Tovazzi diario 4 1791-1801 - Provincia Tridentina

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VOLUME IV CONTINUAZIONE DEL DIARIO TRENTINO SECOLARESCO, E MONASTICO (18 OTTOBRE 1791-15 LUGLIO 1803) 1 18 ottobre 1791 Li 18 ottobre nella Gazzetta trentina foglio 42 de' 18 ottobre, in data di Vienna 10 ottobre leggo, che il sig. Lampi eccellente pittore, e membro dell'Accademia pittoresca di Vienna, è partito verso Jossi capitale della Moldavia, chiamatovi dal maresciallo moscovitico principe Gregorio Potemkin, a spese dello stesso principe, che vuole regalarlo per il ritratto, che ha fatto di lui. Il predetto Lampi è nativo di Romeno, luogo dell'Anaunia nostra. Si chiama Giambattista. Fu in Vienna eziandio l'anno 1788 2 . Le vendemmie sono assai abbondanti nel distretto di Trento, cosa che non si sperava innanzi di cominciarle. Continuano anche li 24 ottobre. 23 ottobre 1791 Li 23 di matitina, giorno di domenica, sono entrate solennemente nel monastero trentino di santa Chiara due signore candidate Bertolina di Trento, e Margarita Bellotta di Borgosugano. 25 ottobre 1791 Li 25 leggo, che in Parigi fu pubblicata una scrittura intitolata Prodotto netto de' lavori dell'assemblea nazionale. In fine si dà la somma totale. Orgoglio, insubordinazione, irreligione, persecuzione, anarchia, miseria, fallimento, guerra, e fame. Leggo, che monsig. Dionisio Popovicz già vescovo di Belgrado, è stato ora nominato vescovo di Buda, e che già è partito verso Buda. 28 ottobre 1791 Li 28 ottobre leggo, che al suddetto pittore Lampi sono stati assegnati 500 zecchini per le spese del viaggio nell'andare da Vienna a Jossy, ed altri 500 per il di lui ritorno a Vienna; ed in oltre mille zecchini per formare un ritratto grande del principe Potemkin moscovita. Leggo che Pio sesto ha conceduto al re di Napoli l'abolire de' monasteri, e conventi Regolari. Intendo, che il detto Lampi nacque da un pittore pustero nell'Anaunia chiamatovi per dipingere un sepolcro da casa Inama. Che in Vienna si tratta da gran cavaliere; che cominciò a farsi nome in quella città col ritratto del barone Spergesio 3 , e del cardinale Migazio 4 , suggerito loro e proposto dal canonico Leonardo Ciani trentino. 3 novembre 1791 Li tre novembre Giambattista de Andreis detti Spelaini di Vezzano è partito verso il santuario della Madonna della Corona della val di Caprino con una molto grande croce di albera su le spalle, scalzo, e vestito d'una cappa, e vesta di Confraternita vezzanese. Andò per la via della Sarca, perché non ardì passare per l'austriaco, e andò per suo voto, quantunque da tutti biasimato. No è vecchio, ma è coniugato. Gli ho parlato nella sera del giorno primo in Vezzano. 8 novembre 1791 1 Tovazzi, Continuazione del diario trentino secolaresco, e monastico, Trento BSB, MS 68, pp. 1548-2067. 2 Lamb nel tedesco significa Agnello. Nel 1788 visse in Romeno dominus Matthaeus Lomp pictor cum domina Maria Barbara uxore sua. 3 *Spergs. 4 *Migazzi.

VOLUME IV<br />

CONTINUAZIONE DEL DIARIO TRENTINO<br />

SECOLARESCO, E MONASTICO<br />

(18 OTTOBRE <strong>1791</strong>-15 LUGLIO 1803) 1<br />

18 ottobre <strong>1791</strong><br />

Li 18 ottobre nella Gazzetta trentina foglio 42 de' 18 ottobre, in data di Vienna 10 ottobre leggo,<br />

che il sig. Lampi eccellente pittore, e membro dell'Accademia pittoresca di Vienna, è partito<br />

verso Jossi capitale della Moldavia, chiamatovi dal maresciallo moscovitico principe Gregorio<br />

Potemkin, a spese dello stesso principe, che vuole regalarlo per il ritratto, che ha fatto di lui. Il<br />

predetto Lampi è nativo di Romeno, luogo dell'Anaunia nostra. Si chiama Giambattista. Fu in<br />

Vienna eziandio l'anno 1788 2 .<br />

Le vendemmie sono assai abbondanti nel distretto di Trento, cosa che non si sperava innanzi di<br />

cominciarle. Continuano anche li 24 ottobre.<br />

23 ottobre <strong>1791</strong><br />

Li 23 di matitina, giorno di domenica, sono entrate solennemente nel monastero trentino di<br />

santa Chiara due signore candidate Bertolina di Trento, e Margarita Bellotta di Borgosugano.<br />

25 ottobre <strong>1791</strong><br />

Li 25 leggo, che in Parigi fu pubblicata una scrittura intitolata Prodotto netto de' lavori<br />

dell'assemblea nazionale. In fine si dà la somma totale. Orgoglio, insubordinazione, irreligione,<br />

persecuzione, anarchia, miseria, fallimento, guerra, e fame. Leggo, che monsig. Dionisio<br />

Popovicz già vescovo di Belgrado, è stato ora nominato vescovo di Buda, e che già è partito<br />

verso Buda.<br />

28 ottobre <strong>1791</strong><br />

Li 28 ottobre leggo, che al suddetto pittore Lampi sono stati assegnati 500 zecchini per le spese<br />

del viaggio nell'andare da Vienna a Jossy, ed altri 500 per il di lui ritorno a Vienna; ed in oltre<br />

mille zecchini per formare un ritratto grande del principe Potemkin moscovita. Leggo che Pio<br />

sesto ha conceduto al re di Napoli l'abolire de' monasteri, e conventi Regolari. Intendo, che il<br />

detto Lampi nacque da un pittore pustero nell'Anaunia chiamatovi per dipingere un sepolcro da<br />

casa Inama. Che in Vienna si tratta da gran cavaliere; che cominciò a farsi nome in quella città<br />

col ritratto del barone Spergesio 3 , e del cardinale Migazio 4 , suggerito loro e proposto dal<br />

canonico Leonardo Ciani trentino.<br />

3 novembre <strong>1791</strong><br />

Li tre novembre Giambattista de Andreis detti Spelaini di Vezzano è partito verso il santuario<br />

della Madonna della Corona della val di Caprino con una molto grande croce di albera su le<br />

spalle, scalzo, e vestito d'una cappa, e vesta di Confraternita vezzanese. Andò per la via della<br />

Sarca, perché non ardì passare per l'austriaco, e andò per suo voto, quantunque da tutti<br />

biasimato. No è vecchio, ma è coniugato. Gli ho parlato nella sera del giorno primo in Vezzano.<br />

8 novembre <strong>1791</strong><br />

1<br />

<strong>Tovazzi</strong>, Continuazione del <strong>diario</strong> trentino secolaresco, e monastico, Trento BSB, MS 68, pp.<br />

1548-2067.<br />

2<br />

Lamb nel tedesco significa Agnello. Nel 1788 visse in Romeno dominus Matthaeus Lomp pictor<br />

cum domina Maria Barbara uxore sua.<br />

3<br />

*Spergs.<br />

4<br />

*Migazzi.


Gli otto di sera cominciammo a scaldare il refettorio grande. Finimmo li 17 marzo 1792.<br />

11 novembre <strong>1791</strong><br />

Gli undici leggo, che a Maura nel Portogallo si sta fabbricando un nuovo convento de' Padri<br />

Riformati di san Francesco, avendone gettata le prima pietra la regina regnante Maria Francesca<br />

vedova, accompagnata da Gio. Maria suo figlio unico.<br />

Leggo pure, che ai sedici dello scorso ottobre il maresciallo russo principe di Potemkin ha finito<br />

di vivere nella Moldavia passando come infermo da Jassy a Nikolaeska sul Bog. Essendo stato<br />

levato di carrozza, e posato sull'erba nella strada, poco dopo morì.<br />

14 novembre <strong>1791</strong><br />

Li quattordici di sera, giorno di lunedì, s'è divolgato per Trento, che il Padre maestro Niccola<br />

Maria Ciani di Trento, Eremitano di s. Agostino, figlio del convento di s. Marco di Trento,<br />

priore attuale del convento di Arezzo in Toscana, e Professore primario parimente attuale di<br />

sacra teologia nell'università di Pisa, è stato eletto vescovo di Como nella Lombardia<br />

dall'imperatore Leopoldo secondo, per essere stato trasferito da Como a Pavia monsignor<br />

Giuseppe Bertieri piemontese dell'Ordine predetto. Io già sapeva tutto questo sino dai sei del<br />

corrente, in cui tradussi dal latino nell'italiano due lettere del barone Giuseppe Spergesio<br />

consigliere viennese, e del canonico Leonardo Ciani, annunziatrici di tal promozione. Ma<br />

fummi insinuato formalmente anche nella detta sera col mezzo di un appostato dal sig. Michele<br />

Ciani padre del neoeletto, e dalla signora Maria Rosa sorella del medesimo. Nella seguente<br />

mattina dei quindici fu di ciò fatto cenno in data di Milano nella Gazzetta trentina; ma<br />

malamente perché l'eletto si nomina il sig. Ab. Ciani, e non si accenna la di lui patria. La detta<br />

data di Milano 7 novembre ha: Monsignor vescovo di Como è stato nominato al vacante<br />

vescovado di Pavia; e vescovo di Como resta nominato il professore di Pisa sig. abate Ciani.<br />

Vedi sotto al 18 novembre.<br />

Nella stessa mattina dei quindici colle solennità militari fu condotto nella gran piazza della Fiera<br />

fuori di Trento un soldato ad essere moschettato; ma per intercessione del nostro vescovo gli<br />

venne fatta grazia della vita. Io essendo in città per altro ho veduto ritornare dalla Fiera tutti i<br />

soldati che furono molte compagnie. Il detto soldato polacco greco scismatico 5 fu cattolizzato<br />

soltanto nel giorno quattordici, e fu comunicato per Viatico dal cappellano militare nella mattina<br />

de' quindici, avendo preso la sacra Ostia in s. Pietro. Dopo, che gli fu annunziata la grazia fu<br />

condotto nella vicina osteria dei Cappelletti, e gli venne cacciato sangue dal chirurgo Cainello<br />

trentino. Indi fu condotto a ringraziare il vescovo. Li soldati vanno in Toscana. Essi hanno detto,<br />

ch'essendo in viaggio da cinque mesi in qua, non sono mai stati quartierati in case religiose,<br />

fuorché qui a Trento; poiché sono stati distribuiti in buon numero a san Marco, e s. Trinità, ed a<br />

s. Maddalena, cosa nuova. Vedi sotto al 14 marzo 1794.<br />

16 novembre <strong>1791</strong><br />

Nel giorno sedicesimo è caduta la prima neve in questo nostro convento di san Bernardino.<br />

17 novembre <strong>1791</strong><br />

Nel giorno 17 ha piovuto continuamente tanto, che nel giorno diciottesimo la Fersina sormontò<br />

l'argine, e corse per Bolgher 6 .<br />

18 novembre <strong>1791</strong><br />

Nel giorno 18 fu emendata la Gazzetta trentina dei quindici coll'inserimento dell'articolo da me<br />

scritto avanti di vedere l'accennata Gazzetta nel tenore seguente: Si accerta (come dicemmo<br />

5 Fu fatto soldato per forza essendo coniugato.<br />

6 *Bolghera.


nell'ordinario decorso) essere sortito decreto 7 , che monsignor Bertieri Eremitano di s. Agostino,<br />

e vescovo di Como, passi alla sede di Pavia, e che in quella di Como gli succeda il<br />

reverendissimo Padre Maestro Niccola Maria Ciani di Trento, Religioso dello stesso instituto, e<br />

professore primario di sacra teologia nell'università di Pisa. Così il Postiglione monauniano<br />

foglio 46, venerdì 18 novembre <strong>1791</strong>.<br />

23 novembre <strong>1791</strong><br />

Leggo, che nel giorno 23 di ottobre fu effettivamente restituito Belgrado dagli austriaci ai turchi.<br />

Che il suddetto Potemkin morì di febbre putrida in età d'anni 51. Che il di lui cadavero fu<br />

trasferito a Pietroburgo. Che fu originario della Polonia, dove teneva la Signoria di Smila<br />

composta di trenta mila anime. Che fu dato a soverchio lusso. Manteneva sessanta musici.<br />

Lasciò dieci milioni di rubli in gioie preziose; e dieci milioni di rubli in danaro, oltre altri suoi<br />

beni, palazzi ecc. Ma lasciò anche una straordinaria quantità di debiti. Ogni rublo, moneta<br />

moscovita, equivale ad un filippo nostro.<br />

19 novembre <strong>1791</strong><br />

Li 19 novembre giorno di sabato sono partiti molti soldati da Trento verso Roveredo per la via<br />

di Povo, perché la via imperiale trovasi rovinata dalla Fersina. Li carriaggi però sono andati per<br />

le Laste, Cognola, Pontalto, Povo ecc.<br />

20 novembre <strong>1791</strong><br />

Li 20 giorno di domenica, continuando la pioggia sono andati verso Roveredo altri soldati per la<br />

via imperiale, coi loro carriaggi, su i quali montò anche una soldata con un bambino nel<br />

gremiale, da lei partorito in questo stesso giorno. Nell'acqua della Vella fu ritrovato un uomo<br />

morto.<br />

Nella sera del giorno quindicesimo li musici sono stati a fare una serenata per l'elezione del P.<br />

Ciani in vescovo di Como alla di lui casa paterna, alla casa del sig. Gianclaudio Ciani di lui zio<br />

paterno, ed al convento di s. Marco. Ricevettero troni 24 dal padre, troni 24 dal zio, e troni 12<br />

dal convento; in tutto troni sessanta.<br />

23 novembre <strong>1791</strong><br />

Nel giorno 23 ho letto la lettera scritta da Praga li 29 settembre <strong>1791</strong> dal sig. Fulger segretario di<br />

Gabinetto intimo di sua maestà imperiale all'ill.mo, e molto rev.do signor Padre Maestro Ciani<br />

Agostiniano, professore di Pisa, con cui d'ordine di sua maestà gl'insinua il decreto imperiale 8 ,<br />

che monsig. Bertieri passa a Pavia, ed egli li rimpiazzi a Como. Tal lettera fu consegnata al P.<br />

Ciani li 18 novembre, giorno nel quale da Arezzo giunse in Pisa, dopo che fu gravemente<br />

infermo di febbre terzana, putrida, infiammatoria, biliosa, da cui guarì colla china per<br />

intercessione di Maria Santissima e di san Niccola, siccome egli scrive da Firenze li 17<br />

novembre giorno quindicesimo di sua salute ricuperata.<br />

Nel predetto giorno 23 fu portato al cartello a questa nostra sagrestia, perché nella santa Messa<br />

dicasi la colletta ad petendam serenitatem.<br />

In questo mese ho inteso, che nel castello di Trento non v'è più la mensa prima, cui solevano<br />

intervenire monsignor Vicario generale, il consiglier Conte Giuseppe Festi, il Conte Matteo di<br />

Thunn, il Conte canonico Khuen, il Conte Colico, il Conte Alberti di Poia ecc. Ho pur inteso,<br />

che al detto Conte Festi, per altro famigliarissimo al vescovo, ed al Conte Matteo, fu levata<br />

l'ingerenza, che aveva nella Camera direttorale del castello, con piacere di tutta la città.<br />

28 novembre <strong>1791</strong><br />

7<br />

Il decreto non ebbe vigore, perché Leopoldo è morto presto; e fu eletto un nazionale Frate Carlo<br />

Rovelli Domenicano.<br />

8<br />

Cotal decreto non ebbe effetto, perché Roma non volle mai conceder la Bolla d'instituzione al<br />

Ciani perché sospetto di giansenismo, e partiggiano del vescovo Ricci.


Li 28 vi sono in città degli altri soldati di passaggio per l'Italia. Eglino si trovano malprovveduti,<br />

e malvestiti, che vanno cercando delle limosine. Uno è venuto per lo stesso fine anche al nostro<br />

convento, e non si è contentato di solo cibo, ma voleva eziandio da vestirsi, o danaro.<br />

29 novembre <strong>1791</strong><br />

Li 29 leggo, che Scipione Ricci ha firmata la sua rinunzia dei vescovadi di Pistoia, e Prato ai tre<br />

sello scorso giugno; e che ora è stato eletto di lui successore il sig. Francesco Falchi Pichinesi<br />

arcidiacono di Volterra già professore di ius canonico nell'università di Pisa 9 . Leggo, che<br />

l'imperatore Leopoldo ha liberato la Stiria, Carintia, e Carniola dal governo di Gratz, e le ha<br />

rimesse in pristino come sotto Maria Teresa sua madre. Il mentovato eletto è andato a Roma con<br />

monsig. Rainerio Alliata canonico di Pisa sua patria, eletto vescovo di Volterra, successore di<br />

monsignor Luigi Bonamici defunto li 2 maggio <strong>1791</strong>, nato li 27 novembre 1737, traslato da<br />

Colle li 23 settembre 1782 e defunto in Volterra sua patria.<br />

Ho inteso di nuovo ciò, che mi fu detto ai quindici, voglio dire, che l'Arciduca Francesco ha<br />

ucciso colla sua spada il maresciallo Lasca, perché gli ha detto, ch'è principe giovine<br />

disapprovando un di lui sentimento. Tralascio le circostanze 10 . Vedi sotto al 22 gennaio 1792.<br />

Ho di più inteso, che il nostro vescovo non più vuol passare il salario di Suffraganeo al canonico<br />

Conte Francescantonio Alberti di Poia, riprovato dal Papa.<br />

Importunati lungamente, e gagliardamente dall'ill.mo sig. Gio. Pietro Giovanelli di Trento,<br />

finalmente gli abbiamo accordato lo scolo dell'acqua, ch'esce dal lavamano della nostra sagrestia<br />

di san Bernardino senza veruna ricompensa, ed a solo titolo precario, colla libertà di negargliela<br />

a nostro piacimento, e colle condizioni espresse nella carta scritta da noi, e sottoscritta da<br />

entrambi le parti.<br />

14-15 dicembre <strong>1791</strong><br />

Li quattordici è venuta la seconda neve in questo nostro convento.<br />

Ai quattordici, e quindici, mercoledì, e giovedì nel castello di Trento vi fu concorso alla<br />

parrocchia di Nago, alla Rettoria d'Isera, ed alla cura investiturale di Cologna, e Gavazzo. Li<br />

concorrenti furono soltanto 22. Furono preconizzati molto tempo avanti li RR. signori Chiusole,<br />

Festi, e Fenici. Quest'ultimo benché ministro del seminario non ha più alcuna ingerenza nel<br />

detto seminario; e quindi per allontanarlo, e risparmiare un salario, fu giudicato espediente il<br />

promuoverlo, collocarlo, e provederlo altrove. Si dice don Francescantonio da Canale di<br />

Tenno 11 .<br />

Il Conte canonico Francescantonio Alberti di Poia disperando di più ottenere il vescovado<br />

suffraganeale di Trento, per cui fu eletto nel 1776, ha trattato di vendere la mitra, e gli altri<br />

arredi vescovili, che su aveva preparato, e provato, a Casa Ciani, ma non ottenne l'intento.<br />

21 dicembre <strong>1791</strong><br />

Li 21, mercoledì di sera da due soldati del Zuchthaus d'ordine di sua altezza rev.ma fu condotto<br />

in questo nostro convento il Conte Enrico Savioli di Bologna, giovine d'anni dicidotto, nato in<br />

Monaco di Baviera 12 ; e ciò ad istanza del di lui padre Conte Alessandro domiciliato in Trento,<br />

già consigliere del Duca di Baviera. La di lui madre bavarese di cognome Massimiliana Amburg<br />

è morta in Trento nell'ottobre scaduto, e fu seppellita a s. Pietro.<br />

Ne' giorni passati il Conte canonico Francesco Felice Alberti di Enno, poco fa ritornato da<br />

Vienna, dove stette molti anni di seguito, ha comperato con due mila fiorini dalla sig. vedova<br />

9 Francesco Falchi di Volterra fatto vescovo di Pistoia e Prato 21 dicembre <strong>1791</strong>.<br />

10 Vive ancora Conte Lodovico Lascy moscovita.<br />

11 Fenici, ch'è morto in Cologna nel 1794, avanti gli 8 di febbraio.<br />

12 Savioli Korbelli. Ritornò in Trento nella sera de' 14 gennaio 1792. Fu ancora posto nel Zuchthaus<br />

nel 1792 ad istanza di suo padre, il quale dovrebbe fargli compagnia.


Chiusole nata Rosa, un luogo in Briamasco appresso Trento, e lo ha esibito gratis al Magistrato<br />

civico acciocché là faccia il cimitero universale degli abitanti di Trento. Non so però, se il<br />

Magistrato lo accetterà. Non lo accettò.<br />

Li predicatori nostri di questo sacro Avvento furono i seguenti.<br />

Aldeno, il P. Giorgio da Cles. Le quattro domeniche.<br />

Romagnano, il P. Anacleto da Casezzo, anche le due feste natalizie.<br />

Gardolo, il P. Illuminato da Cles.<br />

Meano, il P. Francesco Borgia da Riva.<br />

Povo, il P. Epifanio da Roncone, anche nelle feste natalizie.<br />

Trento san Vigilio, il P. Guardiano Gioachino da Pressano annualista.<br />

Trento s. Maria Maggiore, il P. Giangiuseppe annualista.<br />

Cognola, il P. segretario Gio. Evangelista, che insieme col suddetto P. Illuminato fece una<br />

Missione di 10 e più giorni, con grande concorso anche di altre ville.<br />

Strigno, il P. Vicario Massimo da Volano mio fratello carissimo.<br />

Altrove altri.<br />

25 dicembre <strong>1791</strong><br />

Li 25, festa del ss. Natale di Nostro Signore Gesù Cristo noi abbiamo fatta la solita antica<br />

funzione della notte. Questa fatta bensì solo nelle chiese delle ville. Il nostro vescovo essendo<br />

incomodato in una gamba, non è stato a dar nel Duomo la benedizione Papale, quantunque<br />

accennata nel calendario.<br />

Il nostro Padre Michel Angelo de' Laurenzi di Roveredo, che sino dal 1785 trovasi confessore<br />

delle monache Agostiniane della Maddalena Maggiore di Napoli, ultimamente fu preso per<br />

teologo, ed esaminatore dal nuovo vescovo di Gallipoli frate Agostiniano. Ma non ha accettato.<br />

Poi nel 1794 cessò d'esser confessore delle dette monache, e diventò confessore e teologo di sua<br />

eccell.za Ferdinando Maria Saluzzo di Napoli, nato 21 novembre 1744, fatto arcivescovo di<br />

Cartagine 13 luglio 1784 e nunzio apostolico in Polonia, ed ora dal 1794 presidente della<br />

legazione d'Urbino. Ora <strong>1801</strong> cardinale.<br />

Con questo finisco l'anno <strong>1791</strong>, protestando, che non ho notato quanto avrei potuto notare.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO MDCCXCII, 1792<br />

1 gennaio 1792<br />

Nel primo giorno di gennaio essendo domenica, fece il discorso del ss. Nome di Gesù alle<br />

Fradaglie per la quarta volta il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le Arcangelo da Cles.<br />

2 gennaio 1792<br />

Nel secondo giorno è venuta in convento la terza neve: ma presto si liquefece dopo tal giorno.<br />

3 gennaio 1792<br />

Nel terzo giorno la Gazzetta trentina in data di Vienna li 25 dicembre ha: L'augusto nostro<br />

imperadore si compiacque di riconoscere il sig. Cristano Antonio de Eccher di Mezzotedesco,<br />

giurisdizione di Mezza-Corona, nobile di sua altezza rev.ma principe, e vescovo di Trento ecc.<br />

non solo qual vero discendente dall'esistente antica famiglia Eccher ab Eccho, ma ben anche<br />

d'aggiugnervi a quello, ed a tutta la sua discendenza un nuovo predicato di Marienfels.<br />

4 gennaio 1792<br />

Nel quarto giorno il nostro Padre Arcangelo di Cles Ministro provinciale dimorante in questo<br />

convento di Trento ha ricevuto una lettera dal padre Gioseffantonio Dusini di Cles Guardiano in<br />

Cles con data dei due del corrente gennaio 1792, nella quale oltre altre cose scrive: In Cles<br />

abbiamo un fenomeno curioso. Una ragazza di otto in nove anni figlia del Maestro Lorenzo


Fiemmozzi detto il Perfet, da quattro, o cinque giorni a questa parta andando a scuola, od<br />

altrove, ebbe l'incontro di certo signore a lei sconosciuto, che col pretesto della vicina<br />

buonamano le diede un mezzo crosone, e raccomandandosi alle di lei orazioni soggiunse, che in<br />

seguito acquisterebbe ancora di più. La ragazza baciò la mano del liberale benefattore, mise la<br />

moneta nella saccoccia, e voltandosi per tenergli dietro coll'occhio, non più lo vide. Ciò le è<br />

accaduto tre, o quattro volte. In progresso poi andando per le strade e talvolta in casa ritrovò ora<br />

mezzo crosone, ora un quarto di crosone, ed ora altre tre monete in luoghi anche<br />

frequentatissimi da altra gente, e non mai osservate da alcuno. Iermattina in partendo dalla<br />

nostra chiesa, ove fu ad ascoltare la santa Messa, sul nostro cimitero trovò venti soldi<br />

ammucchiati l'uno sopra l'altro, e nello stesso viaggio dal convento alla casa ritrovò una sopra<br />

l'altra con sotto una cartella segnata con una croce formata col lapis. Questi fortuiti ritrovamenti,<br />

e gl'incontri precedenti, danno da discorrere molto in questo paese, ove chi ne dice una, e chi ne<br />

dice un'altra. Il tempo forse dicifrerà il tutto. Sin qui ad literam il lodato Padre Guardiano. Vedi<br />

sotto al 4 febbraio.<br />

5 gennaio 1792<br />

Nel quinto giorno sono stato assicurato, che il nostro vescovo ha intimato ai confratelli della<br />

Compagnia dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima eretta sino dal 1582 nella chiesa di<br />

s. Francesco de' Padri Minori Conventuali fuora delle mura di Trento, producano la Bolla della<br />

confermazione, e li documenti de' beni stabili, che possede tal Compagnia, e ciò entro lo<br />

strettissimo spazio di tre giorni, sebbene poi pregato per un mese, accordò loro dieci giorni. Si<br />

suppone, che voglia disfarla, e servirsi degli accennati beni per eseguire il disegno di fare il<br />

Campo santo, o sia cimitero comune fuori della città di Trento. Così scrivo, perché oggidì sono<br />

stati da me per trovar documenti li rettori della predetta Compagnia.<br />

11 gennaio 1792<br />

Nell'undecimo, essendo un freddo grande, cadde la quarta neve. La quinta cadde agli otto.<br />

Nel medesimo giorno ho ricevuto la tavola de' predicatori quaresimali destinati dal vescovo.<br />

Ella si è questa:<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone, don Giorgio Cristofolini da Madrano.<br />

Avio, don Salvadori Giobattista da Mori.<br />

Arsio, e Castelfondo, don Vincenzo Maccani da Cles.<br />

Banale, don Simone Fedrici da Trento, figlio di Pietro e Carlina morta li 24 febbraio 1792.<br />

Brentonico, Padre Antonio Colombini Minor Osservante.<br />

Bleggio s. Croce, don Niccolò Oradini da Becceca.<br />

Calavino, don Antonio Bertini curato di Vezzano.<br />

Cavedine, don Bartolommeo Speranza di Giudicaria cioè di Roncone.<br />

Civezzano, e Cognola, don Giuseppe Clementi da Enno, ma dimorante in Trento.<br />

Condino, don Giambattista Dorna il giovine da Vigo di Rendena.<br />

Corredo, e Smarano, don Giovanni Michele Zenoniani di Tassullo d'anni 31.<br />

Denno, e Flavone, don Federico Tabarelli di Tassullo, cioè da Campo di Tassullo.<br />

Garduno, don Giacomo Covi da Fondo cappellano di Mori.<br />

Grigno, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Livo, don Pietro Benvenuti.<br />

Levico, preti del luogo, e poi il P. Ilario nostro.<br />

Lizzana, ed Isera, don Bartolommeo Scrinzi di Roveredo d'anni 28.<br />

Malé, don Michele Aliprandini da Preghena. Morì in Trento li 3 maggio 1798.<br />

Mori, don Vincenzo Angeli di Trento.<br />

Ossana, don Francesco Claus di Trento.<br />

Pergine, don Giacomo Gigli da Becceca curato di Varone d'anni 36.<br />

Povo, Villazzano, e Mattarello, don Paolo Ciola di Centa curato di Fornas 13 .<br />

13 *Fornace.


Rendena, don Giambattista Dorna il seniore da Vigo Randenese.<br />

Revò, e Cloz, il parroco di Cloz Ferdinando Baiti di Trento.<br />

S. Michele, don Giambattista Onestinghel da Spor Maggiore, anche a Verla.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Francesco Inama di Coredo d'anni 70.<br />

Strigno, don Giuseppe Bezzi da Ossana; ma non predicò.<br />

Tai, e Torra, don Antonio Luigi Valdagni da Pergine d'anni 31.<br />

Tassullo, don Felice Menapace da Rallo.<br />

Terlago, e Baselga, don Bartolommeo Tambosi da Serso.<br />

Tesino, don Leonardo Leonardi da Vo d'Avio.<br />

Spor, e Vigo, don Gio. Giuliani da Nanno d'anni 50.<br />

Tione, don Saverio Papaleoni di Davone rettor di Roncone.<br />

Val di Bono, don Vincenzo Nella da Carisolo randenese.<br />

Val di Ledro, don Andrea Bernardi da Cognola.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Giovanni Pacher di Trento d'anni 32.<br />

Villa Lagarina, don Giuseppe Sizzo da Trento.<br />

Vedi sotto al 24 gennaio.<br />

Volano, e Besenello, don Domenico Stefenelli da Trento d'anni 32.<br />

38. S. Zeno, e Dambel, don Domenico Poli da Storo d'anni 39.<br />

17 gennaio 1792<br />

Li 17 gennaio leggo, che l'Arciduca Francesco ha regalato alla sua consorte puerpera una<br />

pelliccia valutata settanta mila fiorini. Ella fu mandata dall'imperatrice Cattarina di Moscovia<br />

all'Arciduchessa Lisabetta di Wirtenberg, la quale morì prima di riceverla.<br />

Negli scorsi giorni è morto impenitente ostinato in Aldeno un Baldo, che aveva per terza moglie<br />

una nezza di quel curato moderno don Giuseppe Mosna. Sono stati giù da Trento alcuni giorni<br />

per convertirlo due Padri Cappuccini, de' quali uno si è il P. Pio Giongo di Trento; ma in vano.<br />

Egli si cuoprì la faccia colla coperta, e se ne morì senza Sacramenti. Datone avviso di ciò al sig.<br />

arciprete di Villa Conte Girolamo di Lodrone, ordinò, che il cadavero venisse seppellito nel<br />

cimitero sacro. Che disordine!<br />

In questi giorni a Martignano sopra Trento una donna ha nascosto sotto la neve il parto morto<br />

d'una sua figlia nubile; non sapendosi ancora se abbialo ammazzato essa, oppure sia nato morto.<br />

Poi fu rivelato essere stato ammazzato dalla donna. Ora trovansi carcerate in Trento ambedue,<br />

madre, e figlia. Ma poi liberate.<br />

20 gennaio 1792<br />

Li venti del corrente nella Gazzetta trentina fu posto un avviso, che li signori Pietro Paolo zio, e<br />

nipoti figli quondam Francesco Baroni de Taxis hanno determinato di alienare a chi esibirà<br />

prezzo maggiore il loro maso di Povo, e la loro casa situata nella Piazza della Beccaria di<br />

Trento. Essi per altro tirano sei mila fiorini annui dalla posta di Trento, essendo Maestri<br />

ereditari della medesima, sebbene di solo titolo.<br />

22 gennaio 1792<br />

Li 22 di sera è giunto al nostro P. <strong>Provincia</strong>le, detto de' Francescani Italiani, un dispaccio<br />

tedesco, dato in Insprugg ai cinque del corrente, con cui se gli commette di avvisare li superiori<br />

de' conventi, che l'imperatore con data di Vienna 23 dicembre <strong>1791</strong>, concede ai mendicanti di<br />

prima classe il fare la questua come facevano avanti, che venissero loro proibite nell'ottobre del<br />

1789, ma vuolsi, che il medesimo P. <strong>Provincia</strong>le dentro tre settimane notifichi al governo<br />

enipontano i luoghi destinati alle dette questue, o sia li distretti. Siene grazie al nostro buon Dio,<br />

ed alla nostra pietosissima avvocata Maria Santissima, di cui già abbiamo cominciata la festa<br />

dello Sposalizio. Questo cangiamento è derivato dal non esservi danaro nella Cassa di religione<br />

da dar le pensioni.<br />

Nel medesimo giorno, essendo domenica, in Trento fu dato principio ai così detti festoni. Uno è<br />

per la sola nobiltà, e l'altro per il resto del popolo. Al primo sonosi ascritti ottanta nobili. Tutti


debbono contribuire un zecchino per tre volte. Diconsi impresari del medesimo il Conte Matteo<br />

di Thunn fratello del vescovo, e tre rev.mi canonici del Duomo. La sala fu preparata con<br />

esorbitante spesa dal sig. Alessandrini di Civezzano venuto da Vienna. Dura dalle sei di sera<br />

sino alle dodici. In fine si dà una cena di trecento persone, ognuna delle quali dee contribuire<br />

otto troni. Tutti debbono essere vestito di nuovo, e uniformemente. La detta sala è nella casa del<br />

Malanotti su la Mostra. Nella solita poi dell'Osele tengonsi li festoni comuni. In essi le persone<br />

utriusque sexus ballano, giuocano, parlano, guardano, toccano, mangiano ecc.<br />

Al nobile furono invitati gratis gli officiali maggiori de' soldati passeggieri; ma pochi<br />

accettarono tale invito. Sento poi, che molti nobili de' già notati, ed ascritti non vi sono andati, e<br />

trovansi disgustati, e fanno girare per la città delle satire.<br />

24 gennaio 1792<br />

Li 24 ho ricavato in Trento una formola di procura da farsi a nome di Michele quondam Pietro<br />

Bassetti di Santa Massenza presso Trento, ora domiciliato in Smirne città della Turchia europea<br />

nella Natolia. Egli vuole qui riscuotere quella porzione di eredità paterna, che gli è dovuta.<br />

Questa memoria forse col passare degli anni diverrà preziosa.<br />

Intendo, che per gli accennati festoni fu chiamato da Bassano un suonatore di Aboè 14 , cui hanno<br />

dato settanta fiorini, oltre di avergli pagato le spese della venuta, della dimora, e del ritorno.<br />

Che sino dall'anno scorso dopo Pasqua è venuto ordine, che i popoli austriaci non diano alcuno<br />

stipendio ai predicatori quaresimali, e che questi non possano fare le per altro solite questue.<br />

Che quanto sopra al 29 novembre <strong>1791</strong> ho riferito intorno al disgusto dato dal Lascy<br />

all'Arciduca Francesco è vero: con questo però, che la pistola non prese fuoco, e quindi vive<br />

ancora il Lascy; ma totalmente giubilato; e che il comando supremo dell'armata fu commesso al<br />

detto Arciduca coll'assistenza di parecchi generali. Da un soldato austriaco li 2 di gennaio mi fu<br />

asserito, che il Lascy fu ucciso dall'Arciduca Francesco.<br />

Che in una di queste notti facendo la ronda gli sbirri per città, il bargello Vincenzo Tolomei per<br />

conoscer uno gli presentò la sua lucerna sbirresca, e vide, ch'era il Conte G e B il giovine; e che<br />

questi subito gli tirò con una pistola, ma per divina disposizione non pigliò fuoco; e così ebbe<br />

tempo il detto bargello di sottrarsi alla morte.<br />

Che il consiglier Giuseppe Conte Festi protestò essere stati eletti per suo maneggio il rettore<br />

d'Isera suo fratello, ed il parroco di Nago già precettore de' suoi figliuoli. Il parroco Festi è<br />

impazzito.<br />

Leggo, che varie persone condannate sotto il governo gioseffino, ora sono state dichiarate<br />

innocenti.<br />

28 gennaio 1792<br />

Li 28 il sig. don Giuseppe Antonio cavaliere d'Eyrle da Bolgiano canonico d'una Collegiata di<br />

Ratisbona, dottore di sacra teologia, e professore de' sacri canoni nel seminario di Trento, ha<br />

portato a questo nostro convento una sua scrittura stampata in 4°, pagg. XLIII, contra il Capitolo<br />

di Trento, ed il Conte Bartolommeo di Lodorne canonico eletto dallo stesso Capitolo nell'anno<br />

1789. Ella è indiritta all'imperatore Leopoldo, e comincia così: Ad sacram, caesaream nec non<br />

Germaniae, Hierosolymorum, Hungariae, ac Bohemiae regiam maiestatem etc. etc.<br />

Humilissima expositio, et exceptiones etc. Dimanda, che il Capitolo sia obbligato di cancellare<br />

come nulla l'elezione del Lodrone, e di sostituirgli lo stesso Eyrle come proveduto dal Papa<br />

legittimamente. La scrittura è molto soda, e convincente; ma l'impegno si è grande. Non ha<br />

ottenuto l'intento.<br />

Ho inteso, che ultimamente in Insprugg sono stati carcerati quaranta uomini come incendiari,<br />

che volevano bruciare le case de' Liberi Muratori.<br />

14 *Oboe.


Mi viene scritto da Arco, essere già sortito decreto, che quella chiesa collegiata abbia voto nelle<br />

Diete provinciali, ed il di lei arciprete sia infulato. Lo aveva inteso anche a voce giorni avanti.<br />

Già fu presentato al vescovo il menzionato decreto. Ma rapporto alla mitra la cosa non è così.<br />

4 febbraio 1792<br />

Li quattro di febbraio, sabato avanti la Settuagesima, li servitori del vescovo sono comparsi in<br />

maschera, e colla di lui licenza sono calati in città, e così furono liberate le maschere.<br />

La ragazza clesiana, di cui sopra al 4 gennaio, non trova più danari, perché viene sempre<br />

custodita in casa. Ella ha patito molto perché le fu detto, che la persona comparsale fu un morto.<br />

Da principio tal persona le diede un pezzo di liquirizia, poi un libretto di cioccolato ecc.<br />

6 febbraio 1792<br />

Li sei di febbraio mi fu insinuato formalmente, che la comunità di Castagnedo perginasco nella<br />

prossima primavera chiamerammi a sistemare il suo archivio. Ma io non mi sento di scostarmi<br />

da Trento.<br />

10 febbraio 1792<br />

Li dieci ho letto in data di Roma 27 gennaio, che dalla Congregazione generale de' santi Riti<br />

tenuta alla presenza del Papa furono approvate come in grado eroico le virtù del ven. servo di<br />

Dio P. Leonardo da Porto Maurizio nostro Riformato del Ritiro di s. Bonaventura in Roma; e<br />

che ai sedici dello stesso gennaio in Cesena è morta sua ecc.za donna Giulia Braschi Onesti<br />

sorella del Papa Pio sesto, e Madre del cardinale don Romualdo Braschi Onesti, e di sua ecc.za<br />

don Luigi Duca di Nemi.<br />

Tengo nelle mani un giornaletto di Parigi per l'anno 1764 tutto francese intitolato. Ètrennes<br />

Mignons curiesus et utiles, avec plusieurs augmentations, et corrections. Pour l'année bissestile<br />

mil sept sent soixante-quatre. A Paris, chez la Veuve Durand etc. 1764. Avec approbation et<br />

privilege du roi, in 24°, con due mappette. Mi piace. Nel calendario trovo di notabile, che la<br />

festa dell'Epifania 6 gennaio si dice Les rois. Quella del ss. Nome di Gesù mettesi ai 14 di<br />

gennaio, essendo giorno di sabato. Ai 2 di marzo v'ha s. Camilla, ai tre s. Cunegonde, ai cinque<br />

s. Virgilio, ai sei s. Carlotta, ai 20 s. Gioachino, ed ai 31 s. Bibiana. Ai 3 di aprile s. Riccardo, ai<br />

4 s. Ambrosio. Ai 19 di maggio s. Ivone. Ai 16 d'agosto s. Rocco. Ai 19 s. Lodovico vescovo, ai<br />

25 s. Lodovico re. Ai 24 s. Bartolommeo. Ai 18 di settembre s. Giovanni Grisostomo. Ai 9 di<br />

ottobre s. Dionisio in corsivo. Ai 7 di dicembre ancora s. Ambrosio. Ai 16 s. Adelaide. Ai 30 s.<br />

Sabino. Il mercoledì delle Ceneri si dice Cendres. La seconda domenica di Quaresima<br />

Reminiscere. La terza Oculi, La quarta Laetare. La quinta Iudica. La sesta Reneaux. La<br />

seguente Pasq. L'Albis Quasi modo. Quelle di Avvento non hanno nome, ma il solo numero.<br />

Nella festa di s. Marco si nota l'astinenza. Si notano li digiuni nella vigilia di Pentecoste, e nelle<br />

vigilie della Natività di s. Gio. Battista, di s. Lorenzo, dell'Assunta, di s. Matteo, di s. Simone, di<br />

tutti li Santi, di s. Andrea, e di natale soltanto. La festa del Corpus Domini si dice Fète Dieu. Si<br />

dà una lista de' vescovi francesi colle loro entrate, e molte altre notizie tutte recentissime.<br />

In questi giorni è morta in Trento una signora, la quale avendole insinuato il parroco, che<br />

ricevesse li Sacramenti estremi, rispose, che gli avrebbe ricevuti, se il suo marito fosse stato<br />

contento. Il parroco subito si voltò al marito con buona grazia, e gl'insinuò il bisogno. Ma si<br />

sentì rispondere con tanta furia, e disprezzo de' Sacramenti, che giudicò bene di subito partire di<br />

là con protesta di non più ritornarvi. La donna morì, e l'uomo ne pigliò un'altra nello stesso anno<br />

1792. Sta nella Contrada Larga. Così mi ha detto il parroco.<br />

12 febbraio 1792<br />

Nella notte dei dodici venendo i tredici è morta in Trento una putta vecchia dormendo, dopo di<br />

aver preparato le sera il bisognevole per far cavar sangue ad un altro, e con tal occasione anche<br />

a se stessa, nella seguente mattina.<br />

Leggo in data de' 12 gennaio, che Carlotta duchessa di Yorch, nuora del re d'Inghilterra, e figlia<br />

del re di Prussia, nata nel 1767, è intervenuta ad una festa di ballo con un fiore di brillanti


valutato ventiduemila Lire sterline, costando un solo brillante dieci mila. Dunque tal fiore<br />

valeva un milione e cento mila Lire nostre, o sia dugento e venti mila fiorini nostri.<br />

In una di queste notti un signore di Trento essendo al festone colla sua signora fu avvisato, che<br />

dalla casa sua sono usciti tre uomini. Aveva lasciato in tal casa la sua sola serva con un<br />

fanciullo. Temendo adunque di qualche sinistro ritornò solo alla casa, batté, e ribatté: ma niuno<br />

gli diede risposta, né ingresso. Ritornò al festone malcontento; raccontò il caso al Conte Matteo<br />

di Thunn, e da questo fu consigliato di ritornare alla casa con due soldati. Ritornato bussò alla<br />

porta, ed avendogli aperto la serva, si lagnò con essa, perché non gli aprì la prima volta. La<br />

serva si scusò di non averlo sentito; ma finalmente sforzata confessò d'essere stata anch'essa a<br />

divertirsi fuora di casa. Quindi nella seguente mattina venne licenziata, e cacciata di casa.<br />

15 febbraio 1792<br />

Ai quindici è morto in Trento uno de' tre rev.mi canonici impresari de' festoni accennati di sopra<br />

al 22 gennaio. Egli fu alla caccia, poi ad una cena mangiò circa sei libbre di tartuffi, e dugento<br />

ostriche. S'allettò ai cinque del corrente dopo che nel giorno precedente cominciarono le<br />

maschere. Furono chiamati quattro bravi medici, ma pur dovette morire. Egli si dilettava di<br />

tirare pubblicamente al bersaglio, e di giuocare in manica di camicia nelle pubbliche piazze di<br />

Trento. Il di lui cadavero fu esposto nel giovedì grasso, e seppellito nella mattina del venerdì<br />

gnoccolare 15 . Gli succederà nel canonicato un soldato trentino, che ha le prime preci<br />

dell'imperatore, quantunque vada al giorno d'oggi vestito da soldato.<br />

17 febbraio 1792<br />

Ai diciassette di mattina cadde la sesta neve, e fu tanta, che per poter andare al mortorio 16 del<br />

predetto canonico dovemmo far fare la rotta 17 . Il tempo fu cattivissimo al maggior segno,<br />

essendovi stato un vento gagliardo, ed assai freddo. Per questo il mortorio benché capitolare, fu<br />

molto strapazzato, e profanato, tutti tendevano a guardarsi dal tempo.<br />

18 febbraio 1792<br />

Ai dicidotto l'Adige menò ghiaccioni, e fuvvi del vento assai freddo.<br />

Ho inteso, che li signori Fedrigotti di Sacco hanno stabilito di fare un ponte tutto di pietra d'un<br />

arco solo sopra l'Adige in vicinanza di Sacco e di levare quel porto, ch'è di loro ragione. Così<br />

pure, che il Conte di Castelbarco ha decretato di fare un ponte di legno in vece del suo porto di<br />

Ravazzone. Questo non è stato fatto.<br />

19 febbraio 1792<br />

Ai 19 nevicò molto, e la neve in terra divenne alta una mezza gamba.<br />

21 febbraio 1792<br />

Li 21 in data di Vienna 13 febbraio leggo, che Leopoldo instrutto che malgrado le esenzioni,<br />

delle quali gode il Tirolo, s'era da alcuni anni introdotto in quella provincia il bollo sopra la<br />

carta, ed il mortuorio, o sia la contribuzione sopra tutte le eredità, la ha assolta da tali aggravi, e<br />

rimessa nel suo pristino stato.<br />

22 febbraio 1792<br />

Li 22 mercoledì delle Ceneri il P. Lino da Dervio Cappuccino milanese predicatore nel Duomo<br />

di Trento ha pubblicato la dispensa vescovile dalla carne per tutta la Quaresima, eccettuati<br />

soltanto li primi quattro giorni, il mercoledì delle Tempore, li venerdì, e sabati, e la settimana<br />

15 *Per consuetudine nel venerdì prima della Quaresima si mangiavano i gnocchi a pranzo: di qui la<br />

frazse vendro sgnoccolà o gnoccolare. Il giovedì precedebte si chiamava zobia grassa.<br />

16 *Funerale.<br />

17 *Cammino fra la neve.


Santa, coll'obbligo di cinque Pater, ed Ave ne' giorni dispensati, e coll'esortazione cerimoniale<br />

di fare delle opere buone. Non dico altro su di questo.<br />

23 febbraio 1792<br />

Li 23 cioè venendo li 23 ha nuovamente nevicato alquanto. Nel medesimo giorno ho inteso da<br />

più persone secolari, che il Conte Alberti destinato canonico di Trento non vuole abbracciare lo<br />

stato ecclesiastico; che il Conte canonico Bortolazzi vuol rinunciare il suo canonicato al suo<br />

nipote Conte Giuseppe Bortolazzi prete; ed ho sentito leggere nella Gazzetta roveretana una<br />

diabolica data di Francia contra il celibato.<br />

25 febbraio 1792<br />

Li 25 leggo, che il tenente generale russo Conte Paolo Potemkin, nipote dell'ultimamente<br />

defunto principe Gregorio Potemkin, ritornando da Yassy a Pietroburgo fu rovesciato insieme al<br />

suo legno, e che senza veruna ferita fu trovato morto. Ciò gli accadde tra Kiovia 18 , e Mohilow.<br />

Vedi sopra dopo l'11 di gennaio.<br />

26 febbraio 1792<br />

Li 26 sono giunti all'Avis molti soldati mandati da Bolgiano perché là sonovi di quelli, che<br />

francesizano, e spargono de' cartelli coll'iscrizione Viva la Libertà, e muoia il capo della<br />

Comunità, e simili. Là in oltre vi è del fermento, perché nella domenica di Sessagesima li 12 del<br />

corrente quel curato dall'altare ha preso congedo dagli avisani malvolentieri, come richiamato al<br />

suo Collegio di s. Michele col carattere decanale. Onde gli stessi avisani per fargli piacere ai 13<br />

in alcune centinaia sono venuti a Trento per ottenergli dal vescovo la permanenza in Avis. Non<br />

furono ammessi all'udienza perché troppo numerosi; ma per mezzo del Conte Matteo suo<br />

fratello insinuò loro, che se la intenderà col preposito di s. Michele quando sarà di ritorno dalla<br />

Dieta provinciale, e che frattanto il curato continui nella sua cura. Poscia ebbe lo stesso ordine<br />

anche da Insprugg.<br />

27 febbraio 1792<br />

Li 27 di mattina da uno passato questa mattina per Avis ho inteso, che il curato è partito, che li<br />

soldati sono 68, e che sono aspettati degli altri. Ma non è vero, che il curato sia partito. Li<br />

disturbi sono nati dall'essere stati mutati li regolatori della comunità, e dal dovere render i conti<br />

li vecchi. Per questo il sig. Vicario Gioachino Schuldhaus avisano fu inseguito con delle sassate.<br />

Anche in Egna vi sono de' torbidi. Il parroco tuttavia ne sta lontano in Trento, ed alle Laste. Al<br />

Vicario di Egna fu indirizzata una lettera, in cui non eravi altro, che Fogo, Fogo, Fogo. Il<br />

suddetto Schuldhaus non fu sassato solo; ma essendo in compagnia di altri signori, e signore.<br />

Tre sono già stati carcerati.<br />

Marzo 1792<br />

Nella corrente Quaresima predicano li seguenti nostri Padri:<br />

Arco nella Collegiata, il P. Pietro Damiano Vicario d'Arco.<br />

Arco chiesa nostra, il P. Guardiano Carlo Felice di Trento.<br />

Cavalese, il P. Lattanzio da Moiena.<br />

Cles, il P. Vitantonio di Cles.<br />

Cavriana sul Mantovano, il P. Regalato con fra Vincenzo.<br />

Gardolo, il P. segretario Evangelista da Stenico.<br />

Lomaso, il P. Illuminato da Cles.<br />

Meano, il P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Mechel, il P. Cesario da Melombardo.<br />

S. maria di Roveredo, il P. Guardiano Amadio di Roveredo.<br />

18 *Kiev.


Melombardo, il P. Vicario Filippo di Metodesco 19 .<br />

Metodesco, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Volano, il P. Gasparo da Campo.<br />

Nago, niuno per esser parrocchia vacante.<br />

Nomi, il P. Vicario Adelpreto da Lizzana.<br />

Noriglio, il P. Basilio d'Albiano.<br />

Pomarolo, il P. Adriano da Ruffredo 20 .<br />

Pressano, il P. Giambattista da Melombardo<br />

Primiero, il P. Giuseppe di Primiero.<br />

Pradazzo, e Moiena, il P. Stanislao da Nago.<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Anacleto da Casezzo.<br />

Pergine catechista de' tedeschi il P. Ignazio da Trento.<br />

Pinedo, il P. Davide da Tiarno.<br />

Borgo, il P. Amando da Covelo.<br />

Telve, il P. Guardiano Attanasio da Sardagna, perché il P. Vicario Massimo fu sorpreso da<br />

infermità.<br />

Roncegno, il P. Accursio da Preghena.<br />

Sacco, il P. Gio. Vincenzo da Roveredo.<br />

Drone, il P. Sisinnio Maria da Sansisinnio 21 .<br />

Tenno, il P. Mariano da Bordiana.<br />

Roveredo, il P. <strong>Provincia</strong>le Arcangelo da Cles.<br />

Zambana, il P. Ferdinando da Sant'Orsola.<br />

Tesaro, il P. Guardiano Gianfrancesco da Mechel, per essere stato ricusato il P. Girolamo.<br />

Bolognano<br />

In Riva predica il P. Anacleto Birti da Roveredo Cappuccino.<br />

In Trento vi è del mormorio, perché il vescovo ha spedito una lettera scritta dal signor<br />

consigliere Barbacovi ai ministri della Confraternita dell'Immacolata Concezione di Maria<br />

Santissima, eretta anticamente nella chiesa di s. Francesco de' Padri Conventuali, con ordine,<br />

che in breve tempo sborsino quattro mila fiorini, per l'erezione del cimitero generale fuori di<br />

città, giacché una persona divota, Canonico Alberti d'Enno, collo sborso di due mila ha<br />

comperato il fondo. Così resterà disfatta la Confraternita indirettamente. Sussiste ancora nel<br />

1796.<br />

Sono stato assicurato, che la lettera scritta dal parroco di Ora a Leopoldo secondo si è riverente,<br />

e che dimanda il perché dopo d'avere perdonato ai fiamminghi tante volte ribellati, prema li<br />

tirolesi sempre fedeli.<br />

Leggo, che l'Arciduca Francesco è ancora obbligato a stare in camera da una febbretta, e che ha<br />

regalato dugento zecchini ai soldati perché possano divertirsi nel carnevale. Intendo poi, che<br />

l'imperatore Leopoldo è idropico; e che all'Avis è stato condotto un carro di ceppi, o sia boghe 22 .<br />

6 marzo 1792<br />

Li sei ho inteso, che oggidì sei marzo sono passati per Trento sei sette corrieri colla nuova della<br />

morte dell'imperatore Leopoldo secondo; e che fu avvelenato.<br />

7 marzo 1792<br />

Li sette mercoledì, giorno della posta germanica, ho inteso come scritto da Vienna, che<br />

l'imperatore dopo d'aver avuto due sputi di sangue sembrò star bene; ma essendogli<br />

sopraggiunto il terzo sputo rimase soffocato, ed estinto, senza Sacramenti, senza testamento, e<br />

senza pensar di morire. Morì dunque nel giorno primo di marzo, essendo giovedì, in Vienna,<br />

19 *Mezzocorona.<br />

20 *Ruffré.<br />

21 *Sanzeno.<br />

22 *Per i carcerati.


dopo che nella Gazzetta trentina dei dieci di febbraio 1792 li francesi hanno dichiarato, che se<br />

egli avanti il primo di marzo non dava una piena, e totale soddisfazione agli stessi francesi circa<br />

due nominati punti, avrebbero riguardato come una dichiarazione di guerra il di lui silenzio, e<br />

qualunque risposta dilatoria, o colorita scusa: come pure dopo che nella medesima Gazzetta<br />

trentina de' diciassette febbraio 1792 la data di Vienna 9 febbraio cominciò dicendo:<br />

Attendiamo con grande impazienza l'epoca del dì primo marzo, che tutte le Gazzette annuncino<br />

come apportatrice di grandi avvenimenti. In allora sarà tolto il velo del mistero, che ricopre gli<br />

affari di Francia ecc.<br />

9 marzo 1792<br />

Li nove, venerdì nella Gazzetta trentina foglio 20 leggo, che il Conte Carlo Esterhazy vescovo<br />

di Erlau corse rischio di essere trucidato dai suoi contadini. Che li 26 febbraio, giorno di<br />

domenica l'ambasciatore turco fu all'udienza dell'imperatore per secolui congratularsi della sua<br />

esaltazione al trono, essendo venuto apposta per tal fine. Che un parroco costituzionale di<br />

Francia dal pulpito si ha licenziato, e protestato degno di tutti gli anatemi. Ha chiesto perdono a<br />

Dio, ed agli uomini della sua apostasia. Ha detto, che li Sacramenti da lui amministrati furono<br />

tutti nulli, e per lui sacrileghi. Finalmente protestò di volerne far penitenza, e si raccomandò alle<br />

orazioni di tutti. In data poi di Trento 9 marzo si accenna la morte di Leopoldo secondo con<br />

cento bugie adulatrici. Si dice, che li 29 febbraio si trovò aggravato da dolori, e da accesso di<br />

febbre. Che quindi gli fu punta la vena due volte, ed allora parve, che restasse sollevato; ma nel<br />

giorno seguente primo di marzo verso il mezzodì essendogli sopraggiunto il vomito con<br />

inaspettato sbocco di sangue, nel momento men creduto dai medici passò all'eternità, non<br />

avendo ancora compiuti 45 anni di età. In voce poi ho inteso da più d'uno, che sia stato<br />

avvelenato.<br />

Nel medesimo giorno nono ha preso possesso del canonicato di Trento, vacante per la morte del<br />

Conte Leopoldo Malchiori, ed in vigore delle prime preci dell'imperatore Leopoldo, il fu soldato<br />

Conte Francesco Felice Alberti di Enno figlio del Conte ex canonico Gervasio.<br />

Nel giorno avanti fu a visitare la mattina li canonici vestito da chierico, e dopo il pranzo girò per<br />

la città vestito da laico. Fu soldato tre anni. Alfiere.<br />

Ho sentito leggere una lettera fiorentina, in cui si dice, che quel Gran Duca nuovo Ferdinando<br />

III austriaco, figlio dell'imperatore Leopoldo, fassi amare dando due volte alla settimana una<br />

conversazione coll'intervento anche delle zitelle, cosa nuova, giacché avanti non costumavano le<br />

giovani nubili d'intervenire a conversazioni fuora della propria casa. Ho pure inteso, che il detto<br />

imperatore ha fatto dello strapazzo della sua vita coll'andare alla caccia, e col molto danzare<br />

nello scorso carnevale. Ho inteso di nuovo, che l'Arciduca Francesco è già destinato a presta<br />

morte da etico. Lascio ad altri li riflessi naturali.<br />

10 marzo 1792<br />

Li dieci sono venuti da Roveredo molti soldati verso l'Avis, ma sono anche tosto ritornati gli<br />

undici.<br />

11 marzo 1792<br />

Nella notte venendo gli undici è caduta molta neve su li nostri monti sino al basso de' medesimi<br />

vicino a Ravina.<br />

13 marzo 1792<br />

Li 13 martedì nella Gazzetta trentina leggo, che Leopoldo li 28 di febbraio fu improvvisamente<br />

sorpreso da una violenta infiammazione di petto, e del basso ventre in guisa, che ad onta delle<br />

emissioni di sangue e di tutti li rimedi dell'arte medica, nel giorno primo di marzo, alle ore tre<br />

ed un quarto pomeridiane morì. Egli nacque in Vienna li cinque di maggio del 1747, diventò<br />

Gran Duca di Toscana nell'agosto del 1765, li 23 agosto; re d'Ungheria e Boemia li 20 febbraio<br />

1790. Re de' Romani eletto in Francfort li 30 settembre 1790; coronato imperadore ivi li nove


ottobre 1790. Coronato re d'Ungheria e di Boemia ecc. Ora è re d'Ungheria e Boemia il di lui<br />

primogenito Francesco Primo.<br />

15 marzo 1792<br />

Li quindici, giovedì fu portato a questo nostro convento un cartello tutto scritto dl tenore<br />

seguente: Venerdì sera li 16 del corrente dopo l'Ave Maria al tocco del campanone di questa<br />

cattedrale, si suoneranno le campane di tutte le chiese, dando per lo spazio di un'ora tre<br />

interpolati segni, con cui si annunzierà la morte di sua maestà cesarea Leopoldo II. Dalla<br />

cancelleria vescovile li 15 marzo 1792.<br />

Pietro Giuseppe Cloch<br />

cancelliere d'ordine ecc.<br />

Nella stessa sera ho inteso, che l'imperadrice vedova Maria Luisa è già stata comunicata per<br />

Viatico, e che si aspetta in Vienna l'Arciduca Ferdinando Gran Duca di Toscana.<br />

17 marzo 1792<br />

Li diciassette, giorno di sabato, nel Duomo di Trento da monsig. decano Manci fu cantata<br />

Messa solenne pro defuncto imperatore Leopoldo. Fu cantata in musica col suono di tutte le<br />

campane del Duomo. Soddisfece la spesa della cera il vescovo. Gli altri tutti fecero tutto gratis<br />

al solito di simili funerali.<br />

20 marzo 1792<br />

Li 20 leggo, che l'imperatore li 28 febbraio fu sorpreso da febbre reumatica con attacco al petto;<br />

li 29 si aumentò la febbre, e fu salassato tre volte, oltre i salassi de' 28. Nel primo di marzo dopo<br />

una notte inquietissima ebbe dei vomiti con terribili agitazioni, rendendo tutto ciò, che<br />

prendeva. Finalmente alle tre e mezza del dopo pranzo spirò in presenza dell'imperatrice. Aperto<br />

il cadavero, che aveva il ventre assai gonfiato per la cancrena, fu trovata una quantità di materie<br />

serose nello stomaco. Fu seppellito nei sepolcri di Casa d'Austria posti nella chiesa de' Padri<br />

Cappuccini ai sei di marzo. Non fu mai parlato di Sacramenti, né di anima.<br />

Ho letto in data di Vienna 7 marzo, che il nuovo re Francesco primo ha confermato nelle<br />

rispettive cariche tutti li ministri; ed in data de' 14 che ai sette di questo approvando la condotta<br />

di tutti li suoi dicasteri, ed offici aulici, e provinciali gli ha esentati dal nuovo giuramento di<br />

fedeltà; e che ha accordato al Consiglio aulico dell'impero l'intero stipendio durante l'interregno.<br />

Ho letto, che alla Corte di Brusselles giunse la nuova della morte di Leopoldo secondo nella<br />

sera degli otto marzo, e che quindi fu interrotta la commedia, che s'era già cominciato a<br />

rappresentare. Che là fu disseminato uno scritto impresso in tre idiomi tedesco, francese, e<br />

fiammingo, col quale s'invitano le truppe vallone, ungheresi ed alemanne, ad accedere alla<br />

confederazione pel mantenimento della religione, della costituzione, e de' tre Ordini dello Stato.<br />

24 marzo 1792<br />

Li 24 sabato Sitientes il nostro vescovo nella sua residenza ha ordinato undici preti, e tredici<br />

chierici maggiori. Per altro si temeva, che non gli ordinasse, per non potere star in piedi. Nella<br />

domenica poi ha ordinato i chierici minoristi.<br />

25 marzo 1792<br />

Li 25 domenica di Passione siamo stati alla solita solenne processione della Santa Spina. Officiò<br />

il sig. canonico barone Buffa.<br />

27 marzo 1792<br />

Li 27 leggo, che a Erlau nell'Ungheria seguì ultimamente un tumulto popolare, che fu sedato dai<br />

soldati. Leggo, che Leopoldo fu trovato morto dall'imperatrice, e da un cameriero, quando<br />

supponevano che stesse boccone aspettando un nuovo sbocco di vomito. Lo chiamarono in<br />

vano, lo mossero parimente in vano, perché era già morto.


