una struttura organizzativa<br />
ed operativa preesistente che riveste un<br />
ruolo chiave in questa fase di nascita della nuova<br />
attività. Inoltre, gli spazi messi a disposizione da<br />
A.L.I. è uno spazio<br />
polifunzionale,<br />
un'architettura virtuale<br />
all'interno<br />
della quale si svolgono<br />
molteplici attività<br />
culturali. A.L.I.<br />
ha aperto nel maggio<br />
2008 concentrandosi<br />
sul training<br />
attraverso l'ideazione di due corsi in<br />
progettazione 3d e quattro corsi di<br />
specializzazione in web design, professioni<br />
editoriali, regia televisiva e<br />
cinematografica, video editing e compositing,<br />
ammessi al catalogo interregionale<br />
dell'Alta Formazione. Lo<br />
spazio espositivo viene inaugurato a<br />
settembre con l'esibizione di un<br />
nuovo quartetto, Faces, formato da<br />
esponenti di primo piano della scena<br />
internazionale della musica di ricerca<br />
al confine e al di là di generi consoli-<br />
dati; ad ottobre con<br />
la personale di<br />
Tomas Saraceno,<br />
primo ospite del<br />
p r o g e t t o<br />
Multiverse.<br />
Directions for the<br />
world, a cura di<br />
Dobrila Denegri:<br />
una serie di mostre,<br />
performance, conferenze che vertono<br />
sui temi della molteplicità e universalità<br />
nel campo della creatività.<br />
Il vostro spazio espositivo si configurerà<br />
come una 'normale' galleria?<br />
Farete mercato, fiere e quant'altro?<br />
Su che tipo di clientela punterete?<br />
A.L.I. non vuole avere restrizioni, non<br />
è legata al rapporto commerciale tra<br />
gallerista e artista. L'obiettivo precipuo<br />
è premiare la ricerca e la speri-<br />
AR.CO.IT in via Cesare Balbo offrono una location<br />
sobria, accogliente ed inusuale per una galleria,<br />
ricordando le familiari atmosfere di un appartamento<br />
cittadino, diventato maison d'art.<br />
Vi siete riferiti ad una tipologia di spazio espositivo<br />
già presente altrove? A chi?<br />
Proprio a causa dell'immensa varietà di tipologie di<br />
spazi espositivi, non abbiamo sentito la necessità di<br />
riferirci a nessuno di questi. La nostra struttura<br />
vive ormai da tanti anni di una "vita propria", è fortemente<br />
caratterizzata da scelte architettoniche particolari,<br />
che le permettono di rifarsi solo a se stessa.<br />
L'ambiente è studiato per dare risalto alle opere<br />
esposte, il parquet chiaro dei pavimenti ed il rame<br />
scelto per alcuni dettagli riflettono la luce e contribuiscono<br />
ad illuminare le pareti candide e geometricamente<br />
cadenzate da nicchie che si alternano a<br />
grandi spazi. Il fatto che la galleria si trovi al primo<br />
mentazione, sostenere i giovani artisti<br />
emergenti fornendo loro i fondi e<br />
gli strumenti necessari per trasformare<br />
le idee in esperienze concrete<br />
e ricche di significato. Il mercato?<br />
Forse.<br />
Un cenno ai vostri locali. Di che<br />
tipologia di ambiente disponete per<br />
le esposizioni?<br />
Il locale è atipico, un’ex grotta nelle<br />
vicinanze del Colosseo con tre<br />
ambienti sfruttati al massimo per<br />
poter creare le diverse postazioni di<br />
lavoro e svolgere le differenti attività,<br />
tra cui quella espositiva. Lo spazio<br />
dedicato alle mostre è caratterizzato<br />
dalla luce proveniente dalle tre grandi<br />
finestre - che ha affascinato anche<br />
Tomas Saraceno - e dal contrasto<br />
tra i soffitti voltati a crociera, il bianco<br />
assoluto delle pareti e il pavimento<br />
in legno vintage, effetto optical.<br />
VOGHERA11 milano<br />
A metà strada tra il loft tipico milanese ed il workshop culturale in nome della contaminazione. Non poteva essere altrimenti per una galleria che si occupa d'arte contemporanea,<br />
ma che nasce in una zona a altissima vocazione design&fashion...<br />
Da quale tipo di pulsione commerciale<br />
e culturale nasce l'esperienza<br />
di Voghera11?<br />
Voghera11, nel cuore di Zona<br />
Tortona, si propone come<br />
luogo di identificazione, promozione<br />
e visibilità di giovani artisti.<br />
Luogo sperimentale e catalizzatore<br />
di differenti discipline<br />
che colgono nel nuovo spazio<br />
una ragione di contaminazione. La galleria è stata<br />
interpretata come loft ed è vissuta come workshop<br />
e spazio espositivo.<br />
Chi siete?<br />
Il team è composto da architetti e designers che,<br />
dopo aver intrapreso significative esperienze nell'ambito<br />
della progettazione, uniti dal comune interesse<br />
per l'arte e la ricerca contemporanea,<br />
Valeria De Simoni.<br />
Presentati! Qual è il tuo<br />
background professionale.<br />
Da dove vieni, da<br />
che tipo di studi, di esperienze?<br />
Laureata in<br />
Conservazioni dei Beni<br />
Culturali, dopo gli esordi<br />
professionali nel 2004<br />
presso l'ufficio stampa di<br />
Palazzo Ducale Spa,<br />
quando Genova era<br />
Capitale Europea della<br />
Cultura, e la collaborazione con<br />
Germano Celant in occasione della<br />
grande mostra Arti&Architettura<br />
1900/2000, ho lavorato per tre anni<br />
con Luca Beatrice come assistente<br />
curatore, immergendomi completa-<br />
Via Cesare Balbo, 3<br />
Paolo de Biasi dal 14 ottobre<br />
info.<br />
mente nel mondo dell'arte<br />
contemporanea. La<br />
passione per l'arte, cresciuta<br />
negli anni e alimentata<br />
dal contatto diretto<br />
con gli artisti e con gli<br />
"addetti ai lavori", è così<br />
sfociata nel progetto<br />
DAC.<br />
Quale sarà la mission<br />
della galleria? Giovani<br />
italiani o cos'altro?<br />
L'attività della galleria sarà<br />
incentrata sulla promozione di giovani<br />
artisti italiani e stranieri, privilegiando<br />
la presentazione di progetti individuali<br />
studiati ad hoc per lo spazio espositivo.<br />
Tra i generi proposti: fotografia, disegno,<br />
pittura e video.<br />
hanno deciso di intraprendere<br />
una nuova sfida. In questo contesto<br />
nasce l'idea di creare un<br />
nuovo concept di galleria, sperimentale<br />
e più flessibile alle<br />
nuove esigenze culturali e di<br />
mercato.<br />
La zona dove andrete ad aprire<br />
è stata fino ad oggi quasi<br />
solo destinata al design. Magari alla moda. Cosa<br />
vi fa pensare che si aprirà anche come polo di<br />
arte contemporanea? Il cantiere della Città della<br />
Cultura all'ex Ansaldo fa ben sperare?<br />
Non solo! Ci sembra che il successo riscontrato<br />
dal (con)TemporaryArt, che si propone con frequenza<br />
semestrale, tenda ad identificare questa<br />
zona tra via Tortona e via Savona come evento<br />
principale non solo del fuori-Miart ma anche<br />
DAC genova<br />
DAC come De Simoni Arte Contemporanea. De Simoni è lei, Valeria. Gavetta all'ufficio stampa del genovese Palazzo Ducale, un percorso professionale assieme a Luca<br />
Beatrice e ora questo nuovo progetto. Dedicato alla giovane arte italiana e non solo...<br />
Inaugurate nell'ambito di start, l'apertura<br />
autunnale collettiva di tutte<br />
le gallerie della Superba. Quali sono i<br />
rapporti con i colleghi?<br />
I galleristi genovesi si sono dimostrati<br />
estremamente disponibili. Attenti alle<br />
realtà emergenti e alle iniziative dei giovani,<br />
hanno invitato la DAC a partecipare<br />
all'associazione START, all'omonimo<br />
vernissage della stagione espositiva e<br />
ai numerosi eventi successivi. Questo<br />
clima di forte collaborazione e grande<br />
fermento culturale ben si presta alla<br />
nascita e allo sviluppo di nuovi progetti.<br />
Di che locali disponete?<br />
La galleria è situata nel centro storico<br />
della città, a pochi minuti dall'Acquario,<br />
dalla zona del Porto Antico e dai<br />
Palazzi dei Rolli. Piazzetta Barisone,<br />
come progetto artistico e curatoriale temporaneo<br />
di rilievo. La galleria si allinea allo spirito fuoriistituzionale,<br />
proponendo giovani artisti esordienti<br />
e proponendosi come location del circuito del<br />
(con)TemporaryArt. Nella zona, inoltre, sono nate<br />
numerose gallerie e spazi flessibili in grado di ospitare<br />
eventi di carattere internazionale.<br />
I vostri spazi?<br />
La galleria è un loft minimale di circa cento metri<br />
quadri che rievoca l'atmosfera informale degli<br />
spazi espositivi newyorchesi degli anni '80. Per il<br />
carattere distributivo degli spazi, è particolarmente<br />
predisposta ad allestimenti di video-arte ed<br />
installazioni site specific.<br />
Qualche anticipazione sui prossimi eventi, dopo<br />
la personale inaugurale di Daniela Montanari.<br />
La personale di pittura iperrealista di Daniela<br />
dove ha sede la DAC, è un minuscolo<br />
slargo all'interno dell'intricata rete dei<br />
caruggi genovesi. Un luogo suggestivo,<br />
carico di contrasti, nato dalla sovrapposizione<br />
di tante diverse stagioni storiche.<br />
Ex studio d'artista, la galleria è<br />
un fondo che si sviluppa in tre ampi<br />
vani voltati a botte per un totale di<br />
circa centoventi metri quadri. La disposizione<br />
e la dimensione delle sale sono<br />
adatte a presentare progetti individuali,<br />
collettivi e interventi site specific.<br />
Qualche anticipazione sul prosieguo<br />
della stagione 2008\2009. Quali<br />
progetti in cantiere dopo la mostra<br />
inaugurale?<br />
La programmazione della DAC prevede<br />
circa cinque mostre all'anno in sede<br />
e numerosi progetti e collaborazioni<br />
Montanari, dal 10 al 16 novembre, ha l'obiettivo<br />
di indagare le possibilità di come questa corrente<br />
pittorica si possa discostare dalla manieristica<br />
ricerca del reale. In linea con questa impostazione<br />
curatoriale proporremo altri interessanti e<br />
validi esponenti della nuova pittura italiana ed<br />
internazionale. Inoltre all'interno della programmazione<br />
del 2009 è prevista anche una collettiva<br />
di esponenti dell'urban art e recycling style.<br />
Via Voghera, 11<br />
Tel/Fax 02 39811630<br />
info@voghera11.com<br />
www.voghera11.com<br />
dal 10 novembre<br />
"Pelle" personale di Daniela Montanari<br />
con enti pubblici e privati anche stranieri.<br />
Dopo la mostra inaugurale di<br />
Silvia Chiarini, si terrà la personale di<br />
Silvia Noferi, giovane fotografa fiorentina<br />
dalla poetica raffinata ed evocativa,<br />
cui seguirà nel 2009 la personale di<br />
Daniela Carati, fotografa di origini bolognesi<br />
ma genovese d'adozione, che utilizza<br />
il mezzo fotografico per indagare<br />
inquietudini e contraddizioni della<br />
società contemporanea.<br />
info.<br />
Piazzetta Barisone, 2r - angolo via<br />
Delle Grazie<br />
valeria.desimoni@libero.it<br />
www.galleriadac.com<br />
dal 9 ottobre Silvia Chiarini<br />
AREA B milano<br />
Una figlia d'arte, Isabella Tupone. Dopo una laurea in letteratura straniera ed esperienze svariate dal cinema al marketing, rieccola tornare alla passione di casa. Con una<br />
nuova creatura che si 'annida' dentro alla corazzata galleristica di famiglia...<br />
info.<br />
piano conferisce un'allure salottiera e rilassante.<br />
AREA B ed AR.CO.IT collaborano quindi anche dal<br />
punto di vista della condivisione dello spazio.<br />
Sarà sempre così?<br />
Per il futuro ci riserviamo la possibilità di cercare<br />
una location esclusivamente dedicata ad<br />
AREA B, che possa caratterizzare ancora di più<br />
la nuova attività.<br />
Qualcosa sui prossimi appuntamenti da voi?<br />
In autunno proporremo una mostra personale<br />
di un artista veneto, Paolo de Biasi, più volte<br />
finalista al Premio Celeste. Per la stagione<br />
invernale invece abbiamo pensato ad una personale<br />
di Massimo Gurnari presso i nostri<br />
spazi. E quasi contemporaneamente saremo<br />
ospitati presso gli spazi di Giacomo Manoukian<br />
in Brera, per una personale di Siva.
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> nuovi spazi.49<br />
SCHIAVO MAZZONIS roma<br />
Non si sa ancora di preciso quando e con cosa apriranno. Quello che si sa per certo è che inaugureranno in autunno, nel cuore di Roma. E che si tratterà, senza ombra di<br />
dubbio, della galleria newcomer più attesa alla ripresa della stagione espositiva...<br />
Costanza Mazzonis e Federica<br />
Schiavo. Innanzitutto diteci chi<br />
siete e da che tipo di storia personale<br />
provenite.<br />
Dopo avere cominciato da Barbara<br />
Gladstone a New York, e in seguito con<br />
un master specialistico in arte contemporanea<br />
da Christie's Londra,<br />
Costanza Mazzonis (Roma, 1977) è<br />
stata direttrice della galleria Anthony<br />
Reynolds per tre anni, nella stessa<br />
Londra. Ritrasferitasi in Italia, con sede<br />
a Roma, ha diretto la galleria<br />
Magazzino d'Arte Moderna, dall'ottobre<br />
2006 all'aprile 2008. Federica<br />
Schiavo (Salerno, 1974), giovane professionista<br />
con una formazione sia in<br />
economia che successivamente in storia<br />
dell'arte, ha lavorato per Marina<br />
Wallace e Martin Kemp al progetto<br />
Universal Leonardo e per alcune delle<br />
mostre realizzate dalla Wallace/Kemp<br />
Artakt a Londra. Successivamente ha<br />
collaborato per due anni con la Galleria<br />
Monica De Cardenas di Milano e negli<br />
ultimi tre anni è stata responsabile del<br />
dipartimento curatoriale dell'Hangar<br />
Bienne come le iniziali dei vostri due cognomi:<br />
Balestrieri (Ivano) e Negroni (Bianca). Da che<br />
tipo di esperienze precedenti provenite?<br />
Le mie esperienze e quelle di Ivano nascono da<br />
due formazioni culturali differenti: la mia artistica,<br />
con particolare riferimento al restauro conservativo<br />
di opere d'arte, di antiquariato e di tutto ciò<br />
che è legato al mondo delle cornici antiche; mentre<br />
Ivano è legato unicamente ai vetri veneziani<br />
del Novecento ed agli artisti contemporanei che<br />
si dedicano all'arte vetraria muranese.<br />
Come vi siete incontrati per far nascere questa<br />
nuova avventura?<br />
La nostra fusione nasce dall'entusiasmo propo-<br />
Bicocca di Milano realizzando mostre<br />
personali e collettive con artisti del calibro<br />
di Mark Wallinger, Marina<br />
Abramovic, Lucy and Jorge Orta, Fabio<br />
Mauri, Jenny Holzer, Kutlug Ataman,<br />
William Kentridge, Daniele Puppi...<br />
Quale sarà la mission di<br />
SchiavoMazzonis? Su cosa concentrerà<br />
il suo focus la galleria?<br />
La galleria si propone di costruire nel<br />
tempo un solido gruppo di artisti della<br />
nostra stessa generazione, cercando di<br />
mettere in luce le principali ricerche del<br />
panorama internazionale in un dialogo<br />
serrato tra le diverse culture. La volontà<br />
è naturalmente di instaurare un dialogo<br />
sitivo di sperimentare questo nuovo argomento:<br />
"dall'arte al design". Io e Ivano ci conosciamo<br />
da diversi anni e come spesso accade ci eravamo<br />
persi di vista; ci siamo ritrovati quasi casualmente<br />
ad una cena in un ristorante genovese e<br />
qui abbiamo messo le basi della nostra nuova<br />
avventura.<br />
Sarzana è una cittadina di provincia, ma collocata<br />
in una zona strategica. E già ospita gallerie<br />
importanti. Perché l'avete scelta?<br />
Sarzana per noi è solo un punto di partenza ed è<br />
collocata in una zona strategica sopratutto per il<br />
periodo estivo per le innumerevoli manifestazioni<br />
che si svolgono in questa città. Abbiamo intenzio-<br />
diretto con gli artisti stessi, di promuovere<br />
il lavoro qui così come all'estero e<br />
di sponsorizzare progetti, anche al di<br />
fuori dello spazio fisico della galleria.<br />
Con la professionalità di entrambe,<br />
acquisita in anni di esperienze lavorative<br />
internazionali, ci auguriamo di poter<br />
dare in futuro un contributo al panorama<br />
artistico romano e non solo, e di<br />
contribuire alla promozione di giovani<br />
artisti sul territorio.<br />
Si parla di crisi economica, di crisi<br />
delle borse, di depressione diffusa.<br />
Perché avete reputato questo un<br />
momento corretto per aprire un<br />
nuovo spazio?<br />
Quando si fa una scelta di un certo tipo<br />
significa che sono entrate in concorso<br />
una serie di circostanze che hanno<br />
reso possibile metterla in atto, a prescindere<br />
da altri fattori. La situazione<br />
economica al momento non è certo idilliaca,<br />
la crisi c'è e probabilmente a brevissimo<br />
termine peggiorerà, ma in due<br />
o tre anni le cose dovrebbero migliorare.<br />
E il progetto di una galleria è senz'al-<br />
tro a lunga scadenza. Se poi dobbiamo<br />
trovare un aspetto positivo in tutto ciò,<br />
si potrebbe azzardare che allentare un<br />
po' l'eccessiva pressione sugli artisti e<br />
sui compratori potrebbe risultare salutare<br />
per tutto il sistema dell'arte. Per<br />
noi sarà un ulteriore sprone a cercar di<br />
fare del nostro meglio.<br />
Puntate fin da subito alle grandi fiere<br />
nazionali ed internazionali?<br />
L'intenzione è senz'altro quella di avere<br />
una presenza alle fiere in tempi brevi.<br />
Intendendo privilegiare, sia per necessità<br />
che per scelta di campo, quelle giovani<br />
e di proposta. Al giorno d'oggi crediamo<br />
sia di fondamentale importanza<br />
cercare al più presto di crearsi un<br />
nome anche all'estero, sia ai fini di mercato<br />
che per poter assicurare ai propri<br />
Piazza di Montevecchio<br />
info@schiavomazzonis.com<br />
www.schiavomazzonis.com<br />
ne di sviluppare ed aprire il prima possibile anche<br />
uno spazio espositivo a Varese.<br />
Di cosa si occuperà la galleria? Quale sarà la<br />
mission che si vorrà dare? Insomma, quali<br />
saranno i vostri contenuti?<br />
Il tema che vorremo sviluppare è quello tra arte e<br />
design. Riteniamo che il confine tra l'artista e il<br />
info.<br />
artisti una visibilità maggiore, e la<br />
potenzialità di rapporti con altre gallerie<br />
e con la critica internazionale.<br />
Di che genere di locali disponete?<br />
La galleria si trova a piazza<br />
Montevecchio, piccola ed incuneata tra<br />
via della Pace e via dei Coronari. Si tratta<br />
di centoquaranta metri quadri suddivisi<br />
in tre spazi espositivi ed un ufficio.<br />
Uno spazio quindi articolato che richiede<br />
l'esplorazione fisica da parte del visitatore<br />
e la sua attiva scoperta dell'intervento<br />
artistico presentato. L'artista,<br />
d'altra parte, è invitato a lavorare quanto<br />
più possibile sull'idea di site-specific,<br />
entrando in dialogo con lo spazio della<br />
galleria ma anche con il contesto quotidiano<br />
nella quale è inserita (il luogo è<br />
vicino alla tradizione romana del laboratorio<br />
artigianale e della piazza salotto,<br />
ritrovo degli artisti, distante dall'idea di<br />
"white cube"). Ci auguriamo che lo spazio<br />
e la città diventino quindi complici<br />
degli artisti, influenzando le strutture<br />
formali delle opere o quantomeno la<br />
percezione delle stesse.<br />
BIENNEARTE sarzana - sp<br />
Due amici che, come tanti, si perdono di vista. L'una dedicata al restauro conservativo delle opere d'arte. L'altro focalizzato sui vetri veneziani. Poi l'incontro casuale. E la<br />
decisione di mettersi a fare i galleristi. Sul confine tra arte e design…<br />
Tel 328 5641452<br />
www.biennearte.com<br />
info@biennearte.com<br />
info.<br />
designer sia sottile e che molte volte venga varcato<br />
da entrambi. Vorremmo poter sviluppare progetti<br />
legati a questi due mondi percorrendo esperienze<br />
diverse ma parallele tra loro.<br />
Un cenno ai vostri spazi espositivi. Di che<br />
ambienti disponete?<br />
La galleria di Sarzana è situata in uno stabile<br />
del XIV secolo ed è articolata in quattro sale di<br />
particolare fascino. Dopo un intervento di<br />
ristrutturazione ed un particolare allestimento<br />
da parte di Bianca siamo riusciti ad evidenziare<br />
le caratteristiche storiche dell'ambiente, un<br />
vecchio forno, e a mettere in particolare evidenza<br />
gli oggetti esposti.
52.déjà vu <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
MILANO.<br />
Piero Guccione<br />
Una pittura filosofica e interiore, ma<br />
sempre vicina alla natura. Ecco come<br />
la fedeltà mimetica non giunge mai a<br />
stridere con la dimensione esistenziale.<br />
Poeticamente assorta, insistentemente<br />
evocativa...<br />
"Nel mio lavoro, di<br />
solito, il significato<br />
non è la molla che<br />
fa scattare l'immagine<br />
né la gioia di<br />
inseguirla. È la<br />
seduzione dell'oggetto<br />
l'elemento<br />
primario: la sua<br />
pregnanza fisica e<br />
figurale che in genere mi spinge a tentarne<br />
l'interpretazione e a darne visione".<br />
Le parole di Piero Guccione (Scicli,<br />
Ragusa, 1935) tratteggiano una missione<br />
artistica che, pur trovando nella<br />
natura la sua fonte prediletta, da quest'ultima<br />
si emancipa per non ridursi a<br />
mera pittura realistica e trovar forza<br />
nella sensibilità lirica, intimista, senza<br />
con ciò sfociare nell'astrazione.<br />
È proprio a una personalità così varia e<br />
complessa che la mostra ideata da<br />
Vittorio Sgarbi vuole rendere omaggio,<br />
ripercorrendo quasi interamente - con<br />
una selezione di circa ottanta opere<br />
realizzate nelle tecniche dell'olio su tela<br />
e del pastello su carta - l'evoluzione<br />
espressiva del siciliano. È nel fermento<br />
dell'ambiente romano dei primi anni<br />
'60, dove la militanza nel gruppo Il Pro<br />
e il Contro conduce il pittore a una<br />
sapiente padronanza tecnica, ma dal<br />
taglio modernamente innovativo, che<br />
nascono i paesaggi "modernizzati" -<br />
impropriamente accostati alle esperienze<br />
della Pop Art italiana e ad artisti<br />
come Schifano e Arcangeli, che<br />
hanno invece optato per un'arte estroflessa<br />
- caratterizzati da scenari naturali<br />
di sapore antico, memori dell'eredità<br />
classica, e tuttavia contaminati dai<br />
segni ingombranti dell'industrializzazione,<br />
come Erice (1963) e Aereo sulla<br />
città (1966). Risalgono agli anni '70 le<br />
tele in cui Guccione, ritornato a Scicli e,<br />
immerso nel paesaggio mediterraneo,<br />
mitico e idilliaco, si lascia rapire dalla<br />
contemplazione di una natura che<br />
diviene il pretesto essenziale per<br />
lasciarsi pervadere dal sentimento dell'assoluto:<br />
è datato 1971 il meditabondo<br />
Autoritratto nel paesaggio, dove<br />
l'artista, ripreso di scorcio, getta il proprio<br />
sguardo sull'indefinita distesa<br />
verde e in essa si disperde, a tradire<br />
un panteismo dalle risonanze ataviche.<br />
Degna di menzione è la serie dei d'après,<br />
grazie alla quale l'artista ha modo<br />
di confrontarsi con maestri del passato<br />
quali Michelangelo, Caravaggio,<br />
Giorgione: basti citare il sublime Dal<br />
giudizio di Michelangelo (1999), in cui<br />
le figure risultano come sospese tra<br />
rivelazione e dissolvenza, presenza e<br />
parvenza. È in opere come L'ombra e<br />
l'ibisco su fondo grigio (1994) che,<br />
invece, Guccione insiste su una natura<br />
sempre più rarefatta, quasi generata<br />
da geometrie essenziali, queste ultime<br />
accentuate dal taglio fotografico delle<br />
inquadrature, attento a esaltare significati<br />
simbolici. Curioso che la mostra<br />
milanese, tesa a ripercorrere in senso<br />
cronologico il vasto corpus di opere<br />
dell'artista, si concluda proprio laddove<br />
ha avuto inizio o, meglio, si apra laddove<br />
dovrebbe concludersi: scelta questa<br />
assai felice perché, una volta esaurito il<br />
percorso espositivo, si può intraprendere<br />
nuovamente il cammino a partire<br />
dagli ultimi lavori di Guccione che,<br />
sedotto dal Romanticismo, oscilla tra<br />
sublime nordico e infinito mediterraneo,<br />
per approdare ai paesaggi siculi<br />
dalle atmosfere silenti e sospese, a<br />
riecheggiare toni metafisici e segnatamente<br />
morandiani.<br />
Un Guccione al quale si potrebbero<br />
facilmente lasciar pronunciare i versi<br />
leopardiani: "Così tra questa immensità<br />
s'annega il pensier mio: e il naufragar<br />
m'è dolce in questo mare".<br />
Palazzo Reale<br />
[alessandra nappo]<br />
Piero Guccione - Opere 1963-2008<br />
a cura di Vittorio Sgarbi<br />
piazza duomo, 12<br />
Tel 02 80509362<br />
www.comune.milano.it/palazzoreale<br />
Catalogo Skira<br />
MILANO.<br />
Conrad Marca-Relli<br />
Un protagonista spesso trascurato<br />
dell'Espressionismo Astratto. Da<br />
riscoprire e approfondire. Che coniuga<br />
e fa dialogare alla perfezione l'estetica<br />
americana e quella europea...<br />
Difficile trovare<br />
il nome<br />
di Conrad<br />
Marca-Relli<br />
(Boston,<br />
1913 -<br />
Parma,<br />
2000) associato a quelli di Pollock,<br />
Gorky o De Kooning. Eppure egli ha<br />
condiviso con loro alcune delle tappe<br />
dell'epopea dell'Espressionismo<br />
Astratto, partecipando tra l'altro, nel<br />
1951, al Ninth Street Show, storica<br />
mostra del movimento, e dipingendo<br />
nel 1956 The death of Jackson<br />
Pollock, dopo esser stato chiamato a<br />
riconoscere il cadavere del grande pittore.<br />
Suona come un risarcimento a<br />
un protagonista talvolta trascurato,<br />
dunque, la grande mostra alla Rotonda<br />
della Besana. E, osservando le opere,<br />
si capisce quanto questo risarcimento<br />
fosse utile e necessario. I lavori di<br />
Marca-Relli regalano la straordinaria<br />
opportunità di veder coniugate l'estetica<br />
statunitense ed europea del secondo<br />
dopoguerra. Proprio quando l'egemonia<br />
dell'impero artistico mondiale<br />
passa dal Vecchio continente all'altra<br />
sponda dell'Atlantico, l'artista non<br />
dimentica le sue origini europee, italiane<br />
per la precisione. Notevoli già le<br />
prove giovanili in mostra a Milano, in<br />
cui Marca-Relli cerca la propria strada,<br />
ispirandosi convulsamente alle varie<br />
correnti dell'epoca, com'è normale per<br />
un esordiente. Ma l'autonomia arriva<br />
all'inizio degli anni '50, ed è un gioco<br />
notevole di sintesi e sottrazione. Di<br />
Espressionismo Astratto nel senso<br />
canonico del termine c'è poco, in<br />
mostra e nel corpus dell'artista. Le<br />
forme istintive si organizzano ben presto<br />
in una struttura articolatissima ma<br />
estremamente coerente, eseguita con<br />
il collage. Pezzi di tela e metallo si<br />
assemblano e si saldano, i vari lacerti<br />
si compenetrano ma allo stesso<br />
tempo rimangono distinti, e così i loro<br />
contorni definiscono un movimento<br />
sinuoso e controllato. La sapienza della<br />
composizione è decisamente spiccata,<br />
altro tratto europeo della poetica dell'artista.<br />
La parte centrale della mostra<br />
è la più sorprendente. I numerosi viaggi<br />
in Italia compiuti negli anni '60 determinano<br />
un dialogo fecondo con i migliori<br />
avanguardisti dell'epoca. Lo spettatore<br />
si può divertire a riconoscere nei<br />
singoli quadri le influenze di Burri, Afro,<br />
Consagra, Vedova e altri. È proprio qui<br />
che si mescolano l'arte americana del<br />
secondo dopoguerra e il suo superamento,<br />
determinato dall'incontro con<br />
la riscoperta di quella europea. La<br />
coerenza di Marca-Relli negli anni successivi<br />
è ammirevole, anche se toglie<br />
qualcosa alla godibilità della mostra,<br />
introducendo un po' di ripetitività. Ma le<br />
continue combinazioni e permutazioni<br />
riservano comunque sorprese e l'allestimento<br />
crea un panorama d'insieme<br />
avvolgente e in qualche modo rassicurante,<br />
anche se sempre stimolante.<br />
Fino agli ultimi due quadri del percorso,<br />
straordinari per l'intensità dimostrata<br />
dall'artista all'età di ottantaquattro<br />
anni, tre anni prima della morte, avvenuta<br />
dopo il trasferimento definitivo a<br />
Parma, alla ricerca delle proprie origini<br />
italiane. Marca-Relli è dunque un protagonista<br />
"minore", se comparato a<br />
giganti come Pollock, Rothko e Kline.<br />
Ma è un protagonista che vale decisamente<br />
la pena di conoscere e approfondire.<br />
[stefano castelli]<br />
Rotonda della Besana<br />
fino al 28 settembre 2008<br />
Conrad Marca-Relli<br />
a cura di David Anfam<br />
Rotonda della Besana<br />
via Besana, 15 (zona porta vittoria)<br />
lunedì ore 14.30-19.30<br />
da mar. a dom. ore 9.30-19.30<br />
gio. ore 9.30-22.30<br />
biglietto intero 5,00 euro; ridotto 3,00<br />
Tel 02 88465677<br />
www.comune.milano.it/palazzoreale<br />
Catalogo Bruno Alfieri<br />
VENEZIA.<br />
Coming of Age<br />
La lunga corsa dell'arte americana alla<br />
conquista della scena mondiale. Dal<br />
riscatto del paesaggio al superamento<br />
delle avanguardie. Una mostra che sottolinea<br />
le linee di continuità che hanno<br />
portato l'arte statunitense alla maturità...<br />
Nell'America<br />
del XVIII secolo<br />
non c'era<br />
spazio per le<br />
arti, ritenute<br />
superflue<br />
"bagatelle" e guardate con sospetto<br />
dalla classe dirigente. Per lungo<br />
tempo, la cultura fu per gli americani<br />
qualcosa di inevitabilmente europeo e<br />
la "guerra" d'indipendenza dell'arte<br />
americana fu destinata a durare ben<br />
più a lungo di quella per l'emancipazione<br />
politica. Alla Peggy Guggenheim<br />
Collection una mostra si sofferma su<br />
questo percorso, attraverso opere<br />
della Addison Gallery of American Art.<br />
La questione della necessità di costituire<br />
un'identità artistica americana<br />
nasce intorno agli anni '40 del XIX<br />
secolo e si traduce, per gli artisti della<br />
Hudson River School, nell'esortazione<br />
a prendere ispirazione direttamente<br />
dagli scenari della propria terra. Le<br />
grandi praterie e gli spazi incontaminati<br />
offrivano soggetti originali e ancora<br />
inesplorati allo sguardo, ben lontani dai<br />
paesaggi addomesticati e innocui del<br />
Vecchio continente. È soprattutto nei<br />
quadri di George Inness che la natura<br />
si rivela in tutta la sua forza, facendosi<br />
pura emozione. Lungo questa linea, si<br />
affermeranno i tratti più ruvidi della pittura<br />
di Winslow Homer, come in<br />
Cambio della guardia e nel Vento dell'ovest,<br />
espressione di quel carattere<br />
"virile" della pittura americana, esaltato<br />
dalla critica statunitense di fine secolo,<br />
in contrapposizione alla "femminilità"<br />
d'oltreoceano. Ma è attorno agli anni<br />
'10 del nuovo secolo che l'arte americana<br />
inizia a ridurre davvero il gap nei<br />
confronti di quella europea, conoscendo,<br />
assimilando e partecipando direttamente<br />
alla scena artistica contemporanea.<br />
Grazie alla Galleria 291 di<br />
Alfred Stiegliz, New York si apre alla<br />
conoscenza delle opere del modernismo,<br />
qualche anno in anticipo rispetto<br />
all'evento epocale dell'Armory Show<br />
che, nel 1913, metterà in contatto<br />
pubblico e collezionisti americani con<br />
gli sviluppi più innovativi dell'arte europea.<br />
La griglia cubista, l'astrazione di<br />
de Stijl, la libertà del colore di Matisse<br />
verranno rapidamente assimilati e<br />
lasceranno un segno nell'arte americana,<br />
arrivando a fondersi con i caratteri<br />
autoctoni già presenti, come il realismo<br />
della scuola di Robert Henri, nelle<br />
rarefatte geometrie cittadine di<br />
Manhattan Bridge Loop di Edward<br />
Hopper o in quelle più dinamiche delle<br />
architetture industriali della<br />
Ballardvale di Charles Scheeler. Nelle<br />
ultime sale, la linea di sviluppo cronologico<br />
tracciata dalla mostra sembra<br />
perdere di coesione. L'intersecarsi di<br />
produzioni di periodi diversi e di artisti<br />
di provenienze eterogenee, anche<br />
extra-americane, rappresentano un<br />
terreno di coltura difficilmente definibile<br />
come "americano", ma comunque<br />
fondamentale alla crescita degli artisti<br />
che porteranno gli Stati Uniti al centro<br />
della scena artistica mondiale. In chiusura,<br />
il trionfo dell'arte americana è<br />
rappresentato da quello che, nonostante<br />
le eclatanti assenze di Barnett<br />
Newman, Marc Rothko e Bob<br />
Rauschemberg, appare come il gotha<br />
dell'arte degli anni '50, dalle sculture di<br />
Calder e David Smith ai dipinti di<br />
Pollock e Frank Stella.<br />
[stefano mazzoni]<br />
Collezione Peggy Guggenheim<br />
fino al 12 ottobre 2008<br />
Coming of Age.<br />
Arte americana dal 1850 al 1950<br />
a cura di William C. Agee e Susan<br />
C. Faxon<br />
dorsoduro 701 (zona accademia)<br />
da mercoledì a lunedì ore 10-18<br />
biglietto intero 10,00 euro; ridotti 8/5 euro<br />
Tel 041 2405411 Fax 041 5206885<br />
info@guggenheim-venice.it<br />
www.guggenheim-venice.it<br />
Catalogo Skira/Yale University Press<br />
VENEZIA. AGLIÈ (TO).<br />
Gregor Schneider<br />
Scultura Natura.<br />
Una mostra per raccontare un'ope-<br />
Oriente Occidente<br />
ra che non sarà mai realizzata.<br />
Perché troppo simile alla Ka'ba a La<br />
Mecca. Perché troppo a rischio terrorismo<br />
per una città bomboniera<br />
come Venezia. Un'occasione sprecata?<br />
Tutt'altro...<br />
La spiritualità orientale trova un<br />
luogo silenzioso in cui manifestare la<br />
sua tensione verso le voci degli elementi<br />
naturali. In un incontro con la<br />
scultura occidentale e in totale integrazione<br />
col paesaggio...<br />
Talvolta la verginità di pensiero è un<br />
buon approccio per il visitatore di<br />
una mostra, com'è il caso della personale<br />
veneziana di Gregor<br />
Schneider (Rheydt, 1969). Basta<br />
dimenticare le polemiche prima e<br />
durante la Biennale del 2005, l'idea<br />
della Ka'ba e quant'altro, per lasciar<br />
spazio all'esperienza individuale: si è<br />
così accolti dal portone della<br />
Bevilacqua La Masa, dipinto di nero,<br />
che prelude ed enuncia la successiva<br />
completa oscurità. Si entra infatti<br />
in un budello in cui è letteralmente<br />
impossibile vedere, e i rumori - a<br />
cominciare da quello dei nostri passi<br />
o della nostra voce - sono attutiti fino<br />
quasi al silenzio. È uno spazio in cui<br />
mancano i riferimenti cartesiani cui<br />
siamo quotidianamente abituati, al<br />
punto di essere costretti a misurare<br />
i movimenti con le mani alle pareti,<br />
chiusi in una vagina buia a metà<br />
strada tra accogliente spazio fetale<br />
e claustrofobico contenitore di vuoto<br />
filosofico, in bilico tra curiosità e primordiale<br />
paura del buio. Poi, come<br />
un brutto sogno da cui usciamo<br />
accendendo un'abat-jour, ecco una<br />
luce flebile che annuncia il ritorno a<br />
un luogo in cui si può esercitare la<br />
facoltà della vista. Potrebbe finire qui<br />
la mostra, in maniera inaspettata,<br />
decisa, asciutta, provocatoria.<br />
Un'esperienza forte, una magistrale<br />
e teatrale Gesamtkunstwerk, da<br />
esperire tutta d'un fiato, lasciando<br />
poi a visitatori e critici il senso del<br />
vuoto unito allo smarrimento, con lo<br />
stile raffinatissimo con cui<br />
Schneider ci ha abituati sin dalla<br />
Haus Ur (e che gli è valso, pur giovanissimo,<br />
il Leone d'Oro alle Biennale<br />
del 2001). Ciò che segue è infatti la<br />
documentazione dell'arcinoto e<br />
irrealizzato progetto Cube Venice,<br />
con tanto di maquette e foto, unito a<br />
un video che ne testimonia, in visione<br />
notturna, l'effettiva realizzazione a<br />
Berlino. La sensazione è quella di<br />
una grande caduta emozionale, un<br />
climax discendente che fa torto a<br />
una ouverture così strepitosa. La<br />
tensione declina verso un didascalico<br />
déjà-vu che racconta il lavoro preparatorio<br />
fatto dall'artista sul cubo<br />
nero, unito alle risapute difficoltà di<br />
portare a compimento il progetto, la<br />
cui realizzazione - per timore di atti<br />
di terrorismo - non venne mai presa<br />
in considerazione da parte del vecchio<br />
sindaco lagunare e nemmeno<br />
da quello attuale (come riferisce<br />
curiosamente nel testo in catalogo<br />
la curatrice Angela Vettese). Di interesse<br />
l'ultima sezione della mostra,<br />
che presenta alcune delle foto di<br />
ambienti e di opere di grande dimensione<br />
di Schneider, e soprattutto<br />
alcuni dei suoi video più interessanti,<br />
tra cui quello, assolutamente da<br />
vedere, della passeggiata al buio nei<br />
sotterranei della Fondazione Morra<br />
Greco.<br />
[daniele capra]<br />
Fondazione Bevilacqua La Masa -<br />
Galleria di Piazza San Marco<br />
Gregor Schneider - Cube Venice<br />
a cura di Angela Vettese<br />
e Stefano Coletto<br />
piazza san marco 71/c<br />
Tel 041 5237819<br />
info@bevilacqualamasa.it<br />
www.bevilacqualamasa.it<br />
Catalogo Electa<br />
L'immenso parco di<br />
Agliè, in cui la rigogliosa<br />
natura si stratifica<br />
alle fasi storiche attraversate<br />
della tenuta,<br />
offre continue scoperte<br />
di scorci incontaminati<br />
e diviene la sede<br />
idonea a ospitare nuovamente - siamo<br />
alla terza edizione - la Biennale di scultura<br />
all'aperto curata da Luciano<br />
Caramel. Quest'anno l'evento propone<br />
trentadue artisti e un interessante<br />
confronto fra la nostra cultura e quella<br />
orientale: alle opere di autori italiani si<br />
alternano quelle di artisti di nazionalità<br />
cinese, giapponese e coreana.<br />
Il percorso inizia dalle pertinenze che si<br />
affacciano sul giardino pensile, si scoprono<br />
varie opere camminando intorno<br />
al Castello secentesco, riportato a<br />
un rinnovato splendore nel 1823,<br />
quando venne affidato a Carlo Felice di<br />
Savoia. Dalla Foresta di luce di Livio<br />
Seguso, allestita nella colombaia e<br />
ottenuta con sfere schiacciate in vetro<br />
di Murano, e dai tronchi sonori e accoglienti<br />
di Piero Gilardi posti nella serra<br />
verde, si passa a visitare la lunga manica<br />
della Citroniera. Qui è ospitato il tributo<br />
a due grandi personaggi dell'arte<br />
internazionale a cui la mostra è dedicata,<br />
Joseph Beuys e Nam June Paik:<br />
tedesco ed emblematico il primo,<br />
quasi più orientale nello spirito del<br />
coreano e tecnologico padre della<br />
videoarte, entrarono entrambi in contatto<br />
con il gruppo Fluxus, ma presto<br />
Beuys assunse un impegno sociale e<br />
politico che lo portò a incarnare il simbolo<br />
di un'arte impegnata e profetica.<br />
La difesa dell'ambiente e della natura<br />
fu una delle sue battaglie, ed è uno dei<br />
temi affrontati dagli artisti in mostra,<br />
accanto ai problemi ambientali derivanti<br />
dal progresso tecnologico e agli<br />
squilibri biologici che causano l'estinzione<br />
di determinate specie animali e<br />
vegetali, con l'utilizzo di materiali che<br />
favoriscano una corretta integrazione<br />
col contesto naturale. Il noto scheletro<br />
di una della balene di Nicola Salvatore,<br />
conficcato in un grande anello di ferro,<br />
appare in uno spiazzo poco prima di<br />
osservare un elemento tubolare arrugginito<br />
e spezzato dai resti metallici di<br />
un meteorite creato da Pietro Coletta<br />
e posizionato a lato dell'estesissimo<br />
prato di fiori, al cui limite si scorgono<br />
simil-fuochi d'artificio in plexiglas di<br />
Laura Castagno, dal titolo emblematico<br />
Sequenza di Newton.<br />
Spirituali obelischi di roccia e granito<br />
