FRANCESCO CASORATI 2013 - L'Arte Antica Silverio Salamon
FRANCESCO CASORATI 2013 - L'Arte Antica Silverio Salamon FRANCESCO CASORATI 2013 - L'Arte Antica Silverio Salamon
In copertina TRAMONTO, 1979 (catalogo n. 66) In quarta di copertina L’OPPRESSORE, 1971 (catalogo n. 4) In terza di copertina TEATRINO CON IL GENERALE ROSSO, 1980 c.a (catalogo n. 74) Coordinamento logistico Elisabetta Rollier Collaborazioni tecniche e fotografiche VL, LdL, CLM PRIMAVERA 2013 n. 266 STAMPE ORIGINALI ANTICHE E MODERNE LIBRI D’ARTE STAMPE GIAPPONESI © SAS L’ARTE ANTICA DI SILVERIO SALAMON 10121 TORINO ITALY 9, VIA A. VOLTA TEL. +39 0115625834 011549041 FAX +39 011534154 e-mail: salamon@salamonprints.com sito: www.salamonprints.com C.F. P. IVA IT 00470520016 C.C.I.A.A. 367559 TRIB. TO 59.65.1984 FRANCESCO CASORATI PER SALAMON MAGGIO - GIUGNO 2013 IN ESPOSIZIONE DA MERCOLEDÌ 15 MAGGIO VIA A. VOLTA, 9 - 10121 TORINO ITALY TEL. +39 (0)115625834 +39 (0)11549041 FAX +39 (0)11534154 e-mail: salamon@salamonprints.com - www.salamonprints.com
Francesco Casorati, Torino 1934 - 2013 IL VOLO LIEVE DEL SEGNO Si leva il vento!...E di nuovo, la vita! L’aria immensa apre e richiude il mio libro, L’onda il suo fiotto avventa sulle rocce! Volate via, pagine abbacinate! Rompete onde! Rompete acque inebriate Quel tetto quieto ove beccavan flocchi! Paul Valéry La stagione di Francesco Casorati ritrova e rinnova cadenze, immagini, simboli in questa rassegna che Silverio Salamon ha ideato per ricordarne la figura, la personalità, la continua e inesausta ricerca espressiva tra pittura e limpide e simboliche pagine di grafica. E sono proprio i fogli realizzati per le Edizioni di Gian Alvise Salamon che costituiscono il «corpus» di un percorso delineato attraverso gli spazi della memoria e battelli, pesci, uccelli, spaventapasseri, in una sorta di inesauribile narrazione, di silenzi, di visioni che travalicano la realtà per trasmettere l’impalpabile leggerezza del ricordo, della fiaba, di un’infanzia ritrovata. Vi è in Casorati il fascino indiscusso dell’incontro tra luce e segno, tra l’uomo e la poesia, tra la suggestione dei notturni e il volo sul mare. Nulla è affidato al caso o a una gestualità prorompente o, ancora, a una pulsante accensione del colore, ma ogni elemento compositivo emerge secondo un estremo controllo dei mezzi tecnici, delle emozioni, delle sensazioni che presiedono alla formulazione del suo discorso. Il procedere della punta sulla matrice e le morsure, le acqueforti e acquetinte, le litografie, appartengono a una ricerca in cui una prova di colore diviene pezzo unico, documento di un fare rigoroso, meditato, ripensato: «Ne nasce - ha scritto Marco Rosci per la mostra a Cavatore del 2010 - un impeccabile, magico ritmo spaziale di oggetti-forme di quel repertorio nato già embrionalmente nei primi Anni 50 con i linoleum de «L’Orsa Maggiore» e le prime acqueforti su ferro e canonizzato alla fine dei ‘60: il pesce, la nave, la luna, a cui si affianca minaccioso il grande passero...». E dal catalogo realizzato da Teresa Villa Salamon nel giugno del 1965, per la collettiva a «L’Arte Antica» di Corso Matteotti, che lo vedeva insieme a Nino Aimone, Gigliola Carretti e Mauro Chessa, si approda al «Catalogo dell’opera completa/ Acqueforti, litografie e tecniche varie di Francesco Casorati» edito da Gian Alvise Salamon nel 1973, dove si coglie il senso della sua opera dagli anni Cinquanta ai Settanta. Nell’introduzione Luigi Carluccio traccia una puntuale disanima di una
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Francesco Casorati, Torino 1934 - <strong>2013</strong><br />
IL VOLO LIEVE DEL SEGNO<br />
Si leva il vento!...E di nuovo, la vita!<br />
L’aria immensa apre e richiude il mio libro,<br />
L’onda il suo fiotto avventa sulle rocce!<br />
Volate via, pagine abbacinate!<br />
Rompete onde! Rompete acque inebriate<br />
Quel tetto quieto ove beccavan flocchi!<br />
Paul Valéry<br />
La stagione di Francesco Casorati ritrova e rinnova cadenze, immagini, simboli in<br />
questa rassegna che <strong>Silverio</strong> <strong>Salamon</strong> ha ideato per ricordarne la figura, la personalità,<br />
la continua e inesausta ricerca espressiva tra pittura e limpide e simboliche pagine<br />
di grafica.<br />
E sono proprio i fogli realizzati per le Edizioni di Gian Alvise <strong>Salamon</strong> che costituiscono<br />
il «corpus» di un percorso delineato attraverso gli spazi della memoria e<br />
battelli, pesci, uccelli, spaventapasseri, in una sorta di inesauribile narrazione, di silenzi,<br />
di visioni che travalicano la realtà per trasmettere l’impalpabile leggerezza del<br />
ricordo, della fiaba, di un’infanzia ritrovata.<br />
Vi è in Casorati il fascino indiscusso dell’incontro tra luce e segno, tra l’uomo e la<br />
poesia, tra la suggestione dei notturni e il volo sul mare.<br />
Nulla è affidato al caso o a una gestualità prorompente o, ancora, a una pulsante<br />
accensione del colore, ma ogni elemento compositivo emerge secondo un estremo<br />
controllo dei mezzi tecnici, delle emozioni, delle sensazioni che presiedono alla<br />
formulazione del suo discorso.<br />
Il procedere della punta sulla matrice e le morsure, le acqueforti e acquetinte, le litografie,<br />
appartengono a una ricerca in cui una prova di colore diviene pezzo unico,<br />
documento di un fare rigoroso, meditato, ripensato: «Ne nasce - ha scritto Marco<br />
Rosci per la mostra a Cavatore del 2010 - un impeccabile, magico ritmo spaziale di<br />
oggetti-forme di quel repertorio nato già embrionalmente nei primi Anni 50 con i<br />
linoleum de «L’Orsa Maggiore» e le prime acqueforti su ferro e canonizzato alla<br />
fine dei ‘60: il pesce, la nave, la luna, a cui si affianca minaccioso il grande<br />
passero...».<br />
E dal catalogo realizzato da Teresa Villa <strong>Salamon</strong> nel giugno del 1965, per la collettiva<br />
a «L’Arte <strong>Antica</strong>» di Corso Matteotti, che lo vedeva insieme a Nino Aimone,<br />
Gigliola Carretti e Mauro Chessa, si approda al «Catalogo dell’opera completa/<br />
Acqueforti, litografie e tecniche varie di Francesco Casorati» edito da Gian Alvise<br />
<strong>Salamon</strong> nel 1973, dove si coglie il senso della sua opera dagli anni Cinquanta ai<br />
Settanta. Nell’introduzione Luigi Carluccio traccia una puntuale disanima di una