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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY.pdf

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nella grande vena che sta dietro l'orecchio, premendo in giù sul tavolino la testa dell'uomo e<br />

vibrando un colpo dopo l'altro.<br />

Ci fu un gemito soffocato e il suono orribile di chi affoga nel sangue. Le braccia tese si alzarono<br />

convulsamente tre volte, agitando nell'aria le mani con le dita contratte in maniera grottesca. Gli<br />

inferse altri due colpi, ma l'uomo non si mosse.<br />

Qualche cosa cominciava a gocciolare sul pavimento. Aspettò ancora un momento, continuando a<br />

premere la testa all'ingiù, poi gettò il coltello sul tavolino e rimase in ascolto.<br />

Non sentì niente, eccetto quel rumore di gocce che cadevano sul tappeto logoro. Aprì la porta e<br />

uscì sul pianerottolo. In casa il silenzio era completo; nessuno si muoveva. Rimase chino per<br />

qualche secondo sulla ringhiera, frugando in giù con lo sguardo quel pozzo di oscurità, nero di<br />

tenebre; poi tirò fuori la chiave, ritornò nella stanza e vi si chiuse dentro.<br />

Ancora seduto sulla sedia e allungato sul tavolino, con la testa china, il dorso incurvato e braccia di<br />

una lunghezza fantastica, se non fosse stato per quel buco rosso e slabbrato sulla nuca e per la<br />

pozza nera e grumosa che andava lentamente allargandosi sul tavolino, si sarebbe potuto dire che<br />

l'uomo fosse semplicemente addormentato.<br />

Come tutto si era svolto in un lampo! Si sentiva stranamente calmo; andò alla finestra, l'aprì e uscì<br />

sul balcone. Il vento aveva spazzato la nebbia e il cielo era come una mostruosa coda di pavone<br />

costellata di miriadi di occhi d'oro. Guardando in giù vide la guardia in perlustrazione che<br />

proiettava sulle porte delle case silenziose il lungo raggio della sua lanterna. La macchia violacea<br />

di una vettura in cammino comparve sull'angolo, poi svanì. Una donna con uno scialle svolazzante<br />

camminava lentamente presso le cancellate, barcollando; di tanto in tanto si fermava e si guardava<br />

indietro; a un tratto cominciò a cantare, con voce rauca.<br />

La guardia le si avvicinò e le disse qualcosa, e lei, con una risata, riprese il suo incerto cammino.<br />

Un vento freddo spazzava la piazza; le luci del gas oscillavano e diventavano turchine e gli alberi<br />

spogli agitavano qua e in là i rami che sembravano di ferro nero. Rabbrividì e tornò dentro<br />

chiudendosi dietro la finestra.<br />

Arrivato alla porta girò la chiave e l'aprì. Non diede neppure un'occhiata all'uomo assassinato.<br />

Ebbe la sensazione che tutto il segreto della cosa stava nel non rendersi conto della situazione.<br />

L'amico che aveva dipinto il fatale ritratto al quale era dovuta tutta la sua miseria, era uscito dalla<br />

sua vita: nient'altro.<br />

Poi gli venne in mente la lampada. Era piuttosto curiosa, un lavoro moresco d'argento opaco,<br />

damaschinato di arabeschi di acciaio brunito, tempestato di rozze turchesi. Forse il servitore ne<br />

avrebbe notato la mancanza e avrebbe fatto delle domande. Esitò un attimo, poi tornò indietro e la<br />

prese dal tavolo. Non poté non vedere quella cosa morta. Come era immobile! Come sembravano<br />

orribilmente bianche le mani! Sembrava una spaventosa figura di cera.<br />

Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, scese tranquillamente da basso. Il legno degli scalini<br />

scricchiolava e sembrava gemere di dolore. Si fermò parecchie volte, in attesa, ma tutto era<br />

tranquillo; non era che il rumore dei suoi passi. Giunto nella biblioteca, vide nell'angolo la valigia e<br />

il pastrano. Bisognava nasconderli in qualche posto. Aprì un ripostiglio segreto posto in un<br />

pannello della parete, un ripostiglio nel quale custodiva i propri curiosi travestimenti e ve li chiuse<br />

dentro. Gli sarebbe stato facile bruciarli più tardi. Poi tirò fuori l'orologio. Erano le due e venti.<br />

Si sedette e cominciò a riflettere. Ogni anno, quasi ogni mese, in Inghilterra c'erano degli uomini<br />

che venivano impiccati per quello che aveva fatto lui. C'era stata una follia omicida nell'aria;<br />

qualche stella rossa si era avvicinata troppo alla terra. Ma che prove c'erano contro di lui? Basil<br />

Hallward era uscito da quella casa alle undici e nessuno l'aveva visto rientrare; la servitù era quasi<br />

tutta a Selby Royal e il suo domestico era andato a letto...<br />

Parigi! Sì, Basil Hallward era andato a Parigi col treno di mezzanotte, come ne aveva espresso<br />

l'intenzione. Date le sue curiose abitudini di riservatezza, prima che nascesse un sospetto<br />

sarebbero passati dei mesi. Mesi! Serviva molto meno tempo per distruggere ogni cosa.<br />

Un'idea gli balenò di colpo alla mente. Indossò la pelliccia, si mise in testa il cappello e uscì<br />

nell'ingresso. Qui si fermò perché sentiva di fuori, sul marciapiede, il passo pesante della guardia e<br />

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