Percorso Biodiversità nel Complesso demaniale Giogo-Casaglia
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Se ci riposiamo in terra troviamo di sicuro altri piccoli Aracnidi<br />
che a prima vista sono spesso confusi con i ragni. In realtà appar-<br />
tengono ad un altro ordine e sono gli opilioni riconoscibili facilmen-<br />
te dai ragni per il capotorace e l’addome uniti in un corpo unico, le<br />
lunghe ed esili zampe, gli occhi semplici e frontali, la mancanza<br />
di filiere atte alla produzione della tela (per cui le prede, piccoli<br />
insetti, vengono catturate direttamente) e l’assenza di ghiandole<br />
velenifere.<br />
Altro artropode, appartenente alla classe degli Aracnidi, Ordi-<br />
ne Acarina, è la noiosa e talvolta problematica zecca, come per<br />
esempio Ixodes ricinus, detta anche zecca dei boschi sebbene si<br />
trovi spesso anche in prati e arbusteti, soprattutto se frequentati da<br />
cervi, caprioli o daini. Rimane difficile da individuare a colpo d’oc-<br />
chio, in quanto ha dimensioni ridotte e rimane nascosta in attesa<br />
della sua preda da parassitare.<br />
Una femmina di Argiope sulla ragnatela. A<br />
dispetto del suo aspetto, morde raramente<br />
ed il veleno provoca solo un po’ di dolore e<br />
di rossore.<br />
D’estate una moltitudine di insetti camminano, saltano e svolaz-<br />
zano attorno a noi. Gli Ortotteri hanno alcune tipiche caratteristiche<br />
che li rendono praticamente inconfondibili. Sebbene individuarli<br />
non sia sempre facile, possiamo provare a seguire <strong>nel</strong> periodo ri-<br />
produttivo il loro “canto”, ossia lo sfregamento di una parte dell’ala<br />
con cautela per individuarli. Ecco alcuni esempi: la nota cavalletta<br />
verde (Tettigonia vividissima) dal colore mimetico, grande e attiva<br />
soprattutto di notte quando va a caccia di altri piccoli insetti; il meno<br />
comune grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa), dalle zampe anterori<br />
corte e robuste atte a scavare il terreno; il grillo campestre (Gryl-<br />
lus campestris), dal corpo largo e appiattito, la testa grossa e le<br />
lunghe antenne.<br />
Se siamo ancora più fortunati ecco che possiamo incontrare<br />
anche l’insetto stecco (Bacillus rossii), dalle forme lunge e sottili,<br />
LA ZECCA. È probabilmente l’animale più pericoloso dei nostri boschi.<br />
La sua presenza è legata all’abbondanza di ungulati, in particolare del<br />
capriolo. Importante indossare sempre abbigliamento coprente, evitare<br />
i cespuglietti e le zone con erbe alte e controllare a casa la presenza<br />
di questo artropode, <strong>nel</strong>le zone più a rischio (inguine, ascelle, gambe).<br />
In caso di puntura eliminare la zecca con le apposite pinzette, o con<br />
le mani, cercando di eliminare anche il rostro. Non usare olii, alcol,<br />
benzine o altri prodotti: questi possono provocare una reazione della<br />
zecca e aumentare il rischio di infezione. Nel caso in cui il rostro<br />
rimanesse <strong>nel</strong>la cute, levarlo con un ago sterile da siringa, scarnificando<br />
la pelle. Disinfettare la cute. Viene suggerito di non assumere antibiotici<br />
o farmaci che possano nascondere i primi sintomi dell’eritema migrante<br />
(Borrelliosi o Sindrome di Lyme).<br />
simili a un ramoscello che gli conferiscono una incredibile capacità<br />
mimetica o la mantide religiosa (Mantis religiosa), nota soprat-<br />
tutto per la “crudeltà” della femmina che spesso divora il maschio<br />
dopo l’accoppiamento.<br />
Tra i numerosi Coleotteri, il più frequente sui sentieri è lo scara-<br />
beo stercorario (Geotrupes stercorarius) noto anche come “Ruz-<br />
92 contro la zampa o l’altra ala a seconda della specie, e avvicinarci<br />
zolamerda”, spesso intento a curare le piccole larve, fatte crescere 93<br />
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