Intendo, che nella sera de' 25 in Mori fuvvi una gran contesa tra moreschi, e crosanini 23 , e che<br />

altri sono restati estinti, ed altri feriti. Due sono morti ai 25, e due a' 26.<br />

Intendo pure, che in Vienna quando si rese pubblica la morte di Leopoldo il popolo fece<br />

allegrezze, battendo le mani pubblicamente, e gridando per le strade, e che ciò hanno fatto<br />

eziandio i soldati. Così è stato scritto da Vienna ad un gentiluomo favorito da Leopoldo. Con<br />

questo resta smentita la Gazzetta di Trento.<br />

28 marzo 1792<br />

Li ventotto di sera, essendo mercoledì, da Mantova è giunto a Trento senza punto fermarsi in<br />

alcun luogo l'Arciduca Ferdinando terzo Gran Duca di Toscana, secondogenito del fu<br />

imperatore Leopoldo secondo. Alloggiò all'osteria detta dell'Europa, dove fu complimentato a<br />

nome del nostro vescovo infermo ne' piedi da monsignor decano Conte Manci, e dal Conte<br />

Vincenzo Alberti di Colico ciambellano. Nella mattina de' 29 fu nella chiesa di s. Maria<br />

Maggiore, e poi partì con intenzione di andar a pernottare in Bressanone. Aveva seco il sig.<br />

Manfredini, e poco più di seguito. Premise la sua cucina. Egli vassene a Vienna, non avendo<br />

ancora compiuti ventitre anni di età. Dicesi, che il re Francesco primo di lui fratello è stato<br />

molestato da un nuovo sbocco di sangue. Col detto Gran duca fu sempre in Trento il sig.<br />

canonico Gio. Benedetto barone Gentilotti di Trento. Il Conte Matteo di Thunn si ritirò fuori di<br />

città.<br />

30 marzo 1792<br />

Li trenta nella Gazzetta di Trento si dice, che il re Francesco per procurare qualche sollievo alla<br />

imperatrice madre ha invitato il Gran Duca di Toscana, e la principessa Maria Teresa di<br />

Sassonia di venire a Vienna per tenerle compagnia. Si dice, che gli Stati ereditari austriaci sono<br />

in una posizione forse la più spinosa, in cui siensi giammai trovati. Così pure l'Europa intiera<br />

per l'orribile aspetto della rivoluzione, che la minacciano. Nella data di Brusselles 16 marzo si<br />

ha, che quel Magistrato li dieci con un suo proclama ha proibito sotto pena di 25 fiorini, e di<br />

prigionia, ogni pubblico, o privato spettacolo, canti, fuochi artificiali, suoni, e balli cominciati<br />

per la morte di Leopoldo secondo. Così pure, che là le cose della santa religione cattolica non<br />

sono ancora in calma; e che sono stati pubblicati de' cartelli per eccitare il popolo a prendere le<br />

armi per la stessa religione. Leggo, che la Corte di Vienna passa cinquecento fiorini al giorno<br />

all'ambasciatore turco, che si trova in Vienna con molto seguito, e che altrettanto passa al<br />

viennese la Corte di Costantinopoli.<br />

Ho letto già parecchi giorni, che in Lisbona sono state fatte delle pubbliche orazioni, e<br />

processioni di penitenza per ottenere dal Signor Iddio la primiera salute a Maria Francesca<br />

regina di Portogallo cattolica, vedova regnante d'anni 58. Poscia ho inteso, che la di lei malattia<br />

si è di pazzia per causa di scrupoli 24 . Ho pure inteso che per guarirla fu chiamato con promessa<br />

di grande stipendio, e vitalizio quel medico, cui riuscì di guarire dalla pazzia il moderno re<br />

d'Inghilterra eretico Giorgio terzo di Brunswich. Il medico Willis ritornò a Londra senza aver<br />

guarita la regina.<br />

31 marzo 1792<br />

Nel trentunesimo, ed ultimo giorno di questo mese di marzo, essendo in Trento, ho inteso, che<br />

Avis era incendiato, e che attualmente sul mezzogiorno ardeva. Sono venuti a prendere gli<br />

schizzatoi della città di Trento, ed è subito corso all'Avis il P. Gioachino Besenella di Pressano<br />

nostro Guardiano con frate Mattia. Sonvi pur andati due frati Cappuccini, e diversi trentini.<br />

Ebbe origine dall'innavertenza di una donna, che dopo d'aver preparato il pranzo al suo marito<br />

glielo portò nella campagna, senza spegnere il fuoco. La furia dell'incendio durò circa due ore,<br />

avendo cominciato fra le dieci, e le undici di mattina. Dicesi, che sia restato estinto un<br />

23<br />

*Abitanti di Crosano presso Mori.<br />

24<br />

Ha adottato questo rio sentimento, che la vita claustrale pregiudichi alla popolazione dello Stato.<br />

Così una Gazzetta.


fanciullino, e che sia perito un terzo del paese, il quale ora patirà molto e per tale incendio, e per<br />

la commissione militare, che da tanto tempo ancora esiste nel medesimo luogo. Altri dicono,<br />

che siano periti anche un uomo, ed una donna, e delle bestie. Nella Gazzetta trentina de' tre<br />

aprile si parla di così fatto furioso incendio, dicendosi, che cominciò alle dieci e mezza; che<br />

incenerì quaranta e più case; che l'ill.mo Magistrato di Trento si è segnalato coll'indicibile suo<br />

zelo per aver sollecitamente mandato a Lavis e gente, e le pompe, ossia macchine, che lanciano<br />

in grande distanza l'acqua. Finalmente, che un ragazzo di circa cinque anni è perito tra le<br />

fiamme; e non pochi abitanti si trovano ora ridotti all'estrema miseria. Io aggiungo, che il Conte<br />

Filippo Sizzo, ed altri signori trentini hanno spedito all'Avis delle buone limosine. Al Magistrato<br />

costò circa 40 fiorini. Chiese le pompe il capitano circolare Moll.<br />

3 aprile 1792<br />

Li 3 leggo, che al medico Willis inglese, curatore della pazzia del re d'Inghilterra, chiamato a<br />

curare la regina di Portogallo, saranno date mille Lire sterline al mese, la spesa del viaggio, e<br />

della tavola, e se la guarirà gli sarà dato un regalo di venti mila Lire sterline, ognuna delle quali<br />

fa nove fiorini e mezzo circa.<br />

Leggo pure, che il re Francesco primo, essendo arrivato dove si bastonavano tre soldati, perché<br />

avevano sparlato del defunto imperatore Leopoldo, ha vietato il bastonarli ulteriormente, donò<br />

un zecchino a ciascheduno di essi, e gli ammonì d'essere più cauti nel parlare.<br />

Sono circa due mesi, che si trova in Trento all'osteria dell'Europa una ricca dama polacca<br />

nominata Giustina Poklewska del territorio di Vilna lituana, vedova d'anni 35 e madre di sette<br />

figliuoli. Ella fu ai bagni di Pisa per guarire da certo suo male, che la minacciava di tisichezza;<br />

poi fu a Roma, e ritornando s'ammalò in Verona. Volle venire a Trento per fermarsi appresso<br />

l'ostessa Giovanna Piccina vedova dell'Europa, conosciuta nel primo suo passaggio. Incalzando<br />

il male furono chiamati ad assisterla i due medici Borsieri Francesco, e Giuseppe, e per<br />

confessore il Padre fra Antonio Sebastiani di Pergine Agostiniano. Ella non sa parlare altro, che<br />

il linguaggio polacco, e così anche la di lei maggiordonna, ch'é insieme parente della medesima.<br />

Ha seco un cameriero italiano di nascita, ma da molti anni dimorante nella Polonia, il quale<br />

perciò le serve d'interprete. Si nomina Giovanni; ma non fa bene il suo dovere. Il P. Sebastiani<br />

parla polacco, perché dopo d'essere stato mio novizzo s'è fatto soldato nella Polonia, e fu anche<br />

Agostiniano in quel regno. Serve ora a quella dama da confessore, da cappellano, e da<br />

confidente, andando a visitarla ogni giorno, senza però accettar mai un sorso, od un boccone. Le<br />

ha celebrato anche la santa Messa nella stanza. La signora tiene molto danaro, e spende assai. Fa<br />

conto di trattenersi qui ancora qualche buon tratto di tempo per meglio ristabilirsi. Sono già<br />

dieci mesi, che manca dalla Polonia. Là è giurisdicente, e tiene dei sudditi, da' quali con tre<br />

carrozze a tiro di sei fu accompagnata sino a Varsavia. È parente del protonotaro della corona<br />

polacca, e del Gran cancelliere della Lituania. In Trento ha fatto celebrare non poche Messe,<br />

anche cantate. Al ss. Crocifisso del Duomo ha donata una preziosa lampana. La carrozza con cui<br />

viaggia, è sua. Vedi sotto al primo di maggio.<br />

5 aprile 1792<br />

Li cinque ho letto il Breve di Pio sesto Novae hae litterae stampato in Roma, dato Romae apud<br />

s. Petrum die 19 martii 1792, pontificatus anno 18, cardinalibus, archiepiscopis,<br />

episcopis,Capitulis, clero, et populo regni Galliarum, con cui minaccia la scomunica ai vescovi<br />

consecratori Carlo Maurizio vescovo augustodunense, Giambattista vescovo di Babilonia 25 , e<br />

Giangiuseppe vescovo di Lidda, primi autori dello scisma francese. Item ai vescovi intrusi,<br />

all'arcivescovo senonense, al vescovo aurelianense, al vescovo vivariense, ed a Pietro Francesco<br />

Marcello coadiutore dell'arcivescovo senonense. Ai parochi, e curati intrusi, ai Vicari, ed altri<br />

preti autorizzati dai vescovi intrusi. A tutti si assegnano 60 giorni per la seconda monizione, ed<br />

altri 60 per la terza. Computando per la prima data nell'anno scorso li 13 aprile. Ammonisce<br />

25 Giambattista Miraudot benedettino vescovo di Babilonia nell'Asia l'anno 1781. Il vescovo di<br />

Lidda fu il Gobbel, di cui sotto al 29 novembre 1793.


pure gli altri autori, e fautori della costituzione francese, e giuratori, specialmente ecclesiastici, e<br />

a parrochi, rettori de' seminari, professori, e direttori delle università e de' Collegi, che non<br />

persistano nel loro delitto, pensando di scansare una simil pena a suo tempo.<br />

Nello stesso tempo ho letto un altro Breve di Pio sesto In gravissimis, dato, ed anche stampato<br />

ut supra, diretto ai cardinali, arcivescovi, e vescovi, ed amministratori delle diocesi Regni<br />

Galliarum, communionem et gratiam Sedis Apostolicae habentibus. Concede loro 14 facoltà ad<br />

annum a dicta die 19 martii incipientem, si tandiu horum temporum calamitas perduraverit. La<br />

nona è: Concedendi licentiam Regularibus exemptis vel non exemptis cuiuscumque Ordinis, et<br />

Instituti, qui extra conventus vivere, et regularem habitum dimittere coacti sunt, induendi vestes<br />

saeculares, ecclesiastico tamen viro convenientes, ac permanendi in eo habitu sub obedientia<br />

Ordinarii, quatenus superiores Regulares non adsint, aut nulla uti possint in suos subditos<br />

iurisdictione, firma tamen remanente solemnium votorum obligatione. Tali facoltà si concedono<br />

loro a patto, che dicano ci concederle tamquam Sedis Aspotolicae delegati, nelle stesse lettere di<br />

concessione.<br />

8 aprile 1792<br />

Gli otto, domenica di Pasqua il nostro vescovo s'è strascinato nel Duomo a dare la benedizione<br />

Papale. Nel giovedì Santo ha consecrato gli Oli nella sua cappella domestica, cioè nella sua<br />

camera ultima.<br />

9 aprile 1792<br />

Li nove mattina fu fatta in Trento la solita processione del Santo Monte di Pietà.<br />

Ho inteso, che avendo gli avisani mandato del danaro al Magistrato consolare di Trento per<br />

risarcirgli le spese fatte in occasione del notato incendio, il detto Magistrato lo ha<br />

generosamente rifiutato, e rimandato. Nello stesso tempo ho inteso, che il preposito di san<br />

Michele ha dato ai detti abbruciati cinquanta zecchini, ed il nostro vescovo cento zecchini. Di<br />

più, che sin tratta di abolire la prelatura di san Michele; e che Leopoldo secondo cinque giorni<br />

avanti di morire ha segnato un decreto di soppressione di tutti li Religiosi mendicanti della<br />

Lombardia, o sia del Milanese. Che si tratta di sopprimere il convento di s. Francesco in Trento.<br />

Tutti sussistono per la Dio grazia 1796.<br />

Ho inteso, che in Barbaniga, picciola villa della pieve di Civezzano sonosi abbruciate alcune<br />

case; e che il Battisti detto Kotteter, di cui sopra al 16 ottobre <strong>1791</strong>, dal suo amico Giambattista<br />

Chiusole di Trento e dal Partini, con arte fu condotto a Roveredo, e collocato nella casa del<br />

baron Ecker appresso santa Catterina, dove sarà difeso colla penna del famoso Carlo Pilati 26 .<br />

11 aprile 1792<br />

Gli undici all'Avemmaria serotina, dopo d'avere cenato co' suoi domestici è partito da casa il<br />

sig. Domenico Antonio Penner botteghiero di grassina 27 presso s. Maria Maggiore in Trento, e<br />

per quanto sia stato ricercato non poté ritrovarsi in tutto questo giorno dodicesimo. Si teme, che<br />

siasi buttato nell'Adige. Lasciò praeter solitum le sue chiavi, li bottoncini della camicia, il<br />

collare, e due viglietti ordinando ecc. Uscendo di bottega disse alla sua moglie Barbara<br />

Maistrelli di Enno 28 , che avvertisse, che sul cancello del danaro vi erano le chiavi. Né pure ai 15<br />

fu trovato, né ai 19. Fu trovato annegato a Villa Lagarina il primo di maggio. Là fu seppellito<br />

nel cimitero sacro 29 .<br />

13 aprile 1792<br />

26 Falso questo.<br />

27 *Salumi.<br />

28 *Denno.<br />

29 Penner oriundo di Lavarone. Il di lui figlio Giambattista botteghiero bonis cessit nel gennaio del<br />

1796 e li 9 maggio 1796 cessò d'esser nostro sostituto. Morì li 23 gennaio 1797 d'anni 36.


Li tredici leggo, che Ratib-Effendi ambasciatore turco in Vienna ha intermessa la sua solita<br />

musica turchesca per esser tempo di mestizia, unendosi insieme il gran digiuno de' cristiani, e la<br />

morte del loro imperatore. Questo può confondere li cristiani.<br />

Leggo, che nella notte de' 16 ai 17 di marzo un gentiluomo nominato Giangiacomo Ankerström,<br />

il quale fu alfiere nella guardia del Corpo del re di Suezia, con una pistola carica di chiodi, e<br />

palle di piombo tirò al detto re Gustavo terzo, e lo ha ferito mortalmente in una festa di ballo,<br />

mascherato nella sala del palazzo reale. L'assassino fui arrestato, e si rilevò, che li congiurati<br />

sono 40 in circa, già parte carcerati. Egli fu eretico della confessione augustana. È nato li 24<br />

gennaio 1746, fu proclamato li 13 febbraio 1771, ha un figlio solo Gustavo Adolfo d'anni 14 e<br />

due fratelli. Il detto assassino era stato rilegato nella Gozia; ma poche settimane avanti del fatto<br />

esecrando fu pur graziato e rimesso in libertà col titolo di capitano licenziato.<br />

Intendo, che la donna di Avis, la quale colla sua inavvertenza fu causa del sopraddetto incendio,<br />

senza ritornare all'Avis è scappata in Cembra, ed altrove insieme col suo marito, e fa conto di<br />

non più ritornare all'Avis. Intendo pure, che quella donna di Molveno, che nell'anno scorso col<br />

seccare nel forno il canape cagionò l'incendio di tutto Molveno, fu talmente abborrita,<br />

oltraggiata, e maltrattata, che quel curato don Michele Aliprandino 30 di Preghena la dispensò<br />

dall'andare in chiesa eziandio alla santa Messa nelle feste. Intendo finalmente, che li salornitani<br />

hanno mandato agli avisani abbruciati un carro assai carico di cose comestibili, di vestimenti, ed<br />

altre somiglianti robe: ed hanno loro dato licenza di tagliar legni nel bosco di Salorno. Li nostri<br />

Frati di Pergine sono stati a predicare, ed ascoltare molte confessioni; ma sonosi astenuti<br />

ultroneamente dal fare la questua del pane. Il curato di Avis don Benedetto Graber, don<br />

Francesco Fabri, ed un altro sono venuti a ringraziare il nostro vescovo per la limosina, che ha<br />

mandato agli abbruciati di Avis. Don Benedetto Prugger va cercando altre limosine per li<br />

medesimi avisani suoi patriotti. Così pure don Giuseppe Rosa di Trento cappellano di Avis va<br />

per Bolgiano, e luoghi circonvicini questuando.<br />

15 aprile 1792<br />

Li quindici, domenica in Albis la Compagnia del Santo Angelo Custode, eretta nella chiesa<br />

parrocchiale di s. Maria Maddalena di Trento ha celebrata la sua solennità, ed ha fatto la sua<br />

solita processione per tutta la città. Nella mattina fece il panegirico il P. F. Vincenzo Maccani da<br />

Cles Minorita Conventuale.<br />

Nel medesimo giorno dopo il vespro la Scuola calzolaria, cioè li maestri dell'arte calzolaria in<br />

gran numero sono stati unitamente nel castello a chiedere protezione a sua altezza rev.ma,<br />

perché atteso il nuovo accordo fatto dal Magistrato consolare di pagare il corame più caro. Otto<br />

calzolai sono entrati alla presenza del principe, e gli altro sono restati sotto alle fenestre nella<br />

piazza de' Leoni. Tutti sonosi messi in ginocchio, e colle braccia in croce distese. e tutti hanno<br />

implorato protezione. Gli ho veduti ristornare insieme.<br />

16 aprile 1792<br />

Nel giorno sedicesimo, essendo lunedì hanno solennemente vestito il sacro abito di s. Chiara in<br />

san Michele di Trento le due giovani Bertolina, e Bellotta sopra mentovate al 23 ottobre <strong>1791</strong>.<br />

17 aprile 1792<br />

Li 17 leggo, che il soprammentovato Ferdinando Gran Duca di Toscana è giunto a Vienna li tre<br />

del corrente. Che l'assassino del re sueco 31 fu scoperto, perché nella sala del fatto furono<br />

ritrovate in un angolo due pistole ed un coltello col nome dell'artefice di detto coltello, il quale<br />

perciò interrogato depose, che alcuni giorni avanti lo aveva fabbricato per il sig. Giangiacomo<br />

Anckerström, già tenente delle guardie, e poscia congedato dal re col titolo di capitano. Questi<br />

subito carcerato depose, che voleva uccidere il re, perché gli aveva fatta perdere una lite, e<br />

quindi li riguardava come un tiranno, ed oppressore del popolo. Disse pure, che aveva circa 40<br />

30 *Aliprandini.<br />

31 *Svedese.


complici per la maggior parte gentiluomini suezzesi delle famiglie più qualificate del regno. Che<br />

lo stesso re ha indetta per lui un'orazione lunghetta a Dio da recitarsi nella prima Messa in tutte<br />

le chiese del regno dopo la di lei ricevuta. Leggo, che l'Anckerström h una moglie ricca; che<br />

possiede molti beni, chiede di esser presto sentenziato a morte, e pretende di aver fatto un<br />

servigio alla sua patria col tirare al re. Che sono promessi quattromila talleri imperiali a chi<br />

scuopre un di lui complice. Che il popolo di Suecia s'è ammutinato e minaccia li nobili.<br />

Leggo, che Maria Luisa figlia dell'Arciduca Francesco e della principessa Betta di Wirtenberg,<br />

essendo in età di sedici mesi li 23 giugno <strong>1791</strong>, morì in Vienna. Che in Milano da que' revisori<br />

de' libri fu impedita la stampa della pastorale di mons. Offredi nuovo vescovo di Cremona,<br />

perché fatta in Roma, perché il prelato s'intitolava per la grazia di Dio, e della Santa Sede<br />

vescovo, e perché conteneva grandi elogi della prima sede, e dell'ottimo supremo Pastore, che vi<br />

siede. Fu poi licenziata, e permessa la stampa nello stesso anno <strong>1791</strong>. Leggo, che Leopoldo<br />

secondo ha conceduto agli ebrei di Mantova un diploma diviso in 22 articoli e contenente molto<br />

rimarchevoli privilegi. Questo, ed altre cose furono da me lette con ribrezzo nel libro intitolato<br />

La storia dell'anno <strong>1791</strong>. In Venezia. A spese di Giuseppe Rossi quondam Bortolo, in 8°.<br />

18 aprile 1792<br />

Li dicidotto ha piovuto tutto il giorno molto opportunamente, ed ha fortemente tuonizzato per la<br />

prima volta in quest'anno.<br />

20 aprile 1792<br />

Li 20 leggo, che in Mantova sonovi stati de' gran tumulti nella scorsa settimana tra gli artisti, e<br />

gli ebrei, cosicché la guarnigione dovette adoperarsi molto per sopprimerli, fu fatto uso di<br />

schioppi, cannoni, restò offeso il comandante, feriti alcuni soldati. Furono pubblicamente<br />

frustati tre ebrei.<br />

22 aprile 1792<br />

Li 22 domenica seconda dopo Pasqua sono stato cogli altri Regolari alla solita solenne<br />

processione della Dolorata. Fu officiatore monsignor decano Manci. Nella mattina venne<br />

recitato il panegirico dal sig. piovano di Castello Tesino Luigi Flammacino di Trento.<br />

23 aprile 1792<br />

Li 23 ho inteso, che in Trento fu ritrovato un cartello minacciante de' tumulti contra il vescovo,<br />

ed il di lui fratello Conte Matteo: anzi più cartelli ecc.<br />

24 aprile 1792<br />

Li 24 leggo, che il suddetto re di Suecia è morto ai 29 di marzo, alle undici di mattina. Che li<br />

congiurati contra di lui, del Duca di Sudermania di lui fratello, e de' loro partigiani, sono cento<br />

ed undici nobili suedesi. Che fu tentata la di lui morte anche nel 1781. Che disgustò i nobili nel<br />

1772, 1788 e 1792. Che voleva roba, e danaro molto. Leggo, che il principe Antonio Esterhasi<br />

andando ambasciatore di Boemia alla prossima Dieta di Francfort per l'elezione del nuovo<br />

imperadore spenderà circa quattrocento mila fiorini in abiti, livree, cavalli ecc.<br />

Nel medesimo giorno 24 circa le quattro di sera giunse a Trento col seguito di sei carrozze<br />

madonna Maria Gioseffa sposa infeconda di Luigi Stanislao Saverio di Borbone, conte di<br />

Provenza, e fratello di Luigi XVI, infelicissimo re di Francia, nata li 2 settembre 1753, e sposata<br />

li 14 maggio 1771. Ella è partita li 13 di questo mese da Magonza, dove ora sta il di lei sposo<br />

disgraziato, e vassene a Torino da suo padre Vittorio Amedeo terzo re di Sardegna e Duca di<br />

Savoia. Prese albergo all'osteria della dell'Europa, situata nella Contrada Lunga, e partì per<br />

Roveredo nella mattina de' 25 accompagnata dal Conte Visieu suo maresciallo di Corte, e da<br />

molte sue dame, e gentildonne. Non ebbe alcun complimento dal nostro vescovo, o da trentini.<br />

25 aprile 1792


Li 25 festa di s. Marco alle otto e mezza di sera pervenne pur a Trento, corteggiata dal barone di<br />

Recten colonnello delle guardie nobili di Federico terzo Duca, ed elettore di Sassonia, una figlia<br />

di Ferdinando di Borbone Duca di Parma, destinata sposa di Massimiliano fratello del detto<br />

Duca di Sassonia, nato nel 1759, il quale la prende, perché né il Duca, né l'altro fratello<br />

Antonio, sebbene ammogliati non possono avere successione. Prese alloggio all'Europa, dove fu<br />

ricevuta con sei torcie accese, e con padelle accese nella strada. La scala fu coperta di tappeti.<br />

Fu subito complimentata da monsignor decano Manci, e dal Conte Matteo di Thunn deputati dal<br />

nostro vescovo infermo nelle gambe. Fu pure complimentata da Francesco Romagnosi di<br />

Piacenza podestà di Trento. Nella mattina de' 26 dopo d'avere ascoltata la santa Messa in s.<br />

Maria Maggiore, e udito quel celebre organo, partì verso Vienna con cinque carrozze, vedute<br />

anche da me. Giunse a Dresda li 9 maggio.<br />

In Trento il negozio della beccaria fa un gran disturbo al Magistrato, ed al vescovo.<br />

27 aprile 1792<br />

Li 27 venerdì dai canonici di Trento è stato eletto nuovo curato di Sardagna il sig. don Giovanni<br />

Antonio Zanolini di Trento curato attuale di Biancorivo, o sia Panchiato 32 in Fiemme. Li<br />

concorrenti furono cinque, cioè il detto Zanolini, don Simone Fedrici di Trento, don<br />

Giambattista Onestingel da Spor cappellano di Verla.<br />

29 aprile 1792<br />

Li 29 domenica, nella sera in Trento li commedianti, e le commendiantesse hanno dato principio<br />

alle loro opere buffe, cioè buffonesche, o piuttosto diaboliche, delle quali tanto si dilettano il<br />

vesc...<br />

Ho inteso, che a Francesco primo sono giunte due lettere cieche avvisandolo per suo bene ecc.<br />

Che uno è stato con armi per ammazzarlo. Vedi sotto all'8 maggio.<br />

1 maggio 1792<br />

Il primo di maggio leggo, che ai 16 di aprile il re Francesco primo con suo biglietto scritto di<br />

proprio pugno ha promosso alla carica di presidente del supremo tribunale di giustizia sua<br />

ecc.za il sig. barone de' Martini 33 , e con sovrano suo decreto ha nominato preposito dell'insigne<br />

Collegiata d'Innichen, o sia San Candido nella Pusteria il nobile e rev.mo sig. barone Lodovico<br />

Kloz, fu consigliere ecclesiastico all'eccelso Consiglio d'Insprugg, e presentemente parroco di<br />

Bregenz nella Brisgovia.<br />

Leggo, che si conferma esservi stata nella Moscovia una congiura de' nobili principali di<br />

avvelenare quella imperatrice Catterina seconda. Leggo, che Papa Pio sesto ha destinato suo<br />

nunzio apostolico alla prossima Dieta di Francfort per l'elezione dell'imperatore l'abate Maury<br />

francese, avendolo perciò creato protonotaro apostolico, ed arcivescovo di Tebe in partibus<br />

infidelium. La Camera poi apostolica per di lui equipaggio in tal nunziatura gli ha dato sessanta<br />

mila scudi 34 .<br />

Nello stesso primo giorno di maggio è partita da Trento verso la sua patria la soprammentovata<br />

dama polacca, accompagnata per qualche tratto di strada dalla sua ostessa, e sino a Vienna dal<br />

medico Giuseppe Borsieri, e dalla moglie Salvadoria del medesimo.<br />

Ho inteso che il suddetto Maury nella Francia teneva un'abbadia, che gli fruttava dieci mila<br />

fiorini all'anno.<br />

Negli scorsi giorni è venuto un ordine dal re Francesco al nostro Padre <strong>Provincia</strong>le, con cui<br />

vengono proibiti come cose superstiziose gli amuleti, Agnusdei, e cose simili, cosicché li Frati<br />

non solamente non possono distribuirne ai fedeli cristiani, ma né pure tenerne in convento, sotto<br />

32 *Panchià.<br />

33 Martini da Revò, che ha due figliuoli, ed una figlia moglie ab anno <strong>1791</strong> del barone Buffa.<br />

34 Giansiffredo Maury di Vauzcas venaisino, nato 26 giugno 1746 di condicione ordinaria.


pena della privazione delle questue, ed altre ai trasgressori. Vedi sotto al giorno 11 e al giorno<br />

23 luglio 1792.<br />

8 maggio 1792<br />

Gli otto cominciammo a recitare nella santa Messa la colletta ad petendam serenitatem. Nella<br />

notte precedente la Fersina ingrossata è andata fuori del suo vaso, ed allagò la campagna<br />

borgarina 35 .<br />

Nella Gazzetta trentina del medesimo giorno ottavo leggo, che nell'aprile alle ore incirca 12 di<br />

notte in Vienna presso la residenza reale con un colpo di pistola per disperazione si ha ucciso un<br />

certo las Torres spagnuolo, che nell'ultima guerra aveva servito in un Corpo franco. Egli andò<br />

per avere udienza dal re Francesco con un memoriale; ma per esser malamente vestito non la<br />

ottenne. Leggo, che l'assemblea francese con decreto sanzionato dal re li 20 aprile 1792<br />

nell'anno quarto della libertà francese, ha intimata la guerra a Francesco primo re d'Ungheria, e<br />

Boemia, cioè alla Casa d'Austria. Leggo pure il manifesto delle ragioni adotte dai francesi<br />

contro l'Austria.<br />

10 maggio 1792<br />

Li dieci ho inteso, che il nostro vescovo non più ammette rappresentanze contra il Magistrato<br />

civico, per timore che nascano de' tumulti popolari.<br />

11 maggio 1792<br />

Gli undici questo nostro P. Guardiano ha pubblicato il divieto venuto al nostro P. <strong>Provincia</strong>le<br />

dall'Austria, che niun Frate ne' paesi del dominio austriaco distribuisca amuleti, Agnusdei,<br />

Flagellum daemonum, e polvere benedetta.<br />

13 maggio 1792<br />

Li 13 domenica in Vigolo di Baselga fu dato principio ad una rappresentazione spirituale con<br />

gran concorso di forastieri; ma non finì bene, perché rovinò, e cadde un palchetto carico di<br />

molte persone distinte, ammazzò un ragazzo, e ferì molti, che stavano sotto al medesimo.<br />

14 maggio 1792<br />

Li 14 sonosi annegati due uomini nell'Adige vicino a s. Niccolò conducendo delle pietre in un<br />

battello.<br />

15 maggio 1792<br />

Li 15 la processione rogazionale del Duomo, essendo martedì, fu a stazionare in questa nostra<br />

chiesa di san Bernardino.<br />

Ho letto, che ai 29 di aprile, giorno di domenica, nel Vaticano di Roma, all'altare della Cattedra<br />

di san Pietro dal cardinale Francesco Saverio di Zelada, assistito da due vescovi francesi di<br />

Perpignano, a Vaix, alla presenza delle due zie del re di Francia, e di molti francesi, fu<br />

consagrato arcivescovo di Nicea il suddetto monsignor protonotaro Maury. Così pure che il<br />

Papa ha eletto vescovo di Terracina il Padre Giorgi Guardiano de' Cappuccini di Torre di Tre<br />

Ponti.<br />

18 maggio 1792<br />

Li 18 leggo, che ai dieci di questo fu munita de' santi Sagramenti in Vienna l'imperatrice vedova<br />

Maria Luisa infanta di Spagna, nata 24 novembre 1745, sposata a Pietro Leopoldo li 5 agosto<br />

1766 in Insprugg.<br />

19 maggio 1792<br />

Li 19 ho inteso, che sono passati per Trento de' corrieri colla morte della mentovata imperatrice.<br />

35 *Della Bolghera.


22 maggio 1792<br />

Li 22 leggo, che il cardinale Garampi ha lasciato una libreria valutata più di trenta mila scudi.<br />

25 maggio 1792<br />

Li 25 venerdì leggo, che la detta imperatrice vedova è morta in Vienna li quindici di questo<br />

all'una pomeridiana, fra le braccia del suo figlio re Francesco.<br />

Nella scora domenica, che fu i 20 del corrente, festa del nostro san Bernardino, ha preso il<br />

possesso della curazia di Sardagna il suddetto sig. Zanolino, quantunque abbia fatto da curato<br />

sino dai 30 di aprile. Fu differita una tal funzione per causa de' mali dominanti nell'accennato<br />

luogo.<br />

28 maggio 1792<br />

Li 28, festa seconda della Pentecoste nel castello di Trento il nostro vescovo ha ordinato prete<br />

don Giorgio Antonio Emero di Trento 36 , vecchio, nato nel 1727. Ha pur ordinato chierici e preti<br />

in questi giorni alcuni scolari d'Insprugg, destinati subito anche confessori, e cooperatori<br />

parrocchiali per iscarsezza di preti. Parimente ha cresimato. Tutto privatamente nel castello.<br />

29 maggio 1792<br />

Li 29 leggo, che il cadavere della predetta imperatrice fu seppellito appresso i Padri Cappuccini<br />

di Vienna nella sera dei 19 del corrente, giorno di sabato. Ma non trovo decritto il funerale;<br />

bensì, che dall'anno 1618, sino al corrente sono morti 61 di Casa d'Austria.<br />

30-31 maggio 1792<br />

Li 30 e 31 mercoledì e giovedì nel castello di Trento vi fu il concorso alla parrocchia di<br />

Sarnonico, ed alle parrocchie vacature della diocesi austriaca. Dicesi, che li concorrenti furono<br />

pochi.<br />

Ho inteso, che il mentovato parroco di Ora non può ritornare alla sua parrocchia, perché il<br />

Governo glielo vieta, e vorrebbe, che il vescovo lo collocasse altrove. È ritornato a Ora nel<br />

settembre 1792.<br />

Ho pur inteso, che al cancelliere Gentilotti è stata tolta la revisione della Gazzetta e data al<br />

consigliere Barbacovi.<br />

31 maggio 1792 (sic)<br />

Nel giorno 31 cominciammo di nuovo a pregare il Signor Iddio colla colletta nella santa Messa<br />

pro serenitate aëris.<br />

Negli scorsi giorni è passato per Trento l'arcivescovo di Nicea detto il Maury andando come<br />

nunzio apostolico alla Dieta di Francfort, dove sarà fatta la formalità dell'elezione in imperatore<br />

de' Romani di Francesco Arciduca d'Austria, re d'Ungheria. Si fermò soltanto per mutare i<br />

cavalli alla posta.<br />

1 giugno 1792<br />

Il primo di giugno ha piovuto tanto, che la Fersina ingrossata è andata per Borgaro 37 , l'Adige ha<br />

inondato Campo Trentino, e per venire da Piedicastello fece d'uopo l'usare un barchetto. Il<br />

carrozzone stentò ad arrivare a Trento nella sera dei due, e dovette fermarsi fino ai sei. Non<br />

venne la posta di Germania del sabato 2 giugno se non la sera dei quattro a grande stento, e tutta<br />

bagnata per aver dovuto guazzare. Si dice, che il lago di Passayer sua uscito dal suo letto. Altri<br />

però dicono ciò non esser vero.<br />

4 giugno 1792<br />

36 Emer. Disse la sua prima Messa li 17 giugno.<br />

37 *Bolghera.


Li quattro dopo il pranzo, anzi circa l'ora di pranzo dal castello di Trento fu mandato il biglietto<br />

dell'elezione in arciprete di Sarnonico al nobile sig. don Alberto Sardagna Tessari 38 di Trento<br />

d'anni circa 37; confessore in città, e figlio del sig. dottore Giambattista Sardagna, e della<br />

signora baronessa Teresa Gentilotti.<br />

Nel medesimo giorno quarto, essendo lunedì, un oste di Calliano in vicinanza di mattarello,<br />

nella pubblica strada, ha fatto contra il canone Si quis suadente diabolo, corso essendo per ciò<br />

effettuare con una sedia, e poi subito ritornò indietro. Il paziente fu un vermigliano.<br />

Ne' giorni passati il nostro vescovo ha richiamato a sé il suo promemoria, con cui aveva<br />

proposto al suo Capitolo di Trento di crear canonico soprannumerario il signor professore don<br />

Giuseppe Eyrle, perché il Capitolo non lo vuole come tale.<br />

Ho inteso, che al Gentilotti sopraddetto fu levata la revisione della Gazzetta, perché dal Conte<br />

Cobenzel, in nome della Corte di Vienna, fu scritto al nostro vescovo con lamento, che lascia<br />

stamparla con tante lodi dell'assemblea francese.<br />

7 giugno 1792<br />

Li sette, festa del Corpus Domini sono stato cogli altri alla solita processione del Duomo. Le<br />

strade furono triste, e si dovette questa volta passare per la contradella di san Giovanni, perché<br />

in quella del Ponte vi è ancora l'acqua dell'Adige. Ritornando al convento cominciò di nuovo a<br />

piovere. Officiò monsignor decano Manci, e non si vide il vescovo, quantunque sia stato veduto<br />

domenica all'opera buffa, che tiensi con gran concorso appreso Domenico Osele. Furonvi<br />

soltanto otto canonici, oltre il detto decano, benché in città si ritrovassero otto altri canonici.<br />

Non fuvvi sparo di mortaretti.<br />

8 giugno 1792<br />

Gli otto d'ordine del vescovo si cominciò in Trento a far orazioni ad petendam serenitatem colla<br />

Messa cantata, ed esposizione del SS. Sacramento la mattina alle dieci, e coll'esposizione la sera<br />

alle quattro, nelle chiese del seminario, e saranno seguitate sino a tutto il giorno 14 in altre<br />

chiese dentro la città. Innanzi furono fatte nelle quattro parrocchiali.<br />

Ho inteso, che in una delle scorse sere li buoni commedianti hanno dato ingresso a tutti gratis;<br />

ma la prima donna commediantessa riscosse ottanta fiorini.<br />

12 giugno 1792<br />

Li dodici leggo, che Maria Teresa regina d'Ungheria sposata li 6 gennaio 1790 coll'ora re<br />

Francesco, ha abortito ultimamente.<br />

Il Conte Leopoldo di Spaur ha scritto da Insprugg al Conte Gianfrancesco suo fratello<br />

arcidiacono di Trento, che ultimamente in Vienna fu arrestato un francese, il quale stava con<br />

due pistole corte in tasca aspettando l'opportunità di ammazzare il re Francesco primo.<br />

15 giugno 1792<br />

Li quindici abbiamo ricevuto un cartello manoscritto di questo tenore: Nella sera del prossimo<br />

venerdì dopo il suono dell'Ave Maria al tocco del campanone di questa cattedrale si suoneranno<br />

le campane di tutte le chiese per lo spazio d'un ora, dando interpolatamente due segni per<br />

annunziare la morte di sua maestà l'imperatrice vedova Maria Luigia ecc. Dato dalla cancelleria<br />

vescovile li 12 giugno 1792<br />

P. Pietro Giuseppe Cloch cancelliere d'ordine ecc.<br />

Il detto venerdì si è il giorno quindicesimo corrente, trentesimo della morte.<br />

17 giugno 1792<br />

38 *Il secondo cognome Tessari fu aggiunto al Sardagna a motivo dell'eredità del defunto Tessari,<br />

che ordinò come condizione che al loro cognome aggiunsessero il suo. In seguito fu smesso dalla famiglia<br />

Sardagna di Trento.


Li 17 fu portata una cartuccia tutta manoscritta a questa nostra sagrestia, in cui leggesi: RR. DD.<br />

sacerdotes addant in Missa collectam Deus, qui conteris bella: idque usque ad finem belli inter<br />

augustum Hungariae, et Bohemiae regem, et gallos: A me no piace quell'idque usque,<br />

quell'augustum, e quell'Hungariae, et. Il re fu Francesco secondo. Fu levata la cartuccia quando<br />

vennero a Trento li francesi nel 1796.<br />

19 giugno 1792<br />

Li 19 leggo, che sabato 16 del corrente nel Duomo di Trento d'ordine di sua altezza rev.ma fu<br />

cantata Messa de Requiem in suffragio della suddetta imperadrice vedova, coll'intervento del<br />

Capitolo, del Consiglio aulico, del Magistrato consolare, della nobiltà ecc.<br />

Leggo, che ai sei in Buda fu coronato re dell'Ungheria Francesco primo, ed ai dieci fu coronata<br />

regina la di lui consorte Maria Teresa principessa di Napoli, cugina del medesimo re, nata li 6<br />

gennaio 1772, e sposata in Vienna li 19 settembre 1790.<br />

Nella mattina dl medesimo giorno 19 l'Adige a Trento è comparso notabilmente alzato, colorito,<br />

e coperto di legnami, ed altre cose furiosamente rapite al di sopra. Non si sa per certo ancora il<br />

preciso luogo, dove abbia fatto tali rovine.<br />

22 giugno 1792<br />

Li 22 leggo, che ora è ambasciatore austriaco in Venezia un Conte Breüner. Di lui è segretario il<br />

barone Giangiacomo Cresseri di Trento 39 . Leggo, che le gioie poste sul cappello del principe<br />

Esterhasi andante alla Dieta di Francfort, costano parecchi milioni. Che la di lui spada<br />

brillantata desta sorprendente ammirazione. Così pure il di lui abito alla spagnuola. Il ritratto poi<br />

che ha fatto fare del re Francesco primo, futuro Francesco secondo imperatore, costa cento<br />

zecchini. Vedi sopra al 24 aprile.<br />

Li 22 ho inteso, che in Trento, in casa tonera, si trova il Conte Pietro Paolo Gaddi da Ferrara 40 ,<br />

cavaliere d'anni 41, letterato, stimato assai dal cardinale Vitaliano Borromeo, e dal Papa, per il<br />

quale tiene un officio ragguardevole in Ferrara, ed è destinato dai detti cardinale e Papa di<br />

accompagnare nell'Inghilterra un giovine di 15 anni Duca Cesarini di Roma. Egli ora va in<br />

Germania per suo diporto, e diportasi da amico del nostro vescovo. Quindi un giorno sentito<br />

avendo dalla bocca del medesimo vescovo, che atteso l'essere stato tanto tempo ritirato a<br />

cagione del suo male gambario 41 , voleva farsi portare all'opera teatrale buffa, ebbe l'ardimento<br />

di dirgli, che massimamente per non andar egli alla sua chiesa cattedrale, non approvava che<br />

andasse al teatro. A tali parole il vescovo non rispose punto; ma dicesi, che non andò più al<br />

teatro. Iddio gli doni la stabilità per effetto dell'infinita sua misericordia.<br />

Nel medesimo giorno 22 essendo venerdì li canonici di Trento hanno accettato per loro<br />

confratello il Conte Marquardo Leopoldo di Welsperg da Primiero, studente grammatico della<br />

seconda nel seminario di Trento, per aver rinunciato in di lui favore nelle mani del Papa il di lui<br />

zio Giuseppe Conte di Welsperg canonico di Trento, e Passavia, e Priore di Castrozza, nato in<br />

Insprugg 18 ottobre 1732, ed impossessato del canonicato di tentino 31 gennaio 1749,<br />

quantunque non fosse solito di risiedere in Trento. Domani 23 giugno il nuovo piglierà il<br />

possesso. Ma lo perdé presto, perché morì nel 1793 li 23 febbraio.<br />

23 giugno 1792<br />

Li 23 ho inteso, che in Fiemme si ritrovano tre uomini ritornati da Vienna eretici marci, li quali<br />

vanno spargendo eresie grosse per ogni dove, allegando sovente, che così vien detto, e praticato<br />

in Vienna. Parlano contra la purità, la Confessione auricolare, le Messe, il Purgatorio ecc. Perciò<br />

quel signor Vicario dottor Giuseppe Foglia di Trento vuole accusarli a mons. vescovo. Ma il<br />

39 Il Breüner fu chiamato a Vienna, donde non è più ritornato. Così nel 1795, 1796.<br />

40 Nel 1793 è stato fatto tenente generale dell'armata pontificia contro i francesi, colla pensione<br />

vitalizia di scudi 4.000 annui. Egli è generale in capite dell'armata.<br />

41 *Alle gambe.


peggio si è, che tantissimi altri eretici simili ora si trovano anche in Trento, ed in altri luoghi del<br />

Trentino, specialmente tra' nobili ed ecclesiastici.<br />

Nel medesimo giorno 23 ho inteso, che il nostro vescovo ha decretato, che subito sia fatto il<br />

campo santo o sia cimitero comune in Briamasco fuori dalla Porta di Santa Croce, non però nel<br />

luogo comperato ed adoperato dalla Contessa Ca. Alberti. Non fu fatto ancora nell'aprile del<br />

1793.<br />

26 giugno 1792<br />

Li 26 martedì, festa di s. Vigilio, siamo stati alla solita processione, e Messa solenne del<br />

Duomo. Partimmo dal convento alle otto, e tre quarti. Cantò la Messa monsignor decano Manci<br />

e dopo di essa venne a dare la benedizione Papale il vescovo nostro. Fu fatto campanò, e furono<br />

scaricati molti mortaretti. Il concorso fu assai grande. Tale fu anche il concorso di giocolieri, ed<br />

altri simili festari. Nella sera poi furono fatti li soliti fuochi artificiali, per cui la città spende<br />

circa trecento fiorini. Un funambolo è caduto, e fu portato alla Ca di Dio.<br />

27 giugno 1792<br />

Li 27 ho inteso, che in Insprugg ultimamente di mattina si trovavano decapitati, ed in altri modi<br />

simili rovinati li Crocifissi sacri esposti su le strade, e profanate le altre sacre immagini.<br />

Essendo quindi stata usata diligenza, furono scoperti, e presi li profanatori, e condotti a far<br />

qualche penitenza nel monistero di Wilten di Canonici Premostratesi. Li sacrileghi sono due<br />

insprucchesi, un Baroni figlio del sig. Gio. Antonio di Sacco, ed un Carpentari di Roveredo,<br />

nipote del sig. rettore di questo seminario trentino. Compatisco questi scolari, perché così sono<br />

istruiti. Veggasi sopra all'anno 1789 li 12 maggio, dove un altro scolare d'Insprugg asserisce,<br />

che là Christus penitus denegatur; et Beata Virgo chimera publice habetur. Intendo pure che il<br />

processo formato contra li detti sacrileghi è stato spedito a Vienna.<br />

29 giugno 1792<br />

Li 29 leggo, che gli ungari hanno regalato al re Francesco primo cinquanta mila zecchini, ed alla<br />

regina Maria Teresa di lui moglie venticinque mila zecchini, in occasione della loro<br />

incoronazione.<br />

1 luglio 1792<br />

Il primo, essendo domenica, il sig. Alberto Sardagna soprammentovato ha perso possesso della<br />

parrocchia di Sarnonico, datogli solennemente da monsig. Zambaiti Vicario generale.<br />

Nel medesimo giorno, correndo la dedicazione della chiesa parrocchiale di san Pietro in Povo,<br />

ha cantato la Messa nella medesima monsig. decano Conte Manci invitato. Furono scaricati<br />

sotto di essa molti mortaretti. Dopo il vespro poi li povani, alla presenza di moltissimi esteri,<br />

hanno cominciato in cinquantaquattro a rappresentare il martirio dell'Apostolo san Pietro, ma<br />

furono disgraziati, perché venne una dirotta pioggia; gli spettatori non si contentarono degli<br />

attori; perché altri non poterono udire, ed altri vedere; perché certuni sonosi bastonati, ed altri<br />

coltellati in tal congiuntura. Vedi sotto.<br />

Ho inteso, che li sacrileghi enipontani furono sette, tra' quali alcuni bolgianini, un Giovanelli,<br />

che già è venuta la sentenza di Vienna contra di loro. Sono privati delle loro pensioni, resi<br />

inabili agli offici; condannati a stare per qualche tempo nel convento de' Padri Serviti; a digiuno<br />

tre giorni alla settimana in pane, ed acqua; di fare una cappella nel luogo da loro profanato; di<br />

andar a venerarlo ecc. Sono stati ritenuti ad istanza del popolo minuto; ma qui dicesi, che il<br />

Carpentari s'è distaccato dai cattivi compagni volontariamente. Altri dicono, che ciò è falso.<br />

Vedi sotto.


2 luglio 1792<br />

Li due il nostro vescovo è andato a Castelton 42 , e fu portato in portantina con lui anche il<br />

suddetto Conte Gaddi, maggiore della Piazza di Ferrara, e già venti anni soldato graduato nelle<br />

armate austriache.<br />

3 luglio 1792<br />

Li tre leggo, che Pio sesto li 18 di giugno ha creato prete cardinale monsig. Gio. Battista<br />

Caprara di Bologna, arcivescovo di'Iconio, e nunzio apostolico in Vienna, nato li 29 maggio<br />

1733, e fatto arcivescovo il primo dicembre 1766.<br />

4 luglio 1792<br />

Li quattro intendo, che il vescovo ai povani ha interdetto il replicare la suddetta dimostrazione<br />

vergognosa. Ma vedi sotto. Ne' giorni scorsi ho pure inteso, che a Milano è stata rimessa la<br />

Sacra Inquisizione, perché un cavaliere ha voluto morire ostinatamente senza li soliti<br />

Sacramenti; e però fu seppellito come un asino. Intendo, che in Trento vi è un prete, che ha<br />

detto più Messe al giorno.<br />

Nel medesimo giorno quarto questo nostro Padre Guardiano ha ricevuto lettera dal R. S. don<br />

Gasparo Trinza 43 curato di Roveredo della Luna, con cui gli domanda un padre sacerdote, che<br />

supplisca le di lui veci nel tempo, che sarà assente, e che andrà alla sua patria. Ma deve<br />

rispondergli, che assolutamente non può servirlo per mancanza di Frati, non avendone<br />

abbastanza né pur per servire tutti li petenti i questi contorni. La ricerca del curato è strana,<br />

nuova e notabile, essendo lontano, e fuori di questo distretto, e luogo dove noi non andiamo a<br />

questuare. Altre volte fu servito dal nostro convento di Metz Lombardo 44 . Di qui si ha un nuovo<br />

attestato della scarsezza de' sacerdoti. A questo aggiungo d'aver inteso oggidì, che ora in Trento<br />

vi è un cherico solo di Trento.<br />

Ho veduto una canzone contra i francesi venuta da Roma. Ella comincia: Dies irae, dies illa, e<br />

prosegue sino alla fine sul metro del Dies irae della Messa da morto.<br />

8 luglio 1792<br />

Gli otto, domenica 2 di luglio li povani hanno replicato la loro opera coll'intervento di<br />

moltissimi trentini. Il cielo fu serenissimo.<br />

La Gazzetta di Lugano riferisce delle cose assai notabili e prospere per l'armata francese contra<br />

l'austriaca; ma la Gazzetta trentina non ardisce di tanto per non disgustare li viennesi.<br />

È stato scritto dalla Pusteria, che nel Tirolo tedesco sonovi delle persone di rango, che vanno<br />

raccogliendo attestati, e suppliche per la sussistenza de' Religiosi mendicanti da presentarsi al re<br />

Francesco d'Austria.<br />

10 luglio 1792<br />

Li dieci sono giunti a Trento dei soldati cannonieri austriaci invitai a difendere l'Italia dai<br />

francesi.<br />

12 luglio 1792<br />

Li dodici ho parlato in questo nostro convento con un veronese giovane d'anni ventiquattro, di<br />

molto bel aspetto, il quale convertitosi dal giudaismo al cristianesimo fu solennemente<br />

battezzato col nome di Giambattista nella festa di s. Giambattista li 24 dello scorso giugno da<br />

sua ecc.za rev.ma monsignore Gio. Andrea Avogadro nobile veneto, e vescovo di Verona. Il<br />

Conte Ottaviano Rovereti di Trento, abitante in Verona, terrà cura del medesimo convertito.<br />

Nello stesso giorno dodicesimo, essendo giovedì, hanno terminato in Trento le loro opere i<br />

commedianti, perché sono chiamati per il sabato a Roveredo.<br />

42 Ritornò a Trento al fine di settembre infermo.<br />

43 Trinza di Enno d'anni 30.<br />

44 *Mezzolombardo.


17 luglio 1792<br />

Li 17 leggo, che in Francfort ai cinque del corrente fu eletto imperatore de' Romani Francesco II<br />

Arciduca d'Austria, detto prima Francesco primo re d'Ungheria e Boemia. Fu pubblicata subito<br />

nel Duomo verso l'una meridiana, coll'accompagnamento del suono di tutte le campane, e dello<br />

scarico di trecento pezzi d'artiglieria. Francesco insieme colla sua consorte, e coll'Arciduca<br />

Giuseppe partì da Vienna per Francfort nel detti giorno quinto con intenzione di arrivare li 6 a<br />

Scharding, li 7 a Ratisbona, gli 8 a Norimberga, li 9 ad Erbipoli, e nel dì undecimo a Francfort.<br />

18 luglio 1792<br />

Nel giorno 18 cominciammo a dire nella santa Messa la colletta per impetrare dal Signor Iddio<br />

la pioggia. Il caldo è molto intenso.<br />

20 luglio 1792<br />

Li 20 ho parlato col sig. Felice Pilati di Metodesco 45 , e da lui ho inteso, che ultimamente a nome<br />

di quella comunità ha soscritto un memoriale da presentarsi all'imperatore Francesco II in favore<br />

de' Regolari mendicanti.<br />

22 luglio 1792<br />

Li 22 giorno di domenica li povani per la quarta, ed ultima volta hanno fatto la loro opera con<br />

grande concorso, ma non mai con onore. Fecero la terza nella domenica precedente, che fu ai<br />

15.<br />

24 luglio 1792<br />

Nella notte de' 23 venendo li 24 fuvvi un gran temporale con gragnuola 46 molta, e molto grossa<br />

che danneggiò assai le campagne di Vezzano, Fravezzo, Lono, Covalo, ed anche Terlago, e<br />

Vigolo. Nella Giudicaria poi minore fu più spietata. Là uccise delle galline, degli uccelli, delle<br />

lepri, e ferì nella testa un uomo di Comano, quantunque l'avesse coperta da berretta, e cappello.<br />

Nel nostro orto campense furono trovati uccisi circa 33 uccelli.<br />

Nella scorsa settimana il vescovo di Trento con sua lettera curiale ha ingiunto, che proibisca il<br />

nostro Padre <strong>Provincia</strong>le ai suoi Religiosi il distribuire amuleti, Flagellum daemonum ecc. nel<br />

dominio austriaco. Vedi sopra.<br />

27 luglio 1792<br />

Li 27 leggo, che Francesco secondo fu incoronato imperatore de' Romani nel Duomo di<br />

Francfort li quattordici di luglio, giorno di sabato.<br />

28 luglio 1792<br />

Li 28 giorno di sabato, dopo una pioggia ordinaria, intorno alle sei di sera, con grande strepito è<br />

comparsa la Fersina gonfia tutta in un tratto, e riempì tutto il suo gran vaso, portando molti legni<br />

piccioli, e grandi, ed andando a traverso di Borgaro 47 . Ma cessò ancora della stessa sera.<br />

Danneggiò molto la campagna di Fornasio 48 , e de' circonvicini paesi. Danneggiò pure il follo 49<br />

di Nogaredo 50 , dove trovò il nostro panno, e ne portò via una pezza. La stagione divenne assai<br />

fresca.<br />

45 *Mezzocorona.<br />

46 *Grandine.<br />

47 *Bolghera.<br />

48 *Fornace.<br />

49 *Impianto per feltrire la lana o altri tessuti.<br />

50 *Nogaré.


2 agosto 1792<br />

Li 2 agosto abbiamo dovuto soscrivere la lista della posta dello scorso trimestre fatta in lingua<br />

tedesca, e coll'importo delle lettere, mentre per l'addietro si notava solamente il numero delle<br />

lettere.<br />

5 agosto 1792<br />

Li cinque, domenica, correndo il Perdono d'Assisi abbiamo avuto un concorso assai grande di<br />

persone anche insolite, e lontane.<br />

Ieridì, li 4 furono distribuiti li premi agli scolari del ginnasio trentino. Li premiati furono nella<br />

rettorica secundi anni Giuseppe Maria Ducati trentino figlio del sig. segretario Pietro Carlo.<br />

Giuseppe Villi da Villa. Pietro Tecini da Val di Non. Pietro Echeli trentino. Angelo dal Rì di<br />

Val di Non. Tommaso Bellotti da Meano. Giovanni Cristofori di Trento 51 .<br />

Nella rettorica primi anni. Bartolommeo Valenti da Val di Sole. Giambattista Eccher dall'Eccho<br />

di Caldonazzo cavaliere. Alberto Paurfeind di Trento. Aloisio Collizzoli da Giudicaria. Aloisio<br />

Fenici da Tenno. Giambattista Curzel da Caldonazzo. Nella gammatica suprema.<br />

Francescantonio Lupi di Margon da Trento. Paride barone Kloz di Rosenberg, e Spreheim ecc.<br />

Giambattista Ossana da Val di Non. Federico Federici. Giambattista Foresti ambidue di<br />

Trento 52 . Lorenzo Chimelli da Pergine. Nella grammatica media. Simon Giuseppe Rohr di<br />

Trento. Simon Rover di Trento. Marquardo Leopoldo Conte di Welsperg, e Primier, Signore in<br />

Altrassen, e Langenstein, canonico di Trento, da Primiero. Francesco Bergamo da Val di Non.<br />

Nella grammatica infima. Tommaso Bruti da Rendena. Francescantonio Conte Graziadei de<br />

Trilaco da Trento, come Conte. Stefano Birti di Trento. Alberto dal Cesare di Trento. Aloisio<br />

Mendini da Val di Non. Nè principi. Dionisio Antonioli da Levico. Giuseppe Marzari di Trento.<br />

Giacomo Prati da Caldonazzo. Il Lupi ne ha riportato cinque. Il Rohr altri cinque. Il Bruti tre.<br />

Gli scolari tutti delle scuole minori, cioè della rettorica, e delle inferiori furono 149.<br />

7 agosto 1792<br />

Li sette leggo, che Francesco secondo in occasione della sua coronazione imperiale ha creato de'<br />

nuovi Conti, baroni, cavalieri, e ciambellani, tra questi un Conte d'Arco, ed ha conferito la<br />

dignità principesca al Conte Leopoldo Kollowrat boemo, Conte Carlo Palfy ungaro, Conte<br />

Schönborn, e Conte Camillo Colloredo. Non si verifica questa creazione di principi. Leggo, che<br />

la dichiarazione di guerra indirizzata agli abitanti della Francia da sua altezza serenissima Carlo<br />

Guglielmo Ferdinando Duca di Brunswick-Luneburgo, supremo comandante delle armate<br />

austro prussiane, data nel quartier generale di Coblentz li 25 luglio 1792. Parla con una grande<br />

franchezza. Vedremo con qual fortuna. Leggo, che l'assemblea francese ai 19 luglio ha decretato<br />

di vender i palazzi vescovili, sperando di ricavare venti milioni, e di dare ai vescovi del danaro<br />

per pagare il loro alloggio.<br />

10 agosto 1792<br />

Li dieci leggo nella Gazzetta trentina foglio 64 il seguente: Avviso. Si fa noto al pubblico, che<br />

l'ill.mo signor professore de Barbacovi nel venturo anno scolastico darà dalla cattedra nel<br />

pubblico ginnasio tre giorni in settimana lezioni di diritto di natura, e delle genti, ed altri tre<br />

giorni lezioni di diritto civile, oltre i soliti collegi, sì nell'una, che nell'altra scienza. Così la detta<br />

Gazzetta. Ciò si nota, perché il detto sig. Gianfrancesco Barbacovi di Taio, fratello del<br />

consigliere, ed ex professore Francesco Vigilio Barbacovi, è stato licenziato dal Magistrato<br />

civico, ed eletto nuovo professore il signor dottore Vigilio Schratenberg di Trento assessore<br />

dell'officio spirituale di Trento. Il Barbacovi è stato confermato dal vescovo. Questa cosa non<br />

sarà bene intesa, né potrà produrre buoni effetti. Poscia lo Schratenberg ha rinunciato.<br />

51 Cristofori figlio dell'osto dai tre Mori di Borgo s. Croce. Fu questo Cristofori impiccato al<br />

Tagliamento dal militare austriaco, come spione de' francesi.<br />

52 Il Foresti nel 1795 si ha fatto soldato austriaco.


11 agosto 1792<br />

Gli undici ho ricevuto di ritorno da Insprugg il mio direttorio monastico intatto, ed approvato<br />

per la stampa dall'eccelso governo li 12 di luglio, da cui fu segnato: Ecclesiast. N° 4403/540.<br />

15 agosto 1792<br />

Li quindici monsignor Vicario generale canonico Simone Albano Zambaiti è stato a Bolgiano<br />

alla solennità della restituzione in pristinum di quella Collegiata, già soppressa da Gioseppe<br />

secondo.<br />

Nel medesimo giorno quindicesimo nel Duomo di Trento fu cantata solenne Messa in musica,<br />

col Te Deum per la seguita elezione, e coronazione imperiale di Francesco secondo.<br />

18 agosto 1792<br />

Li dicidotto, giorno di sabato circa le dieci, nella Piazza Pretoria di Trento, dal boia di Merano<br />

con tre colpi di spada fu decapitato Giovanni quondam Giovanni Franceschini, nativo di Drone,<br />

ma originario di Vigolo Baselga, giovane di circa 25 anni, perché ha li 9 novembre <strong>1791</strong><br />

barbaramente ucciso un suo per altro amico bottaio Oberaur di Trento, alle Sarche, dopo d'aver<br />

mangiato e bevuto insieme, per una contesa di quattro sole petizze, dopo che l'Oberaur gliene<br />

diede due, ed altri si esibirono di dargli le altre due. Fu condannato dal podestà Gio. Domenico<br />

Romagnosi dottore delle leggi, collegiato, e cavaliere piacentino. Le spese furono fatte tutte dal<br />

fisco. Il decollato fu servo in castel Campo, ed anche masadore dello stesso castello a Bolgiano.<br />

Gli hanno assistito il sig. don Vincenzo Angeli e due Padri Cappuccini. Secondo il solito li<br />

confratelli della Morte hanno questuato per fargli celebrare delle sante Messe, nella città e ne'<br />

villaggi circonvicini, ed hanno trovato cento ed otto fiorini. Questa volta gli fu intimata la morte<br />

non dal procuratore fiscale, ch'è il signor Tosetti, ma dal cavaler, o sia bargello Vincenzio<br />

Tolommei avendo giudicato cosa impropria, che un tal atto sia fatto da una persona civile sua<br />

altezza rev.ma.<br />

19 agosto 1792<br />

Li 19 domenica, e festa del voto della città per il contagio del 1630 sono stato alla solita<br />

processione del Duomo ed alla Messa cantata in musica con isparo di mortari. La cantò il<br />

Beneficiato don Bartolommeo Gerloni, assistito dal sig. piovano, dai leviti, dal cerimoniere<br />

canonicale e dai chierici seminaristi.<br />

21 agosto 1792<br />

Li 21 agosto leggo, che in Roma Pio sesto ha ordinato un giubbileo straordinario di otto giorni<br />

per li bisogni presenti della Chiesa cattolica. Terminò ai quindici. Sono andati tutti li Regolari<br />

ogni giorno processionalmente alle chiese destinate; ed il Papa con molti cardinali e prelati ad<br />

una ogni giorno, dove col ss. Sacramento ha dato la benedizione.<br />

24 agosto 1792<br />

Li 24 leggo, che l'imperatore Francesco secondo ai nove di agosto, giorno di giovedì, e vigilia di<br />

s. Lorenzo, in Praga fu coronato re di Boemia.<br />

25 agosto 1792<br />

Li 25 da una persona di Termeno sono stato assicurato, che in quel luogo il vizio è punto<br />

verecondo, mentre le giovani, che non hanno marito, partoriscono, allattano, ed allevano come<br />

le maritate pubblicamente i loro parti, con questo di più, che dal giudice del luogo ricevono<br />

dieci fiorini ogni volta, che partoriscono un maschio. Questo fu introdotto da Giuseppe secondo,<br />

siccome allora ho sentito, ed anche letto a stampa ne' fogli pubblici. Oh Dio!<br />

28 agosto 1792<br />

Li 28 nella Gazzetta monauniana ho letto, che il re di Francia Luigi XVI è stato deposto li 9 di<br />

questo agosto nella notte venendo i dieci, e fu rinserrato colla sua moglie Antonietta d'Austria,


Luigi suo figlio, Maria Teresa figlia, ed Elisabetta sorella, nel castello di Luxenburgo situato in<br />

un borgo di Parigi. Ho pur letto che moltissimi francesi sono stati massacrati da altri francesi e<br />

che sono state commesse delle crudeltà insolite affatto, ed indicibili. Non ho tempo da<br />

trascriverle.<br />

31 agosto 1792<br />

Li 31 leggo, che il detto re non fu rinserrato nel castello di Luxemburgo per timore, che col<br />

mezzo di sotterranei del medesimo potesse fuggire, o essere rapito; ma bensì nel castello<br />

Temple situato in un borgo di Parigi. Che la famiglia reale col re non ebbero vestiti da mutarsi<br />

d'alcuna sorta, né pure camicie. Che la residenza reale fu messa a sacco, e sono state vendute<br />

delle camicie, e de' merletti della regina.<br />

settembre 1792<br />

Ne' giorni seguenti non ho fatto note, perché sono stato lungi dalla cella, per aver dovuto<br />

sostenere il carico di confessore straordinario si monache.<br />

Nella Piazza della Fiera fuori di Trento al luogo del pallone fu fatto uno steccato di tavole, con<br />

un palco per sua altezza rev.ma nostro vescovo, un altro appreso sopra il tetto delle case per<br />

l'ill.mo Magistrato consolare, altri nella parte opposta, con panche ecc. Chiuso e custodito dai<br />

soldati del Zuchthaus, ed agli sbirri: tutto col permesso del detto Magistrato perché in esso<br />

possano giocare col pallone quattro fiorentini, e quattro roveretani quattro volte, cioè li 15 e 16<br />

sabato, e domenica, li 18 e 19 martedì e mercoledì. Ma subito sono nati degli scompigli, perché<br />

per entrare bisogna dar un traiero, e per sedere due traieri. Tal danaio è per li giuocatori, e per le<br />

spese dello steccato. Li contadini, e plebei sonosi sentiti pregiudicati, han tentato di rompere lo<br />

steccato, han conteso e sono seguite delle piaghe ecc. Fu giuocato nel giorno 19 con grande<br />

concorso di persone ance straniere. Poi venne disfatto lo steccato.<br />

Perché il nostro vescovo non può stare in piedi sono andati a Verona per essere ordinati dodici<br />

chierici trentini, quattro de' quali saranno ordinati sacerdoti.<br />

Le crudeltà, che leggonsi usate dai francesi colli francesi stessi sono tali, che sembrano<br />

incredibili. Certamente sono nuove nel mondo. Tra massacrati si contano 264 preti non giurati,<br />

cioè che non han voluto fare il giuramento civico, che si trovavano nel convento de' Carmelitani<br />

di Parigi. Fra di loro si contano come massacrati l'arcivescovo d'Arles, il vescovo di s. Papoul, il<br />

vescovo di s. Pont, il vescovo di Xaintes, ed il vescovo di Beauvais. Tutti in una sola notte, e<br />

perché gli ecclesiastici predetti furono fedeli a Dio. Ciò fu ai 12 del corrente. Gli uccisi fansi<br />

ascendere al numero di 3.000, cioè tremila persone.<br />

La pitonessa Maria Susanna Casellarose francese, comparsa in Bologna nello scorso agosto, e di<br />

là scacciata, finalmente da Viterbo fu condotta a Roma, e rinchiusa nel maschio di Castel s.<br />

Angelo li sei del corrente. Dopo non fu più nominata.<br />

Il Papa ha fatto erigere due stamperie secrete ne' suoi palazzi Vaticano e Quirinale.<br />

L'assemblea francese ha decretato, che il Matrimonio sia un contratto dissolubile col divorzio.<br />

