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nb - Il Poligrafo

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immagini tratte da<br />

<strong>Il</strong> Museo Internazionale della Maschera...<br />

dente del rimbombo e l’obbligo di “forzare<br />

ogni espressione sul corpo”, rinunciando<br />

alla mimica facciale.<br />

Lévi-Strauss ricorda il potere attribuito alla<br />

maschera di trasformare l’uomo “in altro da<br />

sé” e di impersonare addirittura un dio.<br />

Giovanni Calendoli ricostruisce la storia<br />

della maschera nel mondo greco e romano,<br />

dove nasce come elemento essenziale del<br />

culto di Dioniso e mantiene parte del significato<br />

magico e religioso anche quando diventa<br />

strumento teatrale.<br />

Ludovico Zorzi indaga le Mitologie leggendarie<br />

di Arlecchino, personaggio dal volto di demonio<br />

trasformatosi nei secoli in maschera<br />

dall’abito screziato dei colori della primavera.<br />

Jean-Claude Schmitt si sofferma sulla<br />

posizione della chiesa durante il Medioevo<br />

che condanna le maschere come oggetto di<br />

trasgressione perché alterano i tratti somatici<br />

dell’uomo, “fatto a immagine di Dio” e<br />

danno voce a dannati e a diavoli.<br />

Con quali materiali e con quali tecniche si<br />

costruivano le maschere nel mondo classico<br />

e in quello medievale? Nessun esempio è<br />

giunto fino a noi, ma sono numerose le descrizioni<br />

letterarie e figurative: sculture, pitture<br />

vascolari, affreschi, miniature, mosaici e<br />

ceramiche. Donato Sartori, che ha consultato<br />

ogni fonte disponibile, ha seguito diversi procedimenti:<br />

una matrice in legno su cui applicare<br />

una pezza di cuoio bagnato, poi battuto<br />

oppure uno stampo in gesso su cui stendere<br />

vari strati di stoffa e fibre vegetali. Ma, come<br />

rileva Roberto Tessari (Maschere barocche) l’attività<br />

di Amleto e Donato Sartori comprende<br />

non solo lo studio e la realizzazione di maschere<br />

di varie culture, ma si estende a nuove<br />

sperimentazioni, come le avanguardie artistiche<br />

e i “travestimenti urbani”.<br />

La parte successiva del volume, Le forme<br />

dell’invenzione, raccoglie testimonianze e riflessioni<br />

dei grandi protagonisti del teatro:<br />

Giorgio Strehler, Ferruccio Soleri, Jean-<br />

Louis Barrault, Amleto Sartori, Gianfranco<br />

De Bosio, Jacques Lecoq, Giuseppe Marchiori,<br />

Carlo Giacomozzi, Enrico Crispolti,<br />

Pierre Restany, Virginia Baradel.<br />

L’avventura del Museo descrive, con i saggi di<br />

Donato Sartori, Gian Piero Brunetta e Paola<br />

Piizzi, l’attività teatrale nel Novecento e sottolinea<br />

il proposito di fare del Centro un luogo<br />

vivo e aperto ad attività pluridisciplinari<br />

che riguardino il teatro, la musica, la danza,<br />

il gesto e ogni aspetto dell’opera artistica e<br />

inoltre una “Scuola della Commedia dell’Arte”<br />

per la creazione e l’uso teatrale delle maschere.<br />

<strong>Il</strong> Catalogo spiega un ricchissimo<br />

corredo di immagini relative al Teatro greco,<br />

al Ruzante, alla Commedia dell’Arte, al Teatro<br />

del Novecento, alla Struttura gestuale e al<br />

Mascheramento urbano.<br />

A conclusione sembra opportuno citare un<br />

pensiero di Lecoq: “le maschere possono es-<br />

cataloghi di mostre e musei<br />

sere molto diverse di forma e di spirito,<br />

ma ogni maschera teatrale valida e bella ha<br />

in comune con le altre la capacità di ritrasmettere<br />

la profondità dell’essenza umana”.<br />

| Marilia Ciampi Righetti |<br />

<br />

ENRICO BENETTA, Incanto. Affabulazione e<br />

Immaginazione, catalogo della mostra (Treviso,<br />

Casa dei Carraresi, 23 giugno - 9 settembre<br />

2007), a cura di Daniela del Moro,<br />

Treviso, Antiga, 2007, formato, pp. 249 + CD,<br />

e 59,00.<br />

Un libro d’arte può racchiudere una fiaba<br />

moderna, scandita dai frammenti di ricordi<br />

d’infanzia che, legati fra loro, raccontano...<br />

È questo l’incanto o meglio il senso del fantastico<br />

che attraversa le pagine del prezioso<br />

catalogo della mostra-evento di Enrico Benetta,<br />

tenutasi di recente ad Asolo e a Treviso.<br />

<strong>Il</strong> prestigio della tradizione tipografica di<br />

Antiga edizioni fanno di questo volume un<br />

esemplare di gusto e raffinatezza, che raccoglie<br />

il fascino di una pittorica trama di<br />

emozioni, di chi ha saputo mantenere il suo<br />

sguardo bambino per orientarsi nel tempo<br />

e nello spazio. <strong>Il</strong> progetto, a cura di Daniela<br />

Del Moro, ha come direttore artistico, editoriale<br />

e didattico Antonia Ciampi, a sua volta<br />

artista. La sensazione che deriva dallo sfogliare<br />

il catalogo è paragonabile a quel soffio<br />

di leggerezza del quale il critico d’arte<br />

Daniela Del Moro scrive: “riflettersi in ogni<br />

sua opera... sia nella scelta della dimensione<br />

apparentemente più semplice della tela<br />

sia nello sviluppo tridimensionale delle sue<br />

installazioni”. Leggerezza come cifra di stile<br />

al pari di quel carattere tipografico bodoniano<br />

che la ricerca espressiva di Benetta<br />

reinterpreta attraverso pagine, disposte<br />

come quinte teatrali, su cui campeggiano<br />

gigantografie delle lettere in Bodoni. E così<br />

il percorso della mostra alla Casa dei Carraresi<br />

a Treviso, raccontata nel libro si snoda<br />

nelle diverse stanze, che rappresentano le<br />

tappe dell’infanzia, e della presa di coscienza<br />

identitaria, attraversando i ricordi, l’amore,<br />

i sogni, la scrittura, l’anima. Sono stanze<br />

delle meraviglie o stanze letterarie dove il<br />

gioco, la magia, l’incantesimo che sono le<br />

vere opere dell’artista sembrano fermare il<br />

tempo, scandendo un ritmo leggero e palpitante.<br />

È un percorso esperenziale che desta<br />

stupore, quello raccontato dalle immagini<br />

fotografiche a piena pagina, di forte impatto<br />

visivo, che accendono la curiosità. Una curiosità<br />

dettata dalla voglia di vivere in quel magico<br />

mondo everland ricreato da Benetta intorno<br />

ad Asolo, il suo castello e il suo centro<br />

storico. Ecco che si resta affascinati dalla<br />

notiziariobibliografico55 51

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