troneggiano all'incrocio dei sentieri<br />
sotto le fronde di alberi secolari: il giapponese<br />
Takemata Kei avvolge fogli di<br />
marmo sapientemente intagliati, mentre<br />
Ulrich Rückriem, di Düsseldorf,<br />
dalla roccia fa emergere tutte le sfumature<br />
dei colori autunnali. Grazie al<br />
cinese Han Zijian ci imbattiamo in plastiche<br />
onde del mare nelle cui fessure<br />
l'erba si annida giocosa, per poi scoprire<br />
le grandi "cipolle" primordiali in<br />
maiolica di Luisa Valentini. Le opere<br />
sono molte e si differenziano per la<br />
scelta di materiali che ora favoriscono<br />
la totale mimesi col paesaggio, ora se<br />
ne distaccano in grovigli e filamenti di<br />
metallo argentato. Colpisce l'installazione<br />
Frattale visivo di Carlo Maria<br />
Maggia, nascosta dietro la panoramica<br />
Fontana dei fiumi: l’artista ha realizzato<br />
una struttura affascinante da<br />
attraversare, composta da quadrati<br />
regolari specchianti che si intersecano<br />
con svariate angolature, e dentro cui si<br />
può osservare contemporaneamente<br />
il cielo, l'erba, scorci di alberi e parti del<br />
proprio corpo. Un puzzle senza ordine<br />
che non deve ricomporsi, ma esaltare<br />
l'infinito.<br />
[barbara reale]<br />
Castello ducale<br />
fino al 12 ottobre 2008<br />
Scultura Internazionale ad Agliè 2008 -<br />
Scultura Natura. Oriente Occidente<br />
a cura di Luciano Caramel<br />
Castello ducale<br />
piazza castello, 1<br />
da martedì a domenica ore 9-19<br />
Ingresso: 3,00 euro<br />
Tel 011 2481790<br />
piemontearte@libero.it<br />
Catalogo disponibile
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.53<br />
GENOVA.<br />
Cesare Viel<br />
Frammenti di scrittura, identità che<br />
mutano. Una mostra che celebra un<br />
artista colto e raffinato. Installazioni,<br />
video e performance. Quest'ultime interpretate<br />
dai suoi allievi d'Accademia...<br />
"Cara Emily,<br />
disegnare la<br />
paura e lo<br />
sgomento è<br />
colmare un<br />
abisso con<br />
l'aria". Come<br />
in un incipit epistolare, Cesare Viel<br />
(Torino, 1964) si specchia nei versi<br />
dell'amata Dickinson: "Per chiudere<br />
un vuoto, riempilo con ciò che lo ha<br />
generato. Chiudilo con qualcos'altro,<br />
e si spalancherà di più. Non puoi colmare<br />
un Abisso con l'aria".<br />
E invece sì che si può. L'essenziale disegno<br />
su cui è annotata la frase di Viel<br />
riprende un'immagine mediatica del<br />
G8 di Genova; altri ricalcano scene<br />
drammatiche d'attualità, come il volo<br />
disperato di un uomo lanciatosi delle<br />
Twin Towers. Ancora una metafora del<br />
vuoto, della paura: quell'inspiegabile<br />
non-senso di cui è intrisa la trama della<br />
storia. Assumendo la grana sottile e<br />
densa dell'aria, del fiato, della parola, la<br />
pratica del disegno schiude il senso<br />
provvisorio e lirico con cui è possibile<br />
colmare quell'abisso. È proprio la relazione<br />
tra parola, scrittura, identità e<br />
politica che nutre la poetica di Viel, ben<br />
rappresentata da quest'ampia personale:<br />
non una retrospettiva, ma un percorso<br />
ragionato intorno ad alcuni temi<br />
affrontanti nell'arco di vent'anni. La<br />
scrittura, per Viel, è esperienza performativa<br />
ed esistenziale: un piano in divenire<br />
che fonda il pensiero, portando il<br />
peso del corpo. Con Luca Vitone, nel<br />
2001, riflette sulla trasmissione del<br />
sapere in relazione all'identità maschile:<br />
i due citano su una lunga pergamena<br />
centinaia di "padri intellettuali".<br />
Nascosti tra i nomi celebri, anche quelli<br />
dei veri papà. Della performance dedicata<br />
a Ingeborg Bachmann non resta<br />
che un pannello su cui sono trascritti i<br />
gesti compiuti in quella camera romana,<br />
adiacente all'appartamento in cui la<br />
scrittrice austriaca perse la vita.<br />
L'azione, volutamente non documentata,<br />
r-esiste solo nella memoria dell'artista<br />
e dei pochi spettatori presenti,<br />
oltre che nel dopo delle parole stese<br />
sulla pagina. Nulla di più prepotente del<br />
nesso fra tempo, morte e scrittura. E il<br />
pensiero va a Virginia Woolf, di cui Viel<br />
nel 2004 assume aspetto e identità.<br />
Seduto in poltrona, al centro di un<br />
salottino british, ascolta la propria<br />
voce registrata che recita un brano di<br />
To the lighthouse. Sul filo di tematiche<br />
femministe e post-strutturaliste, la<br />
questione dell'identità di genere incontra<br />
il teatro e la letteratura, luoghi in<br />
cui si articolano i rapporti tra parola<br />
scritta e parola pronunciata, presenza<br />
e assenza, verità e artificio. L'anno<br />
dopo, alla Rocca sforzesca di Imola, un<br />
nuovo esperimento di com-passione e<br />
immedesimazione. Viel monta su un<br />
lettino alto cinque metri e rievoca la<br />
condizione di segregazione vissuta da<br />
Dino Campana in un ospedale psichiatrico<br />
della città emiliana, un secolo<br />
prima. La scrittura compulsiva a cui<br />
l'artista s'abbandona lo libera e insieme<br />
lo inchioda a una vertigine onirica.<br />
Ritorna il senso del vuoto, ossessivamente.<br />
Di Operazione Bufera è ricostruito<br />
il set: le tre file di poltroncine<br />
rosse, la voce di Viel che racconta il<br />
fatto. Poi, una foto di lui con la testa<br />
all'indietro, gli occhi bendati, la bocca<br />
dischiusa. Stava lì, nel 2003, su una di<br />
quelle poltrone, a interpretare una vittima<br />
della strage avvenuta al teatro<br />
Dubrovka di Mosca, dopo l'assedio di<br />
un gruppo di indipendentisti ceceni. Il<br />
lungo monologo confonde i pensieri<br />
degli ostaggi e dei terroristi, in un<br />
implacabile gioco di ruoli. Scorrono le<br />
parole nell'aria, inesatte, cangianti, leggere.<br />
Provando a colmare l'abisso,<br />
come segni decisi sul foglio.<br />
[helga marsala]<br />
Museo d'Arte<br />
Contemporanea Villa Croce<br />
Cesare Viel - Mi gioco fino in fondo.<br />
Performances e installazioni<br />
via ruffini, 3<br />
Tel 010 580069 Fax 010 532482<br />
museocroce@comune.genova.it<br />
www.museovillacroce.it<br />
PALMARIA (SP).<br />
Genius Loci<br />
Un dialogo fitto e incessante fatto di<br />
segni, sassi, colori e suoni. Una rassegna<br />
ambientale itinerante. Undici<br />
artisti raccontano di un'isola magica.<br />
Fra terra, cielo e mare...<br />
Non poteva<br />
che intitolarsi<br />
Genius<br />
Loci una<br />
rassegna<br />
che gode di<br />
uno spazio<br />
espositivo<br />
come l'isola Palmaria. Un luogo magico,<br />
contenitore delle opere pensate<br />
per l'occasione, ma anche contenuto<br />
di ciò che queste raccontano.<br />
Undici artisti molto diversi tra loro<br />
dialogano con un territorio ancora<br />
parzialmente vergine. E il risultato è<br />
tutt'altro che scontato.<br />
La prima parte del percorso si snoda<br />
dal Molo del Terrizzo. Ad accogliere i<br />
visitatori, le sei sculture in marmo di<br />
Sibille Pasche, Riflessi di stelle, s'inseriscono<br />
perfettamente nel suggestivo<br />
panorama offerto allo sguardo di chi<br />
raggiunge la banchina dal mare. La<br />
loro forma e le caratteristiche del<br />
materiale con cui sono create le confondono<br />
con gli elementi naturali. Altre<br />
opere accompagnano lungo il sentiero<br />
che dal porto arriva alla fortezza: gli<br />
Ometti di Maria Grazia Cantoni, oltre<br />
a porre l'attenzione su scorci paesaggistici<br />
altrimenti nascosti, segnano<br />
luoghi di pausa e riflessione. Fatte di<br />
pietre e marmi locali, queste costruzioni<br />
piramidali segnano le tappe di un<br />
percorso che non ha altro scopo se<br />
non quello di penetrare l'isola, apparendo<br />
come piccoli altari che la terra<br />
erige verso il cielo. L'uovo di Colombo,<br />
creazione in fil di ferro e materiali di<br />
recupero di Carmen Tornabuoni, rappresenta<br />
la soluzione pensata per dialogare<br />
con il territorio che accoglie<br />
l'artista: la leggera costruzione ben<br />
s'inserisce nella vegetazione, permettendo<br />
al vento e alle fronde di dialogare<br />
con essa e, in certe condizioni, di<br />
modificarla. Si arriva quindi alla batteria,<br />
costruzione imponente la cui<br />
architettura, pur non tradendo la funzionalità<br />
originaria, presenta tratti raffinati.<br />
Primeggia l'installazione di<br />
Stefano Cagol, special guest di questa<br />
rassegna. Ciò a cui s'ispira<br />
War_Raw è un concetto che riassume<br />
l'aria che si respira sull'isola. Da<br />
una parte la guerra ("war") degli eserciti<br />
di cui questo mare è stato testimone,<br />
dall'altra l'integrità ("raw") che l'isola<br />
e i suoi pochi abitanti sono riusciti a<br />
salvaguardare. Un'opera che gioca<br />
sulla dualità e sulla contraddizione del<br />
linguaggio e dell'atteggiamento dell'uomo<br />
verso la natura, ma, soprattutto,<br />
verso se stesso. Un lavoro dal profondo<br />
impatto emotivo che, pur percorrendo<br />
verticalmente la storia, rimane<br />
di estrema attualità. All'interno della<br />
fortezza, le tele ricche di colori acquatici<br />
e personali verità di Luca Bray<br />
sono allestite specularmente ai lavori<br />
di Raffaello Gori, che riportano all'interno<br />
i colori e la luminosità che si<br />
godono all'esterno, rimandando inoltre,<br />
grazie all'uso di materiali come la<br />
carta velina, alla fragilità insita nella<br />
natura. Estremamente vicino all'isola<br />
è il progetto di Lisa Maria Batacchi,<br />
Ascoltare il silenzio. Recandosi più<br />
volte a Palmaria, l'artista fiorentina ha<br />
raccolto vecchie federe di cuscini,<br />
dette intime, con le quali ha cucito una<br />
tela della stessa forma dell'isola. Il<br />
lavoro, appeso al soffitto della fortezza,<br />
richiama al silenzio del sonno, ai<br />
sogni e all'intimità di un rapporto profondo<br />
tra un luogo e chi lo abita. A far<br />
da sfondo, le registrazioni raccolte da<br />
Batacchi durante i suoi colloqui con gli<br />
abitanti.<br />
[valentina bartarelli]<br />
Sedi varie<br />
Genius Loci. Mostra itinerante dal<br />
molo del Terrizzo al Forte Umberto I<br />
a cura di Federica Forti<br />
isola di palmaria - 19025<br />
Mob 347 0955010 / 333 5454142<br />
organizzazione@geniusloci2008.org<br />
www.geniusloci2008.org<br />
Catalogo Athena<br />
PRATO.<br />
Paolo Parisi<br />
Così lontano, così vicino. Opere d'arte<br />
come punti di osservazione. Per avvistare<br />
luoghi nascosti nelle viscere o<br />
dispersi nello spazio. Visibili attraverso<br />
barriere permeabili...<br />
Un osservatorio è qualsiasi luogo da<br />
cui si possa vedere, assistere a quanto<br />
accade altrove. Un altrove che,<br />
nella mostra di Paolo Parisi (Catania,<br />
1965; vive a Firenze), assume connotazioni<br />
complesse e diversificate.<br />
È un osservatorio la struttura realizzata<br />
con fogli di cartone sovrapposti,<br />
a creare un volume geometrico nel<br />
quale si schiudono, grazie a buchi<br />
praticati negli strati di cellulosa, aperture<br />
irregolari dalle forme tonde,<br />
quasi organiche. Come se fossero i<br />
varchi di un apparato respiratorio.<br />
Come un organismo vivente sviluppatosi<br />
per stratificazioni successive, da<br />
cui si può sì osservare l'esterno (cioè,<br />
tra l'altro, l'installazione permanente<br />
di Sol LeWitt, rettangoli di colori<br />
diversi sulle pareti), ma anche calarsi<br />
in un interno avvolgente, onirico, bizzarramente<br />
vivente. Come se l'altrove<br />
fosse, in questo caso, non tanto<br />
ciò che sta fuori, ma le possibilità di<br />
un interno vivo benché solitamente<br />
nascosto, inaccessibile. Si ha l'impressione<br />
di essere in un osservatorio<br />
anche penetrando nell'altro<br />
ambiente in cui Parisi è intervenuto,<br />
coprendo le vetrate con lastre rosse<br />
fluorescenti e tracciando sulla parete<br />
di fronte alle stesse vetrate segni<br />
ideati a partire da mappe e tracciati<br />
cartografici. Lo spazio ne risulta profondamente<br />
modificato, immerso in<br />
un liquido amniotico rosso, fatto non<br />
di materia ma di luce. Sembra di<br />
poterci galleggiare dentro seguendo<br />
la geografia snaturata, non più indice<br />
razionale di uno spazio ma immagine<br />
decodificabile solo per empatia, delle<br />
tracce che luccicano sulla parete.<br />
L'effetto di irrealtà aumenta se si<br />
guarda fuori: i colori sono distorti,<br />
l'immagine dell'esterno è come<br />
immobilizzata in campi di colori acidi,<br />
violenti. E, ancora una volta, Parisi<br />
propone un dialogo con le opere presenti<br />
nel museo. Stavolta si tratta di<br />
Fountain on youth di Albert Hien, dislocata<br />
nello spazio antistante le<br />
vetrate, che viene così inglobata nella<br />
visione, fino ad assumere l'aspetto di<br />
una stazione lunare. E così, ecco un<br />
altro altrove, un'altra geografia. In un<br />
terzo ambiente sono esposte due<br />
grandi tele della serie Coast to coast<br />
(2004). Lo strato di olio, rimasto pienamente<br />
visibile solo ai bordi dell'immagine,<br />
è nel resto delle tele coperto<br />
da un'inondazione di acrilico monocromo.<br />
Di nuovo, sulla base di informazioni<br />
di tipo geografico, il colore si<br />
distende in alcune zone per gonfiarsi<br />
in altre. Materia in ebollizione<br />
costretta a rimanere entro la cornice<br />
creata dall'olio, che corrisponde al<br />
limite stesso della tela. Ed è il limite,<br />
come nelle altre opere in mostra, a<br />
creare un interno (o un esterno) che<br />
può essere osservato o da cui osservare.<br />
[donata panizza]<br />
C.Arte - Centro per l'Arte<br />
Contemporanea Luigi Pecci<br />
fino al 15 febbraio 2009<br />
Paolo Parisi - Observatorium<br />
(Museum)<br />
a cura di Stefano Pezzato<br />
viale della repubblica, 277<br />
da mercoledì a lunedì ore 10-19<br />
Ingresso libero<br />
Tel 0574 5317 Fax 0574 531901<br />
info@centroartepecci.prato.it<br />
www.centroartepecci.prato.it<br />
PESARO. ROMA.<br />
Il segno marchigiano The Big Bang<br />
Soavità bucolica e furore distruttivo. Una mostra di opere anche impor-<br />
Visioni e suggestioni plasmate in pertanti. Ma combinate senza un filo<br />
sonaggi immaginati. Colate di colore conduttore comprensibile. Per dare<br />
infuocato e precipizi di barbarica uno sguardo al cosmo. E capirci, pro-<br />
oscurità. Angeli ribelli e cardinali, babilmente, poco...<br />
modelle lascive e piccoli uomini...<br />
A parte quello del titolo,<br />
una mostra senza<br />
il botto, schiacciata<br />
da un poco di confusione<br />
e, soprattutto,<br />
da uno spazio espositivo<br />
assai poco funzionale.<br />
Questo viene da<br />
pensare a proposito di un progetto<br />
Segni di un'interiorità traboccante pas- sulla carta importante, che però prosione,<br />
tasselli di un'arte segnata dal prio dalla carta trae le prime difficoltà.<br />
tempo e dalle origini, profondamente L'introduzione critica principale cita<br />
vicina e distante in un gioco di rimandi Einstein e Platone, salta dalla cosmolo-<br />
intellettuali e territoriali, metafore di gia greca al telescopio galileiano,<br />
vita e spunti di riflessione agreste. Un mescola diagrammi tantrici a "raffigu-<br />
girotondo di forme morbide e lussurazioni cosmiche quali simboli del potereggianti<br />
che suscitano il pensiero di re universale" rappresentanti "una<br />
dolci pendii, ma anche colori talmente realtà unitaria e totale di stampo new-<br />
forti e penetranti da entrare nell'essentoniano" (sic). Troppa roba, francamenza<br />
della tela, accanto a sterminate te, specie quando la presenza di uno<br />
oscurità. Tre personalità vivaci e com- squadrone di nomi illustri dal<br />
plesse, temporalmente e material- Nordamerica in contrapposizione<br />
mente lontane, ma unite dall'influsso espositiva a una pattuglia di italiani, noti<br />
più o meno percepito della terra di ma non notissimi, avrebbe richiesto<br />
nascita. Questa selezione di opere prima di tutto qualche maggior chiari-<br />
riporta alle Marche delle colline, dei mento sulle scelte di fondo, quindi l'indi-<br />
paesetti (Osvaldo Licini, Paesaggio cazione di almeno un'idea unificante l'o-<br />
con uomo. Montefalcone, 1926), di perazione (ché quella del cosmo pare<br />
persone dal temperamento mite e davvero lasca, con l'arte chiamata a<br />
laborioso; ma anche ai temi dei grandi dare brevi cenni sull'universo). Ciò pre-<br />
letterati che in questa Regione hanno messo, alcuni dei lavori in mostra risul-<br />
tratto i loro migliori spunti. Profondo ad<br />
tano di sicuro interesse: è il caso della<br />
esempio il legame tra Licini e Leopardi,<br />
grande foto aerea (tre metri per nove)<br />
che porta a oltrepassare la siepe,<br />
del Roden Crater sviluppata e ritocca-<br />
verso quella Luna che si arricchisce di<br />
ta su carta emulsionata da James<br />
elementi metaforici e mitologici, tra-<br />
Turrell, oppure della serie di stampe<br />
sformandosi nell'Amalassunta.<br />
su tela combinate da Peter Halley in<br />
L'equilibrio tra cielo e terra, forma e<br />
una divertente parete pop, apparente-<br />
geometria, punti centrali del patrimomente<br />
lontana dai rigori neo-geo che<br />
nio iconografico dell'artista, risaltano<br />
l'hanno reso celebre. Soprattutto,<br />
tra olandesi volanti, angeli ribelli e<br />
impressionano i potenti disegni a grafi-<br />
dimensioni astratte. Ma l'origine marte<br />
di Robert Longo, dedicati a vedute<br />
chigiana è testimoniata anche dal<br />
planetarie ed esplosioni nucleari con<br />
senso di torpore e costrizione, dissidio<br />
uno sguardo totalizzante, degno delle<br />
interiore tra passione sensuale e spiritualità<br />
religiosa, forte nell'espressioni-<br />
visioni di William Blake. Tutti i lavori<br />
smo di Scipione, maceratese "espul-<br />
citati sono ospitati al piano terra, insieso"<br />
dalla propria Regione, come lo<br />
me a un pregevole ma isolato dipinto di<br />
stesso Cucchi definisce molti suoi pari<br />
Ross Bleckner. La mostra prosegue al<br />
in un'intervista con Ludovico Pratesi. E<br />
piano superiore, dove un'opera di<br />
così il visitatore si trova di fronte a<br />
Domenico Bianchi - ennesima confer-<br />
immagini mistiche, come quella del<br />
ma dell'elegante misura compositiva<br />
profeta vicino alla pomposità esaspe-<br />
dell'artista, tutta incentrata sulla trarata<br />
delle gerarchie papali (Il Cardinale sparente materialità della cera e l'e-<br />
Vannutelli sul letto di morte, 1930) e a mergere metallico di evocative calligra-<br />
disegni di donne dai caratteri sessuali fie - viene confinata in un soprascala,<br />
esasperati (Modella nuda, 1929). accanto all'oscura saletta riservata a<br />
Infine, i dipinti di Enzo Cucchi, altrettan- un neon di Mario Dellavedova. Miglior<br />
to pervasivi e quasi ossessivi nella defi- sorte espositiva tocca alle esercitazionizione<br />
della marchigianità, espressa ni neuro-psichedeliche di Alberto Di<br />
attraverso paesaggi fiabeschi o apoca- Fabio, raggruppate però in uno spazio<br />
littici (Paesaggio Barbaro, 1983), tinte da raggiungere al fondo di un corridoio<br />
sfacciatamente vivaci accanto a sfondi zeppo di improbabili memorabilia bilot-<br />
di pece, colate di colore tanto abbontiane - e ogni volta ci si chiede perché<br />
danti da confondersi con i rilievi realiz- vada pagato il biglietto d'ingresso per<br />
zati a tecnica mista. La poetica dell'ar- vedere le immagini di un magnate in<br />
tista sembra quasi sintetizzabile in quel barca o alle corse dei cavalli - cui segue<br />
Carro di Fuoco perfettamente emble- l'attraversamento della collezione permatico<br />
di un vagheggiamento misto a manente del museo, un gruppo di tardi<br />
tormento, cultura agreste e fatica che de Chirico di qualità imbarazzante,<br />
diventano riflessione dell'umana essen- obiettivamente di scarso aiuto per<br />
za, tramite di passaggio e interscam- entrare nello spirito più adatto ad<br />
bio fra la tranquillità di una parete apprezzare la conclusione della<br />
soleggiata e lo scompiglio di un campo mostra temporanea. Resta ancora da<br />
di battaglia. Al di là degli accademici dire della tenda nera (ma passa troppa<br />
rimandi e delle influenze fra i tre artisti, luce) nello spazio della libreria al pian-<br />
la formula stessa di questa mostra sta terreno, dove gli ormai stanchi visitato-<br />
nella capacità di testimoniare un'esri cosmonauti possono assistere alle<br />
senza legata a un modo di essere e proiezioni dei video - tra l'optical e il<br />
vivere. Forti radici che, però, hanno il kitsch post-rinascimentale, con detta-<br />
proprio sviluppo verso l'altro, liberandogli di tarsie marmoree a vorticare<br />
si e aprendosi in una passionalità mandaliche sul telone - dell'artista paki-<br />
espressiva e spumeggiante che non stano-newyorkese Shahzia Sikander,<br />
conosce confine.<br />
traendone un'impressione definitiva di<br />
caos, più che di cosmo.<br />
[carmelita tesone]<br />
[luca arnaudo]<br />
Centro Arti Visive Pescheria<br />
Scipione | Licini | Cucchi - Il segno<br />
marchigiano<br />
a cura di Francesca Romana Morelli,<br />
Federica Pirani e Ludovico Pratesi<br />
Corso XI Settembre, 184<br />
Tel 0721 387651 Fax 0721 387652;<br />
centroartivisive@comune.pesaro.ps.it<br />
www.centroartivisivepescheria.it<br />
Fondazione Cassa di Risparmio di<br />
Pesaro<br />
Palazzo Montani AntaldiVia Passeri, 72<br />
Tel 0721 68861 Fax 0721 688688<br />
segreteria@fondazionecrpesaro.it<br />
www.fondazionecrpesaro.it<br />
Catalogo Skira<br />
Museo Carlo Bilotti -<br />
Aranciera di Villa Borghese<br />
fino al 19 ottobre 2008<br />
The Big Bang.<br />
Il cosmo visto con gli occhi dell'arte<br />
a cura di Gianni Mercurio<br />
viale fiorello la guardia, 4<br />
da martedì a domenica ore 9-19<br />
la biglietteria chiude alle ore 18.30<br />
biglietto integrato Museo + Mostra,<br />
intero 6,00 euro; ridotto 4,00<br />
Tel 06 82059127<br />
museo.bilotti@comune.roma.it<br />
www.museocarlobilotti.it<br />
Catalogo disponibile
54.déjà vu <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
MILANO.<br />
Jacopo Miliani /<br />
Richard Clements<br />
Una doppia mostra "occupa" la redazione<br />
di una rivista senza carta.<br />
L'altare di una cerimonia interrotta,<br />
oggetti che denunciano la tirannia<br />
della percezione. Riflessioni sul rapporto<br />
tra spazio e spettatore, tra<br />
alchimia, minimalismo e spiritualità...<br />
Siamo abituati a vedere pubblicazioni<br />
virtuali passare dal web alla carta, ma<br />
riviste online che si materializzano<br />
come progetti espositivi sono quasi<br />
una novità. Brown project space nasce<br />
da Brown magazine, dando forma concreta<br />
ai temi al centro della pubblicazione:<br />
spiritualità, alchimia e arte popolare.<br />
L'installazione The Guest di<br />
Jacopo Miliani (Firenze, 1979) riflette<br />
sullo spazio. Sul pavimento è collocata<br />
una piattaforma di quattro lastre nere,<br />
che lo divide in un'area percorribile e<br />
un centro non oltrepassabile per lo<br />
spettatore. La piattaforma s'impone<br />
come una sorta di altare, la cui dimensione<br />
sacra è ribadita e amplificata dai<br />
quattro specchi sui quattro angoli della<br />
stanza, che moltiplicano le dimensioni<br />
e convogliano i raggi in un unico punto,<br />
dando luogo a un'invisibile piramide di<br />
luce. All'esterno di essa, su due pareti<br />
opposte, una maschera e una pietra,<br />
una forma densa di significati simbolici<br />
che fissa la materia da cui deriva.<br />
L'atmosfera sospesa e incontaminata<br />
è violata da un semplice elemento.<br />
Basta un foglio di carta abbandonato<br />
sulla piattaforma a sovvertire l'ordine,<br />
facendo irrompere nello spazio del<br />
cerimoniale una temporalità diversa.<br />
Un semplice oggetto trasforma la perfetta<br />
circolarità senza ripetizioni del rit,<br />
in una successione di momenti, testimonia<br />
l'interruzione di una cerimonia o<br />
il suo essere ancora da compiersi. E<br />
colloca lo spettatore sulla soglia di due<br />
spazi e di due temporalità completamente<br />
differenti. Le opere di Richard<br />
Clements (Londra, 1983) sono oggetti<br />
muti, che s'impongono come baluardi<br />
contro la tirannia della percezione e<br />
le sue pretese di classificazione. Da<br />
una parte, a terra, cinque assi di ebano<br />
e acciaio, assemblate in una forma<br />
aperta. La materia esprime la forza del<br />
suo colore, non manipolato artificialmente,<br />
privo di qualsiasi camuffamento.<br />
Di fianco, una forma chiusa con gli<br />
angoli smussati, il calco in bronzo di un<br />
oggetto trovato, dipinto di bianco,<br />
come lo sgabello di legno su cui è collocato.<br />
Le opere in mostra non eludono<br />
l'obbligo di significazione dello spettatore,<br />
ma intessono legami tra loro,<br />
facendo dialogare differenze e analogie<br />
delle loro forme e della loro materia.<br />
L'aspetto materiale e la trasformazione<br />
degli elementi sono centrali nell'opera<br />
di Clemens. Qui lo sottolineano<br />
soprattutto le due bottiglie di Klein presentate:<br />
alambicchi in vetro ripiegati su<br />
se stessi e senza nessuno sfogo, nessuna<br />
via d'uscita all'esterno.<br />
Intrappolano le particelle di bronzo che<br />
contengono in un processo infinito di<br />
modificazione. Esattamente al contrario<br />
del riposo ermeneutico di cui parla<br />
Tiziano Scarpa, questi oggetti non<br />
offrono alcuna rassicurazione, mantengono<br />
vivo il disagio di un'interpretazione<br />
che non riesce ad afferrare un'unica<br />
chiave in grado di disinnescare la<br />
loro carica semantica. Al contrario,<br />
rimangono silenti e ci intrappolano in<br />
un groviglio inestricabile di significati,<br />
formali, linguistici, spirituali. In una<br />
ricerca senza fine.<br />
Brown Project Space<br />
[stefano mazzoni]<br />
Jacopo Miliani / Richard Clements<br />
via eustachi, 3 (zona porta venezia)<br />
Mob 320 6844091 / 347 6001457<br />
tobebrown@gmail.com<br />
www.brownmagazine.it<br />
MILANO.<br />
Vincenzo Rusciano<br />
Figure prelevate dall'immaginario<br />
infantile. Clown che giocano con<br />
teschi. Il lato oscuro dell'immaginario<br />
fanciullesco si manifesta in una visione<br />
fra lo spettrale e il surreale...<br />
L'eterna<br />
battaglia<br />
fra la vita e<br />
la morte è il<br />
tema centrale<br />
della<br />
prima personalemilanese<br />
di<br />
Vincenzo<br />
Rusciano<br />
(Napoli,<br />
1973) dal<br />
titolo evocativo<br />
Deadline. Tre sculture raffiguranti<br />
dei clown giocano e si relazionano<br />
con altrettanti teschi, sfoggiando<br />
un sorriso beffardo e di sfida<br />
verso lo spettatore. Plasmate con<br />
un gusto teatrale e barocco, le sculture<br />
paiono attori di una scena che<br />
si ripete sempre uguale. La forza di<br />
questa iterazione diventa un'eco che<br />
si propaga nello spazio della galleria.<br />
Il memento mori risuona in maniera<br />
spettrale nell'ambiente spoglio, dove<br />
lo spettatore è chiamato a giocare<br />
la sua partita a scacchi con la<br />
morte. Si materializzano davanti agli<br />
occhi paure e fantasie di una possibile<br />
fine. Rusciano ci aspetta al varco<br />
delle nostre angosce più profonde,<br />
sembra ridere della superstizione<br />
che spesso caratterizza la tradizione<br />
della sua terra e ci sfida con il sorriso<br />
beffardo di un clown, compagno<br />
di giochi della nostra infanzia ma<br />
anche figura terrificante della filmografia<br />
horror.<br />
Il linguaggio formale e materico delle<br />
opere di Rusciano è estremamente<br />
semplice e immediato, ma una pluralità<br />
di riferimenti culturali agiscono e<br />
si manifestano poi nella sua opera.<br />
L'universo poetico di Rusciano ha<br />
infatti attinto a piene mani nella tradizione<br />
campana, giungendo a coniugare<br />
elementi disparati provenienti<br />
dal teatro, dalla dimensione artigiana,<br />
dall'arte presepiale partenopea.<br />
A tutto ciò si aggiungono i prelievi<br />
dall'immaginario infantile: il gioco e il<br />
ricordo compaiono attraverso le<br />
figure di clown, giostre di cavalli,<br />
manichini immersi in una dimensione<br />
fantastica e onirica. Rusciano si<br />
impossessa di archetipi lontani e<br />
presenti nel ricordo di ognuno di noi,<br />
li consuma e li piega a nuove significazioni.<br />
Simboli di un immaginario<br />
candido e infantile, queste figure<br />
diventano spettri pronti a riflettere e<br />
indagare le nostre paure e le inquietudini<br />
più profonde. Le realtà a cui<br />
Rusciano ci sottopone sono fatte di<br />
contrasti e note dolenti, la leggenda<br />
e il mito sono rivissute alla luce delle<br />
tensioni dell'uomo adulto. I clown in<br />
mostra sono riferimenti al nostro<br />
vissuto quotidiano, impietriti da una<br />
malinconia inquietante; ci sfidano a<br />
interrogarci sul senso ultimo della<br />
vita e della nostra esistenza di individui,<br />
lasciando poco spazio alla fuga.<br />
Le pause, i silenzi lasciati dalle sculture<br />
in galleria si frappongono a quesiti<br />
ancestrali e inquietanti. Il mondo<br />
degli adulti è oggetto nell'opera di<br />
Rusciano di una meditazione meticolosa<br />
e profonda. Con la sua riflessione,<br />
l'artista mette in atto la trasposizione<br />
dei desideri e dei sogni della<br />
nostra immacolata infanzia nella<br />
dimensione di una maturità mai<br />
completa, sempre alla ricerca di se<br />
stessa e di risposte per il proprio<br />
avvenire.<br />
[rosa carnevale]<br />
Galleria Annarumma404<br />
Vincenzo Rusciano - Deadline<br />
via casati, 26<br />
(zona repubblica-porta venezia)<br />
Tel 02 39430655<br />
info@annarumma404.com<br />
www.annarumma404.com<br />
MILANO.<br />
Tal R / Luca Trevisani<br />
Uno si diverte a far proliferare segni.<br />
L'altro disegna confini privi d'ossatura.<br />
Frammenti si mescolano tra equilibri<br />
precari ed esplosioni. Due personali per<br />
due artisti sedotti dalla leggerezza...<br />
A lui piace immaginarsi come uno stravagante<br />
chef. Uno di quelli che dagli<br />
avanzi riescono a tirar fuori insospettabili<br />
manicaretti: il mago postmoderno<br />
dei fornelli butta in pentola di tutto e di<br />
più. E la zuppa è servita. Per Tal R<br />
(Israele, 1967; vive a Copenhagen)<br />
fare pittura equivale a "preparare dei<br />
lunch-box", succulenti panieri-sorpresa<br />
in cui scovare armonie di rimasugli iconografici.<br />
Non è un caso che la parola<br />
"kolbojnik" ritorni più volte nel suo percorso.<br />
Il termine israeliano indica proprio<br />
gli avanzi di un lauto pasto, quel<br />
che resta in tavola e che si può ancora<br />
riciclare. Ironia, delicatezza naïf, energia<br />
ludica, accesa fantasmagoria contraddistinguono<br />
la produzione di uno<br />
tra i più interessanti pittori-scultori attivi<br />
sulla scena internazionale. La pulsione<br />
compositiva di Tal R lo spinge a prelevare<br />
frammenti della pop culture -<br />
videogame, cinema, fumetti, tv -<br />
mescolandoli con scene del quotidiano,<br />
derive fiabesche, pseudo-decorativismi.<br />
Tra prosa e poesia, tra cronaca e<br />
mito, i suoi dipinti danno vita a scene<br />
complesse in cui lo spazio si appiattisce<br />
e s'infittisce, approdando a un'astrazione<br />
famelica, esplosiva, gestuale.<br />
L'immersione tra le vicende delle culture<br />
popolari pare dischiudere quell'armonia<br />
segreta che regola i rapporti tra<br />
anima e cosmo: la realtà non è che il<br />
calderone multiforme da cui l'artista<br />
attinge storie e segni, ingredienti per<br />
immaginifiche misture da digerire con<br />
gli occhi. Sorta di obelischi sacri, giocattoli<br />
primordiali o simulacri fallici, le<br />
coloratissime sculture di Tal R - fatte<br />
con stoffa, ceramica, metallo, oggetti<br />
di recupero - uniscono raffinatezza e<br />
semplicità, sperimentando l'apertura<br />
su una temporalità ciclica e anti-storica:<br />
sono forme eterne, nutrite di purezza<br />
universale. Così le tele, sipari dinamici<br />
costruiti con una rigorosa palette<br />
cromatica (sempre e solo nero, bianco,<br />
rosa, verde, rosso, giallo e marrone),<br />
accolgono densi strati di colore<br />
per raccontare la verità di un mondo<br />
candido come un libro di fiabe, ma caotico<br />
e violento come l'esistenza. Anche<br />
Luca Trevisani (Verona, 1979; vive a<br />
Milano e a Berlino) strizza l'occhio a<br />
suggestioni dal sapore infantile, abbandonandosi<br />
all'irresistibile potere del<br />
gioco, della leggerezza, del crossing tra<br />
confini labili. Al piano superiore della<br />
galleria allestisce un teatro minimale<br />
consacrato alla precarietà: carta, cortine<br />
di cellophane, bambù, nylon, resina,<br />
compongono piccoli oggetti e<br />
installazioni sorretti da delicati equilibri<br />
tra forma e spazio. L'energia combinatoria<br />
che muove i flussi della materia<br />
svela dinamiche proprie della fisica,<br />
della matematica ma anche dell'estetica<br />
fondata sul frammento. Caricando<br />
un po' troppo la scena, Trevisani<br />
rischia a tratti di smorzare la forza dell'infinitesimale<br />
e del metamorfico insita<br />
nel raffinato progetto. Un ancor più<br />
deciso vuoto sintattico meglio avrebbe<br />
sostenuto l'avventura condotta lungo<br />
quei "boneless boundaries" su cui l'artista<br />
rintraccia i codici nascosti di una<br />
natura in transito, scandita da irrequiete<br />
geometrie.<br />
Galleria Giò Marconi<br />
[helga marsala]<br />
Tal R - You laugh an ugly laugh<br />
Luca Trevisani - Boundaries are<br />
boneless<br />
via tadino, 15 (zona piazza lima)<br />
Tel/Fax 02 29404373<br />
info@giomarconi.com<br />
www.giomarconi.com<br />
VENEZIA. VERONA.<br />
Daniel Sinsel<br />
David Simpson<br />
Raffinato, nascostamente carnale, Una carriera votata al colore. Fra<br />
omoerotico. Denso di simboli fino quasi arte astratta e rococò. Per celebra-<br />
a sembrare massonico. Eppure, capare gli ottant'anni dell'artista americace<br />
di unire sincreticamente la pittura no, la galleria veronese propone alcu-<br />
italiana del Quattrocento, Von Gloeden ni monocromi. Inediti sulla piazza ita-<br />
e Richard Hamilton...<br />
liana, finora...<br />
Sembra andare contro una pittura<br />
mainstream spettacolare e di grandi<br />
dimensioni che va di moda - ma<br />
anche una tendenza al gigantismo<br />
che si riscontra nella fotografia e nell'installazione<br />
- il lavoro che conduce<br />
con misurata raffinatezza Daniel<br />
Sinsel (Monaco di Baviera, 1976;<br />
vive a Londra), le cui ultime fatiche<br />
sono esposte nella galleria veneziana.<br />
Opere caratterizzate da una particolare<br />
concentrazione intellettuale,<br />
grazie a cui è possibile coniugare<br />
istanze e suggestioni eterogenee, talvolta<br />
in contrasto e volutamente<br />
spiazzanti. Le matrici che danno origine<br />
a questa pittura sono molteplici<br />
e vanno a perdersi nella storia stessa<br />
dell'arte e, in particolare, proprio<br />
della pittura (che l'artista sembra<br />
aver perfettamente metabolizzato),<br />
al punto che le sue tele danno l'impressione<br />
di essere sopra ogni cosa<br />
una riflessione sul dipingere anziché<br />
l'effetto del dipingere. Sono in questo<br />
modo visibili riferimenti alla scuola<br />
italiana del Quattrocento, dall'asciutta<br />
ieraticità di Piero della<br />
Francesca, alla morbida consistenza<br />
degli azzurri delle Madonne belliniane,<br />
ma anche rimandi a una pittura<br />
che ama parlare e mostrarsi<br />
ricorrendo alla possibilità, propria dei<br />
simboli, di veicolare significato nascostamente.<br />
È il caso della tela che rappresenta<br />
un ramo tagliato e coperto<br />
di spine, grazie al quale l'artista<br />
(ri)evoca la lacerazione della carne<br />
comune a tanti martiri cristiani, nonché<br />
una possibile rappresentazione<br />
del fallo e della potenza virile e offensiva<br />
dell'organo, mutuata dall'immaginario<br />
omosessuale. In altri lavori il<br />
simbolismo è meno sussurrato,<br />
come nell'olio in cui tre dorsi con natiche<br />
maschili ben in vista sono messi<br />
in contrapposizione con un flauto a<br />
becco posto trasversalmente; o nell'opera<br />
a tecnica mista realizzata a<br />
partire da una foto di Von Gloeden<br />
di tre ragazzi nudi ed efebici visti di<br />
spalle, sulla cui superficie Sinsel colloca<br />
della stoffa piegata a raviolo e tortellino,<br />
quasi a dire, con ironia, che<br />
entrambi i soggetti possono stimolare<br />
il nostro appetito (con esiti visivi<br />
che talvolta potrebbero ricordare la<br />
produzione di Richard Hamilton).<br />
L'abile trama che l'artista sa ordire è<br />
così quella di un consapevole rimando<br />
alla storia della pittura, su cui gli è<br />
consentito ricamare dense miniature<br />
con un fil rouge di volta in volta<br />
erotico, malinconico, surreale, simbolista<br />
o, in ultima analisi, concettuale.<br />
Ecco così spingere una scultura di<br />
stoffa oltre la superficie (agendo<br />
additivamente dove Fontana voleva<br />
mostrare lo spazio absconditus)<br />
oppure disegnare un nastro le cui<br />
spire toccano la cornice della tela,<br />
memore delle prassi rinascimentale<br />
di cartigli et similia. Solo che però<br />
sono, cornice e nastro, entrambi<br />
dipinti, finti, cioè oggetto di mimesi<br />
pittorica. E in un attimo si capisce<br />
che a essere rappresentata è la<br />
stessa rappresentazione.<br />
Galleria Il Capricorno<br />
[daniele capra]<br />
Daniel Sinsel<br />
san marco 1994 (zona fenice)<br />
Tel/Fax 041 5206920<br />
galleriailcapricorno@libero.it<br />
Artista e studioso, David Simpson<br />
(Pasadena, 1928; vive a Berkeley) ha<br />
dedicato la propria vita al colore,<br />
esplorandone a fondo la forza<br />
espressiva. Lo Studio La Città propone<br />
per l'ottantesimo compleanno una<br />
selezione di opere che ben rappresentano<br />
le linee direttrici della sua<br />
poetica. L'artista americano comincia<br />
a dipingere negli anni del trionfo<br />
dell'arte astratta. Fin da subito predilige<br />
la pittura non figurativa, anche se<br />
legata a temi paesaggistici, e in<br />
breve tempo Rothko diventa il suo<br />
principale ispiratore. La consacrazione<br />
ufficiale arriva negli anni '60 con i<br />
primi monocromi, in particolare con<br />
la mostra Post Painterly Abstraction<br />
al Lacma. E monocromi sono anche<br />
le opere in mostra a Verona, poiché<br />
Simpson ha proseguito fino a oggi<br />
con rigore il proprio percorso alla<br />
riscoperta del colore. D'altra parte, i<br />
lavori esposti mostrano un nuovo<br />
tipo di monocromi, che abbandonano<br />
le pareti per invadere altre dimensioni<br />
spaziali. Per la prima volta in Italia,<br />
sono esposte alcune opere a terra<br />
del 1991 (Light well 2 e Light well 3):<br />
tele tonde che s'impadroniscono del<br />
centro della sala. Coerente con la<br />
semplicità di una pittura minimale,<br />
Simpson trova una via per entrare in<br />
contatto con un'altra forma espressiva,<br />
l'installazione. Un contatto avvenuto<br />
in maniera più incisiva nel 2006,<br />
attraverso un intervento site specific<br />
alla Reggia di Sassuolo.<br />
Le opere di Simpson occupano lo<br />
