HOMO ERECTUS - Casuzze.It
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<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong><br />
SPECIE: Homo erectus<br />
ETÀ: da 1.890.000 a<br />
260.000 anni fa<br />
LOCALITÀ: Africa,<br />
Europa, Asia<br />
1
INDICE<br />
<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong> …………………………….……..……….…. pag.2<br />
I PRIMI RESTI ……………………………………….………….. pag.2<br />
ASPETTO …………………………………………….…………... pag.3<br />
LA SCATOLA CRANICA …………………………….…………. pag.4<br />
CONSEGUENZE DELL’AUMENTO DEL DERVELLO ….. pag.5<br />
LA VITA SOCIALE ……………………………………………... pag.6<br />
LE CAPANNE …………………………………………………... pag.7<br />
IL FUOCO ………………………………………………………. pag.7<br />
COME LAVORAVA LA PIETRA ……………………………… pag.8<br />
PRATICHE RELIGIOSE ……………………………….……... pag.9<br />
GRANDE CACCIATORE …………………………………….. pag.10<br />
ALLA CONQUISTA DEL MONDO ……………………….... pag.11<br />
LA SCOMPARSA DEGLI <strong>ERECTUS</strong> ……………………….. pag11<br />
L’<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong>: L’<strong>HOMO</strong> DEI RECORD …………… pag.12<br />
2
<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong><br />
Dalla lenta evoluzione dell'Homo Habilis prese forma un nuovo ominide:<br />
l'Homo erectus (dal latino "erectus" = che sta dritto).<br />
SI FA RISALIRE A…..<br />
I primi esemplari di Homo erectus apparvero in Africa e si fanno<br />
risalire a circa 1.5 – 1,8 milioni di anni fa.<br />
Sono stati i due crani trovati da Richard Leakey, nel 1975, nei<br />
pressi del lago Turkana, in Kenya (vedi foto accanto), a rivelarci la<br />
loro datazione. TORNA<br />
MA DOVE SONO STATI TROVATI I PRIMI <strong>ERECTUS</strong>?<br />
A dire il vero, prima del 1975, resti fossili di H. erectus erano stati trovati anche fuori dall'<br />
Africa e in diverse parti del mondo.<br />
RITROVAMENTI IN ASIA.<br />
Recentemente alcuni<br />
ricercatori hanno ridatato,<br />
con metodi sofisticatissimi,<br />
alcuni fossili provenienti da<br />
Giava classificandoli più<br />
vecchi di 800.000 anni,<br />
coetanei degli erectus<br />
africani. Ciò non toglie il<br />
primato ai resti fossili<br />
africani. TORNA<br />
I primi resti fossili sono stati ritrovati nel 1891 nell’isola di Giava,<br />
dallo scienziato olandese Eugène Dubois (vedi foto). Negli anni<br />
settanta vennero alla luce, sempre nell’isola di Giava, numerosi resti<br />
di Homo erectus. Tra il 1921ed il 1929 altri resti (databili a 500.000<br />
anni fa) sono stati trovati in Cina. Questi ultimi resti vennero<br />
attribuiti ad un ominide che fu chiamato “sinantropo” o più<br />
familiarmente “uomo di Pechino”; ma oggi sappiamo che si tratta<br />
di Homo erectus. Fino alla seconda guerra mondiale si era creduto<br />
che questo Homo avesse abitato soltanto l’Asia.<br />
L’uomo di Giava<br />
3
ALTRI RITROVAMENTI IN AFRICA.<br />
Ma dopo il 1945, resti appartenenti a questa specie furono rinvenuti anche in Africa e precisamente<br />
in Algeria nel 1954, in Marocco, nell’Africa orientale, a Olduvai, nel 1960, nel 1972 in Etiopia e nel<br />
1975 i due crani (vedi : SI FA RISALIRE A…), abbastanza completi, scoperti da Leakey.<br />
RITROVAMENTI IN EUROPA.<br />
In Europa, una mascella assai antica era stata trovata fin dal 1907 a Mauer, presso Heidelberg, nella<br />
Germania occidentale (vedi foto accanto). Dagli anni ’60 in poi sono stati trovati: crani, denti, ossa<br />
in diverse parti dell’Europa: Grecia, Francia meridionale, Ungheria, Germania orientale.<br />