28 settembre 1792<br />

Li 28 venerdì Luigi Francesco Riboldi cittadini di Parma come nuovo podestà di Trento ha fatto<br />

lo statutario giuramento nel Consiglio aulico, essendo assente il vescovo principe. Prima di<br />

entrare dovette far anticamera una mezz'ora, per cosa insolita. Volendo poi dopo il giuramento<br />

fare la solita allocuzioncella, il signor cancelliere Gentilotti non glielo permise, ma dissegli, che<br />

andasse via subito. Così gli è accaduto perché non la ha mostrata al medesimo cancelliere<br />

qualche giorno avanti come da poco in qua fu decretato. Altrettanto negli ultimi anni praticato<br />

anche coi consoli quando vanno a giurare. Essi più non parlano, né avanti né dopo. Il Riboldi<br />

avrà fatto secondo l'istruzione avuta dai consoli, de' quali alcuni furono presenti.<br />

2 ottobre 1792<br />

Li due d'ottobre nel foglio 79 della Gazzetta trentina sotto la data di Vienna 24 settembre leggo,<br />

che il nobile signor Francesco de Betta dalla Valle d'Anaunia in qualità di protocollista del


cambio de' nobili fu da sua maestà l'imperatore fatto segretario del tribunale de' nobili col<br />

salario di fiorini 1.000 annui.<br />

3 ottobre 1792<br />

Li tre ci fu portato il cartello, che si dica la colletta ad petendam serenitatem nella santa Messa.<br />

Leggo, che nello scorso settembre in Menin della Fiandra sua patria è morto il sig. van der<br />

Mersch già condottiere de' sollevati fiamminghi contra Gioseppe secondo, più volte rammentato<br />

in questo mio Diario.<br />

Intendo, che in Trento sonovi delle differenze tra il Magistrato civico, ed il macello castrense,<br />

perché tanti vanno a quel macello, giacché trovano carni migliori, ed a più buon prezzo.<br />

8 ottobre 1792<br />

Gli otto, giorno di lunedì li trentini hanno dato principio alla vendemmia generale.<br />

10 ottobre 1792<br />

Li dieci di sera in Trento il sig. cancelliere Giambattista Gentilotti vedovo d'anni 82, senza<br />

figliuoli, ha presa per sua moglie la sig. contessa Gioseffa Terlaga figlia del quondam Conte<br />

Antonio, giovane di anni 26 con dote di fiorini seimila. Le ha fatto una contraddote di fiorini<br />

quattromila in danaro, e due mila in gioie; con cinquecento fiorini annui di mancia, e con altri<br />

patti molto notabili. Questo molto dispiace al sig. Conte Antonio Crivelli figlio d'una sorella del<br />

Gentilotti, che sebbene assai ricco aspettava di riuscir erede. Nello stesso momento il figlio del<br />

Conte Giangiorgio Triangi di Trento ha sposata Barbara sorella della suddetta Gioseffa, ma più<br />

vecchia, contando 32 anni di età. Molte furono proposte al Gentilotti. Egli scelse l'ultima, e tutto<br />

seguì dentro lo spazio di soli sette giorni. Se non ha figli si estingue la famiglia nobile de'<br />

Gentilotti di Trento, restando altri poveri 53 .<br />

Leggo, che Luigi XVI fu re di Francia per decreto dell'assemblea in avvenire sarà chiamato<br />

Luigi ultimo, oppure Luigi di Borbone, Luigi Capeto.<br />

Le cose della guerra tra' francesi, ed austro-prussi vanno assai prosperamente per li francesi, li<br />

quali hanno preso anche la Savoia.<br />

28 ottobre 1792<br />

Nella notte venendo li 28 del corrente ottobre, circa l'una, in Trento appresso s. Maria Maggiore<br />

il fuoco ha danneggiato il fornaro Domenico Grandi con pericolo di ulteriori rovine.<br />

Ho inteso che sono ritornati sul Trentino trecento sollandi tutti ad un tempo venuti dal Piemonte<br />

con una premura come se avessero avuto alle spalle i francesi. Ho pure inteso, che gli stessi<br />

francesi hanno preso Francfort, e Magonza; e così anche poscia letto.<br />

11 novembre 1792<br />

Gli undici di novembre, domenica, e festa di san Martino questi Padri Carmelitani nella loro<br />

chiesa di s. Gioseppe alle Laste sopra Trento hanno solennizzato la beatificazione della beata<br />

Maria dell'Incarnazione monaca conversa del loro Ordine, la quale fu solennemente beatificata<br />

da Papa Pio sesto ai cinque di giugno del <strong>1791</strong>. Fecero festa un giorno solo, quantunque la<br />

concessione apostolica fosse di un triduo. Parecchi giorni avanti esposero sulle porte di tutte le<br />

chiese un invito sacro manoscritto lungo. Panegiricò il signor don Vincenzo degli Angeli di<br />

Trento. Cantò la Messa il canonico Emmanuele Conte di Thunn, coi musici di Trento. Li Padri<br />

fecero imprimere in un foglio in 4° l'effigie della Beata con una preghiera dietro alla medesima.<br />

Fecero pure stampare la di lei vita con questo titolo: Ristretto della vita della B. Maria<br />

dell'Incarnazione monaca conversa professa dell'ordine delle Carmelitane Scalze, e fondatrice<br />

del medesimo Ordine in Francia. In Roma, ed in Trento 1792. Per Giambattista Monauni stamp.<br />

vescovile con lic. de' Sup. in 12°, pagg. 12. Ella nacque in Parigi il primo giorno di febbraio<br />

53 Turpe senes miles, turpe senilis amor. Effatum. Senes ab ipsa concluduntur aetate, et iusto<br />

intemperantiae pudore revocantur facere opera nuptiarum. S. Ambros. apud Cornel. Lucae 1,24.


dell'anno 1565 e fu battezzata col nome di Barbara. Fu figlia di Niccolao Aurillot Signore di<br />

Champlastreux, e di Maria l'Huillier, ambidue nobili. Stette due anni come educanda nel<br />

monastero di Long-Champ di monache Clarisse situato due leghe fuori di Parigi, dove fu posta<br />

essendo di anni dodici. Contra sua voglia per ubbidire ai suoi genitori sposò il signor Acarie, da<br />

cui ebbe tre figliuoli, e tre figliuole, le quali si fecero tutte e tre Carmelitane Scalze. Dopo 29<br />

anni di matrimonio restò vedova; e si fece monaca Carmelitana Scalza conversa in Amiens, col<br />

nome di suor Maria; e dopo quattro anni di vita claustrale morì nel monastero di Pontoise li<br />

sedici di aprile del 1618, da male de' polmoni infiammati, dell'apoplessia, e paralisia, in età di<br />

anni 54 incominciati. Pontoise, Pontisare, è città capitale del Vessinese, ossia Tractus<br />

Volcassini, distante circa 20 miglia da Parigi. Amiens, Ambianum, è città vescovile discosta<br />

novanta miglia da Parigi. Suppongo, che Pio sesto l'avrà beatificata anche perché preghi Dio per<br />

li presenti estremi bisogni de' francesi, li quali commettono tali crudeltà, e tante contra li<br />

cattolici, che sembrano affatto nuove anche agli eruditi nelle storie de' tempi trascorsi.<br />

Continuamente passano per Trento de' francesi emigrati. Sono tutti signori; ma vendono delle<br />

robe a buon prezzo per bisogno di danaro. Sono stati qui anche due nostri Frati laici un lorenese,<br />

ed un alsaziano fuggiaschi dai francesi. È pure stato qui un prete di Brusselles istradato per<br />

Roma. Questi tra più altre cose disse, che ora pugnant impii contra impios.<br />

Tre preti francesi nella bottega del Monauni interrogati hanno risposto, che il giuramento civico<br />

contiene più di trenta articoli contra la fede cattolica.<br />

Un prete di Trento predicatore, detto F. R. figlio di G. R. notaio per avere bestemmiato contra<br />

santo Agostino nella caffetteria rigleriana, per lodare Filippo Custine francese, fu sospeso dalla<br />

Messa. Un altro prete francesista fu condannato al ritiro di castel Pergine. Altri dicono ciò non<br />

esser vero, e così è. Furono soltanto minacciati. Il Custine eroe de' francesi fu decapitato dai<br />

francesi nel 1793 in Parigi.<br />

In questi giorni in Trento fu pubblicato un proclama contra i francesisti. Altri lo negano<br />

meritamente.<br />

Ho inteso, che la regina di Francia Maria Antonietta arciduchessa d'Austria d'anni 37 ha una<br />

lunghissima treccia tutta bianca. Niuno la compassiona, perché ognuno la crede la causa<br />

principale delle sciagure moderne della Francia, mercé che sorella del fu imperatore Gioseppe<br />

secondo.<br />

Più volte in questi giorni ho inteso, che l'imperatore Francesco secondo sia già morto, e che<br />

sieno passati due corrieri. Chi gli ha parlato tre volte in Francfort asserisce, che allora pure gli<br />

comparve molto macilente, e tristo. Ma vive 1795.<br />

19 novembre 1792<br />

Li diciannove dopo il vespro fu posta la Via Crucis dipinta dal sig. Niccolò Volani di Trento in<br />

questa nostra chiesa di san Bernardino, benché siavi nell'oratorio della Madonna, nel coro e<br />

fuori della porta maggiore. Costò 35 fiorini, de' quali trenta furono dati al pittore. Nella stessa<br />

sera de' 19 abbiamo cominciato a scaldare il nostro refettorio grande. Cessammo li 19 marzo<br />

1793.<br />

20 novembre 1792<br />

Li 20 l'Adige menò ghiaccio, e soffiò un vento molto crudo. Rapporto al ghiaccio altro lo<br />

negano.<br />

21 novembre 1792<br />

Li 21 mercoledì nel castello di Trento vi fu un concorso generale per le parrocchie austriache.<br />

22 novembre 1792<br />

Li 22 giovedì nello stesso castello vi si tenne il concorso per la parrocchia di Vigo dell'Anaunia.<br />

Li preti concorsi a questa furono soltanto 20, anzi 19.


Nel medesimo giorno dopo vespro cadde la prima neve nella città di Trento. Leggo, che in<br />

Roma al airomem led rotarepmi odlopoel aivattut arud atsuafni 54 .<br />

23 novembre 1792<br />

Li 23 leggo, che li nobili, ed il clero del Brabante si obbligano di sacrificare e beni, e vita per<br />

resistere ai francesi, se vengono rimessi ne' loro primieri diritti dall'imperatore. Dunque né pur<br />

Francesco II gli ha graziati, e consolati.<br />

Leggo replicatamente, che per mare sono giunte a Roma molte monache francesi, fuggendo<br />

dalla gravissima persecuzione francese, e che dal Papa sono state collocate in diversi monasteri<br />

di Roma. Così è anche de' Frati, e preti francesi rifugiati in Roma e nella Romagna pontificia.<br />

Dicesi, che sulla Romagna vi sono circa 20 mila ecclesiastici fuggiti dalla persecuzione<br />

francese. Ho pur letto che in Vienna d'Austria sonovi più di 19 mila francesi fuggiaschi. Si<br />

trovano fermati in Trento sei preti francesi, uno de' quali fu Vicario generale del vescovo di<br />

Grenoble nel Delfinato. Essendo giunti in Bolgiano troppo laceri, furono tutti vestiti di nuovo,<br />

ed uniformemente dalla carità de' canonici di Bolgiano, e di altri bolgianesi.<br />

Leggo, che l'imperatore Francesco gode della più prospera salute, e che fu consigliato di<br />

moderare il suo quotidiano esercizio di andare alla caccia, o al passeggio cavalcando per<br />

conservarla. Leggo pure, che li francesi hanno fatto grandi progressi nelle Fiandre austriache,<br />

essendosi più città date nelle loro mani facilmente, e senza ripugnanza.<br />

Leggo altresì un dispaccio dato in Insprugg li 20 del corrente al nostro Padre <strong>Provincia</strong>le colle<br />

direzione al P. Aurelio da Borzaga <strong>Provincia</strong>le de' Francescani italiani a Trento, quantunque il<br />

detto Padre <strong>Provincia</strong>le non siasi mai chiamato Aurelio di Borzaga, chiamandosi Arcangelo di<br />

Cles.<br />

Nel corrente Avvento predicano li Padri nostri in:<br />

Aldeno, il P. Anacleto da Casezzo, anche nelle feste e primo d'anno. Anche nelle feste natalizie<br />

ecc. potrebbe qui attaccarsi anche a più altri.<br />

Romagnano, il P. Giorgio da Clesio.<br />

Villazzano, il P. Francesco Borgia da Riva.<br />

Povo, il P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Cognola, il P. <strong>Provincia</strong>le Arcangelo da Cles.<br />

Gardolo, il P. Segretario Gio. Evangelista da Stenico.<br />

Calavino, il P. Illuminato da Clesio.<br />

Vezzano di sera, il P. Illuminato medesimo anche nelle feste.<br />

Civezzano, il P. Ilario di Civezzano Vicario in Pergine.<br />

Roveredo a s. Maria, il P. Gasparo da Campo<br />

Volano, il P. Basilio d'Albiano.<br />

Villa Lagarina, il P. Gio. Vincenzo da Roveredo.<br />

Besenello, il P. Damaso da Vigol Vattaro. Ma le sole due prime domeniche, poi il P. Guardiano<br />

Amadio.<br />

Altrove altri. Pergine, il P. Guardiano Cirillo da Revò<br />

Pressano, il P. Vicario Filippo da Metodesco 55 .<br />

7 dicembre 1792<br />

Li sette dicembre leggo, che negli ultimi dello scaduto novembre ha finito di vivere Enrico<br />

Giovanni Kerens, nativo di Mastricht, e vescovo di s. Pölten, in età di anni 68. Egli fu Gesuita,<br />

ultimo vescovo di Neustadt, e primo vescovo di s. Pölten, o sia Sant'Ippolito nell'Austria. Fu<br />

pure uno de' tristi consiglieri di Gioseppe secondo, benché non portasse titolo di consigliere.<br />

Nacque in Mastricht città della diocesi di Liegi ne' Paesi Bassi li 23 maggio 1725 e prese il<br />

possesso del vescovado santippolitano il primo di maggio del 1785.<br />

54 Leggi alla rovescia: "Infausta dura tuttavia Leopoldo imperator del memoriale"<br />

55 *Mezzocorona.


8 dicembre 1792<br />

Gli otto ho letto un sonetto stampato dal Monauni par il possesso dato ad un nuovo parroco li<br />

sei del corrente, tutto pieno di bugie manifestissime.<br />

Nello stesso giorno la Compagnia dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima eretta nella<br />

chiesa di questi padri Minori Conventuali a San Francesco ha celebrata la sua solita solennità,<br />

malgrado l'essere stata privata de' suoi fondi dal vescovo per fare il cimitero comune campestre,<br />

di cui non c'è ancora verun principio. Fece il panegirico il nostro Padre Guardiano Gioachino da<br />

Pressano come amico del ministro di essa Conte consigliere Filippo Consolati.<br />

11 dicembre 1792<br />

Gli undici sono partiti da Trento undici catenati dell'ergastolo, accompagnati dai soldati del<br />

medesimo ergastolo, verso Bolgiano, dove saranno arruolati alle milizie, che si reclutano contra<br />

i francesi.<br />

12 dicembre 1792<br />

Li dodici ho letto che il soprallodato P. M. Niccola Maria Ciani non può conseguire il<br />

vescovado di Como, cui fu nominato da Leopoldo secondo, perché li comaschi vogliono un<br />

lombardo, e Francesco secondo, attese le presenti critiche circostanze non vuole disgustarli. Per<br />

altro il medesimo Francesco secondo ha fatto sapere al P. Ciani 56 , che stima la di lui dottrina, e<br />

che si ricorderà di lui in altre occasioni. Al detto P. Ciani ha pregiudicato l'essere stato nominato<br />

da un monarca inviso alla Sede Apostolica, e l'avere stampato un libro de Gratia Christi<br />

secondo li principi del P. S. Agostino contrari a quelli degli ancora potenti exgesuiti, due de'<br />

quali hanno fatto grandi maneggi nella Corte di Roma contra il lodato P. Ciani, nominatamente<br />

il fu Padre Francescantonio Zaccaria veneto celeberrimo. Vedi sopra al 23 novembre <strong>1791</strong>.<br />

14 dicembre 1792<br />

Li 14 ho letto una circolare del nostro vescovo Pietro Vigilio diretta al venerabile clero curati<br />

con dato in Trento dal castello della nostra residenza 30 novembre 1792. Comincia:<br />

Quell'apostolico oracolo, e tratta della libertà, ed uguaglianza, cose millantate dai francesi, e<br />

allettanti al francesismo moderno empio, barbaro, e scellerato. Fu stampata dal Monauni in<br />

Italiano ed anche in latino. Empie 16 pagine in 8° grande.<br />

Nel medesimo giorno 14 sono giunti a Trento li primi soldati austriaci, che vanno per difendere<br />

la Lombardia dall'invasione de' francesi.<br />

Li medesimi soldati hanno fatto de' mali, e delle insolenze a Bolgiano; e quindi avvisato il<br />

Conte Pio di Wolckenstein capitano di Trento h spedito loro incontro, perché non facciano<br />

altrettanto in Trento. Ciò non ostante hanno malmenato, ed anche ferito un prete svizzero<br />

viandante in Trento, per la quale barbarie furono ripresi dal detto Conte.<br />

16 dicembre 1792<br />

Li sedici ho letto la suddetta circolare latina parimente stampata in 8°, pagg. 16, diretto Ven.<br />

Clero in animarum cura constituto. Comincia: Apostolorum oraculum. Dice Apostolorum,<br />

perché ricavata dalle epistole di s. Paolo, s. Pietro, e san Giuda Apostoli. Avanti il nome del<br />

vescovo non v'è il Nos. Al fine vi è NB Litteras has nostras vulgari idiomate redditas e<br />

suggestu vel altari prima die dominica a singulis animarunm curatoribus populo enunciari,<br />

atque ex iis argumentum saepius populum instruendi, et exhortandi desumi mandamus.<br />

Nel medesimo giorno, correndo la domenica Gaudete, nel Duomo di Trento furono fatte<br />

pubbliche orazioni coll'esposizione del ss. Sacramento contra li francesi increduli, barbari, e<br />

disturbatori del mondo. Lo stesso fu fatto li 17 in s. Maria Maggiore, li 18 in s. Pietro.<br />

Ho letto, che il menzionato Kerens vescovo di s. Ippolito ha lasciato una facoltà di trecento mila<br />

fiorini, li quali in gran parte si trovano nel banco di Amsterdam nell'Olanda. Ha lasciato sue<br />

erede universale la sua nipote; e fra gli altri Legati pii ha assegnato quaranta mila fiorini a pro<br />

56 Per mezzo del Conte Gianfrancesco Vilzegg ministro di Milano.


degli studenti più necessitosi. Leggo pure, che il vacante vescovado di Sant'Ippolito<br />

dall'imperatore Francesco secondo è stato conferito al principe di Hohenwart vescovo di Trieste;<br />

il quale nel catalogo stampato de' vescovi si dice Sigismondo Conte di Hohenwart eletto<br />

vescovo di Trieste in Istria nel <strong>1791</strong>. Vedi sopra 13 febbraio <strong>1791</strong>. Anch'egli fu Gesuita. Nacque<br />

in Gerlachstein di Lubiana li 2 maggio 1730 e venne trasferito a s. Ippolito li 12 settembre 1744<br />

e fatto arcivescovo di Vienna nel 1803.<br />

21 dicembre 1792<br />

Li 21 ho inteso, che avendo rinunciato ultroneamente il consiglierato, e cancellierato aulico di<br />

Trento il signor Gio. Battista Gentilotti, gli fu sostituito nel cancellierato il signor consigliere<br />

Francesco Vigilio Barbacovi da Taio; e che nello stesso tempo il signor Alberto Vigilio Conte<br />

Alberti di Poia vedendosi trascurato, ha rinunciato il consiglierato, vice cancellierato,<br />

capitaniato della Rocca di Riva, e della casa di correzione.<br />

Ho letto una lettera ad un canonico di Trento scritta sopra, e contra il canonicato posseduto dal<br />

Conte Bartolommeo di Lodrone, il quale ora dallo scaduto novembre si trova nel seminario<br />

salodiano per istudiare. Vuolsi scritta dal canonico Piccini al canonico Alberti Enno seniore. È<br />

stampata in 8°, pagg. 54, senz'anno, luogo, stampatore, e approvatore.<br />

25 dicembre 1792<br />

Nella notte del ss. Natale, venendo il giorno venticinque, passò per Trento senza fermarsi<br />

andando ai bagni di Pisa la regina vedova di Suezia luterana Sofia Maddalena principessa reale<br />

di Danimarca, nata li tre di luglio del 1746 e sposata li 4 novembre 1776 a Gustavo terzo re di<br />

Suezia dal 1771 sino al corrente 1792 in cui fu ucciso proditoriamente 57 . Ella è madre del<br />

moderno re Gustavo Adolfo quarto, e sorella di Cristiano VII re di Danimarca luterano.<br />

26 dicembre 1792<br />

Li 26 festa di santo Stefano nel castello di Trento il nostro vescovo ha ordinato sacerdoti alcuni<br />

studenti d'Insprugg diocesani di Trento, a tenore delle leggi gioseffine.<br />

Nella stessa sera in Trento hanno dato principio alle loro opere diaboliche li commedianti,<br />

quantunque abbia loro negato il suo voto il signor console Conte Bartolommeo de' Fati Tabarelli<br />

di Terlago; e siavi anzi bisogno estremo di placare la giusta ira del Signor Iddio con opere<br />

buone. Nella notte, e giorno seguente cadde in città la quarta neve, che restò alta, e m'impedì<br />

l'andare nella medesima città per un urgente affare. Assai più alta è venuta nella Valsugana, e<br />

nel Perginasco. Li concorsi alla detta prima commedia furono tanti, che non tutti trovarono<br />

luogo, e quindi non pochi ritornarono a casa. Mi fu detto, che furono circa quattromila, e che per<br />

lo meno pagar deve ogni uno dieci soldi, o 10 carantani.<br />

Ho sentito leggere, che in Cauria del Primiero fu veduta una spia francese con un barba lunga<br />

posticcia, con abito, e tabarro nero. Dopo, che partì da Cauria fu inseguita da un paesano, che<br />

andò ad avvisarne li tesinati, e gli strignati. Non so ancora con qual esito. Fu arrestata in Borgo<br />

avanti li 31, ma dopo alcuni giorni licenziato.<br />

In Mantova ultimamente fu arrestato e carcerato molto strettamente Francesco figlio del sig.<br />

Giuseppe Slopp di Trento professore matematico nell'università di Pisa, mentre ritornava a Pisa<br />

dopo d'essere stato in Francia, e qui a Trento. Il motivo fu, perché in una caffetteria fu scoperto<br />

giacobino. Nel di lui convoglio fu ritrovata una lettera del general Custine francese con otto<br />

coccarde. Egli è nato in Pisa dal professore Slopp nativo di Trento 58 .<br />

57 Vedi sotto al 27 gennaio 1793.<br />

58 Francesco liberato nel febbraio 1793. Sta in Trento 1797.


28 dicembre 1792<br />

Li 28 è ritornato a Trento il famoso Conte Fato di Terlago figlio del Conte Vincenzo, e della<br />

contessa Pacifica Cresseria 59 , dopo che dai soldati fu solennemente degradato, e cacciato via.<br />

Egli non è capace di emendarsi. Vedi sotto.<br />

Secondo il mio solito protesto, che anche in quest'anno 1792 ho tralasciato moltissime cose.<br />

30 dicembre 1792<br />

Li 30 ho inteso, che in Vienna d'Austria ultimamente fu scoperta una congiura di molti clubisti<br />

francesi, e tedeschi, li quali avevano stabilito di massacrare tutta la famiglia cesarea la prima<br />

volta, che la trovava unita al festone, dando prima il fuoco in più luoghi della città, e<br />

nominatamente al gran legnaio. La manifestò un complice all'ambasciadore della Moscovia.<br />

Vedi sotto al 19 febbraio 1793. Volevano fare un Vespro siciliano nella santissima notte di<br />

natale.<br />

31 dicembre 1792<br />

Li 31 da due parolotti piemontesi ci fu raccontato, che negli anni scorsi hanno trovato in<br />

Pinedo 60 trentino due francesi finti mendici. Da altro ho inteso, che altri francesi sono stati<br />

veduti in Bondone presso Trento; e che quest'anno si è il primo in cui a Trento si fanno<br />

commedie d'inverno. Basta. Basta.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO M.D.CC.XCIII. 1793<br />

1 gennaio 1793<br />

Nel primo giorno di gennaio, festa della Circoncisione di Gesù Cristo Signor nostro, ha fatto il<br />

discorso sopra il ss. Nome di Gesù nella chiesa delle Fradaglie di Trento il nostro Padre<br />

Illuminato da Cles.<br />

Nel medesimo giorno ho letta la prima enciclica diretta ai comaschi da monsignor Bertieri,<br />

stampata senza luogo, nome di stampatore, e tempo in 4°, pp. 14. Comincia: Giuseppe Bertieri,<br />

per la grazia di Dio, e della Sede apostolica vescovo della s. Chiesa di Como ai venerabili<br />

fratelli, ai diletti figli, al Capitolo della cattedrale, al clero tutto, e popolo della città e diocesi di<br />

Como, salute in Lui, nel quale è la vera salute. In fine vi è: Vienna ai 21 dicembre 1789. Verso<br />

il fine dice, che preghino specialmente per il sommo Pontefice Pio VI acciò lo dirigga Iddio nel<br />

sentiere della sua virtù, lo custodisca, e salvo il faccia. Tutti poi uniamoci a supplicare con<br />

fervide ed assidue preghiere Dio Ottimo Massimo, acciò lunga, e felice vita conceda a Giuseppe<br />

II imperatore, e re nostro, della cui pietà verso Dio, e del cui sincero desiderio di promuovere il<br />

divin culto, e sollecitudine di giovare ai sacri ministri della religione, ai quali è affidata delle<br />

anime la cura, dubitar non ne può se non chi inscio sia delle cose, o maligno; e ne son io stesso<br />

qui testimonio. Preghiamo l'Altissimo, che serbi pur incolume l'augusta famiglia e<br />

particolarmente i reali principi Ferdinando, e Beatrice colle regia loro prole. Questo solo<br />

frammento può bastare per comprendere quanto forte sia l'impegno dell'adulazione, oppure di<br />

qual taglio sia il Bertieri, che ora è vescovo di Pavia. Si avverta, che non manifestasi punto<br />

Agostiniano, anzi né meno Frate, contra le leggi canoniche. Nella detta sua circolare mostra la<br />

dignità, eccellenza, e utilità della religione cristiana.<br />

2 gennaio 1793<br />

Li due ho inteso per la prima volta, che sono stati creati nuovi consiglieri aulici di Trento il<br />

signor dottore Giuseppe Leporini, ed il sig. Carlo Ippoliti ambidue di Pergine; come pur vice<br />

cancelliere il consigliere Filippo de' Conti Consolati. Per altro in Trento si parla molto contra il<br />

nuovo cancelliere, specialmente non intendendo l'idioma tedesco.<br />

59 *Cresseri.<br />

60 *Piné.


5 gennaio 1793<br />

Nella sera tarda dei cinque con una portantina fu portato a questo nostro convento il suddetto<br />

Conte Fato, perché non lo han voluto tenere li Padri Somaschi, né li propri genitori, fratelli, e<br />

domestici. Tutti dicono, ch'è francesato, benché egli dica soltanto, che ha la rogna. Io credo agli<br />

altri, non a lui.<br />

Continuano a passare per Trento verso l'Italia molti soldati per opporsi ai francesi. Quasi ogni<br />

giorno ne passa. Fermano i carri di munizioni fuori delle porte della città, e li custodiscono<br />

giorno e notte.<br />

9 gennaio 1793<br />

Li nove sono venuti li soldati ulani molto differenti dagli altri, molto grandi, e di tanto bello<br />

aspetto, che tutti sono corsi a vederli come per cosa straordinaria, e sorprendente. Sono a<br />

cavallo, con picche, e senza schioppi, e molto ben vestiti.<br />

Le commedie in Trento sono tanto frequentate, che gli spettatori per aver posto vi vanno molto<br />

tempo avanti, e non trovano quelli, che vi vanno tardi.<br />

11 gennaio 1793<br />

Gli undici ho veduto un libretto italiano, e francese intitolato: Almanacco pittorico anno II, che<br />

contiene num. XII ritratti di pittori della real galleria di Firenze co' loro rispettivi elogi ecc. In<br />

Firenze 1793. A spese di Giovacchino Pagani. Con approvazione, in 12°, pp. 256.<br />

Nel calendario v'ha s. Cristiana Menabuoi li 4 gennaio; B. Angiolo Bonsi fiorent. 12 gennaio; s.<br />

Verdiana vergine 1 febbraio; i sette beati Fondatori 11 febbraio; s. Caterina de' Ricci 13<br />

febbraio; B. Alessio Falconieri 17 febbraio; s. Margherita da Cortona 22 febbraio; B. Ambrogio<br />

Sansedoni 20 marzo; B. Berta fior. 24 marzo; Stimate di s. Caterina 1 aprile; B. Giovacchino<br />

Piccolomini 16 aprile; B. Amideo Amidei Fior. 18 aprile; s. Monaca vedova 4 maggio; B.<br />

Niccolò Albergati Fior. 10 maggio; s. Antonino arcivescovo fiorentino 2 (sic) maggio; s. Podio<br />

vescovo fior. 28 maggio; s. Felce da Cantalice 21 maggio; s. Francesco Caracciolo confessore 4<br />

giugno; B. Michele de Santi trin. 7 luglio; B. Angiolo Mazzinghi fior. 11 luglio; s. Vincenzo de'<br />

Paoli 19 luglio; Perdono d'Assisi 2 agosto venerdì; B. Angiolo Agostini fior. 17 agosto; s. Luigi<br />

re di Francia, Nome di S.A.R. Nostra Signora 25 agosto (cioè di Maria Luisa Gran Duchessa);<br />

B. Giuseppe Alberti fior. 12 settembre; B. Lodovico Capponi fior. 2 dicembre; s. Bernardo fior.<br />

vescovo 4 dicembre; Il giovedì della Sessagesima si nota Berlingaccio. Nella settimana Santa<br />

v'ha mercoledì Santo, giovedì Santo, venerdì Santo, e sabato Santo. s. Atanasio si mette ai 13<br />

maggio; s. Umiltà ai 22 maggio; Avanti del frontespizio vi è un rame con tre figure e con questa<br />

iscrizione Fer III. A.A.M.D.E. Lex tua Veritas, che vuol dire Ferdinando III Archiduci Austriae.<br />

Magno Duci Etruriae. Le ore sono segnate alla tedesca. Nella domenica di Pasqua di<br />

risurrezione e nella Natività di s. Giovanni Battista protettore di Firenze, si nota Gala. s.<br />

Tommaso di Villanova si mette ai 25 settembre; ss. Uomobono e Didaco li 13 novembre; s.<br />

Cristiana serva li 15 dicembre; s. Firenze (sic) vescovo li 30 dicembre; s. Andrea Corsini li 7<br />

gennaio; s Torello conf. 16 marzo; La dedicazione della metropolitana fiorentina li 26 marzo. S.<br />

Ellero ab. li 15 maggio; la festa di s. Giuseppe, di s. Anna. di s. Silvestro, di s. Lorenzo, s.<br />

Stefano, s. Gio., santi Innocenti, degli Apostoli minori, lunedì e martedì di Pasqua e Pentecoste,<br />

dell'Invenzione della s. Croce, sono distinte con un asterisco, le altre hanno una croce grande. S.<br />

Michele si trova in domenica.<br />

12 gennaio 1793<br />

Li dodici dopo il vespro con una portantina fu riportato a Trento il suddetto Conte Fato, così<br />

avendo egli chiesto al suo padre, per poter essere più facilmente curato dal suo male. A noi<br />

riusciva di troppo incomodo, specialmente essendo infermo il nostro infermiero con altri<br />

infermi.<br />

Nel medesimo giorno circa l'una pomeridiana cominciò a nevicare, e nevicò sino alla sera del<br />

giorno tredicesimo, nella quale cominciò a piovere.


Nel giorno stesso, essendo domenica, il R. sig. don Giovanni Contavalle bolognese, dopo<br />

d'avere dati gli esercizi spirituali alla scolaresca di Trento, cioè ai seminaristi, e scolari,<br />

cominciò a dargli al clero secolare, e Regolare, con invito stampato. Li dà presso il seminario<br />

dalle dieci e mezza di mattina, e dalle quatto di sera, ore per noi bernardiniani troppo<br />

inopportune. Anche la stagione a noi riesce contraria, nevicando, e piovendo. Vedi sotto.<br />

Li predicatori destinati dal nostro vescovo per la seguente Quaresima sono questi:<br />

Aldeno, Garniga e Cimone, don Antonio Valdagni.<br />

Avio, don Gasparo Ioppi da Bolognano.<br />

Arsio, e Castelfondo, don Pietro Antonio Casagrande da Bampi di Civezzano.<br />

Banale, don Francesco Amadei, curato di Stenico.<br />

Besenello, e Mattarello, il P. Felice Maria Rasa da Tierno Minor Conventuale.<br />

Blegio, o sia s. Croce, don Andrea Bernardi da Cognola.<br />

Brentonico, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Calavino, don Francesco Claus di Trento.<br />

Cavedine, don Giacomantonio Gigli da Becceca, curato di Varone.<br />

Civezzano, e Cognola, don Bartolommeo Tambosi d'Asserso 61 .<br />

Corredo, e Smarano, don Pietro Vechli curato di Lardaro.<br />

Condino, don Stefano Speranza da Roncone.<br />

Denno, e Flavone, don Felice Menapace da Rallo.<br />

Livo, don Giangiacomo de' Paoli da Melombardo. Fu destinato, ma poi vi predicò don Antonio<br />

Lunelli.<br />

Lizzana, e Isera, don Giacomo Covi da Fondo.<br />

Maleto, don Giuseppe Sizzo di Trento.<br />

Mori, Don Francesco Balisti da Brentonico.<br />

Ossana, don Michele Tommasi di Trento, curato di Braguzzo. Morì nel 1794 in maggio.<br />

Pergine, don Vincenzo Angeli da Trento.<br />

Povo, e Villazzano, don Antonio Lunelli da Torchio. Fu destinato, ma non predicò; bensì don<br />

Primo Somalvigo di Trento.<br />

Randena, don Domenico Boni.<br />

Revò, e Clozzo, don Giovanni Gottardi d'Aldeno, curato di San Sebastiano in Folgaria.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Giorgio Cristofolini da Madrano.<br />

Taio, e Torra, don Giambattista Satini da Pergine.<br />

Tassullo, don Paolo Ceola da Centa di Calceranica, curato di Fornaso.<br />

Terlago, e Baselga, don Antonio Bertini da Cimego, curato di Vezzano.<br />

Spor, e Vigo, don Romedio Conci da Maleto.<br />

Tione, don Giambattista Onestingel da Spor Maggiore.<br />

Val di Bono, don Giuseppe Bezzi d'Ossana, cappellano di Pergine.<br />

Val di Ledro, don Antonio Boninsegna da Pre ledrino, curato di Malsesine 62 .<br />

Vigolo, e Calceranica, don Vincenzo Nella da Randena.<br />

Villa Lagarina, don Domenico Poli da Storo.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Vincenzo Maccani da Cles.<br />

Qui mancano diversi pulpiti dello Stato austriaco per la ragione altre volte addotta.<br />

A V V I S O<br />

S'invita il ven. Clero Secolare, e Regolare ad<br />

intervenire con frequenza agli esercizi spi-<br />

rituali, che per ordine espresso di Sua Al-<br />

tezza Reverendissima si terranno nella Cappella<br />

della Congregazione Maggiore del Liceo de' Stu-<br />

di la domenica prossima 13 del corrente fino<br />

61 *Da Serso.<br />

62 *Malcesine.


alla susseguente domenica.<br />

La mattina principieranno alle ore 10½<br />

Dopo mezzodì alle ore 4.<br />

Il Contavalle fu in Trento nel 1797.<br />

Ne' giorni scaduti ho letto, che quella flotta francese consistente in 40 e più legni, e che da<br />

molto tempo stava aspettando il suo destino nel mare, con gran timore de' siciliani, de' romani,<br />

Lombardi, e sardi, finalmente essendo di rimpetto a Cagliari capitale della Sardegna li ventuno<br />

dello scorso dicembre da un vento furioso venne disfatta, essendosi affondati molti legni, ed<br />

altri sbaragliati, e rotti, dispersi, e perduti. Si dice, che sonosi affondati quattordici legni, e che<br />

molti cadaveri sono comparsi su le spiaggie di Civitavecchia 63 . Lettere particolari asseriscono,<br />

che tal burrasca occorso nel tempo stesso, che il popolo di Cagliari col suo arcivescovo stava<br />

nella piazza di quel porto in atto di orazione contra la detta flotta innanzi al ss. Sacramento, ed<br />

alle sacre reliquie de' Santi suoi protettori, e che quel vento non ismorzò punto quelle candele,<br />

che ardevano davanti del ss. Sacramento. Si loda il fervore di quell'arcivescovo mostrato in così<br />

fatto incontro. Non so chi sia, bensì che nel 1781 fu arcivescovo di Cagliari, eletto dopo il 1767,<br />

Frate Vittore Melano da Portola Domenicano. Le Gazzette non fanno alcun cenno delle predette<br />

orazioni, e li miscredenti moderni dicono, che ciò successe a caso.<br />

Ho inteso, che li borghigiani sono stati ripresi da Insprugg, perché hanno ultimamente ammesso<br />

le sacre Missioni del suddetto Contavalle, il quale fa tal mestiero continuamente dal 1770,<br />

com'egli mi ha detto più volte.<br />

26 gennaio 1793<br />

Li 26 leggo, che alle istanze minacciateli del governo enipontano 64 il nostro vescovo ha mandato<br />

a Riva il signor dottore Carlo Marcabruni d'Arco commissario per processare quelli, che hanno<br />

parlato in lode de' francesi, ed in biasimo degli austriaci, e che altro sono arrestati.<br />

Ho inteso, che sta in prigione in Avis un francese, che andando per le ville di Giovo per vendere<br />

certe minute merci, sovente insinuò a que' paesani di liberarsi dalla soggezione ai nobili, e<br />

ricchi.<br />

Ho pure inteso, che il nostro vescovo ha conceduto ad una famiglia di ebrei l'avere domicilio<br />

fisso in Trento, con patto, che paghi annualmente un tributo di cento fiorini. Già si trova in città.<br />

Per altro furono banditi da Trento dopo che hanno martirizzato san Simonino, Intercessori<br />

furono il Conte Matteo di Thunn, il Conte Festi, ed il Conte Martino Klotz. Vedi sotto al 19<br />

febbraio.<br />

27 gennaio 1793<br />

Li 27 domenica di Settuagesima in Trento con licenza del vescovo fu dato principio ai festoni<br />

diabolici, continuando nello stesso tempo le commedie frequentate assaissimo, e specialmente<br />

dai preti. Ai detti festoni si va in maschera.<br />

Sopra al 25 dicembre 1792 ho notato, ch'è passata per Trento la regina vedova di Suezia, perché<br />

così mi fu detto, e perché ho letto in una Gazzetta, che si aspettò in Vienna; da due fogli però<br />

della stessa Gazzetta vengo ragguagliato, che ora si trova in Roma come andante Sofia<br />

Albertina principessa reale di Suezia, abadessa, e principessa di Quedlinburgo, sorella del fu re<br />

di Suezia Gustavo III, zia del moderno Gustavo IV, luterana, nata li 3 ottobre 1753. Quindi<br />

penso, che sia stata ella la passata per Trento.<br />

3 febbraio 1793<br />

Li tre febbraio sono stato accertato, che in Parigi fu solennemente decapitato Luigi XVI re di<br />

Francia, detto prima Luigi di Borbone, poi Luigi Ultimo e Luigi Capet. Egli nacque li 23 agosto<br />

1754, fu proclamato re, successore di Luigi XV suo avo, li 10 maggio 1774, fu coronato a<br />

63 Altri scrivono quattro legni. Altri 36.<br />

64 *Di Innsbruck.


Rheims gli undici giugno 1775, deposto dal popolo rivoltoso nella notte dei nove venendo i<br />

dieci d'agosto dello scorso anno 1792, decapitato li 21 gennaio 1793, giorno di lunedì, e festa di<br />

s. Agnese vergine martire.<br />

Li tre, domenica di Sessagesima, in Trento per concessione del vescovo cominciarono le<br />

maschere ad esser pubbliche. Più volte ho inteso, che di que' reverendi preti, che andavano ai<br />

suddetti esercizi spirituali, furonvi di quelli, che dirittamente passarono dagli esercizi alle<br />

commedie. Vedi sotto subito.<br />

5 febbraio 1793<br />

Li cinque leggo nella Gazzetta monauniana confermata la morte di Luigi XVI seguita come ho<br />

scritto di sopra. Per motivo di essa io credo, che la licenza delle maschere sia stata rivocata in<br />

Trento, giacché non sonosi lasciate vedere.<br />

9 febbraio 1793<br />

Li nove, giorno di sabato, in Cles furono decapitati due malfattori, cioè un Filippi da Faiedo<br />

chinigsbergense 65 , ed un tegnalitano 66 , come assassini di strada, avendo maltrattato un sig.<br />

Mazza nella selva di Val di Sole.<br />

12 febbraio 1793<br />

Li dodici leggo, che il confessore, che accompagnò alla morte il suddetto re, e che gli diede<br />

l'assoluzione sagramentale fu l'abate Fermond.<br />

Vengo assicurato da uno, che fu presente, che dalle otto di iersera sino dopo le cinque di questa<br />

mattina durò il festone, o sia veglione in Trento con un gran concorso. Da un altro intendo, che<br />

monsignor vescovo pregato di nuovo ha conceduto, che possa tenersi un simile festone anche<br />

nella notte seguente, essendo la precedente al giorno delle Ceneri.<br />

13 febbraio 1793<br />

Li tredici, mercoledì delle Ceneri, primo giorno della sacrosanta Quaresima il Padre predicatore<br />

del Duomo di Trento ha pubblicato la solita dispensa vescovile della carne, eccettuati li primi<br />

quattro giorni, il mercoledì delle Tempore, e la settimana Santa, coll'obbligo di cinque Pater, ed<br />

Ave, e coll'esortazione alla limosina; tutte formalità in effetto.<br />

Li predicatori destinati dal nostro Padre <strong>Provincia</strong>le sono questi.<br />

Gardolo, P. Arcangelo Ministro <strong>Provincia</strong>le.<br />

Meano, P. Vigilio da Fondo.<br />

Pressano, P. Illuminato da Cles.<br />

Verla, P. Anacleto da Casezzo 67 .<br />

Romagnano, P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Ravina, il medesimo.<br />

Cles, P. Amando da Covelo.<br />

Melombardo, P. Evangelista segretario.<br />

Metodesco, P. Vicario Filippo di Metodesco 68 .<br />

Cavalese, P. Vitantonio da Clesio.<br />

Lomaso, P. Sisinnio Maria da Sansisinnio 69 .<br />

Levico, P. Guardiano Cirillo da Revò.<br />

Borgo di Valsugana, P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Riva, P. Regalato da Carice, compagno P. Niccolao. Questo compagno non andò a Riva, perché<br />

s'infermò. Andò il P. Emmanuele.<br />

65<br />

*Faedo della giurisdizione del castello di Königsberg.<br />

66<br />

*Da Tignale.<br />

67<br />

*Casez.<br />

68<br />

*Mezzocorona.<br />

69<br />

*Sanzeno.


Mechel, P. Girolamo da Gardolo.<br />

Tesaro, P. Stanislao da Nago.<br />

Pradazzo, P. Vicario Gio. Antonio da Piano.<br />

Moiena, il medesimo.<br />

Pinedo, P. Gasparo da Campo.<br />

Arco chiesa nostra delle Grazie, P. Guardiano Pietro Damiani.<br />

Roveredo a s. Maria, P. Gio. Vincenzo di Roveredo.<br />

Volano, P. Guardiano Amadio di Roveredo.<br />

S. Michele all'Adige, P. Francesco Borgia da Riva.<br />

Nomi, P. Pietro Paolo da Roncegno.<br />

Noriglio, P. Ciriaco da Lazzise.<br />

Tenno, P. Niccolao da Cles; ma non predicò perché infermo; bensì altri nostri di Arco, e<br />

Campo.<br />

Dro, P. Vicario Carlo Felice di Trento.<br />

Albiano, P. Vicario Ilario di Bampi 70 .<br />

Zambana, P. Romedio da Cles.<br />

Telve, P. Accursio da Preghena.<br />

Roncegno, P. Giangiacomo da Tiarno.<br />

Torcegno, P. Stefano da Sfruzzo 71 .<br />

Trento nel Duomo, P. Leonardo de' Guidotti d'Alzano bergamasco, con F. Paolino da Gandino<br />

laico. Ma stette molti giorni senza voce.<br />

Trento, s. Maria, quarta domenica, P. Guardiano Gioachino da Pressano. Supplì dieci giorni nel<br />

Duomo.<br />

15 febbraio 1793<br />

Li quindici lego, che in Vienna d'Austria per la morte del re di Francia Luigi XVI la Corte<br />

imperiale, e tutta la nobiltà ha preso lo scoruccio 72 per 20 giorni; e che ne' giorni 5 e 6 martedì, e<br />

mercoledì, della Sessagesima, rimasero chiusi li teatri, e sospeso il ridotto 73 .<br />

Ne' passati giorni ho inteso essere venuto ordine da Insprugg al nostro vescovo, che mandi via<br />

da Trento i francesi, che sono in esso. Vi sono sei preti, ed altri secolari. Li preti vanno per le<br />

case insegnando la lingua francese. Due sono andati a Ferrara. Altri sono qui 1794.<br />

Li commedianti hanno tanto bene incontrato l'aggradimento de' trentini, che sono giunti a<br />

chiedere di continuare le loro commedie, anche nella corrente Quaresima coll'ingannevole<br />

promessa di farle spirituali; ma il signor capo console Domenico Malfatti non ha permesso ai<br />

suoi colleghi di accordare tal licenza scandalosa per sempre; ma specialmente ne' tempi<br />

presenti, calamitosi al maggior segno.<br />

19 febbraio 1793<br />

Li 19 ho inteso, che non fu altrimenti conceduto agli ebrei l'avere domicilio fisso in Trento; ma<br />

soltanto di poter girare per Trento, e per il principato colle loro merci. Vedi sopra al 26 gennaio.<br />

Nel medesimo giorno ho letto, che sul fine dello scorso gennaio da Vienna sono stati spediti<br />

verso il Reno sino alle frontiere cinquantasette di que' clubisti, che furono carcerati nell'anno<br />

passato; e che altri clubisti principali, ed altri zelanti fautori del nuovo sistema francese sono<br />

stati condannati a vivere per dieci anni rinchiusi in due fortezze. Vedi sopra al 30 dicembre<br />

1792. Ho pur letto, che li monaci Benedettini del famoso monastero di san Benedetto in<br />

Polirone appresso Mantova, ultimamente hanno dato all'imperatore per la presente guerra tanti<br />

argenti della loro chiesa per l'importo di venti mila fiorini.<br />

70<br />

*Frazione di Civezzano.<br />

71<br />

*Sfruz.<br />

72<br />

*Il lutto.<br />

73<br />

*Edificio o complesso di edifici adibiti a conversazioni, gioco o altre manifestazioni...


Li monasteri soppressi da Gioseppe non possono più contribuire un soldo; e Francesco non<br />

ardisce di domandare ai secolari per non irritarseli contro. Molti però gli fanno delle generose<br />

offerte. Ultimamente un Conte gli ha dato 2.000 fiorini, ed una dama 4.000 fiorini. Il Conte<br />

Palfi 30 mila fiorini. La Moravia un mezzo milione. La Stiria cento mila fiorini. Il principe di<br />

Salm trenta mila fiorini in un servizio argenteo di tavola. Una maschera 3.000 fiorini in tante<br />

cedole di banco rinchiuse in una cassettina presentatagli nel ridotto di ballo. Un soldato vecchio<br />

invalido cinque fiorini, che gli furono compensati dall'imperatore con cinquanta fiorini. Il<br />

principe Colloredo vice cancelliere dell'imperio venti mila fiorini. Li negozianti di Vienna 35<br />

mila fiorini. Un anonimo venti mila fiorini. Il consiglier Hönigsberg 1.350 fiorini. Giorgio<br />

Adamo Edler di Neuberg 2.000 fiorini in cedola di banco. L'Arte sartoria 3.000 fiorini.<br />

Giangiorgio Hammer negoziante di vino ungarese 225 fiorini. Questi fanno fiorini 767.580.<br />

22 febbraio 1793<br />

Li 22 leggo un biglietto scritto di proprio pugno dall'imperatore Francesco al principe<br />

Staremberg di lui maggiordomo supremo li 9 del corrente, con cui gli ordina, che disponga per<br />

celebrare ai 20 di questo l'anniversario della morte di Giuseppe secondo, cioè le vigilie, ed il<br />

solito Requiem, quantunque per l'innanzi non sia stato costume di celebrarlo per l'imperatore<br />

penultimo, ma soltanto per l'ultimo. Ciò egli vuole, perché Giuseppe suo venerabile zio gli ha<br />

fatto le veci di padre. Da questo si può argomentare con tutto il fondamento di qual gusto sia.<br />

È stato scritto da Milano a Trento, che là una signora cieca da circa dieci anni quando ha inteso<br />

la morte del re Luigi XVI si ha raccomandata al medesimo, e subito ha ottenuto la vista. Ma<br />

questo evento merita della discussione.<br />

26 febbraio 1793<br />

Li 26 leggo, che i due principi fratelli del fu Luigi XVI hanno spedito in Francfort al re di<br />

Prussia il maggiore di Rall come loro ambasciatore a notificargli la morte del detto Luigi, e<br />

proclamargli re di Francia Luigi XVII figlio del defunto, che insieme colla madre e sorella, e zia<br />

sta prigioniero nella Torre del Temple. Il primo, cioè Luigi Stanislao Conte di Provenza 'intitola<br />

reggente di Francia, e l'altro Carlo Filippo Conte d'Artois, si dà il titolo di tenente generale del<br />

regno.<br />

2 marzo 1793<br />

Li due di marzo, giorno di sabato, sono giunti a Trento dalla Germania 700 soldati pedestri, li<br />

quali staranno qui sino ad altro ordine, per essere in pronto di andare contro li francesi. Altri<br />

sono acquartierati nella Valle Lagarina, ed altri nell'Atesina. Il Magistrato di Trento ha<br />

decretato, che quelli, i quali sarebbero tenuti di albergare soldati, se non vogliono soggiacere a<br />

così fatto aggravio, diano del danaro a proporzione dell'estimo delle loro case. Sono eccettuati<br />

gli osti, ed altri, che pagano le guardie. Li soldati sono tutti granatieri. Recano del disturbo,<br />

perché non tutti si contentano de' quartieri ecc. Furono anche a s. Marco.<br />

12 marzo 1793<br />

Li 12 ho letto, che in Brusselles fu veduto un manifesto dell'imperatore Francesco secondo, col<br />

quale promette ai fiamminghi di ristabilire tutte le cose sul piede, in cui erano sotto Carlo sesto.<br />

Con questo dunque restano screditate le novità di Maria Teresa, di Gioseppe, e di Leopoldo,<br />

origini delle moderne dolorosissime rivoluzioni.<br />

13 marzo 1793<br />

Li 13 ho ricevuto il seguente Sonetto per la morte di Luigi XVI re di Francia.<br />

Cadde Luigi, al fine il capo augusto<br />

Mano troncò sacrilega, ed impura,<br />

Empia ministra di giudizio ingiusto,<br />

Figlia di tradimento, e di congiura.


Cadde Luigi, ed al cader del Giusto<br />

La vil turba esultò lieta, e sicura,<br />

Mentre per non mirar l'esangue busto<br />

Coprissi il volto, e inorridì natura.<br />

Ma discesa la fede in bianco membro<br />

Sciolta l'alma dai lacci, ond'era astretta 74 ,<br />

Tinta di sangue offrilla al Nume in grembo.<br />

Strinse 75 il gran Re de' Re l'anima eletta;<br />

Poi con quel sangue della Fe sul lembo<br />

Scrisse 76 il decreto della gran vendetta 77 .<br />

L'ho qui trascritto perché fu composto in Pisa dal celebre professore Padre Niccola Ciani di<br />

Trento, già più volte innanzi lodato, e mandatomi dalla sig. Rosa di lui unica sorella. Il<br />

medesimo Padre ha fatto degli altri sonetti da me letti in altro tempo. Il medesimo sonetto fu<br />

stampato nella Gazzetta trentina foglio 22 de' 15 marzo 1793, ma senza veruna data, e come<br />

fuori di luogo. Non fu consegnato dalla signora Rosa, né lasciato vedere ad altri, fuorché a me.<br />

Onde non so da chi lo abbia ricevuto il gazzettiere Monauni. Forse fu mandato a Trento dal sig.<br />

Gioseppe Sloppi di Trento professore, e collega del Padre Ciani in Pisa.<br />

16 marzo 1793<br />

Li 16 sabato Sitientes in Trento non furonvi Ordinazioni; ma furono date le dimissorie per<br />

andare altrove ad alcuni chierici.<br />

17 marzo 1793<br />

Li 17 domenica di Passione siamo stati alla solita solenne processione della santa Spina, in cui<br />

officiò monsignor decano Mancio 78 .<br />

19 marzo 1793<br />

Li 19 ho ricevuto da leggere un foglio, e più, tutto pieno, e scritto a penna minuta dal P. M.<br />

Ciani con questo titolo: Esposizione dei fatti più rimarchevoli, che dettero occasione alle<br />

seguenti apologetiche risposte del Padre Fra Nicola Maria Ciani Agostiniano. Comincia:<br />

Nell'anno <strong>1791</strong> ai 17 aprile trovandomi in Firenze. Venne a Trento da Pisa oggidì, e deve<br />

spedirsi domani al canonico Ciani nell'Ungheria dalla sig. Rosa Ciani, cui fu diretto con questa<br />

soprascritta: A' Madmoiselle Madmoiselle Rosa de' Ciani Par Mantove à Trent.<br />

21 marzo 1793<br />

Li 21 dall'officio spirituale furono mandati 36 viglietti stampati della Confessione pasquale<br />

militare da darsi ai soldati, che sono di quartiero in Trento, in caso, che vengano a confessarsi da<br />

noi. Lo stesso fu mandato anche ai Padri Cappuccini.<br />

22 marzo 1793<br />

Li 22 ho veduto l'Almanacco fiorentino per l'anno bisestile 1792, arricchito di notizie utili, ed<br />

interessanti. Firenze per Gaetano Cambiagi stampatore granducale con privilegio di sia altezza<br />

rev.ma, in 16°, pp. 238. La stampa è bella, ma consuma troppa carta. Il Calendario ha una sola<br />

riga per giorno. Mette nella serie de' più distinti sovrani di Europa eziandio il vescovo e principe<br />

di Trento, e gli altri vescovi della Germania, cioè di Augusta, di Bressanone, Coira, Costanza,<br />

Eichstadt, Frisinga ecc. Nomina le terre toscane di s. Godenzo, e di Albiano, e di Castagneto, e<br />

di Orciano. Ai sacerdoti non dà il titolo di don, ma solamente Il M.R. Sig. Giuseppe od altro<br />

74 O Stretta.<br />

75 O Baciò.<br />

76 O Segnò.<br />

77 Vedi sotto al 26 marzo.<br />

78 *Manci.


nome. Tra gli uffiziali di Corte, mette il maggior Domo Maggiore, e la Maggior Doma (sic)<br />

Maggiore, camerieri, cameriste, uscieri, dispensieri, cantinieri, confetturieri, cuochi, pasticcieri,<br />

guardarobi ecc. Copisti, archivisti, cancellieri ecc. Al Vicario generale dell'arcivescovo di<br />

Fiorenza dà il solo titolo di signor Canonico.<br />

26 marzo 1793<br />

Li 26 ho ricevuto da Napoli scritto a penna il Sonetto già riportato di sopra. Il primo verso ha<br />

Cadde Luigi al fine; il quarto Figlio, il decimo stretta, e l'ultimo Scrisse, appunto come portava<br />

la copia favoritami dalla signora Ciana, Il dodicesimo in vece di Strinse ha Baciò.<br />

Nel medesimo giorno ho parimenti ricevuto da Napoli un manifesto stampato, diretto alle<br />

persone di buon gusto. In esso dicesi uscito alla luce il Dizionario Ricciano, o sia Antiricciano,<br />

opera in 4° grande, in carta arci-reale, ed impressa con un carattere nitidissimo, vendibile in<br />

Foligno nel negozio di Giovanni Tomassini, al prezzo di Paoli sette legata in brochure. Fu<br />

composta dall'autore del Primicerio di Mondorpoboli, e della Venerabile antichità. con istile<br />

grazioso, e vivace, con erudizione copiosa, e non volgare, con ragioni chiare, e concludenti, le<br />

quali smascherano l'errore, e fanno trionfare la verità. Contiene 140 articoli, li quali tutti hanno<br />

rapporto all'erronea dottrina, ed alla stravagante condotta dell'ex vescovo di Pistoia monsignor<br />

Scipione Ricci. Tanto ricavo dal manifesto predetto. Ho poi letta l'opera stessa. Autore si è il<br />

Guasco.<br />

28 marzo 1793<br />

Li 28 giovedì Santo il nostro vescovo, non potendo stare in piedi lungamente 79 , non ha<br />

consecrati gli Oli santi; ma ha spedito al vescovo di Bressanone il suo Provicario, il quale con<br />

gli Oli Santi fu di ritorno a Trento poco dopo l'una della notte venendo il venerdì Santo. Li preti<br />

adunque diocesani venuti a pigliarli nella mattina del giovedì Santo dovettero aspettarli<br />

ventiquattr'ore. Per altro il detto vescovo viaggia ogni giorno in carrozza. Li chierici ordinandi<br />

sono andati a Verona per il sabato Sitientes, ed altri per il sabato Santo. Li soldati in questi santi<br />

giorni hanno edificato tutto Trento colla loro divozione. Veggonsi divoti nelle chiese, cercano<br />

confessori, ed uno ha fatto l'abiura dell'eresia. Il tenente colonnello, quantunque calvinista, ha<br />

raccomandato agli uffiziali cattolici, che facciano il loro dovere al tempo della Pasqua, e<br />

faccianlo fare anche dai loro subalterni, specialmente dovendo star sempre pronti per andare<br />

incontro agl'inimici, ed alla morte. Il medesimo colonnello si maraviglia, che in Trento li<br />

claustrali siano costretti di albergare soldati, cosa, che com'egli dice, non fassi altrove.<br />

30 marzo 1793<br />

Li 30 domenica di Pasqua il vescovo nostro non ha data la benedizione Papale accennata nei<br />

Calendari.<br />

1 aprile 1793<br />

Il primo, essendo seconda festa di Pasqua, il Duomo di Trento ha fatto la solita processione del<br />

Monte Santo 80 ; cui non intervennero gli Agostiniani, perché avvisati di non intervenirvi.<br />

11 aprile 1793<br />

Gli undici ho veduto un foglio scritto a mano del tenore seguente: "Vaticinio d'un santo eremita<br />

monaco Alcantarino mandato alla regina di Napoli, che gli fece fare incessanti preghiere per la<br />

pace della Francia". Luigi XVI non possederà più quel trono, ove Dio l'aveva collocato, giacché<br />

dopo la sua coronazione, e consacrazione degli 11 giugno 1775 permise la Gran Loggia de'<br />

framasoni, proibita per tante oscenità, e idolatrie, sotto rigorose pene dai sovrani suoi<br />

antecessori. Iddio permetterà, che questi stessi gli tolgano il regno e la vita. Nel giorno della<br />

santa Croce la città di Marsiglia ribellata dopo essersi li cittadini fra loro uccisi cadranno nelle<br />

79 Non può stare digiuno.<br />

80 *Monte Santo di Pietà.


mani de' moscoviti, ed inglesi, tutti in catene. La Porta Otomana per volontà di Dio andrà in<br />

favore de' cristiani. Alli 27 luglio 1793 Parigi sarà in mano dell'imperatore cattolico il quale<br />

distruggerà tutti quegl'idolatri; sarà riposto in trono Luigi Carlo delfino, sotto la direzione d'un<br />

santo prelato, che manderà il Papa alla reggenza tedesca. Questo popolo nemico di Dio per il<br />

giorno di tutti i Santi di detto anno sarà levato dalla superficie della terra; porzione distrutto<br />

dalle armi imperiali, e pontificie, e gli saranno nemiche tutte le nazioni. Andranno per accostarsi<br />

a Roma per mare, e saranno distrutti dai venti, ed in terra loro mancheranno i viveri a segno tale,<br />

che si mangeranno gli uni cogli altri, e la parte gli annichilerà. Seguirà nel mese di agosto<br />

un'abiura generale in Roma di tutti quei grandi, e signori, che sono fuggiti dal furore del popolo,<br />

e ripiglieranno la santa fede cattolica. Disperati, e dispersi tenteranno la guerra in Napoli,<br />

rompendo tutti li patti; ma saranno battuti, vinti, e fatti prigioni. Permetterà Iddio per la sua<br />

gloria e giustizia, che l'avanzo di questo popolo sia un secondo popolo ebreo, discacciato da<br />

tutte le nazioni, e potenze. Così l'accennato foglio, di cui ho sentito parlare avanti un mese.<br />

Monaco Alcantarino vuol dire Frate francescano scalzo della Riforma di s. Pietro d'Alcantara,<br />

della quale sonovi due provincie nel regno di Napoli, una detta di Napoli, e l'altra di Lecce. La<br />

regina di Napoli è Maria Carolina arciduchessa d'Austria, sorella dell'infelice regina di Francia,<br />

e cognata del decapitato re Luigi XVI. Staremo in attenzione se tal vaticinio resterà verificato,<br />

oppure deluso, come tanti altri simili. Niente s'è verificato, eccettuata la sola morte del re<br />

decollato.<br />

14 aprile 1793<br />

Li 14 domenica seconda dopo la Pasqua, fu fatta la solita processione del Duomo di Trento per<br />

la solennità dell'Addolorata. La mattina fece il panegirico un prete di Vicenza, cognominato<br />

Parise, venuto apposta, per impegno del nobile sig. Giuseppe Manci figlio del sig. segretario. Fu<br />

onorato con dei sonetti stampati del pittore Domenico Zeni da Bardolino veronese, dimorante in<br />

Trento. Il panegirico fu stralungo, avendo durato circa sette quarti d'ora. Ma poco disse de'<br />

dolori di Maria Santissima, essendosi l'oratore trattenuto nel racconto della passione di Gesù<br />

Cristo signor nostro. Fu fatta una questua per regalarlo, avendogli costato il solo viaggio cento<br />

fiorini, come ho inteso, sebbene non lo credo.<br />

17 aprile 1793<br />

Li 17 giorno di mercoledì a santa Chiara di Trento ha fatto la sua solenne professione in grado<br />

di corista suor Maria Francesca figlia del nobile sig. notaio e cancelliere capitolare di Trento<br />

Bartolommeo Bertolini, nata però in Nogaredo di Pergine. Officiò mons. Vicario generale<br />

canonico Simonalbano Zambaiti, Non professò la signora Bellotta di Borgo di lei compagna,<br />

perché non è ancora giunta all'età austriaca di anni venticinque.<br />

21 aprile 1793<br />

Li 21 domenica, nel Duomo di Trento fu cantata una Messa solenne col Te Deum per le vittorie<br />

riportate dagli austriaci contra i francesi. La cantò monsignor decano Manci. Il vescovo si scusò<br />

dall'intervenirvi per non essere stato bene nella notte antecedente. Ma diede nel castello un lauto<br />

pranzo a trentasei signori, specialmente soldati 10 officianti, al qual egli non intervenne. Li<br />

soldati sotto la detta Messa fecero uno sparo di moschetteria, e spararono pure due cannoncini<br />

alle Laste.<br />

Nella sera della stessa domenica fu fatta la processione solennissima di san Simonino, essendo<br />

la domenica terza dopo Pasqua. Fu accompagnata dai sodati. Nella medesima fu fatta una<br />

rappresentazione del martirio del detto Santo nel teatro di Domenico Osele alle Osterie<br />

tedesche, dove soglionsi fare le altre commedie profane. Ogni spettatore ha dovuto contribuire<br />

tre carentani. Farassi anche ai 25 e 28.<br />

22 aprile 1793<br />

Li 22 ho inteso, che ai 17 del corrente nel castello di Trento vi fu il concorso generale per le<br />

parrocchie austriache. Concorse anche monsignor Giangiacomo barone Piccini di Roveredo


canonico di Trento, e prelato pontificio, già preconizzato da gran tempo parroco di Metz<br />

Tedesco 81 . Quindi li 18 fu spedito il decreto di sua elezione alla mentovata parrocchia.<br />