spazio anche in un altro senso, più<br />
intenso e inatteso: attraverso le interazioni<br />
con la luce. I suoi quadri sono,<br />
infatti, realizzati con un complesso<br />
processo chimico, sviluppato dall'artista<br />
a partire dal 1987. Vari strati di<br />
colore acrilico, basato su titanio biossido<br />
rivestito di particolare mica, vengono<br />
sovrapposti, come Simpson<br />
stesso suggerisce mediante i titoli di<br />
alcune opere, ad esempio A rose, a<br />
silver a green (2002). Come risultato,<br />
a contatto con la luce le tele producono<br />
una serie di effetti cangianti e<br />
mutevoli. Difficile dire di che colore<br />
siano i monocromi: le opere cambiano<br />
a seconda del punto di vista dell'osservatore,<br />
da tonalità pastello a<br />
tinte più intense, con effetti argentati<br />
e dorati. Nelle opere più recenti<br />
(Eureka, 2008; Concord, 2008), le<br />
cromie diventano inoltre notevolmente<br />
più decise e scure, lasciando<br />
meno spazio ai colori del paesaggio.<br />
Questi giochi di luce iridescenti<br />
hanno portato l'artista stesso, per<br />
definire i suoi monocromi, a utilizzare<br />
un'etichetta alquanto inaspettata,<br />
quella di "rococò". Ciò che rende particolarmente<br />
interessante questa<br />
personale veneta è anche il dialogo<br />
con i nuovi spazi espositivi in cui la<br />
galleria si è di recente trasferita. Le<br />
sale bianche e lineari offrono ai<br />
monocromi di David Simpson la possibilità<br />
di esprimersi con tutta la loro<br />
forza.<br />
[marta severo]<br />
Studio La Città<br />
David Simpson<br />
a cura di Angela Madesani<br />
lungadige galtarossa, 21<br />
Tel 045 597549 Fax 045 597028<br />
lacitta@studiolacitta.it<br />
www.studiolacitta.it<br />
Catalogo disponibile
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> déjà vu.55<br />
BOLOGNA.<br />
Hyon Soo Kim<br />
L'essenza della creazione, della nascita<br />
e della rigenerazione. Mostrata<br />
usando materiali semplici come stoffa<br />
e nastro adesivo. Suggestioni orientali<br />
e occidentali in miscele di fascinazioni<br />
culturali e religiose...<br />
Curata da Valerio Dehò, la mostra da<br />
Artsinergy riparte concettualmente<br />
da M.A.R.I.A., la personale che l'artista<br />
sud-coreana allestì nel 2005 nella<br />
navata centrale della chiesa dei Santi<br />
Pietro e Prospero a Reggio Emilia. Tre<br />
delle venti sculture lì esposte campeggiano<br />
infatti negli spazi della galleria<br />
bolognese: sono piccole madri, figure<br />
di donne con il bambino in grembo,<br />
forme antropomorfe appena abbozzate,<br />
composte dal meticoloso sovrapporsi<br />
di molteplici strisce adesive colorate.<br />
L'iconografia cristiana della<br />
Madonna con bambino (e, a volte, san<br />
Giovanni) riecheggia non solo nelle<br />
sculture, ma anche nei leggeri disegni<br />
d'ispirazione leonardesca che popolano<br />
caoticamente Mandala, la grande<br />
coperta orientale di seta azzurra<br />
appesa come uno "sfondo". Anche nei<br />
light box che costituiscono la serie<br />
Vessel I (x2) è la simbologia religiosa<br />
occidentale a dettare forme e contenuti:<br />
un teschio con la bocca spalancata<br />
di fronte al contorno luminescente<br />
di un calice (un Graal contemporaneo)<br />
diviene simbolo di morte e rinascita.<br />
La gigantesca giara bianca di Vessel<br />
from Stillness, che campeggia all'ingresso,<br />
è un contenitore vuoto, un<br />
recipiente pronto ad accogliere e<br />
riversare, esattamente come il corpo<br />
femminile: materia naturalmente predisposta<br />
a "creare", a concepire,<br />
custodire e generare vita, ad assumere,<br />
in un certo senso e per un periodo<br />
determinato di tempo, la funzione di<br />
Dio. Una grande figura totemica, una<br />
sorta di chimera composta da uno<br />
scheletro umano e da attributi animali<br />
si staglia lungo una parete per un'altezza<br />
di quattro metri. È Dream of a<br />
Pillow, l'opera più significativa di Hyon<br />
Soo Kim (Eui Sung, 1956; vive a<br />
Monaco di Baviera), a cui l'artista ha<br />
dedicato oltre venti anni di lavoro,<br />
cucendo e assemblando decine di<br />
frammenti di preziose stoffe orientali<br />
di differenti provenienze. Dream of a<br />
Pillow, nel suo essere somma di storie<br />
e tradizioni, sembra rappresentare l'inizio<br />
di una nuova religione universale,<br />
un misterioso idolo da adorare, un<br />
nuovo Dio a cui affidare i propri desideri<br />
e a cui rivolgere le proprie preghiere.<br />
Il senso del divino e del sacro, il concetto<br />
di vita nella sua accezione più<br />
religiosa e profonda, l'incredibile<br />
magia racchiusa nella continuità dell'essere<br />
emergono con forza dalle<br />
opere dell'artista coreana, dal suo<br />
ricorrere agli archetipi fondanti la cultura<br />
orientale e quella occidentale, dal<br />
suo mescolare costantemente retaggi,<br />
simboli e richiami. Per rendere universale<br />
l'unica vera materia che<br />
appartiene all'uomo: la vita.<br />
Galleria ArtSinergy<br />
[giulia pezzoli]<br />
Hyon Soo Kim - Life<br />
a cura di Valerio Dehò<br />
via san giorgio, 3 (zona via galliera)<br />
Tel 051 5871145<br />
artsinergybo@artsinergy.com<br />
www.artsinergy.com<br />
FIRENZE.<br />
Cristiana Palandri<br />
Forze dirompenti. Cristallizzate in<br />
segni, in impossibili immobilità, in<br />
nuovi organismi. Tra capelli, ossa e<br />
cera. Cristiana Palandri costruisce<br />
inquiete visioni. Instabili ma durature...<br />
FIRENZE.<br />
Aurelio Amendola<br />
L'attenzione per i dettagli e i particolari.<br />
Per svelare ciò che si nasconde a una<br />
visione d'insieme. Una raccolta fotografica<br />
che ha come trait d'union l'intensità<br />
del gesto e dell'atto creativo...<br />
ROMA. NAPOLI.<br />
Kristof Kintera /<br />
Ilona Nemeth<br />
L'improbabile è il filo rosso della<br />
mostra. Con installazioni che occupano<br />
l'intero spazio e creano suggestive<br />
atmosfere. Mentre i meccanismi<br />
della società contemporanea sono<br />
duramente messi in discussione...<br />
Angela Detanico &<br />
Rafael Lain<br />
Parola, segno, silenzio. Tra mutismi<br />
e facili bla bla bla, l'arte interroga<br />
la comunicazione. E scopre che in<br />
principio era il verbo. Ora, invece, è<br />
il gesto. Nella prima personale italica<br />
della coppia brasiliana...<br />
L'improbabile contat-<br />
L'interno di un<br />
to, diretto ed esclusi-<br />
appartamento<br />
vo, con l'Eterno di<br />
romano. Un uomo e<br />
Ilona Nemeth<br />
una donna a misu-<br />
(Dunajská Streda,<br />
rarlo con un lungo<br />
1963; vive a<br />
discorso fatto di<br />
Budapest) e l'impro-<br />
espressioni mutebabile<br />
utilizzo di voli, movenze a scatti, pensierosi<br />
oggetti comuni di immobilismi. Le parole, poche e acces-<br />
Kristof Kintera (Praga, 1973) sono sorie, fungono da mero epilogo.<br />
l'espressione delle riflessioni che i due Queste le "battute" iniziali de L'eclisse, il<br />
artisti hanno tradotto nelle installazioni film del maestro dei non-detti<br />
"C'è da dire che di Amendola si subisce<br />
il fascino per quel suo modo particolare<br />
di tagliare, in scorci improvvisi,<br />
le immagini del lavoro di alcuni tra i più<br />
dislocate negli ambienti della galleria<br />
romana.<br />
Entrambi, infatti, mettono in discussione<br />
e criticano aspramente (ma gioiosamente)<br />
i processi della società attra-<br />
Michelangelo Antonioni, adottato da<br />
Angela Detanico e Rafael Lain (Caxias<br />
do Sul, 1974 e 1973; vivono a Parigi e<br />
San Paolo) come spunto per la loro<br />
prima personale italiana, votata all'ana-<br />
grandi artisti dal Rinascimento a oggi. verso l'analisi della funzione degli lisi dei linguaggi possibili. Della pellicola,<br />
Ritagli senza tempo che avvincono il oggetti quotidiani, ma la loro manipola- passata alla storia per i suoi esercizi di<br />
fruitore attraverso una morbida, sinzione è parziale, non stravolge affatto incomunicabilità come metafore di<br />
cera espressività del chiaro-scuro". l'intrinseco aspetto, permettendone distanze esistenziali, il duo recupera l'a-<br />
Dichiara Cristiana Palandri<br />
(Firenze, 1977) all'inizio dell'intervista<br />
con Milovan Farronato, riportata<br />
nel catalogo della mostra, che la<br />
scelta di usare i capelli nelle sue<br />
opere nasce dal fatto che "è un<br />
materiale organico" e "deriva direttamente<br />
dall'uomo. È un buon motivo<br />
per utilizzarlo con l'intenzione di<br />
parlare di se stessi".<br />
Da ciò deriva la forte sensazione di<br />
carica vitale che si riscontra nei<br />
lavori di Palandri in mostra da<br />
Ugolini (composti, tra gli altri materiali,<br />
non solo da capelli ma anche<br />
da ossi ripuliti con cura dall'artista).<br />
E tuttavia, sembra consistere in un<br />
punto di partenza, piuttosto che di<br />
arrivo, per le opere stesse. È nell'organizzazione<br />
di queste ultime - tre<br />
delle quali site specific - che si manifesta<br />
l'energia di cui i materiali sono<br />
latori: le ciocche di capelli di Beyond<br />
head sono inserite direttamente<br />
nel muro, da cui sembrano essere<br />
emerse, spuntate come materia<br />
viva, appunto, quasi come lava che,<br />
invece di solidificarsi, rimane morbida,<br />
flessibile. Quello che emerge è<br />
una forza, ma una forza ormai trascorsa,<br />
sprigionatasi nel passato,<br />
che si è ricomposta poi in una<br />
immobilità assoluta, per quanto<br />
improbabile. Una forza diventata<br />
ormai forma, che si impone come<br />
segno sulla parete bianca. È ancora<br />
l'artista a sottolineare la volontà di<br />
usare i "capelli in sostituzione alle<br />
linee segnate dalla penna o dalla<br />
china".<br />
Una forza, inoltre, che cristallizzandosi<br />
in una forma assume, come si<br />
è detto, un'immobilità assoluta, centripeta,<br />
inspiegabile: si veda Zero, in<br />
cui da una lunga asta di legno,<br />
sospesa in una impossibile posizione<br />
obliqua, spuntano insieme ad<br />
altri materiali ciocche di capelli: una<br />
"immagine allucinatoria", per prendere<br />
ancora una volta a prestito le<br />
parole dell'artista, ma così potente<br />
da costituirsi come una nuova realtà.<br />
Come succede nella terza opera<br />
site specific, in cui ossa e capelli,<br />
cera e garza, piume e schiuma<br />
poliuretanica creano un nuovo<br />
organismo.<br />
Infine, in mostra una delle<br />
Diatomee, disegni poi ricoperti da<br />
uno strato di cera. Tratti ormai pietrificati,<br />
il cui ricordo continua però<br />
a agitarsi.<br />
Con queste parole di Carlo Frittelli si<br />
apre il catalogo della mostra fotografica<br />
di Aurelio Amendola nella galleria<br />
fiorentina. Una corposa selezione che<br />
si divide in due serie: la prima dedicata<br />
a Michelangelo, l'altra a Burri. Due<br />
distinte raccolte che, estremamente<br />
distanti all'apparenza, si uniscono nel<br />
talento e nell'interpretazione del fotografo,<br />
generando a sua volta opere<br />
nuove, ugualmente lontane dai soggetti<br />
che rappresentano. Due fili invisibili<br />
conducono quindi da una serie<br />
all'altra, da un lato l'occhio indagatore<br />
e scopritore di Amendola, dall'altra la<br />
forza creativa dell'artista, il foco - quello<br />
di cui parla Michelangelo nel sonetto<br />
97 delle sue Rime e da cui prende<br />
il titolo la mostra - che rinnova e<br />
infiamma l'artista. Lo stesso fuoco<br />
adoperato dall'amico Burri per le sue<br />
combustioni e che Amendola immortala<br />
in una serie di scatti, allestiti su<br />
una parete frontale all'ingresso della<br />
galleria, che all'occhio dell'osservatore<br />
si trasforma in sequenza filmica.<br />
Attraverso la scoperta di differenti<br />
prospettive, l'obiettivo del fotografo<br />
rimanda l'intensità dei gesti dell'artista<br />
di Città di Castello; l'immagine che ne<br />
nasce viene a assumere quei caratteri<br />
di originalità che rendono Amendola<br />
artista invece che osservatore. Di<br />
rimando immediato lo sfrigolio del cellotex<br />
insieme al rumore della fiamma<br />
che lo forgia, e lo sguardo dell'artista<br />
intento a contenere il tutto. La creazione<br />
attraverso la distruzione o, per<br />
dirla come Michelangelo, la sottrazione.<br />
Ugualmente, la serie dedicata a<br />
Buonarroti, presentando particolari<br />
dei geniali marmi rinascimentali tra<br />
sfondi neri e misteriosi chiaroscuri, ne<br />
abolisce i contesti originali, superandoli<br />
verso un piano sia sequenziale che<br />
attuale. Attraverso la sua interpretazione,<br />
le opere si improvvisano e reinventano,<br />
si stringono i rapporti tra<br />
oggetto ripreso, soggetto che riprende<br />
e visitatore. La macchina fotografica<br />
perde il punto di vista distante e<br />
oggettivo che la contraddistingue<br />
come mezzo di osservazione, per<br />
regalare allo spettatore moderne<br />
visioni empaticamente cariche di<br />
nuovo stupore e bellezza. Gli scatti<br />
indagatori, esaltando particolari altrimenti<br />
nascosti, prevaricano il reale<br />
scarto secolare che separa i due artisti,<br />
per ricollocarli su un ideale piano<br />
atemporale.<br />
[valentina bartarelli]<br />
sempre l'immediata riconoscibilità. È<br />
così per Fatal Egoist di Kintera: una<br />
malformata e inutilizzabile mountain<br />
bike che sembra essersi appena<br />
schiantata contro un palo, ma che poi,<br />
a ben guardare, conserva un valore<br />
formale che la rende di fatto un affascinantissimo<br />
oggetto di design. Ed è così<br />
anche per Pax Nexus Salvus di<br />
Nemeth: un comune armadio-guardaroba<br />
di Ikea mantiene intatta la sua<br />
struttura esterna, mentre all'interno<br />
tutto viene deformato: i ripiani e i cassetti,<br />
caratteristici della 'griffe' svedese,<br />
sono sostituiti da quegli elementi<br />
peculiari di ogni confessionale. Le tre<br />
ante sono occupate, ai due lati, dagli<br />
inginocchiatoi dei fedeli e dalla grata<br />
attraverso la quale il penitente confessa<br />
i propri peccati al sacerdote. Simile<br />
il procedimento in Malm-in, la cassettiera<br />
che, ugualmente, mantiene invariata<br />
la struttura. Nella parte anteriore<br />
rimangono i cinque cassetti, mentre<br />
nella parte posteriore è inserito un<br />
inconfondibile inginocchiatoio.<br />
Entrambi i mobili sembrano esprimere<br />
un concetto di religiosità intima e<br />
domestica, tipica del passato, ma qui<br />
resa più nascosta, perché sono perfettamente<br />
mimetizzati con l'arredamento<br />
casalingo; o addirittura esprimere<br />
una modalità di usa-e-getta della religione<br />
che, passate le mode, può esser<br />
sostituita da qualcosa di più moderno<br />
o continuamente rinnovata. Oppure,<br />
ancora, la globalizzazione di un messaggio<br />
religioso che, nella sua estrema<br />
diffusione, perde appunto d'identità e<br />
spessore. Ma anche, forse, la presunzione<br />
di poter gestire, in maniera autonoma<br />
e individuale, il rapporto con<br />
l'Eterno, senza l'intermediazione di<br />
alcuna struttura chiesastica. Molteplici<br />
dunque i piani di analisi per una lavoro<br />
che proprio per questo risulta complesso<br />
e maturo. Lo stesso concetto<br />
paradossale è espresso da My light is<br />
your light di Kintera: un grande lampadario,<br />
appoggiato al soffitto perché le<br />
sue enormi dimensioni gli impediscono<br />
di essere appeso, e costruito con originali<br />
lampioni stradali cecoslovacchi e<br />
inserito in un ambiente altro. È una<br />
scultura straniante, animale o vegetale,<br />
che pare essere sempre stata nello<br />
spazio della galleria. Di essere germinata<br />
e cresciuta qui, come una piovra<br />
in un acquario troppo piccolo. Volendo<br />
forzare la lettura, i lavori letti in conseguenza<br />
riescono a creare una sorta di<br />
percorso "spirituale". Un tracciato<br />
ascetico secondo il quale attraverso<br />
un'intima preghiera e profonda confessione<br />
dei propri quotidiani peccati, si<br />
può raggiungere la luce. Anche se artificiale<br />
e tutt'altro che rassicurante.<br />
spetto più tecnico e sperimentale, realizzando<br />
un'opera - una seconda Eclissi<br />
- che codifica l'intera traccia audio del<br />
film in un elegante insieme segnico<br />
fatto di parentesi e tratteggi, improvvisando<br />
in tal modo una sorta di timbrica<br />
del silenzio. Il privilegio della parola<br />
viene dunque sostituito da nuove<br />
modalità di comunicazione, le stesse<br />
che permisero ad Antonioni di lavorare<br />
per tanti capolavori ancora, nonostante<br />
il forzoso mutismo provocato da un<br />
ictus nel 1994.<br />
Il sovvertimento linguistico in espedienti<br />
rappresentativi prosegue con Braille<br />
Ligado. Si tratta di un'installazione di<br />
neon che formano coni luminosi, unendo<br />
i punti del linguaggio gestuale.<br />
Realizzando così, ancora una volta, una<br />
lingua visiva che sembrerebbe echeggiare<br />
le ricerche effettuate da<br />
Brancusi per le sue Sculture per ciechi.<br />
Tuttavia, se il non-visibile brancusiano<br />
viene adottato come metafora della<br />
non rappresentazione, utile a esprimere<br />
il puro concetto formale e a dare<br />
spazio all'immaginazione, la coppia brasiliana,<br />
invece, trasforma qualcosa di<br />
percepibile solo al tatto - e che rinvia<br />
nella mente a un concetto alfabetico -<br />
fino a farne linguaggio di rappresentazione,<br />
una sorta di tecnica artistica,<br />
nuovissima e del tutto originale, con cui<br />
scrivere ancora la parola "eclisse".<br />
Non è più incomunicabilità esistenziale<br />
all'Antonioni, dunque; al contrario, una<br />
nuova frontiera della comunicazione<br />
che, con bonaria presunzione, fa dell'arte<br />
un linguaggio non soltanto universale,<br />
ma addirittura cosmico. Ne è un<br />
esempio di estrema raffinatezza<br />
Helvetica Concentrated, opera complessa<br />
- il lavoro costituisce ancora un<br />
work in progress e ha all'interno della<br />
galleria solo una piccola rappresentanza<br />
- che fa della parola l'espediente per<br />
la rappresentazione delle stelle. A ciascun<br />
segno alfabetico, trascritto adottando<br />
proprio il carattere Helvetica, è<br />
associata una determinata quantità<br />
d'inchiostro, in modo tale che le lettere<br />
che compongono il nome di ciascun<br />
astro, tradotte in valore cromatico, finiscano<br />
per tracciare un'immagine degli<br />
stessi, nuova, astratta e concettuale,<br />
avvicinando l'arte alla vita. Anno Zero,<br />
video minimalista in cui lettere dell'alfabeto<br />
scorrono con cadenza regolare<br />
fino a quando, per un casuale gioco di<br />
coincidenze, il loro incontro produce la<br />
frase "Avanti Cristo - Dopo Cristo",<br />
chiude questo lungo meeting della<br />
comunicazione, realizzando una diversa<br />
quanto lungimirante analisi dell'evoluzione<br />
umana alla luce del gesto e<br />
della parola. Verba volant, ars manent.<br />
[carla rossetti]<br />
[donata panizza]<br />
[daniela trincia]<br />
Frittelli Arte Contemporanea<br />
Galleria Daniele Ugolini<br />
Contemporary<br />
Aurelio Amendola -<br />
Michelangelo/Burri. Colpa è di chi<br />
VM21artecontemporanea<br />
fino al 27 settembre 2008<br />
BlindArte Contemporanea<br />
fino all'11 ottobre<br />
m'ha destinato al foco<br />
Kristof Kintera / Ilona Nemeth - Rituals Angela Detanico & Rafael Lain - Il<br />
Cristiana Palandri - Unsettled via val di marina, 15 (zona novoli) a cura di Lydia Pribisová<br />
silenzio dell'eclissi<br />
via montebello, 22/r<br />
Tel 055 410153 Fax 055 4377359 via della vetrina, 21<br />
via caio duilio, 4/d (zona fuorigrotta)<br />
(zona ognissanti)<br />
info@frittelliarte.it<br />
da lunedì a venerdì ore 11-19,30; da lunedì a venerdì ore 10-13 e 16-19<br />
Tel/Fax 055 2654183<br />
www.frittelliarte.it<br />
sabato su appuntamento<br />
Ingresso libero<br />
director@ugoliniart.com<br />
Catalogo Carlo Cambi-<br />
Ingresso libero<br />
Tel 081 2395261<br />
www.ugoliniart.com<br />
Spaziotempo con testi di Maurizio Tel/Fax 06 68891365<br />
Fax 081 5935042<br />
Catalogo con testo di Milovan Calvesi, Sergio Risaliti e<br />
info@vm21contemporanea.com info@blindarte.com<br />
Farronato<br />
Francesco Vossilla<br />
www.vm21contemporanea.com www.blindarte.com
56.intervallo <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
le preferenze di Gino Agnese<br />
Presidente della Quadriennale di Roma<br />
Monique Veaute - direttore di Palazzo Grassi, tenterà il tredici sul prossimo numero<br />
ahbbellooo!!!<br />
s t r a f a l c i o n i d i g e s t<br />
"Il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti, curato da<br />
Lucia Cerizza, Cesare Pietroiusti e Anna Daneri..."<br />
[tiziana ricci presenta la nuova edizione del corso su radio popolare di milano]<br />
Oddio, non ci metteremmo una mano sul fuoco perché a Berlino, ben si<br />
sa, le trasgressioni sono all'ordine del giorno. Tuttavia tendiamo ad essere<br />
quasi certi nell'affermare che Luca Cerizza, al momento, non ha cambiato<br />
ancora sesso...<br />
"Inaugurato a fine maggio, dopo il suggestivo restyling dello studio KSV..."<br />
[carlotta magnanini sull'espresso parla del bolzanino museion]<br />
Bisognerebbe domandarlo agli architetti berlinesi se sono contenti che il<br />
loro bell'edificio alto-atesino sia stato declassato a banale ristrutturazione...<br />
...Donatella Volontà curerà il moderno e Laura Garbarino sarà il referente per i<br />
collezionisti<br />
[il sole24ore dà notizia dei cambiamenti sulla tolda di comando della fiera<br />
miart]<br />
Siamo certi anche noi che la brava Donatella ci metterà la massima<br />
buona volontà, ma lei continua sempre, tuttavia, a chiamarsi Volonté!<br />
premio spam per l’arte.<br />
abbiate pietà di noi (e della nostra e-mail)<br />
Deve essere stata la città, anzi cittadina toscana, ad avere<br />
influenzato l'atroce mitragliata di e-mail. Ehssì perché lo<br />
spam è cosa, sarete tutti d'accordo con noi, piuttosto greve.<br />
E la mostra di cui vi vogliamo parlare, proprio a Greve (in<br />
Chianti) si svolge. Esatto, avete capito, stiamo parlando di<br />
TUSCIAELECTA<br />
FACCIAMO13CON<br />
01. La città Napoli<br />
02. Il libro La rivoluzione inavvertita di Elisabeth Eisenstein<br />
03. Il film Tuttofellini<br />
04. Il cantante Mina<br />
05. Il ristorante domestico<br />
06. Il cocktail vin blanc<br />
07. L'uomo politico Fini<br />
08. Il quotidiano Corriere della Sera<br />
09. L'automobile Smart<br />
10. Lo stilista Missoni<br />
11. L'attore Penelope Cruz<br />
12. Il programma tv TG1<br />
13. La canzone Dove sta Zaza’ di Cutolo - Cioffi<br />
È una rassegna di arte contemporanea nel Chianti, ma non<br />
si è mai rassegnata a convincersi che basterebbe anche una<br />
sola e-mail per segnalare un evento. E infatti per questa<br />
mostra (inaugurata lo scorso 20 settembre; a cura di<br />
Arabella Natalini) Mario Airò ha proposto un'installazione<br />
luminosa optando, anche, per illuminare permanentemente<br />
(d'altronde è un'opera permanente) la spia "posta in arrivo"<br />
della nostra martorizzata casella.<br />
# lemma<br />
di marco enrico giacomelli<br />
PIANOFORTE<br />
Robin Rhode - Promenade - veduta parziale della mostra presso Tucci<br />
Russo Studio per l'Arte Contemporanea, Torre Pellice (TO) 2008<br />
Il pianoforte è un simbolo,<br />
ovvero raccoglie su di sé,<br />
magari suo malgrado, l'idea<br />
di musica in tutta la sua tradizionalità.<br />
Poiché è un termine<br />
che ultimamente piace<br />
assai, si potrebbe dire che è<br />
il monumento della disciplina<br />
artistica più distante dalla<br />
mimesis, statuario e - quand'è<br />
a coda - sinuoso.<br />
Addirittura ammiccante, lucido<br />
nel superbo nero, o pacchianissimo<br />
nell'abbacinante<br />
candore (rammentiamo un<br />
esemplare di tal fatta che<br />
compariva come d'incanto in<br />
notturna su un molo deserto,<br />
allo sgabello un folgorante<br />
Nino D'Angelo). Poiché si<br />
uccidono i padri e non i<br />
nonni, è comprensibile che il<br />
pianoforte compaia in<br />
soprattutto nell'arte degli<br />
anni '60 e '70. Accumulando<br />
le proprie apparizioni specie<br />
nell'opera del recentemente<br />
scomparso Giuseppe Chiari,<br />
isolato rappresentante in<br />
patria di Fluxus. Doveroso<br />
dunque richiamare un capostipite,<br />
il Klavier Intégral<br />
(1958-63) di Nam June<br />
Paik, sobbarcantesi telefoni<br />
e reggipetto, lampadine e<br />
macchinine. Tornando a<br />
Chiari, va citato qualche<br />
esempio: la Video performance<br />
di Antonio<br />
D'Agostino, risalente al<br />
1974 in quel di Basilea; per<br />
scivolare al 1995, quando<br />
collage e colori aggrediscono<br />
gentilmente un<br />
Clavicembalo; nel mezzo sta<br />
la Scultura per pianoforte,<br />
del 1989. Quest'ultima esposta<br />
alla mostra milanese<br />
Rumore: un buco nel silenzio,<br />
dove la profusione di tali<br />
strumenti sconcertava: oltre<br />
a quello di Chiari v'era il pianoforte<br />
rovesciato di John<br />
Cage (notate il titolo dell'opera:<br />
Please Play or the<br />
Mother, the Father or the<br />
Family), l'Hommage à<br />
Marinetti da un'idea di quest'ultimo,<br />
nonché un nutrito<br />
(con balla di fieno e secchio<br />
d'acqua) esemplare a coda<br />
che La Monte Young dedica<br />
allo straordinario interprete<br />
in Piano Piece for David<br />
Tudor #1 (sia detto fra queste<br />
parentesi: se lo statunitense<br />
gli dà da mangiare,<br />
Beuys lo albergava nel feltro,<br />
comme d'habitude).<br />
L'approccio si fa più etereo e<br />
concettuale - quanto ci<br />
sarebbe da dire sulla storia<br />
del ruolo assegnato alla<br />
musica nei vari sistemi delle<br />
arti, dal sunnominato<br />
Platone a Schopenhauer,<br />
almeno - in una triplice italiana<br />
o tale d'adozione: con<br />
Giulio Paolini che rende il<br />
pianoforte il fulcro d'una<br />
delle sue complesse e origamiche<br />
riflessioni; con Jannis<br />
Kounellis, che lo issa e lo fa<br />
suonare nello scenario imperioso<br />
della Fondazione<br />
Pomodoro; con Vettor<br />
Pisani che, di due pianoforti,<br />
fa un panino con ripieno di<br />
Leonardo e aggiunta di mele<br />
per un Concerto invisibile di<br />
Gino De Dominicis. Noterete<br />
l'età e la provenienza, quasi<br />
monotona. A mescolare un<br />
poco le carte ci pensa James<br />
Hopkins, nato nel 1976 nel<br />
Cheshire, con Sliding the<br />
Scale: smaccatamente utilizza<br />
un pianoforte a coda<br />
costruito ad hoc per irridere<br />
- siam sempre all'avo greco -<br />
l'occhio e il suo essere soggetto<br />
all'illusione, ammesso<br />
che di contro vi sia la dura<br />
realtà. Medesima data di<br />
nascita e medesimo intento<br />
illusor-ironico per il sudafricano<br />
Robin Rhode, recentemente<br />
in personale da Tucci<br />
Russo. Chiude un gallese<br />
classe 1982, Dan Rees, che<br />
poco meno d'un anno fa ha<br />
presentato a Napoli una<br />
serie di sei scatti di Black and<br />
White things in Black and<br />
White. E a cosa, se non a un<br />
pianoforte, poteva andare il<br />
posto d'onore? <br />
Il prossimo lemma sarà<br />
cane
58.recensioni <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
rocky mountain people show<br />
Cosa propone la Galleria Civica durante Manifesta7? Una serie di grossi nomi in rare performance. E, nel<br />
frattempo, cosa c'è in galleria ad "accogliere" chi arriva in Trentino? Una strana coppia...<br />
Al piano superiore, una successione<br />
ordinata di disegni e collage<br />
di McCarthy; al piano interrato,<br />
gli Avaf. Questo ha scelto di<br />
presentare la Civica di Trento per<br />
l'occasione assolutamente eccezionale<br />
della presenza di<br />
Manifesta7 in Trentino Alto Adige.<br />
I disegni incorniciati sono stati<br />
realizzati da Paul McCarthy attraverso<br />
una stretta collaborazione<br />
con Benjamin Weissman, svoltasi<br />
negli ultimi dieci anni fra le alture<br />
del Nevada. La montagna è l'elemento<br />
ricorrente, senza soluzione<br />
di continuità, in ogni pezzo che<br />
fa parte dell'estesa serie che si<br />
presenta estremamente unitaria<br />
malgrado la dilatazione nel tempo.<br />
Con la montagna come sfondo e<br />
come tematica, si svolgono nel<br />
bianco e nero del disegno scene<br />
di sesso senza limiti, sottolineate<br />
da parole e ritagli di riviste.<br />
Scorrono "in silenzio" anche gli<br />
Avaf, più nuovi ma altrettanto<br />
decisi e (di solito) senza mezze<br />
misure. La sala è sgombra e le<br />
grafiche colorate e psichedeliche<br />
sono incollate in una texture continua<br />
e astratta alle pareti e al pavimento,<br />
come moquette. L'effetto<br />
è quello di una balera chiusa o di<br />
un progetto di Guillaume Bijl, di<br />
cui si è appena conclusa la retrospettiva<br />
allo Smak di Gent, con le<br />
sue scenografie di assembramenti<br />
umani, fiere, cinema, uffici.<br />
enzo cucchi<br />
Davanti alla nuova mostra<br />
di Enzo Cucchi (Morro d'Alba,<br />
Ancona, 1949; vive ad Ancona<br />
e Roma) si è come attori di uno<br />
strano accadere. Dapprima è<br />
un senso di disorientamento,<br />
frustrazione, persino rabbia. Si<br />
vaga da un punto all'altro del<br />
percorso con la mente vuota e<br />
convinti, senza saperne dare<br />
una definizione, che manchi<br />
qualcosa. Poi questa assenza,<br />
d'improvviso, si fa rivelazione.<br />
Sospesi sulle nostre vertigini<br />
emotive - quasi fossimo quegli<br />
uomini sulla cima di monti<br />
misteriosi, tracciati a carboncino<br />
dentro le spoglie cornici - ci<br />
accorgiamo del nostro esser<br />
già precipitati. Giù senza difese,<br />
profondamente catturati dalle<br />
visioni dell'artista, fino a sentirne<br />
l'intimo respiro. Un avvicina-<br />
mento che avviene dunque non<br />
per comprensione ma per sensibilità,<br />
lontano dalla fascinazione<br />
dei concetti, degli intellettualismi,<br />
delle dottissime spiegazioni<br />
a corredo.<br />
Coerentemente l'esposizione<br />
Cucchi DISegno, realizzata dal<br />
Comune di Lucca in collaborazione<br />
con la Fondazione Cassa<br />
di Risparmio della Provincia, si<br />
propone sulla base esclusiva dei<br />
disegni, senza ricorrere ad<br />
alcun testo o cronologia.<br />
Soltanto l'evidenza di centosessantotto<br />
piccole tracce, tutte<br />
provenienti dalla Galleria Emilio<br />
Mazzoli, come testimonianza di<br />
un'intera carriera.<br />
Il titolo della mostra, anche nella<br />
grafia, è rivelatore di una differenza<br />
profonda: ovvero, se il<br />
disegno è la fase in cui l'idea<br />
artistica già si rende riconoscibile,<br />
il segno è invece l'istante<br />
dell'intuizione, del restare significante.<br />
Partendo da ciò, i<br />
DISegni di Enzo Cucchi si pongono<br />
come preparazione eventuale<br />
a una logica del discorso:<br />
casa, cane, mano, croce,<br />
monte, uva, uomo, simboli ancora<br />
in stato embrionale - e in<br />
quanto tali dal sapore esoterico<br />
- diverranno forse, un giorno,<br />
connotativi di uno stile personale.<br />
Allo stesso modo, piccoli fogli<br />
strappati da quaderni potrebbe-<br />
Deserti e stranianti. Ma gli Avaf<br />
(che hanno appena realizzato un<br />
progetto nel nuovo spazio di<br />
Deitch a Long Island e sono stati a<br />
Roma per il progetto Enel<br />
Contemporanea nell'area archeologica<br />
di Largo Argentina) non<br />
sono così; sono tutto il contrario,<br />
vistosi e rumorosi. E affollati, con i<br />
raduni, le maschere e i travestimenti.<br />
Insomma, abitualmente<br />
sono tipi da Rocky Horror Picture<br />
Show. Il titolo del progetto della<br />
Civica si espande sotto il titolo<br />
ro in futuro essere trasposti su<br />
tela. Sarà solo il tempo a rivelarlo.<br />
In fondo che importa? Per<br />
l'artista conta semmai il dubbio,<br />
poiché esso, declinando ogni<br />
responsabilità d'affermazione,<br />
permette di esprimersi al massimo<br />
della sincerità, di trasfigurarsi<br />
in reminiscenze di vita o di<br />
sogno. La bibbia della genesi e<br />
dell'apocalisse, l'incontaminata<br />
terra natia, il movimento delle<br />
linee, il mistero divino e pauroso<br />
comune Rocky Mountain People<br />
Show anche in una serie di performance<br />
attorno all'idea di spettacolarità<br />
dell'arte. Peccato che gli<br />
eventi siano rari (un paio finora)<br />
rispetto all'affluenza eccezionale e<br />
costante di pubblico in Regione<br />
per Manifesta. A ogni modo, gli<br />
artisti hanno risposto all'invito con<br />
una riflessione sull'uso di modalità<br />
proprie dello spettacolo (teatro<br />
"classico", teatro di strada, partecipativo...).<br />
John Bock ha creato<br />
un'impegnativa esibizione articola-<br />
della natura. Sfuggendo l'opera<br />
alla costruzione del senso,<br />
anche lo spettatore ritorna libero.<br />
Ne conseguono i sentimenti<br />
estranianti di cui si scriveva all'inizio.<br />
La prima scelta per le<br />
nuove sale di Palazzo Guinigi è<br />
dunque coraggiosa, poiché ricaduta<br />
su due identità volontariamente<br />
mancate. La prima è una<br />
mostra che non vuol darsi come<br />
tale, in quanto privilegia dell'opera<br />
di Enzo Cucchi il suo labirinto,<br />
ta in tre ore e duecento metri di<br />
dislivello. Si è infatti infilato in una<br />
piccola cabina della funivia che<br />
collega Trento con il panoramico<br />
paesino di Sardagna, sulla montagna<br />
antistante la cittadina, e ha<br />
iniziato una serie di spettacoli in<br />
miniatura sempre diversi per un<br />
paio di passeggeri, gente dell'arte<br />
ma anche abituali pendolari e turisti<br />
colti di sorpresa. Ruotava intorno<br />
a citazioni degli antichi teatrini<br />
di burattini, ma cantando, creando<br />
scene e brandendo pupazzi<br />
fatti di seni e cavità anali che<br />
spruzzavano shampoo come<br />
sperma o marmellata come feci.<br />
Dopo una coincidenza involontaria<br />
- una funivia è presente anche nei<br />
disegni di McCarthy - è stata la<br />
volta dei My Barbarian. Anche da<br />
parte loro c'è stata una citazione<br />
del teatro, tanto che - sia per<br />
tematica che per modalità di presentazione<br />
fuori dagli spazi abituali<br />
- la mostra attuale sembra proseguire<br />
il precedente progetto Il<br />
teatro della vita. In particolare,<br />
infatti, si sono ricollegati al teatro<br />
partecipativo degli anni '60 e, con<br />
un gruppo di volontari, hanno<br />
messo in scena uno spettacolo in<br />
piazza fatto di momenti individuali<br />
e di gruppo, cantando miti e falsi<br />
miti dell'Italia di ieri e di oggi, da<br />
Mani pulite a Padre Pio. <br />
[mariella rossi]<br />
Nero su bianco, segni che ancora precedono la costruzione del senso. Il tratto di Enzo Cucchi, semplice<br />
come la mano dei bambini, ritorna alla più profonda aspirazione dell'arte: sentire. Per inaugurare le nuove<br />
sale di Palazzo Guinigi...<br />
info.<br />
fino al 2 novembre 2008<br />
Enzo Cucchi - DISegno<br />
Palazzo Guinigi - Museo a tempo<br />
Via Guinigi, 29 - 55100 Lucca<br />
fino al 30 settembre, tutti i giorni ore<br />
10-19, sabato ore 21-24;<br />
dal 1° ottobre, da martedì a venerdì<br />
ore 15-19, sabato e festivi ore 10-<br />
13 e 15-19<br />
Ingresso libero<br />
Tel 0583 442916<br />
Fax 0583 442785<br />
Catalogo disponibile<br />
info.<br />
fino al 2 novembre 2008<br />
Rocky Mountain People Show<br />
a cura di Fabio Cavallucci e<br />
Cristina Natalicchio<br />
Galleria Civica d'Arte Contemporanea<br />
Via Belenzani, 46 - Trento<br />
Orario: da martedì a domenica ore 10-18<br />
Ingresso libero<br />
Tel 0461 985511<br />
Fax 0461 237033<br />
info@galleriacivica.it<br />
www.workartonline.net<br />
Enzo Cucchi<br />
- Gomito da<br />
aria, 1995 -<br />
matita, carboncino<br />
e<br />
acquerello su<br />
carta,<br />
49x34,4 cm<br />
Assume<br />
Vivid Astro<br />
Focus -<br />
installation at<br />
the Galleria<br />
Civica di Arte<br />
Contemporan<br />
ea of Trento,<br />
2008, ph.<br />
Hugo Munoz,<br />
courtesy<br />
Ernesto<br />
Esposito and<br />
Galleria Civica<br />
di Arte<br />
Contemporan<br />
ea of Trento.<br />
lo "lavora dentro", come segnalato<br />
nello splendido saggio di<br />
Achille Bonito Oliva in catalogo.<br />
La seconda è un museo a<br />
tempo, che esordisce non proponendo<br />
ma sperimentando,<br />
quasi si trattasse di un numero<br />
zero. Lucca dimostra insomma<br />
di avere passione e idee; attendiamo<br />
con piacere i prossimi<br />
eventi. <br />
[matteo innocenti]
60.trecapitali <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
The game is over. Beijing si lascia alle spalle le Olimpiadi e organizza la prossima fall season. Con un programma dinamico, articolato tra il primo crossover di arte contemporanea e rock 'n' roll e il Super Ganbei…<br />
Li Yifan - Legal Archives - installazione per la<br />
mostra Microscopic Narration presso Iberia Art<br />
Center, 798 Art District, Beijing<br />
Dopo la strepitosa estate olimpica, per Pechino si<br />
apre un nuovo capitolo. L'ondata di internazionalità<br />
portata dai Giochi ha donato maggior consapevolezza<br />
alla città che apre la stagione autunnale<br />
con un programma dinamico e originale. Conscia<br />
dei propri diritti e doveri, reagisce alla corsa all'oro<br />
di speculatori e appassionati d'arte, iniziando<br />
ad organizzare un idoneo sistema artistico. Gli<br />
addetti sono intenti a costruire una durevole infrastruttura<br />
a supporto dell'arte in rapida espansione.<br />
Si consolidano, ad esempio, i distretti artistici<br />
"secondari" sparsi nella zona nord-est della città.<br />
Ma quale crisi e crisi. I tempi bui sono roba del mondo della finanza, non certo di quello dell'arte. Almeno a guardare cosa succede a Londra. Dove la stagione riprende con l'obiettivo di arrivare, più swinging<br />
possibile, all'appuntamento di Frieze...<br />
Il 'Portavilion' di Dan Graham in Holland Park<br />
Come da diversi anni a questa parte, il mese di<br />
settembre a Londra non solamente segna la<br />
fine del torpore estivo ed il generale risveglio<br />
autunnale di spazi espositivi pubblici e privati,<br />
ma annuncia anche l'approssimarsi della Frieze<br />
Art Fair di ottobre e prepara dunque il terreno<br />
all'eccitamento di quei giorni.<br />
Aprono così nuove gallerie, dalla Madison<br />
Contemporary Art, diretta da Robin Page ed Eric<br />
e Geihle Sander, che ha inaugurato il 17 settembre<br />
in Marylebone con una mostra di rare prove<br />
d'artista provenienti dalla collezione di Robyn<br />
Denny, alla Yvon Lambert (già presente a Parigi e<br />
Ricchezza di proposte interessanti in piccoli musei e associazioni. New York fa ripartire la stagione anche all'insegna di presenze italiane. Il tutto mentre prosegue, sullo sfondo, la transumanza<br />
di gallerie e soprattutto di spazi no-profit dalla esosa Chelsea al ben più accogliente - almeno per ora - Lower East Side…<br />
Xaviera Simmons - Man with ball (Bronx as<br />
studio), 2008 - courtesy The Bronx Museum<br />
Con due presenze italiche si apre il sipario su<br />
un'altra stagione artistica newyorchese che si<br />
preannuncia ricca di iniziative e niente affatto<br />
pronta a chinarsi alle sferzate della recessione<br />
o del dollaro debole.<br />
