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cataloghi di mostre e musei<br />
immagini tratte da<br />
Dei ed eroi della Grecia...<br />
50 notiziariobibliografico55<br />
timi passaggi di popolazioni nomadi prima<br />
dell’arrivo definitivo dei Romani.<br />
Le opere vengono presentate in sezioni<br />
cronologiche: Età del ferro, dal VI al IV secolo<br />
a.C., tra IV e III secolo a.C., l’ellenismo,<br />
I secolo d.C., la più tarda fase romana.<br />
Parte di rilievo occupano le tombe<br />
principesche del VI-V secolo a.C., sepolcri<br />
sontuosi coperti da grandi tumuli, dotati<br />
di ricchi corredi funerari composti da oggetti<br />
in oro, argento e ambra e da diversi<br />
simboli di potere e prestigio di manifattura<br />
locale e straniera. Nella classificazione<br />
sono suddivisi per località geografiche di<br />
rinvenimento; degni di menzione sono il<br />
cratere su tripode e i sandali in lamina<br />
d’oro decorati a sbalzo rinvenuti nella<br />
tomba 8 di Trebeniste, e la maschera aurea,<br />
riportante i tratti del volto di un capo<br />
tribale, dalla tomba 9 dello stesso sito.<br />
| Cinzia Agostini |<br />
<br />
Dei ed eroi della Grecia nell’Italia antica.<br />
Recuperi archeologici della Guardia di Finanza,<br />
catalogo della mostra (Treviso, Museo<br />
di Santa Caterina, 3 aprile - 25 settembre<br />
2005), Treviso, Guardia di Finanzia -<br />
Soprintendenza per i Beni Archeologici<br />
del Veneto - Comune di Treviso - Venezia,<br />
Regione del Veneto, 2005, 8°, pp. 120,<br />
ill., s.i.p.<br />
Da sempre l’importanza della ceramica si<br />
è dimostrata fondamentale per lo studio<br />
delle cronologie, oltre che degli apparati<br />
iconografici, nella ricerca storica e archeologica.<br />
Concetto, questo, che ha coinvolto<br />
anche la città di Treviso, in seguito a un lavoro<br />
di recupero eseguito su alcuni preziosi<br />
manufatti antichi rinvenuti dopo lunghe<br />
indagini. L’amministrazione locale infatti,<br />
porta avanti un progetto perseguito da<br />
anni, sulla valorizzazione e il recupero del<br />
Museo civico di Santa Caterina, che già un<br />
anno fa, con l’inaugurazione di una nuova<br />
sezione, apriva le porte a una mostra sui<br />
Paleoveneti.<br />
Determinante in questo progetto è stato il<br />
contributo della Guardia di Finanza. Grazie<br />
a un lungo ed elaborato lavoro di indagine<br />
delle “fiamme gialle”, è stato possibile<br />
salvare dai circuiti dell’illecito una serie<br />
di reperti di notevole importanza, ora in<br />
possesso del Comune di Treviso. Tale recupero<br />
ha permesso loro una giusta e dignitosa<br />
collocazione, oltre che una fruizione<br />
da parte del grande pubblico.<br />
Ancora una volta si ribadisce così l’importanza<br />
che la nostra regione ha avuto nel<br />
passato, quale protagonista in numerosi<br />
ed esclusivi rapporti commerciali con altre<br />
popolazioni della penisola. Si tratta di un<br />
argomento molto caro alla Regione Veneto<br />
che su questo ha già investito sforzi e risorse<br />
per lo sviluppo di nuovi progetti.<br />
Partendo da questi presupposti, il volume,<br />
attraverso un curato excursus fotografico,<br />
illustra la nuova esposizione che il complesso<br />
di Santa Caterina ospiterà, dedicata<br />
agli eroi e ai miti dell’antichità classica.<br />
Sono in tutto trentacinque pezzi presentati,<br />
in prevalenza vasellame a figure rosse,<br />
divisi in quattro gruppi, a seconda delle tematiche<br />
a cui il loro apparato decorativo si<br />
riferisce: divinità, eroi, donne-guerriero, vasi<br />
per corredi funerari dalla Magna Grecia.<br />
Le ampie immagini, affiancate da interessanti<br />
particolari decorativi, sono accompagnate<br />
da una precisa descrizione del manufatto,<br />
presentato in didascalia dai principali<br />
dati tecnici. Conclude la sequenza<br />
una tavola riassuntiva sulle più note forme<br />
e funzioni dei vasi nell’antichità.<br />
Anche se sinteticamente, l’opera fornisce<br />
al lettore una valida quanto stimolante anticipazione<br />
di ciò che potrà ammirare in<br />
sede museale. | Andrea Cocco |<br />
<br />
<strong>Il</strong> Museo Internazionale della Maschera. L’arte<br />
magica di Amleto e Donato Sartori, a cura<br />
di Carmelo Alberti e Paola Piizzi, Abano<br />
Terme (PD), Centro Maschere e Strutture<br />
gestuali, 2005, 4°, pp. 288, ill., s.i.p.<br />
In ogni tempo e in ogni paese le maschere<br />
sono presenti con le funzioni più diverse:<br />
sacrali, teatrali, ludiche. Amleto e Donato<br />
Sartori hanno raccolto queste preziose<br />
testimonianze di storia e di cultura in<br />
Europa, Africa, India, Indonesia, Giappone,<br />
America del Sud. È nato così, nel<br />
1979, ad Abano Terme (Padova), nella secentesca<br />
villa Trevisan Savioli, il “Centro<br />
Maschere e Strutture gestuali” che nel<br />
2004 ha inaugurato il “Museo Internazionale<br />
della Maschera”, una straordinaria<br />
raccolta di maschere e sculture realizzate<br />
e collezionate dai due artisti in settantasette<br />
anni di attività.<br />
<strong>Il</strong> Museo Internazionale della Maschera.<br />
L’arte magica di Amleto e Donato Sartori,<br />
curato da Carmelo Alberti e Paola Piizzi,<br />
raccoglie interventi di autori prestigiosi<br />
che illustrano il significato e la storia della<br />
maschera. Dario Fo la definisce un eccezionale<br />
strumento musicale con una particolare<br />
cassa di risonanza che consente<br />
una vasta gamma di tonalità, ma ne sottolinea<br />
anche gli inconvenienti, come la limitazione<br />
del campo visivo, l’effetto stor