IL RITRATTO DI DORIAN GRAY.pdf

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- Ne sono felice, amore mio, felicissimo - disse Henry, inarcando le sopracciglia brune a mezzaluna e guardando i due con un sorriso divertito. - Scusami tanto per il ritardo, Dorian. Sono andato in Wardour Street a cercare un pezzo di broccato antico e ho dovuto combattere delle ore per averlo. Oggi la gente conosce il prezzo di tutte le cose e non conosce il valore di nessuna. - Ho paura di dovermene andare - esclamò Lady Henry, rompendo un silenzio imbarazzante con una delle sue risate improvvise e sciocche. - Ho promesso alla duchessa di uscire in carrozza con lei. Arrivederci, signor Gray; addio, Harry. Tu pranzi fuori, credo? Anch'io. Forse ti vedrò in casa di Lady Thornbury. - Credo di sì, mia cara - disse Lord Henry, chiudendo la porta alle sue spalle quando lei scivolò fuori dalla stanza, con l'aria di un uccello del paradiso rimasto tutta la notte all'aperto sotto la pioggia, lasciandosi dietro un vago odore di gelsomino. Poi accese una sigaretta e si lasciò cadere sul divano. - Dorian - disse dopo qualche boccata - non sposare mai una donna che abbia i capelli color della paglia. - Perché Harry? - Perché sono tanto sentimentali. - Ma a me piacciono le persone sentimentali. - Non sposarti mai, Dorian. Gli uomini si sposano perché sono stanchi, le donne perché sono curiose, e le une e gli altri restano sempre delusi. - Non credo che sia probabile che mi sposi, Harry; sono troppo innamorato. Questo è uno dei tuoi aforismi che sto mettendo in pratica, come faccio con tutto quello che dici. - Di chi sei innamorato? - chiese Lord Henry dopo una pausa. - Di un'attrice - disse Dorian Gray arrossendo. Lord Henry scrollò le spalle. - Questo è un "début" alquanto terra terra. - Harry, se tu la vedessi non parleresti in questo modo. - Chi è? - Si chiama Sybil Vane. - Non ne ho mai sentito parlare. - Nessuno ne ha sentito parlare, ma un giorno non sarà più così. E' un genio. - Caro figliuolo, non ce n'è una di donna che sia un genio. Le donne sono un sesso decorativo. Non hanno mai niente da dire, ma lo dicono in maniera deliziosa. Le donne rappresentano il trionfo della materia sull'intelletto, così come gli uomini rappresentano il trionfo dell'intelletto sulla morale. - Harry, come puoi parlare così? - Caro Dorian, è la pura verità. In questo momento sto analizzando le donne e quindi so quello che dico. Non è poi un soggetto tanto astruso come credevo. Ho scoperto che in ultima analisi non esistono che due specie di donne, quelle semplici e quelle dipinte. Quelle semplici sono utilissime. Se vuoi avere la fama di persona rispettabile non hai che da portarle fuori a cena. Le altre sono molto deliziose, ma commettono un errore: si dipingono per cercare di sembrare giovani; le nostre nonne si dipingevano per cercare di avere una conversazione brillante. Il "rouge e l'ésprit" in genere andavano di pari passo; ora tutto questo è finito. Una donna è perfettamente soddisfatta finché può apparire di dieci anni più giovane di sua figlia. Quanto alla conversazione, in tutta Londra ci sono soltanto cinque donne con le quali valga la pena di parlare, e due di esse non possono essere ammesse in una società che si rispetti. Comunque, parlami del tuo genio. Da quanto tempo la conosci? - Ah, Harry, le tue idee mi terrorizzano. - Lascia perdere. Da quanto tempo la conosci? - Da tre settimane circa. - E come l'hai incontrata? - Te lo dirò, Harry, ma bisogna che tu mi dimostri un po' di comprensione. Dopo tutto, non sarebbe mai successo se non ti avessi conosciuto. Tu mi hai riempito di un desiderio furioso di conoscere 26

