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IL RITRATTO DI DORIAN GRAY.pdf

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Sybil lo guardò meravigliata, ridendo. Egli non disse altro.<br />

Allora lei gli si avvicinò e gli accarezzò i capelli colle sue piccole dita. Si inginocchiò portandosi<br />

alle<br />

labbra le mani di lui; egli le ritrasse e fu colto da un brivido; poi balzò in piedi e si avviò verso la<br />

porta.<br />

- Sì - gridò - hai ucciso il mio amore. Finora svegliavi la mia immaginazione, ora non svegli più<br />

neppure la mia curiosità; non produci semplicemente nessun effetto. Ti amavo perché eri<br />

meravigliosa, perché possedevi genio e intelligenza, perché traducevi in realtà i sogni dei grandi<br />

poeti e davi forma e sostanza ai fantasmi dell'arte. Hai gettato via tutto questo. Sei superficiale e<br />

stupida. Mio Dio! che pazzo dovevo essere per amarti! che sciocco sono stato! Ora per me non sei<br />

più niente; non voglio più pensare a te, non voglio pronunciare mai più il tuo nome. Tu non sai<br />

quello che eri per me, una volta. Sì, una volta... oh, non posso nemmeno pensarci! Vorrei non<br />

averti mai vista. Hai rovinato il romanzo della mia vita. Come devi conoscere poco l'amore, se lo<br />

accusi di rovinare la tua arte! Senza l'arte non sei niente. Ti avrei resa famosa, splendida,<br />

magnifica; il mondo ti avrebbe adorato e tu avresti portato il mio nome. Ora che cosa sei?<br />

Un'attrice di terz'ordine con un bel visino.<br />

La fanciulla sbiancò in volto, tremando; giungeva le mani e sembrava che la voce le si gelasse in<br />

gola. Mormorò: - Non parli mica sul serio, Dorian? Stai recitando una commedia.<br />

- Recitare? Lo lascio fare a te, che lo fai tanto bene - rispose lui amaro.<br />

La fanciulla si alzò in piedi e gli si avvicinò, attraversando la stanza, con la più nera infelicità<br />

dipinta<br />

sul volto. Gli mise la mano sul braccio, guardandolo negli occhi. Lui la respinse, gridando: - Non<br />

mi<br />

toccare!<br />

Un gemito soffocato le sfuggì. Si gettò ai suoi piedi e vi rimase, simile a un fiore calpestato.<br />

- Dorian, Dorian, non mi lasciare! - mormorò. - Mi dispiace tanto di non aver recitato bene, ma<br />

pensavo a te tutto il tempo. Ma proverò; ti giuro che proverò. E' stato così improvviso, il mio amore<br />

per te; credo che non lo avrei mai saputo se tu non mi avessi baciato, se non ci fossimo baciati.<br />

Baciami ancora, amore mio. Non te ne andare da me. Mio fratello... no, non importa, non parlava<br />

sul serio; era uno scherzo... Ma tu, non puoi perdonarmi per stasera? Lavorerò tanto, mi sforzerò<br />

di migliorare. Non essere crudele con me perché ti amo più di ogni cosa al mondo. Dopo tutto, una<br />

volta sola non ti sono piaciuta. Però hai ragione, Dorian; avrei dovuto dimostrarmi più artista. Sono<br />

stata una sciocca, ma non ho potuto fare diversamente. Oh, non mi lasciare, non mi lasciare!<br />

Un accesso di singhiozzi appassionati la soffocò. Si raggomitolava per terra come una creatura<br />

ferita e Dorian Gray la guardava dall'alto coi suoi begli occhi, e le sue labbra finemente disegnate<br />

si atteggiavano a un supremo disprezzo. Le emozioni di quelli che non amiamo più hanno sempre<br />

qualcosa di ridicolo. Sybil Vane gli sembrava scioccamente melodrammatica; le sue lacrime e i<br />

suoi singhiozzi gli urtavano i nervi. Finalmente, con quella sua voce tranquilla e chiara disse:<br />

- Me ne vado. Non voglio offenderti, ma non ti posso più vedere.<br />

Mi hai deluso.<br />

Lei piangeva silenziosamente. Non rispose, ma gli strisciò più vicina, tendendo le piccole mani alla<br />

cieca quasi a cercarlo. Egli girò sui tacchi, uscì dalla stanza e poco dopo era fuori del teatro.<br />

Camminava senza sapere dove andasse. Si ricordò di aver vagato per strade mal illuminate, di<br />

essere passato davanti a portoni lugubri e scuri e a case dall'aspetto sinistro. Qualche donna lo<br />

chiamò, con voce rauca e risate volgari; gli passarono accanto degli ubriachi che bestemmiavano<br />

e parlavano da soli, simili a scimmioni mostruosi. Vide ragazzi grotteschi accovacciati sugli scalini<br />

delle porte e sentì grida e bestemmie giungere da cortili bui.<br />

Spuntava l'alba quando si trovò nei pressi di Covent Garden.<br />

L'oscurità si andava dileguando e il cielo, costellato di luci incerte, si incurvava in una perla<br />

perfetta. Per la strada lucida e sgombra passavano lentamente enormi carri pieni di gigli oscillanti.<br />

L'aria era impregnata dal profumo dei fiori e sulla sua sofferenza la bellezza di questi agiva come<br />

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