Sarà il frutto di un genuino ottimismo nutrito<br />
dall'imminenza delle prossime elezioni?<br />
L'arte più genuina si trova a Caochangdi Village,<br />
Jiuchang, Beihuqu Lu, Huajiadi Nanlu, Anwai<br />
Beiyuan vicino al Parco Olimpico e l'Accademia<br />
Centrale di Belle Arti. La Factory 798 mantiene il<br />
suo vantaggio come polo culturale, centro di<br />
ampio raggio che sconfina rispetto alle sole arti<br />
visive e rappresenta una location privilegiata per<br />
eventi di vario genere. Dopo il lifting olimpico la<br />
798, oggi, è uno dei luoghi più piacevoli per una<br />
passeggiata domenicale o per una cena fusion.<br />
Galleria Continua si conferma come lo spazio<br />
d'eccellenza per i progetti site specific e questo<br />
mese invita gli spettatori a una profonda meditazione,<br />
attraverso le metafore di vita dell'artista<br />
coreano Kimsooja. La video-installazione<br />
"Mumbai: A Laundry Field", presenta il lavoro di<br />
questo mediatore visivo e spirituale attraverso la<br />
proiezione di quattro video filmati in diverse città<br />
del mondo. L'artista porge il dorso alla telecamera,<br />
mostrando la sola silhouette del proprio corpo<br />
in controluce, come un’ombra poco visibile e anonima,<br />
creando un'esperienza ipnotica di forte<br />
impatto tra la meraviglia e lo sgomento.<br />
All'UCCA, l'Ullens Center of Contemporary Art, da<br />
un anno considerato il faro della scena contemporanea<br />
della città, proseguono le iniziative tra corsi,<br />
convegni, forum, eventi speciali, film, performance<br />
e mostre su vasta scala. Attualmente in<br />
mostra Our Future: The Guy & Myriam Ullens<br />
Foundation Collection. Si tratta di una proposta<br />
complessa che mira ad essere un progetto educativo<br />
sul futuro dell'arte contemporanea in Cina.<br />
È un omaggio al lavoro di diverse generazioni di<br />
artisti che nell'ultimo decennio hanno contribuito<br />
alla storia dell'arte cinese. In mostra un centinaio<br />
di opere, con oltre sessanta artisti, tra i nomi di<br />
spicco: Ai Wei Wei, Michael Lin, Wang Du,<br />
Wang Jianwei, Wen Fang, Yan Lei, Yan Peiming,<br />
Chen Zhen, Gu Wenda, Huang Yong Ping, Wang<br />
New York) con uno spazio su tre piani in Hoxton<br />
Square, in concorrenza con la White Cube. In<br />
tempo per Frieze aprirà poi a metà ottobre nel<br />
West End, in prossimità della Modern Art di<br />
Stuart Shave, Pilar Corrias, disegnata dall'archistar<br />
Rem Koolhaas e con un intrigante programma<br />
'fuori sede'. Tra gli spazi indipendenti inaugurano<br />
poi Working Rooms in Kingland Road, già<br />
studio e spazio progettuale aperto a proposte di<br />
artisti e curatori, Art Vandelay, gestita dall'artista<br />
Matt Golden con l'intento di promuovere creativi<br />
emergenti anche attraverso pubblicazioni (come<br />
già la prima monografia di Benbo George) ed una<br />
rivista quadrimestrale. Calvert 22 apre poi i battenti<br />
nel bel mezzo di Shoreditch con una mostramonster<br />
di ventuno artisti, Fresh Air Machine,<br />
estesa su due piani fino al 31 ottobre.<br />
Il 9 ottobre riaprirà la Saatchi Gallery con la mostra<br />
"The Revolution Continues: New Chinese Art".<br />
Gratuito l'ingresso nel prestigioso spazio espositivo,<br />
disegnato dagli architetti Allford Hall Monaghan<br />
Morris nell'edificio ex-caserma militare di Kings<br />
Road, grazie alla partnership con la casa d'aste<br />
Phillips de Pury. Le novità qui sono un programma<br />
educativo per le scuole e due sale destinate alla<br />
presentazione di giovani artisti le cui opere verranno<br />
messe in vendita senza commissioni.<br />
Staremo a vedere…<br />
Intanto, Nicoletta Agostini al suo primo solo da<br />
LMAKprojects e Nico Vascellari nella collettiva<br />
ALL CUT UP da Roebling Hall si affiancano alla<br />
miriade di vernissage che durante i mesi di settembre<br />
e ottobre ridanno linfa vitale a una<br />
Chelsea estiva piuttosto soporifera.<br />
Nicoletta Agostini presenta Portraits, una<br />
serie di oltre settecento disegni allestiti a parete<br />
ad imitare una carta da parati d'autore, con<br />
cui l'artista riflette sulle sfaccettature della psiche<br />
umane e sulle sue manifestazioni antropologiche.<br />
Attraverso ritratti che delineano solo la<br />
silhouette di amici e colleghi che sono immortalati<br />
privi della testa, è interessante notare quanti<br />
dettagli relativi alla postura, all'abbigliamento<br />
e all'atteggiamento sarebbero invece passati<br />
inosservati se questi "fotogrammi cinematici"<br />
avessero mostrato anche i loro volti.<br />
Seguendo un trend piuttosto ricorrente, anche<br />
sottolineato dalla mostra inaugurale del New<br />
Museum Unmonumental, la collettiva ALL CUT<br />
UP esplora la tecnica del collage nelle varie<br />
declinazioni. Nico Vascellari è in mostra con<br />
puzzle ossessivi di ritagli di giornale che incorniciano<br />
solo volti glamorous di personaggi famosi,<br />
o solo i loro occhi destri, poi riarrangiati su<br />
un foglio della grandezza stessa della rivista<br />
Guangyi, Wang Du, Zhang Xiaogang. Di imminente<br />
apertura 24 Seconds of Silence, prima personale<br />
in Asia dell'artista coreano Won Ju Lim,<br />
che presenta la sua ultima installazione, una<br />
struttura di quattordici sculture illuminate da cinque<br />
proiezioni video che riflettono la vitalità e la<br />
frammentazione del paesaggio urbano di<br />
Pechino, ma anche a scenari tratti dalla finzione<br />
fantascientifica cinematografica.<br />
L'Iberia Art Center, recente acquisto per la<br />
Factory 798, inaugura la nuova stagione autunnale<br />
con Microscopic Narration: Social Images by<br />
Zhang Xiaotao and Li Yifan. Si tratta di una<br />
mostra tematica composta da due personali:<br />
"Mist" di Zhang Xiaotao e "Dossier" di Li Yifan. Gli<br />
artisti pur attraverso due percorsi differenti, uno<br />
pittore l'altro regista, narrano la moderna realtà<br />
cinese. Recentemente Zhang Xiaotao sperimenta<br />
una prospettiva visiva simbolica e microscopica<br />
con immagini che richiamano l'ansia e l'irrequietezza<br />
incorporate nella società cinese durante<br />
l'attuale fase di trasformazione. Parallelamente<br />
le indagini di Li Yifan analizzano diversi campioni<br />
delle classi sociali, portando in primo piano il<br />
senso di disagio e le sfaccettature spirituali proprie<br />
del periodo di transizione che attraversa.<br />
Questo spazio si è imposto fin dai primi mesi<br />
come uno dei migliori per qualità e organizzazione.<br />
Cerimonie d'effetto e progetti coerenti soddisfano<br />
un pubblico diventato ormai più esigente.<br />
Per queste due grandi istituzioni, l'Iberia Art<br />
Center e Ucca, è tempo di stuzzicanti aperture. I<br />
due gioielli della Factory 798 inaugurano infatti<br />
rispettivamente un Cafè e un ristorante all'interno<br />
degli spazi espositivi. Accogliente e riservato il<br />
Cafè, aperto presso la corte interna del centro<br />
ispanico, che propone oltre ad un ottimo espresso<br />
italiano della deliziosa cucina spagnola. Stylish<br />
e rilassante, invece, la brasserie di nuova genera-<br />
In generale, l'aria pesante da crisi economica che<br />
si respira ormai da qualche mese nel Regno Unito<br />
non sembra sfiorare il mondo dell'arte che continua<br />
piuttosto a prosperare. Nel rapporto annuale<br />
pubblicato il tre settembre la Tate (Modern e<br />
Britain) ha riportato un vero e proprio record di<br />
acquisti con l'acquisizione di 494 opere d'arte valutate<br />
oltre sessantatre milioni di sterline mentre il<br />
miliardario di cittadinanza inglese Roman<br />
Abramovich ha acquistato nell'estate da Christie's<br />
New York il primo esemplare di quella che si prevede<br />
diventerà una spettacolare collezione d'arte<br />
moderna. Si tratta, come scritto da tutti i giornali<br />
del mondo, del Trittico di Francis Bacon. Per la<br />
sommetta di ottantasei milioni di dollari.<br />
Nell'ansia generale che la crisi ha diffuso, l'arte<br />
sembra quasi farsi beffa delle preoccupazioni<br />
materialistiche, con curatori come Tom Morton<br />
che spendono cinquemila sterline su eBay per<br />
realizzare la mostra "View Basket" (alla Hayward<br />
Gallery fino al 28 settembre), un curioso assemblaggio<br />
tra il caotico ed il democratico di oggetti<br />
presumibilmente d'arte, secondo la categorizzazione<br />
che ne fa il sito d'aste più famoso al mondo.<br />
Sul fronte delle mostre, attesissime ed acclamate<br />
già prima di aprire, soprattutto per la risonanza<br />
storica presso il pubblico inglese, la celebrazio-<br />
seguendo un preciso schema. Le immagini ci<br />
ricordano quanto sia parziale e limitata la percezione<br />
che abbiamo del mondo patinato e<br />
quanto ne sia forte la fascinazione.<br />
Non solo le gallerie di Chelsea, ma anche gli spazi<br />
museali e non-profit contribuiscono ad un autunno<br />
interessante. Il Bronx Museum of the Arts<br />
sotto la rinnovata direzione di Holly Block, che<br />
giunge al museo dopo quasi un ventennio di successi<br />
ottenuti al timone di Art in General, inaugura<br />
Street Art, Street Life: From the 1950s to<br />
Now. La mostra individua l'energia e la cultura del<br />
tessuto urbano come muse ispiratrici per i lavori<br />
di molti maestri del contemporaneo e di artisti<br />
emergenti. Fotografia, video, performance sono<br />
rappresentate, tra gli altri, da lavori di Robert<br />
Frank, William Klein, Jacques de la Villeglé, Yoko<br />
Ono, Vito Acconci, Martha Rosler, Sophie Calle,<br />
Nikki S. Lee e Francis Alÿs. Le opere delle più giovani<br />
Xaviera Simmons e Fatimah Tuggar, commissionate<br />
in collaborazione con il Public Art<br />
Fund, si infiltrano nell'arteria principale del quartiere,<br />
il Grand Concourse, insieme ad un altro progetto<br />
speciale, il Blank Noise Project proveniente<br />
dall'India. I lavori di artisti come Daniel Guzmán,<br />
Kimsooja, Sze Tsung Leong, e Robin Rhode,<br />
emersi tutti negli anni Novanta, offrono alla<br />
mostra una diversa prospettiva, quella delle<br />
zione progettata dall'architetto Jean-Michel<br />
Willmotte, che offre tutti i giorni saporiti piatti di<br />
cucina cinese e occidentale, come l'anitra alla<br />
pechinese, sushi, ma anche pizza! Si chiama<br />
Super Gambei (letteralmente "Super cin-cin"), ed<br />
è una vetrina per l'ultimo design cinese che la<br />
sera si trasforma in un piacevole salotto al primo<br />
piano, DJ set al piano intermedio, cui segue salendo<br />
una romantica terrazza.<br />
Fino a fine ottobre, al Mao Live House, locale rinomato<br />
per la musica indie di Pechino, l'arte incontra<br />
il rock'n' roll. Maria INN presenterà il primo<br />
crossover di arte contemporanea e rock 'n' roll.<br />
Sorprendentemente kitsch, Mary INN è un gruppo<br />
fondato da tre artisti, che hanno scelto uno dei<br />
più comuni nomi femminili inglesi, dando un tocco<br />
di sexiness e un pizzico di freschezza sullo sfondo<br />
della cultura tradizionale cinese. In mostra dipinti,<br />
fotografie, video di giovani artisti locali (Wen Ling,<br />
Zheng Wei, Yang Tao, Liao Yu, Chen Jie, Lin<br />
Nan, Cui Jian e Pang Kuan, Gia, Xiao Rong… ).<br />
Proiezioni video e opere d'arte multimediali fanno<br />
da cornice alla performance live di una rock band<br />
costituendo un ponte tra giovani creativi e appassionati<br />
del rock'n' roll. Un dialogo originale che<br />
mira ad unire le comuni radici tra arte e rock' n'<br />
roll: l'amore verso l'umanità.<br />
Grande attesa inoltre per il prossimo Beijing's<br />
Modern Sky Festival, presso il Parco Haidian, che<br />
l'anno scorso aveva registrato cinquantamila presenze.<br />
L'evento musicale segna la ripresa della<br />
possibilità di concerti all'aperto, limitati per motivi<br />
di sicurezza intorno alle Olimpiadi. Gli spettacoli<br />
no-stop per tutto il mese si articolano tra concerti<br />
live dove figurano più di centoventi bande cinesi<br />
e non. Ancora segretezza intorno all'artista headline,<br />
ma tra quelli esaminati incontriamo Lou<br />
Reed, Blonde Redhead e Bright Eyes... <br />
[cecilia freschini]<br />
ne del centenario dalla nascita di Francis Bacon<br />
alla Tate Britain fino al 4 gennaio e la mostra sui<br />
ritratti di Wyndham Lewis alla National Portrait<br />
Gallery fino al 19 ottobre.<br />
Per chi non si interessa solo d'arte, "Design<br />
Cities", al Design Museum fino al 4 gennaio, ha<br />
l'ambizione raggiunta di coprire le maggiori icone<br />
del design contemporaneo internazionale, mentre<br />
una vera chicca si annuncia la mostra "Spin"<br />
alla Arts Gallery fino al 3 ottobre, con una raccolta<br />
unica di copertine di dischi.<br />
Fino al 14 dicembre "Fashion v Sport" alla V&A indica<br />
la crescente attenzione allo 'sportivo' non solo<br />
sulla scia delle Olimpiadi di Bejing ma soprattutto in<br />
vista delle future Olimpiadi del 2012 a Londra.<br />
Per chi poi preferisce stare all'aria aperta, nonostante<br />
la terribile stagione di piogge,<br />
"Portavilion" è un fantastico progetto in corso fino<br />
al 16 ottobre realizzato da UP Projects con la<br />
realizzazione di padiglioni d'artista nei maggiori<br />
parchi della capitale: un classico Dan Graham in<br />
Holland Park, il cinema populista portatile di<br />
Annika Eriksson in Regents Park, il grafico Toby<br />
Paterson in Potters Fields Park, e la "Wind<br />
House" (letteralmente, la casa del vento) di<br />
Monika Sosnowska in Primrose Hill. <br />
[irene amore]<br />
megalopoli sorte in paesi emergenti ad alto tasso<br />
di sviluppo, in Africa, Asia, e Latino America.<br />
L'elemento internazionale e multiculturale è<br />
anche peculiarità di Location One. La non-profit,<br />
oltre ad esser conosciuta per la prestigiosa<br />
residenza per artisti che questo autunno accoglie<br />
anche l'italiano Andrea Galvani, è anche<br />
nota per il programma espositivo in continua<br />
evoluzione. L'installazione di Jane Philbrick, ad<br />
esempio, utilizza cinquecentodue allarmi anti<br />
incendio, sirene, luci stroboscopiche e altro per<br />
interrogare su timori e insicurezze che caratterizzano<br />
il nostro quotidiano e per metter in dubbio<br />
apparati tecnologici e misure di sicurezza a<br />
cui ci affidiamo per tenere malaugurati eventi<br />
sotto controllo. Sempre in tema di non-profit,<br />
segnaliamo il trasferimento della storica White<br />
BOX di Juan Puentes da Chelsea nel Lower<br />
East Side, a conferma che man mano che i contratti<br />
di affitto scadono, le piccole organizzazioni<br />
non riescono più ad essere competitive in<br />
questo quartiere. Lo stesso vale anche per<br />
DCKT Contemporary che sempre da Chelsea si<br />
sposta in uno spazio nel Bowery e apre la stagione<br />
con nuovi lavori di Ryan Humphrey.<br />
Chi sarà il prossimo a far le valigie? <br />
[micaela giovannotti]
62.fashion <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di marzia fossati<br />
re-thinking monna lisa<br />
Pelletteria dal 1885. Tra il recupero di pezzi storici ed incursioni nel mondo dell'arte, il marchio fiorentino<br />
Gherardini punta al rinnovamento della propria immagine. Guardando a Leonardo da Vinci…<br />
Tutto è iniziato con una liveperformance<br />
organizzata in occasione<br />
dell'edizione<br />
Primavera/Estate 2009 di Pitti<br />
Immagine. È stato il brand fiorentino<br />
Gherardini, storico marchio<br />
del lusso italiano, a riunire sotto<br />
la sua egida un eterogeneo gruppo<br />
di artisti, chiamato a ri-tematizzare<br />
una delle opere più indagate<br />
della storia dell'arte: la<br />
Gioconda di Leonardo da Vinci.<br />
Su una serie di maxi-pannelli<br />
hanno trovato spazio varie interpretazioni<br />
della Monna Lisa, da<br />
quella graffittara di Torrick<br />
Ablack a quella fluo di Andy dei<br />
Bluvertigo, tutte suscettibili di<br />
ulteriori interventi creativi da<br />
parte del pubblico, all'interno di<br />
una vera e propria "exhibition in<br />
progress". Un set artistico d'elezione<br />
concepito per introdurre<br />
con garbo anche un discorso di<br />
prodotto: ed ecco che, fra le<br />
opere, fanno capolino esemplari<br />
vintage della "Bellona", bauletto<br />
emblema della casa nato nel '67,<br />
oggi inconsueta tela su cui far<br />
proseguire l'iniziativa Re-thinking<br />
Monna Lisa. In seguito alla<br />
mostra, i supporti decorati sono<br />
stati scansiti per creare nuove<br />
texture con cui realizzare una<br />
limited edition della storica borsa:<br />
i pezzi numerati sono ora in distribuzione<br />
nelle boutique monomarca<br />
del brand per finanziare un<br />
intervento di restauro nella città<br />
di Firenze, ancora in via in definizione.<br />
Con la stessa finalità, due<br />
pezzi unici - uno dipinto dall'artista<br />
Giacomo Piussi, l'altro elaborato<br />
digitalmente e stampato su canvas<br />
- saranno venduti all'asta su<br />
eBay. In seguito alla performance,<br />
<strong>Exibart</strong> ha incontrato Lorenzo<br />
Braccialini, direttore marketing e<br />
comunicazione di Gherardini.<br />
Recentemente il marchio<br />
Gherardini è stato acquisito da<br />
Braccialini. Quale politica di<br />
brand identity intendete assumere<br />
alle prese con due label di<br />
pelletteria?<br />
Braccialini e Gherardini manterranno<br />
le loro specificità. Giocosa<br />
e onirica, con una forte tendenza<br />
al rinnovamento la prima; classica,<br />
"logata" e ben salda alla tradizione<br />
la seconda. Due diverse<br />
www.gherardini.it<br />
j'adore.<br />
link.<br />
T-SPOKE<br />
"Uscivo con un creatore di magliette. Quando<br />
ci siamo lasciati ho scritto duecentotrentasette<br />
pagine per dirgli addio. Lui ha fatto lo stesso<br />
con una t-shirt. La t-shirt era meglio". Si chiama<br />
I Love Boxie il marchio di t-shirt che letteralmente<br />
racconta la vita di persone reali, posti in<br />
cui sono state, esperienze vissute. Ogni<br />
maglietta realizzata entra a far parte della collezione<br />
Half a conversation, ma se proprio non<br />
doveste riconoscervi in nessuna, potete sempre<br />
contattare il servizio di customer care e<br />
raccontare la vostra, di storia. Essa verrà<br />
immediatamente convertita in una frase da<br />
stampare su una t-shirt.<br />
www.iloveboxie.com<br />
www.myspace.com/iloveboxie<br />
politiche di prodotto, d'immagine<br />
e di distribuzione.<br />
Qual è il rapporto del marchio<br />
Gherardini con la città d'origine<br />
e con i fiorentini?<br />
Un rapporto antico di amore ed<br />
orgoglio reciproco, purtroppo<br />
forse un po' trascurato negli ultimi<br />
anni, ma la volontà e l'interesse<br />
di rafforzare il legame con la<br />
città non mancano, sia in termini<br />
di tradizione e di contaminazione<br />
creativa, che in chiave di<br />
distretto produttivo: il più qualificato<br />
ed importante d'Italia per la<br />
pelletteria di alta gamma.<br />
E proprio Firenze è stata scelta<br />
per presentare l'iniziativa Re-<br />
Thinking Monna Lisa…<br />
Sì. Abbiamo pensato ad un evento<br />
speciale tra arte e moda, un<br />
trionfo di eccellenza e tradizione,<br />
un connubio tra il dipinto più<br />
famoso del mondo ed il più antico<br />
brand di pelletteria del Made-in-<br />
Italy, accomunati, oltre che dalla<br />
curiosa omonimia tra la donna<br />
ritratta nell'opera - al secolo<br />
Monna Lisa Gherardini - e dal<br />
marchio stesso, dal medesimo<br />
ingegno toscano.<br />
Quali artisti erano coinvolti<br />
nell'happening?<br />
Torrick Ablack, Aldo Cibic<br />
Workshop, Andy dei Blu Vertigo,<br />
Alessandro Gaggio, Nuala<br />
Goodman, Marco Klee Fallani,<br />
Virginia Lopez, Florencia<br />
Martinez, Fulvia Mendini e<br />
Michele Vannucchi. Alle loro<br />
"giocondizzazioni" si è inoltre<br />
JELLY ARCHITECTURE<br />
Li abbiamo visti al London Festival of<br />
Architecture. Loro sono Bompas & Parr.<br />
Creano finissime gelatine inglesi, disegnano<br />
stampi per gelatine su commissione e curano<br />
spettacolari eventi culinari. Operano tra cibo ed<br />
architettura: esplorano le modalità con le quali<br />
il gusto può variare grazie a sinestesie di fattori,<br />
sotto l'influsso di differenti performance e<br />
location. Il focus della loro ricerca è attualmente<br />
la gelatina. Grazie alla sua forma plastica è<br />
possibile plasmarla secondo molteplici esigenze:<br />
ora è un dolce sulla tavola di una colazione<br />
vittoriana, ora il plastico di un monumento storico<br />
o di un aeroporto, tutti da gustare all'interno<br />
di performance decisamente en vogue.<br />
www.jellymongers.co.uk<br />
aggiunta una composizione<br />
patchwork di pelli, sempre ispirata<br />
al celebre dipinto, realizzata<br />
dalla stilista Carla Braccialini.<br />
Da chi sono stati selezionati gli<br />
artisti?<br />
Dai responsabili stile e marke-<br />
SCHOOL OF DESIGN<br />
Anche il reality può avere il suo versante<br />
non-trash. A contrastare l'effetto<br />
spazzatura di Grande Fratello e produzioni<br />
simili ci pensa Philippe Starck in<br />
persona. Per alcuni mesi il designer<br />
accoglierà nel suo studio parigino un<br />
team di dieci giovani designer emergenti,<br />
sottoponendoli a numerosi incarichi<br />
per arrivare alla creazione del<br />
nuovo oggetto "must-have". Il risultato?<br />
Una panoramica per conoscere le<br />
avanguardie del design del XXI secolo.<br />
School of Design sarà trasmesso nel<br />
2009 sulla BBC.<br />
www.bbc.co.uk/schoolofdesign/<br />
ting della casa, con il supporto<br />
del nostro ufficio stampa Guitar.<br />
"Progetto Archivio": un ritorno<br />
al passato?<br />
Con questo progetto ci proponiamo<br />
di recuperare alcuni dei<br />
nostri pezzi storici, per rivisitarli<br />
in chiave attuale. Anche in questo<br />
caso, come per l'iniziativa<br />
Re-thinking Monna Lisa, abbiamo<br />
deciso di partire dalla<br />
"Bellona", soprannominata così<br />
proprio dagli artigiani che la<br />
confezionavano.<br />
E se la "bella figliola" di casa<br />
Gherardini fosse un'attrice di<br />
ieri?<br />
Silvana Mangano.<br />
Un'attrice di oggi?<br />
Monica Bellucci, modello di<br />
sensualità italiana esportata in<br />
tutto il mondo.<br />
Oltre alle chicche d'archivio, ci<br />
saranno delle novità…<br />
Certo. Tra i prodotti realizzati in<br />
pelle, quelli in morbidissimo<br />
vitello stampa saffiano caratterizzati<br />
da un look vintage-contemporaneo<br />
e quelli in nappa<br />
trapuntata effetto logo. Ancora<br />
la splendida linea in bufalo.<br />
Allargando poi il discorso anche<br />
ad altri materiali, il nuovo tessuto<br />
spalmato ad effetto lucido,<br />
con stampa logo a rilievo, utilizzato<br />
per una pratica serie di<br />
borse e sacche morbide.<br />
Nell'ambito della gamma colori<br />
la scelta dell'arancio, colore di<br />
base dell'identità di marca<br />
Gherardini, anche in versione<br />
fluorescente, con un'ottima<br />
risposta del mercato, soprattutto<br />
da parte dei negozi più cool.<br />
Pelletteria dal 1885. Quali<br />
sono i dettagli che contraddistinguono<br />
una "signora"<br />
borsa?<br />
La qualità dei materiali usati,<br />
delle chiusure e delle fibbie, gli<br />
accessori in metallo personalizzati<br />
e le rifiniture della lavorazione.
64.handbag <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di valentina tanni<br />
PUPPY DIVENTA VASO<br />
"Il vaso è un simbolo d'amore, calore e<br />
felicità". Così Jeff Koons ha commentato<br />
il lancio di una tiratura limitata di vasi in<br />
porcellana bianca ispirati al suo famoso<br />
cagnolino (Puppy Vase). L'iniziativa è firmata,<br />
manco a dirlo, da Gagosian, e prevede<br />
la messa sul mercato di tremila<br />
esemplari<br />
del suppellettile,venduti<br />
ognuno<br />
a settemilacinquecento<br />
dollari<br />
(www.gagosian.com)...<br />
GREEN HOUSE<br />
Se la raccolta differenziata è la vostra<br />
specialità e vi sentite "verdi" in ogni<br />
momento della<br />
giornata, il cestino<br />
fatto apposta<br />
per voi si chiama<br />
Green House. Il<br />
contenitore a<br />
forma di casa,<br />
disponibile in<br />
diverse misure,<br />
apre le ali del<br />
suo tetto ogni<br />
volta che il pedale/portico<br />
viene<br />
premuto. Al<br />
momento si tratta solo di un prototipo,<br />
ma la messa in produzione è vicina<br />
(www.jba-design.se)...<br />
BOSONE SNOB<br />
Per ora il Bosone di Higgs è solo una particella<br />
elementare ipotetica, l'unica a non<br />
essere stata ancora osservata. In attesa<br />
che si conceda alla vista degli scienziati,<br />
una versione plush toy della particella più<br />
discussa del momento (è protagonista<br />
dei temuti esperimenti in corso al CERN<br />
di Ginevra) è disponibile<br />
su www.particlezoo.net...<br />
BIRRE D'ARTISTA<br />
Sono già vent'anni che Beck's UK porta<br />
avanti il suo programma di "bottiglie d'artista",<br />
lasciando che creativi di ogni generazione<br />
si cimentino nella realizzazione<br />
delle etichette della birra (hanno partecipato<br />
al progetto nomi come Tracey Emin,<br />
Gilbert&George e Douglas Gordon). Gli<br />
artisti scelti quest'anno, le cui bottiglie<br />
sono già in circolazione, sono Tom Price,<br />
Charlotte Bracegirdle, Riitta Ikonen e<br />
Simon Cunnigham (in mostra su:<br />
www.becks.co.uk)...<br />
Prima fila: Smoke Glass, di Joe Colombo (1964) - The Deadly Sins, il cofanetto di "bicchieri capitali" -<br />
L'Ira in versione bicchiere.<br />
Seconda fila: La serie Inside Out, di BY:AMT - Il bicchiere da Martini "rovesciato" - Il calice da Martini firmato<br />
Benjamin Hubert.<br />
Terza fila: The Party Shot Glass - This is [not], i bicchieri magrittiani<br />
Bicchieri<br />
e riflessi<br />
Il capostipite ideale del bicchiere da party, elegante, divertente e funzionale, lo ha disegnato<br />
Joe Colombo nel 1964. Smoke Glass, prodotto dalla Arnolfo di Cambio di Colle Val<br />
d'Elsa, permetteva di tenere con una sola mano drink e sigaretta, grazie a un perfetto studio<br />
di pesi ed equilibri. Da allora il design non ha mai abbandonato il campo, scatenando<br />
l'immaginazione sull'oggetto-simbolo della socialità e del buon gusto.<br />
Tra tutti i generi, la palma del più amato va al bicchiere da Martini, presente sul mercato<br />
in infinite versioni, ma sempre riconoscibile, nella sua tipica forma a cono rovesciato.<br />
L'aperitivo più famoso del mondo è stato di recente reinterpretato da Benjamin Hubert<br />
(www.benjaminhubert.co.uk) in occasione della Bombay Sapphire Competition (www.bombaysapphireprize.com),<br />
premio per le migliori creazioni in vetro indetto dalla nota casa di<br />
gin. Il calice è diventato, nelle mani del giovane designer inglese (classe 1984) un'elegante<br />
scultura con uno stelo a forma di radice. Alissia Melka-Teichroew, invece, fondatrice di<br />
BY:AMT (www.byamt.com), ha incluso il calice da Martini nella sua collezione Inside-Out,<br />
composta di bicchieri dalle forme audacemente "rovesciate".<br />
Meno elegante forse, ma di sicuro effetto, The Party Shot Glass, bicchiere multiplo pensato<br />
per facilitare la socializzazione attraverso la "bevuta" simultanea, disegnato da una giovane<br />
islandese in occasione del contest targato Design Boom (www.designboom.com).<br />
Di ispirazione magrittiana la serie firmata da Jeremy Brown (www.jeremybrowndesign.com).<br />
This is [not] (2007), che comprende calici dallo stelo innaturalmente posto di fianco, bicchieri-bastone<br />
da passeggio e tazze dall'impugnatura impossibile. Mefistofelica, infine, la proposta<br />
di Kacper Hamilton (www.kacperhamilton.com), talentuoso designer residente a Londra, che<br />
immagina un bicchiere per ogni peccato capitale: pericolosamente tagliente per l'ira, panciuto<br />
per la gola, altissimo per la superbia, tentacolare per l'avarizia, pendente per lussuria, forato<br />
per l'invidia e con rubinetto per l'accidia. I sette Deadly Sins arrivano a casa racchiusi in uno<br />
scrigno di mogano e velluto...<br />
Follia da ricchi? Mania di superlusso?<br />
Comunque vogliate chiamarla, la proposta di<br />
DIG (Diamonds in glasses) è sicuramente bizzarra.<br />
L'azienda austriaca, infatti, fondata da una signora<br />
dal nome in questo caso poco opportuno, Natascha<br />
Marx, si occupa di incastonare veri diamanti nei bicchieri,<br />
nel punto esatto che unisce lo stelo alla coppa.<br />
Per informazioni: www.diamondsinglass.com.<br />
TELEVISORI IN<br />
STANDBY<br />
Il televisore, si sa, è uno dei principali ricettacoli<br />
di polvere in casa. Se non siete tipi<br />
da tenerlo acceso tutto il giorno, un accessorio<br />
divertente e utile è la Television<br />
Cozy/Cover, copri-monitor in morbido feltro<br />
firmato Sally England Design. Il vivacissimo<br />
pattern è quello del colour test,<br />
una visione sempre più rara nella tv attuale,<br />
che trasmette 24 ore su 24. In vendita<br />
su www.etsy.com...<br />
WIM SUPERSTAR<br />
Il belga Wim Delvoye si contende il titolo di<br />
enfant terrible dell'arte contemporanea<br />
con personaggi come Hirst e Cattelan.<br />
Per tutti i suoi ammiratori, è disponibile<br />
una action-figure,<br />
bambola<br />
confezionata in<br />
stile Barbie.<br />
Nella confezione,<br />
insieme al<br />
ritratto dell'artista,<br />
trovate<br />
anche la versioneminiaturizzata<br />
di una<br />
delle sue opere più discusse: la "Cloaca",<br />
macchinario per produrre escrementi. In<br />
vendita sul sito della Galleria Perrotin…<br />
(www.galerieperrotin.com)...<br />
TEDDY<br />
KARL<br />
Dopo un'apparizione<br />
in veste di<br />
dj nel videogame<br />
Grand Theft<br />
Auto, l'inossidabile<br />
Karl<br />
Lagerfeld atterra<br />
nel mondo<br />
dei giocattoli tradizionali. Un orsacchiotto<br />
realizzato a sua immagine e somiglianza,<br />
con tanto di giacca di pelle, cintura<br />
gioiello e occhiali da sole, è in vendita sul<br />
sito di Neiman Marcus (www.neimanmarcus.com)<br />
per la poco modica cifra di<br />
mille euro. A fabbricare il prezioso peluche<br />
è stata chiamata la tedesca Steiff<br />
(www.steiff.de)...<br />
DADA TOILET<br />
Dallo studio di design più ironico che c'è,<br />
il francese Atypyk (www.atypyk.com),<br />
arriva un accessorio imperdibile per ogni<br />
art-addict che si rispetti. Si tratta di Dada<br />
Toilet, un adesivo che trasforma qualsiasi<br />
wc in una "Fontana" di duchampiana<br />
memoria. Come insegnava il maestro,<br />
basta aggiungere<br />
una firma e il<br />
gioco è<br />
fatto...
66.tornaconti <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di alfredo sigolo<br />
perdersi l'arte sotto il naso<br />
Le logiche del sistema globale spingono gli operatori di mercato ad abdicare al ruolo di rappresentanza del territorio nel<br />
quale operano a favore di una maggiore competitività internazionale. Deriva pericolosa… con qualche voce contro…<br />
Tempo di kick off per la nuova<br />
stagione dell'arte mondiale: le<br />
prime aste sono già alle spalle<br />
con risultati complessivi non proprio<br />
esaltanti. Parlare di crisi è<br />
eccessivo, ma prendere atto del<br />
rallentamento no. Una sana frenata<br />
sui prezzi, che in fondo all'arte<br />
fa anche bene. Le fiere pure<br />
sono partite, a Shangai e<br />
Singapore. Ed è solo l'antipasto: a<br />
ottobre toccherà, tra le altre, a<br />
Berlino, Londra, Parigi e Verona.<br />
Ma già a settembre molte capitali<br />
dell'arte hanno celebrato gli opening<br />
collettivi. Da New York a Los<br />
Angeles fino a Milano e Roma.<br />
La sensazione è che l'arte globale<br />
ci abbia preso un po' la mano: l'arte<br />
è tanta, ovunque, sempre. In<br />
apparenza uno stato di benessere,<br />
quello dell'arte, che conforta.<br />
Eppure, per quanto inattese, nei<br />
mesi scorsi si sono levate due<br />
voci autorevoli che hanno insinuato<br />
qualche dubbio su questo<br />
modello di crescita inarrestabile<br />
ed esponenziale dell'arte mondiale.<br />
Per prima è stata Henriette<br />
Huldisch che, nel testo di presentazione<br />
all'ultima edizione della<br />
Biennale del Whitney, scomodando<br />
Beckett ha invocato un'arte<br />
smaller, slower, and less. Poco<br />
dopo, sulla stessa lunghezza d'onda,<br />
ecco schierarsi Adam Budak,<br />
che nel suo progetto per<br />
Manifesta 7, Principle Hope, ha<br />
sposato la causa del regionalismo,<br />
esaltando l'etnologia dello<br />
spazio minore, locale e marginale.<br />
Si dirà che la Huldish e Budak parlavano<br />
di arte e non di mercato<br />
dell'arte. E che le due cose non<br />
possono essere confuse. Allo<br />
stesso modo però sarebbe un<br />
errore grave per il mercato non<br />
tener nel debito conto delle riflessioni<br />
che provengono da ciò che<br />
rappresentano. Se almeno<br />
vogliono rappresentarlo coerentemente.<br />
Il formidabile impulso dato nell'ultimo<br />
decennio alle fiere d'arte e<br />
biennali internazionali ha certamente<br />
contribuito ad edificare un<br />
palcoscenico straordinario per gli<br />
artisti di ogni angolo del globo,<br />
accelerando anche i processi di<br />
cambiamento e alternanza,<br />
affrancando dall'isolamento culturale<br />
molti paesi emergenti. Ma ha<br />
anche forse indotto ad un appiattimento<br />
del gusto, ha ostacolato<br />
le istanze della ricerca a vantaggio<br />
del riverberarsi di modelli este-<br />
incanti.<br />
TATE DA RECORD<br />
E poi parlano di crisi dei musei. La Tate di<br />
Londra ha annunciato di aver acquisito in<br />
un anno opere per un valore complessivo<br />
di 63,1 milioni di sterline (centododici<br />
milioni di dollari). 494 pezzi in tutto, ben<br />
trecentoventi delle quali provenienti da<br />
eredità e donazioni di collezionisti ed artisti.<br />
Hirst, Bourgeois, Bacon, Freud e<br />
Balthus, ce n'è per tutti i gusti. Tra i<br />
benefattori pare ci siano anche i parvenus<br />
russi. Con gioielli come questi, il<br />
direttore Nicholas Serota ha una freccia<br />
in più al proprio arco per ottenere il<br />
denaro necessario per aprire una nuova<br />
ala del museo, in tempo per le Olimpiadi<br />
del 2012.<br />
tici consolidati, ha esaltato<br />
spesso spinte retroattive<br />
e revisioniste, si è<br />
accontentato troppe<br />
volte di uno spoglio documentarismo.<br />
E, non da<br />
ultimo, ha sostituito alla<br />
figura dell'artista come<br />
intellettuale l'artista<br />
come star mediatica.<br />
Il Golden Age dell'arte<br />
contemporanea ha favorito<br />
profonde trasformazioni<br />
nel sistema dell'arte,<br />
ivi compreso l'istituto<br />
della galleria privata,<br />
luogo deputato a scoprire<br />
e a costruire il mercato<br />
dei nuovi talenti. Le gallerie<br />
si sono moltiplicate a<br />
ritmo vertiginoso, nascono<br />
e muoiono a ritmo vertiginoso.<br />
Chi sopravvive<br />
o si<br />
struttura in<br />
“<br />
Uno spazio per l'arte privo<br />
d'identità non serve all'arte, uno<br />
spazio dell'arte che documenti le<br />
istanze più interessanti del<br />
territorio che gli sta intorno sì<br />
succursali<br />
straniere<br />
per interveniretempestivamente<br />
sulle figure<br />
più appetibili<br />
dei mercati<br />
caldi o<br />
si candida a partecipare a quante<br />
più fiere possibile. Così le mostre<br />
si diradano, si fanno frettolose, i<br />
progetti curatoriali seri si rarefanno,<br />
le scuderie si infarciscono di<br />
esponenti delle mode in voga: ieri<br />
la Cina, oggi l'India, domani il<br />
Medio Oriente, dopodomani la<br />
Russia. Giusto per seguire l'odore<br />
dei soldi. Installazione e video per i<br />
musei, pittura e fotografia per i<br />
collezionisti, la scelta degli artisti<br />
LA SPESA DI SAATCHI<br />
Come ogni stagione Charles Saatchi il 12 giugno<br />
scorso è uscito di casa per andare a far spesa al<br />
Group Show di fine corso della Royal Academy. Il<br />
resoconto recita: settemilanovecento sterline<br />
per cinque cut out cartoon di Angus Sanders-<br />
Dunnachie (ventotto anni), sette paesaggi di Jill<br />
Mason (trentatre) pagati seicento sterline l'uno<br />
e tredici dipinti della ventiseienne Carla Busuttil.<br />
La stampa inglese, ovviamente, non ha perso<br />
l'occasione per celebrare gli eredi della YBA ma<br />
stavolta, per bocca dell'Indipendent, ha anche<br />
rimarcato come dietro queste operazioni si sia<br />
creato un falso mito. Si ingrossano infatti le fila<br />
di coloro che, dopo una breve esposizione sotto<br />
i riflettori, sono tornati nell'anonimato o non<br />
sono riusciti a confermare le aspettative.<br />
si fa sempre più strategica e corrisponde<br />
sempre meno allo scenario<br />
locale e nazionale nel quale<br />
la galleria opera.<br />
Sarà un caso ma negli ultimi anni<br />
sono fioriti un po' ovunque gli spazi<br />
no-profit (più all'estero che in Italia<br />
purtroppo) che hanno preso in<br />
carico l'onere di offrire spazi di<br />
azione e di confronto per gli artisti<br />
FOTOGRAFIA STORICA AL LACMA<br />
Il Los Angeles County Museum of Art<br />
ha in un colpo solo implementato la<br />
sua collezione fotografica con tremilacinquecento<br />
importanti lavori storici.<br />
Grazie al supporto finanziario della<br />
Annenberg Foundation e alle donazioni<br />
dell'erede Carol Vernon si è infatti<br />
garantita l'intera collezione di Marjorie<br />
e Leonard Vernon, pionieri del collezionismo<br />
losangeleno, che hanno raccolto<br />
opere di circa settecento artisti del<br />
XIX e XX secolo, tra i quali Fox Talbot,<br />
Edward Steichen, Edward Weston,<br />
Anselm Adams. La nuova collezione<br />
sarà presentata in ottobre, con una<br />
mostra dedicata.<br />
a sinistra: Marco Campanini -<br />
Collezione di sabbia - CDS1, 2007 -<br />
lambda print on Kodak Endura paper<br />
under plexiglas, cm. 103x165 (courtesì<br />
Fotografia Italiana - Mi)<br />
in bassso a sinistra: Michele<br />
Lombardelli - Untitled, 2008 - serigrafia<br />
digitale su carta Arches, cm.<br />
76x56 (courtesy Bonelli<br />
Contemporary-Los Angeles)<br />
in basso a destra: Luca<br />
Francesconi - Mantello magico-<br />
Idolo campagnolo, 2008 - acrilico su<br />
carta, cm. 150x100<br />
del territorio di riferimento.<br />
L'appello della Biennale del<br />
Whitney e di Manifesta potrebbe<br />
essere dunque colto anche dal<br />
mercato e inteso come un appello:<br />
uno spazio per l'arte privo d'identità<br />
non serve all'arte, uno spazio<br />
dell'arte che documenti le<br />
istanze più interessanti del territorio<br />
che gli sta intorno sì. Scegliere<br />
gli artisti nazionali non dovrebbe<br />
essere solo un'esigenza per<br />
ottemperare agli oneri di rappresentanza<br />
delle commissioni selezionatrici<br />
delle fiere internazionali<br />
ma una precisa mission culturale.<br />
Ma c'è di più. Uno spazio dell'arte<br />
privo d'identità non serve neppure<br />
al mercato. Oggi numerose<br />
sono le gallerie di ricerca internazionale<br />
che sopravvivono solo<br />
grazie alle fiere. Di molte, c'è chi<br />
sostiene che i due terzi del fatturato<br />
dipenda da questa attività.<br />
Ma conta più vendere tre opere<br />
in fiera o un'opera in sede? È più<br />
lungimirante intercettare tre collezionisti<br />
in transito negli stand o<br />
cercare di costruirsi un ristretto<br />
bacino fidelizzato che possa contribuire<br />
alla crescita della galleria<br />
stessa?