L’<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong> NON ERA SOLO<br />
Alcuni fossili rinvenuti vicino al Lago Turkana, in Kenya, dimostra che a far compagnia all’Homo erectus<br />
c’erano altre due specie di ominidi appartenenti al genere Homo. TORNA<br />
ASPETTO.<br />
L’aspetto dell’Homo erectus era già molto simile a quello della nostra specie. Questo ominide<br />
aveva all’incirca la nostra taglia ed il nostro peso; era forse un po’ più piccolo, ma certamente più<br />
muscoloso. Erano infatti<br />
individui di eccezionale<br />
robustezza, sia gli<br />
uomini che le donne, con<br />
muscoli<br />
proporzionalmente più<br />
potenti dei nostri. Non<br />
erano più Ominidi simili<br />
a una scimmia<br />
antropomorfa, ma<br />
neppure uomini come<br />
noi. Le ossa del corpo e delle gambe erano più robuste<br />
e la statura più alta (rispetto all’habilis). Il bipedalismo era avanzato, aveva<br />
il pelo più corto e le braccia più proporzionate al corpo, rispetto all’H.<br />
habilis. Il dimorfismo sessuale tra maschi e femmine era leggermente più marcato di quello dell'H.<br />
sapiens, dato che i maschi erano più grandi delle femmine. TORNA<br />
STABILITÀ NELL’ASPETTO.<br />
Poiché gli esemplari più antichi di Homo erectus si fanno risalire a 1,5 – 1,8 milioni di anni fa sono<br />
notevolmente simili a quelli scoperti on Cina e databili 500.000 milioni di anni fa, ciò fa pensare<br />
che questa specie si sia mantenuta stabile nell’aspetto lungo un periodo di oltre un milione di<br />
anni, senza apprezzabili cambiamenti. La lentezza dell’evoluzione culturale dell’erectus, anzi la<br />
sua sostanziale staticità, indica abbastanza chiaramente che le capacità intellettive e linguistiche, per<br />
quanto dovessero essere notevolmente superiori a quelle delle scimmie antropomorfe, dovevano<br />
essere ancora ben lontane da quelle dell’umanità moderna.<br />
4
LA SCATOLA CRANICA.<br />
Il cranio era già ben sviluppato: la scatola cranica aveva in media un volume di 1000 cm 3 con un<br />
minimo di 800 ed un massimo di 1.200. Nella nostra specie, lo ricordiamo, la media è di 1350 cm 3 ,<br />
con un minimo di 1.000 ed un massimo di 2.000. Anche se la forma del cranio dell’H. erectus era<br />
simile alla nostra, si potevano riscontrare notevoli differenze:<br />
1. Aveva delle sporgenze ossee assai marcate al di sopra delle orbite.<br />
2. La parte posteriore del cranio non era arrotondata come la nostra, ma allungata (quasi come<br />
un pallone da rugby).<br />
3. I denti erano più grossi rispetto ai nostri, ma più piccoli di quelli dell’H. habilis.<br />
4. L’ un’arcata dentaria curva molto simile a quella di un uomo moderno.<br />
5. Le mascelle erano ancora massicce ed il mento appena abbozzato.<br />
6. La faccia non era ancora piatta come la nostra, perché le mascelle erano ancora molto<br />
prominenti.<br />
7. In<br />
generale tutte<br />
le ossa della<br />
testa erano<br />
molto più<br />
spesse e più<br />
pesanti rispetto<br />
alle nostre.<br />
TORNA<br />
5
CONSEGUENZE DELL’AUMENTO DEL CERVELLO.<br />
L’aumento della capacità cranica comportò alcune importanti conseguenze:<br />
Una più prolungata dipendenza della prole dai genitori. Nelle scimmie antropomorfe il<br />
periodo di dipendenza dalla madre, l’età dello svezzamento, il periodo di sviluppo infantile e<br />
giovanile e l’età di raggiungimento della maturità sono molto più rapidi che non nell’uomo e<br />
