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ne conferma la sensibilità e l’impegno della<br />
Regione del Veneto su un versante tuttora<br />
aperto all’innovazione come quello dei diritti<br />
delle persone con disabilità e della valorizzazione<br />
delle diversità. | Susanna Falchero |<br />
<br />
Accreditamento e documentazione sociosanitaria.<br />
Una proposta operativa per le residenze<br />
sanitarie assistenziali, a cura di Gianmaria<br />
Gioga, Antonia Peroni e Alessandro Pompei,<br />
Pisa, Fondazione Casa Cardinale Maffi -<br />
Padova, Fondazione “Emanuela Zancan”,<br />
2004, 4°, pp. 145, e 13,00 (Esperienze, 7).<br />
La pubblicazione è l’esito di una collaborazione<br />
che la Fondazione “Emanuela Zancan”<br />
di Padova ha avviato nel biennio 2003-<br />
2004 con la Regione Toscana e altri referenti<br />
istituzionali nell’area di Pisa (tra questi<br />
soggetti spicca ad esempio la Scuola di<br />
Studi Universitari Sant’Anna) intorno al<br />
tema specifico: “L’accreditamento dei servizi<br />
sociali e sociosanitari: scelte regionali e<br />
criteri attuativi”. Un incontro tra il mondo<br />
della ricerca che opera in ambito sociale,<br />
l’università, le istituzioni locali, il variegato<br />
arcipelago non profit, finalizzato a creare le<br />
condizioni per l’elaborazione di una “cartella<br />
sociosanitaria” in grado di rispondere alle<br />
nuove esigenze di un sistema di welfare basato<br />
sulla centralità della persona.<br />
La prima parte del manuale presenta quattro<br />
diversi interventi di carattere informativo<br />
e più generale, quelli di Gianna Del Cucina<br />
(Comunicazione, informazione, integrazione:<br />
la documentazione sociosanitaria),<br />
Gianmaria Gioga (Modelli concettuali di riferimento<br />
per la documentazione sociosanitaria),<br />
Antonia Peroni (Accreditamento e qualità<br />
nei servizi alla persona) e Alessandro Pompei<br />
(I diritti delle persone nelle strutture residenziali).<br />
La seconda parte espone invece le<br />
schede elaborate nel corso del lavoro comune<br />
compiuto dalla Fondazione “Emanuela<br />
Zancan” con le varie istituzioni coinvolte:<br />
ad ogni scheda è allegata una legenda, proponendo<br />
nel contempo uno schema di classificazione<br />
delle stesse schede che risulta<br />
suddiviso in tre sezioni, le quali implicano<br />
differenti modalità applicative.<br />
In materia di accreditamento Gianmaria<br />
Gioga, dirigente dell’Azienda Ulss 16 di Padova<br />
e membro della fondazione padovana,<br />
scrive: “In questi ultimi anni il tema della<br />
qualità si è proposto all’attenzione del mondo<br />
dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari<br />
quale questione cruciale del sistema di<br />
erogazione dei servizi e delle prestazioni, in<br />
particolare in seguito alle novità introdotte<br />
dalle riforme dei due settori, sanitario e so-<br />
ciale, che hanno previsto l’istituto dell’accreditamento<br />
istituzionale quale perno centrale<br />
di un meccanismo di miglioramento<br />
della qualità dei servizi”. | Susanna Falchero |<br />
<br />
VALERIA ARZENTON - FEDERICO NERESINI - LICIA<br />
RAVAROTTO, A tavola con sicurezza. La percezione<br />
del rischio alimentare in Veneto, un’indagine<br />
condotta da Observa Science in<br />
Society, coordinata da Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale delle Venezie, Venezia,<br />
Unità Progetto Sanità Animale e Igiene Alimentare<br />
- Legnaro (PD), Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale delle Venezie - Vicenza,<br />
Associazione Observa Science in Society,<br />
Ergon Edizioni, 2005, 8°, pp. 308, s.i.p.<br />
<strong>Il</strong> volume presenta gli esiti di una ricerca<br />
sulla percezione del rischio alimentare che<br />
è stata realizzata tra il novembre 2003 e il<br />
settembre 2004 dalla Regione Veneto in<br />
collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico<br />
Sperimentale delle Venezie e il Centro Ricerche<br />
Observa - Science in Society. In questo<br />
periodo, si è passati da una prima fase,<br />
basata su un approccio qualititativo che ha<br />
consentito tra l’altro di definire il quadro di<br />
riferimento per l’avvio di un’indagine campionaria<br />
sul tema della sicurezza alimentare<br />
