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- Tu dimentichi che io sono stato terribilmente crudele con lei.<br />
- Temo che le donne apprezzino la crudeltà, la crudeltà perfetta, più di qualsiasi altra cosa. I loro<br />
istinti sono mirabilmente primitivi. Noi le abbiamo emancipate, ma loro sono rimaste, come prima,<br />
delle schiave in cerca di un padrone. Amano essere dominate. Sono sicuro che devi essere stato<br />
splendido. Non ti ho mai visto veramente e assolutamente in collera, però posso immaginarmi<br />
quanto dovevi essere delizioso a guardarti. Dopo tutto, l'altro giorno mi dicesti una cosa che sul<br />
momento mi sembrò del tutto immaginaria, ma che ora mi accorgo che era assolutamente vera, e<br />
che è la chiave di tutto.<br />
- Che cos'era, Henry?<br />
- Mi dicesti che Sybil Vane rappresentava per te tutte le eroine romantiche; che una sera era<br />
Desdemona e l'altra Ofelia; che, se moriva nelle vesti di Giulietta risuscitava in quelle di Imogene.<br />
- Ora non risusciterà più - mormorò il ragazzo, nascondendo il viso tra le mani.<br />
- No, non risusciterà più. Ha recitato la sua ultima parte. Ma tu devi pensare a quella morte<br />
solitaria, in quello spogliatoio volgare, come a uno strano e sinistro frammento di qualche tragedia<br />
del periodo giacobita, una scena meravigliosa di Webster o di Ford o di Cyril Tourneur. Quella<br />
fanciulla non è mai veramente esistita e quindi non è mai veramente morta. Per te almeno, fu<br />
sempre un sogno, un fantasma che aleggiava nei drammi di Shakespeare e li abbelliva con la sua<br />
presenza, un flauto attraverso il quale la musica di Shakespeare suonava più ricca, più allegra.<br />
Quando venne in contatto con la vita la distrusse e questa distrusse lei; e così è scomparsa. Puoi<br />
portare il lutto per Ofelia, se così ti piace, cospargerti il capo di cenere perché Cordelia è stata<br />
strangolata, imprecare al destino perché la figlia di Brabanzio è morta; ma non sprecare le tue<br />
lacrime per Sybil Vane. Lei era meno reale di loro.<br />
Ci fu un silenzio. Il crepuscolo oscurava la stanza. Dal giardino le ombre entravano senza rumore,<br />
coi piedi d'argento. I colori, stanchi, si dileguavano dalle cose.<br />
Dopo un certo tempo Dorian Gray alzò gli occhi.<br />
- Harry - mormorò, con qualche cosa che assomigliava a un sospiro di sollievo, - tu hai spiegato<br />
me a me stesso. Tutto quello che hai detto io lo sentivo; ma, in certo qual modo, ne avevo paura e<br />
non riuscivo a esprimerlo a me stesso. Come mi conosci bene! Ma non parliamo più di quanto è<br />
successo. E' stata un'esperienza meravigliosa, e basta. Mi chiedo se la vita mi riserba altre cose<br />
altrettanto meravigliose.<br />
- La vita ti riserba tutto, Dorian. Non c'è niente che tu non possa fare, con la tua bellezza<br />
straordinaria.<br />
- Ma se diventerò disfatto, vecchio, rugoso, allora che succederà?<br />
- Ah, allora - disse Lord Henry, alzandosi per andarsene, allora dovrai lottare per le tue vittorie; ora<br />
come ora, vengono a portartele. No, bisogna che tu resti bello. Viviamo in un'età che legge troppo<br />
per essere saggia e che pensa troppo per essere bella. Non possiamo fare a meno di te. E ora<br />
faresti meglio a vestirti e a farti portare al circolo: si è già fatto un po' tardi.<br />
- Credo che ti raggiungerò all'Opera, Harry. Sono troppo stanco per mangiare. Qual è il numero del<br />
palco di tua sorella?<br />
- 27, credo. E' al primo ordine e sulla porta c'è il nome. Mi dispiace che tu non voglia venire a<br />
pranzo.<br />
- Non me la sento - disse Dorian con aria assente. - Però ti sono infinitamente grato per quello che<br />
mi hai detto. Sei certamente il mio migliore amico; nessuno mi ha mai capito come te.<br />
- Siamo appena all'inizio della nostra amicizia, Dorian rispose Lord Henry, stringendogli le mani. -<br />
Addio; spero di vederti prima delle nove e mezzo. Ricordati che canta la Patti.<br />
Quando lui si richiuse dietro la porta, Dorian Gray suonò il campanello e pochi minuti dopo Victor<br />
comparve con le lampade e tirò giù le persiane.<br />
Era impaziente che se ne andasse, e invece sembrava che gli servisse un tempo infinito per fare<br />
quel che doveva fare.<br />
Appena fu andato via, Dorian corse al paravento e lo tirò indietro. No, nel ritratto non c'erano altri<br />
cambiamenti. Aveva ricevuto la notizia della morte di Sybil Vane prima che la conoscesse lui<br />
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