68.decibel <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di alessandro massobrio<br />
beijing wave<br />
Lo sforzo olimpico è stato solo la punta di un gigantesco iceberg mediatico volto a rinnovare l'immagine della<br />
Cina. Da diversi anni la scena musicale di Beijing costituisce un fenomeno autenticamente rock, secondo<br />
alcuni paragonabile a quello sviluppatosi a New York negli '80 o a Berlino dopo la caduta del muro. Ma c'è<br />
chi la vede diversamente...<br />
Da tempo ormai le notti di<br />
Beijing risuonano di musica<br />
nuova. Gli spazi in cui è possibile<br />
assistere a un concerto sono senz'altro<br />
pochi se paragonati alle<br />
dimensioni mastodontiche della<br />
metropoli, ma in quei pochi metri<br />
quadrati si raccoglie un'energia<br />
tale da porre la Cina, secondo<br />
alcuni osservatori, al centro di un<br />
fenomeno di emancipazione politica<br />
e sociale giovanile come non si<br />
vedono ormai da decenni in<br />
Occidente.<br />
Esattamente com'era all'UFO<br />
Club nella Londra degli anni<br />
Sessanta o al Café Bizarre nel<br />
Greenwich Village, i club di Beijing<br />
raccolgono un audience composto<br />
perlopiù da musicisti, scrittori,<br />
artisti e performers locali, studenti,<br />
stranieri e qualche curioso. Le<br />
band suonano su assi di legno,<br />
tra poche luci e vicino al pubblico,<br />
al quale propongono chitarre stridenti<br />
e oggetti di ogni tipo, sonorità<br />
punk-noise, strumenti tradizionali<br />
in distorsione, musica elettronica,<br />
jazz. Non molti anni fa un tale<br />
movimento sarebbe stato indicato<br />
come trasgressivo e perseguitato,<br />
anche se - va ricordato - l'unica<br />
vera conseguenza dell'accorato<br />
urlo di Björk, che durante il concerto<br />
a Beijing echeggia "Tibet!", è<br />
stata la chiusura immediata del 2<br />
Kolegas, uno dei locali più attivi e<br />
influenti sulla scena pechinese.<br />
Ad ogni modo oggi Beijing appare<br />
una città in fermento. Lo scorso<br />
marzo, alla cerimonia per la chiusura<br />
dei lavori olimpici organizzata<br />
da Mercedes-AMG, il compositore<br />
cinese Chen Qigang fu invitato<br />
a ritirare il premio in qualità di<br />
supervisore delle musiche ufficiali<br />
dei giochi. In quell'occasione Chan<br />
ricordò al critico musicale Alex<br />
Ross, che era presente, come<br />
poco più di un ventennio prima la<br />
musica classica<br />
fosse un sapere<br />
proibito, della fuga<br />
a Parigi per studia-<br />
re musica, e di<br />
come in quel giorno<br />
si sentisse frastornato<br />
nel ricevere il<br />
premio per un incarico<br />
così prestigioso.<br />
A rendere ancora<br />
più radicale la trasformazione il<br />
fatto che quella bizzarra mescolanza<br />
di slogan nazionalisti, ecces-<br />
inascolto.<br />
KVITNU FEST<br />
Il Kvitnu Fest è nato lo scorso anno con<br />
l'intento di creare eventi di musica<br />
elettronica in Ucraina. Dopo la prima<br />
edizione di Kyiv, dedicata alla musica<br />
sperimentale ucraina, quest'anno il<br />
festival si sposta a Lviv e presenta un<br />
format internazionale che comprende<br />
ospiti come Mika Vainio, Philippe Petit,<br />
Laetizia, Staalplat Soundsystem e molti<br />
altri.<br />
24 - 25 - 26 ottobre 2008<br />
Lviv, Ucraina<br />
www.kvitnu.com/fest/<br />
si materiali e avanguardia tecnologica<br />
che caratterizza lo stile cerimoniale<br />
cinese si svolgesse negli<br />
edifici della 798 Art Zone, il complesso<br />
di vecchie fabbriche militari<br />
situate a nordest di Beijing, oggi<br />
riconvertite in spazi espositivi e<br />
simbolo della trasformazione culturale<br />
in atto.<br />
Per Michael Pettis, ex professore<br />
alla Columbia University e oggi<br />
visiting professor di economia a<br />
Beijing, non c'è nessun dubbio: "La<br />
nuova scena musicale cinese è<br />
oggi una delle più eccitanti al<br />
mondo". Michael è proprietario<br />
del D22 Club, un locale di successo<br />
situato nella parte nordoccidentale<br />
della città, proprio in<br />
mezzo alle due maggiori università<br />
della Cina, l'Università di<br />
Pechino e Tsinghua. "Negli ultimi<br />
tre anni le più importanti band<br />
indie rock, punk e jazz di Beijing<br />
sono state al D22. Carsick Cars,<br />
Snapline, Ourself Besides Me,<br />
Hedgehog, Demerit, Mold, Guai Li,<br />
“<br />
la nuova scena musicale<br />
cinese è oggi una delle più<br />
eccitanti al mondo<br />
Red Hand and Gars... tutti considerano<br />
il D22 la loro casa". E in<br />
effetti i beijingers sembrano<br />
amare molto questo club, che<br />
vedono come un modello di emancipazione<br />
culturale nuovo, ricco di<br />
influenze, miti, mode e stili di vita<br />
dell'Ovest (in precedenza<br />
Michael ha posseduto un<br />
locale a New York). A par-<br />
tire dagli ultimi dieci anni i<br />
giovani artisti cinesi<br />
hanno avuto accesso,<br />
grazie a Internet, al repertorio<br />
musicale degli anni<br />
Sessanta della musica<br />
americana e straniera.<br />
Questo fatto, secondo<br />
Michael, "ha avuto un effetto elettrificante.<br />
I musicisti cinesi hanno<br />
perciò sviluppato un approccio<br />
EXIT PARTY SINTOMATICO<br />
Alva Noto, Scanner, Deathprod, William<br />
Basinski, Biosphere, Olivia Block, Alter Ego e<br />
l'Arditti Quartet - un incrocio tra musicisti di area<br />
elettronica e ensemble cameristici di musica<br />
colta fuori dal comune - sono protagonisti di questa<br />
serata battezzata dall'artista Luca<br />
Francesconi Party sintomatico. Riecheggiando<br />
ironicamente una frase del drammaturgo tedesco<br />
Heiner Müller ("Come intellettuale e come<br />
artista mi metto a disposizione come sintomo"),<br />
l'idea è di accendere i riflettori su un "sintomo"<br />
dei nostri giorni che vede convergere realtà<br />
musicali differenti sotto il segno del confronto,<br />
del dialogo, della curiosità e della ricerca.<br />
18 ottobre, Teatro alle Tese - Arsenale, Venezia.<br />
www.labiennale.org<br />
qui a sinistra:<br />
Sugar Jar -<br />
photo by Cedric<br />
Sam<br />
sotto: D22 -<br />
photo by<br />
Isoeadon<br />
(4drainsun.blogc<br />
n.com)<br />
eclettico alla musica moderna.<br />
Shouwang, ad esempio, è influenzato<br />
allo stesso modo dai Velvet<br />
Underground, Suicide, John<br />
Adams, Glenn Branca, dalla musica<br />
della Dinastia Qing, da Steve<br />
Reich e dai Sonic Youth".<br />
Certo, la musica e l'arte non procedono<br />
per invenzioni come la<br />
scienza, ma per intensità. "Una<br />
delle cose che mi infastidisce<br />
maggiormente" continua Michael<br />
"è quando il pubblico straniero, e<br />
questo è vero soprattutto per<br />
quello europeo temo, viene in Cina<br />
e si aspetta che i musicisti cinesi<br />
suonino come le loro immagini<br />
stereotipate della musica cinese.<br />
UNA GENERAZIONE AVANTI<br />
È questo il titolo scelto dalla<br />
Fondazione Romaeuropa per l'edizione<br />
2008 dell'omonimo festival, che quest'anno<br />
festeggia i suoi venticinque<br />
anni con una nuova sede: l'Opificio<br />
all'Ostiense. Saranno presenti, oltre<br />
all'Italia, anche la Germania, il<br />
Giappone, l'India, la Francia e la Gran<br />
Bretagna, gli Stati Uniti, l'Argentina, il<br />
Belgio e la Repubblica Ceca, Israele e<br />
la Croazia. Tra i numerosissimi artisti<br />
invitati Granular Synthesis, il duo<br />
audio-visual Atlas/Fennesz, Ryoji<br />
Ikeda, Gina Czarnecki, Langheinrich,<br />
Plaid.<br />
www.romaeuropa.net<br />
Una volta un reporter televisivo<br />
svedese lamentava che il rock<br />
cinese suonasse troppo uguale a<br />
quello occidentale e allora io ho<br />
dovuto ricordargli che il rock è<br />
nato negli Stati Uniti, eppure nessuno<br />
si è mai lamentato del fatto<br />
che le band svedesi suonassero il<br />
rock". Comunque sia, nel rock, i<br />
miti funzionano sempre, e il già<br />
citato Zhang Shouwang, chitarra<br />
e voce dei Carsick Cars e musicista<br />
di punta del D22, ama narrare<br />
ai giornalisti l'aneddoto secondo<br />
il quale passeggiando in un<br />
parco della città, grazie alla<br />
maglietta con su la banana di<br />
Warhol che stava indossando,<br />
conobbe il suo futuro manager e<br />
amico Michael Pettis.<br />
Ma ora lasciamo il chiassoso<br />
D22. A nordest, dalla parte opposta<br />
della città si trova il 2 Kolegas,<br />
un locale famoso per i concerti<br />
blues, noise e punk che ogni sera<br />
attirano un nutrito pubblico, ma<br />
anche per l'appuntamento del<br />
mercoledì, dedicato alla sperimentazione,<br />
alla computer music<br />
e ai suoni più inusuali. La serata è<br />
affidata alla supervisione del critico<br />
e musicista sperimentale Yan<br />
Jun, attivo sulla scena come performer,<br />
produttore e organizzatore<br />
d'interessanti eventi collaterali<br />
come il Mini Midi Festival, che dal<br />
2005 affianca con sonorità di<br />
confine il più noto e maestoso<br />
Midi Festival di Pechino. La Cina<br />
descritta da Yan appare un po'<br />
diversa. "Ci saranno più o meno<br />
quaranta musicisti", spiega, "sulla<br />
scena sperimentale, elettroacustica,<br />
impro e noise di tutta la<br />
Cina, perciò ci conosciamo tutti<br />
molto bene. Internet è il miglior<br />
modo per comunicare e gli unici<br />
eventi sono solo a Beijing e<br />
Shangai. L'unico distributore di<br />
CD del genere sul territorio nazionale<br />
è Sugar Jar, dunque tutta la<br />
scena sperimentale cinese è davvero<br />
amatoriale, e le connessioni<br />
tra artisti avvengono perlopiù a<br />
livello personale". Yan Jun lamenta<br />
la totale mancanza di sostegno<br />
da parte del governo e il chiaro<br />
disinteresse dell'ambiente dell'arte<br />
contemporanea. "Non hanno<br />
bisogno della musica. Se ti rivolgi<br />
a loro ti dicono... ok portami un<br />
cane ululante per l'apertura della<br />
nostra galleria, ti pagherò dieci<br />
dollari per il pasto, la strumentazione<br />
e tutto il resto". Yan sostiene<br />
che l'autentico underground<br />
della musica elettronica cinese<br />
sia morto nel momento stesso in<br />
cui il governo inaugurò quella che<br />
lui ama definire "simulation of<br />
freedom age". Tuttavia, conclude,<br />
"esiste oggi sicuramente una<br />
nuova musica cinese, forse non<br />
così ribelle, non così radicale e<br />
neppure così rivoluzionaria dal<br />
punto di vista linguistico ed estetico,<br />
ma senz'altro tale da poterla<br />
definire emergente sulla scena<br />
mondiale". <br />
http://d22beijing.cn<br />
www.2kolegas.com<br />
www.yanjun.org<br />
www.minimidi.cn<br />
link.
70.arteatro <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di piersandra di matteo<br />
famiglie, donuts, alveari...<br />
L'estate dei festival dedicati allo spettacolo contemporaneo si è aperta con accese polemiche e dibattiti sul senso<br />
del proprio operare. Dopo tante parole viene da chiedersi: in fondo non è più giusto parlare di un vuoto di visioni?<br />
"Perché un uomo che sta<br />
troppo poco con la famiglia non<br />
sarà mai un vero uomo". Così<br />
dice, nel “Padrino I”, Don Vito<br />
Corleone al figlio Sonny che si è<br />
lasciato sopraffare da un afflato<br />
di emotività durante una trattativa<br />
di lavoro. Insomma: lavoro,<br />
famiglia e etica sotto un<br />
unico tetto? Diverte che un<br />
appello simile provenga in<br />
fondo dal titolo-invito, “Noi<br />
siamo una famiglia”, che ha<br />
suggellato la nuova edizione del<br />
festival di Dro dedicato allo<br />
spettacolo contemporaneo, edizione<br />
diretta da Dino<br />
Somadossi e Barbara<br />
Buoninsegna, e ospitata ancora<br />
una volta in Trentino negli spazi<br />
spettacolari della Centrale<br />
Idroelettrica di Fies.<br />
L'estate dei festival teatrali si è<br />
aperta alla rovescia, con tentativi<br />
di bilanci e autoanalisi sul<br />
senso del proprio operare.<br />
Dietro l'alibi delle dimissioni<br />
improvvise di Olivier Buoin, e in<br />
realtà di fronte alla evidente<br />
crisi di disegni curatoriali<br />
forti (fatte<br />
rare eccezioni) e<br />
traiettorie capaci di<br />
segnare uno scarto<br />
di visioni nell'ambito<br />
delle esperienze<br />
artistiche che scelgono<br />
lo spazio del<br />
liveness, l'edizione<br />
decapitata di<br />
Santarcangelo dei<br />
Teatri ha cercato di<br />
dare una possibile<br />
risposta a suon di<br />
interrogazioni in differita<br />
e rilasci lenti<br />
(www.altrevelocita.it). Oggi, con<br />
tre mesi di distanza, continuano<br />
a ronzarci nelle orecchie le<br />
parole dell'artista e filosofa<br />
Snejanka Mihaylova: "E se la<br />
morte è già avvenuta? Se la<br />
chiamata è un'altra volta legata<br />
sipari.<br />
PERFORMANCE POMPIDOU<br />
Zoomata sulle attività autunnali del Pompidou<br />
dedicate alla scena performativa. Dall'8 all'11<br />
ottobre Jennifer Lacey et Nadia Lauro presentano<br />
Les Assistantes, mentre dal 15 al 26<br />
Mathilde Monnier, una delle figure chiave della<br />
coreografia francese, per la prima volta insieme<br />
a La Ribot, mostra Gustavia, lavoro collocato alla<br />
frontiera tra danza e installazione che si pone<br />
come un faccia a faccia con gli stereotipi teatrali.<br />
Musica e immagini per il sound artist Ryoji<br />
Ikeda che dopo la prima apparizione nel 2001<br />
con Memorandum, nel 2004 con c4i, e lo scorso<br />
anno con Datamatics, fa ritorno al Pompidou<br />
con una seconda versione della stessa ricerca<br />
combinando astrazione e rappresentazioni<br />
mimetiche. In Famous Carousel, con Effets<br />
mythologiques, propone una music-performance<br />
realizzata in collaborazione con Centre<br />
Pompidou, Palais de Tokyo, Jeu de Paume<br />
museums e Point Ephémère (31 ottobre).<br />
Ancora da segnalare l'americana Deborah Hay<br />
che con If I sing to you (12-15 novembre) esplora<br />
il concetto di diversità attraverso la danza.<br />
Ma la programmazione va avanti fino a dicembre<br />
con Histoire par celui qui la raconte di Latifa<br />
Laâbissi, e a seguire lo spettacolo del coreografo<br />
brasiliano Bruno Beltrão e la sua compagnia<br />
Grupo de Rua che fonde hip hop, street dance e<br />
tecnica accademica.<br />
www.centrepompidou.fr<br />
al fatto di non riconoscere il<br />
fatto come tale? […] Se ciò che<br />
si desidera è il contrario di ciò<br />
che si ottiene, mi chiedo e vi<br />
chiedo a questo punto vale la<br />
pena di agire? Qual è il senso di<br />
un azione se non la sua efficacia?<br />
Non basta il suo aspetto<br />
simbolico. O basta?".<br />
Dro a distanza formula la sua<br />
risposta, avallata da una situazione<br />
di fatto: Drodesera è un<br />
festival a gestione familiare. È<br />
noto: siamo in tempi di crisi<br />
identitaria della famiglia, il cui<br />
statuto istituzionale è sembrato<br />
seriamente in crisi se<br />
migliaia di cattolici si sono<br />
mossi per condurre la loro battaglia<br />
pubblica contro i Dico (e<br />
beffa vuole che sia anche il<br />
nome di noto discount).<br />
Posizioni entrambe tese a salvaguardare<br />
il discorso del<br />
Padrone - potremmo dire con<br />
Lacan filtrato da Zizek -, discorso<br />
il cui risvolto osceno, vale a<br />
dire la controscena delle sua<br />
disgregazione, non fa altro che<br />
“<br />
Non è forse arrivato il<br />
momento di porre le basi per un<br />
dibattito culturale centrato sulla<br />
figura del curatore, che non è né<br />
un capofamiglia, né un direttore<br />
amministrativo, né un politico:<br />
dunque cosa?<br />
consolidarne l'esistenza istituzionale.<br />
Ma il fatto è che in<br />
fondo la famiglia accontenta un<br />
po' tutti. Nel testo di presentazione<br />
del festival si stima come<br />
un valore da salvaguardare, sia<br />
che si tratti di quelle allargate,<br />
che di quella ristrette: l'importante<br />
è stare un po' e un po'.<br />
Quindi è tanto giusto ammiccare<br />
al nostalgico atavismo dei<br />
legami di sangue, che alla<br />
dimensione allargata e intergenerazionale,<br />
così a suggellare<br />
che se Bridget è la figlia di Eric<br />
mentre sua madre è ora sposata<br />
con il fratello, in fondo va<br />
bene per tutti. Si direbbe: un<br />
colpo al cerchio e<br />
uno alle botte. Non di<br />
meno, il senso meta-<br />
forico del discorso<br />
che si cela tra le<br />
righe della presentazione<br />
è meno fantasmatico<br />
di quello che<br />
si potrebbe credere.<br />
A un punto la metafora<br />
si scioglie apertamente:<br />
"Anche<br />
nella live art, dal teatro<br />
alla performance,<br />
ci ritroviamo dinnanzi<br />
a nuove realtà,<br />
a differenze di generi<br />
che cambiano velocemente, si<br />
trasformano. A famiglie che<br />
non sembrano più riconoscibili<br />
in quanto tali, a realtà in cerca<br />
di identità che credono di averne<br />
perduto la matrice". Quindi<br />
valgono sia i legami e le radici,<br />
LE VIE DI MODENA E OLTRE<br />
Sulla direttrice Modena-Carpi-Vignola torna dal<br />
10 al 18 ottobre la IV edizione di Vie Scena<br />
Contemporanea Festival che ospita le più interessanti<br />
realtà dello spettacolo contemporaneo.<br />
Promosso dall'ERT, apre i battenti con il titolo La<br />
memoria del contemporaneo, edizione speciale<br />
dedicata a Thierry Salmon a dieci anni dalla<br />
scomparsa. Dopo lo straordinario successo avignonese,<br />
Romeo Castellucci presenta in Italia<br />
Inferno, primo momento della sua trilogia spettacolare<br />
liberamente ispirata alla Divina<br />
Commedia. Ma gli appuntamenti danteschi continuano<br />
fuori dal festival con Purgatorio (28 - 29<br />
ottobre) al Teatro Valli di Reggio Emilia e con<br />
Paradiso (dal 4 al 9 novembre) alla Chiesa di<br />
Santo Spirito di Cesena. Ma a VIE ancora<br />
Socìetas Raffaello Sanzio con Chiara Guidi e<br />
Scott Gibbons che dopo Madrigale appena narrabile,<br />
continuano a lavorare sulla voce, indagando<br />
le sue potenzialità musicali attraverso uno<br />
sviluppo con gli allievi del corso di Alta<br />
Formazione per Perfomer. Ormai presenze di<br />
rito Fanny & Alexander, Forced Entertainment,<br />
Motus e Teatro Delle Albe, Danio<br />
Manfredini/Teatro Valdoca. Altri nomi? Alain<br />
Platel/Fabrizio Cassol, Francesca Grilli,<br />
Proia/Conti, Giorgio Barberio Corsetti/ Fattore<br />
K, Luisa Pasello/FPT, e anche il vecchio maestro<br />
Peter Brook.<br />
www.viefestivalmodena.com<br />
che le recisioni generazionali,<br />
limiti entro cui si muove quel<br />
luogo comune che fa, da anni,<br />
arroccare il teatro su una finta<br />
questione che spinge a dover<br />
sempre ragionare in termini di<br />
tradizione e innovazione: "Una<br />
nuova generazione di performer<br />
e creativi arriva a stravolgere<br />
un intero sistema".<br />
Verrebbe da chiedersi a quale<br />
sistema si stia facendo riferimento,<br />
forse all'ennesima<br />
distinzione tra alveari creativi<br />
per artisti big e novellini da<br />
sfruttare con un budget risicato<br />
con il ricatto della vetrina e<br />
della visibilità. Poi meglio non<br />
entrare nel merito dell'impennata<br />
teorica che il testo raggiunge<br />
includendo la nozione di<br />
social drama.<br />
Allora non è forse arrivato il<br />
momento di porre le basi per<br />
un dibattito culturale centrato<br />
sulla figura del curatore, che<br />
non è né un capofamiglia, né un<br />
direttore amministrativo, né un<br />
politico: dunque cosa?<br />
Parallelo al festival di Dro, che<br />
www.drodesera.it<br />
link.<br />
GB ENTRY<br />
A cavallo fra ottobre e novembre torna a<br />
Bologna il festival internazionale che supera<br />
il genere, e riflette sulle raffigurazioni<br />
identitarie e sugli immaginari prodotti dalla<br />
cultura contemporanea legati alle nuove<br />
rappresentazioni del corpo. Gender<br />
Bender (28 ottobre - 2 novembre) promosso<br />
da Il Cassero, gay lesbian center di<br />
Bologna, propone un programma di appuntamenti<br />
articolato in proiezioni cinematografiche,<br />
spettacoli di danza e teatro, performance,<br />
mostre e installazioni, incontri e<br />
convegni letterari, concerti e live set dj,<br />
party notturni per interrogarsi sulla ridefinizione<br />
dei concetti di identità, sulla ridiscussione<br />
dei ruoli e degli standard<br />
maschili e femminili. La VI edizione, diretta<br />
da Daniele Del Pozzo, dedica un'attenzione<br />
particolare al Maschio del Futuro. Quale<br />
sarà il maschio di domani? La risposta<br />
nelle opere della coreografa Beth Cassani,<br />
dell'artista finlandese Jukka Korkeilla, del<br />
regista Chris Waitt, la compagnia belga<br />
Clinic Orgasm Society, dei coreografi<br />
Pieter Ampe & Guilherme Garrido.<br />
Quest'anno una novità riguarda l'ideazione<br />
di un bando rivolto a performer e artisti<br />
che presenteranno progetti e opere durante<br />
il festival.<br />
www.genderbender.it<br />
La centrale di Fies<br />
a Dro in Trentino<br />
negli ultimi anni era apparso<br />
come il luogo più interessante<br />
del panorama italiano e che<br />
anche quest'anno si è distinto<br />
per aver presentato un cartellone<br />
articolato, da segnalare è il<br />
progetto neovincitore del<br />
bando nuove creatività dell'ETI,<br />
Fies Factory One che "nasce<br />
come strumento reale per lo<br />
sviluppo di live art: nuove strategie<br />
dove l'incontro è continuo<br />
stimolo reciproco, dove le logiche<br />
di mercato non soffocano il<br />
percorso creativo, dove l'esito<br />
finale può assumere forme<br />
diverse. Dove anche le ciambelle<br />
senza buco riescono bene".<br />
Di certo Sonia Brunelli,<br />
Francesca Grilli, Dewey Dell,<br />
pathosformel, Teatro<br />
Sotterraneo, i cinque artisti<br />
selezionati per il progetto, realtà<br />
che - detto per inciso - perseguono<br />
un proprio rigoroso percorso<br />
di ricerca, si sono resi<br />
conto che la strategia promozionale,<br />
che li accomuna sotto il<br />
progetto-chioccia dall'eco warholiano,<br />
li ha trasformati in<br />
donuts con praline, farciture di<br />
glassa e cioccolata, o scaglie di<br />
vaniglia. L'immagine non è<br />
divertente se a ogni nome corrisponde<br />
una ciambella alla<br />
quale si auspica anche di sbagliare,<br />
perché, se l'impasto non<br />
dovesse risultare abbastanza<br />
colloso prima dell'infornata,<br />
nessun problema: c'è la famiglia-paracadute.<br />
Allora si attenderà<br />
di rimescolare insieme<br />
zucchero a velo, latte e olio fino<br />
a ottenere un insieme quanto<br />
più omogeneo. E non è questione<br />
di non essere ironici! In realtà<br />
la cosa grave non è soltanto<br />
legata alle conseguenze che<br />
politiche culturali da fast food<br />
possono produrre alla propria<br />
immagine, ma al fatto che gli<br />
artisti con le loro opere alimentano<br />
un disegno più grande.<br />
Non c'è forse in gioco una<br />
responsabilità più ampia legata<br />
alla relazione che l'opera stabilisce<br />
con il contesto in cui si<br />
cala?<br />
Ma allora vale la pena di guardare<br />
al momento clou della<br />
Factory: L'evento (3-5 ottobre<br />
prossimi). La Centrale di Fies<br />
infatti verrà aperta "per focalizzarsi<br />
sulla natura del progetto<br />
Fies Factory One interrogandone<br />
alcuni principi costitutivi: lo sviluppo<br />
nel tempo; la condivisione di<br />
uno spazio; l'idea di accompagnamento<br />
di processi creativi; l'incontro<br />
con altre realtà, altri linguaggi,<br />
altre modalità". Ognuno<br />
dei cinque artisti occuperà una<br />
spazio della Centrale e vi accoglierà<br />
alcuni ospiti così che in<br />
ogni stanza sarà possibile dare<br />
vita a micro-eventi della durata di<br />
dieci minuti e a momenti aperti al<br />
pubblico: una sorta di spazio di<br />
giochi dei bambini, un ritorno<br />
all'infanzia controllata nei girelli e<br />
nei box. In attesa che si concretizzi<br />
questa opportunità, è bene<br />
sospendere il discorso. Quindi
72.libri <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di marco enrico giacomelli<br />
della fierite<br />
Dopo la proliferazione delle Biennali è venuta quelle delle mostre-mercato. Con i conseguenti problemi, domande,<br />
questioni. Un tris di volumi affronta altrettanti nodi cruciali. E aiuta chi desidera lavorarci, quelli che vogliono fare<br />
acquisti e coloro che si chiedono come reinventarsi...<br />
Son tempi duri per i globetrotter.<br />
Se dapprima non pareva<br />
vero di poter girare il mondo per<br />
Biennali, ora che si sono aggiunte<br />
le Fiere la questione diventa spinosa.<br />
Non tanto e non solo per<br />
ragioni economiche, ma perché il<br />
dono dell'ubiquità ancora nessuno<br />
l'ha ricevuto. Tocca dunque<br />
scegliere. E ogni scelta che si<br />
rispetti deve sottostare a criteri<br />
operativi. Possono essere della<br />
natura più varia, quindi pure consistere<br />
nella casualità, nel rispondere<br />
agli inviti o nel concedersi la<br />
soddisfazione di spuntare l'ennesima<br />
città sul proprio personale<br />
mappamondo. Oppure, cercare<br />
di selezionare gli eventi in base<br />
alla qualità. Lasciando al loro<br />
posto, per una sorta di deferenza<br />
che si deve alle "istituzioni", le<br />
varie Venezia e San Paolo,<br />
Basilea e Londra, Madrid e Miami<br />
e New York.<br />
Poi che fare? Concentriamoci<br />
sulle fiere, mostre-mercato o<br />
come le si desidera chiamare.<br />
Sono un fenomeno piuttosto<br />
recente, almeno dal punto di vista<br />
dell'infiammazione denotata dal<br />
suffisso -ite. E, come da queste<br />
pagine s'è detto più volte dalla<br />
penna di Alfredo Sigolo, c'è almeno<br />
una questione fondamentale<br />
che dovranno presto affrontare:<br />
quella relativa al ruolo rivestito<br />
dalle case d'aste. Non staremo a<br />
ripetere gli esempi di François<br />
Pinault proprietario di Christie's,<br />
a sua volta proprietaria di<br />
Haunch of Venison, o dei tentacolari<br />
possedimenti di Charles<br />
Saatchi e dei suoi accordi con<br />
Phillip's de Pury.<br />
Fatto sta che gli attori del mercato<br />
si muovono, e pure velocemente<br />
(c'è pure chi colleziona fiere,<br />
nel senso che se le compra,<br />
come Merchandise Mart<br />
Properties). E le case d'asta<br />
potrebbero contribuire alla "trasparenza<br />
e pubblicità dei prezzi"<br />
in fiera, parafrasando quanto<br />
scrive Miriam Di Penta nell'intro-<br />
no dust.<br />
VEDERMI ALLA TERZA PERSONA<br />
Origina da una tesi che nel<br />
2005 gli valse il Premio Dams<br />
questa prima monografia italiana<br />
che Clara Carpanini dedica a<br />
Claude Cahun, e in particolare<br />
alla sua fotografia. Lo studio è<br />
approfondito, abbondante la<br />
bibliografia, la scrittura scorrevole.<br />
Insomma, un ottimo esempio<br />
per i laureandi tentati dalle<br />
"compilazioni".<br />
Quinlan - ill. b/n - 124 pp.<br />
14,50 euro<br />
www.aroundphotography.it<br />
duzione alla sezione dedicata<br />
al Mercato dell'arte del<br />
volume I mestieri dell'Arte.<br />
Sezione che, con sommo<br />
nostro stupore, non contempla<br />
alcun intervento<br />
focalizzato sulle fiere, checché<br />
Di Penta ne accenni nel<br />
suo scritto, citando Tefaf e<br />
Biennale di Firenze, Frieze<br />
la "modaiola" e l'"intramontabile"<br />
ArtBasel col "suo<br />
doppio americano di<br />
Miami". Mentre hanno voce<br />
sia Sotheby's, nella persona<br />
di Flaminia Allvin (che avrà<br />
fatto rizzare i capelli a più<br />
d'un collezionista e d'un<br />
superiore scrivendo che "il<br />
mercato dell'arte, come<br />
tutti i mercati può essere<br />
soggetto a fluttuazioni, questo<br />
è un momento incredibilmente<br />
prosperoso per questo<br />
mercato e speriamo che duri, ma<br />
nessuno di noi può conoscere<br />
bene il futuro": si sa ma non si<br />
dice), che Marco Riccomini, sul<br />
fronte dei dipinti antichi da<br />
Christie's, il quale si unisce al<br />
coro sottolineando come "i risultati<br />
d'asta restano, poiché pubblici,<br />
i punti di riferimento più attendibili"<br />
per la stima di un'opera.<br />
Tutto questo sul lato commerciale.<br />
Ma è innegabile che almeno<br />
alcune fiere da qualche tempo<br />
I volumi segnalati.<br />
. Paco Barragán, The Art Fair<br />
Age / La era de las ferias, Charta,<br />
pp. 100+100, 29 euro<br />
. Louisa Buck & Judith Greer,<br />
Come comprare l'arte contemporanea,<br />
Allemandi, pp. 303, 27 euro<br />
. Caterina Volpi (a cura di), I<br />
mestieri dell'Arte, Electa, pp. 224,<br />
25 euro<br />
...e se non vi accontentate<br />
. Don Thompson, The $12 Million<br />
Stuffed Shark. The Curious<br />
Economics of Contemporary Art,<br />
Aurum Press, pp. 304, £ 14,99<br />
ILEANA SONNABEND<br />
Della discrezione come forma<br />
d'arte, sottotitola questa biografia<br />
Manuela Gandini. È la<br />
naturale prosecuzione dell'indagine<br />
iniziata col volume dedicato<br />
a Leo Castelli. Per una serie<br />
che, ahinoi, non potrà essere<br />
infinita, focalizzandosi sulle figure<br />
di grandi galleristi e mercanti<br />
d'arte. Ormai sono come i<br />
panda, o quasi.<br />
Castelvecchi - 368 pp.<br />
25 euro<br />
www.castelvecchieditore.com<br />
pigiano sul tasto della cultura. In<br />
ordine sparso, le scolaresche ad<br />
Arco, lo stand di Abo a Bologna,<br />
Andrea Bellini che dirige<br />
Artissima, Keller che ad<br />
ArtBasel depenna la parola<br />
"fair". Ed è così che si fa strada<br />
una sorta di ibrido avveniristico,<br />
il fair curator. Ne parla diffusamente<br />
Paco Barragán nel suo<br />
libro anglo-spagnolo; un libro<br />
no italian.<br />
SPIRITED AWAY<br />
Esce nella collana "Film Classics"<br />
del British Film Institute una<br />
monografia approfondita e godibile<br />
dedicata da Andrew Osmond al<br />
capolavoro dell'animatore Hayao<br />
Miyazaki. È La città incantata, pellicola<br />
del 2001 che segna, almeno<br />
finora, l'apice della carriera del<br />
giapponese. Un'ottima scusa per<br />
rivedere il film.<br />
Palgrave Macmillan - testi ing<br />
- ill. col. - 128 pp. - £ 9,99 -<br />
www.palgrave.com<br />
aggiornatissimo, dalla<br />
folta bibliografia, chiaro<br />
e al contempo colto.<br />
(Solo non capiamo che<br />
c'azzecca il capitolo The<br />
Advent of Expanded<br />
Painting.) Il suo è un tipo<br />
particolare di curatore,<br />
che magari "incoraggia<br />
le gallerie a presentare i<br />
propri stand in maniera<br />
che siano più simili a una<br />
mostra piuttosto che a<br />
un'accozzaglia [qui la traduzione<br />
è libera, N.d.R.]<br />
di lavori di tutti gli artisti<br />
della galleria", come scrive<br />
Amanda Coulson,<br />
direttore esecutivo di<br />
Volta, fiera itinerante<br />
dove gli stand sono per<br />
lo più delle minipersonali.<br />
Un curatore embedded in fiere<br />
che spesso hanno assunto lo<br />
status di Urban Entertainment<br />
Center (una sorta di<br />
Guggenheim di Bilbao per qualche<br />
giorno all'anno) e dove si<br />
offrono "esperienze memorabili"<br />
(il riferimento è alla Experience<br />
Economy teorizzata alla Harvard<br />
Business School). Tutto per<br />
LA CANCELLATURA<br />
E ALTRE SOLUZIONI<br />
Con Alberto Fiz, Emilio Isgrò ha<br />
curato una selezione di propri<br />
scritti dal 1963 al 2007.<br />
Andando a formare un paradossale<br />
corpus teorico, se si tiene<br />
conto che è l'"inventore" della<br />
cancellatura. Pietra miliare sulla<br />
poesia visiva, la Dichiarazione 1<br />
risalente al 1966. Ma sono<br />
memorabili anche gli articoli per<br />
i quotidiani.<br />
Skira - ill. b/n - 272+xl pp.<br />
25 euro - www.skira.net<br />
migliorare il posizionamento,<br />
ovvio. In pratica? Molti sono i consigli<br />
di Barragán rivolti a curatori<br />
di tal fatta, che se sono coinvolti<br />
almeno a livello di comitato selezionatore<br />
è senz'altro meglio: rendere<br />
l'evento più "intimo", il che<br />
significa in primis ridurre il numero<br />
di gallerie partecipanti (l'esempio<br />
torinese torna alla mente con<br />
insistenza); adoperarsi per divenire<br />
un ottimo "infomediatore", che<br />
non è il "filippino dell'arte" - Abo<br />
dixit - bensì colui che "genera,<br />
gestisce e distribuisce l'informazione<br />
indiscriminatamente attraverso<br />
i vari canali che intervengono<br />
nel processo", un curatore<br />
relazionale insomma; esser<br />
disposti a impegnarsi in operazioni<br />
di instant curating, che<br />
significa "concettualizzazione,<br />
selezione, produzione, esposizione,<br />
inaugurazione e interazione<br />
sociale", naturalmente tutto<br />
"compresso in un solo giorno".<br />
Qui ci fermiamo, ché chi è interessato<br />
può pure andar direttamente<br />
al decalogo di Barragán.<br />
Un dubbio sorge: perché mai il<br />
fair curator sarebbe garanzia di<br />
trasparenza? Mentre nessun<br />
tentennamento abbiamo nel<br />
supportare la necessità in fiera<br />
di una migliore architettura e di<br />
"fast good" (copyright Ferran<br />
Adrià)<br />
Di decaloghi ce n'è un altro paio<br />
in The Art Fair Age, e sono le<br />
Rules of Collecting e la Guide to<br />
Finding a Good Advisor. Non che<br />
non siano interessanti, ma almeno<br />
vanno affiancati al corposo<br />
volume di Louisa Buck e Judith<br />
Greer, coppia di "addette ai lavori"<br />
ma soprattutto legate strettamente<br />
al mondo del collezionismo.<br />
Un volume che, in quell'avverbio<br />
iniziale del titolo, Come<br />
comprare l'arte contemporanea,<br />
indica già tutto il suo potenziale<br />
valore. Al cosa, infatti, ci si<br />
può pensare con maggior<br />
calma, o abbandonandosi a un<br />
raptus di shoppingite. <br />
LEARNING FROM CITIES<br />
L'introduzione è un'intervista di<br />
Francesco Garofalo a Richard<br />
Burdett, direttore della 10ma<br />
Biennale di Architettura. Il resto<br />
sono i materiali del laboratorio di<br />
progettazione coordinato dallo<br />
stesso Garofalo. Che quest'anno<br />
si occupa del Padiglione italiano.<br />
Se ancora non l'avete visto, guardatevi<br />
almeno il dvd allegato.<br />
Postmedia - testi ita/ing - ill.<br />
b/n - 240 pp. + dvd<br />
29 euro<br />
www.postmediabooks.it
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> libri.73<br />
a cura di marco enrico giacomelli<br />
la vergine di ferro<br />
crisi d'identità<br />
Dentro e fuori da un mondo artificiale. È<br />
quella realtà parallela, divenuta fonte d'intrattenimento<br />
culturale che, come in una grande<br />
scuola, comprende classi di artisti, talvolta<br />
improvvisati, diligenti opinionisti e una fitta retroguardia<br />
interessata a cogliere gli aspetti più<br />
notevoli del "mondo dell'arte". È una dimensione<br />
in cui si trova Lea Vergine, divisa ma non combattuta<br />
fra la partecipazione attiva alla produzione<br />
critica e il sostanziale distacco dalla<br />
desertificazione culturale in cui, a suo giudizio,<br />
versa l'Italia.<br />
Critico e scrittrice, Vergine raccoglie tracce di<br />
se stessa e della storia dell'arte contemporanea<br />
dal 1965 al 2007 in una ridda di Parole sull'arte.<br />
Le cinque macrosezioni raccolgono da un<br />
lato un'ottantina di scritti per il "Corriere della<br />
Sera" e "Il Manifesto", "Vanity Fair", "L'Europeo"<br />
e "Linus", dall'altro i testi dei cataloghi di mostre,<br />
dov'è protagonista il versante curatoriale di Lea<br />
Vergine, che presenta la ricerca di artiste come<br />
Gina Pane e Carol Rama.<br />
Senza seguire un andamento cronologico, l'autrice<br />
parte dai ricordi. Il primo è una commemorazione<br />
della galleria napoletana Il centro, dove<br />
l'allora giovane curatrice riuscì a portare<br />
Umberto Eco e Giulio Carlo Argan nei primi anni<br />
'60 e dove esposero Fontana e "i due gettoni di<br />
scambio nativi" Renato Barisani e Gianni<br />
Dieter Daniels è stato il direttore del Ludwig<br />
Boltzmann Institute Media.Art.Research a Linz<br />
e della mediateca dello Zkm a Karlsruhe.<br />
Barbara Schmidt è ricercatrice nell'Istituto di<br />
Linz e ha diretto il progetto ministeriale New<br />
Media Images. Queste poche informazioni sui<br />
curatori del volume sono basilari per inquadrare<br />
questo Artists as Inventors. Inventors as<br />
Artists, ossia il nodo e snodo fra arte, scienza e<br />
tecnologia che in Austria, con il Festival Ars<br />
Electronica, viene annualmente dibattuto.<br />
È d'altro canto un tema che ha conosciuto la<br />
propria nascita o rinascita nel XVIII secolo e<br />
che, da vari punti di vista, comincia a mostrare<br />
la corda, vuoi per ragioni economico-sociali (l'odierna<br />
organizzazione produttiva), vuoi per lo<br />
scarso ricambio generazionale (anagrafico e di<br />
forma mentis) fra gli studiosi di quest'area.<br />
Nella fattispecie, lo si nota leggendo l'elenco dei<br />
nomi degli artisti intervistati: Paul DeMarinis,<br />
la cui scheda rammenta il suo impegno come<br />
"electronic media artist" sin dal 1971, o Billy<br />
Klüver, ingegnere svedese che collaborò con<br />
Tinguely, John Cage e Rauschenberg.<br />
In altre parole, per com'è posta nella maggior<br />
parte dei casi, è una questione che pare consegnata<br />
alla modernità e a uno dei suoi grand<br />
récit, la possibilità - magari da parte di un genio<br />
dove c'è barilli c'è casa<br />
L'ultima proposta editoriale di Renato Barilli<br />
- fra i più noti storici e critici d'arte del nostro<br />
tempo, ancora attivo nell'ateneo bolognese - è<br />
una ricognizione dedicata alle sperimentazioni<br />
artistiche nell'Italia contemporanea e raccoglie<br />
le principali emergenze stilistiche di due secoli,<br />
enucleandone una traccia diacronica, articolata<br />
sulla base delle circostanze storiche e delle concomitanze<br />
scientifiche.<br />
Come in L'arte contemporanea. Da Cézanne<br />
alle ultime tendenze, autentica summa e testo<br />
basilare per affrontare in primis gli studi di storia<br />
dell'arte, o come nel più recente Prima e<br />
dopo il 2000, Barilli appronta il suo tipico metodo<br />
d'indagine, "basato sulla fiducia nelle corrispondenze<br />
omologiche tra quanto avviene in<br />
