Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
ecensioni e segnalazioni<br />
immagini tratte da Una storia di carattere...<br />
26 notiziariobibliografico55<br />
laboratorio e biblioteca. <strong>Il</strong> museo costituisce<br />
un percorso tematico che presenta al suo<br />
interno officine di fusione, stampa e restauro,<br />
compositorie, laboratori e aule didattiche.<br />
Una sorta di curiosa promenade tipografica<br />
che offre, come viene detto dai suoi<br />
creatori, “tratti panoramici e tratti immersi<br />
nei luoghi di lavoro”, traducendosi in un incontro<br />
diretto con la storia del carattere e<br />
della stampa.<br />
La carrellata storica muove dall’officina di<br />
composizione di Alberto Tallone (1898-1969),<br />
in cui è possibile osservare come avveniva<br />
la composizione e la stampa di un testo<br />
classico, e dai caratteri incisi in legno e prodotti<br />
da Luigi Melchiori (1864-1946). In seguito,<br />
si possono visionare macchine tipografiche<br />
come la celebre Monotype, ma anche<br />
manifesti, riviste, esiti editoriali, “sperimentazioni”<br />
che descrivono in maniera<br />
eloquente le innovazioni di nomi come quelli<br />
di Raffaelllo Bertieri, Alessandro Butti,<br />
Aldo Novarese, Carlo Frassinelli, Giovanni<br />
Mardersteig e Francesco Simoncini, autore<br />
di quel “fortunato” carattere editoriale che<br />
ancora oggi connota l’impronta inconfondibile<br />
della casa editrice fondata e diretta da<br />
Giulio Einaudi. Situata negli edifici dell’antico<br />
Canapificio Veneto di Cornuda, la Tipoteca<br />
è sorta per poter relizzare eventi e iniziative<br />
che fossero in grado di valorizzare l’universo<br />
dell’arte tipografica. In particolare, l’obiettivo<br />
fondamentale che ha guidato l’intento<br />
dei promotori è stato quello di riuscire<br />
a documentare il senso, l’origine e la pratica<br />
del lavoro dei progettisti di caratteri italiani,<br />
dall’Ottocento fino ai giorni nostri, fornendo<br />
la possibilità di accedere a una storia<br />
“minore” strettamente legata alle vicende<br />
dell’industria culturale nazionale e alle sue<br />
stagioni intellettuali. | Diego Crivellari |<br />
filosofia<br />
storia della scienza<br />
DAVIDE POGGI, La coscienza e il meccanesimo<br />
interiore. Francesco Bonatelli, Roberto Ardigò,<br />
Giuseppe Zamboni, Padova, <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong>,<br />
2007, 8°, pp. 556, e 25,00.<br />
<strong>Il</strong> veronese Giuseppe Zamboni (1875-1950),<br />
docente all’Università Cattolica di Milano<br />
dal 1921, pubblicava nello stesso anno un<br />
saggio intitolato <strong>Il</strong> valore scientifico del positivismo<br />
di Roberto Ardigò e della sua ‘conversione’,<br />
in cui raffrontava criticamente i nomi di<br />
Roberto Ardigò e Francesco Bonatelli, stu-<br />
diosi che in Italia erano apparsi come i protagonisti<br />
di due differenti indirizzi nell’ambito<br />
della psicologia di matrice filosofica, affermati<br />
tra Otto e Novecento a livello internazionale<br />
– indirizzi che miravano, pur da<br />
premesse e posizioni teoriche diversificate,<br />
a conferire nuovo “rigore scientifico” alla riflessione<br />
coeva su soggetto e conoscenza.<br />
Da un lato, quindi, il positivismo di Ardigò,<br />
dall’altro lo “spiritualismo” di Bonatelli e, in<br />
mezzo, il comune riferimento a una ricca<br />
tradizione ottocentesca, che aveva i propri<br />
massimi rappresentanti in autori come James<br />
e John Stuart Mill, Helmholtz, Herbart,<br />
Trendele<strong>nb</strong>urg, Lotze. Un quadro complessivo<br />
che, nella ponderosa ricerca di Poggi,<br />
giovane studioso dell’Università di Verona,<br />
consente di mettere in luce alcuni aspetti<br />
originali della figura di Zamboni e della<br />
sua filosofia, definita come “gnoseologia<br />
pura elementare” o “filosofia dell’esperienza<br />
immediata, elementare e integrale”.<br />
Durante gli anni della sua formazione liceale,<br />
presso il liceo “Scipione Maffei” di Verona,<br />
Zamboni era stato avviato alla filosofia<br />
da Giuseppe Zanchi, professore di ispirazione<br />
rosminiana. Una precoce vocazione<br />
speculativa che si sarebbe consolidata e irrobustita<br />
all’Università di Padova, affiancandosi<br />
agli studi di teologia e alla vocazione<br />
religiosa. Zamboni entra nel Seminario<br />
vescovile di Verona nel 1899 e nel 1901 diventa<br />
sacerdote. Più avanti, nel 1921, come<br />
ricordato, sarà chiamato invece all’Università<br />
Cattolica di Milano, dove le sue lezioni di<br />
gnoseologia proseguiranno fino al 1932,<br />
anno che vedrà il suo allontanamento dall’ateneo<br />
meneghino per le divergenze filosofiche<br />
maturate con Gemelli. Nello stesso<br />
1932 Giuseppe Zamboni avrebbe comunque<br />
ottenuto la libera docenza in gnoseologia,<br />
insegnando successivamente, tra l’altro,<br />
presso l’ateneo di Padova e, infine, al Liceo<br />
Vescovile del capoluogo scaligero. Morirà,<br />
ormai cieco, nell’estate del 1950, a Boscochiesanuova.<br />
La coscienza e il meccanesimo<br />
interiore, titolo del volume di Davide<br />
Poggi, riprende l’omonimo saggio che Bonatelli<br />
diede alle stampe nel 1872, a due<br />
anni di distanza da La psicologia come scienza<br />
positiva di Ardigò. | Diego Crivellari |<br />
<br />
GLORI CAPPELLO, Luigi Stefanini. Dalle opere<br />
e dal carteggio del suo archivio, Treviso, Europrint<br />
edizioni, 2006, 8°, pp. 946, e 120,00.<br />
Glori Cappello è riuscita, nel ponderoso suo<br />
lavoro, a tenere uniti attraverso i fili sottili<br />
di una narrazione lineare, tre piani di ricerca:<br />
la biografia politica e accademica, l’esa