su scala regionale, ad un secondo momento<br />
che ha visto lo svolgimento della rilevazione<br />
vera e propria, con il coinvolgimento<br />
di ottocento famiglie residenti in Veneto<br />
e un duplice obiettivo di fondo: individuare<br />
l’insieme delle percezioni sociali e<br />
degli atteggiamenti della popolazione veneta<br />
verso i rischi alimentari; costruire una<br />
mappa delle soglie di attenzione rispetto a<br />
tali rischi, in modo da delineare una conoscenza<br />
preventiva delle caratteristiche dei<br />
potenziali destinatari di nuove campagne<br />
tematiche.<br />
La prima parte del volume introduce ai<br />
principali approcci teorici relativi allo studio<br />
della percezione del rischio alimentare nell’ambito<br />
delle scienze sociali. La seconda<br />
parte affronta gli aspetti rilevanti emersi durante<br />
la fase preliminare della ricerca, mentre<br />
la terza si sofferma a discutere dei principali<br />
risultati della survey, a partire da una<br />
descrizione di quelle che sono le abitudini<br />
alimentari delle famiglie venete. L’ultima<br />
parte definisce la tipologia dei possibili destinatari<br />
di future campagne, che dovranno<br />
essere organizzate per ampliare l’opera di<br />
monitoraggio del territorio e per affrontare<br />
in maniera incisiva le problematiche connesse<br />
all’alimentazione.<br />
Centrale, anche per la realtà del Veneto, è il<br />
circuito della comunicazione, da intendere<br />
recensioni e segnalazioni<br />
come possibile via per attivare un dialogo<br />
utile e proficuo tra il mondo scientifico-tecnologico<br />
e il resto della società su una materia<br />
così delicata: quali sono i cibi più rischiosi<br />
per la nostra salute? Quali sono gli<br />
enti pubblici responsabili della sicurezza di<br />
quello che mangiamo? Quanto sono importanti<br />
i sistemi di allevamento nel garantire la<br />
sicurezza del cibo? E i posti in cui lo acquistiamo?<br />
Queste sono soltanto alcune delle<br />
domande di fondo emerse dalle interviste<br />
(ad esempio per il 55% dei veneti non esisterebbero<br />
prodotti assolutamente sicuri).<br />
Nel complesso, l’indagine assume un valore<br />
distintivo proprio perché, condotta nel rispetto<br />
della normativa italiana e comunitaria<br />
che invita alla conoscenza delle specifiche<br />
esigenze del consumatore, ha il merito<br />
di focalizzare la sua attenzione su una realtà<br />
delimitata come quella veneta, su opinioni,<br />
preoccupazioni e pratiche dei cittadini<br />
veneti a tavola.<br />
L’intera ricerca si è svolta sotto la supervisione<br />
di Valeria Arzenton di Observa -<br />
Science in Society, Federico Neresini dell’Università<br />
di Padova e Licia Ravarotto dell’Istituto<br />
Zooprofilattico Sperimentale delle<br />
Venezie. | Susanna Falchero |<br />
<br />
ODDONE DEMICHELIS - MICAELA COLETTI -<br />
GUIDO TOFFOLO, Psicologia dell’emergenza:<br />
il caso Vajont, Comitato Sopravvissuti del<br />
Vajont, Savigliano (CN), Editrice Artistica<br />
Piemontese, 2004, 8°, pp. 132, ill., e 18,00.<br />
In questo libro sono raccolte le testimonianze<br />
di alcuni dei sopravvissuti alla tragedia<br />
del Vajont, affiancando alle interviste di<br />
chi riuscì miracolosamente a salvarsi dalla<br />
muraglia di acqua e fango che si abbattè su<br />
Longarone, distruggendolo, una cronistoria<br />
che riassume gli eventi legati a ciò che è stato<br />
definito anche come il “peggior disastro<br />
ambientale mai accaduto nel mondo” e,<br />
inoltre, un’intera sezione dedicata alla psicologia<br />
dell’emergenza, settore che analizza<br />
gli eventi traumatici e le loro conseguenze,<br />
studiando i possibili interventi da attuare<br />
sia sul piano psicosociale che giuridico ed<br />
economico.<br />
Come ricorda uno dei curatori del volume,<br />
lo psicologo Oddone Demichelis, studiare<br />
la tragedia del Vajont secondo l’ottica propria<br />
della psicologia dell’emergenza significa<br />
avvicinarsi ad una “catastrofe unica<br />
quanto al numero delle vittime, alla velocità<br />
con cui si è consumata e alle caratteristiche<br />
storiche e geologiche nelle quali è avvenuta”.<br />
Una catastrofe che non ha ancora terminato<br />
di produrre effetti, anche sul piano<br />
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