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ecensioni e segnalazioni<br />
immagini tratte da<br />
Le Mura e i Forti di Verona...<br />
42 notiziariobibliografico55<br />
sari, la cui facciata esterna risale all’età<br />
Claudia. Di epoca medievale invece sono:<br />
una prima cinta muraria costruita tra il 1157<br />
e il 1224 che veniva ad inglobare i borghi<br />
più vicini alla città, il nuovo apparato difensivo<br />
a cui si aggiunsero numerose torri voluto<br />
da Ezzelino da Romano, le mura scaligere,<br />
il Castello di San Martino (detto poi di<br />
Castelvecchio) edificato da Cangrande II e il<br />
Castello di San Felice assieme alla cittadella,<br />
fortezze periferiche di età viscontea. <strong>Il</strong> lungo<br />
periodo della dominazione veneziana,<br />
grazie all’intervento innovativo di Michele<br />
Sanmicheli – ci si riferisce al fronte bastionato<br />
e alle porte monumentali – si identifica<br />
quale epoca di ripristino e aggiornamento<br />
dell’apparato difensivo della città. In epoca<br />
austriaca, il fronte bastionato veronese fu<br />
rinnovato e messo in relazione ad un sistema<br />
di forti staccati dalla piazzaforte, in maniera<br />
tale da poter difendere più efficacemente<br />
la città.<br />
Una sezione del testo-guida è dedicata alla<br />
descrizione delle numerose porte urbiche,<br />
dei bastioni e dei forti appartenenti alle<br />
“mura magistrali” e agli interventi architettonici<br />
che tali organismi difensivi hanno subito<br />
nel corso delle varie epoche storiche. Va<br />
ricordato che Verona, al tempo degli Asburgo,<br />
grazie alla sua posizione geografica e ai<br />
collegamenti stradali e ferroviari che le consentivano<br />
di comunicare con Venezia, Mantova,<br />
Milano e in seguito anche con il Tirolo,<br />
era considerata il punto cardine difensivo<br />
più rilevante di tutto il Lombardo-Veneto.<br />
In conclusione, la puntuale descrizione di<br />
un numero considerevole di attestazioni raggruppate<br />
in quella che viene definita la “cinta<br />
magistrale in sinistra d’Adige”; a seguire,<br />
l’elencazione dei forti di epoca asburgica<br />
edificati, a difesa della città, in posizione<br />
staccata rispetto alla cerchia muraria. Si termina<br />
ricordando che, tra il 1848 e il 1859, si<br />
avviò la realizzazione di un campo trincerato<br />
costituito da dodici nuovi forti separati anch’essi<br />
dalla cinta bastionata e che, tra il<br />
1860 e il 1866 si rese necessaria la costruzione<br />
di una seconda cerchia di forti, staccata<br />
dalla piazzaforte e posizionata ad una distanza<br />
pressoché raddoppiata rispetto alla<br />
prima. Non è un caso se Verona è stata inserita<br />
nei siti dell’Unesco patrimonio dell’umanità,<br />
non soltanto per il valore del suo<br />
centro storico, ma anche e soprattutto per le<br />
numerose attestazioni architettonico-difensive<br />
che hanno fatto da barriera alla città.<br />
L’autore non manca di proporre un intervento<br />
di recupero della cinta urbana e delle<br />
variegate strutture militari, che tenga conto<br />
del restauro monumentale, ma che sia capace<br />
di stabilire un collegamento nuovo tra città<br />
e territorio circostante. | Sonia Derderian |<br />
<br />
Prima di Andrea Palladio. La formazione di<br />
un possedimento “non molto lungi dalle Gambarare”,<br />
a cura di Giulia Foscari, introd. di<br />
Ferigo Foscari, Venezia, La Malcontenta,<br />
2005, 8°, pp. 233, ill., s.i.p.<br />
<strong>Il</strong> presente volume raccoglie e pubblica la<br />
trascrizione degli atti relativi alla formazione<br />
di un possedimento agrario, nell’immediato<br />
entroterra veneziano, da parte della famiglia<br />
Foscari, nell’arco di un cinquantennio;<br />
un esempio di strategia di lungo periodo<br />
non inconsueta in quegli anni, mirante<br />
a rinsaldare il patrimonio della famiglia.<br />
L’inizio ideale della vicenda, che si ricostruisce<br />
ripercorrendo la serie di documenti<br />
che ci sono pervenuti, è il doge Francesco<br />
Foscari, che resse la Repubblica a partire<br />
dal 1423, e la fortuna da lui costruita; l’inizio<br />
concreto del processo di ricerca sistematica<br />
e di acquisto dei terreni che coinvolse la<br />
famiglia Foscari lungo un percorso che<br />
durò secoli, è il matrimonio dei due nipoti<br />
del Foscari, Francesco e Federico, rispettivamente<br />
con Cecilia Pesaro e Cecilia Venier,<br />
matrimonio che coincise con una prima<br />
divisione ereditaria della discendenza<br />
e la regolamentazione dell’uso della “casa<br />
grande”, ossia la casa sul Canal Grande voluta<br />
tempo prima dal doge Francesco. Questo<br />
primo passo spingerà, in tempi relativamente<br />
brevi, una delle due “fraterne” costituitesi<br />
intorno agli unici due figli sposati di<br />
Nicolò di Jacopo, Francesco e Federico appunto,<br />
ad avviare questa campagna di acquisti<br />
fondiari per accrescere la consistenza<br />
del proprio patrimonio terriero. La “fraterna”<br />
di Federico, dunque, continuerà con alterne<br />
vicende questa campagna di incremento<br />
dei fondi posseduti dalla famiglia,<br />
fino oltre la metà degli anni cinquanta del<br />
Cinquecento, quando verrà commissionata<br />
ad Andrea Palladio l’erezione di un’importante<br />
casa.<br />
Quello che è interessante nella documentazione<br />
qui pubblicata, al di là dell’interesse<br />
per lo studio della singola vicenda, sono<br />
proprio la complessità, la completezza e la<br />
continuità del materiale in questione che<br />
permette allo studioso uno sguardo d’insieme<br />
di non poco valore su quelli che erano<br />
gli iter specifici delle varie procure, la Procuratia<br />
di San Marco piuttosto che le Commissarie<br />
che la Procuratia stessa gestisce,<br />
così come gli obblighi dei singoli contraenti<br />
degli accordi, o le modalità di gestione<br />
della compravendita e dell’affitto di terreni<br />
da parte di privati. La presente edizione curata<br />
da Giulia Foscari, parte dal manoscritto<br />
che contiene i testamenti e altri atti notarili<br />
della famiglia Foscari dal 1315 al 1561, e<br />
pubblica gli atti notarili riguardanti l’acquisizione<br />
da parte della “fraternita” facente<br />
capo a Federico appunto, dei terreni di