questa differenza dei ritmi di sviluppo è dimostrata dai differenti modelli di eruzione della<br />
dentatura permanente e dal diverso tasso di accrescimento del cervello dopo la nascita.<br />
Una più prolungata dipendenza della prole dai genitori è strettamente correlata alla<br />
necessità di un più prolungato periodo di apprendimento. È l’apprendimento del<br />
linguaggio, della cultura e delle complesse regole della vita sociale che consente<br />
all’individuo di diventare adulto e di sopravvivere.<br />
Se la stazione eretta permise all’H. erectus di avere le mani libere, l’aumento del cervello<br />
contribuì a migliorare le tecniche per manipolare anche piccoli oggetti, provocando un<br />
continuo accrescimento del sistema nervoso centrale.<br />
L’andatura bipede gli permise anche una maggiore capacità di percorrere rapidamente<br />
lunghe distanze e avere maggiori probabilità di trovare cibo; ma anche ( in un ambiente<br />
tropicale come quello della savana) andare incontro al rischio di uno stress termico.<br />
L’acquisizione di un sistema di termoregolazione in grado di proteggerlo dallo stress<br />
termico. La stazione eretta riduceva la superficie corporea colpita direttamente dalla<br />
radiazione solare; contemporaneamente la sua superficie corporea aveva perso gran parte del<br />
mantello peloso; inoltre il suo organismo cominciò a produrre più ghiandole sudoripare per<br />
facilitare un’abbondante sudorazione. TORNA<br />
6
LA VITA SOCIALE.<br />
L’H. erectus conduceva una vita sociale molto sviluppata, viveva in tribù, e aveva già acquisito la<br />
nozione di “tradizione<br />
culturale”. Sarebbe la prima<br />
volta che una nozione, tipica<br />
dell’uomo, si sarebbe<br />
manifestata nel corso<br />
dell’evoluzione della linea<br />
degli Ominidi. Va precisato<br />
comunque che i fossili<br />
dimostrano come l'anatomia<br />
delle vie aeree dell'erectus non<br />
gli permettesse di produrre<br />
suoni di una complessità<br />
paragonabile a quella del<br />
linguaggio moderno. L’uso di<br />
oggetti più raffinati (trappole,<br />
pietre scheggiate bifacciali, asce a<br />
doppio filo) e la capacità di cacciare in gruppo gli consentiva di procacciarsi più carne e più pesce.<br />
Inoltre, è stata avanzata l'ipotesi che l'H. erectus sia stato il primo ominide in grado di utilizzare<br />
zattere per attraversare oceani, ma<br />
la tesi rimane controversa. Molto<br />
probabilmente cominciò ad utilizzare<br />
le pelli degli animali per vestirsi. Nel<br />
suo peregrinare per il mondo, nei<br />
periodi intermedi fra le<br />
glaciazioni, l’H. erectus mise in<br />
atto due importantissime<br />
innovazioni:<br />
Abitare in grotte, ma era<br />
anche in grado di<br />
costruire capanne di<br />
frasche.<br />
Utilizzare il fuoco.<br />
TORNA<br />
7
LE CAPANNE.<br />
Le capanne erano costruite con paletti incrociati di cui dono state ritrovate le impronte nel suolo<br />
(sito di Terra Amata<br />
in Francia). I pali<br />
erano infissi nel<br />
terreno con pietre,<br />
erano di forma ovale,<br />
potevano misurare da<br />
4 a 6 metri di altezza.<br />
Il pavimento era<br />
probabilmente<br />
ricoperto di ghiaia o<br />
di pelli. In alcune<br />
zone della capanna<br />
sono state ritrovate<br />
diverse schegge di<br />
pietra, probabilmente<br />
erano degli angoli che<br />
fungevano da officine per la lavorazione del materiale litico. TORNA<br />
IL FUOCO.<br />
Dopo la lavorazione della pietra, la padronanza del fuoco è stata la seconda rivoluzione<br />