ambito di cultura materiale, a livello di strumenti<br />
tecnologici, a loro volta ispirati dalle rivoluzioni<br />
scientifiche, e i riscontri che se ne hanno nei<br />
livelli 'alti' consegnati alle forme simboliche,<br />
come sono i linguaggi artistici". Considera, quindi,<br />
come l'"alba del contemporaneo" coincida<br />
con i "primi vagiti dell'elettromagnetismo" e inizi<br />
proprio con Antonio Canova che, nella perfezione<br />
stilistica con cui controlla le pulsioni dell'Es,<br />
compie un'operazione di prelievo degli antichi,<br />
per "trasferirli pari pari in un'operazione di riciclaggio",<br />
"come anticipo del ready-made" intro-<br />
Pisani. Al titolo poetico di Acre la gioia dell'ombra,<br />
saggio per la mostra tenutasi a Napoli nel<br />
1991, è affidata la sequenza emozionata del<br />
debutto sulla scena (siamo nel 1957) su<br />
"L'idea", un "fogliettino locale", un luogo come un<br />
altro per esprimere le proprie opinioni, in questo<br />
caso su Emilio Notte.<br />
Così lontano così vicino sono quindi sparsi flashback<br />
di momenti pubblici, arricchiti da sentimenti<br />
privati di una Napoli dove "c'era un vuoto<br />
sordo e implacabile, nessuna attenzione (figuriamoci<br />
rispetto!) per quelli che di arte tentavano<br />
di vivere facendola o scrivendone". Il sapore<br />
rimane complessivamente amaro, come di chi<br />
si sforzi con una bandiera d'indifferenza di<br />
distaccarsi da un luogo "dove tutto era lasciato<br />
all'iniziativa di ciascuno e il ciascuno era sempre<br />
e solo rimandato a se stesso". È ora di partire,<br />
destinazione Milano.<br />
Nella grande cruna dove s'intrecciano i fili di<br />
arte, moda, industria e tecnologia, la velocità<br />
della prosa e l'andamento descrittivo dei suoi<br />
testi si fa analisi attenta di quanto all'epoca era<br />
nuovo, che fosse Irritarte - mostra del '69 dove<br />
artisti come Tetsumi Kudo e Paul Thek rappresentavano<br />
l'uomo senza orpelli interpretativi ma<br />
per l'essere debole e mortale che è - o che si<br />
trattasse della lacerante Body Art, da cui fuoriuscì<br />
la teorizzazione nel Corpo come linguaggio<br />
isolato e romantico - di edificare un ponte fra le<br />
Due culture di cui parlava C.P. Snow. Ciò non<br />
toglie che si possa continuare a dibatterne, con<br />
un approccio storico o adoperandosi per rileggerla<br />
con l'ausilio di nuovi strumenti teorici.<br />
Il problema principale resta tuttavia di carattere<br />
identificativo (ben lo evidenzia Simon Werrett nel<br />
suo intervento): come si può discutere insieme<br />
quando il significato che si attribuisce a termini<br />
quali artista e scienziato differisce in maniera<br />
sostanziale, ontologica? Si prenda il colto saggio<br />
di Daniels, Artists as Inventors and Invention as<br />
Art: A Paradigm Shift from 1840 to 1900.<br />
L'impronta storica non elude affatto le domande<br />
teoriche. E sin dal titolo ci si può chiedere cosa<br />
voglia sostenere l'autore quando caratterizza l'invenzione<br />
come (un')arte; e quali conseguenze<br />
"indebolenti" possa avere la tesi poco fondata che<br />
i media device "e i fenomeni che essi producono<br />
hanno, implicitamente o esplicitamente, una<br />
dimensione estetica. Hanno un'affascinante relazione<br />
con le arti". Quanto è rilevante che Morse<br />
fosse un pittore semi-dilettante? Possono alcune<br />
biografie, pur notevoli, sostanziare una dichiarazione<br />
come questa: "I media sono la continuazione<br />
dell'arte con altri mezzi"?<br />
Ciò ch'è forse più impellente consiste nel riuscire<br />
a "mettere in prospettiva" (questo aspetto de) la<br />
dotto da Duchamp, "maestro e precursore di<br />
operazioni analoghe poi tentate, ai nostri giorni,<br />
da Giulio Paolini e da Jeff Koons, magari passando<br />
anche attraverso la Metafisica di De<br />
Chirico".<br />
Dal Postimpressionismo al Simbolismo fino<br />
all'Espressionismo "nostrano", in cui emergono<br />
figure quali Gaetano Previati, "primo simbolista<br />
di casa nostra", Medardo Rosso o Lorenzo<br />
Viani, "espressionista d'alto bordo", si ripercorrono<br />
in chiave critica ed essenziale la poetica e<br />
l'attività di gruppi e correnti, dai pittori delle<br />
stanze di museo irrorate da una luce elettrica<br />
da lightbox, come Giorgio de Chirico, alle esperienze<br />
degli anni '20 e '30, fino all'Astratto-concreto<br />
di impostazione venturiana e all'ultimo<br />
naturalismo di matrice arcangeliana, nei termini<br />
di un Informale che si caratterizza per le<br />
"mille varianti ed ibridazioni" sul piano nazionale.<br />
Prosegue con gli anni '60 segnati da una piena<br />
fiducia nei confronti della società industriale,<br />
fino all'azzeramento concettuale, in cui emerge<br />
la sperimentazione totale di Manzoni che, sul<br />
versante di Duchamp, riapre le fila per artisti<br />
quali Gino De Dominicis e Maurizio Cattelan.<br />
Nella mappatura delle proposte pop e figurativo-oggettuali,<br />
poveriste e comportamentiste del<br />
'68, Barilli dedica spazio alla Biennale veneziana<br />
nel 1974.<br />
Nel confronto tra lo ieri raccontato e l'oggi vissuto<br />
dal lettore, suonano fortemente critiche le<br />
parole di Lea Vergine perché, considerando la<br />
vitale costellazione di mostre, dibattiti, convegni<br />
e fiere a Milano, ne Gli anni Settanta alla fiera<br />
campionaria del 2007 è palese il disgusto per<br />
una élite che governa il carrozzone "incafonito"<br />
dell'arte, che trionfa in "un clima disneyland" tra<br />
"incompetenza e pacchianeria", perdendo il<br />
significato stesso delle parole. Esemplare l'uso<br />
di "evento", spodestato dal concetto originale<br />
per far posto all'idea di un happening con molto<br />
glamour e poco contenuto.<br />
Nei frammezzi concessi tra Arte Povera e<br />
Programmata, c'è la narrativa da viaggio più<br />
rilassata di Orcadi, isole dell'utopia. Ma è solo un<br />
sospiro di sollievo nel nugolo combattivo che<br />
muove Lea Vergine tra passione e interesse. <br />
[irene tedesco]<br />
info.<br />
Lea Vergine - Parole sull'arte 1965-2007<br />
Il Saggiatore, Milano 2008<br />
Pagg. 312, 23 euro<br />
ISBN 9788842814498<br />
Info: www.saggiatore.it<br />
modernità. Andrebbe ad esempio sottolineato<br />
come, nella seguente dichiarazione introduttiva<br />
dei curatori del volume, il riferimento temporale<br />
sia necessario ma non sufficiente per distinguere<br />
questo artista: "All'inizio del XX secolo, all'apice<br />
dell'avanguardia modernista, gli artisti divennero<br />
inventori per ragioni pratiche. Per rispondere con<br />
le loro visioni estetiche all'impatto della tecnologia<br />
sui sensi umani, avevano bisogno di un nuovo<br />
apparato che non era ancora disponibile". D'altro<br />
canto, sorge un'altra domanda leggendo l'invito di<br />
Simon Penny a "sviluppare un nuovo ramo dell'estetica",<br />
l'aesthetics of behavior, al fine di riuscire<br />
a leggere correttamente alcune nuove tipologie<br />
di "machine-artwork". E se invece occorresse<br />
restringere il concetto di opera d'arte o, almeno,<br />
la categoria di cui si occupa l'estetica? <br />
info.<br />
Dieter Daniels & Barbara U. Schmidt (eds.)<br />
- Artists as Inventors. Inventors as Artists<br />
Hatje Cantz, Ostfildern 2007<br />
Pagg. 240, 24,80 euro<br />
ISBN 9783775721530<br />
Info: www.hatjecantz.de<br />
del 1972, Opera e comportamento, in cui lo<br />
stesso autore ha agito in prima persona, fino a<br />
spiegare nei termini di McLuhan un Informale<br />
freddo, aptico e tecnologico, che si chiarifica in<br />
questi anni fino al paraminimalismo e al versante<br />
implosivo del citazionismo, con le ricerche<br />
degli Anacronisti, dei Transavanguardisti e dei<br />
Nuovi-Nuovi, di sua scoperta e coniazione, anticipati<br />
dagli "apripista Ontani e Salvo".<br />
Il libro, corredato da una bibliografia che predilige<br />
opere monografiche o di trattazione autorevole<br />
e recente, secondo il criterio di un'economia<br />
di visione comunque sintetica ma calzante,<br />
aggiunge alcuni esempi di Neo pop, Neo-geo,<br />
Neominimalismo e Postconcettuale. Per confermare<br />
in ultimo, in una considerazione aperta, la<br />
rimaterializzazione delle tendenze odierne. <br />
[alessandra scappini]<br />
info.<br />
Renato Barilli - Storia dell'arte contemporanea<br />
in Italia. Da Canova alle ultime tendenze<br />
Bollati Boringhieri, Torino 2007<br />
Pagg. 566, 32 euro<br />
ISBN 9788833917337<br />
Info: www.bollatiboringhieri.it
74.pre[ss]view <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di marco enrico giacomelli<br />
una spina nel fianco di genova<br />
Un resoconto-indagine dei programmi, della politica e degli obiettivi di plug_in. Dall'associazionismo all'editoria.<br />
Per un'attività stratificata nella cultura visiva contemporanea. Tenendo bene a mente l'importanza della teoria...<br />
In un panorama perennemente<br />
altalenante fra crisi e<br />
novità si affaccia la casa editrice<br />
nata a Busalla, nel genovese,<br />
dall'omonima associazione culturale<br />
plug_in - laboratorio di<br />
architettura e arti multimediali.<br />
L'attività editoriale s'inserisce<br />
nella più ampia e stratificata<br />
progettualità di un trio costituito<br />
da Alessandro Lanzetta,<br />
Emanuele Piccardo e Luisa<br />
Siotto, che scruta e stimola le<br />
possibilità di dialogo tra il pensiero<br />
dei "padri" e le giovani sperimentazioni.<br />
Le molteplici espressioni della<br />
loro ricerca, infatti, fanno capo<br />
a un programma che, partendo<br />
dall'interesse per l'architettura<br />
e per la fotografia, ne ha sviluppato<br />
le tematiche attraverso il<br />
confronto tra artisti, sociologi<br />
urbani, architetti, critici e storici<br />
dell'architettura. Un lavoro che,<br />
di volta in volta, prende la forma<br />
di mostre, workshop o dibattiti,<br />
e del web magazine "archphoto".<br />
La rivista è stato il primo<br />
passo verso l'editoria, dichiarando<br />
la propria "attenzione per la<br />
connessione tra le discipline<br />
che ruotano attorno all'architettura".<br />
"L'architettura stessa e la<br />
nostra formazione di architetti<br />
ci indicano la strada", afferma<br />
Emanuele Piccardo, presidente<br />
di plug_in e curatore di "archphoto",<br />
a cui abbiamo rivolto<br />
qualche domanda per capire da<br />
dove sia nata l'esigenza di proporsi<br />
come editori. L'obiettivo<br />
non è mai stato quello di occuparsi<br />
esclusivamente dei progetti<br />
dell'associazione, quanto<br />
quello di attivare collaborazioni<br />
e "dare spazio ai giovani e alle<br />
figure importanti della storia<br />
dell'architettura, della fotografia<br />
e dell'arte contemporanea che<br />
spesso, per l'assenza di un serio<br />
lavoro da parte dei critici, non<br />
riesce a emergere".<br />
Piccardo parla di libri necessari<br />
e di giovani, due classificazioni<br />
che appaiono piuttosto complesse<br />
nella loro semplicità<br />
rotocalco.<br />
AGGREGATI TORINESI<br />
Lemme lemme giunge al #7 il<br />
curatissimo Cluster. E provenendo<br />
dalla città ospitante il<br />
Congresso Mondiale degli<br />
Architetti, non poteva che concentrarsi<br />
su Transmitting<br />
Architecture. Con articoli a firma<br />
di personaggi del calibro di<br />
Joseph Rykwert, Luca Molinari e<br />
Aldo Bonomi. Copertina griffata<br />
Daniele Galliano.<br />
www.cluster.eu<br />
espressiva: "Per giovani non<br />
intendiamo solo un fattore anagrafico,<br />
ma figure/autori che<br />
hanno dimostrato di avere delle<br />
capacità e hanno bisogno di<br />
essere sostenuti. La funzione<br />
del libro è sedimentare un pensiero,<br />
insinuare un dubbio,<br />
porre un problema e quindi portare<br />
il lettore a una riflessione".<br />
Il che conduce direttamente alla<br />
sostanza della produzione libraria,<br />
una collana che prevede due<br />
ARTE IN TAZZINA<br />
Celeberrimo è l'impegno di illy<br />
nell'arte contemporanea. Simile<br />
notorietà gode illywords, freehouse-organ<br />
di profilo non meno<br />
altolocato. Il #24 è dedicato<br />
all'Autoscatto e le immagini sono<br />
realizzate dagli studenti<br />
dell'Accademia di Tallinn. I testi?<br />
Da Beppe Finessi a Mimmo<br />
Jodice, da Angela Vettese a Luis<br />
Sepúlveda.<br />
www.illy.com<br />
tagli: saggio e monografia su<br />
temi inerenti architettura, arte<br />
o fotografia.<br />
Al momento, oltre alla rivista<br />
online, plug_in ha all'attivo due<br />
pubblicazioni: Soleritown, libro<br />
fotografico dedicato alla città<br />
ideale di Paolo Soleri; e dissertare/disertare,<br />
frutto della collaborazione<br />
con l'associazione<br />
Start e pubblicato in seguito<br />
all'omonima mostra a cura delle<br />
autrici, Gaia Cianfanelli e<br />
SALA DI LETTURA<br />
Christina Barton, Natasha<br />
Conland e Wystan Curnow: sono<br />
gli editor di Reading Room, rivista<br />
annuale della Auckland Art<br />
Gallery. Nel 2007 il tema era<br />
Autobiography in the wake of<br />
conceptualism, quest'anno ci si è<br />
dedicati al Transcendental Pop.<br />
Seguirà Art goes on. Il call for<br />
paper è scaduto, indi preparatevi<br />
per il 2010.<br />
www.aucklandartgallery.govt.nz<br />
La copertina di Soleritown<br />
Nicola Toffolini - Stato d'assedio, 2008 - disegno con penna nera Pigma Micron 0,05 e 0,1 su carta<br />
Letraset CHWA2 da 200 g/m2 - cm 59,4x42<br />
Nicola Toffolini per pre[ss]view<br />
NON È CASA SE NON È BELLA<br />
#769 con un testo di Eisenman<br />
e un minifocus veneziano con<br />
Calatrava e Cacciari.<br />
Soprattutto, per Casabella ci<br />
sono gli 80 anni da festeggiare.<br />
Con la ristampa del triplo numero<br />
su Giuseppe Pagano - direttore<br />
dal 1933 alla morte a<br />
Mauthausen nel 1944 - e con<br />
una serie d'incontri sull'architettura<br />
contemporanea.<br />
www.mondadori.it/periodici<br />
Caterina Iaquinta. "Non un catalogo,<br />
ma un libro-manifesto di<br />
una modalità di fare ricerca nell'arte<br />
contemporanea che è<br />
uscito molto dopo la mostra,<br />
proprio per trasformarlo in un<br />
libro con saggi appositamente<br />
scritti", prosegue Piccardo. Un<br />
progetto che non può disconoscere<br />
anche la valenza di catalogo<br />
che pure sviluppa, con interventi<br />
di molti critici, l'analisi -<br />
svolta con la mostra - della realtà<br />
artistica italiana legata alla<br />
produzione giovane e all'associazionismo<br />
culturale.<br />
I prossimi programmi di plug_in<br />
"prevedono la riedizione del<br />
numero monografico della rivista<br />
'Marcatre' su 'Utopia e/o<br />
rivoluzione', due libri d'artista e il<br />
libro sulle 'Lezioni di paesaggio'",<br />
quest'ultimo legato alla serie di<br />
incontri tematici organizzati dall'associazione<br />
nel maggio scorso<br />
in una colonia montana razionalista<br />
in Liguria.<br />
In tutto questo, una neonata<br />
casa editrice deve affrontare la<br />
difficile questione della distribuzione,<br />
per la quale plug_in ha<br />
adottato una strategia di diffusione<br />
online e una più tradizionale<br />
distribuzione in alcune interessanti<br />
librerie e bookshop su<br />
territorio nazionale. "Tra l'altro,<br />
siamo anche a Cittadellarte a<br />
Biella, alla Fondazione<br />
Sandretto Re Rebaudengo a<br />
Torino e prossimamente nei<br />
bookshop Skira", conclude<br />
Piccardo. Che sia il primo<br />
importante segnale di una rinascita<br />
genovese? <br />
[federica la paglia]<br />
plug_in<br />
Via Roma, 25/22<br />
16012 Busalla (GE)<br />
Info: tel. +39 0109643822<br />
fax +39 0109643822<br />
info@plugin-lab.it<br />
www.plugin-lab.it<br />
SEMPRE PIÙ IN ALTO<br />
HiArt è il nuovo semestrale, edito<br />
da Gangemi, che s'occupa di<br />
"informazione dell'Alta<br />
Formazione Artistica e Musicale".<br />
Lo dirige Roberto Morese e,<br />
come si nota dalle maiuscole, è<br />
frutto dell'equiparazione di<br />
Accademie e Conservatori alle<br />
Università. Intanto ci si occupa di<br />
innovazione tecnologica, a novembre<br />
il seguito.<br />
www.hi-art.it
76.design <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di stefano caggiano<br />
le tre metà del cielo<br />
Il Veneto vanta la più alta densità creativa per metro quadro del pianeta. Ora, grazie anche al nuovo brand<br />
regionale INNOVeTION VALLEY, ha tutte le carte in regola per diventare il perno, felicemente fuori asse, fra il<br />
design milanese e quello torinese…<br />
La storia del design è la storia<br />
di un cielo diviso in due. Sorto sul<br />
crinale tra arte e tecnologia, il<br />
disegno industriale si è sempre<br />
nutrito della sua natura felicemente<br />
ambigua. Oggi, però, nel nord<br />
Italia i cieli del design sono tre:<br />
Milano, Torino, e il Veneto; rispettivamente:<br />
l’anima artistica del<br />
progetto industriale, l’erede "fresco"<br />
del funzionalismo storico, e la<br />
metropoli diffusa teorizzata da<br />
Richard Florida come milieu ideale<br />
per lo sviluppo della nuova creatività<br />
"liquida" del XXI secolo. Ed è<br />
proprio grazie a queste caratteristiche<br />
che il Veneto potrebbe<br />
assumere il ruolo di laboratorio di<br />
incontro tra le due anime del<br />
design italiano; quella artistica del<br />
"significato" degli oggetti e quella<br />
pragmatica dei servizi sostenibili.<br />
In realtà, il design italiano è conosciuto<br />
nel mondo soprattutto per<br />
la sua eccellenza nei settori delle<br />
tre F: furniture, food, fashion (che<br />
in italiano diventano le tre A: arredamento,<br />
alimentazione, abbigliamento),<br />
cioè i prodotti ad alto contenuto<br />
di senso. In questo campo<br />
Milano detiene ancora il primato<br />
internazionale. Ma se guarda a<br />
ovest, vede una Torino che nel<br />
2008 è stata nominata capitale<br />
mondiale del design; e se guarda<br />
a est, vede un Veneto che vanta il<br />
più alto indice mondiale di densità<br />
creativa per metro quadro e che<br />
oggi si fa chiamare INNOVeTION<br />
VALLEY, dove il "Ve" sta appunto<br />
per Veneto.<br />
Le cose sono in fermento. Se il<br />
peso delle vecchia generazione<br />
rende i riflessi delle menti pensanti<br />
del design milanese poco reattive<br />
nei confronti della generazione<br />
transnazionale di giovani, che sta<br />
emergendo a livello globale e per<br />
la quale l’emozione dell’oggetto è<br />
inscindibile dalla sua sostenibilità;<br />
Torino, con la sua tradizione industriale<br />
"forte" facente capo a<br />
esperienze come quelle di Fiat e<br />
Olivetti, ha giustamente scelto di<br />
privilegiare un’idea più "anglosassone"<br />
di design, caratterizzata da<br />
una maggiore attenzione al ruolo<br />
compassi.<br />
WHERE DESIGN REALLY HAPPENS<br />
TED, acronimo di Technology<br />
Entertainment Design, è il nome di una<br />
conferenza che si tiene ogni anno in<br />
California e ogni due in altre città del<br />
mondo. Coordinata dall’editore milionario<br />
Chris Anderson (da non confondere<br />
con l’omonimo direttore di Wired), TED<br />
ha l'obiettivo di mettere in connessione<br />
ideas worth spreading, idee che vale la<br />
pena diffondere. I temi affrontati vanno<br />
dal design delle interfacce al senso dell’immagine,<br />
dal riscaldamento globale<br />
alla "matemagia". Tra gli speaker che si<br />
sono succeduti sul palco, l’ex presidente<br />
USA Bill Clinton, il Premio Nobel James<br />
Dewey Watson, il fisico Murray Gell-<br />
Mann, il co-fondatore di Wikipedia<br />
Jimmy Wales e i creatori di Google<br />
Sergey Brin e Larry Page. Assistere<br />
costa seimila dollari all’anno, ma le conferenze<br />
più interessanti si possono vedere<br />
dal sito, che vale davvero la pena di<br />
mettere tra i preferiti.<br />
www.ted.com<br />
che il progetto può avere nella<br />
creazione di una civitas della<br />
sostenibilità e dei servizi, un po’<br />
perché sarebbe stato incauto sfidare<br />
la capitale meneghina sul<br />
terreno del design ad alto valore<br />
semantico, un po’ perché questa<br />
è la direzione verso cui sta<br />
andando il mondo.<br />
Tale è dunque la geopolitica del<br />
design italiano, in cui<br />
INNOVeTION VALLEY potrebbe<br />
iniziare un percorso di progressivo<br />
placement come punto di<br />
incontro - ancorché decentrato e<br />
proprio per questo proficuamente<br />
"inquieto" - delle due anime del<br />
design, quella tradizionale artistico-semantica,<br />
che fa capo a<br />
Milano, e quella nascente sostenibile-pragmatica,<br />
di cui Torino<br />
punta a diventare il centro di riferimento<br />
della penisola.<br />
Non è una sfida impossibile. Con<br />
la sua rete di quattrocentocinquantamila<br />
imprese che spaziano<br />
dal fashion al design alla tecnologia,<br />
il Veneto si<br />
presenta oggi<br />
come una Los<br />
Angeles di cinque<br />
milioni di abitanti,<br />
con una altissima<br />
densità creativa,<br />
anche se non ne<br />
sembra ancora<br />
pienamente consapevole.<br />
Proprio per questo è<br />
nato il progetto INNOVeTION VAL-<br />
LEY, la vision che il direttore di<br />
Fuoribiennale Cristiano<br />
Seganfreddo propone al Veneto<br />
SLASH/SLASH GENERATION<br />
Più design genera ancora più design.<br />
Secondo il Future Laboratory di Londra la<br />
Slash/Slash Generation, ovvero la generazione<br />
dei diciotto-ventiquattrenni do-italler,<br />
cioè che fanno tutto da sé, è ormai<br />
una realtà attivamente inserita nei modi<br />
di produzione del nuovo design diffuso.<br />
Grazie alle alte prestazioni di usabilità<br />
degli strumenti info-elettronici è diventato<br />
infatti estremamente facile per i<br />
ragazzi dell’era post-digitale essere allo<br />
stesso designer/grafici/dj/artisti/selfpromoter/ecc.<br />
L’humus in cui cresce<br />
questa generazione, risultato delle democratizzazione<br />
dell’industria creativa, è<br />
quella che germina nell’infosistema delle<br />
nuove tecnologie agili e user-friendly, che<br />
consentono a chiunque abbia un minimo<br />
di predisposizione di essere produttore<br />
di contenuti, nutrendosi dell’ubiquità di<br />
connessioni in cui circolano le idee e si<br />
rilanciano le energie.<br />
www.thefuturelaboratory.com<br />
www.itemidem.com/SlashSlash.pdf<br />
come metropoli creativa diffusa,<br />
per far venire alla luce quello<br />
che c’è già e innescare "profondi<br />
cambiamenti nella<br />
coscienza collettiva. Un cambiamento<br />
epocale ad un territorio<br />
che negli ultimi quarant'anni<br />
sembra abbia prodotto<br />
solo 'schei’ e ancora 'schei’: il<br />
Veneto ha invece prodotto cultura<br />
straordinaria attraverso la<br />
sua capacità di seduzione che ha<br />
influenzato la società internazionale<br />
con stili di vita e mode, come<br />
nessun altro in Italia".<br />
“<br />
In realtà, il design italiano<br />
è conosciuto nel mondo soprattutto<br />
per la sua eccellenza nei settori<br />
delle tre F: furniture, food, fashion<br />
Che questa visione non sia campata<br />
in aria lo dimostra la sfilza di<br />
realtà imprenditoriali venete che,<br />
solo nella moda, vanta aziende<br />
come Luxottica, Benetton,<br />
CONSIGLI PER ASPIRANTI FREELANCE<br />
Si sa, iniziare la professione di creativo indipendente<br />
non è facile. Certe cose si imparano solo<br />
sul campo, e non ci sono sindacati o associazioni<br />
di categoria che si prendono seriamente a cuore<br />
la causa dei professionisti libertini. Se poi è il<br />
campo stesso di lavoro ad essere evanescente<br />
le cose si fanno ancora più complicate. Ed entusiasmanti.<br />
Per questo Graphicdesignblog ha<br />
inserito nel suo sito uno spazio nel quale, alla<br />
domanda What is the biggest piece of advice you<br />
would give to someone starting out freelancing?,<br />
i graphic designer freelance possono postare<br />
consigli per i loro più giovani colleghi che stanno<br />
per intraprendere o hanno appena avviato un’attività<br />
autonoma di graphic design. I consigli vanno<br />
da suggerimenti estremamente pragmatici,<br />
come quello di avere sempre una copertura economica<br />
di almeno tre mesi per i tempi di magra,<br />
a incoraggiamenti dal respiro quasi filosofico,<br />
come l’invito "a non commettere l’errore di credere<br />
che chiunque altro stia facendo meglio di te:<br />
non è così".<br />
www.graphicdesignblog.co.uk/advice-for-newfreelance-designers<br />
qui: JoeVelluto - progetto<br />
Snow Chair<br />
a sinistra: INNOVeTION VAL-<br />
LEY - concept grafico<br />
Diadora, Geox, Nordica, Regina<br />
Regis, Replay, Stefanel, Bonotto,<br />
Dainese, Gas, Rino Mastrotto,<br />
Valentino Fashion Group, Zanella,<br />
Mauro Grifoni e Seventy, per citarne<br />
solo alcuni. E poi ancora nel<br />
design con Bisazza, Campagnolo,<br />
Zamperla, Minotti Cucine, Alpes,<br />
Bosa Ceramiche, Gruppo<br />
Manfrotto, Arper, Bellato<br />
Pallucco, De Longhi, Magis,<br />
Bonaldo, Lago, Coin, Foscarini e<br />
Valcucine fra le aziende; Alberto<br />
Del Biondi, JoeVelluto, Barbara<br />
Uderzo, Tobia Scarpa, Carlo Dal<br />
Bianco, Silvia Cogo e<br />
Fabrica fra designer<br />
e studi di design, e<br />
anche in questo caso<br />
gli elenchi non possono<br />
essere che incompleti.<br />
Forte di questa densità<br />
creativa semantica<br />
e pragmatica il<br />
progetto INNOVeTION VALLEY<br />
punta a farsi network di aziende,<br />
artisti e designer, oltre che vivace<br />
incubatore di iniziative come<br />
l’Adunata del Contemporaneo<br />
che si è tenuta il 6 settembre a<br />
Bassano del Grappa. La sfida è<br />
quella di dare al Veneto una corporate<br />
image design-oriented (o<br />
creative-oriented) da spendere<br />
nel mondo.<br />
Perché se il valore aggiunto del<br />
design non è più nelle cose ma<br />
nelle esperienze, è sulla scala<br />
delle esperienze reali, intense ed<br />
emozionanti che si misura il<br />
design del XXI secolo. Che non<br />
sarà né solido né liquido ma<br />
denso, capace di preservare i<br />
gradi di libertà della società liquida<br />
senza per questo lasciare che<br />
il vissuto quotidiano delle persone<br />
si sfilacci nella perdita di<br />
senso. Non solo emozione, non<br />
solo sostenibilità, ma emozione<br />
sostenibile; non solo senso poetico,<br />
non solo pragmatismo operativo,<br />
ma senso operativo e pragmatica<br />
della poesia. Tra Milano e<br />
Torino, il Veneto. <br />
www.fuoribiennale.org<br />
link.
78.talent hunter <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
a cura di Daniele Perra<br />
dario pecoraro<br />
La prima<br />
domanda per<br />
delineare la tua<br />
personalità:<br />
qual è l'ultimo libro che hai letto?<br />
Ho appena finito di leggere I miei<br />
luoghi oscuri di James Ellroy.<br />
Veramente potente. Penso non<br />
sia da tutti scrivere un libro sull'omicidio<br />
della propria madre, realizzare<br />
un noir autobiografico in<br />
maniera così cruda e scientifica.<br />
Musica! Cosa ascolti?<br />
La faccenda si fa complicata. Non<br />
ho un genere preferito, ascolto di<br />
tutto. Quando visito altri paesi mi<br />
piace andare nei negozi di musica:<br />
lì si trovano sempre delle chicche.<br />
Durante l’adolescenza ascoltavo<br />
soprattutto punk e derivati:<br />
ho visto concerti veramente belli.<br />
I Millencolin all'Acquatica non si<br />
dimenticano facilmente.<br />
Cinque città che consiglieresti di<br />
visitare e perché.<br />
La prima in assoluto è Tokyo. È<br />
una città che mi ha sconvolto e<br />
affascinato. È incredibile salire<br />
all'ultimo piano di un grattacielo e<br />
vedere una metropoli infinita, una<br />
vera megalopoli. Sempre in<br />
Giappone, Hiroshima. Visitare il<br />
Peace Memorial Museum e poi<br />
passare fra grattacieli, luci, suoni<br />
e prendere quello che chiamano il<br />
"treno proiettile", beh, fa riflettere.<br />
Un'altra città che consiglio è San<br />
Francisco. È come vivere in un<br />
perenne déjà vu. Market Street<br />
offre davvero tanto. Napoli è senz'altro<br />
da visitare, meglio se con<br />
una persona del posto, capace di<br />
mostrare i diversi lati di una città<br />
incredibile. Infine Barcellona,<br />
mare, movida, ottima cucina.<br />
I luoghi che ti hanno particolarmente<br />
affascinato?<br />
Davvero tanti, se proprio devo<br />
fare una selezione posso dire<br />
l'Umeda Sky Building di Osaka,<br />
con il Floating Garden Center. Il<br />
coloratissimo porto di Horta nelle<br />
Azzorre con il Bar Sport e gli intagliatori<br />
di denti di balena, e poi<br />
Santa Cruz in California. È un<br />
luogo allucinante, è come essere<br />
in un TV show, imprigionati fra<br />
Baywatch e Room Raider, e non è<br />
poi così male.<br />
Classe 1984, diploma in Arti Visive alla (NABA) Nuova Accademia Belle Arti di Milano, la prima mostra<br />
nel 2004 e la più recente lo scorso giugno allo spazio Borgovico 33 di Como, Dario Pecoraro non ama,<br />
per sé, la definizione di pittore perché i suoi lavori "nascono su tela per poi mutare e stravolgersi, diventando<br />
installazioni o altro". Un'attenta osservazione della realtà è il punto di partenza della sua ricerca.<br />
Una vecchia cartolina, un frammento video tratto da MTV, un racconto, vecchie fotografie o riviste: non<br />
ha importanza la fonte, l'importante è che faccia riflettere. Dario Pecoraro lavora con la Galleria Balmelli<br />
di Bellinzona. Vive a Cormano.<br />
Quali sono gli artisti del passato<br />
che ti interessano?<br />
Me ne vengono in mente moltissimi<br />
e ognuno m'incuriosisce sotto<br />
vari aspetti. Jackson Pollock è<br />
sicuramente un artista per cui<br />
nutro particolare interesse e<br />
m'affascina il fatto che sia impossibile<br />
scindere la produzione artistica<br />
dalla sua vita. I disegni di<br />
Willem de Kooning li trovo fantastici<br />
e il suo Pink Angels è da pelle<br />
d'oca. Marcel Duchamp era indiscutibilmente<br />
un genio. Trovo<br />
straordinario il fattore ironia nei<br />
suoi lavori. Uno degli artisti che<br />
più m'affascina risale a qualche<br />
centinaio d'anni fa ed è Piero della<br />
Francesca. Ricordo che da ragazzino<br />
portarmi a vedere una<br />
mostra d'arte antica equivaleva a<br />
darmi un cazzotto in faccia.<br />
Crescendo mi sono reso conto<br />
delle sue meraviglie e della sua<br />
contemporaneità: talvolta è<br />
impressionante osservare come<br />
pitture rinascimentali rappresentino<br />
ancora l'odierno.<br />
E i giovani artisti?<br />
Trovo che oggi vi siano molti artisti<br />
che lavorano e fanno ricerca in<br />
modo interessante, in Italia e all'estero.<br />
Fare arte e non giocare a<br />
fare l'artista è uno dei lavori più<br />
complessi. Posso dire che Francis<br />
Alÿs è certamente un artista che<br />
ammiro; i lavori, nella sua semplicità<br />
estetica, racchiudono un universo<br />
di rimandi ed emozioni.<br />
Trovo estremamente curiose le<br />
opere di Jockum Nordström, Neo<br />
Rauch e Marjetica Potrc ma,<br />
come detto, vari artisti stanno<br />
lavorando in maniera interessante.<br />
Forse mi sbaglio, ma penso<br />
che alcuni grandi artisti oggi facciano<br />
altro, ho visto persone fare<br />
veramente arte senza rendersene<br />
conto.<br />
Tra i pittori contemporanei che<br />
hanno riscosso un grande successo<br />
negli ultimi anni come<br />
Michael Borremans, Tim Eitel,<br />
David Schnell o Matthias<br />
Weischer, quale ritieni più innovativo?<br />
Domanda difficile, sono tutti ottimi<br />
artisti. Sono straordinari i lavori di<br />
Weischer, fra gli artisti citati è<br />
forse il più innovativo. Le stanze<br />
rappresentate nelle sue tele e<br />
nelle carte sono fantastiche, sono<br />
ambienti al limite fra allucinazione<br />
e memoria. I colori sono da LSD!<br />
Le scene di Borremans e Eitel a<br />
volte le trovo un po' troppo narrative,<br />
ma ora sto cercando il pelo<br />
nell'uovo, si sta parlando di grandi<br />
artisti. Le tele di David Schnell<br />
sono davvero dei bei lavori, una<br />
sorta di esplosioni di colore, architetture<br />
instabili, piani e tinte<br />
improbabili.<br />
Mostre che ti hanno particolarmente<br />
colpito ultimamente.<br />
Ne parlavo giusto qualche giorno<br />
fa con un caro amico. È una<br />
domanda che non trova risposta<br />
immediata. Spesso l'aspetto<br />
mediatico dell'evento illude lo<br />
spettatore. Fa comunque parte<br />
del gioco. Per assurdo posso dire<br />
che la fiera Art Basel mi colpisce<br />
sempre. Si trovano lavori di<br />
straordinaria potenza. Ricordo un<br />
Picasso meraviglioso, avrei voluto<br />
portarmelo a casa. In Italia esistono<br />
situazioni estremamente interessanti,<br />
private e non. La mostra<br />
di Peter Fischli & David Weiss a<br />
Palazzo Litta è un esempio, mi ha<br />
davvero stupito. Think positive.<br />
Passiamo a te. Ti senti a tuo agio<br />
con la definizione di pittore oppure<br />
pensi sia limitante?<br />
La definizione di pittore in sé non è<br />
riduttiva. La storia dell'arte, anche<br />
contemporanea, dimostra quanto<br />
sia sbagliato considerare morta<br />
la pittura. Alcuni fra i più grandi<br />
artisti contemporanei lavorano<br />
solamente con il medium pittorico.<br />
Nel mio caso però è un po'<br />
limitante in quanto lavoro anche<br />
con altri media. Spesso i miei lavori<br />
nascono su tela per poi mutare<br />
e stravolgersi completamente<br />
diventando installazioni o altro.<br />
Che responsabilità ha oggi un<br />
artista?<br />
A mio avviso molta. Negli ultimi<br />
anni il continuo aumento d'interesse<br />
verso l'arte contemporanea<br />
ha visto come conseguenza<br />
una crescita dei prezzi di mercato,<br />
ed il proliferare a livello internazionale<br />
di musei, gallerie e altro ne<br />
è la testimonianza. È facile quindi<br />
che un giovane artista per rincor-<br />
rere le tendenze dettate da un<br />
sistema in continuo cambiamento<br />
perda contatto con il proprio lavoro<br />
e la ricerca si esaurisca rapidamente.<br />
Un artista oggi dovrebbe<br />
fare cultura e non assecondare i<br />
gusti del mercato e del pubblico,<br />
ragionando sul proprio lavoro,<br />
concentrandosi sulla ricerca personale<br />
per confermare l'assoluta<br />
importanza dell'arte.<br />
Qual è il modo migliore per<br />
descrivere la tua ricerca?<br />
Penso che un buon punto di partenza<br />
sia dire che ogni mio lavoro<br />
nasce da un'attenta osservazione<br />
della realtà, nelle più diverse<br />
forme in cui mi si presenta. Può<br />
essere un video su MTV come<br />
una vecchia cartolina, non ha<br />
importanza, l'essenziale è che mi<br />
faccia riflettere, deve sollevarmi<br />
dei dubbi, deve suscitarmi domande.<br />
Non trovo interessante un<br />
lavoro quando mi dichiara subito<br />
tutto. Quello che sto cercando di<br />
fare è l'opposto: gli elementi devono<br />
poter assumere svariati aspetti,<br />
ogni soggetto deve poter essere<br />
osservato da più punti di vista<br />
o, come direbbe W. Egglestone, in<br />
maniera democratica.<br />
Oltre alla pittura e all'installazione,<br />
con quali altri media ti sei<br />
confrontato?<br />
Il video. Di recente ho realizzato<br />
una sorta di docufiction nella periferia<br />
nord milanese girato quasi<br />
interamente in notturna. Non è il<br />
primo lavoro video che realizzo. Il<br />
video è un medium affascinante<br />
ma assolutamente complesso da<br />
utilizzare e il numero di informazioni<br />
contenute in un progetto<br />
audiovisivo sono enormi. Si può<br />
notare come spesso questo<br />
mezzo venga utilizzato in maniera<br />
impropria e l'immediatezza della<br />
videocamera prenda il sopravvento<br />
sul lavoro dell'artista.<br />
Che formazione hai?<br />
Sto concludendo il Biennio<br />
Specialistico in Visual Arts and<br />
Curatorial Studies diretto da<br />
Marco Scotini presso la NABA a<br />
Milano, dove ho frequentato<br />
anche il triennio. Questi ultimi due<br />
anni si sono rivelati fondamentali<br />
per lo sviluppo del mio lavoro e mi<br />
a sinistra: Initiation, 2007 - 18X24 cm -<br />
oil on canvas<br />
a destra: I don’t know why I was there,<br />
2007 - 150X110 cm - oil, acrylic, ink<br />
and pencil on canvas<br />
hanno dato l'opportunità di potermi<br />
confrontare con figure importanti<br />
come Francesco Jodice,<br />
Patrick Tuttofuoco, Jens Hoffman<br />
e Viktor Misiano.<br />
Quanto la preparazione accademica<br />
influenza il percorso artistico<br />
individuale?<br />
Relazionarsi con docenti preparati<br />
alle rapide trasformazioni del<br />
sistema contemporaneo risulta,<br />
oggi più che mai, un punto fondamentale<br />
per la preparazione di un<br />
giovane artista. Una costante<br />
interazione con compagni di<br />
corso, artisti e curatori, magari<br />
provenienti da altri paesi, è certamente<br />
un fattore di primaria<br />
importanza e contribuisce fortemente<br />
all'arricchimento culturale<br />
dell'individuo.<br />
Hai fatto qualche residenza?<br />
Non ancora, ma è un'esperienza<br />
che non mi dispiacerebbe affatto<br />
fare in futuro.<br />
Pensi di rimanere in Italia nei<br />
prossimi anni?<br />
È una domanda che mi pongo più<br />
o meno ogni quarto d'ora. Di certo<br />
esperienze all'estero rientrano fra<br />
miei obiettivi futuri. Il mondo sta<br />
diventando sempre più piccolo e,<br />
per comprendere i mutamenti<br />
globali, rapportarsi con altre realtà<br />
è importante. Come detto precedentemente,<br />
trovo che in Italia<br />
esistano situazioni valide, come<br />
gallerie private, collezioni e fondazioni,<br />
ma l'impressione è che il<br />
paese non si sia ancora convinto<br />
appieno dell'importanza culturale<br />
dell'arte contemporanea.<br />
Progetti?<br />
Sto lavorando su alcuni nuovi lavori<br />
che focalizzano l'attenzione su<br />
vari aspetti della mia ricerca. In<br />
particolare sto sviluppando un<br />
progetto installativ, la cui formazione<br />
si sta rivelando piuttosto<br />
complessa, un work in progress<br />
che non so nemmeno io dove<br />
andrà a finire… anche se una<br />
mezza idea già ce l'ho.