23 aprile 1793<br />

Li 23 nella Gazzetta trentina fu annunziata la Messa, ed il pranzo de' 21. Si dice, che alla Messa<br />

intervennero il Capitolo, il Consiglio aulico, il Magistrato consolare, ed un'immensa moltitudine<br />

d'ogni ceto di persone. Che vi furono parecchi tiri di cannone, e salve di moschetteria de'<br />

granatieri del battaglione Redl qui accantonati. Che dopo nel castello o sia residenza di sua<br />

altezza rev.ma fu imbandito un lauto pranzo sotto il concerto della musica militare, cui furono<br />

invitati l'uffizialità, e molti della primaria nobiltà. Nulla dicesi del vescovo. Il pranzo fu tenuto<br />

nella Rotonda. Il vescovo ansò a salutare gl'invitati, e poi si ritirò. Tra gl'invitati furonvi cinque<br />

dame trentine, nominatamente la baronessa Buffa Taxis, colla sua nuora Fedrigotta. Per altro il<br />

detto vescovo nel lunedì subito seguito fu a passeggio in campagna.<br />

25 aprile 1793<br />

Li 25 festa di s. Marco, e giovedì, a buon'ora sono partiti da Trento verso Bolgiano tutti li<br />

soldati, che stavano qui accantonati. Non si sa per dove sieno destinati. Sono andati verso la<br />

Brisgovia.<br />

29 aprile 1793<br />

Li 29 fu dato principio alla recisione de' grand'alberi che sono avanti la chiesa di s. Francesco<br />

de' Padri Conventuali, volendosi là fare il cimitero de' fanciulli. Direttori di tal erezione sono per<br />

parte del vescovo il Provicario Menghino, ed il consigliere Maistrello; per parte poi del Capitolo<br />

monsignor decano Manci, ed il canonico Francesco Felice Conte Alberti di Enno seniore. Fu<br />

stabilito, che nel nuovo cimiterio di s. Francesco vengano seppelliti tutti quelli, che moriranno<br />

dopo l'ultimo giorno del prossimo maggio, eccettuati soltanto i vescovi di Trento. Ma vedi sotto.<br />

1 maggio 1793<br />

Il primo di maggio, essendo mercoledì, nel castello di Trento, e nel suo appartamento, il nostro<br />

vescovo ha cresimato circa cento fanciulli, per lo più roveretani; bensì contra sua voglia, perché<br />

aveva promesso di cresimarne soltanto alcuni pochi.<br />

2 maggio 1793<br />

Li due maggio dai dilettanti di Trento fu rappresentato il martirio di san Simonino nel teatro del<br />

seminario, essendovi stati invitati anche li Regolari tutti di Trento. Goffamente al vescovo<br />

Hinderbachio 82 , che fu al tempo del detto martirio, hanno sempre dato il titolo di Altezza rev.ma,<br />

non convenendogli altro, che quello di Rev.mo Signore in quel tempo.<br />

Famiglie nostre<br />

dell'anno <strong>1791</strong> dell'anno 1792 dell'anno 1793<br />

Trento s. Bernardino<br />

Sacerdoti<br />

Guardiano P. Gioachino<br />

Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo<br />

<strong>Tovazzi</strong><br />

P. Antonio Cadrobbi<br />

P. Epifanio Fioroni<br />

81 *Mezzocorona.<br />

82 *Hinderbach.<br />

Trento s. Bernardino<br />

Sacerdoti<br />

Guardiano P. Gioachino<br />

Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo<br />

<strong>Tovazzi</strong><br />

P. Antonio Cadrobbi<br />

P. Epifanio Fioroni<br />

Trento s. Bernardino<br />

Sacerdoti<br />

Guardiano P. Gioachino<br />

Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Antonio Cadrobbi<br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti


P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Fortunato Guelmi conf.<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Illuminato Gritti<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pacifico Tommasini<br />

Terziario<br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli<br />

P. Serafico Devigili<br />

P. Vittorio Manfredini<br />

F. Modesto Bassetti<br />

F. Michele Carlini<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

F. Vincenzo Tommasi 13<br />

febb. 1794<br />

In seminario<br />

P. Franc. Saverio Barttisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Arcangelo<br />

Dallago<br />

Segretario P. Evangelista<br />

Torresanellli<br />

Santa Maria delle Grazie<br />

di Arco<br />

Guardiano P. Carlo Felice<br />

Pini<br />

Vicario P. Pietro Damiani<br />

Felder<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Illuminato Gritti<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pacifico Tommasini<br />

Terziario<br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli<br />

P. Serafico Devigili<br />

F. Modesto Bassetti<br />

F. Michele Carlini<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

In seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Arcangelo<br />

Dallago<br />

Segretario P. Evangelista<br />

Torresanelli<br />

Santa Maria delle Grazie<br />

di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Damiani<br />

Felder<br />

Vicario P. Carlo Felice Pini<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Udalrico Graff<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Fortunato Guelmi conf.<br />

P. Vitantonio Keller<br />

P. Illuminato Gritti<br />

P. Davide Degara<br />

P .Vigilio Scalfi<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Lorenzo Gennari di Orzano<br />

F. Pacifico Tomamsini<br />

Terziario<br />

F. Alessio Piva Terziario poi<br />

dimesso nel <strong>1801</strong><br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli<br />

P. Antonio Cadrobbi<br />

P. Serafico Devigili<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

F. Vito Terzi da Pannone<br />

F. Michele Aliprandini da<br />

Pragena<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

F. Mattia Cappelletti di Trento<br />

In seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Arcangelo<br />

Dallago<br />

Segretario P. Evangelista<br />

Torresanelli<br />

Santa Maria delle Grazie di<br />

Arco<br />

Guardiano P. Pietro Dam.<br />

Felder<br />

Vicario P. Carlo Felice Pini<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Udalrico Fragg


P. Bernardino Ceniga<br />

P. Udalrico Graff<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giangiacomo Degara<br />

P. Sisinnio Maria Ziller<br />

P. Simon Pietro Clementi (+<br />

prete a Verla nel<br />

1841)<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Pasquale Gremes<br />

F. Teofilo Gilli da Bezzeca<br />

F. Giovanni Bressani da<br />

Vigne<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Serafino Berti da<br />

Cavedine<br />

Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Attanasio<br />

Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Valentino Canali<br />

P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pastorini<br />

P. Geremia Pola curato in<br />

Cauria<br />

Fratelli<br />

F. Vito Terzi<br />

F. Luca Miclet da Terres<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Mansueto Giacomozzi<br />

Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Cirillo Dusini<br />

Vicario P. Ilario Casagrande<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Gottardo Miller<br />

P. Ignazio Malfatti<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Sisinnio Maria Zilelr<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Pasquale Gremes<br />

F. Teofilo Gilli<br />

F. Giovanni Bressani<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Serafino Berti<br />

Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Attanasio<br />

Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Valentino Canali<br />

P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Giangiacomo Degara<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Gioseppe Pastorini<br />

P. Geremia Pola curato a<br />

Cauria.<br />

Fratelli<br />

F. Vito Terzi<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Mansueto Giacomozzi<br />

Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Cirillo Dusini<br />

Vicario P. Ilario Casagrande<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Gottardo Miller<br />

P. Ignazio Malfatti<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Simon Pietro Clementi di<br />

Verla<br />

P. Emmanuele Pasini di Riva<br />

Fratelli<br />

F. Teofilo Gilli<br />

F. Leone Gislimberti di<br />

Terlago<br />

F. Giovanni Bressani di Vigne<br />

F. Serafino Berti di Cavedine<br />

Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Attanasio<br />

Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Ignazio di Trento<br />

P. Valentino Canali<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Giangiacomo Degara<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Innocenzio Gernnari<br />

P. Giuseppe Pastorini da<br />

Primiero<br />

P. Geremia Pola curato di<br />

Cauria<br />

Fratelli<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Costantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Agostino Tambosi Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Cirillo Dusini<br />

Vicario P. Ilario Casagrande<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Gottardo Miller<br />

P. Gio. Maria Bonfant


P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Davide Degara<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Bartolomeo Vanzo<br />

Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Amedeo<br />

Sannicolò (poi prete<br />

secolare + 1814)<br />

Vicario P. Adelpreto<br />

Boschetti<br />

P. Alessandro Soriani<br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Celestino Gamba (poi<br />

prete secolare)<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Gio. Vincenzo Lutz (poi<br />

prete secolare)<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Donato Passerini<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseppe<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Gregorio Fatarsi (poi<br />

prete secolare)<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Bartolomeo Vanzo<br />

Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Amedeo<br />

Sannicolò (poi prete<br />

secolare + 1814)<br />

Vicario P. Adelpreto<br />

Boschetti<br />

P. Alessandro Soriani<br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Gio. Vincenzo Lutz<br />

P. Giuseppe Andrea<br />

Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Donato Passerini<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseppe<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Marco Terziario (?)<br />

F. Bartolommeo Vanzo<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Amideo<br />

Sannicolò (poi prete<br />

secolare + 1814)<br />

Vicario P. Isidoro Marzani<br />

P. Alessandro Soriani<br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Vincenzio Keller<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Giuseppe Andrea Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Donato Passerini<br />

F. Luca Miclet<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseppe


Antonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Vitantonio Keller<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Gregorio Fatarsi (poi<br />

prete secolare)<br />

Fratelli<br />

F. Salvadore Gottardi<br />

F. Santo Federici<br />

F. Vincenzo Tommasi<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Domenico Facchini<br />

Terziario<br />

F. Martino Motter Terziario<br />

Convento di<br />

Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Francesco<br />

Felice Campi<br />

Vicario P. Filippo Panizza<br />

P. Melchiore Keller<br />

P. Eleuterio Luca<br />

P. Giambattista Scari<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Girolamo Sontag<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

Fratelli<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Costantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

Convento di Campo<br />

Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio<br />

Tonina<br />

Antonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

P. Girolamo Sontag (poi<br />

osservante + 1804)<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Salvadore Gottardi<br />

F. Santo Federici<br />

F. Raimondo<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Domenico Facchini<br />

Terziario<br />

F. Martino MotterTerziario<br />

Convento di<br />

Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Francesco<br />

Felice Campi<br />

Vicario P. Filippo Panizza<br />

P. Melchiore Keller<br />

P. Eleuterio Luca<br />

P. Giambattista Scari<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Vitantonio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Alessio Piva Terziario<br />

(dimesso <strong>1801</strong>)<br />

Convento di Campo<br />

Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio<br />

Tonina<br />

Antonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Girolamo Sontag<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Salvadore Gottardi<br />

F. Santo Federici<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Domenico Facchini<br />

Terziario<br />

F. Martino Motter Terziario<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Francesco Felice<br />

Campi<br />

Vicario P. Filippo Panizza<br />

P. Melchiore Keller<br />

P. Giambattista Scari<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Damasceno Tonina<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

Fratelli<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Pietro Gretter Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio Tonina<br />

Vicario P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini


Vicario P. Andrea Balducci<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Raffaello Bianchi<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Damasceno Tonina<br />

Fratelli<br />

F. Ilarione Berti<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Giambattista Liberi<br />

Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Gio. Francesco<br />

Andreis<br />

Vicario Gio. Antonio<br />

Dellagiacoma<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

Fratelli<br />

F. Omobono Degiampietri<br />

F. Valerio Giacomuzzi<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Gio. Maria Montagnoli<br />

Terziario<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

Vicario P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Raffaello Bianchi<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Damasceno Tonina<br />

Fratelli<br />

F. Ilarione Berti<br />

F. Costantino Iori<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Giambattista Liberi<br />

Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Gio. Francesco<br />

Andreis<br />

Vicario Gio. Antonio<br />

Delalgiacoma<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Davide Degara<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

Fratelli<br />

F. Omobono Degiampietri<br />

F. Valerio Giacomuzzi<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Gio. Maria Montagnoli<br />

Terziario<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Raffaello Bianchi<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Sisinnio Maria Ziller (poi<br />

prete +1828)<br />

Fratelli<br />

F. Ilarione Berti<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Giambattista Liberi<br />

Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Gio. Francesco<br />

Andreis<br />

Vicario Gio. Antonio<br />

Dellagiacoma<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Anacleto Manincor<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

Fratelli<br />

F. Omobono Degiampietri<br />

F. Valerio Giacomuzzi<br />

F. Prospero Parisotto<br />

infermiero<br />

F. Gio. Maria Montagnoli<br />

Terziario<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

In Roma P. Grisologo Zorrer P. Gaudenzio Baiti in Tripoli<br />

In Napoli P. Michelangelo Lorenzi P. Michelangelo Lorenzi in Napoli 83<br />

In Tripoli P. Gaudenzio Baiti P. Grisologo Zorrer in Roma<br />

In Rovdo P. Franc. Vittorio Manfredini Rovdo P. Vittorio Manfredini<br />

83 Nel dicembre del 1794 è venuto a Pesaro come teologo e confessore di sua Ecc.za monsig.<br />

Ferdinando Maria Saluzzo da Napoli arcivescovo di Cartagine e presidente della Legazione d'Urbino,<br />

creata nel 1794. Nato 21 nov. 1744, fatto arciv. 13 luglio 1784, e nunzio in Polonia. Poi dal <strong>1801</strong><br />

cardinale.


10 maggio 1793<br />

Li dieci maggio leggo, che il famoso Cagliostro vive ancora rinserrato nella fortezza di san Leo,<br />

dove studia il modo di fuggire, avendo anche tentato d'uccidere un cappuccino per vestirsi del di<br />

lui abito coll'occasione, che fingendosi penitente, e di volersi confessare trattenevalo appreso di<br />

sé.<br />

Intendo come stampato, ch'è morto l'arcivescovo di Praga Antonio Pietro Conte Prizicowski,<br />

nato li 28 agosto 1707, ed eletto arcivescovo e principe li 26 ottobre 1763 e che l'imperatore<br />

Francesco II non vuol eleggere il successore finché dura la guerra contro i francesi.<br />

Intendo pure, che per pagare le spese fatte dal Magistrato di Trento a pro de' soldati ultimamente<br />

partiti sarà messa una contribuzione a tutti li possessori di case, e campi della città a<br />

proporzione de' loro averi. Ai medesimi soldati dovette darsi la carne senza giunta; la quale per<br />

conseguenza dovette mangiarsi dai cittadini, ed abitanti di Trento, e specialmente dai poveri<br />

Religiosi, benché pagassero pontualmente.<br />

Nei primi di questo mese si ha buttato, ed annegato nell'Adige il Zanetto, marito di Vittoria<br />

Betti. Egli fu nel Zuchthaus, e poi in questo nostro convento l'anno scorso. Ha lasciato un figlio,<br />

ed una figlia. Innanzi di annegarsi ha fatto testamento, con cui ha lasciato tutto al suo figlio, e<br />

niente alla figlia. Egli era vecchio, e la moglie giovane; e dicesi, che ha protestato di volersi<br />

annegare acciocché possa pigliare un altro marito.<br />

19-20 maggio 1793<br />

Li 19 e 20 domenica e lunedì pentecostali il nostro vescovo ha cresimato nel salone del castello<br />

di Trento moltissimi fanciulli, avendo prima spedito avviso per la diocesi di voler ciò fare. Il<br />

giorno secondo fu tutto piovoso.<br />

In questi giorni hanno vestito l'abito agostiniano in san Marco di Trento, e poi subito sono<br />

andati a fare il noviziato a Bologna, Luigi un figlio del notaio Giuseppe Bellesino, ed un figlio<br />

del fornaio Zanolino, ambidue di Trento, e per chierici. Partirono da Trento ai venti, seconda<br />

festa di Pentecoste 84 .<br />

29 maggio 1793<br />

Li 29 cominciammo a dire nella santa Messa la colletta ad petendam serenitatem.<br />

Ho inteso, che anche in Roveredo si pratica la legge di Gioseppe secondo di non guardare<br />

coll'occhio sinistro le donne impudiche. Quindi anche le non maritate allattano pubblicamente i<br />

loro figliuoli, e credono, che la fornicazione non sia più peccato, come premessa e promossa<br />

dall'imperatore da loro supposto illuminatissimo, e cattolicissimo.<br />

30 maggio 1793<br />

Li 30 festa del Corpus Domini sono stato cogli altri Regolari alla solenne processione del<br />

Duomo, in cui officiò monsig. decano Manci, il quale diede la benedizione col Santissimo agli<br />

altari eretti alla Prepositura, al castello, presso san Pietro, e nel Duomo. Moltissime finestre di<br />

case furono decorate con coperte vistose di seta ecc. Anche innanzi alle case si videro eretti<br />

molti legni verdi, e fogliati. Noi partimmo da san Bernardino alle sei e tre quarti, e fummo di<br />

ritorno alle nove e mezza passata. Il vescovo non si lasciò vedere.<br />

31 maggio 1793<br />

Nel giorno 31 ed ultimo di questo abbiamo sentito un vento assai freddo. Nella Val di Sole<br />

parve gennaio.<br />

1 giugno 1793<br />

Nel giorno primo di giugno fu parimente assai freddo, e tanto, che più d'uno andò al fuoco.<br />

Dicono, che su le strade fu veduto del ghiaccio. Nella sera, essendo sabato in Trento i comici<br />

hanno dato principio alle loro opere diaboliche.<br />

84 Professeranno li 29 aprile 1794. Così fu.


Ho inteso, che in Cembra la processione del Corpus Domini fu profanata bruttissimamente,<br />

poiché li convenuti dalle ville per motivo di precedenza hanno eccitato tanto tumulto, che alcuni<br />

sono restati morti, altri feriti, e quello, che portava il Santissimo Sacramento dovette ritirarsi<br />

dentro d'una casa privata. Ho pur inteso, che ultimamente in Maleto della Sollandia 85 quel<br />

cavaler, o sia birro fu ucciso da un Taddei di Croviana coll'assistenza di altri malnati, per certa<br />

trica 86 suscitata in una casa dove si ballava. Il birro fu il primo, che tirò agli altri, ed è morto<br />

sbarando.<br />

4 giugno 1793<br />

Li quattro il tempo s'è accomodato, ed il sole ha cominciato finalmente a scaldarci, cosicché ho<br />

veduto, che per la prima volta in questa stagione il nostro termometro ha toccato il caldo.<br />

9 giugno 1793<br />

Li nove un Frate nostro Osservante milanese, cappellano militare, ritornando dall'Ungheria ci ha<br />

detto, che là i Frati sono pensionati; che sono pochissimi perché da molto tempo non vestono<br />

novizzi, e sono tolti fuori dai conventi per occupare i posti vacanti de' parrochi, e curati; e che<br />

non c'è motivo di sperare la licenza di vestire; avendo anche detto il sovrano, ch'essendo<br />

pensionati non hanno bisogno di stare ne' conventi, quasi che i Frati stessero ne' conventi<br />

soltanto per aver da mangiare, e non per istare lontani dai lacci del mondo, per attendere al culto<br />

divino, al profitto spirituale dell'anima ecc.<br />

11-14 giugno 1793<br />

Gli undici nella parrocchia di s. Maria Maggiore sono stati seppelliti tre uomini, tutti e tre morti<br />

per caduta in tre differenti luoghi.<br />

Li 12 ricevo lettera da Roma, che mi assicura esservi là una perfetta tranquillità, giacché Maria<br />

Santissima protegge i romani suoi divoti, ed i santi Apostoli Pietro e Paolo loro marescialli di<br />

campo vegliano a pro de'medesimi.<br />

Li 14 leggo, che l'imperatore Francesco secondo ha regalato trecento fiorini alla ballerina<br />

Vigano. La quale in Vienna in un'opera ha guadagnato, e riscosso 5.800 fiorini. Ogni palchetto<br />

dovette pagarsi dodici zecchini.<br />

Ai tredici un fulmine ha incendiata la villetta di Tavone banalitano.<br />

Intendo, che in Pisa per cagione di certi tumulti risguardanti il pane, si farà in avvenire il detto<br />

pane per tutta quella città in due conventi sotto l'ispezione de' Religiosi, così avendo stabilito il<br />

Gran Duca Ferdinando terzo. Uno di detti conventi è de' Padri Eremitani di s. Agostino, nel<br />

quale presiederà alla fabbrica de' forni nuovi il padre maestro Niccola Maria Ciani di Trento,<br />

attuale professore di sacra teologia nell'università pisana, ed ex eletto vescovo di Como. A ciò<br />

fu destinato non dal Gran Duca, ma dai suoi Religiosi. Per altro io non posso lodare tal novità,<br />

perché riuscirà troppo distrattiva di quei Religiosi.<br />

Nella sera de' quindici ricevemmo dal castello l'ordine generale di recitare nella santa Messa la<br />

colletta ad petendam serenitatem, che lasciammo di recitare soltanto ai cinque del corrente, ed<br />

ai sei cantammo il Te Deum. Per altro in Trento vi sono molti divertimenti profani e pericolosi.<br />

19 giugno 1793<br />

Nel giorno 19 mercoledì, nel castello di Trento vi fu il concorso generale alla parrocchia di Taio<br />

nell'Anaunia. Li concorrenti furono 35, de' quali passarono 15 soli. Riuscì don Niccolao<br />

Monauni di Cles cappellano di Levico.<br />

Ultimamente in Cles fu carcerato un settuagenario di Celantino, perché ha ingravidata una sua<br />

figlia.<br />

85 *Valle di Sole.<br />

86 *Lite, questione di poco conto.


24 giugno 1793<br />

24. Festa di s. Giovanni Battista ho inteso, che fu eletto parroco di Taio il signor don Niccolao<br />

Monauni di Cles cappellano attuale del parroco di Levico, d'anni circa 31. Fu ivi cappellano<br />

anche avanti l'anno 1789.<br />

Nel medesimo giorno dopo il vespro circa le cinque e mezza il parroco di s. Maria Maddalena<br />

ha seppellito una donna nel cimitero di san Francesco fuori di città, situato avanti la porta della<br />

chiesa, già benedetto anticamente 87 . Non essendo ancora benedetto il cimitero nuovo fatto<br />

appresso. Ho veduto ritornare la gente accompagnatrice.<br />

Ho pure inteso, che ieridì all'altare in s. Pietro poco dopo il Lavabo fu sorpreso da colpo<br />

apopletico, e fu portato altrove don Giambattista Sardagna di Trento, già Cappuccino Fra<br />

Bonaventura, di cui sopra all'anno 1785.<br />

26 giugno 1793<br />

Li 26 festa di s. Vigilio siamo stati alla processione e Messa del Duomo cantata da monsignor<br />

decano Manci. Dopo di essa è comparso monsig. vescovo, ed ha dato la benedizione Papale,<br />

annunziata dai pulpiti nella precedente domenica. Partimmo da s. Bernardino alle nove, e<br />

fummo di ritorno alle undici e mezza. Il concorso di forestieri fu straordinario; così pure de'<br />

festaruoli, ciarlatani, buratini, e simili. Fuvvi anche il principe Ruspoli romano colla sua moglie<br />

principessa Kevenhüllera inviato per Vienna.<br />

Ho inteso per certo, che in questo mese fu liberato dalla Rocca di Riva il prete Vincenzo Pisoni,<br />

di cui sopra, perché ora il Conte Festi ha perduta la grazia del vescovo. Ora sta in Roveredo il<br />

detto Pisoni. Vedi sotto al 12 aprile 1797.<br />

29 giugno 1793<br />

Li 29 sabato, e festa de' Santi Apostoli Pietro e Paolo, festa pure onomastica del nostro vescovo<br />

Pietro Vigilio, circa le sette di mattina dal medesimo vescovo fu solennemente benedetto il<br />

nuovo cimitero comune fatto appresso il convento, e la chiesa di s. Francesco di Minori<br />

Conventuali. Fuvvi un gran concorso di popolo. Lesse un sermoncino prescritto al vescovo dal<br />

pontificale il Provicario Menghino, e dopo celebrò la Messa don Giuseppe Ciurletti destinato<br />

successore del cerimoniere vescovile. Il tempo fu bello. In tal congiuntura il signor don Giorgio<br />

Emer ha presentato al vescovo un suo foglio manoscritto contenente Epitaphium di 25 versi<br />

eroici, li quali cominciano Mos fuit. Egli stesso me ne ha dato una copia li 28 giugno; benché<br />

non mi piace punto rapporto al concetto, ed ai sentimenti. Fu stabilito, che in tal cimitero si<br />

seppelliscano i morti soltanto dal primo giorno di luglio. Quindi furono seppelliti più morti ne'<br />

cimiteri antichi nel giorno trentesimo, ed ultimo di giugno; ma un bambino fu riservato perché<br />

fosse il primo nel nuovo.<br />

1 luglio 1793<br />

Il primo di luglio, giorno di lunedì, circa le otto di mattina, con campanò, musica e sparo di<br />

mortari fu seppellito nel nuovo cimitero di san Francesco un bambinello Giuseppe di Antonio<br />

Santuari oste di Trento, il quale lo tenne tre giorni morto perché avesse l'onore di essere il primo<br />

seppellito in tal luogo, e presentò memoriale al vescovo per così fatta grazia. Fu levato dalla<br />

parrocchia di s. Pietro.<br />

Nel medesimo giorno primo è venuto dal collegio de' Padri Somaschi a questo nostro convento<br />

per istarvi non so quanto quell'Epperger Gio. Pietro d'anni 19 di Bolgiano, che ho rammentato<br />

sopra all'anno <strong>1791</strong> li 25 agosto. Partì agli XI.<br />

87<br />

Fu seppellita come povera col rito antico in s. Francesco perché lo desiderò, essendo Terziaria. Fu<br />

seppellita nel sepolcro de' Terziari.


2 luglio 1793<br />

Nel giorno secondo fu condotto a questo nostro convento d'ordine del vescovo il notaio<br />

Giuseppe Bellesini di Trento, che vi dovrà stare sino ad altra determinazione. Fu prima per<br />

molti giorni appresso li Padri Filippini; e fu trattato di mandarlo nel convento di Campo, o di<br />

Condino nella Giudicaria. Fu condotto qua da due suoi figliuoli prete Giuseppe, e notaio<br />

Gianfrancesco. Sarà di aggravio anche a me, giacché mi ha chiesto per suo confessore.<br />

Sino dal giorno di san Pietro 29 di giugno in Povo fa una Missione il prete bolognese Giovanni<br />

Contavalle. Nello stesso tempo il Battisti di Trento sta ristampando una di lui opera spirituale di<br />

To. 4, in 8°. Ho veduto il primo già stampato. La Missione mon ha fatto alcun commovimento.<br />

10 luglio 1793<br />

Li dieci è partito da Trento per Castelton il nostro vescovo.<br />

Ho inteso, che in Trento in quest'anno vi sono 128 caldaie da seta meno dell'anno scorso.<br />

16 luglio 1793<br />

Li 16 ho inteso per certo, che il canonico Francesco Felice Conte Alberti giuniore ha lasciato in<br />

casa un viglietto, ed è partito insalutato hospite per Vienna, come credesi per farsi ancora<br />

soldato.<br />

Ho pur inteso, ch'è venuta da Vienna una sentenza contra il professore Ayerle rapporto alle sue<br />

pretese del canonicato trentino, colla condanna di tre mila fiorini. Parimente ho inteso, ch'è<br />

venuta di Vienna la licenza di vestire ai Regolari, e che sta in mano al vescovo. Ma non s'è<br />

ancora veduta li 7 gennaio 1794.<br />

18 luglio 1793<br />

Li 18 giorno di giovedì abbiamo ricevuto un foglio stampato dal Monauni, il quale il vescovo<br />

prescrive delle orazioni ad petendam pluviam nelle chiese seguenti. 18 giovedì di luglio la<br />

chiesa del seminario. 19 venerdì li Padri Agostiniani. 20 sabato li divoti di s. Pietro. 21<br />

domenica la Compagnia del ss. Sacramento nella cattedrale. 22 lunedì li PP. dell'Oratorio. 23<br />

martedì la Congregazione Mariana. 24 mercoledì la Confraternita della Morte. 25 giovedì<br />

l'Oratorio di s. Filippo Neri in s. Maria Maggiore. 26 venerdì la Compagnia della Buona Morte.<br />

27 sabato la Confraternita dell'Annunciata. 28 domenica la Compagnia de' Zappatori. 29 lunedì<br />

le Compagnie esistenti nella chiesa del Carmine. 30 martedì la Confraternita del Suffragio. 31<br />

mercoledì la Veneranda Casa di Dio. Il primo d'agosto giovedì li PP. Riformati. 2 venerdì li PP.<br />

Minori Conventuali. 3 sabato le Madri Orsoline. 4 domenica li PP. Cappuccini. 5 lunedì le<br />

Madri di s. Chiara. 6 martedì li PP. Carmelitani alle Laste. Le ingiunte orazioni furono prima<br />

fatte nelle quattro parrocchie della città. La mattina alle dieci, e la sera alle sei. La mattina<br />

devesi cantare la Messa pro quacuumque necessitate, eccettuati li doppi di prima e seconda<br />

classe, coll'orazione Deus, in quo vivimus, sine gloria et sine Credo extra dominicam. La sera le<br />

Litanie de' Santi ecc. Sempre coram Sanctissimo exposito.<br />

19 luglio 1793<br />

Li 19 di sera cominciò a piovere. Li 20 piovette bene. Li 21 si vide della nuova neve in Gazza; e<br />

fu tanto fresca l'aria, che il termometro dal caldissimo calò al temperato, e noi andando ad un<br />

mortorio indossammo il mantello per necessità.<br />

23 luglio 1793<br />

Li 23 ho inteso, che il suddetto Conte Alberti già canonico di Trento, è stato veduto coll'abito<br />

militare. Egli per partire da Trento diede incombenza ad un soldato del Zuchthaus di preparargli<br />

in un dato luogo per la seguente mattina una sedia, e montato in essa fecesi accompagnare dal<br />

medesimo soldato fino a san Michele. Là pagò il soldato, e lo rimandò indietro colla sedia, e<br />

con ordine di avvisare i Conti Alberti della sua partenza. Sul viglietto contenevasi, che non<br />

ardissero di corrergli dietro, perché non sarebbe loro tornato a conto: e dicesi, che teneva seco<br />

due pistole. Pigliò da casa un candelliero d'argento.


29 luglio 1793<br />

Li 29 lunedì sera piovette assai, e continuò sino alla seguente mattina.<br />

1 agosto 1793<br />

Il primo di agosto noi abbiamo cantato la Messa votiva della Madonna pro gratiarum actione, e<br />

la sera il Te Deum all'esposizione, cosa bensì prescritta, ma non mai a' miei giorni fatta perché<br />

non è succeduto il caso d'aver dal Signor Iddio impetrata la grazia innanzi di finire il rotolo 88<br />

delle chiese destinate.<br />

5 agosto 1793<br />

Li cinque per lo stesso motivo abbiamo cantato la medesima Messa col resto anche alle<br />

monache di santa Chiara, benché il caldo ancora sia intenso, e quindi sarebbe opportuna della<br />

pioggia.<br />

Nella mattina de' cinque innanzi d'incominciare il Mattutino su li gradini della porta grande<br />

della nostra chiesa trovammo esposta una fanciullina di alcuni giorni. Il Padre Guardiano la<br />

spedì subito ad una donna lattante, e poi andò da monsignor Vicario generale a dargliene parte,<br />

il quale al mezzodì mandò a pigliarla. Non aveva segno alcuno d'essere stata battezzata. È nata<br />

in Villazzano da una vedova, ed un cognato della medesima. Che poi furono carcerati.<br />

3 agosto 1793 (sic)<br />

Ai tre, giorno di sabato nel ginnasio trentino furono distribuiti li premi agli scolari. Li premiati<br />

furono Bartolommeo Valenti sollando, Giambattista Eccher ab Echo cavaliere di Caldonazzo.<br />

Alberto Paurnfeind trentino. Stefano Gelmi veneto. Federico Federici trentino 89 . Giambattista<br />

Foresti trentino. Francescantonio Lupi de Margono trentino. Francesco Marzari vigolano. Simon<br />

Giuseppe Rohr trentino. Simone Rover trentino. Bartolommeo Steinmayer figlio di Andrea<br />

trentino. Francesco Bergamo nonese. Federico barone Kloz trentino come barone. Tommaso<br />

Bruti da Rendena. Francescantonio Conte Graziadei Trentino. Aloisio Mendini nonese. Antonio<br />

Ciola di Caldonazzo. Dionisio Antonioli da Levico. Giuseppe Marzari di Trento. Francesco<br />

Saverio Marchetti di Giudicaria. Ilarione Ciurletti di Trento. Giuseppe Chell. Giacomo Prati da<br />

Caldonazzo. Domenico Felice Ducati di Trento. Antonio Lupi di Trento. Gli scolari furono 23<br />

della retorica seconda; 28 della rettorica prima: 19 della grammatica suprema; 25 della<br />

grammatica media; 20 della grammatica infima; 24 de' principi. Li cognomi di loro sono Curzel.<br />

Ferrazza. Bernardi de Zetta. Bisdomini 90 . Angelini. Savoi. Borgognoni. Ceschini. Cortellini.<br />

Camelli. Inama. Ziboni. Porti. a Furno. Armani. Schasser de Tonnheim. Mezzena. Barone<br />

Battaglia. Sicher. Barone Kloz. Moar. Failo. Chesi. Cesarotti. Bellotti. Pessata. Welponer.<br />

Ossana. Stanchina. Iellici. Tevini. Alovisi. Benvenuti. Grandi. Sizzo. Panizza. Serafini. Bezzi.<br />

Rigotti. Tonina. Festi. Chimelli. Andreotti. Nella. Rochetti. Negri. a Mulis. Bonetti. Molinari.<br />

Pompeati. Luchini. Gerardi de Petraplana. Wald. Joaz 91 . Slopp. Mesmer. Birti. a Caesare. de<br />

Petris. Puzzer. Ceschi de s. Cruce. de Castello. Zucchelli. Tomasini. Bosio de Klarenbrunn.<br />

Travaglia. Weber de Freyenhaus et Postfeld. Betta. Auchentaller. Varda. Concini. Menestrina.<br />

Cettini. Bevilaqua. Flammacini. Sartori. Furlani. Tonini. Libardoni. Menegoni. Grassel de<br />

Neuhaus. Rossi. Pedrini. Monauni. Berera. Gaspari. Mozzi. Fadanelli. Manara. Marchesini.<br />

Nardelli. Tartarotti. Riofatti (sic sed Riolfatti). Cadrobbi. Agostini. Dorigati. Iacomoni.<br />

I logici furono 35 ed i fisici 29. Li cognomi de' logici sono: Tecini Pietro Nones. Iosephus Villi<br />

di Villa. Angelus dal Rì. Tomaso Bortolotti di Meano. Bortolo Bertagnoli. Ioannes Cristofori di<br />

88<br />

*Turno.<br />

89<br />

Questo Federici figlio del chirurgo Bartolommeo, si fece soldato austriaco, e poi francese.<br />

90<br />

Un fratello del Bisdomini fu ordinato sacerdote in quest'autunno. Disse la sua prima Messa alle<br />

Madri Orsoline.<br />

91<br />

Questo Joaz nel 1794 s'ha fatto Minore Conventuale.


Trento 92 . Lorenzo Biasi. Domenico Noriller di Vallarsa. Pietro Echli di Trento. Carlo Angelini<br />

di Trento. Rocco Zambaiti. Antonio Federico Giovanelli Conte di Trento. Giacomo Stefenelli di<br />

Trento. Voltolini. Alberto e Giuseppe Guelmi nonesi. Giacomo Chini. Gebardo Buol brigantino.<br />

Giovanni Michelli trentino. Marchetti Trentino. Ioannes Gremes centaniensis 93 . Clamer<br />

clusinensis. Martini trentino. Fenici tenensis. Fiechi di Sacco. Sardagna di Caldonazzo,<br />

Guarinoni. Tomaso Canella di Teno. Giacomo Giacomini di Giudicaria. Pietro Vilotti di<br />

Segonzano. Ioanens Stocheti sollando. Aloisio Bellesini di Trento. Valentino Gasperini di Mori.<br />

Li cognomi de' fisici sono: Busetti di Enno. Riccioli di Fiemme. Schöphfer di Tisens. Carlo<br />

Heperger di Bolgiano. Iacobus Postalli di Brentonico. Moar di Trento. Iegg di Clausen. Vaia di<br />

Fiemme. Rolandini da Val di Non. Chini da Val di Non. Tecini da Val di Non. Spreng da<br />

Bressanone. Valentini da Mori. Ioris da Val di non. Eller da Val di Non. Bazzoli da Giudicaria.<br />

Bertelli di Giudicaria. Quaresima da Val di Non. Grandi da Pergine. Vedovelli da Giudicaria.<br />

Martinelli (sic) da Val di Sole. Petrus Delaiti da Mori. Salvator Nardoni da Cembra. Scarpari da<br />

Storo. Antonio Porti di Trento. Tali cognomi trovansi anche replicati e triplicati.<br />

8 agosto 1793<br />

Gli otto, alle quattro pomeridiane, insieme con dell'acqua è caduta una tanto grossa gragnuola 94 ,<br />

che non ne ho mai veduto una simile. Sembrava, che piovessero sassi. Ho pesato un grano, e<br />

l'ho trovato quasi un'oncia. Egli non fu l'unico, né il più grosso. I grandi ordinari erano come<br />

armellini, castagne, maroni. Ne furono trovati di sette ed anche undici oncie. Danneggiò<br />

specialmente le campagne di Cadine, e della Vella. Furono trovati de' pezzi di 14 ed anche 18<br />

oncie. Uno fu lungo sei dita e largo quattro.<br />

11 agosto 1793<br />

Gli undici, giorno di domenica, cominciò ad esservi del concorso straordinario sul ponte di san<br />

Lorenzo di Trento, perché un giglio secco, posto sino dallo scorso giugno in una mano della<br />

statua di legno di san Giovanni Nepomuceno, la quale stassene alla metà del detto ponte nella<br />

parte di sotto, si vide verdeggiare nella sommità, benché il fusto sia secco affatto. Il concorso<br />

continua eziandio in questo giorno quindicesimo, in cui lo vide, e palpò con istupore anche il P.<br />

Massimo mio fratello, mandatovi dal P. Guardiano. Fuvvi a considerare un tal fenomeno anche<br />

il rev.mo sig. rettore del seminario Gioseppe Carpentari d'ordine di monsig. Vicario generale; ed<br />

un altro d'ordine del Magistrato consolare. Dicesi, che un simile spettacolo vedesi anche al<br />

Crocifisso che sta sul cimitero di san Pietro. Col tempo vedremo qua esito avrà. Non se ne parla<br />

più li 15 settembre.<br />

23 agosto 1793<br />

Li 23 leggo, che nell'assedio di Valenciennes molto merito si ha fatto il capitano nel Corpo del<br />

Genio signor Conte Triangi nativo di Trento 95 , il quale fu uno de' primi nell'entrare colla spada<br />

alla mano nella strada coperta, e contribuì moltissimo ad iscuoprire le mine inimiche. Leggo,<br />

che l'ex cardinale di Brienne, arcivescovo di Sens, ed ex ministro, fu arrestato dagli stessi suoi<br />

francesi. Questo scellerato li 20 febbraio 1794 fu ritrovato morto sul suo letto, avvelenatosi da<br />

se stesso. Egli è nato in Parigi nel 1727, Stefano Carlo de Lomonié de Brienne.<br />

92<br />

Questo Cristofori fu scacciato dalla scuola; poi come giacobino carcerato nel castello di Trento gli<br />

8 dicembre 1794. Il di lui fratello Pietro è fuggito.<br />

93<br />

*Di Centa.<br />

94<br />

*Grandine.<br />

95<br />

Fu in Trento nel 1795 prigioniero di guerra de' francesi.


25 agosto 1793<br />

Li 25 domenica sono stato cogli altri alla solita processione, e Messa per il voto della città. La<br />

Messa fu cantata da monsig. Zambaito 96 canonico e Vicario generale, sotto lo sparo de'<br />

mortaretti.<br />

28 agosto 1793<br />

Li 28 giorno di mercoledì, e festa di s. Agostino in Parigi fu pubblicamente decollato come<br />

traditore della patria il famoso ex generale militare Adamo Filippo Custine. il quale si protestò<br />

innocente. Questi è quegli, che da un prete trentino nella caffetteria del Rigler fu empiamente<br />

preferito a sant'Agostino, come già notato di sopra. Nell'andare al patibolo si mostrò assai<br />

fiacco, e quindi vi fu strascinato.<br />

17 settembre 1793<br />

Li 17 settembre, martedì è venuto da Castelton 97 a Trento il nostro vescovo.<br />

Nel medesimo giorno ho inteso, che attesa la rinunzia del canonicato di Trento fatta dal Conte<br />

Francesco Felice Alberti di Enno giuniore, ritornato alla milizia secolaresca, è stato fatto<br />

canonico di Trento il Conte prete Mattia de' Fati di Terlago, figlio del Conte Vicenzo, nato circa<br />

il 1760, ma con patto, che gli dia 300 fiorini ogni anno finché viverà il Conte Gervasio Alberti<br />

padre del rinunziante. La rinunzia fu così concepita in Vienna; ma credo, che non verrà<br />

confermata da Roma. Vedi sotto.<br />

18 settembre 1793<br />

Li 18 nel Borgo s. Martino di Trento un uomo fu buttato giù da una fenestra da un nonese ladro,<br />

alloggiato come povero, e pazzarello. Il ladro fu subito carcerato, ed il buttato dalla fenestra<br />

trovasi tutto rovinato. Questi era il padrone di casa.<br />

21 settembre 1793<br />

Li 21 sabato delle quattro Tempora, e festa di san Matteo, nel castello di Trento monsignor<br />

Tommaso Conte di Thunn vescovo di Tiatira in partibus infidelium, decano, Vicario generale e<br />

Suffraganeo di Passavia in Baviera, e fratello giuniore del nostro vescovo, ha tenuto<br />

Ordinazioni, perché il detto nostro vescovo non può la mattina star digiuno. È venuto apposta da<br />

Passavia. Gli ordinati furono soltanto 22, tra' quali cinque soli furono promossi al sacerdozio.<br />

Cominciò la Ordinazione alle cinque di mattina. Fu ordinato minorista un Girolamino rivano<br />

detto F. Agostino Speranzi da Savone neoprofesso.<br />

Presentemente il Magistrato consolare di Trento fa rimodernare la sua casa di Comunità che<br />

guarda la Contrada Larga, e la Contrada di santa Maria Maggiore, avendo prima fatto<br />

trasportare la pesa de' carri, che stava presso di lei nella Contrada di s. Maria Maggiore, nella<br />

fiera fuori della porta di santa Croce. Tal pesa riusciva di disturbo al moderno arciconsole Conte<br />

Girolamo Graziadei, per essere di rimpetto alla di lui casa.<br />

24 settembre 1793<br />

Li 24 giorno di martedì nel cimitero di san Francesco fuori di Trento furono seppelliti quattro<br />

adulti, ed un fanciullo.<br />

25 settembre 1793<br />

Li 25 alle quattro e mezza di mattina il Bellesino, di cui sopra al 2 luglio, ha fatto ritorno alla<br />

sua casa, dove star dovrà sino ad altra determinazione come in arresto, sotto l'obbedienza de'<br />

suoi figliuoli, senza poter uscirne se non che per andare alle chiese, accompagnato però sempre<br />

da qualche suo domestico. Tal grazia gli fu conceduta ad istanza de' predetti figliuoli dal<br />

vescovo, il quale pregato ha sospeso il processo, ch'era stato incominciato dalla Curia<br />

96 *Zambaiti.<br />

97 *Castel Thunn.


ecclesiastica, dalla quale li 16 giugno chiamato in castello fu mandato recto tramite ai Padri<br />

Filippini, per poterlo avere vicino per gli esami.<br />

Li 25 di mattina innanzi giorno il sig. Francesco Nardelli bottegaio e cittadino di Trento ha fatto<br />

condurre dai soldati del Zuchthaus nel castello di Pergine il suo figlio Francesco, che sino allo<br />

scorso anno 1792 ha studiato la medicina in Padova; ed era nello stesso anno 1792 per andare a<br />

pigliare la laurea in Pavia. Si manifestò pazzo in Milano nello scorso autunno. Il di lui padre<br />

detto Ganassa pagherà per lui al castello di Pergine ogni giorno due carentani per la custodia, e<br />

dicidotto per la cibaria. Lo provvederà di letto, e di biancheria, e vestito 98 .<br />

29 settembre 1793<br />

Li 29 ho letto un foglietto venuto da Venezia stampato senza nome di stampatore con questo<br />

lungo titolo: "Veridica relazione della gran giustizia seguita nella città di Trento li 31 agosto<br />

1793 della morte data a tre persone. Il primo Gaetano Alfonsi d'anni 47 milanese. Il secondo<br />

Pietro Beluti d'anni 22 detto il Gamba di legno del territorio piacentino. Il terzo Paolo Biandata<br />

detto il Moro affricano d'anni 21. Morti sopra un infame patibolo nella pubblica piazza della<br />

città di Trento, e i loro cadaveri esposti fuori della città per sino alla sua consumazione, come<br />

bravi falsificatori di chiavi false, e stacciatori di botteghe, chiese, palazzi, monasteri, e Monti di<br />

Pietà. Trento, Piacenza, ed in Venezia, Con permissione". Così il titolo. La seguente relazione si<br />

è un rozzissimo impasto di falsità e bugie manifeste, non contenendo verun punto appoggiato<br />

alla verità. Dice, che nel 1790 furono banditi da Napoli, e vennero a Trento, dove commisero sei<br />

delitti. Nomina le pattuglie militari di Trento. La famiglia Benzoleni di Trento. La chiesa e<br />

monastero delle R.R. monache di s. Benedetto di Trento. Il palazzo della signora Giulia Sandi<br />

vedova di Trento. La posta di s. Nazaro di Trento. Don Gaetano e don Tommaso fratelli Contelli<br />

sacerdoti Filippini di Trento da loro ammazzati. Le quali cose sono tutte falsissime, ed inventate<br />

per ingannare li forestieri, e per guadagnare dei soldi. Il nostro Terziario Fra Leonardo di Tesaro<br />

trovandosi in Venezia, e sentendo pubblicare per quelle contrade una tal menzogna, ne rese<br />

avvisati li veneziani, ma senza verun giovamento. Mi dice, che gl'ingannatori portavano intorno<br />

anche un quadro dipinto, che rappresentava il supplicio supposto. Giova il far questa memoria,<br />

perché col tempo la detta relazione non sia creduta effettivamente Veridica.<br />

Da qualche tempo si ritrova in Trento un uomo di cognome Domenico Pernetto, nativo di<br />

Trento, il quale fu molti anni nella Francia in servizio di un signor grande. Ritornò a Trento<br />

dopo la nota rivoluzione de' francesi. Vive celibe a spese dell'accennato suo padrone. Egli è di<br />

molto buon esempio. Si comunica ogni giorno, e sta quasi sempre in chiesa. Ultimamente ha<br />

fatto una compagnia di quaranta persone, che per quaranta giorni continui recitino cinque Pater,<br />

Ave e Gloria alle piaghe di Gesù Cristo: gli atti di fede, speranza, carità, e contrizione; il Salmo<br />

de profundis per le anime del Purgatorio, ed altre opere pie, per le quali dall'officio spirituale ha<br />

ottenuto quaranta giorni d'Indulgenza per ogni giorno. Vuole, che ognuna persona in giorno<br />

assegnatole a sorte, digiuni, sin confessi, e si comunichi, e che tutte si confessino pur, e<br />

comunichino nell'ottavo giorno di novembre. Il primo giorno fu quello di s. Michele 29<br />

settembre, e l'ultimo sarà il settimo di novembre. A tutte ha dato un foglietto, contenente le<br />

accennate prescrizioni, e l'assegno d'un Santo avvocato. Ha instituito ciò per implorare da Sua<br />

Divina Maestà il necessario soccorso nelle presenti luttuosissime calamità cagionate dai<br />

francesi, e dai francesizanti, de' quali anche sul Trentino se ne ritrova un numero copioso. Al<br />

suddetto Pernetto s'è unito anche il R. S. D. Francesco Alessandrini di Trento, cappellano di s.<br />

Pietro, come promotore della divozione. Egli ha già dato principio ad un'altra quarantena, la<br />

quale comincierà nella seguente domenica del Rosario ai sei del corrente ottobre. Il Pernetto ai<br />

primi di aprile 1794 ha vestito l'abito Agostiniano in grado di laico nel convento di s. Marco di<br />

Trento; ma lo ha deposto il primo di settembre 1794 per poter girare ad imitazione del Beato<br />

Labreo. Non aveva veruna abilità per il sacro chiostro. Ritornò a Trento nel marzo dell'anno<br />

1795 e per vivere aiuta il campanaro di san Pietro. Ora, 1800, è portalettere della posta.<br />

98<br />

Scappò e venne a Trento li 25 novembre 1793, ma fu liberato dal padre e messo nel convento di<br />

Pergine donde scappò e venne a Trento.


8 ottobre 1793<br />

Gli otto di sera sono giunte a Trento da Roma le Bolle apostoliche al signor Conte Mattia<br />

Terlago prete per il canonicato di Trento rinunciatogli dal soldato Conte Francesco Felice<br />

Alberti, di cui sopra.<br />

9 ottobre 1793<br />

Li nove li trentini hanno cominciato le vendemmie generali, anzi le hanno cominciate ai sette<br />

col titolo degli orti, e delle ghiare.<br />

Oggidì mattina il sig. Sebastiani di s. Michele vedovo d'una sorella del sig. Cristiano Eccher da<br />

Metodesco, e padre di cinque figliuoli, è venuto a Trento con tre calessi, e buona compagnia,.<br />

per celebrare le nozze colla sig. Lucia Ghezzi della Valle di Non d'anni 69, ostetrice pubblica, e<br />

due volte vedova senza figli, prima d'un Redi servitore de' Conti di Wolchenstein, e poi d'un<br />

Fumanelli chirurgo. Aveva contratti gli sponsali scritti per mano di notaio, era stata per varie<br />

case a pigliare congedo, ed aveva ottenuto dalla Curia ecclesiastica la dispensa da due<br />

pubblicazioni in Trento. Furono fatte le pubblicazioni a san Michele. Non volle, che lo sposo<br />

provvedesse anello, ma glielo diede essa il suo vecchio. In Trento non essendo stata fatta la<br />

pubblicazione per l'assenza del parroco, e dimenticanza del pro parroco, fu tosto impetrata la<br />

dispensa con sette troni dall'officio spirituale. Preparato il tutto, stando il parroco aspettando la<br />

sposa, la quale dimandò tempo da rivestirsi meglio, e vedendo, che troppo differiva la sua<br />

comparsa, diede ordine allo sposo che mandasse a sollecitarla. Indugiando ancora mandò un<br />

altro, e finalmente venne l'inaspettato avviso, ch'essa non voleva più contrarre il promesso<br />

matrimonio. Tutti restarono confusi, e mortificati, e sciolti gli sponsali sono ritornati a s.<br />

Michele, dove stava preparato il convito nuziale. Tutto questo, ed anche di più mi fu riferito<br />

dallo stesso parroco di s. Maria Maddalena. Dicesi, che la mentovata donna ha cinque altri<br />

partiti. Si crede, che tenga della roba in buona quantità, quantunque ultimamente abbia patito<br />

nella sua professione per alcuni casi succeduti sinistramente.<br />

20 ottobre 1793<br />

Li 20 domenica, nella chiesa del nostro P. S. Francesco fuori di Trento ha fatto la sua solenne<br />

professione di Frate Minore Conventuale laico un giovine di Vigol Baselga, nelle mani del<br />

Padre Guardiano Francesco Viganoni da Roveredo. Nello stesso giorno dall'Italia è giunto il<br />

successore del predetto Padre Guardiano, nominato P. Bonaventura Ciotti. L'ho veduto in<br />

castello nel giorno ventuno di mattina.<br />

21 ottobre 1793<br />

Nel giorno 21 festa di s. Orsola nella chiesa di queste Madri Orsoline ha fatto solennemente la<br />

sua seconda professa, come quinquagenaria, la madre Benedetta Gentilotta, sorella del sig.<br />

barone Gio. Benedetto Gentilotti canonico di Trento, già superiora di quel convento. Nello<br />

stesso tempo ha preso l'abito corale di Orsolina una signora Fiore Rigotti da Godenzo, sorella<br />

del P. Paride Rigotti Filippino di Trento, colla dote del Legato perpetuo fatto da una signora<br />

Guarinona di Trento. Fui presente anch'io. Fece da officiatore mons. Zambaiti. Furono stampate<br />

delle poesie per l'una, e per l'altra Religiosa.<br />

Le vendemmie di quest'anno sono state scarsissime da per tutto. Noi a Terlago abbiamo trovato<br />

uno staio solo di vino, e quindi subito l'abbiamo ristituito al benefattore, non tornandoci a conto<br />

il farlo trasportare. In tutta la cerca di Buso velano 99 abbiamo trovato un solo botticello di vino<br />

poco buono. Cosa straordinaria. Quelli, che hanno fatto la metà dell'anno passato sono stati<br />

fortunati.<br />

99 *Bus di Vela.


28 ottobre 1793<br />

Li 28 da un signore graduato, che in favore de' poveri Religiosi ha parlato con monsignor<br />

vescovo, ho inteso, che il medesimo vescovo ha ricevuto lettera da Vienna, coll'avviso che<br />

l'imperatore non vuole sopprimere li Frati mendicanti; ma ora attesa la guerra, che ha, non vuole<br />

permettere la vestizione.<br />

Oggidì è ritornato da Castelton a Trento il nostro vescovo.<br />

30 ottobre 1793<br />

Li 30 in Trento fu ricevuto riscontro, che ai sedici, mercoledì del corrente in Parigi fu<br />

pubblicamente decapitata l'ex regina Maria Antonietta d'Austria, sorella del fu imperatore<br />

Giuseppe secondo, e dell'imperatore Leopoldo secondo, e zia del moderno imperatore Francesco<br />

secondo e moglie del decapitato Luigi XVI ex re di Francia, nata in Vienna li 2 novembre 1755<br />

e sposata in Versaglies li 16 maggio 1770. Restano dunque ora tra' vivi ancora Luigi Carlo nato<br />

li 27 marzo 1785, e Maria Teresa Carlotta nata li 19 dicembre 1778, figli della decapitata.<br />

1 novembre 1793<br />

Il primo di novembre nella Gazzetta trentina si riferisce l'accennata morte come seguita alle<br />

undici di mattina del detto giorno sestodecimo, in cui le fu intimata alle ore sette. Dicesi, che<br />

colle consuete formalità le fu posto indosso un mantello, con cappuccio, tagliati li capelli, e<br />

legate le mani dietro la schiena. La sentenza si dice ingiusta, ed atta a coprire di eterna infamia<br />

la nazione francese. Sebbene posso dire, che al principio comunemente ella fu creduta la causa<br />

principale della rivoluzione francese, come sorella di Gioseppe secondo, che voleva essere<br />

dispotico di tutto il mondo. Ella fu l'ultima figlia dell'imperatrice Maria Teresa. Si credette la<br />

meglio maritata in tutta l'Europa, e fu la più disgraziata. Non fu mai a Trento. Altronde ho<br />

inteso, che fu condotta al patibolo con una berretta rossa in testa, e che fuvvi strascinata, perché<br />

trovossi fiacchissima, e colle gambe inferme. Colla sua morte avrà scontato la vessazione che<br />

per una sua collana ha dato al cardinale Lodovico Renato Edoardo di Rohan parigino, vescovo<br />

di Argentina 100 , il quale vive anche in quest'anno 1793, di sua età 60, del che parlò tutta<br />

l'Europa, Dicesi, che insieme colla mentovata ex regina fu decapitato un malfattore.<br />

4 novembre 1793<br />

Li quattro di novembre, in mancanza del mio Padre Guardiano ho dovuto soscrivermi ad una<br />

polizza postale benché non l'abbia potuto intendere per essere in lingua tedesca, e non abbia<br />

potuto confrontare i numeri, e prezzi delle lettere, non tenendone il convento. Riguardava lo<br />

scorso trimestre.<br />

Ultimamente passò per Trento andando nunzio apostolico in Vienna monsignor Luigi Ruffo<br />

napoletano, nato li 25 agosto 1750, e fatto arcivescovo di Apamea gli undici aprile 1785 101 . Egli<br />

fu nunzio in Firenze nel 1792. Alloggiò in Borgo presso li signori d'Anna, in Pergine presso<br />

l'arciprete Mersi, ed in Metodesco 102 presso l'arciprete Piccini. S'ha mostrato molto mal<br />

provveduto, quantunque dicasi de' principi di Scilla. Il di lui antecessore Giambattista Caprara<br />

Montecuccoli nato in Bologna li 29 maggio 1733, fatto arcivescovo d'Iconio nella Licaonia il<br />

primo dicembre del 1766 fu nunzio in Lucerna dell'Elvezia nel 1781, poi in Vienna, immediato<br />

successore del Garampi; finalmente li 18 giugno 1792 da Papa Pio sesto malvolentieri ad<br />

istanza dell'imperatore fu creato prete cardinale; ma appena giunto nello Stato pontificio fu<br />

arrestato, e carcerato come giacobino. Nello stesso tempo, e per lo stesso motivo in Vienna fu<br />

arrestato il Conte Filippo Cobenzel vice gran cancelliere dell'imperatore. Così ho inteso.<br />

100<br />

*Strasburgo.<br />

101<br />

Ruffo de' Duchi di Bagnara napoletano, assessore in Roma nel 1781. Ruffo Scilla fatto cardinale<br />

23 febbraio <strong>1801</strong>.<br />

102<br />

*Mezzocorona.


Ho pure inteso, che ai cinque del corrente novembre in Bolgiano è morto il consigliere Conforti<br />

di Tueno, il quale già stava malconcio di salute, e quindi giubilato. L'ho rammentato più volte in<br />

questo qualunque siasi Diario.<br />

11 novembre 1793<br />

Gli undici è passato per Trento un Conte milanese condotto gelosamente in ferri dai soldati,<br />

perché in una caffetteria di Milano ha approvato la decollazione della regina di Francia. Con lui<br />

per un somigliantissimo delitto furono condotti anche due artigiani di Roveredo, uno de' quali<br />

era sellaio, il quale intesa la detta decollazione disse Oh se avessi potuto io fare da boia! Il padre<br />

del Conte per liberare il suo figlio esibì venti mila ducati, e venti uomini, ma in vano.<br />

Nella sera dello stesso giorno undecimo abbiamo cominciato a scaldare il refettorio. Cessammo<br />

li 5 marzo 1794.<br />

14 novembre 1793<br />

Li 14 giovedì ho ricevuto un foglietto stampato, che dà gli atti da fare a chi sta scritto<br />

nell'undecima quarantena ordinata dal rev. sig. cappellano di san Pietro e dal signor Domenico<br />

Pernetto, di cui sopra. Comincia: Gesù, Maria, Giuseppe, de' quali, e delle anime purganti si<br />

promettono le immagini in un quadretto.<br />

Intendo, che il Capitolo di Trento non vuole ammettere le Bolle Papali date al Conte Terlago, di<br />

cui sopra. L'Alberti ha rinunciato perché fu fatto canonico per forza, e dimanda una pensione di<br />

300 fiorini finché trova da poter vivere da cavaliere, perché dalla sua casa non può averlo.<br />

Dimanda pure una sicurtà per la detta pensione. Ha scritto al Conte Gervasio suo genitore, che<br />

ha rinunziato in favore di uno già ordinato prete, acciocché il suo canonicato non venga dato ad<br />

un laico, che non abbia la vocazione per il sacerdozio.<br />

Intendo pure, che Luigi XVII figlio del decollato Luigi XVI sia stato evirato, e che per tal<br />

operazione sia morto. Morì dopo ut infra.<br />

Intendo ancora, che in Roveredo fu scoperto un club, o sia congresso di giacobini, e che quindi<br />

sia scappato frettolosamente un gentiluomo, il cui cognome incomincia dalla lettera T, e finisce<br />

con un elli, ed ha un predicato latino, che principia da un F. Non voglio nominarlo.<br />

In Trento si fanno de' festoni per divertimento di chi gli aggradisce, con licenza del vescovo, e<br />

con mormorio de' buoni, massimamente correndo un tempo tanto calamitoso. Dopo l'Epifania vi<br />

saranno le commedie, già concedute; falso perché 4 consoli furono contrari a 3. Perché vengano<br />

fatti li festoni sono ricorsi li suonatori col pretesto della scarsezza della vindemmia.<br />

26 novembre 1793<br />

Li 26 leggo, che in Parigi ai sei del corrente novembre alle tre e mezza di sera, Luigi Filippo già<br />

Duca d'Orleans, primo principe del sangue reale di Francia, tenente generale delle armate regie,<br />

ammiraglio, governatore e luogotenente generale del Poitu, e cavaliere dell'Ordine di Santo<br />

Spirito, nato ai 13 aprile 1747, fu pubblicamente decapitato dai suoi francesi, benché sia stato<br />

uno de' primi rivoluzionari, ed il maggiore inimico del re Luigi XVI, suo cugino; come pure il<br />

più ricco francese. Dopo la rivoluzione pigliò il cognome di Eguaglianza. Viveva già separato<br />

dalla sua moglie benché lussuriosissimo. Sopravvivono la detta moglie con tre figliuoli, ed una<br />

figliuola, ed una sorella del decapitato, o come dicono guillottinato.<br />

Intendo, che non avendo voluto ammettere il Capitolo di Trento le Bolle Papali per il canonicato<br />

ceduto al Conte Terlago coll'aggravio sul canonicato, sono venute altre Bolle, che aggravano la<br />

famiglia Terlaga di pagare al risegnante Conte Alberti. Né pur questo ripiego mi piace, vero<br />

essendo sempre, che il canonicato fu venduto, e comperato. Furono presentate al Capitolo nel<br />

venerdì de' 29 novembre; ed ammesse.<br />

Nella piazza della Fiera fuori della porta di Santa Croce di Trento il nob. sig. Lodovico<br />

quondam Giuseppe Particella di Monte Vecchio, cittadino di Trento, in quest'anno ha<br />

cominciato il totale rifacimento del suo palazzo con un gusto, e modello nuovo. È già pervenuto<br />

alla metà. Egli non ebbe intenzione di fare tanta spesa, ma soltanto di fare una cantina sotto la<br />

sua casa vecchia. Siccome poi questa fu eretta sul vaso antico della Fersina, e quindi sopra


fondamento non sodo; così la cava per la cantina smosse i fondamenti della casa minacciando di<br />

atterrarla, e per conseguenza il sig. Lodovico dovette far de' fondamenti nuovi.<br />

29 novembre 1793<br />

Li 29 nella cancelleria vescovile di Trento da un attuario della medesima ho inteso, che il nostro<br />

vescovo ha la facoltà di dispensare per un anno li chierici nella mancanza dell'età canonica.<br />

Nel medesimo giorno, correndo la vigilia di s. Andrea ho veduto, e sentito cantare i vespri nella<br />

cappella di s. Andrea del castello vescovile di Trento, situata al lato occidentale della piazza de'<br />

Leoni, dal padre piovano di s. Maddalena, vestito di ricco piviale, con li chierici seminaristi di s.<br />

Saverio. Nella seguente festa poi vi canterà eziandio la santa Messa. Gioverà l'aver fatta questa<br />

memoria, perché probabilmente col tempo verrà levata anche questa funzione; come fu levata la<br />

recita quotidiana del Terzetto, che da un cappellano, e dalla famiglia castellana soleva farsi<br />

nell'accennata cappella fino a' miei giorni inclusive.<br />

Leggo nello stesso giorno 29 in data di Parigi 10 novembre, che l'empia convenzion-nazionale<br />

ha decretato ieri l'altro la solenne, e formale apostasia dalla religione cattolica, ed ha dato<br />

l'assunto ad un suo comitato di presentare il progetto d'una nuova religione più analoga ai<br />

costumi de' francesi. Promotore di questo empissimo decreto fu il Gobbel già Vicario generale<br />

di Basilea, ed ora vescovo intruso di Parigi, il quale nel giorno settimo si presentò alla<br />

convenzione e con un discorso a nome anche del suo clero si disfece della religione cristiana. Fu<br />

ricevuto con applauso, e dal presidente abbracciato. Il medesimo Gobbel protestò, che non vuole<br />

riconoscer altro, che libertà, ed uguaglianza 103 . Tralascio il di più, non potendo reggere a così<br />

fatte scelleraggini. Bensì aggiungo, che li francesi avanti gli otto di novembre in Chimai città de'<br />

Paesi Bassi hanno invaso il convento de' nostri Padri Riformati, bevettero dai sacri calici<br />

cantando canzoni oscene, hanno levato dal Tabernacolo la sacra Pisside, e gittato in terra, e<br />

calpestate coi piedi le sacre particole. Oh Dio! Basta, non posso più.<br />

Sono alcuni giorni, che gira per Trento un libro anonimo contra il barone Martino Kloz di<br />

Trento in favore della causa de' Rossi sollandi mercatanti di canevella 104 in Trento. Fu spedito<br />

anche ai mercatanti di altri paesi.<br />

6 dicembre 1793<br />

Li sei di dicembre, essendo venerdì, il Conte Mattia Terlago, di cui sopra, ha preso il possesso<br />

del canonicato di Trento rinunciatogli dal Conte Alberti. Per tal funzione fu pubblicato un<br />

sonetto stampato in Trento da Simon Girolamo Battisti, e dedicato agl'Ill.mi signori Conti<br />

Vincenzo, e Pacifica de Terlago amantissimi di lui genitori. Il figlio si nomina Ill.mo, e rev.mo<br />

signor Mattia de Terlago Conte del S.R.I. Ec. Il canonicato si dice vacante senza verun<br />

aggiunto, e conferito dal regnante Sommo Pontefice Pio VI. Il poeta, che non si nomina, dice in<br />

una nota, che Giorgio de Terlago fu eletto decano di Trento avanti due secoli, e più, ma doveva<br />

dire avanti tre secoli, e più, perché fu decano di Trento dai 19 di gennaio del 1478. Io suppongo,<br />

che il poeta sia don Francesco de Capris ex parroco di Terlago, di cui fu cooperatore il Conte<br />

Mattia.<br />

Nello stesso giorno sesto, circa le tre pomeridiane, dalla Germania è giunto a Trento a tiro di sei,<br />

e solennemente Luigi Stanislao Saverio Conte di Provenza, detto Monsieur, fratello di Luigi<br />

XVI di Borbone re di Francia già decollato. Egli è nato li 17 novembre 1755 ed essendo ora<br />

riconosciuto dalle altre potenze come reggente del regno di Francia per esser soltanto nel nono<br />

anno di età il figlio unico del decollato, detto Luigi XVII vassene a Tolone città della Francia<br />

distaccatasi dai ribelli, e tumultuosi, ed empi ateisti francesi. Pigliò alloggio alla locanda<br />

103 Gobbel, nativo di Thanne dell'Alto Reno, già vescovo di Lidda, Suffraganeo e Vicario generale di<br />

Basilea, poi vescovo intruso di Parigi, deputato dell'assemblea costituante, in età d'anni 67, fu decapitato<br />

li 12 aprile 1794 in Parigi. Nel 1780 fu nominato Gio. Battista Giuseppe Gobbel Suffraganeo e Vicario<br />

generale di Basilea. Anche nel 1794 fu detto Gobbel. Così pure nel 1795 da un di lui amico, con cui ho<br />

parlato in Trento. Così lo nomina il Barruel.<br />

104 *Canapa.


dell'Europa in Contrada Lunga. Partì verso Torino nella seguente notte venendo il giorno<br />

settimo, preceduto dai suoi cucinieri 105 . Per altro egli all'aspetto fu riguardato come<br />

dispregevole. Non volle essere qui riguardato come il Conte di Provenza, risposto avendo,<br />

ch'egli lo conosce, e che avessero detto a lui quello, che volevano dire al mentovato Conte,<br />

mentre glielo avrebbe riferito fedelmente. Trattò col suddetto Domenico Pernetto come con un<br />

amico. Avendogli detto il Pernetto, che in s. Maria c'è un organo raro dimandò quanto avrebbesi<br />

costato il sentirlo, ed avendo inteso un zecchino, disse, che non poteva fare tale spesa per un<br />

piacere. Egli ebbe l'equipaggio di venti cavalli, non diede accesso ai due preti francesi, temendo<br />

i francesi, non volle dire dove fosse istradato, né mangiare cosa non saggiata prima da altri. Si<br />

mostrò turbato, ed inquieto. Giunse a Milano li 22 dicembre e subito partì per Torino, dove<br />

giunse li 25 dicembre.<br />

11 dicembre 1793<br />

In questa sera di mercoledì, gli undici di dicembre, alle ore sei ed un quarto, subito dopo finita<br />

la collazione abbiamo sentito un gran mormorio di campana a martello in città, ed abbiamo<br />

veduto delle fiamme in Borgo nuovo. Quindi siamo subito corsi là in cinque Frati, cioè il P.<br />

Agostino, il P. Vito, fra Gervasio, fra Giuseppe, ed io. Piovicava, le strade erano fangose, ed<br />

acquose, ed il cielo oscurissimo. Alla metà dello stradone verso la Fiera io sentendo venire di<br />

galoppo un cavallo nell'atto, che volli ritirarmi al muro venni spinto stramazzone in terra dal<br />

medesimo cavallo, ma per la Dio grazia non riportai altro male, che mi si ruppe un pò la pelle<br />

della mano manca e del naso e sentii smaccata un poco la testa verso l'orecchio destro. Il fuoco<br />

fu in una casa presso le mura, ed il convento della ss. Trinità. Il concorso di gente, anche nobile,<br />

fu grandissimo. Giovò per tutti, che furonovi molte padelette di pece per far lume. Nella casa<br />

incendiata eravi una donna inferma, ed obbligata a letto. Furono evacuate le case vicine, ed<br />

avanti le otto il fuoco fu spento.<br />

Intendo come cosa certa, che il barone Giangiacomo Cresseri di Trento, segretario<br />

dell'ambasciatore austriaco in Venezia, ora trovasi carcerato, perché avendo impetrato dalla<br />

Repubblica veneta una Ducale di poter mandare a Roveredo per il Magistrato sei mila sacchi di<br />

grano giallo, o sia formentazzo, lo ha venduto ad un Vinante ebreo, il quale lo ha mandato in<br />

Francia, contro i divieti veneti, ed austriaci. Di ciò se ne parla pubblicamente in Trento, anche<br />

dai aprenti del Cresseri. Ma poi ho inteso, che il Cresseri si ha giustificato.<br />

Intendo pure, che il Magistrato di Trento in questo mese ha consumato 530 some di formento,<br />

valutato 80 troni la soma, cioè dieci troni lo staro.<br />

18 dicembre 1793<br />

Li 18 ho letto il libro stampato contra il barone Klotz, accennato di sopra. È intitolato Memorie<br />

per servire in causa creditorum, Rossi hinc inde, et Klotz. Anno 1703, in 4° parvo, pp. 67, senza<br />

luogo, e nome di stampatore, e senza nome di autore. Fu il Battisti che la ristampò essendo<br />

ricercata. Tratta in favore de' fratelli Giovannandrea, e Cristoforo Rossi mercanti di grani in<br />

Trento contra Giambattista Rossi loro fratello, e socio, e contra il barone Martino Klotz di<br />

Trento. La scrittura è molto oscura. In fine sotto la data di Roveredo il primo dicembre <strong>1791</strong>,<br />

v'ha una Decisione mercantile segnata da Tommaso Hortis, e Giuseppe Gasperini deputati del<br />

ceto mercantile di sete, come pure da Giacomo quondam Giambattista Ferrari, Clemente<br />

Cobelli, Francescantonio Malanotte, Domenicantonio Scarperi, Girolamo Pross, Giambattista<br />

Brunati, Domenico Bettini, fratelli Parisi, ed Angelo Brunati. In fine v'ha una lettera di Floriano<br />

Menapace sensale di Trento. Sono assai malmenati li calcolatori kloziani Andrea Naghele, ed<br />

Antonio Rossi 106 . Vedi sotto al 3 marzo.<br />

105 Si è fermato in Verona sino all'aprile del 1796.<br />

106 Il procuratore de' Rossi sostituito li 9 luglio 1784 fu il dott. Giambattista Gottardi da Trento. La<br />

scrittura rossiana dicesi composta dal dottor Giambattista Sardagna di Contrada Larga, e dal prete<br />

Antonio Sani abitante in Trento.


