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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY.pdf

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faccia accigliata; mi rendi le cose molto più difficili.<br />

- Di che si tratta? - chiese Dorian, con la sua aria arrogante, lasciandosi cadere sul divano. - Spero<br />

che non si tratti di me.<br />

Stasera sono stanco di me stesso e vorrei essere qualcun altro.<br />

- Si tratta di te - rispose Hallward con la sua voce grave e profonda, - e io devo dirtelo. Non durerà<br />

più di mezz'ora.<br />

Dorian sospirò, accese una sigaretta e mormorò: - Mezz'ora!<br />

- Non mi sembra che sia chiederti molto, Dorian, e se parlo è soltanto per amor tuo. Mi pare giusto<br />

che tu sappia che a Londra si stanno dicendo contro di te le cose più spaventose.<br />

- Non voglio saperne niente. Adoro gli scandali degli altri; ma quelli che riguardano me non mi<br />

interessano: non hanno il fascino della novità.<br />

- Debbono interessarti, Dorian. Ogni gentiluomo è interessato al proprio buon nome, e tu non<br />

vorresti che si parlasse di te come di un individuo turpe e ignobile. Tu, naturalmente, hai la tua<br />

posizione, la tua ricchezza e tutto il resto; ma posizione e ricchezza non sono tutto. Bada che io<br />

non credo per niente a queste voci, o almeno non posso crederci quando ti vedo. Il peccato è una<br />

cosa che si scrive sul viso di un uomo e non può restare celato. La gente parla a volte di vizi<br />

segreti. Non esiste niente di simile. Se uno sciagurato ha un vizio, questo si rivela nella linea della<br />

bocca, nella pesantezza delle palpebre e perfino nella sagoma delle mani. L'anno scorso un tale<br />

(non ne dico il nome, ma tu lo conosci) venne da me per farsi fare il ritratto.<br />

Non l'avevo mai visto prima e non ne avevo mai sentito parlare fino ad allora, benché da allora in<br />

poi ne abbia sentito parlare molto. Mi offrì un prezzo stravagante, ma io rifiutai perché nella forma<br />

delle sue dita c'era qualcosa che mi era odiosa. Ora so che avevo perfettamente ragione in quello<br />

che avevo immaginato sul suo conto; la vita che conduce è terribile. Ma tu, caro Dorian, con la tua<br />

faccia pura, aperta, innocente e la tua gioventù mirabilmente intatta non posso credere niente<br />

contro di te. Eppure ti vedo molto di rado; allo studio non ci vieni più, e quando sono lontano da te<br />

e sento tutte queste cose orribili che la gente va mormorando sul tuo conto non so che cosa dire.<br />

Come mai, Dorian, un uomo come il duca di Berwick esce dalla sala di un circolo quando c'entri<br />

tu? Come mai ci sono tanti gentiluomini a Londra che non vengono a casa tua e non t'invitano mai<br />

a casa loro? Un tempo eri amico di Lord Staveley. La settimana scorsa l'ho incontrato a un pranzo.<br />

Accadde che il tuo nome venisse menzionato nel corso della conversazione, a proposito delle<br />

miniature che hai prestato all'esposizione al Dudley. Staveley fece una smorfia e disse che tu<br />

potevi avere il massimo gusto artistico, ma eri un uomo che a nessuna ragazza perbene dovrebbe<br />

essere permesso di conoscere e col quale nessuna donna onesta dovrebbe trovarsi seduta nella<br />

stessa stanza. Gli ricordai che ero amico tuo e gli chiesi che cosa intendesse dire. Me lo disse: me<br />

lo disse chiaro e tondo davanti a tutti: era orribile. Perché la tua amicizia riesce così fatale ai<br />

giovani? C'era quello sciagurato ragazzo della Guardia che si suicidò: tu eri suo grande amico.<br />

C'era Sir Henry Ashton, che fu costretto a partire dall'Inghilterra con un nome infamato: tu e lui<br />

eravate inseparabili. E Adrian Singleton e la sua fine tremenda? E il figlio unico di Lord Kent e la<br />

sua carriera? Ieri ho incontrato suo padre in Saint James Street; sembrava disfatto dalla vergogna<br />

e dal dolore. E il giovane duca di Perth? Che razza di vita è la sua attualmente? Qual è il<br />

gentiluomo disposto a frequentarlo?<br />

- Basta, Basil. Stai parlando di cose delle quali non sai niente, - disse Dorian Gray, mordendosi il<br />

labbro, con una nota di infinito disprezzo nella voce. - Mi chiedi perché Berwick esce dalla stanza<br />

quando c'entro io: è perché io so tutto della sua vita, non perché egli sappia qualcosa della mia.<br />

Col sangue che ha nelle vene, come potrebbe avere dei precedenti puliti? Mi chiedi di Henry<br />

Ashton e del giovane Perth. Sono forse io che ho insegnato i suoi vizi all'uno e il suo libertinaggio<br />

all'altro? Se quell'imbecille del figlio di Kent va a cercarsi una moglie sul marciapiede è forse cosa<br />

che mi riguarda? Se Adrian Singleton scrive su una cambiale il nome di un suo amico, sono io<br />

forse il suo guardiano? So bene quanto chiacchiera la gente in Inghilterra.<br />

Le classi borghesi, intorno alle loro volgari tavole da pranzo, sbandierano i loro pregiudizi morali e<br />

mormorano sul conto di quelli che chiamano la dissipazione della gente migliore di loro per darsi<br />

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