tecnologica nella storia della stirpe dell’uomo. Le più antiche tracce di fuoco risalgono a circa<br />
700.000 anni fa e si trovano nelle grotte de l’Escale, presso Marsiglia. Altri focolari, chiaramente<br />
predisposti, sono stati trovati in Cina, e in Africa e anche in <strong>It</strong>alia a Torre in Pietra vicino Roma. In<br />
generale a partire da 300.000 anni fa, sono stati trovati, negli accampamenti di questa specie, tracce<br />
sempre più numerose dell’esistenza di focolari.<br />
Con il fuoco l’H. erectus poteva cuocere gli alimenti (migliorando notevolmente l’assimilazione del<br />
nutrimento), riscaldarsi, difendersi dagli altri animali, abitare luoghi freddi e caverne (queste ultime<br />
considerate poco sicure, perché rifugi di orsi e di altri grossi animali), vincere il buio (ciò gli consentiva di<br />
continuare le sue attività, preparazione di utensili, anche alla fine della giornata), continuare le interazioni<br />
sociali al di là dei tempi per la raccolta o la caccia (attorno al focolare si facevano piani, si narravano<br />
storie, parlando non si comunicavano solo nozioni, ma anche informazioni dilatate nel tempo).<br />
Il fuoco insomma fu un’estensione della luce e del tempo. L’H. erectus con la sua padronanza del<br />
fuoco s’impose come la sola creatura a non aver timore di questo fenomeno naturale.<br />
TECNICHE PER PRODURRE IL FUOCO.<br />
Si presume che i nostri antenati fossero in grado di procurarsi il fuoco battendo una contro<br />
l’altra delle selci per provocare delle scintile che se provocate vicino a materiale facilmente<br />
infiammabile, come il muschio secco, produceva il fuoco.<br />
Un’altra tecnica per ottenere il fuoco poteva consistere nello strofinare due pezzi di legno. N<br />
el punto di frizione si sviluppa calore e ciò consente di provocare l’accensione di una sostanza<br />
facilmente infiammabile. Qualunque sia stata la tecnica usata, l’H. erectus era comunque in grado<br />
di conservare il fuoco (per mantenere il calore del carbone di legna lo metteva in piccole fosse e lo<br />
copriva con cenere e terriccio). TORNA<br />
8
COME LAVORAVA LA PIETRA.<br />
L’H.erectus ha lasciato molte traccia della sua vita culturale: utensili e tracce di accampamenti.<br />
I suoi utensili furono di due tipi: Oldovano, cioè utensili simili a quelli fabbricati dall’H. habilis<br />
(come i ciottoli trasformati in chopper rinvenuti a Olduvai per esempio); Acheuleano, cioè utensili<br />
bifacciali.<br />
È probabile che fra 1.500.000 e 1.000.000 di anni fa, in questa stessa regione, la popolazione<br />
dell’H. erectus fosse divisa in tribù , ognuna delle quali lavorava a modo suo la pietra. L’H. erectus<br />
aveva acquisito una manualità ed un’intelligenza tecnica molto avanzata.<br />
L’NDUSTRIA ACHEULEANA.<br />
Questa tecnica fu denominata “industria acheuleana” dal nome di<br />
Saint Acheul, nella Francia settentrionale, ove furono scoperti per la<br />
prima volta. I bifacciali prodotti dall’H. erectus si distinguono da<br />
quelli prodotti dall’H. habilis, perché presentavano forme molto più<br />
simmetriche e stilisticamente più belle ed armoniose.<br />
In linea generale il profilo tagliente è piuttosto regolare, finemente<br />
ritoccato e lungo. La misura media è di 12 – 15 cm, alcuni<br />
superavano anche i 20 cm. Verso la fine del periodo dell’esistenza<br />
dell’H. erectus i bifacciali risultarono molto assottigliati nel senso<br />