23 dicembre 1793<br />

Li 23 ho veduto nel cimitero del Duomo alcune pietre sepolcrali scavate nel medesimo, ed<br />

infrante, perché non hanno più da esservi sepolcri in quel luogo. Sono state vendute al sig.<br />

Lodovico Particella, che rifabbrica il suo palazzo in Fiera.<br />

27 dicembre 1793<br />

Li 27 leggo nella Gazzetta trentina sotto la data di Mannheim 17 dicembre, che il sig. Bertolini,<br />

nativo di Romallo, pieve di Revò nel principato di Trento. Dopo aver terminato il corso di<br />

filosofia nell'università di Gratz portossi a Vienna, e si arruolò nel reggimento Pellegrini, e<br />

poscia nella guerra dei sett'anni dalla picca fu promosso al grado di tenente, indi nel 1784 venne<br />

nominato capitano, e si distinse alla testa della sua compagnia nella battaglia di Martinestie,<br />

contro i turchi, in cui rilevò anche una ferita, e finalmente è stato innalzato al grado di maggiore.<br />

Aggiungo io, che in Romallo vive un di lui fratello pittore, e che ambidue sono di estrazione<br />

meschina.<br />

Nell'Avvento di quest'anno predicarono li seguenti nostri Padri.<br />

Trento nel Duomo, il P. <strong>Provincia</strong>le Arcangelo da Cles.<br />

Gardolo, il P. Vito Antonio da Cles.<br />

Cognola, il P. Illuminato da Cles.<br />

Aldeno, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Stenico, il P. segretario Gio. Evangelista di Stenico.<br />

Altrove altri.<br />

Trento, s. Maria Maggiore, don Giuseppe Clementi da Enno 107 ma dimorante in Cles presso li<br />

baroni Altenburgeri.<br />

Povo, un Cappuccino.<br />

Villa di Montagna, don Andrea Bernardi da Cognola.<br />

Bleggio, il nostro P. Gerardo d'Albiano.<br />

In questi giorni nell'ospedale di Trento è morto un prete Francese emigrato.<br />

30 dicembre 1793<br />

Li trenta dicembre cominciò a nevicare nella città di Trento, e questa fu la prima neve di<br />

quest'anno caduta in città. Fu accompagnata da pioggia. Così pure piovette nel giorno trentuno.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO M.D.CC.XCIV. 1794<br />

1 gennaio 1794<br />

Nel giorno primo il nostro P. Davide da Tiarno ha fatto il discorso del ss. Nome di Gesù nella<br />

chiesa delle Fradaglie di Trento dopo il vespro.<br />

6 gennaio 1793<br />

Li sei festa dell'Epifania venne la seconda neve, e fioccò 108 tutto il giorno, ma sottilmente.<br />

8 gennaio 1794<br />

Gli otto di sera il nostro Padre provinciale ha inteso, che si trova infermo gravemente in Trento<br />

il nostro vescovo, e perciò lo ha raccomandato caldamente alle orazioni di tutti li Religiosi,<br />

aggiungendo il merito della santa obbedienza. Cominciò a sentirsi malamente ai cinque del<br />

corrente mese. Si attribuisce ciò all'essersi trattenuto nella torre sopra la porta dell'Aquila, con<br />

107 *Denno.<br />

108 *Nevicò.


un falegname che faceva le gelosie d'una finestra 109 . Il falegname pure si ammalò per essere<br />

stato senza la sua solita berretta, e col capo scoperto alla presenza del vescovo; fu confessato e<br />

comunicato per viatico ai sette di sera e morì nella mattina dei nove detto Giacomo Archetti.<br />

10 gennaio 1794<br />

Li dieci tra le undici e le dodici di mattina il detto vescovo fu comunicato per Viatico<br />

solennemente. I medici straordinari, che lo assistono sono il Montel, il Gottardi, ed il Borsieri<br />

giovine. L'ordinario don Michele Gabrielli prete di Trento.<br />

11 gennaio 1794<br />

Gli undici sono stato nell'anticamera, ed ho letto, che ha dormito tranquillamente, ed ha sudato.<br />

Per altro nella stessa mattina ho veduto nella stanza del padre piovano di s. Maria Maddalena<br />

preparata la stola, il Rituale, ed i vasi sacri per dargli l'Olio santo al minimo cenno, giacché<br />

tocca al medesimo piovano l'ungere i vescovi principi di Trento. Ho inteso, che furono mandate<br />

cento Messe colla limosina di cinquanta fiorini da dirsi per lui nel Duomo al ss. Crocifisso, ed<br />

alla Madonna Dolorata. Nella stessa mattina undecima fu cantata Messa per lui nel detto<br />

Duomo, ed in tal tempo stettero chiuse tutte le botteghe della città. Ho inteso, che martedì sera li<br />

sette corrente sono venute a Trento da Roma le Bolle per il suffraganeato di Trento del signor<br />

Conte canonico Felice Cristoforo Arsio nipote del vescovo infermo. Gli ho parlato questa stessa<br />

mattina, ma allora non sapeva la venuta delle predette Bolle. Ma non sono mai venute.<br />

Per il detto vescovo fu cantata la santa Messa coll'esposizione del Santissimo mattina e sera li<br />

12, 13 e 14 nelle tre chiese parrocchiali di s. Maria, di s. Pietro, e di s. Maddalena. Nel detto<br />

giorno dodicesimo ho inteso, che si faranno maschere per dare piacere, e divertimento al lodato<br />

vescovo, il quale ha fatto fare le gelosie, dette persiane, alle due finestre della torre sopra la<br />

Porta dell'Aquila, per poter vedere senza esser veduto, il trasporto de' morti al nuovo cimitero,<br />

potendo egli andare nella detta torre senza esser veduto.<br />

14 gennaio 1794<br />

Li 14 nella Gazzetta trentina leggo, che il detto vescovo cerca un imprestito di cento mila fiorini<br />

al sei per cento sino al prossimo giugno, o luglio per provvedere de' grani dalla Germania,<br />

coll'assicurazione sopra tutti li beni, e rendite della mensa vescovile, col consenso del Capitolo.<br />

Fu deputato a ricevere il denaro l'ill.mo sig. barone Giambattista Salvadori. Su ciò fu pure<br />

stampato un manifesto. Ho nello stesso giorno udito da un molinaro, che il formento finora<br />

venuto al vescovo dalla Baviera, è molto tristo, nero, e carolato 110 , e che il Magistrato di Trento<br />

ne ha preso parte per aggradire al vescovo. Il peso del pane fu calato un'oncia, essendo ora<br />

dodici oncie per traiero.<br />

20 gennaio 1794<br />

Li 20 ho inteso, che il vescovo di Bressanone ha scritto al nostro, essere finalmente sortito ad un<br />

deputato della Contea tirolese di persuadere li viennesi, che nel Tirolo i Religiosi mendicanti<br />

sono necessari, e che perciò sia stata segnata la licenza di vestirne di nuovi. Ma io temo, che<br />

questa venga ancora ritrattata, o vestita di condizioni tali, che la rendano vana. Iddio Signor<br />

nostro è Onnipotente, benigno, e fedele. La cosa fu come dissi, e temetti.<br />

21 gennaio 1794<br />

Nel giorno 21 con una carrozza straordinaria è passato per Trento andando a Bolzano un turco.<br />

Si fermò qualche tempo nella piazza della posta, dove concorse molta gente. Fu detto<br />

pubblicamente ch'egli è un Bassà da due code, Nicoletti di cognome, e nativo di Vervò<br />

109 Questo vescovo ha fatto ristabilire l'interno della Torre, vi ha fatto porre un fornello, ha messo i<br />

vetri e le gelosie alle finestre, e gli scuri alle finestre del corridore. Va nella torre per veder portare i morti<br />

al suo cimitero. Il camino fu eretto nel 1795.<br />

110 *Tarlato.


dell'Anaunia nostra, il quale essendo chierico studente in Trento ai tempi del vescovo Francesco<br />

Felice, insieme con un chierico di Caldese, in una notte venendo la domenica, scalò una fenestra<br />

di questa nostra libreria, levò le soglie della medesima, e rubò molti libri proibiti per ritrovare la<br />

cabala del lotto. Questo è certo, ch'egli partì da Trento, e si fece turco.<br />

25 gennaio 1794<br />

Nel giorno 25 di san Paolo è caduta nel nostro convento la terza neve; ma subito fu seguitata<br />

dalla pioggia come fu anche rapporto alla seconda.<br />

Li predicatori destinati dal nostro vescovo per l'imminente Quaresima sono i seguenti.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone, don Gio. Maria Gasperi da Lavarone, il quale fece cambio col P.<br />

Maccani. Predicherà dunque a Besenello.<br />

Avio, don Francesco Zanchetta di Verona.<br />

Arsio, e Castelfondo, don Giovanni Zenoniani da Tassullo, curato di Malosco; ma poi predicò a<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno.<br />

Banale, don Francesco Sluca di Maleto, curato di Samoclevo.<br />

Besenello, e Mattarello, P. Vincenzio Maccani Conventuale, ut supra.<br />

Bleggio, don Valentino Bonenti da Rendena.<br />

Brentonico, don Vincenzio Angeli di Trento.<br />

Calavino, don Niccolò Oradini da Becceca.<br />

Cavedine, don Antonio Valdagni da Pergine.<br />

Civezzano, e Cognola, don Giuseppe Rosa da Canzolino.<br />

Condino, don Antonio Bertini di Cimego, curato di Vezzano.<br />

Corredo, e Smarano, don Vincenzo Maccani da Cles fratello del P. V.<br />

Denno, e Flavone, don Gio. Battista Dorna da Rendena.<br />

Livo, don Vincenzio Nella da Rendena.<br />

Lizzana, ed Isera, don Giuseppe Scrinzi da Lizzana d'anni 25.<br />

Maleto, don Romedio Conci da Maleto.<br />

Mori, don Bartolommeo Scrinzi da Lizzana, d'anni 32, che poi andò a Pergine ed a Mori predicò<br />

don Cristofolini.<br />

Ossana, don Filippo Visinteiner di Cles, curato di Celedizzo d'anni 30.<br />

Pergine, don Giorgio Cristofolini da Madrano. Poi fu destinato don Bartolommeo Scrinzi, ed il<br />

Cristofolini andò a Mori.<br />

Povo, e Villazzano, don Gio. Battista Maistrelli da Tassullo, abitante a Trento.<br />

Rendena, don Saverio Papaleoni di Davone, rettore di Roncone.<br />

Revò, e Clotz 111 , don Michele Tommasi di Trento, curato di Breguzzo.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Giangiacomo de' Paoli da Mezzolombardo, cappellano di<br />

Brezzo.<br />

Taio, e Torri, don Matteo Zorzi da Runo, curato di Cagnò.<br />

Tassullo, don Gio. Battista Onestingel da Spor Maggiore, cappellano di Verla.<br />

Terlago, e Baselga, don Paolino Leonardi da Ceole rivano, curato di Pietra Murata.<br />

Vigo, e Spor, Gio. Antonio Pasotti da Tueno, curato di Mechel.<br />

Tione, don Andrea de' Bernardi da Cognola.<br />

Val di Bono, don Stefano Speranza da Roncone, cappellano di Meano.<br />

Val di Ledro, don Francesco Claus di Trento.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Paolo Ciola da Centa, curato di Fornace. Il quale occupato da<br />

scrupoli lasciò la cura nello stesso anno 1794, ed andò a Caldonazzo a fare il maestro di<br />

giovani.<br />

Villa Lagarina, don Felice Menapace da Rallo, cappellano di Tassullo.<br />

33. San Zeno e Dambel, don Pietro Benvenuti da Ossana.<br />

Li predicatori poi destinati dal nostro Padre <strong>Provincia</strong>le si daranno sotto.<br />

111 *Cloz.


2 febbraio 1794<br />

Li due di febbraio, festa della Ceriola, fu un bellissimo giorno; quindi temo, che si verifichi il<br />

proverbio 112 .<br />

7 febbraio 1794<br />

Li sette continua il bel tempo; ma fresco. Leggo in questo stesso giorno, che il vacante<br />

vescovado di s. Pölten, o sia Sant'Ippolito nell'Austria dall'imperatore Francesco II, fu conferito<br />

a monsig. Sigismondo Conte di Hohenwart diocesano di Lubiana, vescovo attuale di Trieste<br />

nell'Istria sino dall'anno <strong>1791</strong>, e che il detto imperatore gli ha assegnato per sua dicevola 113<br />

congrua quindici mila fiorini annui, riservando il resto delle rendite di detto vescovado<br />

ippolitano per la così detta Cassa di Religione.<br />

9 febbraio 1794<br />

Li nove domenica in s. Maria Maddalena de' Padri Somaschi di Trento ha cantato solennemente<br />

la sua seconda Messa come quinquagenario di sacerdozio il sig. don Antonio Candido<br />

Cimonato 114 di Trento, cappellano e cerimoniero del nostro vescovo, essendo giunto all'età di<br />

anni 74. Trattò poi più di trenta bocche appresso il suo fratello Domenico chiavaro del castello.<br />

Per tal funzione il sig. Clementino Vannetti di Roveredo, pregato dal sig. segretario Pietro Carlo<br />

Ducati, ha composto un sonetto, che fu stampato.<br />

14 febbraio 1794<br />

Li 14 venerdì mattina sono giunti a Trento moltissimi soldati, de' quali secento resteranno in<br />

Trento acquartierati sino ad altra determinazione, ed altri andranno li 15 a Roveredo. Altri sono<br />

rimasti a Bolzano. Fra li rimasti in Trento vi sono molti officianti. Quaranta sono a san Marco.<br />

Il colonnello è luterano. Sono granatieri de' reggimento Thurn.<br />

15 febbraio 1794<br />

Li 15 ho veduto un Avviso stampato in foglio, contenente un invito ai festoni, o sia veglioni<br />

diabolici, che ne' seguenti giorni si terranno otto volte in Trento appresso Domenico Hosele<br />

sotto il castello della residenza episcopale con la licenza del vescovo. Il Magistrato consolare ha<br />

tassato carentani ventuno per testa a chi vuol entrare. Un console mi ha detto, che il Magistrato<br />

non ha fatto una tassa più alta per non perdere il diritto di farla, venendone privati dal vescovo.<br />

Tutti debbono ballare colla maschera sul volto.<br />

16 febbraio 1794<br />

Li 16 giorno di domenica alle nove di mattina in città vi fu del disturbo, perché le campane<br />

furono suonate a martello, atteso che il camino della cancelleria criminale nel palazzo Pretorio<br />

pigliò fuoco; ma fu presto estinto 115 .<br />

Nel medesimo giorno nel Duomo da monsig. decano Manci fu cantata Messa per implorare dal<br />

cielo un prospero successo alle armi austriache contro li francesi.<br />

17 febbraio 1794<br />

Li 17 in Trento è morto un soldato, il quale fu seppellito a s. Francesco nella sera de' 18 cogli<br />

onori, e riti militari. Ho veduto ritornare dal cimitero de' soldati, e molti secolari d'ambi li sessi.<br />

112<br />

*Se la zeriola è serenela sette volte se la zopela: se il giorno della Ceriola (festa della<br />

Purificazione del 2 febbraio) è sereno, si campesterà la neve (o la pioggia) sette volte.<br />

113<br />

*Sufficente.<br />

114<br />

*Cimonati.<br />

115<br />

In quest'anno 1794 fu a Trento, Roveredo, Borgo un certo P. Ermagora Mayer. Già era partito<br />

dalla diocesi trentina li 5 giugno 1794. Partì da Borgo per Abano li 4 giugno 1794 con attestati onorifici<br />

fatti dalla città di Roveredo, dell'officio circolare di Roveredo, e del P. Guardiano di san Rocco in<br />

Roveredo.


La fossa fu cavata dai soldati. Nello stesso giorno circa le tre di sera fu suonato in Trento a<br />

stormo per essersi acceso un camino dell'osteria della Rosa; ma fu subito estinto. Ho inteso, che<br />

nella Gazzetta di Augusta fu riferita la malattia del nostro vescovo con modo derisorio.<br />

Predicatori quaresimali destinati dal nostro Padre <strong>Provincia</strong>le.<br />

Albiano, il P. Eusebio da Pinedo.<br />

Arco le Grazie, P. Gerardo da Barco d'Albiano.<br />

Arco Collegiata, P. Filippo da Metz Tedesco Vicario in Mezzo Lombardo. Tre giorni in<br />

settimana, abitando in convento alle Grazie.<br />

Castelnovo, P. Stefano da Sfruzzo.<br />

Cavalese, P. Sisinnio Maria da Sanzeno.<br />

Cles, P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Drone, P. Giacomantonio da Borgo.<br />

Gardolo, P. Gioachino da Pressano Guardiano in Trento.<br />

Garduno nella parrocchiale, P. Ciriaco da Lazise.<br />

Levico, P. Accursio da Praghena.<br />

Lomaso, P. Stanislao da Nago.<br />

Masi di Novaledo, P. Damaso da Vigol Vattaro vice parroco ivi.<br />

Meano, P. Illuminato da Cles.<br />

Mechelo, P. Romedio da Cles.<br />

S. Michele, P. Gio. Battista da Metz Lombardo.<br />

Metz Lombardo, P. Mariano da Bordiana.<br />

Metz Tedesco, P. Gio. Evangelista da Stenico segretario.<br />

Moena, e Pradazzo, P. Anacleto da Casezzo.<br />

Nago, P. Pietro Damiano da Borgo Guardiano d'Arco.<br />

Noriglio, P. Carlo Felice da Trento Guardiano di Roveredo.<br />

Pinedo, P. Ilario da Bampi Vicario di Pergine.<br />

Pomarolo, P. Gasparo da Campo.<br />

Pressano, P. Vitantonio da Cles stando in Trento.<br />

Primiero, P. Giuseppe da Primiero.<br />

Ravina, P. Vigilio da Fondo.<br />

Romagnano: idem<br />

Roncegno, P. Ignazio di Trento.<br />

Roveredo s. Marco, P. Gioseffantonio da Cles Guardiano di Cles. Tre giorni alla settimana<br />

stando in s. Rocco.<br />

Roveredo alle Salesiane, P. Gio. Vincenzio da Roveredo.<br />

Roveredo alle Inglesi, P. Carlo Felice da Trento.<br />

Sacco, P. Amedeo da Roveredo Vicario di Roveredo.<br />

Strigno, P. Amando da Covelo.<br />

Telve, P. Giangiacomo da Tiarno.<br />

Tenno, P. Niccolao da Cles.<br />

Tesaro, P. Gio. Antonio da Piano.<br />

Torcegno, P. Pietro Paolo da Roncegno.<br />

Verla, P. Giorgio da Cles.<br />

Volano, P. Gio. Vincenzio da Roveredo.<br />

Zambana, P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Il P. <strong>Provincia</strong>le Arcangelo ha predicato per s. Giuseppe alle Laste li 19 marzo; e le tre feste di<br />

Pasqua in Trento all'Annunziata,<br />

21 febbraio 1794<br />

Li 21 leggo nella Gazzetta trentina foglio XV de' 21 febbraio in data di Genova 9 febbraio: Il<br />

nobile sig. dottor Giuseppe Foglia trentino fu eletto primo uditore della Rota criminale della<br />

serenissima Repubblica di Genova, pretore urbano, e deputato alla consultoria del Magistrato<br />

dei Conservatori del mare. Così la detta data. Egli è presentemente Vicario in Cavalese in


Fiemme. Sono già parecchi anni, che aspira a tal carica genovese. Avendogli io detto, che attese<br />

le vicende moderne de' genovesi coi francesi, e colle altre potenze, mi sembrava pericoloso<br />

l'andare a Genova, mi ha risposto, che non c'è verun pericolo. Iddio gliela faccia buona, e lo<br />

accompagni.<br />

In questi giorni sono stati invitati ai festoni di ballo due soldati officianti, acquartierati in<br />

Trento, ma essi hanno ricusata l'offerta, dicendo, che non sono mai stati a simili divertimenti.<br />

Una dama è caduta in terra sul festone. Fu subito alzata da un soldato officiante, il quale per<br />

compiacerla ballò poscia con essa. La dama per mostrarsegli grata lo invitò a pranzo. Il soldato<br />

andò alla casa, ma non poté in essa ritrovare alcuno, e quindi fu costretto di pranzare altrove. Si<br />

suppone, che ciò sia derivato dalla contrarietà del marito, il quale si è il Conte Vincenzo da<br />

Prato. Ella è nata contessa di Lodrone tedesca, e zoppa.<br />

In Roveredo un imperiale ha dato alcune coltellate ad un francesista; ed una donna ha dato<br />

parimente delle coltellate al suo proprio marito.<br />

In Trento una dama, cioè la suddetta zoppa, per aver con chi ballare al festone ha vestito da<br />

ulano la sua donzella, ed ha ballato con essa. Alcuni scolari volendo entrare nella sala del<br />

festone per una porta indiretta furono respinti da un soldato del Zuchthaus vescovile, che stava<br />

in guardia, ed avendo maltrattato il soldato con dei sassi, il medesimo soldato si difese col<br />

palosso 116 , e ferì molto uno scolare, cui troncò il dito picciolo d'una mano, tagliò un altro dito<br />

della stessa mano, e fece delle altre ferite. Egli è un Guelmi di Scanna livano, il quale sta in<br />

trattato di farsi soldato, con consenso del dottore Matteo suo fratello, venuto nello stesso tempo<br />

a Trento per ultimare un tale trattato.<br />

3 marzo 1794<br />

Li tre marzo ho letto un libro scritto contra le Memorie riferite sopra al 18 dicembre 1793.<br />

S'intitola: Deduzione nella causa pendente avanti l'eccelso Consiglio di Trento tra la dita<br />

Martino Kloz e compagno rea convenuta, e li fratelli Gian-Andrea, e Cristoforo Rossi, ed altri<br />

creditori consorti in causa attori. In Trento 1794. Presso Giambattista Monauni stampatore<br />

vescovile. Con lic. de' Sup., in foglio, pagg. 144. L'autore al fine della deduzione pag. 28 si<br />

soscrive così: A. L. Prati G. C., vale a dire Antonio Luigi Prati di Tenno giurisconsulto. Egli fu<br />

Vicario di Tione, ed è presentemente luogotenente di Stenico. È venuto in persona in Trento a<br />

stampare l'accennato libro, ed un altro in favore de' povani. Dopo la deduzione segue<br />

un'appendice sino al fine del libro. Tutta l'opera è a me oscurissima, scritta stomachevolmente, e<br />

scandalosamente. Non basterà senza dubbio per dar fine alla lite. Gli avvocati Rossi vogliono<br />

assolutamente rispondere. Il barone Klotz è ammalato.<br />

5 marzo 1794<br />

Li cinque, giorno delle Ceneri, li soldati, che stettero qui acquartierati sino dai quattordici dello<br />

scorso febbraio sono partiti questa mattina per Goito, villaggio situato vicino a Mantova. Eglino<br />

sono stati quieti, civili, grati, e religiosi.<br />

6 marzo 1794<br />

Li sei di mattina sono giunti a Trento degli altri soldati, li quali non si fermeranno altro, che per<br />

riposare, e poi caleranno nell'Italia contro i francesi. Nello stesso giorno ho inteso, che è morto<br />

in Vienna l'imperatore Francesco secondo; e che Giambattista Conte Alberti di Poia, figlio e<br />

ammogliato del Conte Antonio, gentiluomo di camera del nostro vescovo ha chiesto un<br />

passaporto per un altro, e ch'egli è partito per Germania per li Grisoni con esso, cioè con quel<br />

passaporto, e con una sua fantesca. Di più, che una dama trentina ha voluto partire da Trento<br />

contra il volere del suo marito, ed è partita per Roveredo, Verona ecc.<br />

7 marzo 1794<br />

Li sette uno de' predetti soldati è venuto a chiedere da mangiare al nostro convento.<br />

116 Paloscio, daga.


Nel medesimo giorno essendo venerdì dopo le Ceneri, nel Duomo di Trento il predicatore Padre<br />

Norberto da Como Cappuccino ha pubblicato la licenza vescovile di poter mangiar carne nella<br />

corrente Quaresima eccettuati li soli venerdì, e sabati, il mercoledì delle Tempore e li primi<br />

quattro giorni, e tutta la settimana Santa, coll'obbligo di recitare cinque Pater ed Ave ne' giorni,<br />

ne' quali si mangia carne. La patente incomincia: Nos Petrus Vigilius etc. Attenta maxima<br />

penuria, aliisque gravissimis causis, animum nostrum iuste moventibus, concedimus incolis etc.<br />

esum carnium in imminenti Quadragesima, demptis etc., salva de reliquo substantia ieiunii,<br />

quae excepta dominica, in unica comestione consistit, ceterisque ab ecclesia ea de re sancitis.<br />

Datum Tridenti ex Arce nostrae residentaie die 10 februarii 1794.<br />

Ho inteso, che il detto vescovo ha conceduto ai Padri Carmelitani Scalzi del convento trentino<br />

alle Laste, di poter mangiar carne anche nel detto convento tra l'anno; cosa che far non<br />

potevano.<br />

11 marzo 1794<br />

Gli undici nella Gazzetta trentina foglio 20 leggo questa data: Roma 26 febbraio. È morto nel<br />

convento di s. Francesco a Ripa un Religioso sacerdote Minore Riformato in concetto di<br />

santità 117 . Il concorso del popolo è stato sì grande tutto ieri, ed oggi, che sonosi dovute<br />

moltiplicare le guardie. Il popolo gli ha tagliato l'abito, ed ha inzuppato i fazzoletti nel sangue,<br />

che vivo emanava da un piede, e da una gamba. Si è ordinato che sia posto in una cassa, e<br />

sepolto in luogo particolare. Egli si chiamava Padre Raimondo da Roma lettore teologo,<br />

confessore di monache, missionario appostolico ecc. L'età sua era di 71 i 72 anni 118 . Così la<br />

mentovata Gazzetta. Siane grazie al nostro buon Dio, che ci dona di poter sentire così buona<br />

nuova, in tempo così tristo.<br />

13 marzo 1794<br />

Li tredici, giorno di giovedì, alle cinque di mattina, dopo un gagliardo tocco del campanello fu<br />

ritrovato sulla porta di questo nostro convento in un cestello un bel bambino con un'immagine<br />

affumicata della Madonna, e con un viglietto scritto bene in latino del battesimo conferitogli a<br />

sacerdote legitimo, in ecclesia, et secundum ritum S.R.E. col nome di Giuseppe. Sembra, che il<br />

cestello sia stato portato con un bastone. Fu subito portato ad una donna lattante, e poi avvisato<br />

monsignor Vicario generale.<br />

Nella sera di questo giorno cominciò a piovicare, e così continuò sino alla mattina de'<br />

quattordici, ma sempre leggermente. Avanti fu sempre sereno, e poco freddo, cosicché fu detto,<br />

che il nostro inverno fu napoletano.<br />

15 marzo 1794<br />

Li quattordici colle posta d'Italia il sig. Giuseppe Eyrle di Bolgiano prete canonico d'una<br />

Collegiata di Ratisbona, dottore di sacra teologia, pubblico professore de' sacri canoni, ed<br />

esaminatore prosinodale in Trento, essendo nell'età d'anni 34, ha ricevuto risposta da Roma di<br />

essere fatto canonico di Trento, successore del canonico Giuseppe Conte Trapp defunto, dal<br />

Papa Pio sesto, dopo d'avere rinunziato alla prima nomina inefficace, di cui sopra più volte.<br />

Tutti li buoni approvano questa promozione, ed io pure già l'aspettava. Se il Trapp fosse morto<br />

nove ore prima sarebbe stato fatto canonico dal Capitolo un fratellino del canonico Conte Felice<br />

d'Arsio, siccome ho inteso 119 . Così sarà finita la lite col Conte canonico di Lodrone.<br />

Aggiungo qui a quanto scrissi al 14 novembre <strong>1791</strong>, ed altrove, che Regulares quoscumque ab<br />

hospitio, seu hospitatione militum, etiam pro bello adversus turcas, prorsus eximit sanctus Pius<br />

quintus in Constitutione incipiente Cum sicut. Ella trovasi nel Bollario di Laerzio Cherubino To.<br />

117<br />

morto li 24 febbraio.<br />

118<br />

nato nel 1722.<br />

119<br />

Quest'Arsio diventò canonico di Trento nel 1797. Ha nome Giuseppe, nato nell'anno 1776 li 21<br />

settembre.


2, num. 148, pag. 360, all'anno 1572, senza data di anno, ma è diretta ai sudditi di Roma, e dello<br />

Stato ecclesiastico. I motivi però sono comuni anche ai Regolari non romani. Anzi lo stesso<br />

Papa santo ha esentato dall'albergare soldati tutti li Regolari mendicanti ubilibet per totum<br />

christianum orbem diffusos, et constitutos colla sua Costituzione Dum ad uberes, data in Roma<br />

li 29 luglio 1566 e pubblicata nel cit. Bollario To. 2, num. XI tra le Piane pag. 191, § 2, Ac<br />

etiam.<br />

15 marzo 1794<br />

Li quindici sono passati per Trento andando in Italia molti soldati. Essendo andato per vederli<br />

fuora della porta di s. Croce il canonico barone Vincenzo de Taxis Bordogna da un cavallo<br />

ricevette un fiero calcio, che lo prostrò a terra, senza però incorrere alcuna censura, perché non<br />

lo conobbe come ecclesiastico. Altri negano il calcio, e portano il caso altramente. Il cavallo<br />

urtò nel canonico.<br />

Ho inteso, che li concorrenti al canonicato vacante per la morte del Trapp furono tredici, e li<br />

concorrenti alla Prepositura vacante per la detta morte sono venti. Ho pure inteso, ed anche<br />

confermato da molto buona mano, che già tre anni fu promessa al prete Giambattista Albertini<br />

di Brezzo d'anni ora 52, ex rettore del seminario generale d'Insprugg, che più non sussiste.<br />

Ho parimente inteso, che il signor Conte Paride Saracini di Trento, è fatto gentiluomo di camera<br />

del nostro vescovo principe in luogo del fuggito Conte Giambattista Alberti. Il medesimo<br />

Saracini sta per ammogliarsi con una nezza 120 del fuggito, figlia del fratello domiciliato in<br />

Roveredo, e rifabbrica la sua casa in Contrada Longa.<br />

20 marzo 1794<br />

Li 20 di sera ha piovuto un pocolino.<br />

31 marzo 1794<br />

Li 31 ho inteso, ch'è venuto ordine al Conte Pio di Wolchenstein capitano di Trento dal governo<br />

d'Insprugg di aver cura, ed incassare le rendite della Prepositura di Trento finché dura la guerra<br />

coi francesi. Questo fu già preveduto.<br />

1 aprile 1794<br />

Il primo d'aprile nella Gazzetta trentina in data di Vienna 24 marzo, leggo, che certo sig. Ignazio<br />

Unterberger 121 ha inventato, e costrutto due macchine, le quali di molto facilitano lo scavo dei<br />

fossi, ed il trasporto delle terre. Che quindi dall'imperatore fu approvato, e privilegiato, che per<br />

due anni consecutivi egli solo possa fabbricar, e vendere le dette macchine. Aggiungo, ch'egli è<br />

fiemmasco, cioè di Cavalese, fratello di Giuseppe medico stipendiato in Crema, e di Cristoforo<br />

pittore insigne in Roma. Egli ancora è pittore e stimatissimo. Il privilegio accordatogli è molto<br />

picciolo, per esse egli autore delle dette macchine, senza spesa di altri.<br />

Nella notte venendo i cinque del corrente aprile ha piovuto alquanto, essendo sempre stato bel<br />

tempo.<br />

4 aprile 1794<br />

Ieridì, cioè ai 4 venerdì il sig. Giuseppe barone Eyerle ha presentato al Capitolo di Trento le<br />

Bolle Piane per il suo canonicato. Nel giorno avanti si ha fatto riconoscere barone del S.R.I.<br />

creato nel 1790 dal Vicario imperiale bavaro, dal vescovo principe di Trento. Ha pur pigliato il<br />

possesso del canonicato nel detto venerdì. L'ho riverito in convento li 7 aprile 122 .<br />

120 *Nipote.<br />

121 Ora Unterpergher.<br />

122 Eyerle. Cominciò ad esser prof. in Trento nel novembre 1784.


5 aprile 1794<br />

Ai cinque, sabato Sitientes, nel castello di Trento il nostro vescovo ha ordinato de' chierici<br />

minoristi. Ai maggioristi ha dato le dimissorie per farsi ordinare altrove.<br />

6 aprile 1794<br />

Ai sei, domenica di Passione, dopo la Compieta fu fatta in Trento la solita processione della<br />

santa Spina. Fu officiatore monsignor decano Manci. Vi sono stato anch'io cogli altri Regolari<br />

tutti.<br />

7 aprile 1794<br />

Li sette di sera ha cominciato a piovere, ed ha piovuto di seguito sino alla notte del giorno<br />

seguente venendo il giorno nono. Ha piovuto un pochetto anche nel giorno decimo, e qualche<br />

poco eziandio nell'undecimo. È per altro notabile, che abbiamo comodamente fatto la Via<br />

Crucis nella strada in tutti i venerdì della Quaresima; e che nel giorno quinto d'aprile il nostro<br />

ortolano ha potuto regalare al vescovo de' piselli freschi.<br />

12 aprile 1794<br />

Li dodici di mattina il nostro portinaio ha trovato fuori della nostra porta un fanciullino esposto,<br />

mal teppato e senza verun segno di Battesimo. Il P. Guardiano subito ne ha dato parte all'Officio<br />

spirituale, da cui fu mandato a prendere. Egli fu il terzo regalatoci in quest'anno. Vedi sopra al 5<br />

agosto 1793 e 13 marzo 1794.<br />

15 aprile 1794<br />

Li quindici, martedì Santo, dalle due sino alle tre pomeridiane noi Frati bernardiniani siamo stati<br />

nel Duomo a fare l'assegnataci ora di adorazione del Santissimo. Li signori musici del<br />

medesimo Duomo spontaneamente hanno voluto accompagnarci col loro canto andando, e<br />

ritornando. Cosa insolita rapporto a noi, che abbiamo sempre praticato come prescrive il nostro<br />

cerimoniale. Hanno allegato, che così han fatto eziandio coi Padri Cappuccini. Ci sono venuti<br />

incontro sino al palazzo Particella di Fiera, e ci hanno accompagnati di ritorno alla metà della<br />

Fiera sempre cantando a vicenda con noi. Sonosi posti tra il crocifero e li due primi Religiosi.<br />

In Napoli vi è un grande bisbiglio, perché ai 26 dello scaduto marzo fu scoperta una<br />

francesistica congiura, che aveva decretato di massacrare tutta la famiglia reale, metter sossopra<br />

Napoli, e tutto il regno. Il re è fuggito a Portici, e si guarda in una fortezza, avvisato da Roma.<br />

17 aprile 1794<br />

Li 17 giovedì Santo il nostro vescovo non ha fatto gli Oli santi; ma ha mandato il suo Provicario<br />

Menghino a pigliarli benedetti dal vescovo di Bressanone con questo, che ne lasci a Bolgiano<br />

per quelle parti, e li più vicini a Feltre, ed altre diocesi possano pigliarli dalle più vicine. Tutti<br />

sparlano di così fatto disturbo, ma in vano. Li proposti dal vescovo per suffraganei non sono<br />

degni del carattere vescovile.<br />

20 aprile 1794<br />

Li 20, domenica di Pasqua il detto vescovo non fu nel Duomo a dare la benedizione Papale<br />

coll'Indulgenza plenaria, benché promessa nel calendario ecclesiastico, e negli altri comuni.<br />

21 aprile 1794<br />

21 lunedì, seconda festa di Pasqua, siamo stati con tutti gli altri Regolari alla solita processione<br />

del Santo Monte di Pietà, la quale incominciò poco avanti le nove, e fummo di ritorno in s.<br />

Bernardino alle nove e mezza in punto. Ad essa nel Duomo seguì la Messa solenne e poi la<br />

predica colla benedizione.<br />

[Qui nel manoscritto vi uno spazio bianco, dove probabilmente<br />

c'era l'avviso per gli esercizi spirituali


come c'è sopra al gennaio 1793.]<br />

Gli accennati esercizi si danno dal sopra, al 12 gennaio 1793, lodato missionario don Giovanni<br />

Contavalle bolognese; il quale dice, che poi farà le funzioni sacre per il popolo, perché non si<br />

vogliono più sentir nominare Missioni sacre. Anzi un rev.mo ha detto che bastano le prediche<br />

della Quaresima.<br />

24 aprile 1794<br />

Li 24 per cosa straordinaria nella piazza di Trento sorosi vedute delle ciregie 123 .<br />

4 maggio 1794<br />

Li 4 maggio fu portato a questo nostro convento un cartello stampato da affigersi alla porta della<br />

chiesa del tenor seguente: "Sacro Avviso. Lunedì, che sarà li cinque maggio, alle ore cinque del<br />

dopo pranzo si darà principio alla sacra funzione in s. Maria Maggiore. Nei giorni poi<br />

susseguenti la mattina alle ore quattro e mezzo vi sarà la prima istruzione, alle ore dieci la<br />

seconda, alle ore cinque del dopo pranzo la predica di massima. Procuri ogni fedele cristiano di<br />

profittare di questa grazia, che Dio misericordioso manda per il bene dell'anima, per goderne il<br />

frutto, e non abusarsi di tanto bene. Sua altezza rev.ma per eccitare maggiormente i fedeli ad<br />

intervenirvi, e trarne vantaggio spirituale, concede ad ogni persona, che con retta intenzione vi<br />

sarà presente per ciascuna volta l'Indulgenza di 40 giorni". Questo si è un manifesto della<br />

Missione, che farà il suddetto Contavalle, ch'è solo e senza verun compagno. Il vescovo ha<br />

imprestato il suo nome soltanto.<br />

Li quattro domenica seconda dopo Pasqua nel Duomo di Trento ha fatto il panegirico della<br />

Dolorata il signor don primo Somalvigo di Trento prete d'anni 53, ma fu poco bene inteso. Dopo<br />

il vespro fu fatta la solita solenne processione, cui sono intervenuto anch'io con tutti gli altri<br />

Regolari.<br />

In Trento v'è bisbiglio per li libri stampati dal sig. luogotenente Luigi Prati di Tenno contra il<br />

Magistrato consolare, coll'approvazione del vescovo, ad onta della disapprovazione del<br />

cancelliere Barbacovi. Li consoli sono stati dal vescovo a fare le loro rimostranze. Ha scritto<br />

contra le spese de' selciati fatte dal detto Magistrato l'ex podestà Romagnosi, che tuttavia si<br />

trova in Trento.<br />

5 maggio 1794<br />

Li cinque di sera in s. Maria Maggiore il suddetto Contavalle ha dato principio alla sua<br />

Missione, detta funzione sacra.<br />

Iersera è fuggito da Trento con una fantesca verlana uno scolare della quarta d'anni 16, verso li<br />

Grigioni eretici. Ma avendolo incontrato in Caldese un signore Manfroni sollando lo ha fermato.<br />

Egli ha nome Niccolao, ed è figlio primogenito del signor medico Dom en icozu che lidi trento,<br />

chenon vuolpiù man daral Li Ceotren tino glial tridu esu oifi gli, per chenon ven ganoscan doli<br />

za tidaicom pagni 124 . Vedi sotto all'11 aprile 1797.<br />

10 maggio 1794<br />

Li dieci il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le ha risposto alla magnifica comunità di Lomaso della<br />

Giudicaria Minore, che io non posso scostarmi da Trento per andare ad ordinarle l'archivio; e<br />

che se vogliono essere da me serviti al possibile, mi mandino li rotoli a Trento. Spero, che non<br />

parleranno altro; appunto come già due anni per somigliante risposta cessarono dal chiedermi<br />

quelli di Castagnedo. I Lomasini hanno mandato l'archivio nel 1795, li 16 aprile.<br />

123 *Ciliege.<br />

124 *Accosta le sillabe e avrai il senso della frase.


11 maggio 1794<br />

Gli undici domenica la Sacra Missione fu tenuta nel Duomo acciocché potesse sentirla più<br />

popolo, essendo sempre stata pienissima la chiesa di s. Maria Maggiore.<br />

Nello stesso giorno sono giunti a Trento cinquecento soldati ungheri avviati per Cremona. Nella<br />

sera sono venuti al nostro convento tre di essi spinti dalla fame. Così pure alle monache di s.<br />

Chiara. In città le botteghe tengonsi socchiuse per loro. Sono senza verun sacerdote, brutti, tristi,<br />

e per lo più di varie sette d'eretici.<br />

14 maggio 1794<br />

Li quattordici, mercoledì, nel castello di Trento vi fu il concorso alle due parrocchie di<br />

Garduno 125 , e di Novaledo, ed alla cura di Cologna, e Gavazzo. Vi fu pure nel giorno<br />

quindicesimo, e servì anche per le altre parrocchie austriache vacature 126 . Li concorrenti furono<br />

soltanto 22.<br />

Ho inteso, che ai tre di questo mese in Metodesco fu seslato, o sia tagliato e raccolto dell'orzo,<br />

cosa straordinaria rapporto al tempo. Di più che ora in questi contorni li bacchi da seta, detti<br />

cavalieri, mangiano a furia, cioè dopo d'avere dormito la quarta, ed ultima volta.<br />

18 maggio 1794<br />

Li 18 giorno di domenica il suddetto Contavalle ha fatto la Missione nel Duomo di Trento, per<br />

poter essere udito da maggior numero di persone. L'uditorio fu sempre grandissimo, cosicché<br />

per trovar da sedere tantissimi vi andarono assai tempestivamente. Anche nel giorno<br />

decimonono ha predicato nel Duomo, e nella sera ha terminato la sua apostolica missione colla<br />

benedizione. Ieri, e oggidì furono sparsi de' sonetti a di lui lode, quantunque per altro sia loro<br />

contrario 127 . Una donna, ed il Conte Fato Terlago pubblici scandalosi, hanno dato segni pubblici<br />

di ravvedimento. Siane grazie all'Altissimo. Il Contavalle si tratterrà in Trento ancora otto giorni<br />

per ascoltare delle confessioni e poi andrà nella Voltolina 128 . Egli è ricercato anche dai verlani,<br />

storeschi e Primerini. Né pure una volta fu ascoltato dal nostro vescovo. Abitò sempre nel<br />

seminario. Nel giorno 22 mi ha consegnato il detto Conte Fato 129 , ed altri. Il detto missionario<br />

ha 49 anni di età.<br />

Ho inteso che l'ex Cappuccino fatto parroco di s. Maria in Roveredo dall'imperatore, negli scorsi<br />

mesi ha pigliato possesso, e poi subito è partito. Egli è nato in Milano da genitori ungari, ed ha<br />

in abborrimento li Cappuccini. Ho pur inteso, che don Giovanni Marchetti bresimano autore, e<br />

direttore delle scuole normali del Trentino, fu nominato canonico di Mantova dall'imperatore,<br />

ma non fu ammesso dal governo milanese, perché privo di merito in quello Stato. Altresì ho<br />

inteso, ch'è concorso per la Prepositura di Trento, e che per questa è concorso eziandio l'attuale<br />

vescovo di Trento per mantenere con essa un Suffraganeo.<br />

27 maggio 1794<br />

Li 27 maggio, martedì delle Rogazioni la processione del Duomo non è venuta a san<br />

Bernardino, come per altro è solita, perché il tempo fu alquanto piovoso.<br />

28 maggio 1794<br />

Li 28 il castello ha mandato a questa nostra sagrestia un viglietto stampato perché nella santa<br />

Messa dicasi la colletta ad impetrandam serenitatem. Nella stessa mattina è passato per Trento<br />

ben legato, e custodito in carrozza il famoso francese Semonville 130 , che finora fu rattenuto nel<br />

castello di Mantova. Si teme, che i francesi vengano eziandio nell'Italia, essendo vicini. La<br />

125<br />

*San Felice di Gardumo.<br />

126<br />

*Che saranno vacanti.<br />

127<br />

Un sonetto fu del Rensi stampato senza luogo, e nome di stampatore,bensì col nome del Rensi.<br />

128<br />

*Valtellina.<br />

129<br />

Ma poi non durò nei propositi. Si fece soldato, e si annegò nel mare.<br />

130<br />

Fu ristituito ai francesi nel 1795.


hanno contro Casa d'Austria specialmente, e tutti credono, che tali rovine sieno state cagionate<br />

da Gioseppe novatore.<br />

Si dice, che ultimamente in Parigi fu decapitata Elisabetta Filippina Maria Elena sorella del<br />

decapitato Luigi XVI re di Francia, nata li tre maggio 1764. Fu decapitata veramente ai dieci del<br />

corrente. Nello stesso tempo furono decapitati degli altri, nominatamente tutta la famiglia<br />

dell'ex cardinale di Brienne di Lomenie apostata.<br />

31 maggio 1794<br />

Li 31 sabato ultimo di maggio il nostro vescovo è partito da Trento per andare a risiedere come<br />

canonico in Salisburgo. Ma la residenza consisterà soltanto nello stare in Salisburgo.<br />

Intendo, che in Roma due preti trentini sono stati carcerati dalla sacra Inquisizione. Taccio i loro<br />

nomi. Vedi sotto al 28 maggio novembre 1795.<br />

1 giugno 1794<br />

Nei primi di questo mese il signor dottore Giambattista Ciurletti di Trento è andato governatore<br />

del Marchesato di Castellaro sul Mantovano per il vescovo di Trento.<br />

Il nuovo Magistrato consolare di Trento ha negato ai comici forestieri il fare le loro diaboliche<br />

opere in Trento. Anzi ha negato la stessa licenza eziandio ai comici trentini.<br />

6 giugno 1794<br />

Nella notte dei sei venendo i dette di giugno in Trento furono sentite tre differenti scosse di<br />

terremoto.<br />

Ho inteso, che dal governo d'Insprugg è stato riprovato come sedizioso il libro da Luigi Prati<br />

scritto contra il Magistrato civico di Trento, ed in favore dell'oste Zaioto; e che le Valli di Non<br />

hanno protestato di non voler accettare per loro assessore il detto Prato, benché sia stato a ciò<br />

destinato dal vescovo. Ho pure inteso, che in uno di questi giorni la comunità di Povo ha fatto<br />

dar campana a martello in vigore d'un suo previo decreto, ed essendo convenuti moltissimi<br />

paesani con forche, ed altri ordigni simili hanno tolto alcuni capi di bestiame ad un certo sig.<br />

Joas di Trento, possessore in Povo, ma non comunale di Povo, perché contra il divieto già<br />

fattogli ha pascolato sul comune. Gli hanno subito incantati, e venduti su la piazza povana.<br />

Questo credesi un effetto de' libri pratani.<br />

13 giugno 1794<br />

Li 13 è stato da me un trentino di nome Andrea, e di professione barbiero, ridotto agli estremi di<br />

povertà, e tentato di fare spropositi. Egli viveva nello stato suo comodamente, ed onoratamente<br />

colla sua moglie, con un figlio, e due figlie. Gli recò dei danni notabili un garzone 131 , ed un<br />

incendio. Finalmente pregato risegnò il maneggio della sua famiglia al proprio figlio celibe di<br />

età d'anni 25 in circa. Questi subito si mise a negoziare di tabacco, ed a contrare altri impegni<br />

senza giudicio a segno tale, che ora essendo carico di debiti grossi non può più reggere, e non ha<br />

mezzo di cavarsene. Questo esempio mi conferma nell'antico mio sentimento di non consigliare<br />

alcun padre a spadrizzarsi, ed a cedere totalmente il governo di casa. Quantunque approvi<br />

l'esercitare i figliuoli nelle faccende economiche.<br />

Ultimamente il curato di Pinzolo nella Giudicaria Maggiore mentre dormiva nella sua camera fu<br />

salutato, e svegliato con due archibusate, ma non toccato. Perciò l'Officio spirituale di Trento ha<br />

delegato il decano foraneo tionitano a fare il processo essendo già diffamati li preti del paese.<br />

16 giugno 1794<br />

Li sedici sono passate per Trento alcune carrozze inviate verso Insprugg, e dicesi, che sieno di<br />

torinesi, anzi vuolsi, che sieno di quella Corte partita di là per non essere presente alla<br />

sanguinosissima tragedia, che per ordine della medesima verrà fatta li 25 del corrente. Ma poi<br />

non ho sentito altro.<br />

131 Andrea Sontag a s. Marco.


17 giugno 1794<br />

Li diciassette fu raccontato in Trento, che il nostro vescovo Pietro Vigilio Conte di Thunn ha<br />

scritto da Salisburgo, che ha fatto un viaggio prospero, e che gli pareva di essere in Vienna,<br />

godendo gran divertimenti di principi viennesi di Colloredo fratelli dell'arcivescovo di<br />

Salisburgo. Ma nella stesa sera de' 17 capitò una staffetta da Salisburgo colla notizia, che è<br />

morto improvvisamente di colpo apopletico. Così mi ha riferito una persona riguardevole venuta<br />

apposta da Trento nella mattina dei 18, ma quantunque tale notizia fosse divolgata per Trento,<br />

pure fu falsa. Ella è venuta da Bolgiano. Il relatore Giuseppe Maria Auchentaller Soller<br />

mercante fu chiamato nel castello ed aspramente ripreso dal sig. Bertinalli direttore camerale.<br />

19 giugno 1794<br />

Li 19 festa del Corpus Domini sono stato cogli altri alla solita processione del Duomo. Cantò la<br />

santa Messa, ed officiò monsig. decano Manci. Le strade furono distinte con rami verdi, le<br />

finestre con drappi di vari colori, le candele portate da moltissimi particolari con de' mazzetti di<br />

fiori, le lancie de' succi con delle corde colorate. Vi furono li tre soliti altari alla Prepositura, al<br />

castello, ed a san Pietro. Non si sentì alcun sparo di mortari, o archibusi. Noi partimmo da s.<br />

Bernardino alle sei e tre quarti, e vi fummo di ritorno alle nove e mezza. Questa volta li<br />

confratelli del Santissimo vestiti di cappa rossa, nell'uscire dal Duomo volevano la mano dai<br />

Regolari; ma senza che noi aprissimo bocca, comandò loro replicatamente, che con una parola<br />

lombarda, che ci andassero avanti il R. S. don Baldassare Ricci sagrestano del Duomo, e<br />

direttore principale della processione. Onde essi precedettero, e così il clero Regolare andò unito<br />

al secolare. Buono, che fu presente il detto prete sagrestano, senza esserne chiamato, o pregato.<br />

20 giugno 1794<br />

Li 20, in data de' 7 leggo, che il governo di Roma mandò ad arrestare un prete tirolese; ma non<br />

essendo stato ritrovato in casa, venne sequestrato il di lui equipaggio, e spedita della cavalleria<br />

verso Frascati per raggiungerlo. Li preti trentini, che ora si trovano in Roma sono Girolamo<br />

Troger di Borgo d'anni 37, Domenico Manzana di Castiglione d'anni 35, Carlo Tacchi di<br />

Roveredo d'anni 43, Simone Poli di Trento d'anni 58, e Francesco dal Monego di<br />

Melombardo 132 d'anni 31. Questi due ultimi sono gli accennati al 31 maggio 1794. Vi si trova<br />

pure il prete Antonio Longo di Varena d'anni 53, pittore. Vedi sotto al 2 dicembre 1795.<br />

22 giugno 1794<br />

Li 22, giorno di domenica sulla Mostra di Trento è succeduto uno spettacolo sorprendente, e<br />

memorabile. Due cavalli attaccati ad una carrozza vuota venivano cacciati furiosamente dal<br />

cocchiere. Giunti però dove nel mezzo della strada ritrovavansi due fanciulli vestiti di bianco, i<br />

cavalli non vollero passare avanti, si fermarono, alzarono le loro zampe, e non vollero passare<br />

innanzi finché li fanciulli non furono fuori della strada. Il caso fu veduto da moltissimi, e tutti<br />

ammirarono il privilegio dell'innocenza.<br />

23 giugno 1794<br />

Li 23 ho inteso, che il nostro vescovo, il quale è partito da Trento per Salisburgo insieme col<br />

suo cugino Conte Emmanuele di Thunn canonico di Trento, inviato verso la Polonia per<br />

prendere il suo fratello Arbogasto soldato austriaco infermo, ha rinunciato in favore del predetto<br />

Emmanuele il suo canonicato della metropolitana di Salisburgo. In questo senso poté dirsi, che<br />

Pietro Vigilio è morto a Salisburgo improvvisamente.<br />

Noi facciamo orazioni per impetrare la serenità. Quasi ogni giorno piove qualche pezzo di<br />

tempo. Nella notte venendo il dì 24 fuvvi una pioggia dirottissima e gagliardissima.<br />

26 giugno 1794<br />

132 *Mezzolombardo.


