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nb - Il Poligrafo

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scoperte<br />

archeologiche<br />

a este<br />

Contributi allo studio della civiltà<br />

preromana nel Veneto<br />

Valentina Ventura<br />

La prestigiosa serie di monografie dei “Monumenti<br />

Antichi”, tra le pubblicazioni dell’Accademia<br />

dei Lincei, ha accolto l’edizione<br />

sistematica delle scoperte di Este, località<br />

esemplare per lo studio della civiltà preromana<br />

nel Veneto.<br />

Avviata con i due tomi di Este I e seguita dalla<br />

recente pubblicazione del volume di Este II,<br />

l’opera è nata negli anni Ottanta su iniziativa,<br />

meritoria e alquanto impegnativa, di<br />

Luigi Polacco, al tempo direttore dell’Istituto<br />

di Archeologia e responsabile del programma<br />

di ricerche del CNR sull’Archeologia<br />

delle Venezie. Un ruolo fondamentale<br />

ha avuto inoltre l’allora soprintendente Giulia<br />

de’ Fogolari, di particolare competenza<br />

nel campo delle antichità preromane della<br />

regione.<br />

Com’è noto, Este fu centro di importanza<br />

nodale della civiltà definita paleoveneta o atestina,<br />

caratterizzata dal prevalente costume<br />

della cremazione dei defunti e riconoscibile,<br />

nel campo manifatturale-artistico, per la<br />

tipica produzione di oggetti di bronzo laminato<br />

decorati a sbalzo conosciuta come<br />

“arte delle situle”.<br />

Le grandi necropoli paleovenete di Este costituivano<br />

un anello continuo che correva<br />

tutto intorno all’antico abitato, con due brevi<br />

interruzioni a Est e a Ovest – forse dovute<br />

all’antico corso dell’Adige, mutato nel<br />

589 d.C. nella famosa “rotta della Cucca” –<br />

e non mostravano, dal punto di vista cronologico,<br />

significative soluzioni di continuità<br />

con il successivo periodo romano. Tra le caratteristiche<br />

di questa facies culturale riscontriamo<br />

infatti una sorprendente continuità<br />

fino in età storica molto avanzata.<br />

Le prime scoperte archeologiche pertinenti<br />

a queste necropoli risalgono a ritrovamenti<br />

casuali del 1876 e a ricerche programmatiche<br />

degli anni subito successivi: esse sono<br />

state poi oggetto di scritti pregevoli di studiosi<br />

quali Gherardo Gherardini, Alessandro<br />

Prosdocimi, Alfonso Alfonsi, Adolfo<br />

Callegari. Tuttavia, nel tempo, una parte dei<br />

rinvenimenti è rimasta inedita, mentre si è<br />

fatta sempre più viva l’esigenza di un approccio<br />

organico che si occupasse anche degli<br />

aspetti storico-culturali, artistici e cronologici<br />

ad essi ascrivibili. Si è quindi intrapreso<br />

un lavoro di esplorazione di tutto il<br />

materiale conservato nel Museo Nazionale<br />

Atestino e nei depositi: i reperti sono stati<br />

riordinati, restaurati, catalogati e disegnati,<br />

e i vecchi giornali di scavo sono stati riletti.<br />

Da questa sinergia tra Università, CNR e Soprintendenza<br />

è scaturita la prima pubblicazione,<br />

che presenta le necropoli atestine settentrionali<br />

– la necropoli Casa di Ricovero<br />

con 117 tombe, la Muletti Prosdocimi con<br />

25, la Alfonsi con 29 – oltre che alcune centinaia<br />

di oggetti sporadici, e quindi senza<br />

precisi riferimenti stratigrafici e topografici,<br />

provenienti da Casa di Ricovero.<br />

Este I si apre con la cronaca delle scoperte delle<br />

tre necropoli – avvenute tra fine Ottocento<br />

e inizio Novecento – e prosegue con il catalogo<br />

delle tombe. Le autrici, Anna Maria<br />

Chieco Bianchi (allora direttrice del Museo<br />

