31.05.2013 Views

nb - Il Poligrafo

nb - Il Poligrafo

nb - Il Poligrafo

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

di, medico e scienziato oltre che poeta, e<br />

con Francesco di Vannozzo, musico e giullare<br />

di corte.<br />

I quattro saggi successivi si concentrano su<br />

specifiche questioni iconografiche, e sono<br />

in stretta relazione con i codici e le stampe<br />

presentati nella mostra: a partire dalle opere<br />

del Petrarca, e dalle miniature dei codici di<br />

ambiente padovano che le contenevano,<br />

Giordana Mariani Canova, Lilian Armstrong,<br />

Federica Toniolo, Davide Banzato e Caterina<br />

Limentani Virdis esaminano, spesso con<br />

rimarchevole rigore e completezza, il fitto<br />

intreccio fra letteratura, miniatura e altre<br />

arti figurative che segnò, a partire dal Trecento,<br />

la nascita della nuova sensibilità<br />

umanistica e rinascimentale. Come si è già<br />

accennato, una sezione importante è dedicata<br />

alla tradizione iconografica dei Trionfi,<br />

che sono appunto il campo di maggiore interazione<br />

fra l’opera petrarchesca e le arti figurative;<br />

i saggi sono accompagnati da ulteriore<br />

materiale iconografico, che integra e<br />

arricchisce quello presente nel catalogo.<br />

Una componente essenziale della nuova<br />

sensibilità umanistica fu la riscoperta dell’antichità<br />

classica, che a Padova ebbe precocemente<br />

i suoi protagonisti in Lovato Lovati,<br />

Albertino Mussato e Rolando da Piazzola.<br />

Fu in questi anni che si credette di avere<br />

individuato la salma di Antenore e la stele<br />

funeraria di Tito Livio, e si fece un uso<br />

politico di queste memorie di illustri antenati,<br />

esponendole con grande risonanza nel<br />

centro di Padova. Anche Petrarca, durante il<br />

suo soggiorno padovano, ebbe occasione di<br />

partecipare a tale processo e di commentarlo:<br />

è appunto questo l’argomento del saggio di<br />

Giulio Bodon, mentre Irene Favaretto approfondisce<br />

in particolare <strong>Il</strong> collezionismo al<br />

tempo del Petrarca. Infatti, il ritrovamento di<br />

oggetti antichi a Padova e l’importazione di<br />

spoglie dell’impero bizantino a Venezia favorirono<br />

la nascita dei primi collezionisti,<br />

fra cui va appunto annoverato anche Petrarca,<br />

che amava raccogliere monete romane;<br />

fu proprio da queste collezioni che prese<br />

spunto la tradizione umanistica e rinascimentale<br />

delle medaglie celebrative, di cui la<br />

mostra fornisce numerosi campioni.<br />

Dopo un saggio di Gilda Mantovani su un<br />

argomento molto specialistico, la tradizione<br />

delle opere di Petrarca nei volumi miscellanei<br />

approntati dagli studenti tedeschi dell’ateneo<br />

patavino, il volume prosegue con due<br />

contributi di carattere generale, opera di<br />

due fra i maggiori specialisti delle rispettive<br />

materie: Armando Balduino fornisce una<br />

panoramica del petrarchismo nella lirica veneta<br />

del Quattrocento, riprendendo e integrando<br />

alcune sue precedenti trattazioni, e<br />

Gino Belloni propone una breve ma accurata<br />

ricostruzione della storia e delle vicende<br />

editoriali dei primi commentatori petrar-<br />

cheschi, dai primi tentativi quattrocenteschi<br />

al Daniello.<br />

Gli ultimi tre contributi sono invece tutti<br />

dedicati alla musica. <strong>Il</strong> primo, “Vergene bella”:<br />

da Petrarca a Du Fay, è di nuovo opera<br />

di un’autorità assoluta, Giulio Cattin, che<br />

inserisce l’analisi del caso specifico di Vergene<br />

bella in una vasta e informatissima ricostruzione<br />

dei rapporti fra poesia religiosa<br />

e musica dal Trecento al Cinquecento. Segue<br />

Francesco Facchin, che concentra la<br />

sua indagine sulle riprese dei testi di Petrarca<br />

nella produzione musicale nel Medioevo,<br />

dove spesso tessere o centoni petrarcheschi<br />

venivano inseriti in testi strutturati<br />

come madrigali anche dal punto di vista<br />

metrico; mentre Antonio Lovato analizza le<br />

presenze petrarchesche nel madrigale veneto<br />

del Cinquecento, quando sonetti, ballate<br />

e canzoni divengono direttamente utilizzabili<br />

come testi per musica polifonica e quindi<br />

il Canzoniere diviene una delle principali<br />

fonti. Lovato fornisce anche un prospetto<br />

delle occorrenze petrarchesche riscontrate<br />

nel suo corpus.<br />

<strong>Il</strong> secondo volume, Petrarca e l’Umanesimo,<br />

contiene gli atti di un convegno trevigiano il<br />

cui curatore, Giuliano Simionato, segnala<br />

l’intenzione “di mettere in risalto le contingenze<br />

storiche che legano il poeta a Treviso,<br />

di cui parlò nelle sue lettere e in cui nutrì<br />

dotte amicizie e corrispondenze, dove soprattutto<br />

visse e morì la figlia Francesca”.<br />

Ciò non vale per una parte dei contributi,<br />

che affronta argomenti di taglio più generale:<br />

il primo, Petrarca e l’ambiente veneto, di<br />

Manlio Pastore Stocchi, mostra le ragioni<br />

della preferenza che Petrarca accordò alla<br />

nostra regione, in cui risiedette per gran<br />

parte dei suoi ultimi anni. Privo di una patria<br />

in senso stretto, sempre avverso alla Firenze<br />

avita e più in generale al mondo comunale<br />

italiano, Petrarca trovò nelle signorie<br />

del Nord Italia l’ambiente a lui più consono,<br />

e finì per lasciare al Veneto, e in particolare<br />

ad Arquà, il ruolo di sua patria d’elezione,<br />

meta dei pellegrinaggi delle generazioni<br />

successive. Nel secondo contributo,<br />

Come scrivere (e leggere) versi. La poetica grafico-visiva<br />

di Francesco Petrarca, Furio Brugnolo<br />

prosegue i suoi studi sulla veste grafica<br />

dell’autografo del Canzoniere, le cui soluzioni<br />

innovano in maniera raffinata rispetto<br />

alla precedente tradizione, ma sono a<br />

loro volta superate già alla fine del Trecento.<br />

<strong>Il</strong> caso di Petrarca è inserito in una più<br />

ampia panoramica dei modi di scrivere la<br />

poesia fino ai nostri giorni, con l’aiuto di un<br />

ampio corredo iconografico.<br />

Vi è poi una serie di quattro saggi dedicati<br />

all’influsso di Petrarca sul Rinascimento<br />

francese, dove la poesia italiana, e petrarchesca<br />

in particolare, ebbe un ruolo centrale<br />

in parallelo alla riscoperta della tradizione<br />

Francesco Petrarca, Canzoniere,<br />

Rime estravaganti, Trionfi.<br />

Venezia, Biblioteca del Museo Correr,<br />

ms. Correr 1494 (già B.5.7; cl. VI.744),<br />

sec. XV (primo decennio)<br />

l’editoria nel veneto<br />

Francesco Petrarca, Epistole.<br />

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana,<br />

Acquisti e Doni 687,<br />

sec. XIV (terzo-ultimo quarto)<br />

notiziariobibliografico55 59

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!