dello spessore. Per tale particolarità, certi bifacciali, particolarmente<br />
piatti, sono stati denominati “limande” (dal nome di un pesce piatto).<br />
Oltre ai percussori di pietra, gli artigiani dei bifacciali acheuleani si<br />
servirono anche di arnesi “teneri” cioè di materiale corneo (ad<br />
esempio corna di renne), o di materiale vegetale (legno di quercia o di faggio) per staccare<br />
schegge più minute così da poter ritoccare finemente il contorno o lo spessore dei bifacciali (vedi<br />
4° caso nella fotografia precedente).<br />
È probabile che questi bifacciali siano stati usati come armi per la caccia; ma potevano anche<br />
servire come utensili per ridurre in pezzi la selvaggina e spartire così la carne, scortecciare e<br />
9
appuntire i rami, scavare il terreno praticandovi delle fosse o per dissotterrare dei tuberi. L’industria<br />
acheuleana produceva diversi tipi di strumenti: asce, grattini, raschiatoi, perforatori, poliedri o sfere.<br />
L’NDUSTRIA LEVALLOISIANA.<br />
Un’altra tecnica quella “levalloisiana” (dal<br />
nome di una località nei pressi di Parigi) si<br />
era specializzata nella costruzione di<br />
bifacciali piatti (cioè di larghe lame piatte<br />
dalle diverse forme geometriche). Una delle<br />
tecniche usate era quella “a scheggiatura<br />
preferenziale: veniva staccata una sola<br />
grande scheggia dal nucleo dal nucleo<br />
iniziale già preparato” (vedi 3° caso nella<br />
figura precedente).<br />
TORNA<br />
PRATICHE RELIGIOSE.<br />
Forse l’H. erectus aveva acquisito un “rozzo culto dei morti”, dal momento che avevano l’abitudine di<br />
frantumare le ossa del cranio dei compagni defunti. Nell’area di Pechino nel sito di Zhoukoudian (vedi foto)<br />
sono stati trovati<br />
numerosi crani che<br />
presentavano il<br />
foro occipitale<br />
(attraverso il quale<br />
il midollo spinale<br />
esce dalla scatola<br />
cranica per entrare<br />
nella colonna<br />
vertebrale)<br />
artificialmente<br />
ingrandito. Ciò<br />
suggerisce l’idea<br />
che gli individui di<br />
questa specie<br />
cercassero di<br />
appropriarsi del<br />
cervello dei loro<br />
consanguinei<br />
deceduti (cosa che succede ancora oggi presso alcuni popoli primitivi). Altre testimonianze di pratiche<br />
rituali sono state riscontrate in Francia (a Terra Amata) il cadavere veniva cosparso di ocra; a Bodo in<br />
Etiopia dove è stato trovato un cranio scotennato risalente a 300.000 anni fa. TORNA<br />
10
GRANDE CACCIATORE.<br />
Durante il Pleistocene sembra ci fossero molte più praterie di quanto non ce ne siano attualmente.<br />
Alcune zone, che oggi sono deserti erano savane e al nord, dove ora ci sono foreste, vi erano molte<br />
più praterie o steppe in grado di sopperire ai bisogni alimentari di animali erbivori. Divenuto abile<br />
predatore-cacciatore, era logico che l’H. erectus seguisse queste mandrie degli erbivori (anche di<br />
animali di grossa taglia, come: elefanti, rinoceronti, antilopi, ippopotami, orsi, babbuini giganti).<br />
Questi flussi migratori furono facilitati anche dal fatto che durante il Pleistocene, con la fluttuazione<br />
dei livelli marini, si crearono<br />
corridoi di terre emerse. Ciò gli<br />
consentì una forte indipendenza<br />
dalla territorialità. Un cervello più<br />
evoluto gli permise di acquisire un<br />
alto tasso di tecnologia e di<br />
conseguenze un maggior grado di<br />
controllo del territorio. L’H. erectus<br />
quindi era riuscito a sviluppare tecniche<br />
