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fare a cambio con te, Dorian. Il mondo ha sparlato di noi due, ma ti ha sempre adorato e ti adorerà<br />
sempre, perché tu sei il tipo del quale il nostro tempo va in cerca e che ha paura di aver trovato.<br />
Sono felice che tu non abbia mai fatto niente, che tu non abbia scolpito una statua o dipinto un<br />
quadro o prodotto niente al di là di te stesso. La vita è stata la tua arte. Hai musicato te stesso e le<br />
tue giornate sono i tuoi sonetti.<br />
Dorian si alzò dal pianoforte e si passò la mano nei capelli.<br />
- Sì - mormorò, - la vita è stata deliziosa; ma non farò più la stessa vita, Harry, e tu non devi dirmi<br />
queste cose stravaganti.<br />
Tu non sai tutto sul mio conto; e credo che se tu lo sapessi anche tu ti allontaneresti da me. Tu ridi;<br />
non ridere.<br />
- Dorian, perché hai smesso di suonare? Ricomincia e suona un'altra volta quel notturno. Guarda<br />
quella grossa luna color del miele, sospesa nell'aria del crepuscolo: aspetta di essere affascinata<br />
da te e se tu suoni verrà più vicina alla terra. Non vuoi? Allora andiamo al circolo. Abbiamo passato<br />
una serata deliziosa e dobbiamo concluderla deliziosamente. Al White c'è qualcuno che desidera<br />
immensamente conoscerti, il giovane Lord Poole, il figlio maggiore di Bournemouth. Ha già<br />
copiato<br />
le tue cravatte e mi ha pregato di esserti presentato. E' un uomo simpaticissimo e mi ricorda un po'<br />
te.<br />
- Spero di no - disse Dorian, con un'espressione rattristata negli occhi. - Ma stasera sono stanco,<br />
Harry. Non vengo al circolo; sono già quasi le undici e vorrei andarmene a letto presto.<br />
- Allora rimani. Non hai mai suonato così bene come stasera. Nel tuo tocco c'era qualcosa di<br />
meraviglioso; aveva più espressione di qualunque altra volta che ti ho ascoltato.<br />
- E' perché da ora in avanti sarò buono - rispose lui, sorridendo.<br />
- Sono già un po' cambiato.<br />
- Per me non puoi cambiare, Dorian - disse Henry. - Tu e io saremo sempre amici.<br />
- Eppure una volta mi avvelenasti con un libro e io non dovrei perdonartelo, Harry. Promettimi che<br />
non presterai mai quel libro a nessuno; è nocivo.<br />
- Figlio caro, stai già cominciando a fare il moralista. Tra poco te ne andrai in giro a fare il<br />
convertito e il missionario e a mettere in guardia la gente contro tutti i peccati di cui ti sei stancato.<br />
Sei troppo delizioso per fare una cosa del genere; e poi non serve a niente: tu ed io siamo quello<br />
che siamo e saremo quello che saremo. In quanto a essere avvelenato da un libro, non esiste una<br />
cosa così. L'arte non ha nessuna influenza sull'anima; annulla il desiderio di agire; è superbamente<br />
sterile. I libri che la gente chiama immorali sono i libri che fanno vedere al mondo la sua ignominia,<br />
e basta. Ma non stiamo a discutere di letteratura.<br />
Vieni da me domani. Monto a cavallo alle undici; potremmo uscire insieme e dopo ti porterò a<br />
colazione con Lady Branksome. E' una donna incantevole e vuole consultarti riguardo a certi<br />
arazzi che pensa di comprare. Oppure vogliamo fare colazione con la nostra piccola duchessa? Mi<br />
ha detto che adesso non ti vede più. Ti sei forse stancato di Gladys? Me l'aspettavo; quella sua<br />
lingua è troppo abile per non finire con l'urtare i nervi. In ogni caso sii qui alle undici.<br />
- Devo proprio venire, Harry?<br />
- Certamente. In questo momento il parco è bellissimo. Non credo che ci siano mai stati tanti gigli<br />
dall'anno in cui ti ho conosciuto in poi.<br />
- Va bene. Alle undici sarò qui - disse Dorian. - Buona notte, Harry.<br />
Arrivato sulla soglia, esitò un attimo, come se avesse avuto qualche altra cosa da dire; poi sospirò<br />
e uscì.<br />
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