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ecco una selezione degli <strong>Exibart</strong>.point dove trovare <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> (se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)<br />
Alessandria - ZOGRA - Corso Roma 123<br />
Ancona - ACRILICO CAFE - Corso Giuseppe Mazzini 89<br />
Ascoli Piceno - LIBRERIA RINASCITA - Piazza Roma 7<br />
Asti - FONDO GIOV-ANNA PIRAS - Via Brofferio 80<br />
Bari - TAVLI BOOK - Strada Angiola 23<br />
Benevento - ARCOS - Corso Giuseppe Garibaldi<br />
Benevento - PESCATORE - Via S. Pasquale, 36<br />
Bergamo - ARS ARTE+LIBRI - Via Pignolo 116<br />
Bergamo - GAMEC - Via San Tomaso 52<br />
Biella - CAF. CITTADELLARTE - Via G. B. Serralunga 27<br />
Bologna - ARS CAPILLORUM - Via Del Pratello 13<br />
Bologna - ART TO DESIGN - Via Porta Nova 12<br />
Bologna - BETTY & BOOKS - Via Rialto 23a<br />
Bologna - BRAVO CAFE - Vico De Gradi 4r<br />
Bologna - FABRICA FEATURES - Via Rizzoli 8<br />
Bologna - IL LEONARDO - Via Guerrazzi 20<br />
Bologna - LA SCUDERIA - Piazza Giuseppe Verdi 2<br />
Bologna - L'INDE LE PALAIS - Via De' Musei 6<br />
Bologna - MAMBO - BOOKSHOP - Via Don Giovanni Minzoni 4<br />
Bologna - MANA' - Via Cartoleria 15<br />
Bologna - MODO INFOSHOP - Via Mascarella 24/b<br />
Bologna - NEON>CAMPOBASE - Via Francesco Zanardi 2/5<br />
Bologna - RAUM - Via Ca' Selvatica 4/d<br />
Bologna - SESTO SENSO - Via Giuseppe Petroni 9c<br />
Bologna - SUGAR BABE - Via San Felice 25d<br />
Bologna - VILLA SERENA - Via Della Barca 1<br />
Bologna - ZO'CAFE - Via Lodovico Berti 15/b<br />
Bolzano - CENTRO CULTURALE TREVI - Via Dei Cappuccini 28<br />
Bolzano - GOETHE2 - Via Dei Cappuccini 26a<br />
Bolzano - LIBERA UNIVERSITA' DI BOLZANO - Via R. Sernesi 1<br />
Brescia - PUNTO EINAUDI - Via Pace 16<br />
Cagliari - EXMA' - Via San Lucifero 71<br />
Cagliari - MAY MASK - Via Vincenzo Sulis 63<br />
Cagliari - T HOTEL - Via Dei Giudicati<br />
Caldogno (vi) - C4 - Villa Caldogno, Via Zanella 3<br />
Castiglioncello (li) - LA LIMONAIA - CAST. PASQUINI - P.zza Della Vittoria 1<br />
Catania - PAPINI - Corso Italia 78<br />
Catania - ZO - Piazzale Asia 6<br />
Catanzaro - L'ISOLA DEL TESORO - Via Francesco Crispi 7<br />
Cesena - TEATRO VERDI - Via Luigi Sostegni 13<br />
Chieti - OFF. CULTURALI - Via Papa Giovanni XXIII 14<br />
Cinisello Balsamo (mi) - MUSEO DI FOTO. CONTEMP. - Via Frova 10<br />
Codroipo (ud) - VILLA MANIN DI PASSARIANO - Piazza Manin 10<br />
Como - LA TESSITURA - Viale Franklin D. Roosevelt 2a<br />
Como - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana 15<br />
Cortina d’Ampezzo - LIBRERIA SOVILLA - Corso Italia 118<br />
Ferrara - LA CARMELINA - Via Carmelino 22<br />
Firenze - ASSOLIBRI - Via Del Sole 3r<br />
Firenze - BASE-PROGETTI PER L'ARTE - Via Di San Niccolò 18r<br />
Firenze - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Parione 47<br />
Firenze - G. CAFFE' GIUBBE ROSSE - Piazza Repubblica13/14r<br />
Firenze - LEF - Via Ricasoli 105<br />
Firenze - LIBERA ACCADEMIA DI BELLE ARTI - Piazza di Badia a Ripoli 1/A<br />
Firenze - LIBRERIA CAFE' LA CITE' - Borgo San Frediano 20/r<br />
Firenze - LIBRERIA DEL PORCELLINO - Piazza Del Mercato Nuovo 1<br />
Firenze - PLASMA - Piazza Francesco Ferrucci 1r<br />
Firenze - STROZZINA - PALAZZO STROZZI - Piazza degli Strozzi, 1<br />
Firenze - TEATRO DEL SALE - Via De' Macci 111r<br />
Firenze - VILLA ROMANA - Via Senese 68<br />
Foggia - LIBRERIA UBIK - Piazza Giordano 74<br />
Gallarate (va) - CIVICA GALLERIA D'ARTE MODERNA - Viale Milano 21<br />
Gallarate (va) - EXHIBAIR MALPENSA - Strada Statale Dell'Aeroporto Della Malpensa<br />
Genova - BROADSIDE - Via XII Ottobre 31r<br />
Genova - C DREAM COSTA LOUNGE&BAR - Via XII Ottobre 4<br />
Genova - LIBRERIA ELECTA - EINAUDI - Piazza Bellini 70<br />
Genova - MENTELOCALE - Piazza Matteotti 5<br />
Genova - VISION QUEST CONTEMPORARY PHOTOGRAPHIA - Corso A. Saffi 29<br />
Genova - WOLFSONIANA - Via Serra Gropallo 4<br />
Genova - ZONAFRANCA - Via XXV Aprile 16<br />
La Spezia - CAMEC - Piazza Cesare Battisti 1<br />
La Spezia - LIBRERIA IL CONTRAPPUNTO - Via Galilei 17<br />
La Spezia - PALAZZINA DELLE ARTI - Via Del Prione 236<br />
Lecce - ASSOCIAZIONE IL RAGGIO VERDE - Via F. D'Aragona 14<br />
Livorno - FACTORY DESIGN - Via Monsignor F. Ganucci 3<br />
Lucca - PUNTO EINAUDI - Via San Girolamo 19<br />
Mantova - CENTRO BOMA-BORSA - Piazza Vilfredo Pareto 1<br />
Massafra (ta) - FALSO PEPE ENOTEI - Via SS Medici 45<br />
Matera - PALAZZO LANFRANCHI - Piazzetta Giovanni Pascoli<br />
Merano - KUNSTMERANOARTE - Via Portici 163<br />
Milano - 11 - Via Alessio Di Tocqueville 11<br />
Milano - 55DSL - Corso Di Porta Ticinese 60<br />
Milano - ACCADEMIA DI BRERA - Via Brera 28<br />
Milano - ACCADEMIA DI BRERA 2 - Viale Marche 71<br />
Milano - A+M BOOKSTORE - Via Alessandro Tadino 30<br />
Milano - ANGEL ART GALLERY - Via Fiori Chiari 12<br />
Milano - ARMANI\LIBRI - Via Alessandro Manzoni 31<br />
Milano - ARTANDGALLERY - Via Francesco Arese 5<br />
Milano - ART BOOKBOVISA - Via Lambruschini 31<br />
Milano - ART BOOK MILANO - Via Della Moscova 27<br />
Milano - ART BOOK TRIENNALE - Viale Emilio Alemagna 6<br />
Milano - ARTIDORO OSTERIA - Via Manfredo Camperio 15<br />
Milano - BASE B - Via Lambruschini 36<br />
Milano - BOCCASCENA CAFFE - Corso Magenta 24<br />
Milano - BONDBAR - Via Pasquale Paoli 2<br />
Milano - CAFFE DEGLI ARTISTI - Viale Abruzzi 23<br />
Milano - CAFFE GIAMAICA - Via Brera 32<br />
Milano - CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI - Via Della Moscova 25<br />
Milano - CCS - CENTRO CULT. SVIZZERO - Via del Vecchio Politecnico 3<br />
Milano - CHOCO CULT - Via Michelangelo Buonarroti 7<br />
Milano - CIBOH - Via Clusone (di fronte al civico 6)<br />
Milano - C/O CARE OF - Via Luigi Nono 7<br />
Milano - C-ZONE - Via Pestalozzi 4<br />
Milano - DERBYLIUS - Via Pietro Custodi 16<br />
Milano - DESIGN LIBRARY - Via Savona 11<br />
Milano - DOCVA - Via Giulio Cesare Procaccino 4<br />
Milano - DOMUS ACADEMY - Via Giacomo Watt 27<br />
Milano - ELECTA | KOENIG - Piazza Del Duomo 1<br />
Milano - EMPORIO CHOCOLAT - Via Giovanni Boccaccio 9<br />
Milano - FASHION LIBRARY WORK - Via Vigevano 35<br />
Milano - FONDAZIONE PRADA - Via Antonio Fogazzaro, 36<br />
Milano - FOOD&DRINKS 35 - Via Panfilo Castaldi 35<br />
Milano - FORMA LIBRERIA - Piazza Tito Lucrezio Caro 1<br />
Milano - FRANKLIN&MARSHAL - c.so P.ta Ticinese, 16<br />
Milano - FRIDA - via Antonio Pollaiuolo<br />
Milano - FRIP - c.so P.ta Ticinese, 16<br />
Milano - HANGAR BICOCCA - Viale Sarca 336<br />
Milano - IED - Via Pompeo Leoni 3<br />
Milano - IED ARTI VISIVE - Via Amatore Antonio Sciesa 4<br />
Milano - IULM - Via Carlo Bo 4<br />
Milano - ISTITUTO MARANGONI - Via Pietro Verri 4<br />
Milano - LE BICICLETTE - Via Giovanni Battista Torti<br />
Milano - LE TROTTOIR - Piazza XXIV Maggio 1<br />
Milano - LIBRERIA DEL CASTELLO SFORZESCO - Piazza Castello<br />
Milano - LIBRERIA CLUP - Via Andrea Maria Ampère 20<br />
Milano - LIBRERIA HOEPLI - SECONDOPIANO - Via Ulrico Hoepli 5<br />
Milano - LIBRERIA L'ARCHIVOLTO - Via Marsala 2<br />
Milano - LIBRERIA TIKKUN - Via Montevideo 9<br />
Milano - LIBRERIA UTOPIA - Via Giovanni Ventura 5<br />
Milano - LIFEGATE CAFE - Via Della Commenda 43<br />
Milano - MARGHERA 37 - Via Marghera 37<br />
Milano - MALO - Via Della Spiga 7<br />
Milano - MI CAMERA BOOKSTORE - Via Cola Montano<br />
Milano - MILANOLIBRI - Via Giuseppe Verdi 2<br />
Milano - MILANO LOUNGE BAR - Via G. Cesare Procaccini 37<br />
Milano - MOM - viale Monte Nero, 51<br />
Milano - MUSEO DELLA PERMANENTE - via Turati, 34<br />
Milano - NABA - Via Carlo Darwin 20<br />
Milano - NEON>FDV - Via Procaccini 4<br />
Milano - N'OMBRA DE VIN - Via San Marco 2<br />
Milano - PAC - PADIGLIONE D'ARTE CONTEMPORANEA - Via Palestro 14<br />
Milano - PALAZZO DELLE STELLINE - corso Magenta, 61<br />
Milano - PALAZZO REALE - Piazza Del Duomo 12<br />
Milano - PAPER & PEOPLE - Via Friuli 32<br />
Milano - PURPLE - c.so P.ta Ticinese, 22<br />
Milano - RAAS - Via Pietrasanta 14<br />
Milano - RADETSKY - c.so Garibaldi, 105<br />
Milano - REFEEL - Viale Sabotino 20<br />
Milano - REVEL - SCALO D'ISOLA - Via Thaon Di Revel Genova 3<br />
Milano - RISTORANTE INDUSTRIA / SUPERSTUDIO - via Bugatti, 13<br />
Milano - RIVA RENO GELATO - Viale Col Di Lana 8<br />
Milano - S'AGAPO' - Via Lodovico Il Moro 171<br />
Milano - SKIPINTRO - Via Donatello 2<br />
Milano - SOTTOCORNO LIBRI&CAFFE - Via Pietro Maestri 1<br />
Milano - SOTTOCORNONOVE STUDIOGALLERIA - Via P. Sottocorno, 9<br />
Milano - SPACCIO DI CHARTA - Via Della Moscova 27<br />
Milano - SPAZIO BASEB - Via Raffaele Lambruschini 36<br />
Milano - SPAZIO CRAPAPELADA - Via Savona 12<br />
Milano - SPAZIO FITZCARRALDO - Viale Angelo Filippetti 41<br />
Milano - SPAZIO OBERDAN - Viale Vittorio Veneto 2<br />
Milano - SPAZIO PONTACCIO - Via Pontaccio, 18<br />
Milano - SPAZIO ROSSANA ORLANDI - Via Matteo Bandello 14<br />
Milano - SUITE - Largo La Foppa 5<br />
Milano - SUPERSTUDIO PIU - Via Tortona 27<br />
Milano - T35 - Via Tortona 35<br />
Milano - TAD - Via Statuto 12<br />
Milano - TOKIDOKI STORE - Corso Di Porta Ticinese 62<br />
Milano - TRACE [TRAS] - Via Savona 19<br />
Milano - VENTI - Via Celestino IV 9<br />
Milano - WOK - Viale Col Di Lana, 5a<br />
Modena - CAFE' LIVRE - Via Emilia Centro 103<br />
Momigliano Veneto - BROLO CENTRO D'ARTE E CULTURA - Via Rozone e Vitale 5<br />
Monfalcone (go) - GALLERIA COM. D'ARTE CONTEMPORANEA - P.zza Cavour, 44<br />
Montecatini Terme (pt) - BK1CONCEPTSPACE - Via Della Nievoletta 20<br />
Montepulciano (si) - CANTINE ICARIO - Via delle Pietrose 2<br />
Monza - ARTE FATTO - Via Carlo Prina 18<br />
Napoli - AZAR CAFE - Via Alessandro Scarlatti 139<br />
Napoli - CULTI SPA CAFE - Via Carlo Poerio 47<br />
Napoli - EDICOLE' - Piazza Municipio 5<br />
Napoli - FONOTECA- Via Raffaele Morghen 31<br />
Napoli - INTRA MOENIA - Piazza Bellini 70<br />
Napoli - KESTE' - Via San Giovanni Maggiore Pignatelli<br />
Napoli - MADRE BOOKSHOP - Via Luigi Settembrini 79<br />
Napoli - MANI DESIGN - Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 1b<br />
Napoli - NENAPOP - Via Nardones 22<br />
Napoli - NUOVO TEATRO NUOVO - Via Montecalvario 16<br />
Napoli - PAN BOOKSHOP - Via Dei Mille 60<br />
Napoli - PENGUIN CAFE - Via Santa Lucia, 88<br />
Napoli - SUPPORTICO LOPEZ - Supportico Lopez 32<br />
Napoli - TEATRO TINTA DI ROSSO - Via San Biagio Dei Librari 39<br />
Napoli - TRIP - Via Giuseppe Martucci 64<br />
Napoli - TTC CLUB - Via Giovanni Paisiello 39<br />
Novara - TEATRO COCCIA - Via Fratelli Rosselli 47<br />
Nuoro - MAN - Via Sebastiano Satta 15<br />
Orta San Giulio (No) - ILBOX MOTORE PER L'ARTE - via Olina 22<br />
Padova - BARLUME - Via Antonio Francesco Bonporti 26<br />
Padova - CAFE AU LIVRE - Via Degli Zabarella 23<br />
Padova - GODENDA - Via Francesco Squarcione 4/6<br />
Palermo - EXPA - Via Alloro 97<br />
Palermo - KURSAAL KAHLESA - Foro Umberto I 21<br />
Palermo - LIBRERIA BROADWAY - Via Rosolino Pilo 18<br />
Palermo - LIBRERIA MODUSVIVENDI - Via Quintino Sella 79<br />
Palermo - PALAB - Via Del Fondaco<br />
Palermo - RELOJ - Via Pasquale Calvi 5<br />
Parma - FIACCADORI - Strada Al Duomo 8<br />
Perugia - CAFFE DI PERUGIA - Via Giuseppe Mazzini 10<br />
Perugia - GALLERIA MIOMAO - Corso Cavour 120<br />
Perugia - LA LIBRERIA - Via Guglielmo Oberdan 52<br />
Pesaro - CENTRO ARTI VISIVE PESCHERIA - Corso XI Settembre 184<br />
Pescara - ECOTECA - Via Giovanni Caboto 19<br />
Pescara - FEZ LIVING - Via Nicola Fabrizi 190<br />
Pescara - PUNTO EINAUDI - Viale Guglielmo Marconi 4<br />
Pordenone - CAFFE LETTERARIO AL CONVENTO - P.za Della Motta 2<br />
Prato - CENTRO PECCI - Viale Della Repubblica 277<br />
Prato - SPAZIO POLISSENA - Piazza Sant'Agostino 14<br />
Prato - SPAZIORAZMATAZ - Piazza Mercatale 107<br />
Reggio Emilia - COLLEZIONE MARAMOTTI - MAX MARA - via Fratelli Cervi 66<br />
Reggio Emilia - LIBRERIA ALL'ARCO - Via Emilia A Santo Stefano 3d<br />
Reggio Emilia - LIBRERIA LA COMPAGNIA - Via Migliorati 1a<br />
Riccione - SIXTY HOTEL - Via Milano 54<br />
Rimini - VELVET FACTORY - Via S. Aquilina 21<br />
Roma - 26CC - Via Castruccio Castracane 26 | 28a | 30<br />
Roma - ACCADEMIA DI BELLE ARTI - Via Di Ripetta 222<br />
Roma - ACCADEMIA DI FRANCIA VILLA MEDICI - Viale Trinità dei Monti 1<br />
Roma - AGAVE BISTROT - Via Di San Martino Ai Monti 7a<br />
Roma - ALICELIBRI - Piazza Della Chiesa Nuova 21<br />
Roma - ALTROQUANDO - Via Del Governo Vecchio 80<br />
Roma - AMERICAN ACADEMY - Via Angelo Masina 5<br />
Roma - AMORE E PSICHE - Via Di S. Caterina Da Siena 61<br />
Roma - BACCO E DAGUERRE - Via Nicola Ricciotti 6<br />
Roma - BAR A BOOK - Via Dei Piceni 23<br />
Roma - BIBLI - Via dei Fienaroli, 28<br />
Roma - BOOK Á BAR presso Palaexpo - Via Nazionale 194<br />
Roma - BOOKSHOP presso PalaExpo - Via Nazionale 195<br />
Roma - BRASSERIE CO2 - Largo Del Teatro Valle 4<br />
Roma - CAFFE FANDANGO - Piazza Di Pietra 32<br />
Roma - CAFFELETTERARIO - Via Ostiense 95<br />
Roma - CAFFE UNIVERSALE \ ACANTO SPA - Via Delle Coppelle 16<br />
Roma - CASA DEL JAZZ - ZONE ATTIVE - Viale Di Porta Ardeatina 55<br />
Roma - CHIOSTRO DEL BRAMANTE - CAFFE - Arco Della Pace<br />
Roma - CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia 42<br />
Roma - CIRCUS - Via Della Vetrina 15<br />
Roma - CO2 - Piazza di Spagna 9<br />
Roma - CONTESTA HAIR ROCK - Via Degli Zingari 9<br />
Roma - CRUDO - Via Degli Specchi 6<br />
Roma - DEGLI EFFETTI - Piazza Capranica 79<br />
Roma - DOM CHAMPAGNERIA - Via Degli Zingari 49<br />
Roma - DOP CONCEPT STORE - Via Urbana 25<br />
Roma - DOOZO - Via Palermo 51<br />
Roma - ELIO FERRARO GALLERYSTORE - Via Margutta 11<br />
Roma - ÈSTILE BOOKSTORE - Via Chiana 15<br />
Roma - ESTROBAR - Via Pellegrino Matteucci 20<br />
Roma - ETABLI - Vicolo Delle Vacche 9<br />
Roma - FABRICA - Via Girolamo Savonarola 8<br />
Roma - FAFIUCHE - Via D. Madonna D. Monti 8<br />
Roma - FAHRENHEIT451 - Campo De’fiori 44<br />
Roma - FBPROJECT - Via Giovanni Battista Tiepolo 9<br />
Roma - FONDAZIONE BARUCHELLO - Via Santa Cornelia, 695<br />
Roma - FONDAZIONE GUASTALLA - Viale Regina Margherita 262<br />
Roma - FONDAZIONE OLIVETTI - via Zanardelli, 34<br />
Roma - FRENGO'S MUSIC - via Della Lungaretta, 65<br />
Roma - FRENI&FRIZIONI - Via Del Politeama 4<br />
Roma - FUZZYBARBOTTIGLIERIA - Via Degli Aurunci 6<br />
Roma - GIUFA' - Via Degli Aurunci 38<br />
Roma - GNAM BOOKSHOP ELECTA - Via Antonio Gramsci 73<br />
Roma - IED - Via Alcamo 11<br />
Roma - ISICULT - PALAZZO TAVERNA - Via Di Monte Giordano 36<br />
Roma - LA CONCHIGLIA - Via Dei Pianellari 17<br />
Roma - LA DIAGONALE - Via Dei Chiavari 75<br />
Roma - LA QUADRIENNALE DI ROMA - V.la Carpegna - p.zza di V.la Carpegna<br />
Roma - LIBRERIA ARION VIAVENETO - Via V. Veneto 42<br />
Roma - LIBRERIA BORGHESE - Via Della Font. Di Borghese 64<br />
Roma - LIBRERIA FERRO DI CAVALLO - Via Del Governo Vecchio 7<br />
Roma - LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli 31d<br />
Roma - LIBRERIA L'AVENTURE - Via Del Vantaggio 21<br />
Roma - LIBRERIA NOTEBOOK - Via Pietro De Coubertin 30<br />
Roma - LO YETI - Via Perugia 4<br />
Roma - MACRO - Via Reggio Emilia 54<br />
Roma - MACRO FUTURE - Piazza Orazio Giustiniani<br />
Roma - MAXXI - Via Guido Reni 6<br />
Roma - MEL BOOKSTORE CAFFE’ - Via Nazionale 252<br />
Roma - MOTAMOT - Via Giulio Rocco 37/39<br />
Roma - MUSEO CARLO BILOTTI - Viale Fiorello La Guardia 4<br />
Roma - NECCI - Via Fanfulla Da Lodi, 68<br />
Roma - ODRADEK LA LIBRERIA - Via Dei Banchi Vecchi 57<br />
Roma - OFFICINE - Via Del Pigneto 215<br />
Roma - OPEN COLONNA RISTORANTE - Via Nazionale 194<br />
Roma - OPIFICIO - Via dei Magazzini Generali 20/A<br />
Roma - PAPYRUS CAFE - Via Dei Lucchesi 28<br />
Roma - PARAPHERNALIA - Via Leonina 6<br />
Roma - PRIMO - Via Del Pigneto 46<br />
Roma - PUNTO EINAUDI - Via Giulia 81a<br />
Roma - RASHOMON - Via Degli Argonauti, 16<br />
Roma - RGB46 - Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46<br />
Roma - RUFA - Via Benaco 2<br />
Roma - SAID - Via Tiburtina 135<br />
Roma - SALOTTO42 - Piazza Di Pietra 42<br />
Roma - SCOLARO PARRUCCHIERE - Via Ruggero Sauro 63<br />
Roma - SCUDERIE DEL QUIRINALE - Via XXIV Maggio 16<br />
Roma - SCUOLA ROM. DI FOTOGRAFIA - Via Degli Ausoni 7/a<br />
Roma - SECONDOME - Via Pianillari 26/27<br />
Roma - SHAKI - Via Del Governo Vecchio 123<br />
Roma - SOCIETE LUTECE - Piazza Di Montevecchio 16<br />
Roma - SUPER - Via Leonina 42<br />
Roma - SUPPERCLUB - Via De' Nari 14/15<br />
Roma - TAD - Via Del Babuino 155a<br />
Roma - TEMPORARY LOVE - Via Di San Calisto 9<br />
Roma - THE CRYSTAL BAR - HOTELART - Via Margutta 52<br />
Roma - TREEBAR - Via Flaminia 226<br />
Roma - TUMA'S BOOK - Via Dei Sabelli 17<br />
Roma - VIVALIBRI - Piazza Di Santa Maria Liberatrice 23<br />
Roma - WINE BAR CAMPONESCHI - Piazza Farnese<br />
Roma - WONDERFOOL - Via Dei Banchi Nuovi 39<br />
Rovereto (tn) - MART - BOOKSHOP - Corso Angelo Bettini 43<br />
Rozzano (mi) - FONDAZIONE ARNALDO POMODORO - Via Adda 15<br />
San Candido - KUNSTRAUM - Via Peter Paul Rainer 4<br />
Sarzana (sp) - DISTANZE - Via Sotto gli Uffizi 2<br />
Sassari - LIBRERIA DESSì - Largo Felice Cavallotti 17<br />
Siena - ALOE&WOLF GALLERY - Via Del Porrione 23<br />
Siena - PUNTO EINAUDI - Via Di Pantaneto 66<br />
Taranto - LIBRERIA DICKENS - Via Medaglie D'Oro 129<br />
Terni - PLACEBO - Via Cavour 45<br />
Torino - AB+CLUB - Via Della Basilica 13<br />
Torino - ARTBOOK LINGOTTO - Via Nizza 230<br />
Torino - ARTEGIOVANE - Via Crescentino 25<br />
Torino - CASTELLO DI RIVOLI - Piazza Mafalda Di Savoia<br />
Torino - COMUNARDI - Via Conte Giambattista Bogino 2<br />
Torino - EATALY - Via Nizza 230<br />
Torino - FONDAZIONE MERZ - Via limone 24<br />
Torino - FONDAZIONE SANDRETTO - Via Modane 16<br />
Torino - GAM BOOKSHOP - Via Magenta 31<br />
Torino - IED - Via San Quintino 39<br />
Torino - ILTASTEBOOK - Corso Vittorio Emanuele II 58<br />
Torino - J&S VINTAGE - Via Matteo Pescatore 11b<br />
Torino - KM4 - Via San Domenico 14/15<br />
Torino - LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18<br />
Torino - MAGO DI OZ - Via Maria Vittoria 58<br />
Torino - MARENA ROOMS GALLERY - Via Dei Mille 40/a<br />
Torino - MOOD LIBRI&CAFFE - Via Cesare Battisti 3e<br />
Torino - OOLP - Via Principe Amedeo 29<br />
Torino - PALAZZO BRICHERASIO - Via La Grange 20<br />
Torino - RIVESTITEMI - Via Vittorio Andreis 18<br />
Torino - ROCK'N'FOLK - Via Bogino 4<br />
Torino - SCUOLA HOLDEN - Corso Dante 118<br />
Torino - TORINO ESPOSIZIONI - Corso Massimo d'Azeglio 15<br />
Torino - WIPE OUT - Via Bellezia 15<br />
Torino - YOU YOU - Piazza Vittorio Veneto 12f<br />
Traversetolo (pr) - FOND. MAGNANI-ROCCA - Via Fond. Magnani-Rocca 4<br />
Treviso - ARCI TREVISO - Via Bolzano 3<br />
Treviso - FABRICA - Via Ferrarezza Fraz. Catena<br />
Trieste - IN DER TAT - Via Diaz 22<br />
Trieste - KAMASWAMI - Via San Michele 13<br />
Trieste - KNULP - Via Madonna Del Mare 7/a<br />
Udine - VISIONARIO - Via Fabio Asquini 33<br />
Venezia - CENTRO CULT. CANDIANI - Piazzale Luigi<br />
Venezia - CENTRO ZITELLE - Venezia - giudecca 95<br />
Venezia - FONDAZIONE BUZIOL - Cannaregio 4392<br />
Venezia - I LOVE TOURISM - Piazza San Marco 71c<br />
Venezia - PEGGY GUGGENHEIM - BOOKSHOP - Dorsoduro 701<br />
Venezia - IMAGINA - Campo Santa Margherita (Dorsoduro) 3126<br />
Venezia - IUAV Biblioteca Centrale, Tolentini - San Marco 1345<br />
Venezia - IUAV FACOLTA' DI DESIGN E ARTI - Dorsoduro 2206<br />
Venezia - LIBRERIA DEL CAMPO - Campo S. Margherita 2943<br />
Venezia - LIBRERIA ED. CAFOSCARINA - Calle Foscari 3259<br />
Venezia - LIBRERIA MONDADORI - San Marco 1345<br />
Venezia - NARANZARIA OSTERIA - Campo San Polo 130<br />
Venezia - PALAZZO GRASSI - BOOKSHOP - Campo San Samuele 3231<br />
Venezia - TOLETTA - Calle Della Toletta 1213<br />
Venezia - VINUS - Dorsoduro 3961<br />
Verona - GHEDUZZI - Corso Sant Anastasia 7<br />
Verona - PALAZZO FORTI - Volto Due Mori 4<br />
Vicenza - LIBRARSI - Contrà Delle Morette 4<br />
…in ogni spazio pubblicizzato ed in tutte le migliori gallerie private del paese!<br />
Hai un bar, una libreria, un ristorante di tendenza, un locale, una struttura ricettiva o turistica, una palestra, una beauty farm, un cinema, un teatro?<br />
Fidelizza la tua clientela distribuendo gratuitamente <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong>. Diventa anche tu <strong>Exibart</strong>.point: http://point.exibart.com
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> calendario.81<br />
Pescara<br />
Abruzzo<br />
dal 20/09/2008 al 31/10/2008<br />
Letizia Battaglia<br />
La Galleria Cesare Manzo è lieta di presentare<br />
nella sede di Pescara la mostra<br />
personale di Letizia Battaglia (Palermo,<br />
1935), una delle protagoniste della fotografia<br />
italiana contemporanea. La mostra<br />
- a cura di Paolo Falcone - adotta un<br />
taglio antologico<br />
dal lunedì al sabato ore 9:30|13:00<br />
16:00| 20:00<br />
galleria cesare manzo<br />
via umbria, 48<br />
+39 085297206<br />
www.galleriamanzo.it<br />
info@galleriamanzo.it<br />
Napoli<br />
TERAMO<br />
dal 27 settembre all'8 novembre 2008<br />
MATTEO FATO<br />
lunedì - sabato<br />
dalle 10,30 - 13,30 / 15,00 - 19,30<br />
WAREHOUSE<br />
Loc. San Nicolò,<br />
Via G.C. Canzanese, 51<br />
tel/fax: +39 0861 232189<br />
www.warehouseart.it<br />
info@warehouseart.it<br />
Campania<br />
NAPOLI<br />
dal 2 al 24 ottobre 2008<br />
Cybèle Varela<br />
AD SIDERA<br />
per Athanasius Kircher<br />
Inaugurazione: 2 ottobre ore 18.00<br />
Orari : dal lunedì al venerdì, 15-19,<br />
sabato 10-13<br />
Con il patrocinio del MiBAC-DGBL,<br />
MiBAC-Soprintendenza per il Polo<br />
Museale Napoletano, Provincia di<br />
Napoli, Comune di Napoli e<br />
dell'Istituto Nazionale di Studi Romani<br />
PALAZZO REALE, BIBLIOTECA<br />
NAZIONALE DI NAPOLI<br />
Recapiti : Piazza del Plebiscito, 1<br />
tel. 0817819111<br />
Catalogo : Gangemi Editore<br />
www.cybelevarela.com<br />
dal 18/10/2008 all' 11/01/2009<br />
Louise Bourgeois per<br />
Capodimonte<br />
Per la prima volta in Italia, verrà inaugurata<br />
a Napoli, nel Museo di<br />
Capodimonte, un’esposizione che include<br />
le opere eseguite lungo l’arco di tutta<br />
l’attività di Louise Bourgeois. L’artista<br />
presenta un insieme di lavori che segnano<br />
il percorso della sua produzione artistica<br />
dal secolo scorso fino ai nostri giorni.<br />
museo di capodimonte<br />
via di miano, 2<br />
+39 0817499111<br />
www.museo-capodimonte.it<br />
artina@arti.beniculturali.it<br />
Emilia Romagna<br />
Bologna<br />
dal 24/09/2008 al 24/10/2008<br />
Giuseppe Penone<br />
mambo - museo d'arte<br />
moderna di bologna<br />
via don giovanni minzoni, 4<br />
+39 0516496611<br />
www.mambo-bologna.org<br />
info@mambo-bologna.org<br />
Modena<br />
dal 19/09/2008 al 12/10/2008<br />
Canicola - Patto di sale.<br />
Disegni fantastici<br />
Dai viaggi onirici di Little Nemo<br />
(Winsor McCay) alle visioni ipnagogiche<br />
di Aleksandar Zograf e i sogni su<br />
carta di David B., passando per le “storie<br />
a forma di elefante” suggerite da<br />
Moebius, la fantasia nel fumetto ha filtrato<br />
angosce e leggerezze dei maggiori<br />
artisti del secolo.<br />
d406 arte contemporanea<br />
via cardinale giovanni morone, 31/3<br />
+39 059211071<br />
www.d406.com - info@d406.com<br />
Modena<br />
BOLOGNA<br />
dal 27 settembre 2008 all'undici gennaio 2009<br />
AMICO ASPERTINI<br />
1474-1552<br />
Artista bizzarro nell'età di Dürer e Raffaello<br />
a cura Andrea Emiliani, Daniela<br />
Scaglietti Kelescian<br />
PINACOTECA NAZIONALE<br />
Via Delle Belle Arti 56<br />
+39 0514209411<br />
sbas-bo@iperbole.bologna.it<br />
www.pinacotecabologna.it<br />
BOLOGNA<br />
dal 25 ottobre al 2 dicembre 2008<br />
South Africa Trilogy<br />
WILLIE BESTER<br />
feriali 15,30-19,30<br />
domenica 26/10 Ore 16-20<br />
L'ARIETE ARTECONTEMPORANEA<br />
Via D'Azeglio 42<br />
Tel/Info 348 9870574<br />
info@galleriaariete.it<br />
www.galleriaariete.it<br />
dal 19/09/2008 al 6/01/2009<br />
Il sublime è ora<br />
Oltre 200 anni dopo la sua definizione, il<br />
concetto di Sublime si conferma una<br />
tematica di grande attualità: l'idea<br />
romantica legata alla ricerca e all'esaltazione<br />
di nuove frontiere è una presenza<br />
pulsante nel mondo e nelle esperienze<br />
dell'arte contemporanea.<br />
galleria civica d'arte moderna -<br />
palazzo santa margherita<br />
corso canalgrande, 103 - + 39 0592032911<br />
www.comune.modena.it/galleria<br />
galcivmo@comune.modena.it<br />
Roma<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Lazio<br />
dal 18/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Anne-Karin Furunes<br />
L’artista norvegese Anne-Karin Furunes<br />
crea quadri di volti e paesaggi giganti su<br />
tele bianche e nere dalla superficie perforata<br />
o su lastre di alluminio.<br />
da mar. a sab. dalle 14.30 alle 19.30<br />
galleria traghetto<br />
via reggio emilia, 25 - +39 0644291074<br />
www.galleriatraghetto.it<br />
roma@galleriatraghetto.it<br />
Roma<br />
dal 16/10/2008 al 6/01/2009<br />
Bill Viola<br />
dom., mar., mer. e gio.: dalle 10.00<br />
alle 20.00; ven. e sab.: dalle 10.00<br />
alle 22.30; lun. chiuso<br />
palazzo delle esposizioni<br />
via nazionale, 194 - +39 06489411<br />
www.palazzoesposizioni.it<br />
info@palazzoesposizioni.it<br />
Roma<br />
dal 21/11/2008 al 7/01/2009<br />
Carla Accardi - Superficie in<br />
ceramica con elaborazione<br />
sonora di Gianna Nannini -<br />
Passi di Passaggio<br />
L’installazione è composta da un pavimento<br />
di piastrelle in gres dipinto, che copre<br />
tutto lo spazio, con segni alternati di colore<br />
verde e cobalto su sfondo bianco.<br />
auditorium - parco della musica<br />
viale pietro de coubertin, 34<br />
+39 0680241436 - www.auditorium.com<br />
info@musicaperroma.it<br />
Roma<br />
REGGIO EMILIA<br />
dall’11 ottobre al 16 novembre<br />
FRANCESCO STEFANINI<br />
Pastelli 1993-2008<br />
A cura di Sandro Parmiggiani<br />
Orario: tutti i gironi 15-19, sabato e<br />
domenica anche al mattino 10-13.<br />
Chiuso lunedì<br />
PALAZZO CASOTTI<br />
Piazza Casotti 1<br />
Tel: 0522454437<br />
www.palazzomagnani.it<br />
catalogo: Edizioni Skira, Milano<br />
foto: Il tempo ritrovato, 2007 pastello su cartoncino,<br />
cm 73x102<br />
TRIESTE<br />
dal 9 ottobre al 15 novembre 2008<br />
ANDREA CONTI<br />
ADIUS<br />
martedì-sabato 17-20<br />
GALLERIA FACTORY-ART<br />
CONTEMPORANEA<br />
via Duca d'Aosta, 6/a<br />
+39 040 314452<br />
www.factory-art.com<br />
info@factory-art.com<br />
dal 23/09/2008 al 3/11/2008<br />
Claudio Adami - ...anlytic(al)<br />
lunedì-venerdì 15-20<br />
studio d'arte contemporanea<br />
pino casagrande<br />
via degli ausoni, 7a - +39 064463480<br />
gallcasagrande@alice.it<br />
Roma<br />
dal 23/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Georg Baselitz -<br />
La Grande Notte in Bianco<br />
mar. - sab. 10:30-19 e su appuntamento<br />
gagosian gallery<br />
via f. crispi, 16 - +39 0642746429<br />
www.gagosian.com - roma@gagosian.com<br />
Roma<br />
dal 3/10/2008 al 2/11/2008<br />
Gianfranco Asveri -<br />
Favole in viaggio<br />
da mar. a sab. ore 11-19.30 dom. 11-14<br />
rosso20sette arte contemporanea<br />
via d'ascanio, 27 - +39 068193237<br />
www.rosso27.com - info@rosso27.com<br />
Roma<br />
dal 4/10/2008 al 15/11/2008<br />
Giusy Lauriola - Extra-Urbane<br />
lunedì 16,00 - 19,30; martedì - sabato<br />
10,00 - 13,30 / 16,00 -19,30<br />
galleria 196<br />
via dei coronari, 194 - +39 066892472<br />
www.galleria196.it - info@galleria196.it<br />
Roma<br />
dall' 8/10/2008 al 22/11/2008<br />
Hannu Palosuo -<br />
My Life was a Burning Illusion<br />
La mostra prevede una serie di lavori che raccontano,<br />
attraverso frame estratti da un'unica<br />
sequenza narrativa, secondo angolature e<br />
prospettive diverse, il tema di una natura<br />
complessa e universalmente armoniosa.<br />
lun.-sab.: 11- 13 e 16-19.30, lun.mattina<br />
e sab. pomeriggio per appuntamento<br />
de crescenzo & viesti<br />
via del corso, 42 - +39 0636002414<br />
www.decrescenzoeviesti.com<br />
info@decrescenzoeviesti.com<br />
Roma<br />
dal 18/09/2008 al 18/10/2008<br />
Nigel Bennett - Physical evidence<br />
Presentazione del video inedito. Istallazioni,<br />
fotografia e video arte sul tema della memoria<br />
storica. Rielaborazione di una palafitta<br />
asiatica alla scoperta di realtà dimenticate.<br />
endemica arte contemporanea<br />
via mantova, 14 - +39 0684240140<br />
www.endemica.it - info@endemica.it<br />
Roma<br />
dal 25/09/2008 al 27/11/2008<br />
Pierluigi Febbraio - Mamma, io correvo<br />
ma il fuoco mi inseguiva!<br />
Febbraio mescola la malta ai tipici materiali<br />
della pittura, accostando elementi a<br />
contrasto (bianco/nero, definito/materico,<br />
pieno/vuoto) in un viaggio che parte<br />
dall’infanzia per avvicinarsi alle complesse<br />
dinamiche adolescenziali.<br />
da martedì a sabato 15-20, lunedì e<br />
mattina solo su appuntamento<br />
romberg arte contemporanea<br />
piazza de' ricci, 127<br />
+39 0668806377 - www.romberg.it<br />
artecontemporanea@romberg.it<br />
ROMA<br />
fino al 14 novembre 2008<br />
RICCARDO MURELLI<br />
Tensioni<br />
a cura di Francesco Pezzini<br />
e Cesare Sarzini<br />
inaugurazione venerdì 3 ottobre<br />
2008 alle ore 18<br />
Aperto tutti i giorni dalle ore 17 alle<br />
20 (chiuso sabato e festivi)<br />
Ingresso gratuito<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE<br />
TRALEVOLTE<br />
Piazza di Porta San Giovanni, 10<br />
Tel.Fax 06.70491663 06.77207956<br />
tralevolte@yahoo.it<br />
www.tralevolte.org<br />
Roma<br />
dal 3/10/2008 al 22/11/2008<br />
Rebecca Horn<br />
L'artista tedesca presenterà delle nuove<br />
sculture, appositamente realizzate e che<br />
recupereranno gli elementi simbolici<br />
propri del suo linguaggio poetico.<br />
mar. - sab. ore 16.00 - 20.00<br />
studio trisorio<br />
vicolo delle vacche, 12<br />
+39 0668136189<br />
www.studiotrisorio.com<br />
info@studiotrisorio.com<br />
Roma<br />
dal 25/09/2008 al 15/11/2008<br />
Susanne Kessler -<br />
Synapse<br />
Susanne Kessler lavora con le stratificazioni.<br />
Ciò è anche alla base suoi<br />
principi costruttivi ed è rafforzato<br />
dalla scelta di materiali leggeri: ad<br />
esempio la rete trasparente che rende<br />
possibile la vibrazione e l’oscillazione<br />
dei disegni. Si tratta di dare vita e<br />
anima ad uno spazio artistico.<br />
lun-sab 15:30 19:30<br />
dora diamanti<br />
arte contemporanea<br />
via del pellegrino, 60<br />
+39 0668804574<br />
www.doradiamanti.it<br />
info@doradiamanti.it<br />
Roma<br />
ROMA<br />
fino al 22 novembre 2008<br />
ROBERTO DE PAOLIS<br />
Qui e mai altrove<br />
vernissage: 18 settembre 2008. ore 19<br />
orario: martedì a sabato ore 10-13 e<br />
16-19.30<br />
catalogo: in galleria<br />
Catalogo OREDARIA con l'intervista<br />
all'artista di Walter Guadagnini<br />
OREDARIA ARTI<br />
CONTEMPORANEE<br />
Via Reggio Emilia 22-24<br />
+39 0697601689 (info)<br />
+39 0697601689 (fax)<br />
info@oredaria.it<br />
www.oredaria.it<br />
ROMA<br />
dal 9 ottobre al 9 novembre<br />
UBALDO BARTOLINI<br />
LA DIMORA DEL RATTO<br />
da martedì a sabato dalle 16 alle<br />
20 e su appuntamento<br />
GALLERIA MANIERO<br />
Via Dell'Arancio, 79<br />
00186 Roma<br />
info@galleriamaniero.it<br />
www.galleriamaniero.it<br />
dal 4/10/2008 al 6/12/2008<br />
Veronica Montanino -<br />
OverLook<br />
martedì - venerdi 15.30 - 19.00<br />
artsinergy<br />
via capo d'africa, 46<br />
+39 0645496564<br />
www.artsinergy.com<br />
asroma@artsinergy.com
82.calendario <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
SABAUDIA LATINA<br />
dal 27 settembre all'11 ottobre 2008<br />
ALESSIO ANCILLAI<br />
Scrittura di Colore_tempo interno<br />
Le ariose sale del prestigioso Museo<br />
Sabaudo, ospiteranno la Personale di<br />
Pittura, Poesia e Videoart dell'artista<br />
romano Alessio Ancillai, con nuove<br />
opere che esplorano il rapporto tra linea<br />
di scrittura e segno pittorico, immagini<br />
latenti di dinamiche interumane.<br />
La Mostra è a cura della storica e critica<br />
d'Arte G. Capurso che propone i lavori di<br />
Alessio Ancillai ritenendolo "un artista<br />
amante della stesura della pittura come<br />
un atto di convinzione e bellezza, egli è in<br />
grado di trattare il colore come una attenta<br />
esplorazione dell'inconscio.".<br />
Vernissage: 27 settembre ore 18.30<br />
Presentazione Catalogo Iacobelli editore<br />
05/10/2008 ore 18.30 Concerto Trio<br />
Rhapsody<br />
Lunedì chiuso<br />
MUSEO CIVICO DI SABAUDIA<br />
"EMILIO GRECO"<br />
Piazza del Municipio<br />
+39 0773.514258<br />
+39 0773.515791<br />
www.comune.sabaudia.latina.it<br />
Genova<br />
Liguria<br />
dal 9/10/2008 al 29/11/2008<br />
Silvia Chiarini - Discopluss<br />
Inaugurazione del nuovo spazio.<br />
dac - de simoni arte contemporanea<br />
piazzetta barisone, 2r<br />
+39 3332778388<br />
www.galleriadac.com<br />
valeria.desimoni@libero.it<br />
Bergamo<br />
Lombardia<br />
dal 30/09/2008 all' 8/02/2009<br />
Pio Manzù -<br />
Quando il mondo era moderno<br />
martedì- domenica: 10.00 - 19.00;<br />
giovedì: 10.00 - 22.00; lunedì chiuso<br />
gamec - galleria d'arte moderna<br />
e contemporanea<br />
via san tomaso, 52 - +39 035399528<br />
www.gamec.it - info@gamec.it<br />
Brescia<br />
dal 27/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Alison Mealey - UnrealArt<br />
15-19 tutti i giorni escluso festivi<br />
fabio paris art gallery<br />
via alessandro monti, 13<br />
+39 0303756139<br />
www.fabioparisartgallery.com<br />
fabio@fabioparisartgallery.com<br />
Brescia<br />
LA SPEZIA<br />
dal 4 al 31 ottobre 2008<br />
DELLACLÀ<br />
Chiodi delle mie pene<br />
a cura di Carolina Lio<br />
Orario: dal lunedì al sabato dalle 10.30<br />
alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30<br />
GALLERIA 911<br />
via del Torretto 48<br />
+39 0187732471 (info)<br />
+39 0187750920 (fax)<br />
galleria911@yahoo.it<br />
dal 27/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Karin Kihlberg / Reuben Henry<br />
Le esplorazioni attraverso video, suono,<br />
performance e disegno vengono utilizzate<br />