tutto della vita. Per parecchi giorni, dopo averti incontrato, mi sembrò che qualcosa mi pulsasse nelle vene. Quando mi sedevo nel Parco o passeggiavo per Piccadilly guardavo tutti i passanti e mi chiedevo, con una curiosità pazzesca, che genere di vita facessero. Alcuni mi affascinavano, altri mi riempivano di terrore. Nell'aria c'era un veleno squisito. Avevo fame di sensazioni... Così una sera verso le sette decisi di uscire in cerca di avventure. Sentivo che questa nostra Londra grigia e mostruosa, con le sue miriadi di persone, i suoi peccatori sordidi e i suoi peccati splendidi, come dicesti tu una volta, doveva riserbarmi qualche cosa. Immaginavo mille cose e il solo pericolo era sufficiente a procurarmi un senso di delizia. Mi ricordai di quello che mi dicesti quella sera meravigliosa che pranzammo insieme per la prima volta: che il vero segreto della vita è la ricerca della bellezza. Non so che cosa mi aspettassi; ma uscii e mi diressi verso l'Est e poco dopo mi persi in un labirinto di strade sporche e di piazze senza erba. Verso le otto e mezzo passai davanti a un teatrino ridicolo, illuminato da grandi lampade a gas e con dei manifesti vistosi. Un sordido ebreo, che aveva il panciotto più straordinario che abbia mai visto in vita mia, stava sulla porta e fumava un sigaro da pochi soldi. Aveva dei riccetti unti e al centro di una camicia sporca gli brillava un diamante enorme. "Un palco, my Lord?", disse vedendomi e si tolse il cappello con un atto che era di una splendida servilità. C'era in lui qualche cosa che mi divertì: era un tale mostro! Tu riderai di me, lo so; ma io entrai veramente e pagai una ghinea per un palco di proscenio. Ancora adesso non sono riuscito a capire perché mai l'abbia fatto; eppure se non l'avessi fatto, mio caro Harry, se non l'avessi fatto avrei mancato il più grande romanzo della mia vita. Vedo che stai ridendo: è una vera cattiveria da parte tua! - Non rido, Dorian, o almeno non rido di te. Ma non dovresti dire il più grande romanzo della tua vita. Tu sarai sempre amato e sarai sempre innamorato dell'amore. Una grande passione è il privilegio di quelli che non hanno niente da fare; è l'unica cosa a cui servono in un paese le classi oziose. Non aver paura; a te sono riservate cose squisite. Questo è soltanto l'inizio. - Mi credi dunque una natura tanto superficiale? - gridò Dorian Gray, in collera. - No, credo che tu sia una natura profonda. - Che cosa vuoi dire? - Caro ragazzo, le persone che amano una sola volta nella vita sono quelle veramente superficiali. Quello che chiamano lealtà o fedeltà io lo chiamo letargo di abitudini oppure mancanza d'immaginazione. La fedeltà corrisponde nella vita emozionale a quello che nella vita intellettuale è la coerenza: semplicemente la confessione di un insuccesso. Fedeltà! Un giorno o l'altro bisognerà che mi metta ad analizzarla. In essa c'è la passione della proprietà; noi getteremmo via una quantità di cose se non avessimo paura che qualcun altro possa raccoglierle. Ma non voglio interromperti; continua con la tua storia. - Dunque, mi trovai seduto in un orribile palchetto, con un orribile sipario che mi guardava in faccia. Guardai fuori da dietro la tenda ed esaminai il teatro. Era una cosa pacchiana, tutta amorini e cornucopie, che sembrava una torta nuziale di terz'ordine. La galleria e la platea erano abbastanza affollate, ma le due file di poltrone fruste erano deserte e non c'era un'anima in quello che chiamano, credo, l'anfiteatro. Delle donne andavano in giro con arance e gazose e si faceva un consumo tremendo di noccioline. - Doveva essere proprio come nell'età d'oro del Dramma inglese. - Proprio lo stesso, immagino, e molto deprimente. Cominciavo a chiedere a me stesso che diavolo dovessi fare; poi mi cadde sott'occhio il programma. Che cosa credi che si recitasse Harry? - Direi "Il ragazzo idiota, ovvero Stupido ma innocente". Ai nostri padri piaceva questo genere di drammi, credo. Più invecchio, Dorian, e più ho la sensazione netta che quello che era buono per i nostri padri non è buono per noi. Nell'arte, come in politica, "les grand-pères ont toujours tort". - Harry, quello che si rappresentava era buono abbastanza anche per noi: era "Romeo e Giulietta". Devo ammettere che l'idea di vedere Shakespeare rappresentato in un misero buco come quello mi infastidì un po'; d'altra parte, in un certo senso, mi sentivo interessato. Comunque, decisi di 27