Li 26 festa di san Vigilio siamo stati alla solita processione, e Messa del Duomo. Fu officiatore<br />

monsig. decano Manci. Fuvvi sparo di mortari soltanto alla consecrazione della detta Messa, cui<br />

stette presente anche il Magistrato consolare. Fuvvi molta foresteria. Il cielo fu propizio; ma<br />

dopo il mezzogiorno cominciò a piovere, e continuò sino alla sera del giorno seguente. Onde<br />

non furono fatti li soliti fuochi artificiali.<br />

27 giugno 1794<br />

Li 27 per la prima volta ho inteso, ch'è fatto parroco di Garduno il signor don Giovanni de'<br />

Gottardi d'Aldeno curato di San Sebastiano in Folgaria.<br />

28 giugno 1794<br />

Li 28 ha preso il possesso della scolasticheria di Trento il canonico Francesco Antonio Conte<br />

Alberti di Poia, conferitagli dal vescovo per la morte del canonico Preposito Conte Carlo Trapp.<br />

Dicesi a lui conferita, perché essendo vecchio di 80 anni, venga a vacare presto, e possa<br />

conferirsi al barone d'Eyerle, ora canonico novizio.<br />

29 giugno 1794<br />

Li 29 domenica e festa de' Santi Apostoli in Trento furono fatti li fuochi artificiali di san<br />

Vigilio.<br />

30 giugno 1794<br />

Li 30 di giugno, lunedì, in Trento, nella Contrada s. Marco nel palazzo nuovo de' Conti Salvetti<br />

è morto Domenico figlio unico e fanciulletto di 3 anni e più del sig. Conte Antonio Salvetti di s.<br />

Lazzaro. Siccome poi li detti Conti non vogliono servirsi del nuovo cimitero comune di s.<br />

Francesco, così l'hanno fatto seppellire il giorno primo di luglio nel loro sepolcro ereditato dalla<br />

casa Zendrona, e situato nella chiesa curata di Gardolo. Resta una figlivoletta del detto signor<br />

Conte Andrea più vecchia del defunto. Il fanciullo per altro forzuto, è morto per infiammazione<br />

di petto non avvertita. Il funerale fu solenne, e strepitoso. Fu accompagnato sino a Gardolo da<br />

24 e più sacerdoti, tra' quali li piovani di s. Maddalena, e san Pietro. Portarono le torcie i<br />

seminaristi. Costò più di 60 fiorini. Il detto fanciullo aveva conciliata la pace tra il padre suo, e<br />

l'avo, essendo stato contrarissimo al matrimonio del sig. Andrea il sig. Domenicantonio di lui<br />

padre.<br />

Intendo, che il signor Segala di Roveredo, cambista in Vienna, ha dato fuori un manifesto,<br />

avvisando, che tiene tre figlie nubili, e che darà ottanta mila fiorini a ciascheduna che si<br />

accompagnerà con persona di suo aggradimento.<br />

Passano per Trento continuamente dei soldati per andare contra i francesi nel Piemonte.<br />

Il Vesuvio nello scorso giugno ha fatto grandissimi danni al Napolitano, specialmente alla terra<br />

detta Torre del Greco. Veggasi sotto al 12 luglio.<br />

11 luglio 1794<br />

Gli undici leggo, che in Vienna nella sera de' 27 giugno ha finito di vivere in età di 84 anni il<br />

principe Venceslao Antonio Kaunitz, Conte di Rietberg, cavaliere del Toson d'Oro, Gran Croce<br />

dell'Ordine di Santo Stefano, consigliere intimo attuale di sua maestà l'imperadore, ministro di<br />

conferenza, e di Stato, cancelliere dell'Ordine Militare di Maria Teresa. Il foglio non dice altro<br />

di lui. Egli è nato li due di febbraio dell'anno 1711. Ebbe per moglie Maria Ernestina contessa di<br />

Stahrenberg. Generò Ernesto Cristoforo nel 1737, Domenico Andrea nel 1739, Francesco<br />

Venceslao nel 1742, e Giuseppe Clemente nel 1743. Quest'ultimo è morto nel 1785,<br />

ambasciatore nella Spagna annegatosi. Francesco generale nelle armate austriache ultimamente<br />

fu tacciato di fellonia, e quindi deposto. Il padre fu boemo, e venne creato principe da Maria<br />

Teresa. Vedi sotto al 25 agosto. Egli fu prima ministro austriaco a Torino, poi ambasciatore a<br />

Roma ed a Parigi, ministro plenipotenziario a Brusselles nel 1746. Inviato nel 1748 al congresso<br />

di Aquisgrana. Finalmente nel 1752 creato primo ministro di Corte, cancelliere di Corte e di<br />

Stato. Il di lui cadavero imbalsamato fu trasferito a Hosterlitz nella Moravia, e seppellito nella


tomba della sua famiglia. Nel cancellierato gli fu sostituito nel 1793 il barone di Thugut,<br />

cognome datogli da Maria Teresa, perché aveva un cognome tristo.<br />

15 luglio 1794<br />

Li quindici leggo, che il corpo del defunto principe di Kaunitz venne da Vienna il primo luglio<br />

trasportato ad Austerlitz nella Moravia per essere seppellito nella tomba de' suoi antenati. Si<br />

aggiugne, che conservò sino agli ultimi suoi movimenti un'ammirabile presenza di spirito, e si<br />

ha dato a conoscere un vero cristiano. Forse questo avvisasi perché correva voce, che fosse<br />

eretico. Ma bisognerebbe sapere chi abbia così scritto.<br />

17 luglio 1794<br />

Li diciassette dal Padre <strong>Provincia</strong>le ho ricevuto l'impegno di servire alla comunità di Moiena 133<br />

col fare l'inventario del di lei archivio, perché si trova in procinto di entrare in una lite per la<br />

chiesa di san Pellegrino. Ho fatto perciò un libro intitolato Documenti antichi dell'ospitale<br />

ecc. 134<br />

21 luglio 1794<br />

Li 21 lunedì sera dopo l'Aavemmaria è venuto un terribile temporale con una pioggia<br />

dirotissima, e con tuoni spaventevoli. Nello stesso tempo è caduto un fulmine sopra di una casa<br />

campestre situata sopra la Cervara di Trento, ed appartenente alla vedova Orsola Marzari, nata<br />

Molinari, restò morto sul colpo un ragazzo di nove anni, ed una vacca presso la quale si<br />

ritrovava. La casa poi prese fuoco, e si abbruciò tutta tutta, perché per mancanza di acqua, e di<br />

gente il fuoco non fu spento. Anzi continua il fuoco nell'interno anche in questa mattina de' 22,<br />

alle otto, in cui da lungi la ho veduta fumare. Anche nella sera de' 13 domenica sono cadute qui<br />

due strepitosissime saette, una delle quali è caduta nella chiesa di Sardagna sull'altar maggiore,<br />

ed ha rovesciato la sacra Pisside nel tabernacolo. Una è scoppiata vicinissimo a me, mentre<br />

stava con altri nel refettorio. Quattro sono cadute nell'Anaunia innanzi, ma non han cagionato<br />

gran danni. Quasi ogni sera piove, e tuoneggia. Un'altra saetta è caduta iersera in Mesiano. Altre<br />

sono cadute nella Giudicaria orientale, che hanno recato de' gravi danni. Una ha ucciso sette<br />

vacche, e tredici capre. I fulmini hanno fatto de' mali anche in Roveredo, ed in Nova Tedesca, o<br />

sia Theuschnova 135 .<br />

Il nostro P. Michel Angelo Laurenzi di Roveredo ha scritto a Trento con data di Napoli 24<br />

giugno 1794 come segue: "Ai 12 del corrente il Vesuvio con gagliardissima scossa di tremuoto<br />

di tre grossi minuti ad ore tre, ed un quarto di notte ne diede segno. Con processioni ancor in<br />

quella notte si ricorse alla protezione di san Gennaro. Nella sera de' 15 ad ore due, ed un quarto<br />

di notte (10 ed un quarto tedesche) si sentì nuova gagliarda scossa, e pochi minuti dopo si<br />

cominciò a sentire un fortissimo, e continuo fragore, che poi durò per tre giorni e tre notti. Il<br />

cielo era sereno e placido; la luna argentina. E cosa era? Il Vesuvio non più dalla cima, ma a<br />

mezza montagna apertasi nuova vastissima voragine colle scosse continue cominciò a cacciare<br />

saette, fuoco, bitume, nembi di cenere, e fumo, e per un vallone alla largezza di tre in quattro<br />

volte il nostro Adige formatosi un fiume di fuoco ancor in quella notte subissò la città detta<br />

Torre del Greco. Pochi perirono, perché gli abitanti fuggiti in Napoli lontano sei soli miglia<br />

dalla Torre. Condensatasi l'aria cominciò a piovere prima arena, poi cenere, che a Napoli fu<br />

all'altezza di sole tre dita; ma a Castellamare e Resina, e Portici cadde tal pioggia a palmi. La<br />

città di Somma per tre giorni provò tale oscurità, che solo dagli orologi da tavolino, e da sacca<br />

potea distinguere il giorno dalla notte. Tutti que' poveri abitanti per tre giorni stettero rinchiusi<br />

133 *Moena.<br />

134 *Trento, BSB MS 18a, Documenti antichi dell'ospitale di San Pellegrino appresso Moena in<br />

Fiemme, Trento 1794 nel mese di dicembre 134 , pp. i-xxxiv. - La trascrizione integrale di questi 16<br />

documenti si trova nel volume IV del Compendium diplomaticum, MS N° 4, nn° 816, 818-832, pp. 303-<br />

417. 135 *Nova Ponente.


nelle case, e nelle chiese per la pioggia continua di cenere, arena, lapillo, che venne all'altezza di<br />

cinque palmi, e che col peso sprofondando le case schiacciò molta gente, la quale rimase ad un<br />

tempo e sepolta e morta. Finalmente da settecento de' più coraggiosi tra' quali interi monasteri di<br />

monache, e Frati con fanali, torcie a vento ecc. uscendo dirò così dalla tana a grandissimo stento<br />

camminando sempre sopra la cenere ecc. vennero a Napoli. Dopo un fiero temporale di fulmini,<br />

tuoni, ed acqua, che cagionò de' torrenti, con grandissime rovine, fermò il Vesuvio, che<br />

ripigliando la cima getta ora senza chiasso e dalla cima, e dalla nuova vorragine densissimi<br />

globi di fumo, e sola cenere. Si nota poi, che la cima del Vesuvio in questa occasione si è<br />

abbassata da cinquanta palmi. A tutti quelli della sprofondata città della Torre il re passa un<br />

carlino a testa (cioè dieci carantani al giorno) e di più fa pagar esso ai locandieri l'alloggio. La<br />

lava, che portò via la città della Torre fece foce nel mare, che lo empì ad un quarto, e più di<br />

miglio. Qui si fece subito una processione di penitenza, e si portò la statua d'argento di san<br />

Gennaro, nella cui testa vi sta racchiuso il di lui cranio, ed appena arrivata la processione al<br />

ponte della Maddalena in faccia al Vesuvio, che si mitigò alquanto il di lui furore, e poi<br />

coll'insorto temporale andò a calmare. Ma che? S'avesse veduto una processione di certo cento<br />

mila persone chi piangenti, chi facendo atti di contrizione, chi con vivissime espressioni<br />

dimandando a Dio grazia per l'intercessione di s. Gennaro, era cosa troppo tenera da vedersi. Il<br />

fatto si è, che san Gennaro ha fatta la grazia, poiché in tanto evidente pericolo, e sommo timore<br />

non è cascato in Napoli un camino, non è caduto un canale, non è perita una persona. Napoli<br />

pare una Ninive convertita. Non si sentono più chiassi, male parole, bestemmie. Continue<br />

processioni di penitenza scalzi, corone di spine, capelli sciolti, croci sulle spalle. Anche le dame<br />

fecero la loro processione. I cavalieri al numero di cinquecento e più. Tutti i Regolari, le<br />

Congregazioni, le Confraternite, le Arti sì liberali, che meccaniche. In somma io spero, che<br />

anche colle Missioni aperte in sette luoghi, tridui, ottavari ecc. si rimetterà costantemente sulla<br />

buona strada questa capitale". Così il detto nostro Religioso confessore di monache alla<br />

Maddalena Maggiore. Altronde si sa, che la Torre del Greco numerava circa dicidotto mila<br />

anime. Pure trovasi nominata villaggio, Terra, e città. Ho pur letto nella Gazzetta, che in Napoli<br />

nella sera de' 15 giugno, domenica della ss. Trinità, quando è succeduto quel gran disastro, i<br />

teatri erano pienissimi.<br />

25 luglio 1794<br />

Li 25 giorno di venerdì ha pigliato il possesso della Prepositura di Trento monsignor<br />

Giangiacomo barone Piccini canonico di Trento, ed arciprete di Metodesco 136 .<br />

27 luglio 1794<br />

Li 27 domenica è finalmente venuta da Insprugg al nostro Padre <strong>Provincia</strong>le la licenza di vestire<br />

novizzi; ma essendo scritta nella lingua tedesca non sappiamo ancora come sia concepita.<br />

Temiamo, che contenga delle solite condizioni, le quali la rendano inutile. Appunto la cosa è<br />

così. Pazienza. Vedi sotto.<br />

Ho inteso, che ultimamente un ragazzo essendo stato avvisato dal suo padre di andare alla sua<br />

bottega gli ha risposto dispettosamente, che verranno i francesi a liberarlo dalla schiavitù. Ho<br />

pure inteso, che un nuovo parroco venuto dallo studio enipontano ha biasimato que' suoi<br />

parrocchiani, che mostrarono del rispetto alla sacra Eucaristia in occasione, che fu portata ad un<br />

moribondo.<br />

3 agosto 1794<br />

Li tre domenica, correndo l'Indulgenza di Assisi, o sia della Porziuncola, fuvvi al solito un gran<br />

concorso di fedeli anche a questa nostra chiesa, eziandio di forastieri, malgrado l'estensione alle<br />

altre chiese lontane dalla nostra.<br />

Il dispaccio venuto da Insprugg al nostro P. <strong>Provincia</strong>le rapporto alla vestizione di novizzi, è<br />

dato in Insprugg gli undici luglio 1794, soscritto da Leopoldo Conte Kinigl, e Massimiliano<br />

136 *Mezzocorona.


Pontifeser. Dice, che il decreto cesareo è dei 27 giugno 1794. Con esso sono fissati per sempre<br />

soltanto 454 Frati per tutti gli Ordini Regolari esistenti nel Tirolo, cioè de' Serviti, de'<br />

Francescani, de' Cappuccini, e degli Agostiniani. Ai Serviti sono assegnati 36 Frati. Ai<br />

Francescani tedeschi 174, ai Francescani italiani 45, ai Cappuccini tedeschi 150, ai Cappuccini<br />

italiani 15. Agli Agostiniani 34. Vuole, che non si accetti chi non ha studiato la filosofia in una<br />

scuola pubblica austriaca. Che si presentino al governo gli attestati di tali studi, e che se ne<br />

aspetti la conferma. Che per istudiare la teologia vadano nel convento de' Serviti d'Insprugg.<br />

Circa il mantenimento la cosa è imbrogliata. Dice, che ora nel Tirolo sonovi 104 Frati oltre il<br />

detto numero di 454 e che perciò finché non sieno ridotti al detto numero non potranno essere<br />

vestiti se non pochi. Poi concede, che ora ogni Ordine possa vestirne un solo, eccettuati li<br />

Serviti, cui li 13 settembre 1793 fu accordato di vestirne quattro. In ordine a tale dispaccio leggo<br />

in una lettera scritta da Insprugg 31 luglio 1794, che prout communis fama fert, publica<br />

institutio nedum spiritui evangelico, sed ipsi ortodoxiae, ac fidei catholicae parum amica est.<br />

Così dicesi dello spirito accademico enipontano.<br />

5 agosto 1794<br />

Li cinque in data di Roveredo 24 luglio leggo nella Gazzetta trentina, che per le pressanti e<br />

replicate istanze di tutti li comuni della Pretura di Roveredo, è stato abolito il Magistrato civico<br />

introdotto nel 1784, e rimesso alla cittadinanza il governo economico, ed il giudiciale ad un<br />

podestà quadriennale, che potrà essere terriero, e forastiero. Così fu stabilito in Vienna li 26<br />

giugno. Roveredo potrà presentarne tre al sovrano per la podestaria, li quali però abbiano il<br />

Breve d'eligibilità 137 .<br />

Li quattro, lunedì nel ginnasio di Trento furono distribuiti li premi agli scolari. Il numero loro fu<br />

questo: Logici e metafisici 48. Fisici 24. Rettorici 26. Umanisti 15. Quartisti 20. Secondisti 24.<br />

Primisti 19. Principisti 22. Tutti 198. Li premiati furono Francescantonio Lupi, Giambattista<br />

Foresti, Paride Maria barone Kloz come barone, e Federico Federici, Simongiuseppe Rohr,<br />

Bartolommeo Steinmayer, Giuseppe de' Negri, Simone Rover, Alberto dal cesare, Giambattista<br />

Garzetti, Domenico Felce Ducati, ed Antonio Lupi, tutti di Trento. Marcantonio Caserotti da<br />

Cogolo sollando. Niccolao Rochetti pedemontano, cioè di Pedemonte, o sia Brancafora,<br />

mantenuto gratis dal dinasta Trapp. Tommaso Bruti di Rendena. Antonio Ciola da Caldonazzo.<br />

Dionisio Antonioli di Levico. Francesco Saverio Marchetti da Giudicaria. Antonio di Lugano<br />

d'Avis. Benedetto Salvadori da Mori. Giacomo Prati da Caldonazzo. Domenico Gaspari da<br />

Caldonazzo. Tra' logici fuvvi un solo forastiero cioè da Bressanone. Tra' fisici furono due<br />

parimente di Bressanone. Gli altri tutti sono del Trentino.<br />

Si trova in Trento alla Locanda dell'Europa un principe di Chimay dell'Annonia francese, nato<br />

in Brusselles, ora emigrato e fuggiasco. Ha 59 anni di età, e 33 anni di matrimonio, contratto<br />

con dispensa di Papa Clemente XIII perché era suddiacono. Sta gravemente infermo, ed è<br />

intenzionato di andare a Fiorenza, dove tiene due palazzi propri. Si dice parente del nostro<br />

imperatore. Fu cortigiano del re di Francia, nella cui Corte servì alla regina eziandio la di lui<br />

moglie, ora parimente fuggitiva nell'Inghilterra. Non ha verun figliuolo, né padre, né fratello.<br />

Vedi sotto al 15 agosto.<br />

6 agosto 1794<br />

Li sei ho ricevuto il mio Direttorio monastico ritornato da Insprugg, dove fu licenziato ai 25 di<br />

luglio. Fu spedito qua da Roveredo con data di Roveredo primo agosto dall'I.R. ufficio<br />

circolare, soscritto da F. Baroni, e dal Ronch, e segnato 4750/551 Ecclesiastico 138 .<br />

Al fine poi dello stesso Direttorio v'ha Imprimatur con alcune parole tedesche, e poi Roveredo 2<br />

agosto 1794, Filip. Baroni Cavalcabò ecc. ed il sigillo con due fili di due colori. Il sigillo ha<br />

un'iscrizione tedesca.<br />

137<br />

Fu eletto il Delaiti di Mori, ma non è ancora impossessato li 9 febbraio 1795. Poi fu<br />

impossessato.<br />

138<br />

Il mio diocesano fu segnato in Insprugg li 15 luglio 1794 col num. 11730/414.


Nello stesso giorno ho inteso, che monsig. Giuseppe Pannilini di Siena, nato li 30 dicembre<br />

1742, è fatto vescovo di Chiusi, e Pienza li 13 novembre 1755, ha solennemente, e<br />

pubblicamente in chiesa detestato, e ritrattato li suoi errori ereticali, con cui aderì all'empio<br />

vescovo di Pistoia Scipione Ricci, ed al Gran Duca Pietro Leopoldo 139 .<br />

Ho pure inteso, che il re di Napoli, attese le già descritte rovine del Vesuvio, ha decretato, che le<br />

entrate de' vescovadi vacanti nell'avvenire sieno incamerate per di lui pro, ed ha stabilito di<br />

metter tanti Vicari nel luogo de' vescovi con una congrua pensione. Nulla dicesi del consenso<br />

del Papa.<br />

7 agosto 1794<br />

Li sette il nostro P. Agostino da Vigo è andato in Sardagna per fare le veci di quel signor curato<br />

Antonio Zanolino, mentre beverà le acidole, perché non ha potuto ritrovare un sacerdote<br />

secolare capace. Ritornò al convento li 17 agosto di sera.<br />

8 agosto 1794<br />

Gli otto di sera fu in questo nostro convento il suddetto principe di Chimai, condottovi dal mio<br />

penitente Padre Ghezzi Somasco piovano di s. Maddalena. partirà per l'Italia domani mattina. Io<br />

ho avuto l'onore di mostragli e leggergli tre lettere scritte dal suo gran zio cardinale Tommaso<br />

Filippo d'Alsazia di Boissù e Chimai arcivescovo di Malines. Parla italiano sufficientemente,<br />

vede assai poco, è di statura alta, di complessione gracile, ed infermiccia. Arrivò a Fiorenza 140 li<br />

12 agosto.<br />

Nel medesimo giorno ho letto un avviso per Anna Maria Frank supposta domiciliata in Trento,<br />

o sue vicinanze, ed unica sorella, ed erede del fu sig. Antonio Frank capitano pensionato di<br />

cavalleria, morto ultimamente nella Gallizia, perché presenti le sue giustificazioni all'imperial<br />

regio comando militare della città di Lemberg, onde farsi conoscere, ed ottenere la eredità<br />

vacante. Sonvi de' Franchi a Clotz nell'Anaunia, ed in Giovo.<br />

9 agosto 1794<br />

Li nove ricevemmo l'ordine di dir nella santa Messa l'orazione ad impetrandam serenitatem.<br />

Ho sentito leggere, che in Vienna fu scoperta una grande congiura di giacobini, la quale doveva<br />

scoppiare li 26 luglio, mentre tutti si divertivano nel Prater fuori di Vienna.<br />

Ho inteso, che monsignor Gregorio Tasser Preposito de' Canonici Regolari a s. Michele, con<br />

altri fu trattenuto in Insprugg per esaminare le dottrine di quella università; e che dicidotto<br />

scolari della medesima per ordine di Vienna sono stati arrestati come giacobini, o sia fautori del<br />

moderno sistema degli atei francesi. Anzi dicono altri, che gli scolari arrestati sono 40, e che tra<br />

di loro sonovi de' trentini, roveretani, ed ausugani 141 . Il numero è incerto, il caso certissimo.<br />

12 agosto 1794<br />

Li dodici, festa di santa Chiara, nel monistero di san Michele appresso Trento ha fatto la sua<br />

solenne professione di clarissa corista suor Maria Teresa Bellotta da Borgo ausugana, essendo<br />

giunta all'etade austriaca. Con mille fiorini di dote senz'altro. Vedi sopra 23 ottobre <strong>1791</strong>; 16<br />

aprile 1792; 17 aprile 1793.<br />

In Roveredo i comici non ammessi da' trentini esercitano la loro arte infame. In Pergine hanno<br />

ultimamente fatto una commedia diversi detti dilettanti del paese, primo de' quali fu un nipote di<br />

quell'arciprete. Sono andati perciò a Pergine moltissimi trentini.<br />

13 agosto 1794<br />

Li tredici in Trento per cagione di tre francesisti alloggiati all'Europa, e ritornati nello stesso<br />

giorno da Pergine, fuvvi del bisbiglio. Il podestà co' suoi attuari, cogli sbirri, e con dei soldati<br />

139<br />

Vedi sotto al primo ottobre.<br />

140<br />

*Firenze.<br />

141<br />

Gaetano, Manci, Egheni, Eccheri, Baroni, Vigili.


del Zuchthaus s'è portato alla detta locanda; ha fatto condurre nel palazzo Pretorio Bartolommeo<br />

Farrari di Parma uno de' predetti francesisti benché non avesse ancora pranzato, e fece custodire<br />

gli altri nella locanda. Per tal esecuzione venne dalla Germania una staffetta al Conte Pio di<br />

Wolchenstein capitano di Trento, il quale è veduto in città dalla villeggiatura di Povo nella<br />

mattina dei quattordici, ma come infermo. I detti francesi furono in Roveredo, ed in Insprugg, e<br />

diconsi autori della congiura scolaresca, di cui sopra.<br />

Leggo stampato un ordine sovrano del cesareo regio governo, soscritto da Sigismondo barone<br />

de Moll capitano dell'imp. regio uffizio del Circolo ai confini d'Italia in Roveredo 6 novembre<br />

1793con cui viene proibito a tutti i massari delle chiese appartenenti alla diocesi di Trento il<br />

contribuire dalle entrate delle chiese alla cattedrale di Trento, e al di lei sagrestano, la menoma<br />

cosa, si per gli Oli Santi, o per qualsisia altro pretesto. Ciò si vuole, perché il dare alla cattedrale<br />

riesce d'aggravio alle chiese di cura d'anime, e come contrario alle vigenti ordinazioni, ed alla<br />

pratica delle altre chiese austriache non provedute di entrate superflue. Tal ordine fu fatto dal<br />

governo, perché venne informato dalle chiese parrocchiali, e curaziali del decanato del Borgo di<br />

Valsugana, che dovevano contribuire dicidotto sino a ventiquattro carentani annualmente al<br />

detto sagrestano per gli Oli santi. Il signor principe vescovo ricercato dal governo rispose, che<br />

tal tenue esazione serviva per riconoscere le fatiche de' sagrestani, e servi di chiesa nell'assistere<br />

alla consacrazione dell'Olio santo, ed alle correlative cerimonie e funzioni. Ma il governiale<br />

dicastero non restò pago di tale dichiarazione. Così l'accennato foglio. Cui aggiungo, che ora<br />

non più si fanno tali funzioni nella cattedrale, ma nella camera vescovile.<br />

15 agosto 1794<br />

Li 15 in data di Parigi 28 luglio leggo, che tra 91 guillottinati in due giorni fuvvi anche la<br />

principessa di Chimai, ed io credo, che sia la menzionata di sopra. Ella fu certamente. Nacque in<br />

Parigi di padre inglese, ma fu cattolica. Non seppe ai 16 d'agosto in Fiorenza la detta morte il di<br />

lui marito.<br />

Da una lettera veronese intendo, che in Verona si trovano dicidotto mila soldati veneti; e che la<br />

Repubblica veneta vuole mettere in arme cento mila uomini per timore dei francesi.<br />

Sono venuti dei soldati dalla Rocca di Riva per custodire in Trento li tre soprammentovati<br />

forastieri. Il detenuto del Pretorio sta nella stanza del cavaliero con un zeppo al piede, e con<br />

delle guardie continue.<br />

Sono venuti a Trento degli altri soldati da Roveredo per condurre a Insprugg gli accennati<br />

detenuti.<br />

20 agosto 1793<br />

Nella mattina dei venti essendo mercoledì, sono partiti da Trento per Insprugg, accompagnati da<br />

soldati roveretani li predetti detenuti. Precedette un carro tirato da due cavalli, su cui si posero<br />

due donne, ed il bagaglio de' soldati. Seguì un altro carro in qualche distanza con sopra legato il<br />

detenuto Pretoriano. Sul terzo carro fu posto il secondo detenuto detto il segretario. Poi seguì<br />

una carrozza con dentro il terzo detenuto detto il commendatore, uomo pingue, e con due<br />

officiali soldati, ed un altro nella serpa 142 . Su li carri furono anche de' bauli sigillati. Ogni carro<br />

fu accompagnato tra la fola de' cittadini accorsi a tale spettacolo.<br />

Ho letto un pezzetto di lettera del vescovo di Bressanone col quale dice anch'egli che la licenza<br />

data ai Regolari di vestire novizi è finta ecc.<br />

24 agosto 1794<br />

Li 24 domenica siamo stati alla solita processione del Duomo per il voto della città. Cantò la<br />

santa Messa il signor Beneficiato don Bartolommeo Gerloni. Fu fatto campanò, con due<br />

scariche di mortaretti, una al fine della processione, ed una la Te Deum.<br />

142 *Cassetta.


25 agosto 1794<br />

Li 25 sono capitati a questo nostro convento due Padri sacerdoti giovani irlandesi, li quali vanno<br />

agli studi in Roma, essendo partiti da Lovanio per causa dell'invasione de' francesi. Sono passati<br />

avanti degli altri parimente scappati da Lovanio per il detto motivo.<br />

Intendo, che li soprammentovati tre forastieri condotti a Insprugg, sono giunti a Bolgiano sulla<br />

mezza notte, e che ciò non ostante fuvvi uno straordinario concorso di gente per vederli.<br />

Intendo, che l'ex generale militare Francesco Conte di Kaunitz, di cui sopra, per non morire<br />

impiccato abbiasi avvelenato. Ma vedi pagina seguente. Come pure, che la congiura fiamminga<br />

contro l'imperatore fu composta di nove generali, e 17 colonnelli. Di più che già sono arrestati<br />

trentamila giacobini nella Germania austriaca, tra' quali due vescovi. Di più, che in Vienna sono<br />

state piantate quattro forche, su le quali giornalmente vengono appesi de' giacobini senza<br />

cerimonie, e con ordine, che al segno del cannone ognuno si ritiri in casa, e non si affacci alle<br />

finestre.<br />

Intendo, che li tre suddetti forestieri furono alla commedia perginese con dei trentini li quali<br />

fecero loro un pranzo pagato quattordici troni per bocca; e che gli accennati forestieri avevano<br />

stabilito di ritornare a Pergine per trattenervisi qualche tempo all'osteria. Di più, che un giorno<br />

sono stati nel Dostrento senza la licenza di quel custode, e senza entrarvi per la porta.<br />

Intendo, che il suddetto ex generale Kaunitz fu decapitato, e che il di lui padre, scoperto<br />

giacobino, si ha accelerato la morte col veleno. Come pure, che fu decapitato il vescovo primo<br />

di Lintz, perché giacobino, cioè iniquo, scellerato, ateo. Ma non mi fido delle relazioni.<br />

2 settembre 1794<br />

Li due settembre fu condotto a questo nostro convento sul carretto del nostro convento di<br />

Pergine, perché infermo, il sig. Federico barone di Triess da Manheim, religioso del Terz'Ordine<br />

di s. Francesco, scappato dal convento di Spira dopo l'invasione de' francesi. Egli ha seco il<br />

cuoco secolare del suddetto convento spirense, parla bene italiano, e va a cercare in Vienna il<br />

suo <strong>Provincia</strong>le, perché non lo ha ritrovato, come supponeva, nell'Italia. Tiene due passaporti<br />

stampati, uno dell'arcivescovo di Treveri, ed uno del barone Breuner ambasciatore austriaco in<br />

Venezia sottoscritto dal segretario barone Cresseri. Fu nell'Italia eziandio già parecchi anni. È<br />

partito da noi sabato 6 settembre.<br />

La stagione è fresca straordinariamente anche per la gragnuola 143 caduta sul Perginasco.<br />

4 settembre 1794<br />

Li quattro è partito da Trento per Venezia il signor barone Sigismondo Trentini col suo<br />

primogenito Cristoforo, e colla figlia Teresa moglie del Conte Prospero di Sardagna. Egli va per<br />

pigliare in isposa del detto suo figlio la sig. Camilla figlia del signor Livio Sanudo patrizio<br />

veneto, colla quale ha fatto la promessa nelle ultime feste di Pasqua. Il Trentini non pensava di<br />

contrarre tal parentela; ma gli fu esibita 144 . La famiglia Sanudo si chiamò anticamente con altro<br />

cognome, poiché nella serie cronologica de' dogi di Venezia inserita nel Diario veneto del 1762<br />

leggo pag. 114, che fu doge dal 987 sino al 988 Pietro I, Candiano, ora Sanudo. Ella ebbe altri<br />

quattro dogi col primo cognome, cioè Pietro II Candiano dal 932 sino al 939; Pietro III<br />

Candiano dal 942 sono al 859; Pietro IV Candiano dal 959 sino al 976 e Vitale Candiano dal<br />

978 sino al 979. La detta serie avvisa ch'eziandio altre famiglie venete hanno mutato li cognomi,<br />

dicendo Monegario, ora Memo. Participazio, ora Badoaro. Tradonico, ora Gradonico. Ivi pag.<br />

118 si dice che fu vescovo olivolense, ch'era tanto come di Venezia dall'821 sino all'842<br />

Giovanni Sanudo frate degli Umiliati; ed un altro Giovanni Sanudo dall'889 sino al 892.<br />

Finalmente pag. 126 si nota, che la famiglia Sanudo ha dato cinque dogi alla Repubblica.<br />

Matteo Sanudo veneto vescovo di Concordia dal 1585; altro Matteo Sanudo nipote, e successore<br />

143<br />

*Grandine.<br />

144<br />

Celebrò le nozze ai nove di settembre. Ma è sterile anche nel 1799, 1800, <strong>1801</strong>, 1802 e restò<br />

vedova nel 1802 li 6 aprile.


fino al 1641. Giambattista Sanudo vescovo di Trevigi dal 1684 sino al 1709. Vitale Candiano<br />

figlio di Pietro doge, fu patriarca di Grado dal 967 al 1018.<br />

7 settembre 1794<br />

Li sette, giorno di domenica, e piovoso alcuni soldati austriaci sono andati da Trento a Pergine a<br />

pigliare un servitore del Conte canonico Francesco Felice Alberti. Questi fu disertore della<br />

milizia prussiana, poi servitore del Conte canonico Francesco Alberti iuniore finché scappò da<br />

Trento; ed allora restò col seniore. Li soldati furono 14, andarono diritti ad una osteria, poi al<br />

palazzo Alberti. Il servitore quando intese la venuta dei soldati si nascose nel fieno; ed i soldati<br />

sentendosi rispondere, che non si trovava nel palazzo l'uomo, minacciarono di appiccargli il<br />

fuoco. Fu pigliato, e subito condotto a Roveredo. Altri raccontano questo caso altramente, cioè<br />

che il Conte Pio di Wolchenstein capitano di Trento essendo già a dormire ricevette ordine da<br />

Insprugg di subito arrestare quell'uomo; che quindi subito avanzò tal ordine al Vicario di<br />

Pergine, e che da questo fu arrestato; e che poi li soldati sono andati a pigliarlo. Tralascio le<br />

altre cose, che ho inteso, tra le quali, che l'uomo sa cinque linguaggi, ed ha per moglie una<br />

francese. La relazione prima è la vera.<br />

Ho inteso, che gli scolari d'Insprugg sono ancora arrestati, tra' quali quattro italiani si<br />

distinguono nell'empietà.<br />

9 settembre 1794<br />

Li nove abbiamo vendemmiato questo nostro orto. Altri hanno fatto altrettanto prima d'ora per<br />

bisogno di vino essendovene poco in città.<br />

12 settembre 1794<br />

Li dodici, giorno di venerdì, dopo il mezzogiorno è capitato in Trento monsignor Bernardo<br />

Maria Carenzoni di Brescia, monaco olivetano, e vescovo di Feltre. In Borgo di Valsugana<br />

pernottò nel nostro convento. Qui poi alla locanda dell'Europa, donde partì per Roveredo, e<br />

Brescia nella mattina tarda dei tredici, con intenzione di pernottare nel nostro convento di s.<br />

Rocco. Non è venuto in s. Bernardino, perché lontano dalla città. Egli s'ha reso dispregevole.<br />

Stette in s. Rocco dalla mattina de' 13 sino alla mattina dei 15.<br />

15 settembre 1794<br />

Li 15 ho inteso, che a Pradazzo 145 in Fiemme vi sono delle dissensioni strepitose per il curato, e<br />

che sono state tirate più archibusate al prete Vinante, il quale perciò s'è ritirato a Cavalese, dove<br />

si processa. Ho pure inteso, che il Crocifisso grande posto appresso il ponte della Fersina, su la<br />

strada che porta a Roveredo, in tempo di giorno da tre cattivi fu sacrilegamente mozzato, e<br />

beffeggiato, cosa che reca orrore ai pochi buoni, che ancora sopravvivono. Gli scolari, che<br />

fecero altrettanto in Insprugg furono scusati da' viennesi nell'anno scaduto, e ciò con manifeste<br />

bugie.<br />

16 settembre 1794<br />

Li sedici è ritornato da Salisburgo a Trento il nostro vescovo, dove si fermerà poco, avendo<br />

preventivamente ordinato, che gli sieno aggiustate le strade che portano alla villeggiatura delle<br />

Sarche.<br />

18 settembre 1794<br />

Li 18 giorno di giovedì è ritornato a Trento per la via di Verona il signor barone Trentini colla<br />

sposa Camilla Sanuta veneta patrizia.<br />

Nel medesimo giorno ho inteso, che il Conte Fato, di cui sopra al 18 maggio, in un festino ha<br />

dato una pistolata al Munding, ma non lo ha colpito se non se un poco. Egli fu da me soltanto<br />

nella mattina dei 29 di maggio festa dell'Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, senza<br />

145 *Predazzo.


confessarsi, avendogli promesso d'ascoltarlo nelle feste della Pentecoste, secondo l'accordo fatto<br />

col missionario.<br />

19 settembre 1794<br />

Li 19 intendo, che il negozio degli scolari enipontani arrestati è molto serio, e ciò specialmente<br />

per un Vigili di Creuzberg da Melombardo, e per alcuni roveretani.<br />

20 settembre 1794<br />

Li 20 sabato delle quattro Tempore nel castello di Trento ha tenuto Ordinazioni monsig.<br />

Tommaso Conte di Thunn vescovo di Tiatira, decano e Suffraganeo di Passavia, come delegato<br />

del suo fratello Pietro vescovo di Trento, che dice di non poter star digiuno. È venuto apposta.<br />

Gli ordinati furono più di 30, fra' quali quatto al sacerdozio, e tre al suddiaconato.<br />

Leggo nella Gazzetta trentina di ieridì, nella data di Roma 6 settembre, che il Papa Pio sesto ha<br />

solennemente condannato il libri italiano intitolato: Gli atti, e decreti del Concilio diocesano di<br />

Pistoia, celebrato da monsignor Scipione Ricci ex vescovo di quella chiesa, e da esso<br />

pubblicato l'anno 1786, nel qual Concilio sono state ricevute 85 proposizioni che sono esperisse<br />

e condannate dal detto Papa con un Breve speciale come eretiche. scandalose, temerarie, false,<br />

e tendenti all'eretica pravità, cioè come penso io rispettivamente eretiche ecc. Vedi sotto.<br />

In questo stesso giorno 20 è giunto al nostro reverendo Padre <strong>Provincia</strong>le de' Francescani ai<br />

confini d'Italia, Trento, con data dall'imp. regio ufficio circolare Roveredo li 12 settembre 1794,<br />

che "l'eccelso governo con suo decreto de' 29 agosto ultimo scorso accordagli, sulla sua supplica<br />

de' 21 del suddetto mese di poter ricevere, e vestire il sacerdote secolare Giuseppe Bontadi,<br />

avvertendolo di portare questo nuovo individuo sotto la Rubrica Accrescimento nella futura<br />

tabella personale di quel convento,cioè verrà assegnato, citando nel tempo istesso il presente<br />

rescritto. Cesare de Ronch ecc. baron Pizzini<br />

5625/676 Eccles.<br />

Così l'accennato rescritto. Siane grazie al Signor Iddio. Il detto P. <strong>Provincia</strong>le nello stesso<br />

giorno è stato dal nostro vescovo a pregarlo della licenza di vestire nel suo principato, giacché<br />

non può più scusarsi col pretesto, che non si può vestire nello Stato austriaco; ma ebbe per<br />

risposta, che aspetta da Vienna ecc.<br />

Si trova in Trento il sig. Pehr venostano professore in Insprugg giurista, venuto per pigliare il<br />

possesso de' feudi trappiani di Caldonazzo, Beseno, e Campo a nome de' figliuolini<br />

dell'ultimamente defunto Conte Trapp d'Insprugg. Egli si mostra un buon cattolico; ma dice<br />

assai male degli studi enipontani, e nominatamente che d'ordine del sovrano egli deve spiegare<br />

un autore pieno di eresie.<br />

21 settembre 1794<br />

Li 21 il nostro vescovo coi suoi fratelli Tommaso, e Filippo è andato a Castelton nell'Anaunia.<br />

22 settembre 1794<br />

Li 22 monsignor Annibale della Genga nuovo nunzio apostolico a Colonia è passato per Trento.<br />

Egli ha recitato in Roma e stampato un'orazione funebre in lode di Giuseppe secondo, fratello<br />

del moderno arcivescovo di Colonia. Non dico altro. Vedi sopra al 6 marzo <strong>1791</strong>.<br />

24 settembre 1794<br />

Li 24 alle undici di mattina ho ricevuto una lettera con data di Arezzo 19 settembre, colla quale<br />

Gaetano Taccini mi dà ragguaglio, che il P. M. Niccola Maria Ciani di Trento Agostiniano<br />

trovasi molto aggravato dalla febbre terzana doppia sino dal giorno 30 d'Agosto in Arezzo,<br />

raccomandandomi la di lui sorella mia penitente sig. Rosa.<br />

26 settembre 12794<br />

Li 26 a Trento fu dato principio alle vendemmie delle uve, per bisogno di vino, e perché le uve<br />

non marciscano, attese le frequenti pioggie.


27 settembre 1794<br />

Li 27 venendo li 28 li nostri monti sono comparsi coperti di neve bassa.<br />

In questi ultimi giorni è giunto a Trento un chirurgo napolitano colla sua moglie, con intenzione<br />

di fermarvisi. Fu qualche tempo in Roveredo, e vi fece qualche operazione maravigliosa,<br />

nominatamente rapporto al sig. Tartarotti. È partito da Trento nello stesso anno 1794. Andò a<br />

Insprugg, ma non fu approvato.<br />

1 ottobre 1794<br />

Il primo dal rev.mo signor Provicario Gioseffantonio Menghin ho ricevuto un libricciuolo di<br />

pagine 48, in 8° con questo titolo: Sanctissimi Domini Nostri Domini Pii divina providentia<br />

Papae sexti damnatio quamplurium propositionum sub titulo: Atti, e decreti del Concilio<br />

diocesano di Pistoia dell'anno 1786. In Pistoia Per Atto Bracali stampatore vescovile. Con<br />

approvazione. Cum prohibitione eiusdem libri, et aliorun quorumcumque in eius defensionem<br />

tam forsan editorum, quam inposterum edendorum. Romae 1794. Ex typographia Rev. Camerae<br />

apostolicae. Comincia: Pius episcopus servus servorum Dei universis christifidelibus salutem et<br />

apostolicam benedictionem. Auctorem fidei, et consummatorem Iesum adspicientes etc. Finisce:<br />

Datum Romae apud s. Mariam Maiorem anno incarnationis dominicae 1794, quinto calendas<br />

septembris, pontificatus nostri anno vigesimo.<br />

Ph. Card. Prodatarius. R. Card. Braschius de Honestis 146 .<br />

Visa<br />

De Curia J. Manassei.<br />

Loco + plumbi F. Lavizzarius.<br />

Registrata in secretaria Brevium 147 .<br />

Una volta solo è nominato l'autore di tal sinodo nel principio pag. 2, ove dicesi: Fuit epsicopus<br />

duplicis sedis honore insignis (Scipio de Riccis antea episcopus pistoriensis et pratensis) quem<br />

ad Nos pro etc. Egli chiamato a Roma si scusò incommodae valetudinis nomine, come dice il<br />

Breve pag. 6 148 . Il libro ricciano d'ordine del Papa fu esaminato da cardinali, vescovi, e teologi e<br />

clero saeculari come ha il Breve pag. 3. Le proposizioni espressamente notate sono 85, ma per<br />

lo più oscure, colla nota però del senso, in cui sono censurate. Le censure sono Eretiche.<br />

Scismatiche. False. Temerarie. Scandalose. Sospette. Perniziose. Erronee. Già condannate,<br />

Ingiuriose. Offensive delle pie orecchie ecc. Condannate in Baio, Quesnello, Pelagio, Calvino,<br />

Lutero, Giansenio, Wichleffo, Pietro d'Osma ecc. Non ho tempo di trascriverle, benché sono<br />

pratiche eziandio ne' nostri paesi. La Propos. 31, 32, 33, che vuole un altar solo: che vieta li<br />

reliquiari, e fiori sull'altare; e che prescrive la lingua volgare, e la voce alta, si asserisce<br />

temeraria ecc.<br />

Intendo, che sono stati arrestati, ed incastellati il prete Giambattista Pedroni da Toso della Valle<br />

di Non d'anni 46, abitante in Marano; il figlio del fu dottor Malanotti di Samoclevo, ed il<br />

capitano Ferrari di Terzolaso di lui suocero, ambidue abitanti in Marano, ed ambidue sollandi.<br />

Come pure, che in Insprugg il dottor Roner di Calliano fu deposto dall'officio, che aveva nella<br />

causa scolaresca, ed ora vien esaminato. Che fu altresì arrestato in Bolgiano il barone Battaglia<br />

di Trento. Intendo altresì, che dopo una breve penitenza sono stati rilasciati. Che li tre forestieri<br />

condotti da Trento a Insprugg soprammentovati, avevano commissione di fare un arruolamento<br />

di dugento trentini, e di andare con essi per l'Anaunia, e Sollandia incontro ai francesi. Che al<br />

146 Cioè. Filippo Campanelli da Matellica Diacono cardinale Prodatario. Romualdo Braschi Onesti<br />

da Cesena, Diacono cardinale segretario de' Brevi. Il Campanelli è morto nel 1795.<br />

147 Questa stessa Bolla fu ristampata in Trento dal Monauni d'ordine del vescovo nel novembre<br />

dell'anno 1794. Si vende soldi 15 ogni copia. Fu accennata la ristampa nella Gazzetta foglio 98 de' 9<br />

dicembre 1794. Ma li 6 marzo 1795 intendo essere sortito decreto sovrano che siano levate nell'austriaco<br />

tutte le copie. Vedi sotto al 12 marzo 1795.<br />

148 La ristampa trentina è in 8°, pagg. 72. Nel frontespizio ha: Romae et Tridenti 1794. Typis Ioannis<br />

Baptistae Monauni Typographi epuscop. Superiorum Permissu.


commendatore furono date dugentomila Lire francesi, e che quando fu arrestato n'ebbe soltanto<br />

settantotto mila.<br />

10 ottobre 1794<br />

Li 10 in data di Vienna 2 ottobre leggo, che il generale d'artiglieria Conte di Kaunitz-Riettberg,<br />

che per essere quasi sempre indisposto dovette abbandonare l'armata, pervenne a Vienna, che fu<br />

graziosamente accolto dall'imperatore e che da lui fu creato generale comandante nella Croazia,<br />

come benemerito. Quanto mai differenti sono le relazioni! A chi s'avrà da credere? Vedi sopra<br />

11 luglio e 25 agosto 1794.<br />

Dai quattro sino ai 19 sono stato per la terza volta confessore straordinario del monastero di s.<br />

Michele, ritrovandosi nel medesimo trentasette monache professe.<br />

21 ottobre 1794<br />

Li 21, festa di s. Orsola è ritornato da Castelton a Trento il nostro vescovo coi suoi fratelli<br />

Tommaso vescovo, e Filippo canonico ecc. Non andrà più a s. Massenza, quantunque abbia<br />

fatto assestare le strade, e preparare ogni cosa per tale andata, o sia villeggiatura.<br />

28 ottobre 1794<br />

Li 28 festa de' santi Simone e Giuda, e giorno feriale di martedì, noi Frati bernardiniani abbiamo<br />

solennizzato l'anno centesimo dalla fondazione di questo nostro convento, cantando la Messa, e<br />

l'inno ambrosiano.<br />

In questo mese un giovine di Trento cognominato Joas, figlio del fu oste della Simia a s. Marco,<br />

è andato a Bologna per vestire l'abito chericale de' Padri Minori Conventuali, accompagnato dal<br />

padre Vincenzio Maccani di Cleso 149 . Fu rifiutato dai Padri Agostiniani di Trento.<br />

30 ottobre 1794<br />

Li 30, giorno di giovedì, dopo il vespro l'organo di santa Maria Maggiore di Trento fu suonato<br />

da un maestro inspruchese, con un concorso straordinario della primaria nobiltà, essendo<br />

suonatore ordinario il sig. Berera trentino.<br />

Ho inteso, che l'imperatore ha chiesto al nostro vescovo come principe dell'impero germanico il<br />

consenso per fare la pace coi francesi.<br />

Vengo assicurato, che il negozio luttuoso degli scolari enipontani è ancora indeciso, ed essi<br />

sono tuttavia in arresto.<br />

Intendo, che il maso di Valnera in Povo de' baroni Bordogni Tassi di Trento, devoluto ai loro<br />

creditori, fu comperato dal Conte canonico Francesco Felice Alberti di Enno 150 per ventidue<br />

mila fiorini oltre li molti aggravi, cui va soggetto.<br />

Intendo pure, che in Vienna sulla porta della chiesa metropolitana di santo Stefano fu attaccata<br />

una satira del tenore seguente: Se alcuno sapesse dove sia l'armata austriaca, lo avvisi a questa<br />

sagrestia, che gli verrà data una buona mancia.<br />

In questo mese monsignor Carlo Adolfo Pudel (o Puell) vescovo di Coira ha cresimato in vece<br />

del vescovo trentino in Bolgiano.<br />

1 novembre 1794<br />

Nei primi di novembre un Taddei sollando ha proditoriamente ucciso un agente del barone<br />

Klotz nella Sollandia con un'archibusata. Avanti ha ucciso altri.<br />

Nel giorno di lunedì, decimo settimo di novembre, abbiamo cominciato a scaldare questo nostro<br />

refettorio grande. Finimmo li 14 marzo 1795 exclusive.<br />

149 Che poi professò.<br />

150 *Denno.


18 novembre 1794<br />

Li 18 leggo, che in Vienna si stampa una riforma del codice criminale fatto da Gioseppe<br />

secondo, nella quale verrà di nuovo introdotta la pena di morte levata da Gioseppe.<br />

Intendo, che ai tre del corrente in Frassilongo fuori della villa è morta una donna, cui il proprio<br />

marito non poté ottenere alcun sussidio, e che perciò si sta processando contra i frassilongani,<br />

nominatamente contra il curato Pietro Lazari perginasco.<br />

Intendo pure, che il suddetto Taddei di Croviana è giovine di circa 20 anni: ha padre ricco,<br />

senza madre, ed un fratello più giovine ritenuto nella Rocca di Riva come uccisore di un uomo.<br />

L'ucciso in Croviana, agente del barone Klotz, dicevasi il sig. Domenico da Tremosine, uomo<br />

stimato, ed amato da tutti. Il Taddei fu a bevere con due compagni, e fece accordo con loro di<br />

ammazzare il primo, che fosse loro venuto incontro; o non venendo alcuno, di schioppettarsi<br />

vicendevolmente finché uno restasse morto. Il sig. Domenico restò morto sul colpo. Il Taddei si<br />

fece dare due mila fiorini da suo padre, e con un de' detti suoi compagni scappò verso<br />

Pondilegno 151 . L'altro compagno fu arrestato, e condotto nelle carceri di Cles. Il Taddei è stato<br />

per qualche tempo ultimamente albergato appresso i PP. Somaschi di Trento, nel qual tempo<br />

non poté mai essere frastornato dai suoi pensieri, e discorsi di schioppi, pistole, coltelli, bullade<br />

ecc. S'incolpa la educazione armigera datagli dai zii. Vedi sotto al 30 gennaio 1795.<br />

29 novembre 1794<br />

Li 29 ho veduto un libretto latino-italiano intitolato: Preces mane et vespere recitandae ad<br />

divinam opem implorandam in praesentibus Galliae calamitatibus. Preghiere da recitarsi mattina<br />

e sera per implorare il divino aiuto nelle presenti calamità della Francia. Romae, et Ferrariae<br />

1792. Typis Bernardini Pomatelli impressoris archiepsicopalis, in 8°, pp. 14, senza il Sup. Perm.<br />

Precede una lettera pastorale del cardinale arcivescovo di Ferrara Alessandro Mattei, nella quale<br />

dice, che tali preghiere furono stampate a Roma in latino, ed italiano, ed arricchite d'Indulgenze<br />

da Pio VI. In fine v'ha il rescritto dello stesso Papa dato li 24 maggio 1792 con cui approva le<br />

dette preghiere propostegli da una società di persone pie, e religiose, e concede loro Indulgenze<br />

ad annum durevoli 152 .<br />

5 dicembre 1794<br />

Li cinque, giorno di venerdì è giunto a Trento monsignor Bartolommeo Pacca di Benevento<br />

arcivescovo di Damiata, già nunzio apostolico in Colonia, nato li 26 dicembre 1756, e fatto<br />

arcivescovo li 26 settembre 1785. Pigliò alloggio alla locanda detta dell'Europa. Ai sei fu a<br />

pranzo nel castello, e la sera per lui fu tenuta un'accademia nel palazzo de' baroni Gaudenti.<br />

Nella sua nunziatura ebbe da patire dai scismatici nuovi, che volevano essere Papi, benché ora<br />

né pure sono vescovi, avendo dovuto cedere ai francesi. Egli ora va nunzio in Portogallo. Partì<br />

per Ala de' Lagarini nel giorno settimo dopo il pranzo 153 .<br />

8 dicembre 1794<br />

Gli otto nella chiesa del nostro P. S. Francesco de' padri Conventuali dalla Confraternita<br />

dell'Immacolata Concezione di Maria santissima fu solennizzata questa festa, malgrado il danno<br />

patito per l'erezione del cimitero comune fatto a spese di essa. Sermoneggiò dopo il pranzo il<br />

nostro Padre Davide leudrino, essendo ministro il Conte Vincenzio Consolato.<br />

Nel medesimo giorno, benché festa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima nella<br />

piazza di Trento fu legato dagli sbirri, e condotto nelle carceri inferiori del castello Giovanni de'<br />

Cristofori figliuolo dell'oste dai tre Mori nel borgo di s. Croce, come giacobino, e poi subito<br />

alcuni deputati dall'officio spirituale, scortati da alcuni soldati del Zuchthaus sono stati nella di<br />

151<br />

*Ponte di Legno.<br />

152<br />

Furono ristampate in Trento dal Monauni, ma senza verun cenno delle stampe romana e ferrarese,<br />

pagg. 16, in 8°.<br />

153<br />

Si fermò a Trento perché gli si ruppe un legno. Fu in casa de' Conti Zambelli, perché monsignor<br />

Zambelli è governatore di Benevento.


lui casa per più ore per vedere i libri, e le carte, che teneva. Ora si esamina nel detto castello, ma<br />

pure non può intendersi da chi sia stata comandata la di lui cattura, rispondendo ogni uno che<br />

non sa niente. Così dicesi avere risposto il vescovo, il Vicario, ed il Provicario generale, il<br />

podestà, i cancellieri ecc. Quando fu arrestato stava il di lui padre in una vicina caffetteria. Egli<br />

nell'anno scorso 1793 fu studente logico e bravo, ma cattivo a segno, che fu cacciato dalla<br />

scuola, benché poi per maneggio di teste grosse vi fu rimesso. Vedi sopra al 3 agosto 1793 e<br />

sotto al 6 giugno 1795.<br />

Intendo, che nella chiesa parrocchiale di Povo in una delle precedute ultime domeniche i cantori<br />

non hanno voluto cantare alla Messa del parroco Francesco Sizzo, perché sotto di essa suonò<br />

l'organo un bastardo, e che il detto parroco dall'altare su di ciò ne fece lamento. Il bastardo è un<br />

giovine tedesco, che sta presso il barone Messina, e spera di ereditare dal suo padre circa<br />

quarantamila fiorini.<br />

16 dicembre 1794<br />

Ai 16 nella Gazzetta di Trento fu fatta onorevole menzione del sig. Urbano Giuseppe de Foglia<br />

nativo di Trento, e prestantissimo pretore di Genova. Ciò dicesi nella data di Genova 4<br />

dicembre. Fu tratto dalla Gazzetta di Firenze. Si premette, che là fassi il processo a cinque<br />

francesi sotto la saggia direzione del predetto Foglia.<br />

22 dicembre 1794<br />

Li 22, giorno di lunedì alle due pomeridiane sono stato in Trento chiamato a benedire una<br />

ragazzina di circa nove anni, perché soltanto con profferire alcune orrende parole, insegnatele,<br />

siccome ella mi ha detto, da una sua ameda 154 , apre qualunque serratura. Ruba per altro soltanto<br />

cose mangiabili. Le parole orrende sono: Diavolo fammi aprire questa cassa, che ti darò l'anima<br />

mia. Furono già fatti diversi esperimenti, ed il caso fu trovato vero.<br />

In questo mese una donna di Sardagna essendo andata per fare dell'erba presso la chiesa vecchia<br />

di san Giacomo, cadde giù per quell'alto precipizio, ed essendo morta, fu seppellita in s.<br />

Apollinare. Aveva marito, e figliuoli.<br />

In questo Avvento hanno predicato i nostri Padri:<br />

Aldeno, il P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Romagnano, il medesimo nei sabati di mattina.<br />

Villazzano, il P. Guardiano Gioachino da Pressano.<br />

Gardolo, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Cognola, il P. Francesco Borgia da Riva.<br />

Calavino, il P. Vitantonio da Cles.<br />

Vezzano, il medesimo le sere domenicali.<br />

Pressano, il P. Giorgio da Cles.<br />

Stenico, il P. Illuminato da Cles.<br />

San Michele, il P. segretario Gio. Evangelista da Stenico.<br />

Trento nel Duomo, l'annualista Cappuccino Bevilacqua.<br />

Trento a s. Maria, don Andrea Bernardi da Cognola cappellano di Besenello, avendo egli<br />

chiesto.<br />

Altrove altri nostri.<br />

In Povo niun Regolare, né forastiero.<br />

25 dicembre 1795<br />

Nella festa del ss. Natale i nostri sono stati a Gardolo, in Aldeno, a Covalo, ed a Villa Montana.<br />

Fummo chiesti anche a Romagnano, ma non potemmo andarvi per mancanza di Frati. Per<br />

questo seguì pure, che non potemmo cantare la Messa di mezzanotte, e del Mattutino cantammo<br />

154 *Zia.


alto solamente parte. Siamo pochi, vecchi, e deboli. Io essendo stato ad assistere nella sera<br />

oscura della vigilia ad una moribonda 155 ritornai colla voce impedita di molto e rauca.<br />

24 dicembre 1794 [sic]<br />

Li 24 vigilia del ss. Natale subito dopo il vespro cominciò a nevicare, e continuò sino alla notte<br />

del giorno 25 seguente. La neve dunque venne alta di molto, ed impedì l'andare per le strade, ed<br />

alle divozioni. Fu alta due piedi e mezzo. Tanti non poterono ascoltare la santa Messa nelle due<br />

feste, nelle quali il campanello della nostra porta non fu toccato. Nella sera dei venticinque<br />

cominciò a piovere. Poi seguitò lo stillicidio de' coperti. Anche tutto il giorno 27 le strade<br />

furono impraticabili. Un uomo venendo dalla città a s. Bernardino alla metà della strada pigliò<br />

un cavallo. A Villamontana sono caduti de' tetti. A Gardolo sono state soffogate quattro<br />

persone. Ai Molini di s. Bernardino ed al monastero di s. Chiara ha recato dello spavento, e del<br />

danno la Fersina. In città sono stati parecchi cadaveri insepolti più giorni per la neve.<br />

Stentatamente si cominciò a seppellirne ai 28. A Gardolo l'acqua, che lo tramezza infuriò, si<br />

gonfiò, e fece suonare le campane a martello. Soffogò due uomini, e due femmine, e due<br />

vacche. Alla Vella fu trovato un ragazzo morto sotto la neve. Sotto al carrozzone della diligenza<br />

furono attaccati quattordici cavalli. A Mezzolombardo, a Cles, a Pergine, a Borgo l'acqua ha<br />

fatto de' mali.<br />

29 dicembre 1794<br />

Li 29 lunedì mattina alle cinque fu arrestato in casa sua da tre birri e poi dai soldati principeschi<br />

don Bernardino de' Carli di Trento prete d'anni 68, maestro di scuola, e cognato del Cristofori<br />

oste dai Tre Mori, di cui sopra 156 . Il Cristofori però carcerato è figlio della seconda moglie<br />

dell'oste, non della prima sorella di don Bernardino. Il fratello del carcerato Cristofori è subito<br />

fuggito. Don Bernardino fu detenuto nella cancelleria vescovile situata nel palazzo vescovile<br />

appresso al Duomo, ed al podestà, cioè nella stuffa di detta cancelleria, dove fu portato con una<br />

portantina nella sera oscura del detto giorno. Così fu riportato alla sua casa nella sera dei sei di<br />

gennaio; ma come infermiccio e colla guardia. Egli è morto in casa sua li 29 dicembre 1800 in<br />

giorno di lunedì.<br />

La neve fu poca sull'Archese, e Perginese. Non fuvvi a Vezzano. Il Magistrato di Trento ha<br />

comandato di romperla su le strade interiori, ed esteriori, e sulla regia di Campo Trentino.<br />

31 dicembre 1794<br />

Nel giorno 31 ed ultimo in una lettera scritta al rev.do Padre spirituale N. <strong>Provincia</strong>le de'<br />

Francescani italiani ex officio. Trento, data in Insprugg li 9 dicembre 1794 da Conte Leopoldo<br />

Kinigl, e soscritta dall'Alpruni, leggo che al nostro convento di Roveredo sono assegnati Frati<br />

18, a quello di Romarzuolo presso Arco 12, a quello di Borgo in Val Sugana 15. In tutti 45. Tal<br />

lettera è segnata Disciplina Ecclesiastica 20917. In essa si dice, che la detta assegnazione fu<br />

decretata dal cesareo regio direttorio li 13 di novembre scorso. Che quando morrà uno del detto<br />

numero si possa vestirne un altro, e frattanto sinché i Frati non saranno ridotti al numero tassato,<br />

ogni due o tre morti si possa vestirne uno; e morendo quattro sacerdoti, ed un fratello laico si<br />

possano vestire due candidati, osservando però gli ordini già noti al <strong>Provincia</strong>le riguardanti i<br />

monasteri de' Francescani italiani.<br />

Nelle passate Tempore il nostro vescovo non ha tenuto Ordinazione. Quindi tre trentini sono<br />

stati a farsi ordinare sacerdoti a Bressanone da quel vescovo Lodrone.<br />

155 moglie del sig. Adamo Durigato.<br />

156 Carli, nato nel 1726 al fine di gennaio.


Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioachino Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Vitantonio Keller<br />

P. Damasceno Tonina<br />

P. Davide Degara<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pacifico Tommasini Terziario<br />

F. Alessio Piva Terziario, dimesso <strong>1801</strong><br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli<br />

P. Serafico Devigili<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

F. Michele Carlini<br />

F. Vito Terzi<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

In seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

Curia<br />

P. Arcangelo Dallago <strong>Provincia</strong>le<br />

P. Evangelista Torresanelli segretario<br />

Famiglie nostre dell'anno 1794 157<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Paolo Montibeller<br />

Vicario P. Pietro Damiani<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Udalrico Graff<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomo Antonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

157 *Nel MS sono alle pagine 1803-1804, nel gennaio 1795.<br />

F. Teofilo Gilli<br />

F. Serafino Berti<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Giovanni Bressani


Convento di Borgo<br />

Guardiano P. Attanasio Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong> mio fratello<br />

P. Valentino Canali<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pstorini da Primiero<br />

Fratelli<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Costantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Ilario Casagrande<br />

Vicario P. Ferdinando Paoli<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Gottardo Miller<br />

P. Ignazio Malfatti<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi poi prete secolare<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Bartolomeo Vanzo Terziario<br />

F. Martino Motter Terziario<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Filippo Panizza<br />

Convento di Rovereto<br />

Guardiano P. Carlo Felice Pancheri<br />

Vicario P. Amedeo Sannicolò, poi prete<br />

+<strong>1801</strong><br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Celestino Gamba, poi prete secolare<br />

P. Gio. Vincenzo Lutz poi prete secolare<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Giuseppe Andrea Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. AngeloEccher<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Donato Passerini<br />

F. Luca Miclet<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseppe Antonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli da Bresimo<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Cirillo Dusini<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Bernardo Ciolli<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Girolamo Sontag, poi osservante + 1804<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Salvatore Gottardi<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Santo Federici<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Domenico Facchini Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Sisinnio Maria Ziller


Vicario P. Francesco Felice Campi<br />

P. Melchiore Keller<br />

P. Giambattista Scari<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

Fratelli<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Pietro Gretter Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Gianfrancesco Andreis<br />

Vicario P. Gio. Antonio Dellagicoma<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli<br />

F. Valerio Giacomuzzi<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Gio. Maria Montagnoli Terziario<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

Vicario P. Andrea<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Patrizio Tonina<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Illuminato Gritti<br />

Fratelli<br />

F. Ilarione Berti<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Giambattista Liberi Terziario<br />

F. Mauro Gottardi da Sevignano Terziario<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO MDCCVC. 1795.<br />

1 gennaio 1795<br />

Nel giorno primo ha fatto il solito discorso alla Fradaglia il nostro P. Vigilio Scalfi da Fondo per<br />

la seconda volta, menando ghiaccio l'Adige.<br />

Nello stesso giorno tra le dieci, e le undici di mattina il nostro portinaio F. Feliciano s'è accorto,<br />

che al grande Crocifisso, posto di rimpetto alla porta grande di questo nostro convento, fu<br />

sacrilegamente troncata la metà di quel piede, che da me, e da altri entrando, ed uscendo<br />

potevasi baciare, e fu trovato in terra fatta in due pezzi. Ho veduto anch'io così fatta mozzatura<br />

con orrore. Vedi sopra al 15 settembre 1794. Il detto Crocifisso è composto eccellentemente di<br />

carta pista.<br />

Nel medesimo giorno è venuto al nostro convento il prete Francesco Antonio Polidoro di<br />

Torbole d'anni circa 40, dopo che ha girato per la Germania, e vi starà due mesi senza poter<br />

celebrare la santa Messa, così avendo comandato la Curia vescovile. Pareva una cosa ben<br />

pensata la riserva di sei stanze, che ha fatto per uso de' preti, nell'assegnamento dl monastero


della ss. Trinità il vescovo Pietro; ma non riuscì bene, perché il primo ed unico, che vi si ritirò,<br />

un dì chiamato dall'orto, in cui stava giuocando, alla stanza, uccise barbaramente il Frassinello,<br />

Il nostro P. Vito Antonio da Cles dai 24 di dicembre sino ai sette di gennaio è stato in Covalo 158<br />

di Sopramonte a fare le veci di quel buon curato infermo di apoplessia, non avendosi potuto<br />

ritrovare un prete secolare capace. Quindi ora dalla Curia vescovile fu conceduto al detto curato,<br />

ch'è solo sacerdote in quel luogo, il poter celebrare anche per il popolo presente nella propria<br />

stanza calda. Che miserie! Anche il curato di Aldeno si trova inabile agli offici ecclesiastici<br />

perché infermiccio; e però non avendo potuto andar là noi per le feste epifaniali, pregammo un<br />

Padre Conventuale, cioè P. Vincenzio Maccani di Cles.<br />

10 gennaio 1795<br />

Li dieci, giorno di sabato, il nostro infermiero F. Abbondanzio da Sacco ha dovuto andare<br />

precipitosamente a Calavino col medico Giuseppe Borsieri per assistere a quell'arciprete Mattia<br />

Conte Terlago canonico di Trento; così avendo chiesto i di lui genitori 159 . Fu chiamato anche il<br />

medico Benvenuti stipendiato in Nago.<br />

8 gennaio 1795 (sic)<br />

Nel giorno ottavo di sera in Trento, nella Contrada del Macello è accaduto l'intento buono alla<br />

figlia della Forlina maritata Clocca, cognata del R. S. cancelliero Pietro Cloch. Non dico altro.<br />

16 gennaio 1795<br />

Li sedici ha nevicato per la seconda volta, ma essendo stata la neve sottilissima è restata molto<br />

alta. Per altro il freddo dura tuttavia intensissimo, e le strade per il gelo sono tristissime.<br />

17-18 gennaio 1795<br />

Li diciassette ha parimente nevicato, ma sottilmente per motivo del gran freddo.<br />

Li dicidotto venendo li 19 ha nevicato; ma poi si è mitigato alquanto il freddo.<br />

In Trento muoiono molti, e regna il vaiuolo.<br />

21 gennaio 1795<br />

Li 21 ha nevicato nella notte antecedente.<br />

Predicatori quaresimali.<br />

Aldeno, Garniga e Cimone festivo, don Giambattista Santini di Pergine cappellano di Pergine,<br />

ma predicò don Gio. Armanini di Primione.<br />

Avio, don Vincenzo Angeli di Trento.<br />

Arsio, e Castelfondo, don Federico Tabarelli da Tassullo.<br />

Banale, don Bartolommeo Tambosi di Serso, curato di Faida.<br />

Besenello, e Mattarello, don Andrea Bernardi da Cognola, cappellano di Besenello.<br />

Bleggio, s. Croce, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Brentonico, don Giacomo Gaspari da Enguiso ledrino.<br />

Calavino, don Giuseppe Sizzo di Trento, ma abitante a Maleto.<br />

Cavedine, don Giacomo Covi da Fondo, cappellano do Mori.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Condino, don Gio. Battista Boninsegna di Pre, curato di Beccecca in Ledro.<br />

Corredo, e Smarano, don Giacomo Paoli da Metz Lombardo, cappellano di Arsio.<br />

Denno, e Flavone, don Giuseppe Rosa di Canzolino.<br />

Garduno, o s. Felice, don Gio. Gottardi d'Aldeno parroco proprio.<br />

Livo, don Simone Federici da Trento, ma non incontrò col parroco.<br />

158 *Covelo.<br />

159 L'arciprete guarì, e F. Abbondanzio ritornò al convento li tre di febbraio.


Lizzana, ed Isera festivo, don Giovanni Armanini da Primione, curato di Lundo, ma predicò don<br />

Gio. Battista Braito di Tesaro d'anni 30.<br />

Malé, don Paolo Ciola di Centa di Calceranica, ex curato di Fornaso 160 .<br />

Mori, don Domenico Poli da Storo.<br />

Ossana, don Giacomo Antonio Gigli da Beccecca 161 , curato di Varone.<br />

Pergine, don Stefano Speranza di Roncone, cappellano di Meano.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Domenico Girardi abitante in Trento, nativo di Sovero 162 ,<br />

zoppo, cappellano di s. Pietro nel 1796 secundum.<br />

Rendena, don Francesco Claus di Trento.<br />

Revò, e Clotz, don Vincenzio Maccani di Cles, fratello del Conventuale dello stesso nome.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Domenico Boni di Daredo, curato di s. Faustino de' Ragoli,<br />

d'anni 30 circa.<br />

Taio, e Torri, don Filippo Visintainer da Cles, curato di Celadizzo.<br />

Tassullo, don Giovanni Contavalle bolognese missionario.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Francesco Battisti da Besenello, cappellano di Baselga d'anni 29<br />

circa.<br />

Spor, e Vigo, don Niccolao Concini da Tueno, curato di Tueno.<br />

Tione, don Giuseppe Ferrazza di Bocenago, curato delle Montagne di Tione.<br />

Val di Bono, don Francesco Sluca di Malé, curato di Samoclevo.<br />

Val di Ledro, don Pietro Vechli da rendena, curato di Fiavedo 163 .<br />

Vigolo, e Calceranica, don Pietro Schmidt di Calceranica, cappellano di Calceranica.<br />

Villa Lagarina, don Bartolommeo Scrinzi da Roveredo.<br />

San Zeno, e Dambel, don Romedio Conci da Malé.<br />

Rieri nell'Umbria, nella cattedrale, don Francesco Ravelli di Trento, filius Ioannis.<br />

22 gennaio 1795<br />

Nella notte precedente ai 22 ed anche nello stesso giorno ha nevicato.<br />

23 gennaio 1795<br />

Li 23 ha nevicato tutto il giorno, cosicché per la neve che stava in terra, e quella che cadeva dal<br />

cielo, sebbene invitati non abbiamo potuto andare al funerale del signor Rocco Zambaiti,<br />

studente giurista, morto dal vaiuolo, in età d'anni 21 incominciati.<br />

Negli scorsi giorni, in tempo di notte, nella villetta nominata Monte della Vacca 164 , un lupo ha<br />

portato via un fanciullo uscito dalla porta per accidente.<br />

24 gennaio 1795<br />

Li 24 dopo il mezzodì cominciò a nevicare; poi venne un gagliardo, e freddo vento, che fece<br />

girare la neve, e coprì il pavimento de' nostri chiostri tanto che per andare dal refettorio al coro<br />

andammo piuttosto per il dormitorio. Nella città gli uomini hanno alleggerito i tetti col buttar<br />

giù la neve divenuta troppo alta. Venti slitte nobili avviate verso Avis tornarono presto indietro.<br />

25 gennaio 1795<br />

Li 25 Conversione di s. Paolo risplendette il sole, ma fu freddo, e quindi pochissimi vennero alla<br />

nostra chiesa benché giorno di domenica.<br />

160 *Fornace.<br />

161 *Bezzeca.<br />

162 *Sover.<br />

163 *Fiavé.<br />

164 *Montevaccino.