Nazionale Atestino) e Loredana Calzavara<br />

Capuis (allora assistente dell’Istituto di Archeologia),<br />

si sono occupate dei testi descrittivi<br />

e critici; un secondo volume raccoglie le<br />

tavole, corredate dalla documentazione completa<br />

degli oggetti che compongono i corredi<br />

delle tombe. Per ciascuna voce sono riportati<br />

i dati di scavo, eventuali ulteriori notizie desunte<br />

dai giornali di scavo manoscritti, le indicazioni<br />

bibliografiche, i materiali del corredo<br />

o la loro descrizione inventariale.<br />

Analoga la struttura di Este II: il volume,<br />

unico in questo caso per testi e tavole, illustra<br />

le 99 tombe della necropoli di Villa<br />

Benvenuti, tornate alla luce negli scavi eseguiti<br />

tra 1879 e 1904 e riportate all’attualità<br />

degli studi anche grazie al recupero di appunti,<br />

schizzi e preziosi manoscritti, tra cui<br />

l’importante abbozzo di uno studio di Alessandro<br />

Prosdocimi su parte significativa<br />

delle deposizioni.<br />

Le sepolture – ad eccezione di una risalente<br />

ad epoca romana – sono tutte datate tra l’VIII<br />

e il II secolo a.C. e mostrano indubbi legami<br />

con la contigua e già edita necropoli Casa di<br />

Ricovero. L’intera area mostra, almeno a<br />

partire dal VII secolo, la concentrazione di<br />

sepolture femminili di alto livello, cioè delle<br />

cosiddette dominae, il cui status si manifesta<br />

con la presenza di una chiave; il tutto in un<br />

contesto che, su base topografica, induce a<br />

pensare a complessi di tombe familiari.<br />

Notevoli sono poi diversi oggetti di importazione<br />

o imitazione, che rivelano l’esistenza<br />

di una vivace attività commerciale. Sempre<br />

nell’ambito dei manufatti più considerevoli,<br />

una collocazione di eccezionale rilievo<br />

spetta alla situla Benvenuti, cui è dedicata<br />

una delle appendici che arricchiscono il<br />

secondo volume rispetto ad Este I; le altre riguardano<br />

le analisi osteologiche dei resti<br />

cremati e le analisi paleofaunistiche.<br />

Con Este II non si esaurisce la pubblicazione<br />

delle tombe atestine: scavi sistematici,<br />

condotti dal 1983 al 1993 secondo i più aggiornati<br />

metodi di indagine multidisciplinare,<br />

hanno infatti portato al ritrovamento di<br />

l’editoria nel veneto<br />

altre 150 tombe nell’area attigua a quella indagata<br />

dall’Alfonsi tra 1897 e 1898. Le sepolture,<br />

pertinenti ad un periodo che va dall’VIII<br />

secolo alla romanizzazione, possono<br />

aggiungere elementi nuovi alla ricerca, contribuendo<br />

ad esempio a colmare lacune documentarie<br />

delle fasi più tarde; ad esse sarà<br />

destinata una terza pubblicazione, che porterà<br />

a compimento un percorso cominciato<br />

oltre cent’anni fa.<br />

ANNA MARIA CHIECO BIANCHI - LOREDANA<br />

CALZAVARA CAPUIS, Este I. Le necropoli Casa<br />

di Ricovero, Casa Muletti Prosdocimi e Casa<br />

Alfonsi, Roma, Accademia Nazionale dei<br />

Lincei - Giorgio Bretschneider Editore,<br />

1985, f.f., 2 voll., * testo e tavole: pp. 511 +<br />

tavv. LII, ** grafici: tavv. 306, s.i.p. (Monumenti<br />

antichi, LI).<br />

LOREDANA CAPUIS - ANNA MARIA CHIECO<br />

BIANCHI, Este II. La necropoli di Villa Benvenuti,<br />

Roma, Accademia Nazionale dei Lincei<br />

- Giorgio Bretschneider Editore, 2006,<br />

f.f., pp. 536 + tavv. 223 + LXIV tavv. fotograf.,<br />

s.i.p. (Monumenti antichi, LXIV).<br />

in questa e nella pagina di sinistra<br />

immagini tratte da<br />

Este II. La necropoli di Villa Benvenuti<br />

notiziariobibliografico55 63

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