di caccia molto sofisticate.<br />
Vari reperti fanno presuppore che<br />
questo ominide sia stato il primo ad<br />
aver inventato la caccia grossa:<br />
babbuini giganti (in Kenia a<br />
Olorgesailie); elefanti, rinoceronti,<br />
cervi, cavalli e buoi selvatici (a Torralba e Ambrona in Spagna). Sembra che in questi siti spagnoli l’H.<br />
erectus attizzasse degli incendi che costringevano questi grossi animali a fuggire verso la palude dove si<br />
impantanavano. Una tecnica simile (vedi foto a sinistra) la usavano gli indiani d’Ameria che però si<br />
servivano dei dirupi per uccidere i bisonti. È molto probabile che questo tipo di caccia si sia potuto realizzare<br />
grazie alla collaborazione di numerosi individui. Per la prima volta nella storia della linea genealogica<br />
dell’uomo, sarebbe dunque comparsa la grande caccia organizzata, che se voleva aver successo<br />
necessitava di: consultazione, distribuzione dei compiti, pianificazione delle diverse fasi della caccia.<br />
La facilità nel procurarsi il cibo e l’abbondanza di selvaggina, facilitò l’aumento demografico della<br />
popolazione degli erectus. Probabilmente fu la pressione demografica a far allontanare le<br />
generazioni giovani. Fu così che gli H. erectus colonizzarono nuovi ambienti, e ripetendo più volte<br />
il ciclo si assistette a gruppi di erectus che lasciarono definitivamente l’Africa per colonizzare il<br />
mondo. TORNA<br />
11
ALLA CONQUISTA DEL MONDO.<br />
Il fatto che siano stati trovati resti dell’Homo erectus in diverse parti del mondo, fa pensare che<br />
questo Homo dopo aver<br />
occupato tutto il territorio<br />
africano sia partito alla<br />
conquista del modo migrando<br />
in Asia ed in Europa e<br />
giungendo fino al limite delle<br />
zone temperate. Tutto questo<br />
avvenne un milione di anni fa<br />
circa. Infatti, nel corso del<br />
Quaternario, e in quattro<br />
riprese, le calotte ghiacciate<br />
dei poli guadagnarono in<br />
estensione raggiungendo<br />
latitudini molto basse. Durante<br />
quelle glaciazioni era il clima<br />
generale del pianeta che<br />
diventava più freddo; mentre<br />
nei periodi intermedi tornava a<br />
riscaldarsi. Non vi è dubbio<br />
che i gruppi di H. erectus che<br />
arrivarono in Cina o in<br />
Europa, conobbero climi temperati con inverni freddi. Erano condizioni nuove per i nostri<br />
antenati, poiché la linea degli ominidi era vissuta, fino ad allora, nelle regioni calde d’Europa.<br />
TORNA<br />
LA SCOMPARSA DEGLI <strong>ERECTUS</strong>.<br />
Tra i 400.000 e i 260.000 anni fa le popolazioni di H. erectus cominciano ad essere sostituiti<br />
progressivamente, in ogni regione del pianeta, da popolazioni di aspetto più moderno, con capacità<br />
cerebrali maggiori, sono gli H. sapiens. TORNA<br />
12
L’<strong>HOMO</strong> <strong>ERECTUS</strong>: L’<strong>HOMO</strong> DEI RECORD.<br />
Questo nostro progenitore fu veramente speciale<br />
Aspetto e scatola cranica molto simile alla nostra<br />
Totale acquisizione della posizione eretta.<br />
Vive in tribù (il gruppo famiglia si allarga).<br />
Abita in grotte, ma sa anche costruire capanne<br />
Acquisisce la “tradizione culturale”.<br />
Utilizza e mantiene il fuoco.<br />
Abilissimo nel lavorare la pietra.<br />
Pratica riti “religiosi”.<br />
È un abile cacciatore e sviluppa nuove tecniche per cacciare animali di grandi<br />
dimensioni.<br />
Conquista il mondo.<br />
TORNA<br />
13