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nb - Il Poligrafo

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Purcarete, Gábor Zsámbéki, Eugène Durif, Marco Paolini e Maurizio Scaparro, per<br />

citare alcuni nomi. Ugualmente, gli spettacoli del Festival sono stati guidati dal desiderio<br />

di suscitare un effettivo confronto con la drammaturgia goldoniana, impegnando<br />

compagnie, registi, autori in un’ampia rivisitazione di Goldoni (con adattamenti,<br />

libere trascrizioni, riscritture) e in progetti di respiro europeo, attuati con teatri,<br />

festival, istituzioni nazionali e internazionali. Dalle riletture di due giovani narratori<br />

come Tiziano Scarpa e Giancarlo Marinelli si è passati alle voci nuove della<br />

drammaturgia con Letizia Russo, nell’adattamento del Feudatario, ed Enzo Moscato.<br />

Alla scrittura teatrale tout court appartiene il progetto europeo “Goldoni Terminus”,<br />

che ha riunito identità, lingue e culture diverse grazie a tre drammaturghi, provenienti<br />

da differenti paesi, e un gruppo di nove attori guidati da un unico regista,<br />

Toni Cafiero. Al trittico di autori (Edoardo Erba dall’Italia, Rui Zink dal Portogallo,<br />

Tena Stivicic dalla Croazia) è stato affidato il compito di scrivere nuovi testi a partire<br />

dall’impianto dei canovacci realizzati da Goldoni per i comici dell’arte in lingua<br />

francese. La giovane compagnia “Band à Part” si è invece dedicata alla Bottega del<br />

caffè ispirandosi a Fassbinder.<br />

Dalle commedie al “romanzo” teatrale, il Festival ha visto alternarsi le presenze<br />

di Ginette Herry, Jean-Claude Berutti, Pietro Favari, Ugo Gregoretti, Alessandro<br />

Fullin, Andrea Adriatico, Marcello Scuderi, Andrea Paciotto, Jovan Cirilov, Susanne<br />

Winnaker. La scrittura registica è stata la protagonista di alcuni degli spettacoli di<br />

maggiore importanza: La famiglia dell’antiquario porta il segno forte di Lluís Pasqual,<br />

uno dei maggiori registi europei, e di un cast di attori guidato da Eros Pagni,<br />

complice l’alleanza di due Stabili, quello del Veneto e quello di Genova; <strong>Il</strong> Teatro<br />

comico, splendido esempio di teatro nel teatro, oltre che manifesto della nuova commedia<br />

goldoniana, è stato riproposto da Marco Bernardi con lo Stabile di Bolzano;<br />

una formazione capeggiata da Pamela Villoresi ed Elisabetta Valgoi ha fatto da corona<br />

alla lettura della Pupilla di Giuseppe Argirò. Giulio Bosetti, interprete di tante<br />

commedie goldoniane, ha affrontato alla Biennale, per la prima volta, un capolavoro<br />

come Sior Todero Brontolon, diretto da Giuseppe Emiliani, mentre La vedova scaltra<br />

è passata attraverso il filtro irriverente di Lina Wertmüller. Un posto a parte ha<br />

avuto lo spettacolo di Giorgio Ferrara, interpretato da Jean-Claude Penchenat e dodici<br />

attori francesi, dal titolo Mémoires, ispirato a Goldoni e Strehler. Infine, dallo storico<br />

Teatro Katona, il regista Gábor Zsámbéki ha portato in scena un insolito testo<br />

goldoniano, La guerra: nato come prova d’esame degli attori dell’Accademia di<br />

Teatro di Budapest, la pièce è stata un tale successo da entrare nel repertorio dell’Università<br />

del Teatro ed è stata scelta per aprire il Festival veneziano. A chiudere,<br />

invece, un altro atelier internazionale, L’Ecole des Maîtres, diretto da Franco Quadri,<br />

che ha affidato ad Antonio Latella l’originale lettura di Pericle, ovvero “Shakespeare<br />

sotto gli occhi di Goldoni”. A completamento dell’ampio programma, una rassegna<br />

di testi goldoniani che hanno ispirato cinema e televisione, curata da Italo Moscati,<br />

e la consegna dei Leoni d’Oro per il Teatro.<br />

Un’altra storica istituzione veneziana come La Fenice ha deciso di omaggiare la<br />

dirompente creatività goldoniana promuovendo una nuova produzione lirica internazionale<br />

di musica contemporanea, così come internazionale e “contemporaneo”<br />

era stato il lavoro di Goldoni. Da questo spunto è nato Signor Goldoni, opera del<br />

librettista Gianluigi Melega e del compositore Luca Mosca, autori da tempo “trapiantati”<br />

a Venezia. Signor Goldoni è stato definito come “un dramma giocoso in due<br />

atti, in lingua inglese con sopratitoli in italiano”, la sua anteprima si è svolta il 21 settembre<br />

2007 alla Fenice: tra gli esecutori figurano otto cantanti e il coro – due soprani,<br />

un mezzosoprano, un contralto, un tenore, due baritoni, un basso. Protagonisti<br />

della scena sono i tanti personaggi, reali e puramente letterari, che nella vita e nel<br />

teatro hanno vissuto Venezia come palcoscenico affascinante e inimitabile.<br />

Anche sul versante editoriale – lasciando a parte l’edizione nazionale delle Opere,<br />

curata da Marsilio – non sono mancate le iniziative che hanno contribuito a dare<br />

maggior lustro alle celebrazioni goldoniane, arricchendo una vasta bibliografia che,<br />

in Italia come all’estero, continua a crescere e a conoscere nuovi approfondimenti e<br />

nuove edizioni delle opere originali. Tra le pubblicazioni promosse in occasione<br />

della ricorrenza si segnalano, di Ginette Herry, Carlo Goldoni. Biografia ragionata.<br />

16 notiziariobibliografico55<br />

in queste pagine<br />

Tavole tratte dalle Opere di Carlo Goldoni

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