da Karin Kihlberg e Reuben Henry per<br />
interrogare il valore del live e il significato<br />
che la performance dal vivo può assumere<br />
oggi in una società satura di rappresentazioni<br />
mediatiche.<br />
citric contemporary art<br />
via trieste, 30 - +39 0305030943<br />
www.citricgallery.com -<br />
info@citricgallery.com<br />
Cinisello Balsamo<br />
dal 20/09/2008 al 28/12/2008<br />
Robert Frank - Paris<br />
In mostra 80 opere, la gran parte inedite, realizzate<br />
a Parigi tra il 1949 e il 1952: l'artista scorge<br />
le persone nelle vie di Parigi in momenti difficili,<br />
assenti, in piedi, in mezzo al trambusto o<br />
seduti in metropolitana, accasciati su una panchina<br />
del parco, immobili, o persino sdraiati,<br />
arrotolati su se stessi, su un prato.<br />
da martedì a domenica 10-19; giovedì<br />
10-23. chiuso lunedì<br />
museo di fotografia<br />
contemporanea - villa ghirlanda<br />
via giovanni frova, 10 - +39 026605661<br />
www.museofotografiacontemporanea.org<br />
info@museofotografiacontemporanea.org<br />
Lecco<br />
dal 27/09/2008 al 22/11/2008<br />
Arik Miranda -<br />
Bright Days Are Here<br />
I lavori di Miranda raffigurano momenti<br />
che a volte diamo per scontati: la felicità<br />
della notte, la luce di un fuoco da campo o<br />
di un lampione. Le composizioni minimaliste<br />
incluse in questa mostra tracciano una<br />
connessione tra l'estetica Giapponese e<br />
quella Judaica tramite chiarezza e modestia.<br />
da martedì a venerdì: 15.00-19.30<br />
sabato: 10.30-19.30<br />
federico bianchi contemporary art<br />
piazza alessandro manzoni, 2<br />
+39 0341282902<br />
www.federicobianchigallery.com<br />
info.lecco@federicobianchigallery.com<br />
Lissone<br />
dal 28/09/2008 al 26/10/2008<br />
Giuseppe Monguzzi -<br />
Cinquant’anni di pittura<br />
Monguzzi è artista che si muove in ambito<br />
informale senza mai staccarsi però completamente<br />
dalle suggestioni proprie di<br />
situazioni reali o da tematiche che di volta<br />
in volta lo affascinano, che generano abitualmente<br />
cicli compositivi in sè conclusi.<br />
Il gusto per il gesto e il colore segna tutta<br />
la sua produzione che è espressione,<br />
momento per momento, della situazione<br />
esistenziale dell’artista e riflette le impressioni<br />
immediate, ma anche le esigenze e le<br />
sensazioni più profonde dell’animo.<br />
mar., mer., ven. 15-19; gio. 15-23; sab.<br />
e dom. 10-12 15-19<br />
museo d'arte contemporanea<br />
viale padania, 6 - +39 0392145174<br />
www.comune.lissone.mi.it/pubb_lissnew/c<br />
omune/pinacoteca_reddot/index.htm<br />
museo@comune.lissone.mi.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 28/10/2008<br />
Alessandra Spranzi - Selvatico<br />
(colui che si salva)<br />
Selvatico (colui che si salva) è la seconda<br />
personale di Alessandra Spranzi (1962)<br />
presso Fotografia Italiana Arte contemporanea,<br />
e rappresenta una novità nel percorso<br />
dell’artista-fotografa milanese.<br />
da martedì a venerdì ore 15-19<br />
fotografia italiana<br />
corso venezia, 22 - +39 02784100<br />
www.fotografiaitaliana.com<br />
info@fotografiaitaliana.com<br />
Milano<br />
dal 2/10/2008 all' 1/11/2008<br />
Alfredo Jaar - It is difficult<br />
La mostra Alfredo Jaar - It is difficult, che<br />
Spazio Oberdan e Hangar Bicocca propongono<br />
per l’autunno, è un’ampia antologica<br />
di intenso significato politico e sociale e di<br />
forte impatto visivo ed emotivo dedicata<br />
all’artista cileno.<br />
tutti i giorni 10-19.30, martedì e giovedì<br />
fino alle 22, chiuso il lunedì<br />
hangar bicocca<br />
via chiese, - +39 02853531764<br />
www.hangarbicocca.it<br />
info@hangarbicocca.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Andrea Mastrovito -<br />
Nickelodeon<br />
In occasione della sua seconda doppia personale<br />
milanese presso 1000eventi e Antonio<br />
Colombo Arte Contemporanea, Andrea<br />
Mastrovito reinventa gli spazi delle due gallerie<br />
trasformandoli in "cinema da un soldo".<br />
galleria 1000eventi<br />
via luigi porro lambertenghi, 3<br />
+39 0266823916<br />
www.1000eventigallery.it<br />
info@1000eventigallery.it<br />
Milano<br />
dal 3/10/2008 al 22/03/2009<br />
Arnaldo Pomodoro -<br />
Grandi opere 1972-2008<br />
Nel quarto anno di attività della<br />
Fondazione, la grande mostra d’inizio<br />
per la stagione artistica 2008-2009 sarà<br />
dedicata alle opere di Arnaldo<br />
Pomodoro: quindici sculture monumentali,<br />
di cui alcune inedite, come il Grande<br />
portale dedicato a Edipo e l’Ingresso nel<br />
labirinto In contemporanea la mostra<br />
UGO MULAS FOTOGRAFA ARNAL-<br />
DO POMODORO.<br />
mercoledì-domenica ore 11-18 (ultimo<br />
ingresso ore 17); giovedì ore 11-22<br />
(ultimo ingresso ore 21)<br />
fondazione arnaldo pomodoro<br />
via andrea solari, 35 - +39 0289075394<br />
www.fondazionearnaldopomodoro.it<br />
info@fondazionearnaldopomodoro.it<br />
Milano<br />
dal 18/09/2008 al 28/10/2008<br />
Barbara Nahmad -<br />
A Rebours. Parte II<br />
Ermanno Tedeschi Gallery apre la nuova stagione<br />
espositiva con una personale dedicata<br />
agli ultimi lavori di Barbara Nahmad. In contemporanea<br />
a Milano e a Roma, la mostra,<br />
ideale proseguimento di A Rebours del 2006,<br />
evidenzia come la ricerca dell’artista non si sia<br />
esaurita ma anzi continui felicemente nell’indagare<br />
il rapporto tra il passato e il presente.<br />
da mart. a ven. 11-13 e 15-19, sab. 15-<br />
19 o su appuntamento.<br />
ermanno tedeschi gallery<br />
via santa marta, 15 - +39 0287396855<br />
www.etgallery.it - info.mi@etgallery.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 5/11/2008<br />
Carl D'Alvia / Asuka Ohsawa -<br />
Gulliver in Wonderland<br />
"Gulliver in Wonderland " si ispira a due<br />
dei più conosciuti romanzi della tradizione<br />
letteraria inglese del "Fantasy/Nonsense".<br />
dal martedì al sabato ore 14.00<br />
- 19.30 e su appuntamento; sabato 20:<br />
apertura ore 11.00 - chiusura ore<br />
22.00 - con servizio navette da due<br />
diverse stazioni: pzza oberdan e piazzetta<br />
vergani. domenica 21: apertura<br />
ore 11.00 - chiusura ore 19.00<br />
the flat - massimo carasi<br />
via paolo frisi, 3 - +390258313809<br />
www.carasi.it - theflat-carasi@libero.it<br />
Milano<br />
dal 14/10/2008 al 29/11/2008<br />
Christiane Loehr<br />
Per celebrare il decimo anno di collaborazione<br />
con la Galleria, l'artista tedesca<br />
presenta quaranta sculture, basate sulla<br />
ricerca dei principi architettonici e create<br />
dall’uso di materiale organico, una grande<br />
installazione di crine di cavallo e venticinque<br />
disegni di piccole e grandi<br />
dimensioni.<br />
dal martedì al sabato 10 - 19 chiuso<br />
domenica e lunedì<br />
galleria salvatore + caroline ala<br />
via monte di pietà, 1 - +39 028900901<br />
galleria.ala@iol.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 19/10/2008<br />
Clegg & Guttmann -<br />
Studiolo Nuovo<br />
Con un rinnovato omaggio alla cultura<br />
del nostro paese, dopo l’installazione<br />
Falsa Prospettiva del febbraio 2001 presso<br />
la sede milanese della galleria, la personale<br />
del 1987, e la presentazione nella<br />
sede storica di Napoli del novembre<br />
2007, gli artisti Clegg & Guttmann<br />
installano per Milano il loro ultimo progetto<br />
italiano appositamente concepito<br />
per la galleria.<br />
da martedì a sabato dalle 11.00 alle<br />
13.00 e dalle 15.00 alle 19.00<br />
galleria lia rumma<br />
via solferino, 44 - +39 0229000101<br />
www.gallerialiarumma.it<br />
info@gallerialiarumma.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />
Gianfranco Pardi - Architetture,<br />
1970 - 1977 e opere recenti<br />
La mostra intende non solo riproporre al<br />
pubblico un ciclo molto importante nella<br />
biografia artistica di Pardi, quello delle<br />
Architetture, ma anche presentare le opere<br />
recenti.<br />
da martedì a sabato, 10.30-12.30,<br />
15.30-19.00. in occasione di start<br />
milano 19.9/21.9.2008, ven-sab 11 -<br />
22, dom 11-19<br />
galleria gio' marconi<br />
via alessandro tadino, 15<br />
+39 0229404373 - www.giomarconi.com<br />
info@giomarconi.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 31/10/2008<br />
Ivan Moudov - Welcome<br />
Welcome è il titolo della prima mostra personale<br />
dell’artista bulgaro Ivan Moudov<br />
che presenterà la documentazione di una<br />
serie di performance intitolata Traffic<br />
Control.<br />
mar-sab. 11.00-14.00 e 15.00-19.00<br />
prometeogallery<br />
via giovanni ventura, 3<br />
+39 0226924450<br />
www.prometeogallery.com<br />
info@prometeogallery.com<br />
Milano<br />
dal 9/10/2008 al 14/11/2008<br />
Ketty Tagliatti -<br />
Ostaggi<br />
Con una pittura imbottita, trapuntata, e per<br />
la prima volta forse scultura, difficile da collocare,<br />
Tagliatti racchiude certamente in sè<br />
il gene scenografico della scatola teatrale,<br />
con i suoi simboli e l'ambiguità tra la rappresentazione<br />
dell'oggetto e la visione bidimensionale<br />
di questo.<br />
da lunedì a venerdì ore 14-19<br />
movimento arte contemporanea<br />
corso magenta, 96<br />
+39 02436246<br />
www.movimentoarte.it<br />
info@movimentoarte.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Khalif Kelly<br />
Con uno stile che riesce a fondere l’estetica<br />
del video game con reminescenze della<br />
grande pittura classica, Kelly raffigura giochi<br />
di bambini ripresi in momenti di condivisione,<br />
litigio, violenza<br />
dal martedì al sabato ore 15-19 in<br />
occasione di start milano la galleria<br />
resterà aperta venerdì 19.9 e sabato<br />
20.9 dalle 11 alle 22 e domenica 21.9<br />
dalle 11 alle 19<br />
galleria monica de cardenas<br />
via francesco viganò, 4<br />
+39 0229010068<br />
www.artnet.com/decardenas.html<br />
monica@decardenas.com<br />
Milano<br />
MILANO<br />
dal 15 ottobre al 22 novembre<br />
GIOVANNI LOMBARDINI<br />
Inventaria<br />
dal mercoledì al venerdì 16-20,<br />
sabato 10,30-13 e 16-20<br />
GALLERIA POLIART<br />
Viale Gran Sasso 35<br />
02.70636109<br />
www.galleriapoliart.com<br />
info@galleriapoliart.com<br />
Foto: Rime, 2008, mista su tavola, cm 50X35<br />
dal 18/09/2008 al 24/10/2008<br />
Marco Demis -<br />
Rag Dolls<br />
Rag dolls è la prima personale di Marco<br />
Demis alla galleria Glenda Cinquegrana:<br />
The Studio. Marco Demis è un giovane<br />
artista milanese, classe 1982, alla sua<br />
personale di esordio.<br />
dal martedì al sabato, dalle 14.30 alle<br />
19.30 oppure su appuntamento<br />
glenda cinquegrana art<br />
consulting - the studio<br />
via francesco sforza, 49<br />
+39 0289695586<br />
www.glendacinquegrana.com<br />
info@glendacinquegrana.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 20/10/2008<br />
Marcos Lopez<br />
project b contemporary art<br />
via borgonuovo, 3<br />
+39 0286998751<br />
www.projectb.eu<br />
info@projectb.eu<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 all' 11/11/2008<br />
Martin Disler<br />
Lo Studio d’Arte Cannaviello celebra i 40<br />
anni di attività con la personale di Martin<br />
Disler, autore rappresentativo del lavoro<br />
della galleria.<br />
da martedì a sabato ore 10.30-19.30<br />
studio d'arte cannaviello<br />
via antonio stoppani, 15<br />
+39 022040428<br />
www.cannaviello.net<br />
info@cannaviello.net<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 19/10/2008<br />
Matt Calderwood<br />
galleria klerkx<br />
via massimiano, 25<br />
+39 0221597763<br />
www.manuelaklerkx.com<br />
info@manuelaklerkx.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 12/10/2008<br />
Mila Schön -<br />
Linee colori superfici<br />
palazzo reale<br />
piazza del duomo, 12 - +39 0280509362<br />
www.comune.milano.it/palazzoreale/<br />
Milano<br />
dal 18/09/2008 al 30/10/2008<br />
MP & MP Rosado -<br />
De profundis<br />
In questa mostra gli artisti presentano una<br />
nuova installazione prodotta appositamente<br />
per lo spazio: una meditazione sulla malinconia<br />
e il fragile rapporto tra l’uomo nell’era<br />
del consumo e la natura.<br />
dal martedì al sabato<br />
dalle 15:30 alle 19:00<br />
federico luger gallery<br />
via domodossola, 17 - +39 0267391341<br />
www.federicolugergallery.com<br />
info@federicolugergallery.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />
Nino Migliori -<br />
Terra Incognita<br />
Nino Migliori, classe 1926, è uno degli<br />
artisti più interessanti della cultura fotografica<br />
italiana.<br />
da lunedì a sabato ore 10-13e 15-19<br />
orari galleria per start milano:<br />
venerdì 19: h 11.00 - 22.00 sabato<br />
20: h 11.00 - 22.00 domenica 21: h<br />
11.00 - 19.00<br />
galleria ca' di fra'<br />
via carlo farini, 2<br />
+39 0229002108<br />
gcomposti@gmail.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />
Paola Pivi -<br />
It's a cocktail party<br />
In occasione di questa mostra personale<br />
Paola Pivi ripropone il lavoro che aveva<br />
presentato alla Galleria Portikus di<br />
Francoforte.<br />
martedì-sabato 11,30-14,00 e 14,30-<br />
19,30; lunedì chiuso<br />
galleria massimo de carlo<br />
via giovanni ventura, 5<br />
+39 0270003987<br />
www.massimodecarlo.it<br />
info@massimodecarlo.it
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> calendario.83<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 18/10/2008<br />
Ryan McGinness -<br />
A Shadow Feeling of Loss<br />
da lunedì a venerdì ore 11-19 sabato<br />
su appuntamento<br />
paolo curti /<br />
annamaria gambuzzi & co.<br />
via pontaccio, 19 - +39 0286998170<br />
www.paolocurti.com - info@paolocurti.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 5/11/2008<br />
Simon Dybbroe Möller -<br />
Not Nature Near<br />
Simon Dybbroe Möller utilizza un vocabolario<br />
formale che ricorda la Minimal Art e<br />
fa dell’errore, della negazione e della sottrazione<br />
pratiche artistiche privilegiate.<br />
da martedì a sabato ore 11 - 19.30<br />
galleria francesca minini<br />
via massimiano, 25 - +39 0226924671<br />
www.francescaminini.it<br />
info@francescaminini.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 10/11/2008<br />
Sterling Ruby - Zen Ripper<br />
La Galleria Emi Fontana e West of Rome<br />
presentano la seconda mostra personale di<br />
Sterling Ruby alla galleria<br />
da mar. a sab. dalle ore 11 alle 19.30<br />
galleria emi fontana<br />
viale bligny, 42 - +39 0258322237<br />
www.galleriaemifontana.com<br />
emif@micronet.it<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 al 31/10/2008<br />
T. Kelly Mason - You try being<br />
someone else<br />
mar.-sab. ore 10.00-13.00/15.00-19.00<br />
ven. 19-09 18.00/22.00 sab. 20-09<br />
11.00/22.00 dom. 21-09 11.00/19.00<br />
corsoveneziaotto<br />
corso venezia, 8 - +39 0236505481<br />
www.corsoveneziaotto.com<br />
info@corsoveneziaotto.com<br />
Milano<br />
dal 19/09/2008 all' 8/11/2008<br />
Yael Bartana - Mary Koszmary<br />
Raffaella Cortese è lieta di presentare la<br />
mostra personale dell’artista isrealiana<br />
Yael Bartana.<br />
mar. a sab. 15-19.30 e su appuntamento<br />
galleria raffaella cortese<br />
via alessandro stradella, 7<br />
+39 022043555<br />
www.galleriaraffaellacortese.com<br />
rcortgal@tiscali.it<br />
Marche<br />
CASTEL DI LAMA (ASCOLI P.)<br />
fino al 2 novembre 2008<br />
LA SINDROME DI ICARO:<br />
LICINI E 26 ARTISTI<br />
TRA CIELO E TERRA<br />
Orari 12 - 18<br />
Borgo Storico Seghetti Panichi<br />
Via San Pancrazio 2<br />
CASTEL DI LAMA<br />
Tel info: 0736818622<br />
associazione@seghettipanichi.it<br />
Caraglio<br />
Piemonte<br />
dal 20/09/2008 al 30/12/2008<br />
Ettore Fico<br />
Per la prima volta in Italia, un’importante e<br />
completa retrospettiva dedicata a un grande<br />
maestro del Novecento.<br />
martedì - sabato: 14,30 - 19,00 domenica:<br />
10,00 - 19,00<br />
il filatoio<br />
via giacomo matteotti, 40<br />
+39 0171618260<br />
www.marcovaldo.it - info@marcovaldo.it<br />
Torino<br />
dal 25/09/2008 al 31/10/2008<br />
Cristina Mandelli / Julie<br />
Polidoro - Coincidenze<br />
Coincidenze è un dialogo visivo che<br />
vuole mettere a confronto diverse<br />
ricerche artistiche e scelte curatoriali<br />
con particolari ed inediti punti di<br />
contatto. COINCIDENZE inaugura<br />
la stagione 2008/2009 presentando i<br />
lavori di Julie Polidoro e Cristina<br />
Mandelli.<br />
da martedì al sabato dalle 15 alle 19<br />
mattino e lunedì su appuntamento<br />
41 artecontemporanea<br />
via giuseppe mazzini, 41<br />
+39 0118129544<br />
www.41artecontemporanea.com<br />
info@41artecontemporanea.com<br />
Torino<br />
dal 4/10/2008 al 31/12/2008<br />
Dalle Città dell’Aldilà.<br />
Afterville, Divine Design<br />
Diverse visioni dei -o dai- confini estremi<br />
delle città future. I protagonisti di<br />
questa mostra per molti versi inedita e<br />
‘inaudita’ sono sovente architetti e artisti<br />
che già ci guardano dall’Aldilà.<br />
miaao -<br />
museo internazionale<br />
delle arti applicate oggi<br />
via maria vittoria, 5<br />
+39 0110702350<br />
www.miaao.org<br />
argh@miaao.org<br />
Torino<br />
dal 25/09/2008 all' 11/11/2008<br />
Dario Ghibaudo -<br />
Museo di Storia Innaturale- sala<br />
XIII pesci e anfibi<br />
Dario Ghibaudo, artista che dal 1993<br />
lavora al concetto di contaminazione<br />
genetica tra diversi generi viventi come a<br />
un altro dei mondi possibili, ci mostra<br />
un’altra faccia della sua ricerca, il pianeta<br />
sommerso. Ascritta all’ambito concettuale<br />
del suo vastissimo”Museo di Storia<br />
Innaturale”.<br />
da lunedì a venerdì ore 10,30/12,30-<br />
15,30/19,30<br />
paolo tonin arte contemporanea<br />
via san tommaso, 6<br />
+39 01119710514<br />
www.toningallery.com<br />
info@toningallery.com<br />
Torino<br />
dal 18/09/2008 al 29/11/2008<br />
Paolo Maggis -<br />
In nodum coacti<br />
da martedì a venerdì ore 15,30 -<br />
19,30; sabato 10,00 - 13,00; 14,30 -<br />
19,30<br />
marena rooms<br />
gallery contemporary art<br />
via dei mille, 40/a<br />
+39 0118128101<br />
www.marenaroomsgallery.com<br />
info@marenaroomsgallery.com<br />
Sicilia<br />
GIBELLINA<br />
11 ottobre 2008 ore 11<br />
CIRCLE OF LIFE<br />
1997-2008<br />
di Richard Long<br />
Riso, Museo d'Arte Contemporanea<br />
della Sicilia, nell'ambito di 5venti -<br />
progetto di promozione e valorizzazione<br />
del sistema regionale dell'arte<br />
contemporanea - in collaborazione<br />
con la Fondazione Orestiadi, presenta<br />
a Gibellina una delle opere<br />
appartenenti alla collezione permanente<br />
di Palazzo Riso nell'ottica<br />
identitaria di Museo della Regione<br />
Siciliana diffuso sul territorio.<br />
FONDAZIONE ORESTIADI<br />
Baglio di Stefano<br />
t +39 0924.67844<br />
info@orestiadi.it<br />
RISO, MUSEO D'ARTE<br />
CONTEMPORANEA DELLA SICILIA<br />
www.palazzoriso.it<br />
info@palazzoriso.it<br />
t+39 091.320532<br />
CASTELBUONO (PA)<br />
dal 27 settembre al 2 novembre 2008<br />
MINIMO RADICALE<br />
Giuseppe Adamo, Luna Amato,<br />
Giuseppe Buzzotta, Carlo Cislaghi,<br />
federico Lupo, Vincenzo Schillaci,<br />
Giovanni Sortino<br />
a cura di Helga Marsala<br />
Orario: 9-13/15-20, chiuso il lunedì<br />
MUSEO CIVICO DI<br />
CASTELBUONO<br />
Castello dei Ventimiglia<br />
Palermo<br />
dal 4/10/2008 al 2/11/2008<br />
Sweet Sheets II<br />
Una formula già rodata, Sweet Sheets,<br />
giunta alla seconda edizione, coinvolge<br />
un nucleo di artisti di diverse generazioni<br />
e diverse attitudini, indistintamente<br />
chiamati a deporre tracce vivide sulla<br />
levità della carta.<br />
da martedì a sabato ore 17-20<br />
zelle arte contemporanea<br />
via matteo bonello, 19<br />
+39 3393691961<br />
www.zelle.it - zelle@zelle.it<br />
Firenze<br />
Toscana<br />
dall' 11/10/2008 al 24/01/2009<br />
Claudio Abate - Installation, performance<br />
art & the bathroom<br />
L’artista riesce nell’impresa di dare<br />
all’immagine di una scultura una terza<br />
dimensione, quella interiore, che associa<br />
lo sguardo alla sensibilità e all’intuizione<br />
creatrice<br />
16/19.30 - chiuso lunedì e festivi<br />
galleria il ponte<br />
via di mezzo, 42/b - +39 055240617<br />
www.galleriailponte.com<br />
info@galleriailponte.com<br />
Firenze<br />
dal 18/09/2008 al 2/11/2008<br />
Worlds on video. International<br />
video art<br />
L’esposizione presenterà 30 lavori, alcuni<br />
per la prima volta in Italia, dei più importanti<br />
e affermati videoartisti internazionali.<br />
tutti i giorni 10,00 - 20,00. giovedìdalle<br />
10,00 - 23,00. lunedì chiuso<br />
cccs - centro di cultura contemporanea<br />
strozzina - palazzo strozzi<br />
piazza degli strozzi, 1<br />
+39 0552776461<br />
www.strozzina.it<br />
info@strozzina.it<br />
Siena<br />
LUCCA<br />
23-24 ottobre 2008<br />
LUBEC 2008<br />
giovedì 23 ottobre ore 8.15/13.30;<br />
ore 15-18<br />
venerdì 24 ottobre Ore 9.15-13.30<br />
REAL COLLEGIO<br />
TEMI: Ripartire dal Paesaggio: recupero,<br />
pianificazione e progettualità<br />
per la valorizzazione del Paese;<br />
Turismo e cultura digitale; Il Brand<br />
Italia; Beni Culturali e luoghi della<br />
fede; Risorse e partenariato; Città<br />
d'arte; Musica e management;<br />
Musei/Territorio/Economia<br />
Segreteria Organizzativa: Silvia<br />
Doberti progetti@promopa.it<br />
Diana Lomas espositori@promopa.it<br />
Tel. +39 0583 582783<br />
dal 20/09/2008 al 6/11/2008<br />
Pablo Echaurren<br />
tutti i giorni dalle 9 alle 19<br />
palazzo pubblico -<br />
magazzini del sale<br />
il campo, 1<br />
+39 0577292226<br />
museocivico@comune.siena.it<br />
Trentino-alto Adige<br />
Bolzano<br />
dall' 11/10/2008 al 4/01/2009<br />
Sonic Youth etc: sensational fix<br />
La mostra indaga la relazione tra la storica<br />
band, nata nel 1981, con artisti, scrittori,<br />
film-maker, designer ed altri musicisti.<br />
La produzione multimediale dei<br />
Sonic Youth e i lavori degli artisti presenti<br />
in mostra svelano una possibile storia<br />
alternativa della cultura contemporanea,<br />
discutendo in modo critico la divisione<br />
tra arte “alta” e “popolare”.<br />
museion<br />
via dante, 6 - +39 0471312448<br />
www.museion.it - info@museion.it<br />
Merano<br />
dal 3/10/2008 all' 11/01/2009<br />
Meret Oppenheim -<br />
L'occhio di Meret Oppenheim<br />
Vengono presi in considerazione soprattutto<br />
gli ultimi vent'anni di vita e di lavoro<br />
della Oppenheim dagli anni '60 fino al<br />
1985 attraverso l'esposizione di oltre 60<br />
tra carte, disegni, oggetti.<br />
da martedì a domenica dalle ore<br />
10.00 alle ore 18.00<br />
kunst meran/o arte<br />
via portici, 163 -+ 39 0473212643<br />
www.kunstmeranoarte.org<br />
info@kunstmeranoarte.org<br />
Trento<br />
PISA<br />
dal 20 settembre al 14 dicembre 2008<br />
SOVRANI NEL<br />
GIARDINO D'EUROPA<br />
Pisa e i Lorena<br />
a cura di Romano Paolo Coppini<br />
vernissage: 20 settembre 2008. ore 17<br />
catalogo: A cura di Romano Paolo<br />
Coppini , pp. 304<br />
Orari: Tutti i giorni ore 10-18<br />
La biglietteria chiude un'ora prima<br />
pisaeilorena@stm.unipi.it<br />
www.pisaeilorena.it<br />
telefono evento: + 39 0502215469<br />
MUSEO NAZIONALE DI PALAZZO<br />
REALE - PALAZZO VITELLI<br />
Lungarno Antonio Pacinotti 46<br />
PISTOIA<br />
dal 27 settembre al 6 dicembre 2008<br />
VIA AMATI 13<br />
Alksne, Bertolo, Camoni, Carone,<br />
Cochi, Kruasaeng, Mencarelli,<br />
Mezzaqui, Moscardini, Pirri, Ruffi<br />
Orari: martedì - sabato 15.30 -19.30<br />
GALLERIA SPAZIOA<br />
Via Amati 13<br />
tel 0573 977354<br />
www.spazioa.it<br />
info@spazioa.it<br />
dal 16/10/2008 al 10/12/2008<br />
David Salle - Opere recenti<br />
dal martedì al sabato<br />
dalle 10.00 alle 12.30<br />
dalle 17.00 alle 19.30<br />
studio d'arte raffaelli -<br />
palazzo wolkenstein<br />
via livio marchetti, 17<br />
+39 0461982595<br />
www.studioraffaelli.com<br />
studioraffaelli@tin.it<br />
Perugia<br />
Umbria<br />
dal 4/10/2008 al 6/12/2008<br />
Paolo Bacilieri - Canzoni in A4<br />
da martedì a sabato, dalle 15 alle 20<br />
galleria miomao<br />
corso cavour, 120 - +39 3477831708<br />
www.miomao.net - info@miomao.net<br />
Venezia<br />
GUBBIO<br />
dal 4 ottobre al 23 novembre 2008<br />
56 GUBBIO 08<br />
XXV Biennale di Scultura<br />
a cura di Giorgio Bonomi<br />
con la collaborazione<br />
di Cristiana Marinelli<br />
Inaugurazione 4 ottobre ore 17<br />
PALAZZO DUCALE GUBBIO<br />
Sedi varie<br />
Info: cultura@provincia.perugia.it<br />
info@iat.gubbio.pg.it<br />
www.provincia.perugia.it<br />
www.gubbio-altochiascio.umbria2000.it<br />
PERUGIA<br />
fino al 18 gennaio 2009<br />
DA COROT A PICASSO,<br />
DA FATTORI A DE PISIS<br />
Orario: 10.00 - 18.00 (la biglietteria<br />
chiude alle ore 17.00)<br />
ingresso: interi 8, ridotti 6, scuole 3 euro<br />
PALAZZO BALDESCHI AL CORSO<br />
Mostra promossa dalla Fondazione<br />
Cassa di Risparmio di Perugia<br />
Organizzazione Civita<br />
Catalogo Silvana Editoriale<br />
Informazioni e prenotazioni:<br />
www.fondazionecrpg.it<br />
199 199 111<br />
servizi@civita.it<br />
Veneto<br />
dal 27/09/2008 all' 11/01/2009<br />
Italics. Arte italiana fra tradizione<br />
e rivoluzione 1968-2008<br />
palazzo grassi<br />
salizzada san samuele, 3231<br />
+39 0415231680 - www.palazzograssi.it<br />
VITTORIO VENETO (TV)<br />
dal 26 ottobre 2008 al 14 dicembre 2008<br />
FABIO SANDRI<br />
Due opere ed un diario visivo<br />
a cura di Daniele Capra<br />
inaugurazione 26 ottobre ore 11<br />
finissage 14 dicembre ore 11<br />
su appuntamento<br />
EXITARTE CONTEMPORANEA<br />
STUDIO<br />
viale della vittoria, 77<br />
+39 0438556542<br />
www.exitarte.it<br />
info@exitarte.it
<strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong> fotofinish.85<br />
1 2<br />
4<br />
7 8<br />
10<br />
11 12<br />
Manifesta in mutande, ehmm, in grembiule. Sembrano essere d'accordo (1) Nico Vascellari, bizzarramente abbigliato come da tradizione, e quelli (2) della galleria Browning di Asolo. Passiamo a New<br />
York dove la PS1 Sarah Scandiffio si è fatta vedere all'inaugurazione della mostra del nostro (3) Stefano Cagol, nello spazio di Priska Juschka. Sempre a New York, qualche street più in là, la mitica (4)<br />
Claudia Gian Ferrari, paparazzata mentre cerca di capire sulla mappa come tornarsene a casa visto il gran freddo. Torniamo in Italia, di più: in Sicilia. (5) Di fronte alla celeberrima parete rossa della galleria<br />
Pantaleone, in quel di Palermo, Loredana Longo ciacola con Shahryar Nashat. Salto dall'altra parte della Penisola e arrivo in Laguna per le nostre foto rubate ai giorni di opening della Biennale di<br />
Architettura. (6) Anila Rubiku parla con Letizia Cariello nelle meravigliose sale di Palazzo Pesaro Papafava. Mentre alla Guggenheim (7), l'economista Pierluigi Sacco e Dario Cimorelli, gran capo di Silvana<br />
Editoriale, parlottavano fitto fitto. Tra campi e campielli si è visto, più di una volta, lo scrittore (8) Tiziano Scarpa: non si è perduto un'inaugurazione della Biennale architettonica. Che stia preparando un<br />
nuovo libro ambientato in mostre e vernissage? Distrattissimo, invece, Francesco Bonami (9) che durante l'opening della mostra da lui curata, che vedeva protagonista un'opera degli A12 in mezzo alla<br />
Laguna, è stato quasi sempre al telefono e poi (10), sempre col telefono, si è messo a fotografare, orgoglioso, il lavoro del gruppo di architetti genovesi. (11) Yoko Ono (presente in una mostra curata da<br />
Lorand Hegyi) si assommava al gruppo dei vip presenti a Venezia, con tanto di figlio (chi di cappello ferisce...) al seguito. Carlo Simula, ufficio stampa del Palazzo delle Papesse (12), intanto, attendeva composto<br />
in prima fila l'apertura del buffet al Padiglione dei Paesi Scandinavi. Confermando che la sindrome da (ab)buffet non risparmia davvero nessuno. Meglio tornarsene a casa, deve avere pensato<br />
Antonio Arevalo (13), pizzicato da un rapace art-paparazzo mentre nella - comodissima prima classe dell'Eurostar Venezia-Roma - dormiva placido e beato.<br />
5<br />
LE FOTO PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE. INVIATECELE A > fotofinish@exibart.com<br />
3<br />
6<br />
9<br />
13
86.hostravistoxte <strong>Exibart</strong>.<strong>onpaper</strong><br />
tesi XI (bis)<br />
di Marco Senaldi<br />
Karl Marx era un ragazzo<br />
prodigio. La sua tesi di laurea in<br />
filosofia, intitolata Differenza fra<br />
la filosofia della natura di<br />
Democrito e quella di Epicuro,<br />
scritta a ventidue anni, è già<br />
un'opera, se non matura, perlomeno<br />
decisamente personale,<br />
che si conclude con un peana a<br />
Prometeo, "il più grande santo<br />
e martire del calendario filosofico".<br />
Tra gli scritti del periodo immediatamente<br />
successivo, tutti<br />
pubblicati solo diversi anni dopo<br />
la sua morte, spiccano le famose<br />
Tesi su Feuerbach, risalenti<br />
al 1845, cioè a quando Marx<br />
aveva sì e no ventisette anni.<br />
Come già negli abbozzi precedenti,<br />
rimasti inediti, cioè i<br />
Manoscritti economico-filosofici<br />
del 1844 e la Critica della filosofia<br />
hegeliana del diritto pubblico,<br />
Marx non se la piglia con<br />
figure di secondo piano, ma con<br />
i giganti del suo tempo, Hegel e<br />
Feuerbach appunto. Ma con<br />
una lucidità che diventerà poi il<br />
tratto distintivo del suo stile, già<br />
capisce che si tratta di pensatori<br />
defunti anche dal punto di<br />
vista filosofico, il cui culto, a<br />
quei giovani che andavano auto-<br />
definendosi "comunisti", faceva<br />
ormai "un'impressione molto<br />
umoristica".<br />
Forse oggi ci fa un'impressione<br />
umoristica lo stesso culto di<br />
Marx e, a distanza di più di un<br />
secolo e mezzo, fa una stranissima<br />
impressione proprio la più<br />
nota delle tesi su Feuerbach, la<br />
celebre Tesi XI che recita: "I<br />
filosofi hanno [finora] solo interpretato<br />
diversamente il mondo;<br />
il problema è però di trasformarlo"<br />
[Die Philosophen haben<br />
die Welt nur verschieden interpretiert;<br />
es kömmt aber darauf<br />
an, sie zu verändern]. Il senso<br />
della frase è indiscutibile, e<br />
credo che ancor oggi, tanti giovani<br />
si riconoscerebbero in questo<br />
programma (se non altro<br />
per evitare di studiare filosofia,<br />
visto che non serve a niente). Il<br />
fatto è che oggi talune "trasformazioni"<br />
hanno cambiato sì il<br />
mondo, ma forse non esattamente<br />
nel senso che Marx si<br />
augurava. Anche se si sono ispirate<br />
al suo pensiero (caso Cina<br />
docet). Anzi, in un certo senso,<br />
tutti i filosofi (tanto a destra<br />
che a sinistra) hanno effettivamente<br />
seguito il suggerimento<br />
della Tesi XI; peccato però, che<br />
il risultato è ora sotto gli occhi<br />
di tutti, ed è un risultato tale<br />
per cui ora non possiamo più<br />
né innocentemente "interpretare"<br />
il mondo (perché siamo<br />
costretti a sapere, minuto per<br />
minuto, telegiornale dopo telegiornale,<br />
in quale stato terribile<br />
versi), né ingenuamente pensare<br />
di "cambiarlo" (cambiarlo<br />
come, verso cosa, con chi, a<br />
vantaggio di chi, contro chi?).<br />
Da ciò il senso di paralisi mentale<br />
unita a una forma di paralisi<br />
autenticamente fisica: quella<br />
che ci costringe comunque a<br />
"vedere" tutto e a sapere tutto,<br />
seduti come handicappati di<br />
fronte ad uno schermo, un po'<br />
come Alex, il protagonista di<br />
Arancia Meccanica, costretto<br />
dai suoi aguzzini-rieducatori a<br />
sorbirsi scene di inenarrabile<br />
violenza a "occhi bene aperti".<br />
Proprio per essere ridotto<br />
all'impotenza fisica e psichica. E<br />
anche se le analisi delle menti<br />
più brillanti che si sono interrogate<br />
sul futuro del pianeta,<br />
come Jared Diamond o Serge<br />
Latouche, autori rispettivamente<br />
di Collasso, come le società<br />
scelgono di morire o vivere,<br />
Einaudi 2005, e di Breve tratta-<br />
to sulla decrescita serena,<br />
Bollati Boringhieri 2008, costituiscono<br />
una riflessione innovativa<br />
e vi si intravede uno spiraglio<br />
di soluzione, al tempo stesso<br />
quelle stesse posizioni, sconsolanti<br />
o consolanti che siano,<br />
fanno parte del bagaglio crescente<br />
di "interpretazioni" che<br />
semplicemente uccidono la<br />
nostra voglia di agire.<br />
E allora? Non occorrerebbe<br />
rovesciare il problema? Non<br />
dovremmo forse formulare una<br />
Tesi XI bis completamente<br />
"catastrofica" del tipo: "I filosofi<br />
non sanno più interpretare il<br />
mondo, ma comunque nessuno<br />
saprebbe cambiarlo"? Cioè,<br />
non dovremmo semplicemente<br />
prendere atto che non c'è nessuna<br />
soluzione, nessuna decrescita<br />
né drammatica né tanto<br />
meno "serena"; che il mondo è<br />
condannato, sovrappopolato,<br />
inquinato, irrimediabilmente<br />
sbagliato e che sbagliati alla<br />
fine siamo noi stessi. Noi che ci<br />
siamo innamorati, in taluni casi<br />
riprodotti, abbiamo letto e studiato,<br />
scritto, fatto arte e combattuto<br />
credendo in qualcosa?<br />
Non sarebbe forse, questa radicale<br />
consapevolezza del falli-<br />
mento, se non la soluzione, per<br />
lo meno un correttivo all'idea<br />
che le cose "avrebbero potuto<br />
andare diversamente"? "Ah, se<br />
solo il comunismo avesse<br />
assunto un volto umano! Ah, se<br />
solo il fascismo fosse diventato<br />
una condivisa ideologia corporativista!<br />
Ah, se solo il capitalismo,<br />
invece di diventare spietatamente<br />
speculativo, fosse un<br />
sistema davvero liberista! Ah,<br />
se solo gli intellettuali e gli artisti<br />
fossero meno asserviti al<br />
potere e alle loro ambizioni<br />
mediali, e fornissero risposte<br />
coerenti ai bisogni della<br />
gente…". E invece no: le cose<br />
sono andate esattamente al<br />
contrario. Non è forse questa<br />
una scoperta sorprendentemente<br />
giusta che ci impedisce<br />
qualunque velo illusorio, che ci<br />
costringe a confrontarci non<br />
col disastro esotico, ma con la<br />
nostra stessa, intrinseca, "indigena",<br />
"paralisi esistenziale"? <br />
(scrivimi:<br />
hostravistoxte@exibart.com;<br />
illustrazione di Bianco-Valente)