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Percorso Biodiversità nel Complesso demaniale Giogo-Casaglia

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Anacamptis), altre emettono intensi profumi notturni, o profumi che<br />

assomigliano all’odore emesso con i feromoni sessuali da insetti<br />

femmine, altre ancora si fingono delle femmine, attirando così i ma-<br />

schi imenotteri di quella determinata specie (Ophrys). Un esempio<br />

eclatante è quello della Ophrys fuciflora, o Fior Bombo il cui labello<br />

imita quasi perfettamente le sembianze di un bombo. Questa spe-<br />

A - apicolo; An - antera; G - ginostemio; L - labello; O - ovario; P - petalo;<br />

Sl - sepalo laterale; Sm - sepalo mediano; St - stimma.<br />

cie, per attrarre l’insetto maschio, utilizza anche l’emissione dei fe-<br />

romoni attrattivi. Ciò nonostante, molte orchidee ricevono gli stessi<br />

insetti pronubi e l’ibridazione è comune tra specie e anche generi<br />

diversi. Questo si verifica grazie alla fioritura sincrona di molte spe-<br />

cie e alla loro alta compatibilità genetica e da luogo ad orchidee<br />

con caratteri intermedi.<br />

La germinazione dei semi è invece strettamente legata alla pre-<br />

micorriza. Il seme delle orchidee è molto piccolo e povero di riserve<br />

nutritive; le ife del fungo, accolte <strong>nel</strong>lo strato esterno del seme,<br />

forniscono vitamine e altri elementi nutritivi per ricevere in cambio i<br />

prodotti della fotosintesi della futura pianta. Dalla germinazione alla<br />

fioritura deve trascorrere un lungo periodo, dai 3-4 anni fino a molti<br />

anni, per cui quando incontriamo un fiore di orchidea, pensiamo<br />

che abbiamo davanti un piccolo miracolo della natura. Questo lun-<br />

go tempo necessario alla crescita della pianta spiega perché non<br />

sarà possibile trovare orchidee in campi lavorati dall’uomo.<br />

Tutte queste affascinanti strategie sono alla base della loro<br />

grande forza evolutiva, ma possono anche trasformarsi in invali-<br />

cabili barriere alla diffusione sul territorio, <strong>nel</strong> caso in cui scompaia<br />

per qualsiasi motivi quel determinato insetto o fungo che permette<br />

loro di riprodursi e crescere. Nonostante l’elevato grado evolutivo,<br />

le orchidee possono risentire seriamente della mancanza di impol-<br />

linatori specifici o dei funghi simbionti, tanto da essere ritenute, in<br />

alcuni casi, vulnerabili e in pericolo di estinzione. Un fattore limitan-<br />

te è rappresentato dalla progressiva regressione di habitat idonei a<br />

vantaggio di sempre nuove strade, centri abitati, o anche bonifiche<br />

di aree umide. Ultimo ma non meno importante fattore limitante è<br />

la raccolta, spesso fatta in modo totalmente superficiale e poco<br />

rispettoso, da parte nostra. Questo nostro apparente piccolo gesto<br />

ha portato in alcuni casi alla regressione o addirittura alla scompar-<br />

sa di alcune specie da ampie zone (ad esempio Orchidea Pia<strong>nel</strong>la<br />

della Madonna).<br />

In Mugello sono presenti una quarantina di specie che occupa-<br />

no diversi ambienti, fino alle cime del nostro Appennino. In preva-<br />

lenza crescono in ambienti aperti, radure, prati, cigli di strade, ma<br />

non mancano anche in ambienti più boschivi. Il territorio interessato<br />

dal <strong>Percorso</strong> e che si snoda lungo la Valle del Rovigo, accoglie mol-<br />

40 senza di un fungo simbionte, cooperazione tra pianta e fungo detta<br />

te delle specie presenti <strong>nel</strong> Mugello. Premesso che sarà possibile 41<br />

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