Percorso Biodiversità nel Complesso demaniale Giogo-Casaglia
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2 le AREE APERTE<br />
ci troviamo lungo la strada forestale<br />
che costeggia il pascolo<br />
Nei rilievi del Mugello la presenza degli ambienti “aperti”, pra-<br />
terie, praterie cespugliate, prati-pascolo, si deve interamente al-<br />
l’azione dell’uomo che, ormai da secoli, ne ha favorito la presenza,<br />
a discapito dei boschi preesistenti, con lo scopo di creare aree ido-<br />
nee al pascolo del bestiame. Si tratta quindi di praterie secondarie,<br />
presenti in sostituzione degli ambienti originari, definiti primari. Le<br />
praterie montane primarie si ritrovano infatti al di sopra del limite<br />
naturale della vegetazione, che <strong>nel</strong>l’Appennino settentrionale cor-<br />
risponde a circa 1.700 metri, quota superiore a quelle massime<br />
raggiunte in Alto Mugello.<br />
Il paesaggio del Mugello, così come quello di tutta l’Italia ap-<br />
penninica, è fortemente caratterizzato dai segni prodotti dalle at-<br />
Il pascolo dove ci troviamo è stato<br />
recentemente ripristinato grazie ad un<br />
intervento della Comunità Montana.<br />
Attualmente viene dato in concessione<br />
d’uso ad allevatori locali.<br />
tività dell’uomo. In passato anche le zone montane erano abitate<br />
e utilizzate in modo capillare: castagneti da frutto, seminativi e pa-<br />
scoli erano presenti praticamente ovunque le condizioni del suolo,<br />
la pendenza e l’esposizione lo permettevano. Tuttavia soprattut-<br />
to <strong>nel</strong>la seconda metà del secolo scorso i processi di abbandono<br />
tradizionali hanno portato a rapide trasformazioni del paesaggio<br />
<strong>nel</strong>le aree montane: i pascoli ed i seminativi, in larghissima par-<br />
te abbandonati, sono stati sostituiti da rimboschimenti di conifere<br />
oppure sono stati invasi da vegetazione cespugliosa e arbustiva.<br />
In alcuni casi il processo di ricolonizzazione da parte della vege-<br />
tazione spontanea è così avanzato che si sono ricostituiti veri e<br />
propri boschi.<br />
La progressiva scomparsa di questi ambienti ha fatto si che<br />
molte delle specie animali tipiche delle praterie, un tempo comuni<br />
in tutto l’Appennino, siano oggi drasticamente diminuite. Fra gli uc-<br />
celli, ad esempio, la maggior parte delle specie ritenute minacciate<br />
in Toscana sono caratteristiche dei pascoli e delle zone coltivate.<br />
Questo fenomeno, purtroppo, non è certo limitato alla Toscana od<br />
alle regioni appenniniche: in tutta l’Europa la scomparsa o la tra-<br />
sformazione del paesaggio agro-pastorale è oggi la maggiore cau-<br />
sa di minaccia dell’avifauna. Analogamente, vi sono numerosi tipi<br />
di praterie pascolate classificate dall’Unione Europea fra gli habitat<br />
la cui conservazione risulta di prio-<br />
ritaria importanza.<br />
Le specie qui rappresentate,<br />
seppur in diminuzione, sono anco-<br />
ra comuni e frequentemente visibili<br />
<strong>nel</strong>le praterie e nei pascoli del Mu-<br />
gello. Tuttavia se non si verificherà<br />
una inversione <strong>nel</strong>l’attuale tenden-<br />
za al ritorno degli arbusteti e dei boschi <strong>nel</strong>le zone aperte montane<br />
è facile ipotizzare che anche queste scompariranno da vasti settori<br />
dell’Appennino.<br />
Tottavilla (Lullula arborea) è un passeriforme di medie dimen-<br />
18 dovuti al collasso dell’economia basata sulle attività agro-pastorali<br />
sioni, dal piumaggio poco appariscente. Anche se nidifica e si ali- 19<br />
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Asfodelo, fiore tipico dei pascoli abbandonati.