Oltre 600 cavalli - All Ferraris

46 Avventure
dell’evento: il deposito delle auto
dei partecipanti internazionali, i
container utilizzati per il
trasporto via nave delle auto e il
centro di revisione dove tutte le
auto (nel 2004, più di 300!)
vengono controllate nei minimi
particolari. Per regolamento,
infatti, prima della partenza
ogni auto deve superare diversi
rigidi controlli sia della parte
meccanica sia delle dotazioni di
sicurezza, ben diverse da quelle
europee.
L’organizzazione, bontà loro, mi
mette a disposizione una
splendida Ferrari Daytona spider
nera del 1972 ed un
preparatissimo pilota, Ridge
Kermy, con il quale percorro più
di 1000 km durante i cinque
giorni del rally.
Torno in Italia, entusiasta per la
splendida esperienza vissuta. Mi
accompagna il ricordo di quella
terra bellissima e lontana, delle
lunghe strade immerse in
paesaggi da sogno, della
gentilezza e dell’accoglienza
ricevuta. Resto comunque in
contatto con gli organizzatori,
ormai amici, con i quali decido
di studiare una forma di
sponsorizzazione con la Ferrari
Spa. Dopo vari incontri a
Maranello presso la direzione
commerciale ed in particolare
con il dottor Mario Micheli, il
team australiano raggiunge
finalmente una sorta di accordo
per l’edizione del 2005, la nona
della storia del rally.
La decisione di prendere parte
all’evento per il secondo anno di
seguito, è repentina e quasi
scontata, però con una novità:
questa volta non mi muoverò
dall’Italia senza la mia 456 GT
del 1994.
Ed è così che, un mese prima
dell’evento (ottobre 2005), guido
la mia vettura fino al porto di La
Spezia per metterla nel
container della P&O Nedlloyd,
uno degli sponsor della
manifestazione, che viene
caricato su un cargo diretto in
Australia. Dopo tre settìmane
dalla partenza, ricevo notizia
che la 456 è arrivata (sana e
salva!) al porto di Adelaide.
Come la maggior parte dei
partecipanti internazionali,