- Ne sono felice, amore mio, felicissimo - disse Henry, inarcando le sopracciglia brune a<br />

mezzaluna e guardando i due con un sorriso divertito. - Scusami tanto per il ritardo, Dorian. Sono<br />

andato in Wardour Street a cercare un pezzo di broccato antico e ho dovuto combattere delle ore<br />

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- Ho paura di dovermene andare - esclamò Lady Henry, rompendo un silenzio imbarazzante con<br />

una delle sue risate improvvise e sciocche. - Ho promesso alla duchessa di uscire in carrozza con<br />

lei. Arrivederci, signor Gray; addio, Harry. Tu pranzi fuori, credo? Anch'io. Forse ti vedrò in casa di<br />

Lady Thornbury.<br />

- Credo di sì, mia cara - disse Lord Henry, chiudendo la porta alle sue spalle quando lei scivolò<br />

fuori dalla stanza, con l'aria di un uccello del paradiso rimasto tutta la notte all'aperto sotto la<br />

pioggia, lasciandosi dietro un vago odore di gelsomino. Poi accese una sigaretta e si lasciò cadere<br />

sul divano.<br />

- Dorian - disse dopo qualche boccata - non sposare mai una donna che abbia i capelli color della<br />

paglia.<br />

- Perché Harry?<br />

- Perché sono tanto sentimentali.<br />

- Ma a me piacciono le persone sentimentali.<br />

- Non sposarti mai, Dorian. Gli uomini si sposano perché sono stanchi, le donne perché sono<br />

curiose, e le une e gli altri restano sempre delusi.<br />

- Non credo che sia probabile che mi sposi, Harry; sono troppo innamorato. Questo è uno dei tuoi<br />

aforismi che sto mettendo in pratica, come faccio con tutto quello che dici.<br />

- Di chi sei innamorato? - chiese Lord Henry dopo una pausa.<br />

- Di un'attrice - disse Dorian Gray arrossendo.<br />

Lord Henry scrollò le spalle. - Questo è un "début" alquanto terra terra.<br />

- Harry, se tu la vedessi non parleresti in questo modo.<br />

- Chi è?<br />

- Si chiama Sybil Vane.<br />

- Non ne ho mai sentito parlare.<br />

- Nessuno ne ha sentito parlare, ma un giorno non sarà più così.<br />

E' un genio.<br />

- Caro figliuolo, non ce n'è una di donna che sia un genio. Le donne sono un sesso decorativo.<br />

Non hanno mai niente da dire, ma lo dicono in maniera deliziosa. Le donne rappresentano il trionfo<br />

della materia sull'intelletto, così come gli uomini rappresentano il trionfo dell'intelletto sulla morale.<br />

- Harry, come puoi parlare così?<br />

- Caro Dorian, è la pura verità. In questo momento sto analizzando le donne e quindi so quello che<br />

dico. Non è poi un soggetto tanto astruso come credevo. Ho scoperto che in ultima analisi non<br />

esistono che due specie di donne, quelle semplici e quelle dipinte. Quelle semplici sono utilissime.<br />

Se vuoi avere la fama di persona rispettabile non hai che da portarle fuori a cena. Le altre sono<br />

molto deliziose, ma commettono un errore: si dipingono per cercare di sembrare giovani; le nostre<br />

nonne si dipingevano per cercare di avere una conversazione brillante. Il "rouge e l'ésprit" in<br />

genere andavano di pari passo; ora tutto questo è finito. Una donna è perfettamente soddisfatta<br />

finché può apparire di dieci anni più giovane di sua figlia. Quanto alla conversazione, in tutta<br />

Londra ci sono soltanto cinque donne con le quali valga la pena di parlare, e due di esse non<br />

possono essere ammesse in una società che si rispetti. Comunque, parlami del tuo genio. Da<br />

quanto tempo la conosci?<br />

- Ah, Harry, le tue idee mi terrorizzano.<br />

- Lascia perdere. Da quanto tempo la conosci?<br />

- Da tre settimane circa.<br />

- E come l'hai incontrata?<br />

- Te lo dirò, Harry, ma bisogna che tu mi dimostri un po' di comprensione. Dopo tutto, non sarebbe<br />

mai successo se non ti avessi conosciuto. Tu mi hai riempito di un desiderio furioso di conoscere<br />

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