Percorso Biodiversità nel Complesso demaniale Giogo-Casaglia

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in nascondigli e consumate nel corso dell’anno. La ghiandaia è
specie territoriale e ogni componente della coppia nasconde an-
nualmente circa 4.000 ghiande che, in parte, verranno dissotter-
rate e consumate, in parte rimarranno sottoterra e daranno origine
ad una nuova pianta. Da studi fatti in Francia sui boschi di quercia,
si stima che ben il 59% delle giovani piante ha avuto origine da
ghiande seminate proprio dalla ghiandaia.
La ghiandaia rappresenta una vera e
propria sentinella dei boschi. Il suo grido
acuto è infatti sfruttato come campanello
d’allarme da molte specie di animali
selvatici.
Altre presenze, più o meno tipiche, dei boschi di latifoglie sono
rappresentate dai picchi, uccelli dalle caratteristiche evolutive dav-
vero incredibili. Tanto per ricordarne alcune, sono abili arrampica-
tori e possiedono zampe robuste, con due dita rivolte in avanti e
due indietro per ottenere un maggiore equilibrio, ed una coda rigida
per sostenere le arrampicate lungo il tronco degli alberi. Il becco
robusto a forma di scalpello ed un cranio rinforzato consentono a
questi uccelli di martellare i tronchi con ritmi incalzanti. Il suono che
ne deriva, chiamato tambureggiamento, viene emesso allo scopo
di ricercare il cibo, delimitare il territorio o preparare il nido.
Il picchio verde (Picus viridis) è facilmente identificabile per
il piumaggio giallo-verdastro con banda rossa sul capo. Si ciba
prevalentemente di formiche e larve che cattura sotto la corteccia
degli alberi, grazie anche alla sua lunga lingua, e occasionalmente
Di abitudini meno forestali rispetto agli altri picchi, vive tipica-
mente nei castagneti e ricerca aree boscose ricche di vecchi alberi
ove nidificare, preferibilmente confinanti con zone aperte e cespu-
glieti. Più spesso è riconoscibile per il suo ripetuto verso, che sem-
bra ricordare una risata.
Il picchio verde è inserito nella Lista Rossa Toscana, come spe-
cie a più basso rischio, in quanto
sensibile alla scomparsa di alberi
maturi idonei alla nidificazione e a
zone ricche di frutteti e aree aperte
ove ricercare il cibo.
In Toscana è specie comune e
nidificante, diffusa su tutto il terri-
torio eccetto che nelle zone di pia-
nura maggiormente antropizzate. Nel Complesso Giogo-Casaglia
risulta presente una popolazione nidificante di 20-60 coppie.
Il picchio rosso maggiore (Picoides major), grazie alla sua
grande adattabilità, frequenta diverse tipologie di ambienti boschivi
e la sua presenza viene rivelata generalmente dal “canto” e dai
richiami più che dagli avvistamenti, di solito più rari. Il tambureg-
giamento si sente soprattutto alla fine dell’inverno e all’inizio della
primavera. I richiami sono abbastanza frequenti ed udibili.
Nel Complesso Giogo-Casaglia il picchio rosso maggiore è pre-
sente in gran parte degli ambienti forestali, con più frequenza nei
castagneti da frutto.
Considerata specie mediamente vulnerabile nella Lista Rossa
Toscana, il picchio rosso minore (Picoides minor) è il più piccolo
dei picchi italiani, delle dimensioni di una cincia ed è forse una delle
specie di cui è più difficile rilevare la presenza. Il suo avvistamento
60 anche di bacche, semi e lombrichi che cattura a terra.
è reso alquanto improbabile dalla bassa densità delle popolazioni, 61
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Picchio verde, dal caratteristico richiamo.