30 gennaio 1795<br />

Li 30 ho inteso, che dalle feste natalizie sino al giorno d'oggi il piovano di s. Maria Maggiore ha<br />

seppellito trentacinque persone.<br />

Ho inteso, che nell'Ungheria il pane costa molto, perché li molini non possono macinare<br />

impediti essendo dal ghiaccio, e che i fiumi sono ghiacciati tanto, che portano carri.<br />

A Milano nelle carceri sono morti dal freddo diciannove uomini. Quelli che andavano per le<br />

strade dovevano correre per non soccombere al freddo.<br />

Un uomo di Vigo anaunitano ultimamente ritornò dall'Italia perché a cagione dell'eccessivo<br />

freddo non ha ritrovato da lavorare.<br />

Il nostro P. Arcangelo di Cles Ministro <strong>Provincia</strong>le e confessore delle monache di s. Chiara ha<br />

fatto le prediche della Buona Morte a santa Maria Maggiore di Trento, le quali finiscono sempre<br />

nella domenica di Settuagesima.<br />

1 febbraio 1795<br />

Il primo giorno di febbraio fu freddissimo più degli antecedenti.<br />

Nello scorso gennaio in Roveredo sono morte in circa cinquanta persone adulte. Nella Sollandia<br />

poi sotto le lavine della neve sono perite due persone a Comasine, due a Celantino, due a Rabbi.<br />

Tre a Vermiglio sonosi salvate miracolosamente, e tredici per sorte furono cavate ancora vive a<br />

Celantino, dove andarono in rovina mulini, tabbiati 165 , masi ecc. Così è pur anche altrove.<br />

Il Taddei micidiale 166 , di cui sopra ai primi e ai 18 novembre, per aggiustamento deve dare agli<br />

eredi dell'ucciso agente tre mila trecento e sessanta fiorini.<br />

2 febbraio 1795<br />

Nella notte venendo i due di febbraio ha nevicato alquanto, non avendo potuto continuare per<br />

l'eccessivo freddo.<br />

In una di queste notti antecedenti circa le tre di mattina il filatorio 167 cosmiano 168 di Roveredo<br />

restò interamente consunto dal fuoco. Sono accorsi anche parecchi nostri Religiosi di san<br />

Rocco, tra' quali si è distinto tanto il Padre Pietro Regalato Bombarda di Carice, che il<br />

Magistrato civico gli ha scritto una lettera di ringraziamento, con ordine, che venga letta nel<br />

pubblico refettorio. All'industria, e sollecitudine del medesimo fu attribuito, che il fuoco non si<br />

dilatasse, e che non bruciasse mezzo Roveredo. Così mi ha detto un signore roveretano Andrea<br />

Masera li cinque di febbraio.<br />

7 febbraio 1795<br />

Nel giorno settimo ha nevicato dopo il mezzodì, e restò alta due dita. Poi si mitigò alquanto il<br />

freddo.<br />

Intendo, che in Chiarano vi è un prete ateo pubblico, e quindi sospeso dalla Messa. Egli ha fatto<br />

li suoi studi nel seminario d'Insprugg. Conta circa 39 anni di età, e si nomina Domenico Antonio<br />

Florioli di Chiarano. Anche in Riva sta un ex professore cattivo d'Insprugg.<br />

10 febbraio 1795<br />

Li dieci, giorno di martedì, alle undici di notte con sette carrozze sono giunti a Trento<br />

Ferdinando Carlo Arciduca d'Austria, residente in Milano, Maria Beatrice di lui consorte, nata<br />

di Este, principessa ereditaria di Modena, duchessa di Massa, e principessa di Carrara, e Maria<br />

Leopoldina loro figlia nato 10 dicembre 1776. Questa in Insprugg verrà sposata dal vedovo<br />

Carlo Teodoro Duca di Baviera, Conte ed elettore palatino residente in Monaco, e nato gli<br />

undici dicembre 1724. Alloggiarono alla locanda nominata l'Europa, situata nella Contrada<br />

Lunga, al fine della Contrada detta della Morte. Il Magistrato civico fece illuminare le strade per<br />

165 *Fienili.<br />

166 *Omicida.<br />

167 *Filanda della seta.<br />

168 *Della famiglia Cosmi.


dove dovevano passare. Partirono per Bolgiano nella mattina degli undici circa le otto. In<br />

Roveredo non si sono punto fermati. Vedi sotto.<br />

Le strade sono pessime, perché piove. I tetti non istagnano, e non si può guarentarsi dalle acque.<br />

11 febbraio 1795<br />

Gli undici, e dodici, mercoledì, e giovedì grasso nel castello di Trento fu tenuto il concorso de'<br />

preti per la parrocchia di Ledro; e nella mattina del detto giovedì, comparve in questo nostro<br />

convento don Gio. Pietro Scansoni di Riva ex Gesuita, e curato di Storo, già eletto parroco di<br />

Ledro, dopo che già più anni fu preconizzato parroco di tal valle. Li concorrenti furono trenta.<br />

Intendo, che li deputati del Magistrato civico di Trento hanno avuto una lunga, e gradevole<br />

udienza dal suddetto Arciduca Ferdinando, cui hanno regalato molti francolini. Che al<br />

medesimo ha fatto un regalo di scelta uva, e vino di Trento il podestà di Trento Luigi Cheluzzi<br />

toscano. Che il medesimo podestà fu incombenzato di ringraziare il Magistrato civico. Che il<br />

detto Arciduca fu complimentato dal Conte Alberti di Colico a nome del vescovo principe suo<br />

padrone. Che l'Arciduca fu assai generoso colla locanda dell'Europa. Che la sposa serenissima si<br />

mostrò malinconica. Alla locanda furono dati sessanta zecchini, oltre molti altri alla locandiera<br />

signora Giovanna Piccini vedova Poletti ed altri.<br />

16 febbraio 1795<br />

Li sedici è giunto da Ferrara a Trento il nuovo piovano Doria di s. Maria Maddalena, il quale<br />

nello stesso giorno mi ha detto, che in Ferrara ultimamente cessò di vivere con gran concetto di<br />

santità un nostro Padre Osservante, detto P... Agateo [sic].<br />

17 febbraio 1795<br />

Li 17 nella Gazzetta trentina fu nominato il signor abate Simone Eberle di Trento come direttore<br />

del cesareo Gabinetto delle cose naturali, e di fisica di Vienna.<br />

18 febbraio 1795<br />

Li 18, giorno delle Ceneri, primo di Quaresima, il nostro Padre Niccolao Clemente Ghilione da<br />

Genova predicatore nel Duomo di Trento, ha pubblicato la dispensa vescovile solita<br />

dall'astinenza della carne, eccettuati li primi quattro giorni, il mercoledì delle Tempore, li<br />

venerdì, e sabati tutti, e tutta la Settimana santa. Per altro nello scorso carnevale in Trento sono<br />

stati tenuti li soliti festoni; e sonovi delle famiglie grosse, e ricche, le quali mangiano di grasso<br />

in tutto l'anno senza scrupolo.<br />

Ultimamente nella Giudicaria Minore fu carcerato nel castello di Stenico un giovine bolognese<br />

d'anni 19, scolare in Bologna, come complice della congiura scolaresca di Bologna fatta sul<br />

gusto de' francesi moderni. Stava in Campo appresso il Mattei detto Clerech, e fu carcerato ad<br />

istanza del governo di Bologna. Fu condotto a Campo da un campano, che si trovava in<br />

Bologna. Vivono i di lui genitori in Bologna, dove stanno carcerati due di lui fratelli ed un zio.<br />

Vedi sotto al giorno 26.<br />

18 febbraio 1795<br />

Li 18 cominciò a nevicare; ma non proseguì perché impedito dal freddo.<br />

19 febbraio 1795<br />

Li 19 dalla mattina sino alla sera oscura ha nevicato tanto che non abbiamo potuto calare in città<br />

né alla predica, né per altri affari di premura.<br />

20 febbraio 1795<br />

Li 20 leggo, che nella sera dei tredici sono giunti a Insprugg li sopra mentovati Arciduchi<br />

milanesi; che ai 14 vi giunse il Duca, ed elettore bavaro Carlo Teodoro, e che ai 15 di sera nella<br />

Corte fu celebrato lo sposalizio, benedicendolo monsignor Marcus prelato dell'ordine<br />

Premonstratense in Wilten.


Nel medesimo giorno 20 ha nevicato tutta la mattina sino dopo il mezzodì.<br />

22 febbraio 1795<br />

Nel giorno 22 ha nevicato, ed anche piovuto. Nella notte precedente arrivò a Trento ritornando<br />

da Insprugg il suddetto Arciduca Ferdinando colla sua consorte Beatrice di Modena. Pigliò<br />

alloggio nella locanda dell'Europa, e cenò dopo le dodici mangiando di grasso. Nella mattina<br />

poi, essendo la prima domenica di Quaresima, fu ad ascoltare la santa Messa celebrata da don<br />

Giuseppe Gretter di Trento, attuario della cancelleria vescovile, nella più vicina chiesa della<br />

Confraternita della Morte; e partì circa le dieci con intenzione di giungere a Mantova nella notte<br />

seguente. Dal Magistrato civico fu illuminata con padelle tutta la strada, che dalla porta<br />

germanica di s. Martino va sino alla locanda dell'Europa, situata alla metà della Contrada<br />

Longa, Anche per la Corte fu celebrata un'altra Messa nella detta chiesa della Morte da un<br />

Beneficiato del Duomo. A cadauno di detti sacerdoti fu dato un zecchino.<br />

24 febbraio 1795<br />

Li 24 ho inteso, che nella mattina di domenica 22 del corrente in Pradazzo 169 , terra curaziale di<br />

Fiemme, fu ritrovato morto nella propria stanza il prete Giambattista Zanetti di Trento d'anni<br />

circa 27. Si dice, che aveva protestato di voler partire di là, mercé che malveduto. Che la<br />

comunità ha chiesto al vescovo la rimozione di quel curato, il quale vorrebbe per primissario un<br />

suo nipote. Che ecc. Vedi sopra al 15 settembre 1794, e sotto al 28 febbraio.<br />

Negli svizzeri si trovano moltissimi ecclesiastici francesi emigrati, cioè fuggiti dalla Francia per<br />

la santa fede cristiana, e cattolica. Alcuni di essi, destinati dalla loro Adunanza col permesso del<br />

vescovo di Trento vanno cercando limosine per la città, e principato di Trento; e col permesso<br />

del vescovo di Bressanone danno altrettanto in quel principato. Essi non sono tollerati nello<br />

Stato austriaco. In Trento sono accompagnati dal prete Giovanni Puzzer professore nel<br />

seminario. Furono raccomandati anche dal padre predicatore del Duomo.<br />

27 febbraio 1795<br />

Li 26 giorno di giovedì, è stato condotto da Trento verso Bologna lo scolare bolognese, di cui<br />

sopra, essendo stato ricercato con grande premura e ad ogni costo. La congiura fu scoperta da un<br />

complice al Legato di Ferrara. Fu accompagnato a Bologna da' birri trentini.<br />

27 febbraio 1795<br />

Nella notte venendo il giorno 27 ha nevicato alquanto. Nella sera precedente gli sbirri di<br />

Stenico, e di Avis essendosi incontrati nella strada di Mattarello a san Vincenzo, hanno conteso<br />

tra di loro tanto, che uno restò morto. Il morto fu sbirro di Avis, licenziato da Stenico.<br />

28 febbraio 1795<br />

Li 28 intendo, che il cadavero del suddetto prete Zanetti fu disseppellito d'ordine della Curia<br />

vescovile per poterlo vedere, ed esaminare se sia stato assassinato, essendovi motivo di<br />

sospettare. Fu mandato a Pradazzo dalla detta Curia, d'ordine della quale già si processava per<br />

altri motivi contra il curato, il quale in questi giorni fu in Trento per ottenere, che Pradazzo sia<br />

fatto parrocchia. Si crede, che alla morte del Zanetti abbia conferito l'essersi ritirato in una trista<br />

stanzetta per timore di venire salutato come il Vinante con delle archibusate.<br />

1 marzo 1795<br />

Il primo di marzo è partito dal nostro convento il soprammentovato prete Polidoro, cui fu<br />

conceduto di celebrare la santa Messa sino dai due dello scorso febbraio, ad istanza de' nostri<br />

Padri, non avendo altro criminale, che quello di aver trattato i negozzi mercantili di suo fratello,<br />

mentre altri preti fanno di peggio anche nello stesso genere, specialmente il Marosi di Arco.<br />

169 *Predazzo.


4 marzo 1795<br />

Li quattro da Mantova è giunta a Trento con sette carrozze la contessa Coloreda sposa del Conte<br />

Saracini del palazzo di Contrada Tedesca. Il Conte si nomina Giovanni, e la contessa Marianna.<br />

8 marzo 1795<br />

Gli otto è partito da Trento per girare le principali città dell'Italia un figlio d'anni 22 del barone<br />

Giuseppe Altenpurger, insieme con don Giuseppe Donati di Cembra pubblico professore della<br />

teologia morale nel seminario trentino d'anni circa 43. Supplirà nella cattedra don Giuseppe<br />

Clementi di Enno, d'anni circa 36, che sta in casa Altenburgera, dove fu precettore del detto<br />

giovine. Ritornò nel 1796 li 18 marzo<br />

12 marzo 1795<br />

Li dodici da un segretario aulico di Trento (Bernardino Manci) ho inteso, che ultimamente a<br />

monsignor vescovo di Trento è giunto un rimprovero del governo cesareo d'Insprugg, perché ha<br />

permesso la ristampa della Bolla Piana condannatoria del Sinodo pistoiese, accennata sopra al<br />

primo ottobre 1794. Dunque, dunque, dunque, non fido parlare. Per altro tal Bolla è accettata in<br />

Venezia, Genova, Napoli, Roma, Fiorenza.<br />

Nel seminario di Trento fanno gli esercizi spirituali sotto la direzione dell'arciprete di Enno<br />

Giacomo Telchio i chierici, che colle dimissorie del nostro vescovo andranno altrove a farsi<br />

ordinare nel prossimo sabato Sitientes. Andarono a Bressanone.<br />

16-18 marzo 1795<br />

Li sedici dopo il mezzogiorno cominciò a piovere; piovette tutto il diciassette tanto, che io non<br />

potei andare alla predica del Duomo. Nella notte seguente venendo il dicidotto la Fersina ruppe<br />

il muro, ed allagò la campagna bolgarina. L'Adige poi condusse una straordinaria quantità di<br />

legni tolti nel bolgianese, cosicché ho inteso dire, che saranno stati del valore di settanta mila<br />

fiorini.<br />

Ho sentito leggere il decreto sovrano contra la suddetta Bolla Piana, spedito dal capitano<br />

circolare di Roveredo li 16 dicembre. Il motivo di esso è, perché non ha il regio Exequatur, e<br />

contiene delle dottrine contrarie ai diritti sovrani. Così si suppone. Perciò viene ingiunto ai<br />

daziali, e postieri, che non lascino passare alcuna copia di essa, che notino i distributori di essa<br />

ecc. Allo stampatore Monauni furono levate tutte le copie dal sig. Provicario Mengino.<br />

Ho inteso, che l'Adige a Bolgiano ha portato via un gran mucchio di legna valutata diciassette<br />

mila fiorini, o come dicono altri quaranta mila, e che avvisato di ciò il padrone di essa, il quale<br />

giaceva infermo, tostamente spirò, e cessò di vivere. Come pure, che in questi confini fu cavata<br />

dall'Adige moltissima legna, tutta da fuoco, e che un giovane cavatore presso Calliano fu tirato<br />

nell'Adige, e restò annegato nel medesimo alla presenza di suo padre.<br />

21 marzo 1795<br />

Nel giorno 21, festa di s. Benedetto, intorno le quattro di mattina, dormendo tutti, in Trento con<br />

gran fracasso è caduta la casa Battaglia, ma niuno è restato morto, benché molti fossero in essa.<br />

Cadde però soltanto dalla parte del cortile, non della strada.<br />

18-20 marzo 1795<br />

Nei giorni 18, 19 e 20 hanno lavorato molti uomini d'ordine del Magistrato civico di Trento per<br />

ritirare la Fersina nel suo vaso, e quantunque abbiano piantato cinque cavalletti non hanno<br />

potuto. Perciò, e per le rovine fatte anche dal Saleto la strada regia è ancora impraticabile in<br />

questo giorno 22, e si deve allungarla con andare per quella di Povo.<br />

20 marzo 1795<br />

Nel giorno 20 dagli aldenesi fu eletto curato di Aldeno don Giovanni de' Gottardi da Cimone<br />

sopra Aldeno arciprete attuale di Garduno. Furono in procinto di battersi li partiti diversi. Passò<br />

colla sola pluralità de' voti, avendone avuto 60 il Maccano.


22 marzo 1795<br />

Nel giorno22 domenica di Passione sono stato alla solita processione della santa Spina essendo<br />

il tempo griso.<br />

Nel medesimo giorno ho letto il Breve de Papa moderno, stampato in Trento, col quale concede<br />

un giubileo di sei settimane in tutto il dominio austriaco per implorare il divino aiuto contra i<br />

francesi, richiesto dall'imperatore Francesco secondo. Comincia: Venerabilibus Fratribus<br />

archiepiscopis, episcopis, et ordinariis totius austriacae dominationis. Pius P. P. VI venerabiles<br />

fratres salutem, et apostolicam benedictionem. Eximia pietas charissimi in Christo filii nostri<br />

Francisci Hungariae apostolici, et Bohemiae regis illustris, archiducis Austriae, ac in<br />

Romanorum imperatorem electi, cum iam plurimum etc. Finisce: Datum Romae apud s. Petrum<br />

sub annulo piscatoris die prima ianuarii 1795 pontificatus nostri anno 20 L. + S.<br />

R. C. Braschius de Honestis. Cioè Romualdus Cardinalis Braschius de Honestis secretarius<br />

Brevium.<br />

Segue colla stessa stampa una breve lettera del vescovo di Trento diretta Venerabilibus parochis<br />

ditionis austriacae huius nostri episcopatus, col Datum Tridenti ex Arce nostrae residentiae hac<br />

die 12 martii 1795. Il Papa ingiunge visite alle chiese, orazioni, digiuni, limosine, processioni,<br />

confessioni, comunioni. Concede ample facoltà ai confessori. Il vescovo destina per principio<br />

delle sei settimane la domenica di Passione occorrente li 22 marzo, e commette ai parrochi il<br />

destinare le chiese visitande, praeter parochialem. Aggiungo essere venuto ordine da Insprugg<br />

al vescovo, che tal giubileo si celebri entro la Quaresima, e che i vescovi di Trento, e<br />

Bressanone hanno già scritto a Roma perché venga esteso anche ai principati non austriaci di<br />

Trento e Bressanone. Avviso di più, che celebrandosi nel detto tempo non riesca di peso pel<br />

digiuno, per la confessione e comunione.<br />

28 marzo 1795<br />

Li 28 sabato di Passione fummo ricercati d'andar ad ascoltare confessioni sacramentali in<br />

Tesino, ed in Vallarsa, per mancanza di sacerdoti; ma dovemmo rispondere di non potere,<br />

perché siamo troppo pochi, essendo altri troppo vecchi, ed altri preoccupati nelle ville di questi<br />

contorni. Dovemmo altresì scusarci col curato di Ravina, ed a quello di Mattarello prometterne<br />

un solo. Un prete chiamato da Trento a Gardolo per dire soltanto la Messa prima ha voluto sei<br />

troni. Fummo pure ricercati per Fornasio 170 in vano, e per Vezzano. Li Cappuccini per Primiero.<br />

31 marzo 1795<br />

Nel giorno trentuno, essendo martedì Santo siamo stati nel Duomo all'ora nostra solita di<br />

adorazione, accompagnati nell'andar, e ritornare dai signori musici come nell'anno scorso, senza<br />

che sieno stati pregati da noi.<br />

Nello stesso giorno ho inteso il caso orrendo accaduto in Livorno ultimamente rapporto alle<br />

sagrosante Particole rubate con due pissidi. Tutto quel popolo si mostrò divotissimo, e fece delle<br />

stranezze per ricuperarle, e dopo d'averle ricuperate. La storia è lunghetta. L'arcivescovo di Pisa<br />

è andato a Livorno per festeggiare il detto ritrovamento.<br />

2 aprile 1795<br />

Nel giovedì Santo il nostro vescovo non ha fatto gli oli Santi, ma ha mandato il suo Provicario<br />

Menghino a pigliarli dal vescovo di Bressanone. Ritornò nella notte seguente, ma con poco olio,<br />

perché il vaso contenente l'olio per gli infermi s'è rotto, e restò l'olio soltanto circa la metà.<br />

Quindi a stento grande noi abbiamo potuto conseguire un pezzetto di bambagia inzuppata. Poi<br />

ne fu portato dell'altro da Bressanone. Altro ne venne aggiunto di non consacrato.<br />

5 aprile 1795<br />

170 *Fornace.


Li cinque domenica di Pasqua nel Duomo di Trento non vi fu la benedizione Papale, benché<br />

promessa nei calendari, perché il vescovo infermiccio non esce di castello, anzi né pure di<br />

camera.<br />

6 aprile 1795<br />

Li sei festa seconda di Pasqua siamo stati con tutti gli altri pochi Regolari alla solita processione<br />

del Duomo per il Santo Monte di Pietà, essendo presente il di lui ministro sig. Girolamo<br />

Pompeati. Partimmo da san Bernardino alle otto di mattina, e fummo di ritorno alle nove, e<br />

quasi mezza.<br />

Predicatori nostri quaresimali 1795<br />

Trento, nel Duomo P. Niccolao Clemente Ghilione da Genova della <strong>Provincia</strong> di Genova.<br />

Trento, in s. Maria Maggiore, P. Guardiano Gioachino da Pressano.<br />

Albiano, P. Ferdinando da Sant'Orsola Vicario di Pergine.<br />

Arco, alle Grazie, P. Guardiano Pietro Paolo da Roncegno<br />

Borgo di Valsugana, P. Pietro Regalato da Carice 171<br />

Cavalese, P, Mariano da Bordiana.<br />

Cles, P. Pietro Damiani da Borgo Valsugana Vicario di Arco.<br />

Drone, P. Girolamo da Gardolo, e Pierantonio da Sacco, perché il primo s'ammalò.<br />

Gardolo, P. Vigilio da Fondo.<br />

Levico P. Ciriaco da Lazzise.<br />

Lomaso, P. Gio. Evangelista da Stenico segretario provinciale.<br />

Meano, P. Vito Antonio da Cles.<br />

Mechel, P. Daniello da Enno 172 .<br />

Metz Lombardo, P. Patrizio da Vigol Baselga.<br />

Metz Todesco, P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

S. Michele, P. Filippo da Metz Todesco Guardiano di Metz Lombardo.<br />

Moiena, e Pradazzo, P. Stanislao da Nago.<br />

Nago, P. Illuminato da Cles.<br />

Nomi, P. Gio. Vincenzio da Roveredo.<br />

Noriglio, P. Adriano da Ruffredo 173 .<br />

Pinedo, P. Eusebio da Pinedo 174 .<br />

Pressano, P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Ravina, e Romagnano, P. Niccolao da Cles, e P. Francesco Borgia 3 feste per infermità.<br />

Riva, P. Amando da Covalo. Senza compagno per motivo delle differenze della città<br />

coll'arciprete.<br />

Roncegno, P. Damaso da Vigol Vattaro.<br />

Roveredo alle Madri Salesiane, P. Gio. Vincenzo di Roveredo.<br />

Roveredo alle Inglesi, P. Vicario Amedeo di Roveredo.<br />

Strigno, P. Stefano da Sfruzzo.<br />

Telve, P. Giuseppe da Primiero 175 .<br />

Tenno, P. Guardiano Pietro Paolo da Roncegno.<br />

Tesaro, P. Lattanzio da Moiena.<br />

Torcegno, P. Accursio da Preghena.<br />

Verla, P. Anacleto da Casezzo 176 .<br />

171 *Cares.<br />

172 *Denno.<br />

173 *Ruffré.<br />

174 *Piné.<br />

175 Castelnuovo e Novaledo niuno.<br />

176 *Casez.


Volano, P. Gasparo da Campo.<br />

35. Zambana, P. Giorgio da Cles.<br />

7 aprile 1795<br />

Nella sera de' 7 martedì dopo la Pasqua il più volte lodato missionario Giovanni Contavalle<br />

venuto da Tassullo, ha cominciato gli esercizi spirituali per li scolari del ginnasio di Trento. Finì<br />

li 14.<br />

9 aprile 1795<br />

Li nove in Trento vi è un grande bisbiglio per la risposta venuta da Vienna rapporto al libro<br />

scritto dal luogotenente Luigi Prato contra il Magistrato di Trento nella causa dell'oste Zaiotto.<br />

12 aprile 1795<br />

Li 12 domenica in Albis hanno cantato solennemente coll'intervento de' musici la lor prima<br />

Messa il signor Giuseppe Fontanari in s. Francesco, ed il sig. Andrea Buommassari in s. Maria<br />

Maddalena. Tutti e due abitano nella Contrada di san Francesco fuori di Trento.<br />

13 aprile 1795<br />

Li 13 finalmente abbiamo ricevuto la tante volte chiesta licenza di vestire novizzi dal vescovo di<br />

Trento nel di lui principato. Ma è ristretta a soli sette novizzi coristi. Ai Cappuccini nello stesso<br />

tempo furono accordati cinque. Fu spinto a fare tal grazia dal sig. Pietro Ducati segretario suo<br />

aulico, perché andato dai Cappuccini non ritrovò da chi confessarsi. Tal licenza non è affatto<br />

libera, ma contiene delle condizioni austriache. Può leggersi To. 4 Compendium diplomaticum<br />

876 177 .<br />

19 aprile 1795<br />

Li 19 domenica seconda dopo Pasqua, di mattina sono venuti a questo nostro convento,<br />

indirizzativi dal rev.mo signor Provicario, due parrochi francesi della Normandia per istarvi<br />

qualche giorno, essendo intenzionati di andare a Roma. Sono partiti per Mantova li 21.<br />

Nella stessa mattina nel Duomo ha fatto il solito discorso della Madonna Dolorata il R. S. don<br />

Leonardo Zanella di Povo, curato di Gardolo. Cantò la Messa monsig. Decano Manci. Così pure<br />

il vespro, dopo il quale fu fatta la solita solennissima processione. Con tal congiuntura si celebrò<br />

l'anno centesimo della fondazione della Compagnia della Dolorata. Fulvi uno straordinario<br />

concorso anche di forestieri, tanto che al vespro il Duomo fu foltissimo, e vi si stava a stento<br />

fitti uno coll'altro. Fu eretta un'orchestra di rimpetto all'ordinario, e fu chiamato da Verona un<br />

musico, di cognome Bianchi, giovine di circa 18 anni, il quale mi ha stomacato. Noi siamo<br />

ritornati diritti al convento dopo le sei e tre quarti. Furono sparati de' mortaretti. Ha stampato<br />

per tal festa due sonetti Andrea Rensi.<br />

Ne' giorni precedenti furono riempiti li vacui dei merli della muraglia della città, che guarda la<br />

Fiera con altrettante gelosie di legno affinché li balloni non oltrepassino tanto facilmente, e non<br />

cadano nella città. Eziandio il pavimento dello steccato ballonico fu indurito con della ghiaia<br />

ben battuta, e ribattuta. Qualcheduno pagherà tali spese o a questo, e all'altro mondo.<br />

Si parla in città molto rapporto al podestà, al Conte Festi, ed al luogotenente Prati. Il podestà s'è<br />

portato dal vescovo accompagnato da due sbirri per sicurezza della sua vita. Egli ha disgustato il<br />

consiglier Festi, perché ha processato un di lui figlio accusato d'aver dato 178 al sig. Tosetti; e<br />

perché ha fatto carcerare una ruffiana detta la Busa. Il Festi ha scritto al podestà, ed ha ricevuto<br />

una risposta coll'iscrizione Al Clarissimo Signor Avvocato della Ruffiana ecc. Il Prati è in<br />

nomina di consigliere aulico di Trento, benché sia inviso alla città, e malinteso da Insprugg, e<br />

Vienna.<br />

177 *<strong>Tovazzi</strong>, Compendium diplomaticum. 4, BSB, MS 4, n. 876.<br />

178 *Percosso.


23 aprile 1795<br />

Li 23 la Fersina s'è ingrossata, ed è ritornata nei campi bolgaresi 179 .<br />

Ne' giorni precedenti in Trento fu tenuta un'accademia nella quale avendovi cantato il suddetto<br />

Bianchi fu regalato con venticinque zecchini, cioè fiorini 109.<br />

Il Conte Matteo di Thunn ha stabilito di tenere un'accademia nel suo palazzo, di cui sarà la<br />

principessa la vedova Gioseffa Malfatti, nata contessa Melchiori. Un prete ha ottenuto, che<br />

possano intervenirvi anche delle femmine. Consisterà in soli canti, e suoni. Ma non ebbe effetto.<br />

24 aprile 1795<br />

Nel foglio 32 de' 24 aprile della Gazzetta trentina si descrive la festa trentina de' 19 e si loda il<br />

musico signor Pietro Bianchi, dicendosi singolare per la sua voce di soprano, e che cantò con<br />

una soddisfazione, ed applauso universale. Così la Gazzetta menzognera, ed adulatrice.<br />

26 aprile 1795<br />

Li 26 domenica, celebrandosi la festa di s. Simonino in s. Pietro di Trento cantò nella medesima<br />

chiesa il detto Bianchi teatrale 180 .<br />

Nella medesima festa fu dato il possesso della pieve di Ledro al mentovato Scansoni da monsig.<br />

Vicario, ed in Bressanone furono ordinati alcuni trentini colle dimissorie.<br />

25, 28 aprile 1795<br />

Sono venuti in questo nostro a fare gli esercizi spirituali ai 25 don Rocco Guella curato di<br />

Pranzo tenese 181 , e li 28 don Andrea Tomazzoli trentino.<br />

29 aprile 1795<br />

Li 29 fu eletto curato di Aldeno don Gio. Maria de' Gaspari di Lavarone, curato della Cappella<br />

di Lavarone, d'anni 29 con voti cento contra dieci, attesa la rinunzia di don Gio. de' Gottardi<br />

arciprete gardunese.<br />

1 maggio 1795<br />

Nel primo giorno di maggio il nostro P. Agostino da Vigo fu in Sardagna per benedire quella<br />

campagna infestata dai puntelli 182 chiamatovi, da quel rev.do curato ad istanza di quella<br />

comunità.<br />

3 maggio 1795<br />

Li tre di maggio, giorno di domenica, è venuto in questo nostro convento come futuro<br />

coadiutore, e successore del nostro servo Domenico Littirotti mantovano già vecchio, il putto<br />

Antonio Amech di Trento, oriondo però di Frassilongo, di cui fu il di lui avo. Ma non durò, e<br />

prese moglie.<br />

5 maggio 1795<br />

Li cinque di mattina in un maso sopra la Vella presso Trento sono stati ritrovati morti sul letto<br />

due coniugati con molte ferite; replico, che sono stati ritrovati morti nella stanza.<br />

8 maggio 1795<br />

Gli otto, giorno di venerdì, il luogotenente di Stenico Luigi Prati di Tenno 183 come nuovo<br />

consigliero è entrato nel Consiglio aulico di Trento, malgrado le cose soprannotate. Il<br />

Magistrato però consolare non è stato indifferente, e chiamasi malsoddisfatto.<br />

179 *Della Bolghera.<br />

180 *Impresario teatrale.<br />

181 Il Guella partì li 4 maggio. Il Tomazzoli li 13 maggio.<br />

182 *Insetti detti punteruoli.


10 maggio 1795<br />

Li dieci, in questo nostro convento il nostro Padre <strong>Provincia</strong>le ha accettato finalmente quattro<br />

candidati logici per nostri frati. Tre sono fiemmaschi, ed uno anauniaco Ioris di Nano.<br />

11 maggio 1795<br />

Gli undici ho nelle mani un Breve diretto al nostro vescovo dal Papa. Comincia: Venerabili<br />

episcopo tridentino Pius P. P. VI. Venerabilis frater salutem, et apostolicam benedictionem.<br />

Alias nos quasdam apostolicas in simili forma Brevis dedimus litteras etc. Finisce: Datum<br />

Romae apud s. Petrum sub annulo piscatoris die 27 martii 1795, pontificatus nostri anno 21. R.<br />

Card. Braschius de Honestis. In esso si contiene tutto intero il Breve dato in Roma il primo di<br />

gennaio 1795, a tutti gli arcivescovi, vescovi, ed Ordinari di tutto il dominio austriaco,<br />

contenente un giubileo. Con questo secondo estende il primo a tutti li fedeli della città e diocesi<br />

di Trento, come se fosse stato loro conceduto. Segue una lunga lettera data dal vescovo nostro<br />

in Trento il primo di maggio 1795, venerabilibus parochis, caeterisque animarun curatoribus in<br />

hoc principatu constitutis. In essa dichiara, che hoc iubilaei tempus sex hebdomadarum spatio<br />

concluditur, e che le opere ingiunte debbono farsi entro il detto spazio. Che il principio sarà li<br />

24 maggio, domenica della Pentecoste. Destina le quattro chiese parrocchiali di Trento per le<br />

visite. Fuori di Trento la parrocchiale, o curata con tre altre da nominarsi dal parroco; e se non<br />

vi sono tante, o che sieno troppo distanti, che basteranno due, o una. Che tali chiese debbono<br />

visitarsi quindici giorni continui, o interpolati. Che ogni processione equivalerà a cinque visite.<br />

Che ognuno si confessi quantunque non avesse peccati mortali. Che si digiuni due giorni<br />

venerdì, e sabato d'una settimana, ne' quali non cada altro digiuno d'obbligo. Che facciasi la<br />

sacra Comunione. Che facciasi limosina ai poveri, secondo la propria divozione. Avvisa, che ai<br />

confessori viene data la facoltà di assolvere dai casi riservati al Papa, ed al vescovo, eccettuato il<br />

complice in sexto. Item dalle scomuniche, ab haeresi formali, et externa, e da tutte le censure.<br />

Item di commutare i voti, eccettuati quelli di Religione, e di castità. Che li confessori possano<br />

commutare le opere in altre, e prorogarle in altro tempo vicino rapporto a quelli che sono<br />

impediti etc. Si osservi, che il Papa estende il giubileo a tutta la diocesi trentina, ed il vescovo lo<br />

insinua soltanto a tutto il principato. Questo è tutto nella diocesi; ma conviene eccettuare il<br />

marchesato di Castellaro appartenente al principato di Trento, il quale si è nella diocesi<br />

mantovana austriaca.<br />

13 maggio 1795<br />

Li tredici è venuto nel nostro convento per fare un ritiro spirituale il prete Domenico Stefenelli<br />

di Trento, custode del ss. Sacramento in Calliano. Partì li 18 di sera. Morì nel 1797.<br />

14 maggio 1795<br />

Li 14 ho veduto un foglietto stampato, ed intitolato Invito sagro, dato in Trento 12 maggio<br />

1795. Contiene, le tre processioni per il giubileo, che si faranno li 25 del corrente, li 14 e 28 del<br />

seguente, tutti giorni festivi. Cominceranno tutte nel Duomo alle sei e mezza di mattina, e<br />

finiranno nel Duomo. Ho pur veduto un foglio più grande parimente stampato, e dato in Trento<br />

12 maggio 1795, il quale dà l'ordine da osservarsi in questa città per il santo giubileo. Si dice<br />

che si predicherà nel Duomo li 20-22 di maggio tre volte al giorno. Che alle processioni<br />

interverranno le Confraternite, gli ordini Regolari, il clero delle 4 parrocchie; gli uomini, le<br />

donne. Che la processione uscirà dal Duomo alle sette di mattina in punto.<br />

Da' tre sino ai 15 di questo ha fatto la Missione in Calavino il prete Giovanni Contavalle; ma<br />

senza essere aggradito.<br />

Negli giorni scorsi sono passati per Trento molti soldati inviati verso la Lombardia austriaca<br />

contro i francesi.<br />

183 Antonio Luigi Prato di Preenfeldt.


Ora si scuopre, che lo scorso inverno ha fatto morire quasi tutti li figari 184 .<br />

18 maggio 1795<br />

Li dicidotto di sera è venuto un altro prete nel nostro convento per far esercizi spirituali, ma per<br />

pochi giorni. Egli è don Antonio Ognibeni di Centa arciprete di Besenello nel Lagaro superiore.<br />

Partì nella sera de' 21.<br />

20-22 maggio 1795<br />

Ne' detti tre giorni 20, 21, 22 ha predicato nel Duomo con grande concorso il noto missionario<br />

Contavalle. La mattina dalle quattro e mezza specialmente per la servitù. Alle dieci per gli<br />

uomini soli, e la sera per le donne sole. Ne' giorni poi 23-25 ha predicato alla nobiltà nella<br />

chiesa del seminario colla detta divisione de' sessi. Nelle stampe i di lui ragionamenti sono detti<br />

discorsi morali.<br />

25 maggio 1795<br />

Li 25 lunedì, seconda festa della Pentecoste, in Trento fu fatta la prima processione giubilare,<br />

cui sono intervenuto anch'io con tutti gli altri Regolari, cioè coi nostri di s. Bernardino, con li<br />

Padri Agostiniani di s. Marco, coi Padri Conventuali di s. Francesco, e coi Padri Cappuccini di<br />

santa Croce. Con tutte le Confraternite, coi canonici della cattedrale, coi parrochi, e preti delle<br />

quatto parrocchie, col popolo folto di ambi li sessi. Tutti andarono a due a due con buon ordine.<br />

Ogni ordine di persone recitò continuamente il Rosario a voce chiara, uno facendo da<br />

officiatore, e rispondendo gli altri. Così hanno fatto i preti, li Frati, le Confraternite, gli uomini,<br />

le donne, per le quali furomvi diversi preti officiatori in discrete distanze. Non vi furono<br />

gonfaloni, ma soltanto Crocifissi. Tacquero tutte le campane, e solamente quando giungeva il<br />

clero secolare nella chiesa stazionale, quella chiesa dava alcuni botti, ed allora tutti<br />

s'inginocchiavano dove si ritrovavano. La processione uscì dal Duomo alle sette in punto; andò<br />

diritta a s. Maria Maddalena, poi a s. Pietro, indi s. Maria Maggiore, e finalmente nel Duomo,<br />

donde uscì alle nove, dopo ricevuta la benedizione dal piovano officiatore salito sull'altare<br />

maggiore. Per causa di tal processione non vi fu predica nel Duomo, così avendo decretato li<br />

signori canonici, certamente con prudenza. Domani cominceranno le loro quindici visite delle<br />

chiese i consiglieri aulici, andando ogni giorno tutti insieme. Faran pure delle processioni li<br />

seminaristi. Li 26 ha fatto l'ultima predica il Contavalle.<br />

27 maggio 1795<br />

Li 27, giorno di mercoledì da Trento, dove ha pernottato alla locanda dell'Europa, è partito<br />

verso Bolgiano un nobile veneto destinato ambasciatore della sua Repubblica alla Repubblica<br />

francese in Parigi. Ha mandato a chiedere scusa alla nobile veneta Camilla Sanuda, moglie del<br />

barone Cristoforo Trentini, con dirle, che non può trattare con alcuno.<br />

Ho inteso esser già tempo venuta sentenza cesarea, che al Magistrato consolare di Trento, come<br />

ingiuriato, dia venti mila fiorini il luogotenente Prato, dieci mila l'avvocato Gottardi, e cinque<br />

mila l'oste Zaiotto. Che al Prato fu intimata, e recata tale sentenza da un suzzo 185 su la strada<br />

andando da Trento a Stenico; e che venuto essendo a Trento sia subito stato posto nel Consiglio<br />

dal vescovo con disapprovazione del cancelliere barbacovio 186 .<br />

27-29 maggio 1795 [sic]<br />

Li 27 ha piovuto, essendovi bisogno di acqua, e nella mattina de' 28 si videro coperti di<br />

nuova neve li nostri monti anche bassa, e si sentì del freddo. La neve sparì nel giorno 29.<br />

Ho inteso, che il nostro vescovo nella sua camera li 25 lunedì pentecostale ha cresimato<br />

parecchi.<br />

184 *Fichi.<br />

185 *Birro.<br />

186 *Barbacovi.


Nella notte dei 28 venendo li 29 in Trento fu catturato quello, che ha ucciso li due vellani<br />

accennati sopra al 5 maggio, Domenico Piloni del borgo di s. Martino.<br />

Intendo che li due preti trentini Poli, e Monego accennati sopra al 31 maggio e 20 giugno<br />

1794 , sono usciti onorevolmente dal castello romano di s. Angelo.<br />

Continuamente passano per Trento dei soldati verso l'Italia, ma tanto affamati, che non si<br />

vergognano di chiedere limosina, e ne ricevono, perché riscuotono compassione.<br />

2 giugno 1795<br />

Li due di giugno è venuto a questo nostro convento un certo Padre Elia francese nostro<br />

Terziario, predicatore, scrittore di più libri stampati, e già Guardiano del convento nazaretano di<br />

Parigi. Egli fu uno degli ecclesiastici esportati fuori del regno di Francia. Sono già tre anni, che<br />

gira per il mondo 187 . Fu in Anversa, in Amsterdam, in Londra, in Münster, in Francfurt, in<br />

Ulma, in Augusta, In Insprugg, ed ora vuol andare a Roma. Uno de' di lui libri è dedicato al<br />

Papa presente Pio sesto. Va vestito da prete secolare semplice, modesto, triviale 188 . È di statura<br />

ordinaria, di colore olivastro, di comportamento piuttosto pingue, di età quinquagenaria, e<br />

facondo nel parlare. Si chiama Padre Elia Harel, già Massimiliano Harel. Ho veduto le dì lui<br />

lettere patenti del guardianato del 1788, della confessione data dal cardinale Domenico della<br />

Rochefoucaud arcivescovo di Rouen, il passaporto di Münster etc. Ha di età 47 anni. Fu lettore<br />

di teologia, confessore, predicatore, diffinitore. Il passaporto di Münster è stampato in lingua<br />

latina, quello della Convenzione in lingua francese. La patente della confessione parimente<br />

latina è un foglio grande, contenendo anche i casi riservati, e molti avvisi. Fu più volte<br />

prorogato ad annum, giusta lo stile di quella Curia. È partito da noi per Verona nella sera tarda<br />

degli otto giugno 1795.<br />

4 giugno 1795<br />

Li quattro siamo stati alla solennissima processione del Corpus Domini, nella quale officiò<br />

monsignor decano Manci, stando il vescovo nel castello. Non fu scaricato alcun mortaretto, né<br />

alcun archibuso. Noi partimmo dal convento alle sei e quasi tre quarti, e fummo di ritorno alle<br />

nove e mezza scarsa. L'agnello condotto nella detta processione al solito, questa volta non fece<br />

altro che belare. Il condottiere si è un tenero fanciullo seminudo, che figura il santo precursore<br />

Giovanni Battista.<br />

In questo stesso giorno quarto da una lettera di Roma ho inteso, che li 23 dello scorso<br />

maggio dal Papa fu creato vescovo di Cervia nella Romagna il Padre Bonaventura Gazola di<br />

Piacenza nostro Riformato, che nello stessissimo giorno cessò di essere commissario generale<br />

cismontano. Egli gode la grazia del Papa moderno Pio sesto Braschi, perché in Cesena fu<br />

maestro de' di lui nipoti.<br />

6 giugno 1795<br />

Li sei ho sentito de' tuoni per la prima volta in quest'anno.<br />

Nello scorso maggio, cioè li 29 pigliò il possesso del Guardianato di s. Francesco in Trento<br />

il P. Bernardino Borghese di Mechel, vacante per la rinunzia fatta liberamente dal P.<br />

Bonaventura Ciotto italiano, mio penitente, che passò a Brancolino. Vedi sopra al 20 ottobre<br />

1793 189 .<br />

Ultimamente fu rilegato nella Rocca di Riva perché stiavi un anno, e poi sino che durerà la<br />

guerra contro i francesi, il più volte menzionato Gio. Cristofori figlio dell'oste dai Tre Mori. Gli<br />

furono fatte le difese, ma in vano, dal dottore Federico Aquila di Trento. Vedi sopra agli 8<br />

dicembre 1794. Il di lui zio don Bernardino non è ancor affatto libero.<br />

187 In Francia portava l'abito, che presenta il P. Filippo Bonanni To. 1, num. 79, eccettuata la barba,<br />

ed i zoccoli. Chiamavasi Franciscanus Tertii Ordinis Reformatus.<br />

188 *non ricercato, grossolano.<br />

189 Il Borghese finì nel principio del 1799.


9 giugno 1795<br />

Li nove sono venuti a questo nostro convento due parrochi francesi giovani, li quali vanno<br />

a Roma. Partirono li dieci per accompagnarsi col soprammentovato Padre Elia Harellie, col<br />

quale sono venuti sino ad Insprugg. Nello stesso giorno è venuto da Casezzo 190 dell'Anaunia in<br />

questo convento per fare un sacro ritiro il prete Alessandro Manincore 191 . Partì li 15 sera.<br />

12 giugno 1795<br />

Li dodici leggo, che in Roma nella Basilica di s. Pietro in Vaticano li 25 dello scorso<br />

maggio, festa seconda della Pentecoste, fu celebrata con divota pompa la solenne beatificazione<br />

del venerabile servo di Dio Bernardo da Offida laico professo dell'Ordine de' Minori Cappuccini<br />

di s. Francesco. Così la Gazzetta trentina foglio 46, de' 12 giugno. Egli è morto nell'anno 1558<br />

in Camerino.<br />

14 giugno 1795<br />

Li 14 domenica di mattina siamo stati alla seconda processione generale del giubileo con<br />

tutti gli altri Regolari, colle Confraternite, e col popolo copiosissimo. Anche a questa è<br />

intervenuto come capitano della terra il Conte Pio di Wolckenstein, il quale camminò avanti del<br />

Magistrato consolare, e s'inginocchiò in un banco posto di rimpetto a quello de' consoli, e<br />

coperto d'un strato. Li consiglieri non vengono perché non vogliono cedere la mano 192 ai<br />

consoli. De' canonici residenti mancò il Conte Bortolazzi, perché vecchio, ed impotente, ed il<br />

Conte Alberti di Enno 193 , perché non ha voluto. Così fu anche rapporto alla processione prima.<br />

Oggidì le strade furono fangose, e l'aria umida, minacciando pioggia cosicché molti, e molte<br />

camminarono coll'ombrella in mano. Cominciò la processione alle sette, e finì alle nove quella<br />

del clero, restando ancora indietro degli uomini, e le donne. Questa volta fra li Padri<br />

Conventuali, e Cappuccini andarono più di 200 uomini, non so perché, certamente senza<br />

ragione. La detta processione finì soltanto alle dieci. Ma le donne non ebbero ordine.<br />

20 giugno 1795<br />

Li venti cominciammo a dire nella santa Messa la colletta per ottenere da Dio la serenitade.<br />

In questi giorni sono passati per Trento de' soldati brutti, miserabili, affamati, mendicanti, e<br />

stracciati. Facevano compassione a tutti.<br />

24 giugno 1795<br />

Li 24 festa di san Gio. Battista monsignor Piccini mi ha mandato 368 pergamene antiche<br />

della Prepositura sua di Trento, affinché le riduca in compendio, e faccia un volume cogli<br />

opportuni indici. Ma io gliele ho rimandate, perché ora non posso servirlo, avendo da<br />

compendiare prima l'archivio Lomasino. Gli ho però promesso, che lo servirò dopo, se il signor<br />

Iddio mi donerà vita, e salute.<br />

In questo mese il sig. Gianfrancesco Barbacovi di Taglio 194 , pubblico professore delle leggi<br />

nel ginnasio di Trento, e fratello del cancelliere Francesco Vigilio Barbacovi, ha sposato una<br />

baronessa Tedeschi di Roveredo. Anche il detto cancelliere ha per moglie una baronessa<br />

Altenburgera di Trento, ma sterile. Abitano tutti nel palazzo decanale.<br />

Nel Consiglio aulico di Trento tenuto alla presenza del vescovo li 22 del corrente, sono<br />

alzati contra il consigliere Conte Festi protettore della ruffiana Busa, di cui sopra, monsignor<br />

decano Conte Manci, l'arcidiacono Conte di Spaur, ed il capitano Conte Pio di Wolckenstein.<br />

190 *Casez.<br />

191 *Manincor.<br />

192 *La precedenza.<br />

193 *Denno.<br />

194 *Taio.


26 giugno 1795<br />

Li 26 venerdì, festa di san Vigilio siamo stati alla stilita processione, e Messa. Fu cantata<br />

da monsignor decano Conte Manci. Vi fu sparo di mortaretti alla fine della processione, e sotto<br />

la Messa. Il vescovo non si ha lasciato vedere, quantunque sia stato esposto un cartello stampato<br />

coll'avviso, che dopo la Messa solenne sua [altezza!] avrebbe dato la benedizione Papale. Fuvvi<br />

gran concorso di forestieri lagarini, ausugani ecc. e di ciarlatani, astrologhi, ed altri festaruoli.<br />

Noi partimmo dal convento alle otto e tre quarti, e vi fummo di ritorno alle undici e due quarti.<br />

Nella sera oscura nella piazza del Duomo furono fatti li soliti fuochi artificiali.<br />

Ho inteso, che il consiglier Festi voleva carcerato il podestà Cheluzzi come contrario alla<br />

suddetta ruffiana; e che il Magistrato consolare aveva stabilito di far dare campana a martello<br />

qualora fossesi effettuato il consiglio del Festi. Ho pure inteso, che la mentovata ruffiana, è già<br />

partita da Trento cacciata. Si dice la Busa e anche cocoda. Tutti ne parlano. Si dice ritornata<br />

oggi li 15 luglio. Altresì ho inteso, che il nuovo consigliere Prato è stato fatto assessore<br />

dell'officio ecclesiastico, ed auditore di monsignor vescovo, quantunque sia ancora vivo<br />

l'assessore dottore Vigilio Schrattenberg, che frequenta il tribunale.<br />

28 giugno 1795<br />

Li 28 domenica di mattina siamo stati nel Duomo per intervenire alla terza ed ultima<br />

processione giubilare, ma essendo piovoso il tempo non fecesi, e venne differita dai sgg.<br />

canonici alle quattro e mezza di sera. Dopo il pranzo piovette assai; ma cessata essendo la<br />

pioggia, ed essendo comparso il sole andammo alla processione, la quale cominciò un pò dopo<br />

le quattro e mezza, e noi fummo di ritorno nel convento alle sei, e tre quarti. Uscendo dal<br />

Duomo vedemmo le ultime donne, che si avviavano verso la prima stazione. Anche a questa<br />

processione sono intervenuti in forma pubblica li canonici, il capitano, ed i consoli della città,<br />

eccettuato il canonico Alberti di Enno sano sanissimo di corpo, il canonico Bortolazzi<br />

infermiccio, e li tre canonici assenti. Il vescovo non si ha lasciato vedere.<br />

Nel medesimo giorno 28 ho ricevuto di ritorno da Insprugg il mio direttorio monastico<br />

licenziato li 19 giugno, e segnato col num. 10465, solo. Sul cartone poi ha: 10465/2661 10 iun.<br />

1795.<br />

30 giugno 1795<br />

Nel giorno 30, ed ultimo di questo mese da san Michele adigino 195 è giunto a questo nostro<br />

convento un signore nominato Giorgio Habaissy principe di Monte Libano, con un compagno.<br />

Sono vestiti alla turchesca. Parlano italiano quanto basta per farsi intendere. Il compagno parla<br />

eziandio tedesco. Sono cattolici, e muniti di attestato del cardinale Migazzi arcivescovo di<br />

Vienna. Sono stati sei mesi in Roma, e sette anni in Vienna. Hanno preso alloggio nel nostro<br />

convento di Bolzano e di Caldaro, in quello di Egna, ed in quello di s. Michele. Tengono un<br />

baule, e sono istradati per Milano, con intenzione di andare poi a Roma, e nella prossima<br />

primavera imbarcarsi per Monte Libano, ch'è un regno asiatico, soggetto ai turchi, confinante<br />

colla Palestina, e colla Siria. Il principe si chiama Giovanni Giorgio Habaissy, ed il compagno<br />

Giuseppe. Il principe parla poco, mangia poco, e beve poco vino, ma piuttosto acqua. Sono<br />

vestiti in lungo, con una soprattonicella di scarlato rosso. Il principe porta un coltellaccio sul<br />

ventre, ed un turbante grande sul capo. Sono trinati d'oro. Hanno tabacchiere d'oro, ed argento,<br />

ed i mustacchi. Vanno di convento in convento, e si fanno fare un attestato de' loro diportamenti<br />

ovunque alloggiano. Nel primo di luglio sono stati a pranzo dai Padri Filippini. Sono stati dal<br />

vescovo, ma non hanno avuto accesso. Sono stati dal capo console, ed hanno impetrato di esse<br />

condotti sino a Roveredo a spese della città. Dunque nella mattina dei due intorno alle otto è<br />

venuto a pigliarli sotto questo nostro convento un notizzino, e sono partiti, dopo d'avere<br />

ascoltata la santa Messa.<br />

195 *All'Adige.


4 luglio 1795<br />

Li quattro, giorno di sabato fu dato fine alle sei settimane del giubileo, così ordinato<br />

avendo il vescovo. Specialmente negli ultimi giorni fuvvi del concorso ai sacri tribunali, ed alla<br />

sacra mensa.<br />

5 luglio 1795<br />

Li cinque ho letto il ragguaglio della solenne beatificazione del ven. servo di Dio Bernardo<br />

da Offida laico professo dell'Ordine de' Minori Cappuccini di s. Francesco celebrata con divota<br />

pompa nella sagrosanta basilica vaticana li 25 maggio 1795. In Roma 1795. Nella stamperia<br />

Cracas. Con lic. de' sup. e privilegio pontificio, in 8° grande, pp. 8 non signatarum.<br />

Nel medesimo giorno correndo la prima domenica di luglio nella chiesa di san Pietro in<br />

Trento fu solennizzata la festa della Madonna di Caravaggio. La chiesa si vide<br />

straordinariamente adobbata, ed illuminata. Fu cantata la s. Messa dal canonico barone Eyerle.<br />

Furonvi de'musici straordinari. Sermoneggiò il P. Stanislao Galvagno di Trento Guardiano di s.<br />

Croce de' Cappuccini. Furonvi molte Messe basse. Cosa praticata eziandio negli anni scorsi,<br />

sempre a spese di divoti pregati da una putta antica detta la Mariotta, cioè Maria de' Vincenzi di<br />

nascita pinetana, non avvenente.<br />

Le varole 196 continuano ad ammazzare molti fanciulli in Trento, ed in altri luoghi del<br />

vescovado trentino.<br />

In Parigi ai dodici dello scorso giugno è morto Luigi XVII, figlio unico di Luigi XVI e<br />

dicesi morto, perché consunto dai pidocchi, non avendo mai potuto mutare camicia, lenzuoli, ed<br />

altri utensili dopo che fu carcerato nel Temple. Egli è nato li 22 marzo 1785 e fu nominato Luigi<br />

Carlo. Fu proclamato re dal partito realista, ma non fu mai re vero.<br />

18 luglio 1795<br />

Li dicidotto giorno di sabato, di mattina, nella piazza Pretoria di Trento fu giustiziato<br />

Domenico Piloni detto Lona da Ricaldo pinetano, abitante nel borgo di s. Martino di Trento,<br />

d'anni 41, rammentato di sopra al 28 maggio. Fu impiccato dal boia di Marano, poi decapitato, e<br />

squartato. Le interiora furono buttate nella terra della Malvasia. La testa chiusa in una gabbia di<br />

ferro fu esposta su la strada, che porta alla Vella, luogo del delitto, li quarti poi appesi alla forca<br />

della Malvasia due, e due su la strada del delitto. Gli hanno assistito don Vincenzo Angeli, il P.<br />

Stanislao Galvagni di Trento Guardiano di s. Croce, ed il P. Pio Giongo di Trento Cappuccino.<br />

Mendicarono delle limosine gl'ill.mi signori Girolamo Conte Graziadei, e Niccolao Donati. Il<br />

paziente ha lasciato la propria moglie sorella dell'oste all'Aquila nera, e un figliuolo ed una<br />

figlia, e due sorelle già maritate. Fu venti anni masadore del Conte Melchiori sotto Sardagna; un<br />

anno masadore del cavaliere Malfatti. Ora faceva l'operaio. Li due coniugati da lui massacrati<br />

furono di lui compari. Per tale omicidio sono morti anche i due figliuoli loro. Il Conte<br />

consigliere Giuseppe Festi ha mosso ogni sasso per liberare dalla morte il detto Lona per far<br />

dispetto al podestà; ma questi stette sodo, ed impegnò il vescovo a non far grazia. Tutti uomini,<br />

e donne hanno approvato la sentenza del podestà; e se fosse stata fatta grazia sarebbevi stato<br />

pericolo di qualche scompiglio. L'uomo scellerato fu sgherlo; ha molto maltrattato la sua<br />

moglie, anzi voleva ucciderla. Teneva un'altra donna, cui dava un tron al giorno 197 . Intervenne<br />

alla sepoltura degli uccisi, nella quale congiuntura sentenziò, e disse, che l'uccisore loro<br />

meritava di essere impegolato, e bruciato vivo. Fu avvisato di scappare, ma disprezzò tale<br />

avviso. Egli era per altro amico degli sbirri. Non si supponeva destinato alla morte, cui fu<br />

intimata soltanto quando giovedì mattina fu condotto nella chiesuola. Gliela intimò il bargello<br />

Vincenzo Tolommei, al che il Lona non diede alcuna risposta. Aveva pregato, che non lo<br />

mettessero nel Zuchthaus, perché là diconsi delle brutte parole e delle bestemmie. Voleva che la<br />

sua moglie si preparasse alla morte col pigliare il giubileo. Nella prigione voleva uccidersi.<br />

Onde gli fu dato un compagno, il quale per tal motivo fu poi liberato dalla pena di due anni di<br />

196 *Vaiolo.<br />

197 Questa fu condotta a Insprugg nell'ottobre 1795.


Zuchthaus. Con dispensa del vescovo fu esaminata contra il Lona eziandio la di lui moglie.<br />

Parimente con decreto del vescovo fu dichiarata onesta ogni osteria di Trento quantunque<br />

albergasse il boia. Questi andò all'osteria del Lioncino. Il Lona fu comunicato alle sei di questa<br />

mattina, avendogli portato il Santissimo dal Duomo il suddetto don Vincenzo. Il vescovo in<br />

tempo dell'esecuzione s'è ritirato all'Acquaviva. Altri sono venuti a questo nostro convento. Per<br />

vedere un così fatto spettacolo sono venuti molti anche da paesi lontani, da Roveredo, Levico,<br />

Bolgiano ecc. In Trento fuvvi più gente, che per la gran festa di san Vigilio. Per altro si può<br />

dire, che il Piloni è morto impenitente. Non ha dato mai alcun segno di pentimento, andò<br />

intrepido al patibolo, e quando fu letta la sentenza più, e più volte ha detto falsità, bugie.<br />

Sperava di essere graziato. Non ha mai baciato il Crocifisso offertogli. Ha sempre mangiato, e<br />

bevuto con buon appetito, ed assai. Ieridì a Pedecastello è morta la di lui madre Martina (?)<br />

Migliori di Lono 198 . Gli uccisi furono Michele Gado, e Domenica di lui moglie, abitanti nel<br />

maso Tessari detto il Gaz, nelle pertinenze di Sardagna, con un figlio di cinque anni, ed un altro<br />

di sei mesi. La donna era nativa di Sardagna, e più volte ha ricusato di aderire agl'impudichi<br />

tentativi del Pilone. Il marito giaceva nel letto infermo, essendo stato sacramentato pochi giorni<br />

prima. Un figlio di otto anni del Piloni non ha voluto visitare suo padre nella chiesuola, ed ha<br />

detto, che non gli dispiaceva la di lui morte, perché dava 199 alla sua madre. Fu a vedere<br />

l'impiccamento anche il di lui padrigno. Il Piloni non ha mai detto alcuna orazione in chiesuola.<br />

Andando alla forca guardò qua e là curiosamente. Salendo sulla forca guardò e disse: oh quanta<br />

gente! Perché si persuadesse di dove morire gli fu condotto avanti il boia, e fu condotto a vedere<br />

la forca. Pur ancora sperava grazia. Fu un solo anno masadore del Malfatti, che lo cacciò, perché<br />

non ha voluto lasciare la serva con cui dormiva, lasciando da parte la moglie, cui usava mali<br />

tratti. In questa occasione la Compagnia della Morte ha decretato, che in avvenire, occorrendo,<br />

facciano la prima figura nell'assistere ai pazienti li Padri Cappuccini, ed anche nel fare la<br />

predica; restando però i pazienti in libertà di eleggersi il confessore. Al boia questa volta furono<br />

dati 150 fiorini, oltre le spese dei viaggi, e del soggiorno in Trento. Fu tirato a sorte chi degli<br />

osti d'insegna dovesse albergare il boia. Toccò al Bassi di Borgonovo presso la porta; ma per<br />

non avere tale sfreggio lo cedette al Lioncino della Contrada Tedesca, cui diede non so quanto.<br />

Per il Piloni si mostrò impegnata eziandio la contessa Gioseffa Malchiori vedova Malfatti,<br />

servita dal Conte Tommaso Festi figlio del consigliere.<br />

21 luglio 1795<br />

Nel giorno 21 ho letto, che ai dieci del corrente in Laxenburgo l'Arciduca Alessandro<br />

Leopoldo Giuseppe palatino, e presidente del Consiglio reale del regno d'Ungheria creato gli<br />

undici novembre 1790, volendosi divertire col fare de' fuochi artificiali nella sua camera, la<br />

polvere, che teneva in essa pigliò fuoco, attaccò la machina artificiale, restarono morti<br />

tostamente un cameriero, ed un domestico assistenti al lavoro, ed egli tutto sfigurato, e tanto<br />

malconcio, che alle tre della mattina seguente patendo eccessivi dolori cessò di vivere, essendo<br />

quivi anche Francesco secondo di lui fratello colla sua moglie imperatrice. Alessandro è nato in<br />

Firenze li 14 agosto 1772. Non si parla punto di Sacramenti. Poi fu parlato, e detto morto alle<br />

due di mattina de' 12.<br />

22 luglio 1795<br />

Li 22 festa di s. Maddalena, vicino a notte cominciò a piovere dirottamente, e<br />

sopraggiuntasi la gragnuola 200 , successero de' danni molto notabili. Sardagna fu inghiaiata.<br />

Quell'acqua portò giù de' sassi smisurati, e rovinò le campagne, e strade sottoposte. Ravina fu<br />

pistata 201 dalla gragnuola. L'aria diventò fredda, e continuò. La tempesta fece de' danni anche in<br />

Sopramonte, in Vigolo di Vattaro, in Castagnedo, in Fravezzo, ed altrove.<br />

198 *Lon.<br />

199 *Batteva.<br />

200 *Grandine.<br />

201 *Pestata.


La colonna, su cui sta la testa del suddetto Piloni fu ferrata ne' quattro angoli, e nello stesso<br />

tempo fu pubblicato un severissimo editto contra chiunque ardisse di rimuoverla.<br />

31 luglio 1795<br />

Nel giorno 31 abbuiamo cantata la santa Messa coram Sanctissimo exposito, e nella sera le<br />

Litanie de' Santi coram eodem Sanctissimo exposito nella chiesa di santa Chiara per impetrar<br />

dal signor Iddio la serenità, benché siano tre giorni, che non piove. Così hanno fatto avanti le<br />

quattro parrocchie, ed altre chiese dentro le mura della città. La chiarina fu l'ultima, e l'unica del<br />

rotolo 202 fuori delle dette mura.<br />

Ho inteso che in quest'anno in Trento sono morti 515 fanciulli dal vaiuolo.<br />

Nel foglio 60 del 31 luglio monauniano fu posto un avviso, con cui Bernardino Agosti, che<br />

da molti anni teneva albergo nella città di Roveredo all'insegna dell'Aquila Imperiale, e Simone<br />

Pontalto, che aprimene da molti anni ha tenuto albergo nella città di Trento all'insegna<br />

dell'Aquila Nera, rendono avvisati tutti li signori viaggiatori, che ambidue insieme nel giorno<br />

decimo agosto 1795 apriranno un nuovo albergo nella città di Trento nel quartiere di s.<br />

Benedetto, Contrada della Morte, all'insegna dell'Aquila Nera [Aquila d'Oro] 203 , con cavalli, e<br />

vetture per ovunque. Promettono comodità, politezza, stalle, foraggi, e che non torteggieranno<br />

nel prezzo. Tale albergo sarà nella casa del Conte consigliere Giuseppe Festi, già Prati, ed avanti<br />

Wolckenstainera; che fu rifatta dal Festi, il quale pretende di superare il prossimo albergo<br />

dell'Europa. Il Pontalto stava prima nella Contrada Schivabriga sopra la Piazzola delle Opere 204 .<br />

2 agosto 1795<br />

Li due d'agosto essendo domenica, e correndo il Perdono d'Assisi noi abbiamo avuto uno<br />

straordinario concorso di penitenti. Favorì anche il tempo.<br />

4 agosto 1795<br />

Li quattro ho inteso come scritto da Fondo ieridì, che là sono stati scoperti due monetari; e<br />

che nella campagna di Brezzo, in un campo del fu sig. Agostino Zuech chirurgo si trova un<br />

serpente di smisurata lunghezza, con una testa grossa come quella di un uomo, il quale nella<br />

notte canta come un gallo. Alcuni cavalieri di quei contorni hanno promesso parecchi zecchini a<br />

chi lo ammazzerà. Sono andati per ammazzarlo alcuni cacciatori, ma essendosi avventato contra<br />

di loro sonosi ritirati in tutta fretta. Essendosi poi sparsa la voce, che sia l'anima d'un usuraio<br />

nominato, contra di tal voce ha fatto una predica l'arciprete di Fondo don Biagio Petri. Fuvvi<br />

anche ne' mesi preceduti. Dicesi lungo circa tre passi e mezzo. Altri dicono come un timone da<br />

carro.<br />

4 agosto 1795 (sic)<br />

Li quattro d'agosto, giorno di martedì, in Trento furono distribuiti solennemente i premi<br />

soliti agli scolari del ginnasio vescovile. I premiati furono nella rettorica Simone Giuseppe Rohr<br />

di Trento, nipote di don Bertinalli, tre. Simone Rover di Trento, nipote di don Cristano, tre.<br />

Nell'umanità Nicolao Rocchetti da Pedemonte brancaforano mantenuto a spese de' Conti Trapp<br />

giurisdicenti, tre. Tommaso Bruti da Strembo di Randena, nipote dell'arciprete di s. Zeno, tre.<br />

Francescantonio Conte Graziadei de Trilaco da Trento, due. Nella grammatica suprema<br />

Dionisio Antonioli di Levico, quattro. Giuseppe Marzari di Trento, uno. Antonio Lugano<br />

d'Aviso, uno. Francesco Saverio Marchetti da Bolbeno di Giudicaria, uno. Ilarione Ciurletti de<br />

Belfonte, figlio di Leopoldo, uno. Benedetto Salvadori de Wiesenhof da Mori, uno. Nella<br />

grammatica media Giacomo Prati di Caldonazzo, quattro. Giambattista Garzetti di Trento, uno.<br />

Alessandro Canali da Castione, uno. Domenico Felice Ducati di Trento, due. Nell'infima<br />

grammatica Antonio Lupi de Margono, figlio del dott. Luigi, tre. Michele Sisinnio de Menghin<br />

202 *Turno.<br />

203 Vedi sotto al 4 agosto la rettifica.<br />

204 Un Simone Pontalto fu sindico di Povo nel 1738. Visse nel <strong>1791</strong> in Panté di Povo.


da Val di Non, due. Tommaso Chiari di Trento, uno. Pietro Fenici d'Arco, uno, Ne' principi,<br />

Giuseppe Ciurletti de Belfonte di Trento in Piazza, due, ma morì prima di riceverli, dal vaiuolo.<br />

Michele Murara da Caldonazzo, uno. Gli scolari furono 12, 18, 25, 19, 16, 25 che fanno 126. I<br />

logici e metafisici poi furono 58, ed i fisici 33. Due de' più bravi logici avanti il fine dell'anno<br />

scolastico si sono fatti soldati, cioè Gio. Foresti, e Federico Federici trentini. Due altri buoni<br />

logici si sono fatti nostri Frati in Cles, cioè Antonio Giacomi di Pradazzo, e Bartolommeo Ceoli<br />

di Panchiato.<br />

La su detta osteria di casa Festi fu aperta nel giorno settimo di agosto, essendo venerdì,<br />

sotto l'insegna non già dell'Aquila Nera, ma dell'Aquila d'Oro, siccome leggo nel foglio 62 de' 7<br />

agosto, che dice essere stati stampato l'altro foglio con errore nell'Aquila Nera. L'insegna ha<br />

l'iscrizione: Albergo Reale dell'Aquila d'Oro. Ha 30 persone di servizio. Vedi sotto al primo<br />

settembre.<br />

Intendo, che ultimamente in Terlago fu recitata una tragedia sopra il celebre Tommaso<br />

Moro cancelliere dell'apostata Enrico ottavo re d'Inghilterra, e che stampata vedesi colla dedica<br />

al sig. Francesco Vigilio Barbacovi di Taglio 205 Gran Cancelliere del vescovo, e principe di<br />

Trento. Avviso poi, che da poco tempo in qua usasi quel titolo di Gran cancelliere, e che più<br />

non dicesi la rev.ma Mensa, ma la Camera principesca. La detta tragedia s'intitola "L'Eroica<br />

Costanza nella vera fede conservata fino alla morte da Tommaso Moro Gran Cancelliere del<br />

regno d'Inghilterra". Si replicherà li 15 e 16 agosto sabato, e domenica.<br />

In questi giorni è morto in Trento un uomo per una coltellata ricevuta da un altro.<br />

16 agosto 1795<br />

Li sedici, giorno di domenica nel castello di Trento il signor Carlo Angelini di Trento,<br />

figlio del signor dottore Giuseppe, ha ricevuto la prima tonsura, e li quattro Ordini minori dal<br />

nostro vescovo, perché nel seguente ottobre andrà a Roma nel collegio germanico. Ora 1803 è<br />

prete.<br />

Nella sera del medesimo giorno in questa nostra chiesa di san Bernardino furono congiunti<br />

in matrimonio Giuseppe figlio di Pietro Pedrotti, ed Elisabetta figlia del quondam Marco<br />

Morati, ambidue molinari qui sotto a san Bernardino. Gli ha congiunti il nostro P. Agostino da<br />

Vigo delegato dal Padre piovano di s. Maddalena ad istanza de' signori Pifferi zii della sposa.<br />

Ne' passati giorni tra Romagnano, ed Aldeno su la strada fu ammazzato un uomo da un<br />

altro uomo.<br />

In Nomi fu ritrovato nascosto sotto al letto di un signore ricco e solo, un uomo cattivo, già<br />

di lui servo, con un coltellaccio, col battifuoco, e con un pezzo di candela. Fu scoperto dalla<br />

serva, mentre il signore stava ancora fuori di casa a pigliare dell'aria fresca della sera.<br />

19 agosto 1795<br />

Li 19 ho inteso, come riferito nella gazzetta cattolica di Augusta, che il nostro Riformato P.<br />

Leonardo da Porto Maurizio in Roma, nel palazzo Quirinale ai 21 dello scorso luglio dal Papa<br />

pio sesto fu dichiarato beato.<br />

In Cles fansi de' preparamenti per ricevere l'arciduchessa d'Insprugg Maria Elisabetta, che<br />

vuol venire a bere le acidole 206 . Ella è nata li 13 agosto 1743. Fu destinata per lei la casa del sig.<br />

Lorenzo Lago posta di rimpetto al palazzo assessoriale. Il signor dottore Agostino Torresani ha<br />

disposto dei divertimenti. Dicesi, che vuol girare per tutti i castelli; e che alla di lei venuta<br />

sonosi mostrati contrari li Conti di Thunn, i quali sono attualmente in fabbrica. La contessa<br />

Maddalena di Spaur abitante in Melombardo pensa di trattarla nel passaggio. Perciò si ha fatto<br />

mandare il di lei ritratto; ma essendo troppo immodesto si trova angustiata. Il nostro P. Filippo<br />

Guardiano di Melombardo, e confessore della contessa, le ha suggerito di farlo riformare; altri<br />

dicono, che non c'è bisogno, anche il parroco ed il zio canonico, ma pure vi è assai grande.<br />

205 *Taio.<br />

206 *Le acque minerali di Rabbi.


Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioachino Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Gaudenzo Baiti (23 agosto)<br />

P. Patrizio Tonina<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Vitantonio Keller<br />

P. Davide Degara<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pacifico Tomamsini Terziario<br />

F. Serafico Terziario<br />

F Alessio Piva Terziario<br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli (non celebra)<br />

P. Serafico Devigili<br />

P. Ubaldo Bertolini (non celebra)<br />

F. Michele Carlini<br />

F. Vito Terzi<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

Seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

<strong>Provincia</strong>le: P. Arcangelo Dallago<br />

Segretario: P. Evangelista Torresanelli<br />

Convento di Borgo<br />

Guardiano P. Attanasio Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Valentino Canali<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

Famiglie nostre dell'anno 1795 fatte nel maggio<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Paolo Montibeller<br />

Vicario P. Pietro Damiani Felder<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Udalrico Graff<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P.Giacomantonio Fezzi<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Giovanni Bressani<br />

F Serafino Berti<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Gio. Antonio Fezzi<br />

Vicario P. Ferdinando Paoli<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Ignazio Malatti<br />

P. Gio. Maria Montagnoli<br />

P. Fortunato Guelmi


P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pastorini<br />

Fratelli<br />

F. Costantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Biasio Ferrari ( 1 febbraio 1796)<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Carlo Felice Pancheri<br />

Vicario P. Amedeo Sannicolò<br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Gio. Vincenzo Lutz 207<br />

P. Gio. Giacomo Degara<br />

P. Gioffandrea Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Teofilo Gilli<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Donato Passerini<br />

F. Quirico Mattei (8 febb. 1796)<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Filippo Panizza<br />

Vicario P. Francesco Felice Campi<br />

P. Melchiore Keller<br />

P. Giambattista Scari<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

P. Vigilio Scalfi (13 sett.)<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Luca Miclet<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

F. Bortolo Vanzo Terziario<br />

F. Martino Motter Terziario<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Gioseffantonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cesario Paoli maestro<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

Fratelli<br />

F. Salvatore Gottardi<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Santo Federici<br />

F. Domenico Fcachini Terziario<br />

Novizio<br />

F. Ivone Pintarelli da Viarago Terziario,<br />

professò col nome di Gioachino<br />

207 Al fine 1795 cominciò ad essere cappellano de' tedeschi al Suffragio.<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Sisinnio Maria Ziller, poi prete<br />

Vicario P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Illuminato Gritti<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli


Fratelli<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Pietro Gretter Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Gianfrancesco Andreis<br />

Vicario P. Ilario Casagrande<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Girolamo Sontag 208<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Valerio Giacomuzzi<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Vincenzo Tommasi<br />

F. Giambattista Liberi Terziario<br />

F. Gio. Maria Montagnoli Terziario<br />

F. Ilarione Berti<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Mauro Gottardi Terziario<br />

F. Pasquale Gremes da Centa Terziario<br />

Fuora<br />

P. Gaudenzo in Tripoli, che ritornò a Trento<br />

nell'agosto<br />

P. Michele Angelo in Pesaro<br />

P. Geremia in Borgo cappellano<br />

P. Vittorio in Roveredo<br />

P. Grisologo in Frascati<br />

18 agosto 1795<br />

Li 18 è giunto a Trento monsignor Cesare Brancadoro di Fermo, arcivescovo di Nisibi<br />

fatto nel novembre dell'anno 1789, e nunzio apostolico in Brusselles, nato li 28 agosto 1755.<br />

Egli è fuggito dalle Fiandre per l'invasione dei francesi, s'è ritirato nell'Ollanda, ed ora ritorna a<br />

Roma 209 . È partito per Verona li 19 dopo il vespro, con premura di parlare in Verona a Luigi<br />

XVIII re di Francia, se piacerà al Signor Iddio. Fu accompagnato sino a Roveredo dal nostro<br />

podestà Luigi Cheluzzi di Colle Toscano. Albergò all'Europa.<br />

21 agosto 1795<br />

Li 21 d'ordine di monsignor Vicario generale fu da me il sig. Francesco Alessandrini<br />

cappellano di s. Pietro ad espormi, che ne' primi giorni del corrente agosto ha seppellito nel<br />

cimitero sacro di s. Francesco un soldato scismatico, morto senza Sacramenti, bensì con<br />

renitenza, e con disapprovazione de' preti della parrocchia, ma con comando replicato del suo<br />

piovano. Quindi io gli ho dato da trascrivere quanto intorno a ciò scrive Auberto Mireo de<br />

Scriptoribus saeculi XVII, cap. 247, parlando del vescovo Enrico Spondano, e gli ho aggiunto,<br />

che siccome lo scandalo fu pubblico, così deve esser pubblico eziandio il rimedio, e pentimento.<br />

23 agosto 1795<br />

Li 23 domenica siamo stati alla solita processione del Duomo, cui non intervenne alcun<br />

canonico, o console. Cantò la santa Messa il piovano del detto Duomo. Furono scaricati dei<br />

mortari al fine della processione, ed al Tedeum.<br />

Nella stessa mattina fuvvi nel predetto Duomo una processione venuta da Isera, luogo del<br />

Lagaro trentino, per implorare la necessaria pioggia. Fu composta di sole putte con alcuni buoni<br />

putti per loro guardia. Portarono un Crocifisso, ed una statua della Madonna. Vennero a Trento<br />

ieri sera.<br />

208 che nell'agosto si fece Osservante mantovano.<br />

209 Sarà segretario della Congregazione di Propaganda fide.


Nella notte precedente, venendo il giorno 23, restò incenerito tutto il villaggio della<br />

Zambana, situato nella pieve di Melombardo 210 verso Terlago. Vedi sotto al 26 agosto.<br />

25 agosto 2795<br />

Nella sera de' 25 ricevemmo l'ordine di dire la colletta ad petendam pluviam nella santa<br />

Messa.<br />

26 agosto 1795<br />

Nel giorno 26 ho ricevuto dal nostro P. <strong>Provincia</strong>le una lettera scrittagli da Roma, s.<br />

Bonaventura 15 agosto 1795, da fra Tomasso di Cles laico, con cui gli ha mandato il Decreto<br />

della beatificazione del nostro V. P. Leonardo, il quale fu pubblicato li due del corrente nella<br />

cella, dove morì. Dice, che venne il Papa in forma pubblica a pubblicarlo con due cardinali, e<br />

tutta la prelatura. Il decreto stampato dice, che la vita del Beato fu approvata dal Papa XV kal.<br />

martii 1792, che per approvare i due miracoli richiesti furono tenute le tre solite Congregazioni<br />

VI cal. sept. 1793, cal. octob. 1794 e XX cal. huius mensis 1795. Che il Papa li due del corrente,<br />

occorrendo l'indulgenza d'Assisi, andò a s. Bonaventura, vi celebrò la santa Messa, e poi nella<br />

cella del Beato pronunziò: Constare de duobus miraculis tertii generis operati in Anna Vittoria<br />

Marchetti, e Simforosa Betti. Il decreto è dato li 2 agosto 1795. Resta ancora il decreto che tuto<br />

possit procedi ad beatificationem, e che ad essa si proceda. Vedi sotto al 24 settembre.<br />

Nel detto giorno 26 ho inteso, che l'incendio di Zambana ha consumato 26 case, e che<br />

cominciò, non si sa come, in una casa disabitata. Ho pure inteso da un signore roveretano, che<br />

ultimamente nel castello di Roveredo sono morti circa 170 soldati, restandone soltanto in circa<br />

7. Che subito morti diventarono assai neri.<br />

Ho inteso parimente, che trovansi carcerati in Trento due pinetani, padre e figlio, perché<br />

hanno ammazzata la rispettiva consorte, e madre. Di più, che in Trento un uomo ha messo del<br />

tossico nel sale per disfarsi della propria moglie, e che avendo questa dato del medesimo sale ad<br />

un'altra, questa subito morì, e che la detta moglie fu sopraffatta dai dolori ecc.<br />

29-30 agosto 1795<br />

Li 29 e 30 ha piovuto. Dopo, che sono venute dal Lagaro a Trento, e Civezzano delle<br />

processioni penitenziali. Ha piovuto anche nel giorno 31 di agosto. Nel primo di settembre. Così<br />

nel 2, 4.<br />

1 settembre 1795<br />

Nel primo giorno di settembre la suddetta arciduchessa pranzò nel castello di Melombardo,<br />

e poi a cavallo partì per Cles.<br />

Da un'altra lettera romana ho inteso essere sortito il decreto apostolico di beatificazione del<br />

nostro P. Leonardo, e che ora non manca altro, che il danaro necessario per pagare le spese. Fu<br />

beatificato li 19 giugno 1796.<br />

9 settembre 1795<br />

Li nove, giorno di mercoledì, siamo stati con tutti gli altri Regolari, ed ecclesiastici alla<br />

processione del Duomo per il voto provinciale fatto contro i francesi del 1703,la quale fu levata<br />

nel 1789 da Giuseppe secondo, ed ora fu rimessa ad istanza de' canonici di Trento. Andammo<br />

cantando le Litanie de' Santi dal Duomo a s. Maria Maggiore, dove il piovano del Duomo cantò<br />

la Messa occorrente de infra octavam Nativitatis B. M. Virginis sine ulla commemoratione. Poi<br />

li musici cantarono le Litanie della Madonna, e ritornammo al Duomo per la più lunga di<br />

Contrada Larga 211 , ed entrammo per la porta maggiore, e partimmo senza fermarci, essendo<br />

usciti da principio per la porta della Piazza grande, ed andati diritti verso s. Maria, dove<br />

210 *Mezzolombardo.<br />

211 *Bellenzani.


entrammo per la porta maggiore, ed uscimmo per la meridiana. Non vi fu alcun canonico. Fuvvi<br />

pure poco popolo.<br />

10 settembre 1795<br />

Li dieci la suddetta arciduchessa è partita da Cles alle quattro di mattina verso<br />

Melombardo 212 , con intenzione di pranzare un'altra volta presso la contessa Spavera di<br />

Melombardo, e poi andare a cena in Bolzano. Ha fatto molti regali ai clesiani, ed ha sparso del<br />

danaio alla plebe. Fu anche nel refettorio di quel nostro convento dopo d'avere ascoltata la santa<br />

Messa. Mangia sempre di grasso, com'ella dice, per le sue indisposizioni. In Melombardo rifiutò<br />

di mangiare d'una trotta, per non commettere un atto di golosità. Le furono dati molti<br />

divertimenti di maschere, commedie, tiro di bersaglio, giuoco di pallone, balli pubblici. Ha<br />

regalato un anello di brillanti al Conte Enrico di Spaur, consigliere dell'arcivescovo elettore di<br />

Magonza; una tabacchiera d'oro al Conte Carlo di lui padre; un orologio d'oro con catena eguale<br />

a' fratelli Luigi, e Giovanni Conti d'Arsio, a Carlo Leopoldo Torresani assessore di Cles; una<br />

tabacchiera d'oro al sig. Lorenzo Dal Lago, ed alle sig. Angiola Offnera 213 di lui moglie, padroni<br />

dell'abitazione; un orologio con catena d'acciaio ai signori Bombarda postiere di Salorno, ed al<br />

sig. Vincenzo Miorandi nipote del Lago. Ai comici diede cinquanta ongari imperiali. Riconobbe<br />

le comunità, che a di lei riguardo nettarono le strade. Lasciò del danaio per li poveri.<br />

La locanda trentina dell'Europa per sostenersi al confronto della nuova locanda dell'Aquila<br />

d'Oro, ha esposto una superba insegna coll'iscrizione Albergo Imperiale dell'Europa. L'ha posta<br />

nell'angolo, che guarda la Contrada della Morte, e la Contrada Lunga 214 . Vedi sopra al 4 agosto<br />

e sotto al 19 0ttobre 1795 e all'8 aprile 1796 215 .<br />

21 settembre 1795<br />

Nel giorno 21, lunedì, e festa di san Matteo, sono partiti da Trento per Fiemme d'ordine di<br />

sua altezza nostro vescovo il sig. Filippo Conte Consolati, ed il sig. Luigi Prato consiglieri<br />

aulici, ed il nostro P. Pietro Damiano Felder di Borgo Vicario d'Arco, per le turbolenze, che vi<br />

sono in Pradazzo 216 . Previamente fu spedito ordine, che parta da Pradazzo, e da tutto Fiemme,<br />

senza speranza di ritornarvi, al prete Simone Fedrici di Trento; e parimente, che parta di là il di<br />

lui zio don Cirillo Fedrici curato di Pradazzo sotto pena della sospensione a divinis 217 . Al detto<br />

P. Damiano con data de' 16 fu commesso, che faccia le veci di curato in Pradazzo. Lo ricevette a<br />

Storo nella Giudicaria maggiore, dove stava predicando, e questuando. Fu scelto egli a<br />

suggerimento del Conte Gianfrancesco di Spaur canonico, arcidiacono, e consigliere di Trento.<br />

Vedi sotto al 28 ottobre.<br />

In questo mese il prete bolognese Giovanni Contavalle più volte lodato ha fatto una<br />

Missione in Ravina. La terminò nella festa di san Matteo. Stette in casa Sizza a spese di alcuni<br />

privati, da' quali furono pure ivi spesati per dieci continui giorni li nostri Padri Patrizio, e Vito,<br />

chiamati come confessori. Ora vassene a Faio 218 .<br />

24 settembre 1795<br />

Li 24 ho inteso come scritto da Roma, che ai 23 dello scorso agosto nel castello di San Leo è<br />

morto impenitente il famoso Cagliostro, tante volte rammentato in questo mio Diario.<br />

Specialmente al 23 febbraio 1790.<br />

212<br />

*Mezzolombardo.<br />

213<br />

*Offner.<br />

214<br />

*Vie Manci e Roma.<br />

215<br />

Nell'agosto del <strong>1801</strong> l'insegna dell'Aquila d'Oro fu trasportata all'Europa: essendo cessata<br />

l'Europa.<br />

216<br />

*Predazzo.<br />

217<br />

*Proibizione di celebrare la s. Messa.<br />

218 *Fai.


26 settembre 1795<br />

Li 26 di sera sono giunti in questo nostro convento due altri francesi raminghi, tutti e due<br />

giovani. Uno è Vicario parrocchiale nella diocesi di Cambrai, e l'altro monaco benedettino<br />

chierico dell'abbazia corbeiense. Vanno a Venezia per ritrovare l'arcivescovo di Cambrai.<br />

Ho inteso, che ad istanza de' diocesani austriaci è venuto da Insprugg al nostro vescovo, che<br />

faccia le visite canoniche, e si provegga di un Suffraganeo, perché li chierici non sieno costretti<br />

d'andare fuori di diocesi per le Ordinazioni con tanto loro dispendio.<br />

30 settembre 1795<br />

Li trenta leggo scritto da s. Bonaventura di Roma 15 agosto 1795, che la gran causa del nostro<br />

P. Leonardo da Porto Maurizio è finita; come pure, che la di lui beatificazione in san Pietro<br />

Vaticano si farà subito che la Divina 219 manderà il danaro, che manca per le necessarie spese.<br />

Chi parla così soscrivesi Fra Giuseppe Maria di Masserano M. R. Postulatore del ven.<br />

Leonardo. Egli dice, che ha scritto a moltissimi vescovi dello Stato ecclesiastico per ottenere<br />

limosine dai più fedeli delle loro città, e diocesi. Tengo la di lui lettera circolare stampata per li<br />

parrochi, fatta in nome de' vescovi. Comincia: Essendo prossima la Beatificazione del Servo di<br />

Dio P. Leonardo di Porto Maurizio.<br />

4 ottobre 1795<br />

Li quattro d'ottobre, festa del nostro Serafico Padre san Francesco, e del Rosario di Maria<br />

Santissima li nostri Padri hanno predicato in:<br />

Aldeno, il P. Mariano da Bordiana.<br />

Mattarello, il P. Davide da Tiarno.<br />

Cognola, il P. segretario Gio. Evangelista da Stenico.<br />

Gardolo, il P. Vito Antonio da Cleso 220 .<br />

Meano, il P. Patrizio da Vigol-Baselga 221 .<br />

Pressano, il P. Francesco Borgia da Riva<br />

5 ottobre 1795<br />

Li cinque i trentini hanno dato principio alla vendemmia delle uve, piovicando.<br />

6 ottobre 1795<br />

Li sei in Trento si ha impiccata una donna vedova colli propri drezzali, e fu ritrovata morta.<br />

Pativa di pazzia. Era ortolana di san Marco.<br />

15 ottobre 1795<br />

Li quindici sono tornati trionfanti dalla Valle di Fiemme a Trento li due commissari consiglieri<br />

Conte Consolati, e Prato, de' quali già sopra, avendo accordato a' fiemmaschi molto, perché<br />

erano in procinto di ribellarsi, e farsi austriaci.<br />

16 ottobre 1795<br />

Li sedici sono venuti a Trento quattordici fiemmaschi deputati a rendere omaggio a mons.<br />

vescovo, e principe.<br />

17 ottobre 1795<br />

Li diciassette ho inteso da uno venuto di fresco da Fiemme, che là le cose sono aggiustate; ma<br />

se vi ritorna il curato Cirillo Fedrici si disgustano ancora.<br />

219 *La Provvidenza.<br />

220 *Cles.<br />

221 *Vigolo Baselga.


19 ottobre 1795<br />

Li 19 ho pure inteso, che la soprammentovata osteria Festi dell'Aquila d'Oro ha mandato un<br />

viglietto d'invito per le circonvicine valli, ed anche al nostro convento di Campo.<br />

28 ottobre 1795<br />

Li 28 fu di ritorno in Trento il nostro P. Pietro Damiano, essendo andato a fare da vice curato in<br />

Pradazzo d'ordine della Curia vescovile il nostro P. Romedio Keller di Cles, non avendo potuto<br />

andarvi il P. Gianfrancesco Andreis di Mechel Guardiano di Cavalese.<br />

Tengo nelle mani un foglio, che dice: Festosi affetti della Valle di Fiemme per la conferma<br />

degl'antichi suoi privilegi, e pubblicazione fatta gli 8 ottobre 1795, non che della ravvivata<br />

armonia tra i popoli di detta Valle coll'opra degl'ill.mi, e sapientissimi signori consiglieri Filippo<br />

Pietro del sacro romano impero Conte de' Consolati de Heiligenbrunn et Bauhoff, ed Antonio<br />

Luigi de Prati de Preenfelt ecc. commissari in Fiemme per sua altezza rev.ma vescovo, e<br />

principe di Trento ecc. Sonetto dedicato agl'ill.mi, e rev.mi signori Sigismondo Antonio Conte<br />

de' Manci in Hebenheim canonico e decano ecc., e Giovanni Francesco del sacro romano<br />

impero Conte di Spaur, Signore di Flavon, Valer, Fay, e Zambana, arcidiacono, e di sua altezza<br />

rev.ma consigliere ecc. La Comunità di Fiemme. In Trento, nella stamperia vescovile<br />

Monauniana, con licenza de' superiori 1795.<br />

In questo giorni in Trento sonovi stati de' forestieri all'osteria, i quali sebbene sani, e professori<br />

della religione cattolica, come dissero, hanno mangiato di grasso anche ne' giorni di venerdì, e<br />

sabato.<br />

Le vendemmie trentine generalmente parlando sono state più scarse dell'anno passato.<br />

3 novembre 1795<br />

Nella mattina dei tre ho veduto la prima neve su li nostri monti circonvicini di Povo, Vigolo,<br />

Bondone ecc.<br />

Ho inteso, che in Sardagna nei due mesi d'agosto, e settembre sono morti trentasette fanciulli<br />

dal vaiuolo, e che sono rimasti soli otto, i quali non erano ancora stati attaccati dal medesimo.<br />

Certi signori trentini hanno fatto fare l'innesto 222 ai loro figliuoli.<br />

7 novembre 1795<br />

Li sette di sera sono venuti in questo nostro convento due preti francesi delle diocesi di Le<br />

Mans, e di Lisieux, e sono partiti per Verona, e Venezia dopo il vespro del giorno ottavo.<br />

8 novembre 1795<br />

Gli otto, giorno di domenica, è giunto a Trento da Passavia il signor capitano Luigi barone Faesi<br />

di Trento spedito colla nuova che ai quattro del corrente fu eletto vescovo, e principe di<br />

Passavia monsignor Tommaso Conte di Thunn, Suffraganeo, canonico, decano, e Vicario<br />

generale di Passavia, e fratello del nostro vescovo Pietro Vigilio. Prese il possesso nel maggio<br />

del 1796 e morì li 7 ottobre 1796.<br />

Ho letto che nella sera de' trenta di ottobre alle dieci arrivò di ritorno in Pradazzo don Cirillo<br />

Fedrici curato di quel luogo, contro l'aspettativa di tutti, contro le proteste fatte dai<br />

rappresentanti della Valle, contro le promesse fatte loro dal vescovo principe, dal Consiglio ecc.<br />

ed avendo scritto egli stesso, che non poteva ritornare a Pradazzo fino ai primi di dicembre.<br />

Interrogato dal vice curato nostro P. Romedio come fosse ritornato, gli rispose: Devo, posso, e<br />

voglio ritornare, e non son tenuto a dargli conto se abbia comando, o permesso. Il medesimo<br />

rispose a dicidotto pradazzani andati nella canonica per protestargli, che non lo riconoscono per<br />

curato, e che perciò nulla faccia da curato. Volevano che il Frate seguitasse a fare da vice curato<br />

nella chiesa di s. Niccolò, e che andasse a mangiare all'osteria per loro conto. Anche il curato<br />

voleva che si trattenesse con lui. Ma nel primo giorno di questo circa le undici, dopo d'avere<br />

222 *Vaccinazione.


ingraziato il curato, e li curaziani, è partito da Pradazzo senza pranzare, pranzò in Pianchiato 223 ,<br />

e ritornò al suo convento di Cavalese. Partì mentre si cantava la s. Messa. Ne' giorni scorsi il<br />

detto curato fu in Trento, dove da molto tempo ritrovasi anche il parroco di Vigol-Vattaro per<br />

essere in rotta co' suoi parrocchiani. Il P. Romedio avea ordine di star là sino ad altra<br />

determinazione.<br />

9 novembre 1795<br />

Li nove, giorno di lunedì, sono stati nel castello di Trento il P. <strong>Provincia</strong>le de' Cappuccini, il<br />

nostro P. <strong>Provincia</strong>le, ed il nostro P. Guardiano di Trento, ed hanno chiesto al nostro vescovo la<br />

licenza di rimettere l'antica, e santa pratica di lodare Iddio Signor nostro colla recita del<br />

Mattutino sulla mezzanotte; ma fu loro risposto, che tal pratica è contra la natura; cosa ignorata<br />

da tutta l'antichità, e ritrovata dai moderni illuminati.<br />

Nel quattriduo alla chiesa della Morte ha predicato il suddetto P. <strong>Provincia</strong>le Cappuccino; e nel<br />

quattriduo del Suffragio il nostro P. Guardiano.<br />

13 novembre 1795<br />

Li tredici ho inteso, che il Fedrici è ritornato a Pradazzo d'ordine del Conte Matteo di Thunn.<br />

Che il sig. Giambattista Gentilotti ha ricusato di riassumere il carico di cancelliere di Stato. Che<br />

il Barbacovi è processato. Ho veduto de' soldati tedeschi andare per Trento affatto scalzi, e coi<br />

piedi totalmente ignudi. Cosa da me veduta eziandio in altre stagioni della corrente guerra.<br />

Nella sera del detto giorno 13 abbiamo cominciato a scaldare il nostro refettorio. Finimmo li 23<br />

marzo 1796.<br />

Il Magistrato consolare ha fatto ristorare i muri della beccaria di Trento, i quali minacciavano di<br />

cadere. Nell'angolo vi è una pietra coll'Aquila della città, e coll'anno M.D.XXX. Nella facciata<br />

pure, che guarda settentrione vi è dipinta l'Aquila rinfrescata coll'anno 1647.<br />

8 novembre 1795 (sic)<br />

Gli otto, giorno di domenica, sul mezzodì è giunto al castello di Trento il signor capitano Faesi<br />

trentino colla nuova, che ai quattro del corrente dal Capitolo della chiesa cattedrale di Passavia è<br />

stato eletto vescovo, e principe di Passavia monsignor Tommaso Conte di Thunn fratello del<br />

nostro vescovo, essendo quivi decano, e Suffraganeo col titolo di vescovo tiatirense 224 . In<br />

seguito di ciò il Magistrato consolare della città di Trento è stato in Corpo a congratularsi col<br />

detto nostro vescovo, e col di lui fratello Conte Matteo.<br />

15 novembre 1795<br />

Domenica poi li quindici lo stesso Magistrato ha fatto cantare una Messa solenne col Te Deum,<br />

e paro di mortaretti in santa Maria Maggiore, ed ha fatto distribuire ai poveri dodici some di<br />

pane, valutate ognuna 92 troni, col previo avviso stampato separatamente, in cui fu detto, che tal<br />

funzione facevasi come analoga alle persone sacre. Il pane fu distribuito dopo il mezzodì agli<br />

uomini in san Pietro, ed alle donne in s. Vigilio. Ad ognuno fu data una porzione di mezzo<br />

traiero, ma non poté distribuirsi tutto. Il popolo fu folto ed alla Messa, ed al pane. Di ciò nulla fu<br />

detto nella seguente Gazzetta trentina de' 17. La Messa fu cantata dal signor Conte canonico<br />

Felice d'Arsio, come uno de' due canonici custodi della mentovata chiesa. Il vescovo Tommaso<br />

per essere caduto da cavallo è morto in Passavia nell'anno 1796 ai sette di ottobre.<br />

17 novembre 1795<br />

Li 17 fu posto nella Gazzetta trentina, che pel detto motivo il nostro vescovo concede l'uso delle<br />

maschere, e del ballo ne' giorni 24, 26, 28 del corrente a tutti li suoi sudditi di tutto il principato;<br />

e nelle sere di detti giorni nel palazzo tonnero il ballo, il giuoco del Faraone, ed altri<br />

223 *Panchià.<br />

224 *Di Tiatira.


divertimenti, oltre altri spettacoli pubblici: cosa che ha fatto parlare ai cittadini cristiani,<br />

specialmente opponendosi direttamente all'Avviso del Magistrato consolare.<br />

Ho sentito leggere, che il suddetto curato Fedrici è ritornato a Pradazzo con licenza del vescovo;<br />

e che li Pradazzani venuti a Trento hanno riportato un ordine che tra quindici giorni si<br />

giustifichi, altramente verrà pronunziata la sentenza suggerita dal processo; ed in caso contrario<br />

ricorreranno a Roma.<br />

19 novembre 1795<br />

Li 19, venerdì nel castello di Trento, dopo il vespro fu dato un traiero ad ogni persona povera,<br />

che si è presentata, per la suddetta elezione del Conte Tommaso; per la quale il poeta Andrea<br />

Patrizio Rensi di Rensenbach ha stampato in Trento presso il Monauni un sonetto dedicato al<br />

nostro vescovo Pietro Vigilio.<br />

Ho inteso, che in questi ultimi giorni in Trento fu eletto un boia, che sia permanente in Trento<br />

col salario di 120 fiorini annui, oltre gl'incerti, e che li concorrenti furono molti. Altri dicono 40,<br />

altri 18.<br />

Parimente ho inteso, che circa li sei del corrente in Tres nell'Anaunia tagliana 225 sonosi<br />

abbrucciate circa quindici case, colla chiesa curata, le di cui campane sonosi liquefatte.<br />

22 novembre 1795<br />

Li 22, domenica nelle quattro chiese parrocchiali di Trento fu letto un manifesto, che un certo<br />

Ducati già pesadore civico di Trento, e calzolaio, non è punto concorso per esser boia di Trento,<br />

perché si è divulgato, che fu eletto boia, cosa che assaissimo dispiacque a due di lui figliuoli<br />

ammogliati. Egli è notabile, che in Trento fa una figura molto onorevole il sig. Pietro Carlo<br />

Ducati di Trento segretario aulico di Trento. Vive pure il signor don Domenico Ducati<br />

Beneficiato del Duomo, di lui fratello. Io sospetto, che il manifesto non sia sincero.<br />

Nello stesso giorno 22 la Confraternita della Morte di Trento ha festeggiato la promozione di<br />

monsignor Tommaso Conte di Thunn al vescovado di Passavia perché è di lei confratello. Con<br />

tal occasione ha fatto stampare un foglio composto dal suo cappellano signor don Gio. Vigilio<br />

de' Carli, tutto in lettere maiuscole a modo d'iscrizione intitolato De superis Omen. Comincia:<br />

Solemni sacro frequens adesto piorum chorus. Finisce: Tridenti 1795. Typis Io. Bapt. Monauni.<br />

Typ. Episc. Sup. Permissu.<br />

23 novembre 1795<br />

Li 23 monsignor Preposito Piccini nuovamente mi ha mandato il suo archivio prepositurale da<br />

compendiare, quantunque ancora non abbia terminato l'archivio Lomasino.<br />

Ho inteso, che ieridì 22 giorno di domenica li signori consoli di Trento sono stati trattati a<br />

pranzo in castello dal nostro vescovo per avere festeggiata la promozione del di lui fratello<br />

Tommaso al vescovado di Passavia 226 . Ho pur inteso, che il defunto vescovo cardinale di<br />

Passavia Giuseppe Conte di Aversperg viennese ha lasciato da distribuirsi ai poveri della città di<br />

Passavia trenta mila fiorini, ed a quelli della diocesi trentasei mila fiorini, oltre molte migliaia<br />

per il suo successore. Per questo io non lo canonizzo.<br />

24, 26, 28 novembre 1795<br />

Li 24, 26, 28 per concessione del nostro vescovo, attesa la promozione del di lui fratello<br />

Tommaso, in Trento vi furono maschere, tiro di bersaglio, conviti nel castello, conversazioni, e<br />

rinfreschi nel palazzo tonero, spari di cannoni, giuoco del faraone, balli ecc. Nel palazzo tonero<br />

vi fu cuccagna di cere, cioccolata, caffè, confetture, liquori ecc. Quando nel castello fu<br />

distribuito un traiero ad ogni povero, una donna infermiccia fu rovinata dalla calca, ed ora<br />

trovasi molto addolorata. Altri sonosi lamentati di aver dovuto aspettarlo tanto tempo. Nei detti<br />

rinfreschi sono state commesse delle intemperanze scandalose, specialmente da un prete. Le<br />

225 *Di Taio.<br />

226 Questo non è vero.


maschere sono state anche nel castello, ed il vescovo fu anche alla conversazione tonera. Onde<br />

fu detto da persone secolari, che va agli spassi, e non nelle chiese.<br />

28 novembre 1795<br />

Li 28 sabato dopo il vespro è caduta in Trento la prima neve, ma in poca quantità.<br />

Li divertimenti della detta sera de' 28 sono durati sino alla mattina, cosicché molte persone sono<br />

andate diritte alla chiesa per ascoltare la santa Messa, essendo la prima domenica d'Avvento,<br />

innanzi di ritornare alle loro case.<br />

Anche in Povo, ed in più altri luoghi del principato furono fatte delle feste dalle comunità per<br />

far eco a Trento.<br />

2 dicembre 1795<br />

Li due dicembre intendo essere stato scritto da Roma, che il prete Francesco dal Monego di<br />

Melombardo 227 fu condannato a sei mesi di esercizi spirituali dalla Sacra Inquisizione romana;<br />

ed il prete Simone Poli di Trento a cinque anni di ergastolo. De' medesimi ho parlato anche<br />

sopra al 31 maggio e 20 giugno 1794 228 .<br />

Nel castello di Trento vi è stato un concorso generale alle parrocchie del dominio austriaco ieri,<br />

nominatamente per la vacante di Eppan, cui un solo Taxis di Bressanone si ha presentato. Anche<br />

in Bolzano fu tenuto tal concorso per non obbligare i tedeschi a venire a Trento.<br />

In questi giorni fu in Trento alla locanda dell'Europa il ricchissimo Milord Erveo vescovo di<br />

Bristol, benefattore benché luterano, de' nostri poveri Frati, anche di due irlandesi passati per di<br />

qui verso l'Irlanda li 2 del corrente, uno de' quali è Stuart di Londra giovine.<br />

4 dicembre 1795<br />

Li quattro, giorno di venerdì, il nostro vescovo Pietro ha risegnato il vescovado nel Capitolo di<br />

Trento, siccome ho inteso; ma come credo io, avrà chiesto un coadiutore con futura successione,<br />

supponendo con fondamento, che sarà eletto il suo fratello Filippo canonico di Trento, Passavia,<br />

e Salisburgo. Così appunto fu, che ha chiesto un coadiutore col mezzo di una sua lettera, in cui<br />

accenna d'essersi già inteso col Papa. Il Capitolo poi ha decretato, che di ciò non si tratti prima<br />

dei sette del prossimo gennaio 1796.<br />

5 dicembre 1795<br />

Li cinque sono venuti a questo nostro convento due preti francesi, e vi sono rimasti sino ai sette.<br />

Nello stesso giorno quinto il signor Conte Baldassare Baldovino mi ha pregato di compendiare<br />

molte carte pergamene, come ho fatto con quello molte, che già mi diede il fu di lui fratello<br />

Conte Giambattista; ma ho dovuto scusarmi, perché tengo due altri archivi da compendiare,<br />

promettendogli però di servirlo dopo, se Iddio mi donerà vita, e salute.<br />

8 dicembre 1795<br />

Gli otto, festa di Nostra Signora, in Gardolo fu solennizzata l'elezione di monsignor Tommaso<br />

Toner colla messa solenne, col Te Deum, e collo sparo de' mortari, tutto a spese di quel rev.do<br />

signor curato Leonardo Zanella di Povo. Ma Tommaso morì li 7 ottobre 1796.<br />

Sono già parecchi giorni, che stanno in Trento i comici chiamati a fare le loro diaboliche opere,<br />

cui daranno principio nella seconda festa del ss. Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Furono<br />

ammessi dai consoli per impulso del castello vescovile. Dicesi, che ha loro dato trenta zecchini<br />

il Conte Matteo di Thunn, e che dalla città fu loro anticipatamente pagato il viaggio. Da molti si<br />

mormora senza verun pro, massimamente sentendosi, che la guerra presente contra i francesi va<br />

tanto male, e che cagiona tanta carestia de' viveri. Li consoli, che hanno dato il loro voto<br />

contrario furono il capo barone Trentini, ed il Conte Giuseppe Sizzo; li favorevoli poi il<br />

227<br />

*Mezzolombardo.<br />

228<br />

Simon Taddeo Poli, che nel 1772 fu prete in Bologna, fratello di don Francesco. Sta in Trento<br />

1799.


Geremia, il Terlago, ed il Corradino. Li due altri barone Francesco Gaudenti, e Conte Francesco<br />

Alberti furono assenti.<br />

Ho inteso, che quando furono fatte tante spese in Trento per monsignor Tommaso, un vecchio<br />

poverissimo, benché civile presentò un memoriale per ottenere qualche soccorso, con cui<br />

provvedersi qualche staio di polenta; ma il meschino restò deluso nelle sue speranze, e nulla<br />

ottenne. Si chiama Carlo Peterlingio: patisce gran fame, e non può più aiutarsi. Ha due sole<br />

figlie, che si guadagnano il vitto col servire ad altri. Rosa, e Barbara.<br />

In questo Avvento hanno predicato i nostri Padri:<br />

Trento nel Duomo, il P. annualista Vito Antonio da Cles.<br />

Povo, P. Guardiano Gioachino da Pressano<br />

Gardolo, P. segretario Gio. Evangelista da Stenico.<br />

Cognola, P. patrizio da Vigol Baselga.<br />

Aldeno, P. Mariano da Bordiana, eccettuata la domenica in cui predicò il missionario Gio.<br />

Contavalle<br />

Civezzano, P. Ignazio da Trento.<br />

Roncegno, P. Guardiano Attanasio da Sardagna.<br />

Borgo, P. Amando da Covelo di Bus di vela.<br />

Altrove altri.<br />

Trento, s. Maria, don Vincenzo Angeli di Trento.<br />

Villa Lagarina, il Missionario Contavalle.<br />

Trento nelle tre feste natalizie il detto P. Vito Antonio anche alla Ca di Dio, in quella brutta<br />

chiesa.<br />

Sardagna nelle feste natalizie il P. Davide da Tiarno.<br />

Covalo nelle tre feste il P. Patrizio, e ne' giorni seguenti sino ai 4 di gennaio.<br />

La notte del ss. Natale fu bellissima, e non fredda. Onde avemmo un gran concorso.<br />

25 dicembre 1795<br />

Nel giorno del ss. Natale sono giunti a Trento dalla Germania molti soldati avviati verso l'Italia<br />

contro li francesi. Sono del reggimento del Conte Carlo Pellegrini veronese. Siccome in tal<br />

reggimento vi è un figlio del nobile sig. Stefano Vigilio degli Angeli di Trento, benché ora sia<br />

prigioniero de' francesi, il detto sig. Stefano ha trattato tutta l'officialità generosamente alla<br />

locanda nuova Reale dell'Aquila d'Oro, cosicché si fa conto, che ogni bocca gli abbia costato un<br />

zecchino. Furono dodici. Nel giorno poi seguente furono trattati nel castello.<br />

26 dicembre 1795<br />

Li 26 festa di s. Stefano in Trento hanno dato principio alle loro opere li comici chiamati<br />

dall'Italia come ho notato sopra. Ognuno che vuol entrare deve pagare venti soldi, non avendo<br />

permesso tassa maggiore il Magistrato, cui perciò ha supplito il Conte N. coi detti trenta<br />

zecchini.<br />

Nella notte del ss. Natale sono stati alla nostra Messa solenne sei sbirri, li quali dopo di essa<br />

nella strada, che fa trivio presso li Tommasi detti Rossi, hanno legato tre uomini.<br />

30 dicembre 1795<br />

Li trenta ho inteso, che in una caffetteria di Trento essendosi congratulato il nobile sig.<br />

Giuseppe Manci col reverendo signor don Francesco Ravelli per l'eredità lasciatagli da un nob.<br />

Rossi di Trento, morto in Pergine, il detto Ravelli protestò che gliela cedeva per una chicchera<br />

di caffè. Avendo ciò replicato alla presenza di testimoni chiamati, e pregati dal Manci, questi<br />

fece subito scriverlo, e pubblicarlo dal sig. Leonardo dell'Aquila notaio pubblico. Ora in Trento<br />

si disputa, e si studia se tal cessione sia da tenersi per valida. Si legga il P. Cuniliati Fulgenzio<br />

OP, Theologia moralis ecc.


31 dicembre 1795<br />

Nel giorno 31 ed ultimo di dicembre, a buon'ora, dal rev. signor don Andrea Ravelli 229 fratello<br />

di don Francesco, e levita del Duomo, fu condotto a questo nostro convento, acciocché stiavi un<br />

mese, il signor don Giuseppe Melchiori di Terlaghof, altro levita del Duomo, d'anni circa 43,<br />

condannato da monsignor decano Sigismondo Conte Manci come bevone, con ordine, che non<br />

celebri la santa Messa finché non glielo permetta il P. spirituale 230 ; che non esca di convento, e<br />

che se gli dia poco da mangiare. Ritornò a sua casa li nove gennaio, per grazia ottenuta dal P.<br />

direttore.<br />

In questi giorni è ritornato da Pradazzo a Trento il soprammentovato P. Vincenzo Maccani di<br />

Cles Minor Conventuale, quantunque non fosse ancora giunto a Pradazzo il nuovo Primissario<br />

Bonora, che protestò di non andarvi finché dureravvi curato don Cirillo Fedrici tosano.<br />

Ora si trova in Trento il famoso Carlantonio Pilato adoperato dal Magistrato.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO S. N. MDCCIVC.<br />

1 gennaio 1796<br />

Il primo giorno, festa della Circoncisione di Gesù Cristo Signor Nostro ha panegiricato alle<br />

Fradaglie della Misericordia di Trento il nostro Padre Davide tiarnitano 231 .<br />

Leggo, che nello scorso anno 1795 in Roveredo sono morti 619 uomini, tra' quali quattro<br />

Cappuccini, nove preti, moltissimi (114) soldati, e moltissimi fanciulli (160) vaiuolati 232 .<br />

7 gennaio 1796<br />

Li sette, giorno di giovedì, li canonici di Trento congregati capitolarmente per motivo<br />

straordinario, sonosi trattenuti nella loro sagrestia congregati sino alle sette e mezza di sera.<br />

Hanno trattato se fosse da ammettersi, o no, la dimanda del vescovo d'aver un coadiutore con<br />

futura successione, colla riserva dell'autorità gratiandi, e di 25 mila fiorini annui. Ebbe tre soli<br />

voti favorevoli, e tutti gli altri contrari. Andarono nella seguente mattina nel castello a recare al<br />

vescovo la risoluzione capitolare monsignor decano Conte Manci, e il canonico barone Tassi. Li<br />

canonici però hanno proibizione di non parlare di ciò con altri.<br />

Leggo, che in san Marco di Roveredo entro tutto l'anno 1795 sono stati battezzati 109 maschi, e<br />

112 femmine: in tutti 221, li quali sono 22 meno dell'anno 1794. Di più, che in quell'ospedale<br />

sonovi entrati 283 ammalati; che 63 sono morti, 172 guariti, e 40 permanenti.<br />

Che nell'anno 1794 li seppelliti a s. Marco di Roveredo furono 394.<br />

Vengo assicurato, che avendo il Magistrato consolare di Trento fatto ricorso all'imperatore<br />

Francesco secondo in favore del podestà Chelucci contra il Conte Festi consigliere del vescovo,<br />

e protettore della già menzionata ruffiana, è venuta una molto caricata riprensione al detto<br />

vescovo.<br />

Intendo che nel primo giorno di quest'anno in s. Marco di Roveredo ha fatto una solenne abiura<br />

dell'eresia un giovine svizzero, catechizzato dal nostro P. Gio. Vincenzio Lutz di Roveredo; e<br />

che poi dai signori proveditori di Roveredo, dal Conte Alberti, dal nob. Fedrigotti ebbe un lauto<br />

pranzo nel nostro convento di san Rocco, insieme coi detti signori e coi Religiosi.<br />

10 gennaio 1796<br />

Nel giorno decimo ha nevicato, e piovuto insieme, onde la neve non s'è punto fermata nel piano<br />

nostro, ma bensì nei monti sino a Sardagna. Per altro il tempo continua buono, e bello come se<br />

fosse primavera.<br />

Passano per Trento continuamente molti soldati per difendere l'Italia dai francesi.<br />

229<br />

Don Ravelli nel 1796 ha predicato a s. Polo in Verona. Nel 1797 nel Ledro.<br />

230<br />

Glielo permise il 3 gennaio.<br />

231<br />

*Degara.<br />

232<br />

Maschi 361, femmine 258 dall'ospedale 62.


13 gennaio 1796<br />

Li tredici ho ricevuto la lista de' predicatori destinati per la prossima Quaresima dal nostro<br />

vescovo, cioè a nome del medesimo vescovo. Eccola.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimon 233 festivo, don Gio. Maria Gaspari curato di Aldeno.<br />

Arsio, e Castelfondo, don Giovanni Zanoniani curato di Malosco.<br />

Avio, don Antonio Martini di Verona. Ma vi predicò don Antonio Monauni di Trento curato di<br />

Villazzano.<br />

Banale, don Paulino Leonardi curato alle Sarche.<br />

Besenello, e Mattarello, don Stefano Speranza da Roncone<br />

Blegio, a s. Croce, Padre Paride Rigotti Filippino.<br />

Brentonico, don Giorgio Cristofolini di Madrano.<br />

Calavino, don Iacopo Gilli curato del Varone.<br />

Cavedine, don Giovanni Cereghini di Rendena.<br />

Civezzano e Cognola festivo, don Domenico Girardi da Sovero abitante a Trento<br />

Condino, don Francesco Sluca di Samoclevo.<br />

Corredo 234 , e Smarano, don Vicenzo Nella curato di Dimaro.<br />

Denno, e Flavon, don Gio. Battista Onestinghel curato di Fornas 235 .<br />

Livo, don Gio. Battista Santini di Pergine.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Francesco Gregorio di Cavalese.<br />

Malé, don Federico Tabarelli di Tassullo.<br />

Mori, don Francesco Zanchetta di Verona.<br />

Ossana, don Giuseppe Rossi curato di Vermei 236 .<br />

Pergine, don Vincenzo Angeli di Trento. Anche nel 1793. Ma vi predicò don Pietro Benvenuti<br />

curato di Celentino.<br />

Povo e Villazzano festivo, don Antonio Monauni curato di Villazzano. Ma vi predicò il P.<br />

Vincenzo Maccani di Cles Minor Conventuale.<br />

Rendena, don Bartolommeo Floretta curato di Pinzolo nativo di Clotz 237 .<br />

Revò, e Clotz, don Felice Menapace di Tassullo.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Bartolommeo Scrinzi di Roveredo.<br />

Spor, e Vigo, don Vincenzo Maccani di Cles.<br />

Taio, e Torri 238 , don Carlo Colombarolla di Avio.<br />

Tassullo, don Gio. Battista Braito di Tesero. Ma vi predicò don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Terlago e Baselga festivo, don Antonio Valdagni di Pergine. Ma vi predicò don Vincenzo<br />

Angeli di Trento.<br />

Tione, don Andrea Bernardi di Cognola. Anche nel 1794.<br />

Val di Bono, don Francesco Claus di Trento. Morì in Trento ai 10 di febbraio 1797.<br />

Val di Ledro, don Nicolò Oradini di Ledro.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Pietro Benvenuti curato di Celentino. Ma vi predicò don Primo<br />

Somalvigo di Trento.<br />

Villa Lagarina, don Giuseppe Sizzo di Trento. Anche nel 1792.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Giuseppe Pasotti di Tueno 239 .<br />

I nomi dei luoghi sono stampati. Li cognomi in quest'anno sono posti avanti li nomi. Il Sizzo<br />

abita sempre in Maleto con suo fratello parroco. Ad alcuni vien sempre dato pulpito, perché<br />

guadagnino da vivere. L'Angeli non predicherà, perché il medico glielo ha vietato, atteso il di<br />

lui male sopraggiuntogli per la morte del di lui fratello Simone.<br />

233 *Cimone.<br />

234 *Coredo.<br />

235 *Fornace.<br />

236 *Vermiglio.<br />

237 *Cloz.<br />

238 *Torra.<br />

239 *Tuenno.


20 gennaio 1796<br />

Li 20 il signor Conte Baldassare Baldovino ha mandato il suo servitore a pregarmi nuovamente,<br />

che gli compendi le sue pergamene antiche; ma ho dovuto rispondergli, che non posso avendo<br />

ancora per le mani l'Archivio giudicariano 240 , ed aspettandomi il Prepositurale.<br />

Ieridì sono giunti a Trento dalla Germania molti soldati del reggimento del Duca Borbone<br />

Condé francese emigrato, composto di varie nazioni francese, inglese, ollandese, tedesca,<br />

italiana ecc. 241 Tutti sono vestiti splendidamente, e di rosso. Hanno molta officialità, pagano<br />

l'alloggio, il trattamento, e l'incomodo, e generosamente. Conducono seco molte donne. Per<br />

vederli sono venuti moltissimi dalle ville circonvicine. Essendo venuto avviso preventivamente,<br />

ch'erano assai cattivi, e sfrenati per le donne, tutti sono stati all'erta; ed essendo andati subito per<br />

ossequiare sua altezza rev.ma non furono ammessi colla scusa, che non istava bene. Questo<br />

dispiacque tantissimo ai soldati; ne hanno parlato al Conte Matteo nel teatro, ed hanno esibito<br />

una grossa mancia a chi rivelerà l'autore del suddetto avviso. Non essendosi verificato furono<br />

invitati a pranzo nel castello molti officiali, non tutti, e chiesero al Magistrato un attestato de'<br />

loro deportamenti, perché l'avviso è calato anche a Roveredo. Sono partiti nella mattina del<br />

giorno 21 e subito sono venuti degli altri simili. Hanno una musica rara, ma fu loro interdetta<br />

dal Magistrato per non pregiudicare ai comici. Coi primi è partito da Trento un figlio del sig.<br />

Girolamo Sizzo in qualità di cadetto 242 . Con un di loro s'è sposata una putta nel Duomo. In<br />

pubblica strada fu assalita una putta, e tentata con forza. Nell'albergo imperiale, dove stava il<br />

maggiore, fuvvi un sussurro molto grande. Fu riferito, che altrove hanno ammazzato un beccaio,<br />

ed un altro, e che han voluto i quartieri di loro genio. Hanno de' carrettoni bislunghi, e coperti a<br />

celtro.<br />

21 gennaio 1796<br />

Nel giorno 21 ho inteso, che don Francesco Castagna di Trento, curato di Lasino, fu salutato con<br />

due archibusate. Vedi sotto.<br />

23 gennaio 1796<br />

Li 23 sono partiti li detti soldati per l'Italia. Fuvvi però qualche difficoltà per ottenere il<br />

passaggio dai veneziani. Hanno disertato parecchi, e parecchi trentini, Fato 243 , Sizzo, Battisti,<br />

Marzari, sonosi arruolati; anzi per arruolarne degli altri sono rimasti a Trento alcuni soldati.<br />

Nello stesso giorno 23 sabato avanti la Settuagesima in Trento furono dispensate le maschere. Il<br />

tempo continua bello, e secco. Il freddo non è d'inverno.<br />

24 gennaio 1796<br />

Li 24 domenica Settuagesima il nostro P. Mariano Panchieri (sic) da Bordiana ha terminato in s.<br />

Maria Maggiore di Trento le sue prediche dette delle Pittime, o sia della Buona Morte, che<br />

incominciano dopo l'Epifania ogni festa, e tre giorni anche in una settimana continui, non<br />

compresa la domenica.<br />

Negli scorsi giorni per la prima volta furono albergati alcuni soldati in san Francesco fuori delle<br />

mura di Trento de' Padri Minori Conventuali. Poveri Religiosi!<br />

240<br />

*Archivio del Lomaso.<br />

241<br />

Reggimento Royal Alleman Etranger al servizio dell'Inghilterra. Tutti questi soldati passati per<br />

Trento sono 1900 e vanno nella Corsica.<br />

242<br />

Ritornò a casa nel 1797.<br />

243<br />

Il Conte Fato Terlago è morto nel 1797, avanti del maggio sommerso con altri nel mare, senza<br />

esser compianto. Il Sizzo è ritornato a casa.


27 gennaio 1796<br />

Li 27 ho inteso, che quello che ha tirato le due archibusate nella stanza del curato di Lasino, già<br />

sta nelle carceri di Trento; ch'è un giovine calavinese, il quale fu ammonito dall'arciprete, a<br />

suggestione, com'egli crede, del suddetto curato.<br />

Nello scorso venerdì 22 gennaio subito dopo il mezzodì da due chierici nonesi fu condotto a<br />

questo nostro convento, perché facesse gli esercizi spirituali Tommaso de' Valentini di Tueno,<br />

uomo ammogliato, e padre d'una fanciulla, vivendo ancora il di lui padre spazzacammino in<br />

Mantova. Vi stette sotto la direzione del P. Agostino da Vigo sino al giovedì 28 gennaio, nel<br />

quale venne al convento un di lui zio paterno, e disse al P. Guardiano Gioachino Besenella da<br />

Pressano, che subito lo licenziasse dal convento. L'uomo dunque subito dopo le dodici, avendo<br />

già pranzato, uscì di convento; giunto poi alla metà della Via Crucis, tra la terza e la quarta<br />

stazione, quasi dirimpetto alla Croce travale 244 , nella strada di sopra, fu fermato da tre soldati<br />

della Casa di correzione [Zuchthaus], che lo aspettavano, fu legato, e condotto alla detta Casa,<br />

con intenzione di poi consegnarlo ai sodati austriaci. Avvisato di ciò il detto P. Guardiano, che<br />

stava in chiesa, dal P. Amando di Covalo, (che andava in città) mandato dal seghetta<br />

Bartolommeo De' Fanti, abitante sotto la detta Via Crucis, subito andò dal signor cancelliere<br />

Francesco Vigilio Barbacovi a lamentarsi de violata immunitate loci, essendo presente il Braun<br />

sargente della Casa di Correzione, andato appunto ad avvisare, che aveva ricevuto il detto<br />

uomo. Il cancelliere rispose, che qualora monsignor Vicario generale dicesse, che il luogo<br />

mentovato goda immunità, lo avrebbe fatto ristituire. Il padre Guardiano andò subito da<br />

monsignor Vicario, il quale disse, che presentasse memoriale in scriptis. Nella mattina dunque<br />

del venerdì 29 gennaio presentò a monsignor Vicario un memoriale diretto a sua altezza rev.ma,<br />

ed essendo nello stesso tempo sopraggiunti il cancelliere Bartolommeo, ed il consigliere<br />

assessore Luigi Prati, fu deciso che il detto luogo gode immunità, e decretato, che l'uomo venga<br />

ristituito al convento. Dopo il vespro circa le tre fu condotto al convento da due soldati, e<br />

consegnato al P. Guardiano nel refettorio con ordine, che subito parta sotto pena di esser di<br />

nuovo legato se si ferma in Trento oltre la seguente notte. Partì dunque subito. I soldati chiesero<br />

scusa del fatto dagli altri tre soldati, e fu loro dato da bere. Per la detta decisione, che il luogo<br />

sia immune, parlò con franchezza, e calore il lodato consigliere Prato. Per altro il seminario<br />

consultato da monsignor Vicario aveva deciso, che non gode immunità; ma tal decisione non era<br />

per anche giunta in castello. Furono compagni del P. Guardiano nelle andate dal cancelliere, e<br />

dal Vicario i Padri Vito, e Davide.<br />

29 gennaio 1796<br />

Nel giorno 29 ho veduto un quaderno in foglio, di bella stampa, e di pagg. 12 intitolato: Elenco<br />

degli argomenti proposti dalla regia accademia di Mantova pel concorso ai premi del 1796, e<br />

delle sessioni da tenersi nel medesimo anno. Così il titolo. Gli argomenti sono di cose<br />

matematiche, di belle lettere, d'agraria, di medico-chirurgica, pittura, architettura, ornato, arti e<br />

mestieri. Infine dessi un catalogo de' soci attuali, nel quale vi è anche il signor avvocato Luigi<br />

Casali già sopra rammentato come difensore del Pisoni. In fine del quaderno sta soscritto a<br />

stampa Matteo Borsa segretario perpetuo. Con lettera stampata, e data in Mantova li 24 gennaio<br />

1796 fu spedito dal detto Borsa all'ill.mo sig. Gio. Battista Baldovini a Trento, benché il<br />

medesimo Baldovini sia morto in Milano li 10 novembre 1795. Gli annunzia come a socio, che<br />

uscirà in breve il primo volume degli Atti di quell'accademia, il quale abbraccia le scienze<br />

naturali, e speculative, l'erudizione, le arti meccaniche, la storia dell'accademia, le costituzioni,<br />

un ragguaglio delle cose pubblicate finora ecc. Egli è di pagg. 602 con rami, valutato paoli 15 in<br />

carta fina, e paoli 18 in soprafina. Ma non fa per me.<br />

Mi scrive il P. Guardiano Attanasio che la ruffiana della Busa Cocoda è famiglia vecchia<br />

bastarda, così nei libri canonicali.<br />

Predicatori nostri quaresimali 1796<br />

244 *Fatta con tronchi di legno.


Arco, chiesa nostra, P. Illuminato da Cles.<br />

Arco collegiata, P. Gioseffantonio di Cles, Guardiano di Cles.<br />

Borgo, P. Filippo da Metz Tedesco Guardiano di Metz Lombardo 245 .<br />

Castelnuovo, P. Giuseppe da Primiero.<br />

Cavalese, P. Daniele da Enno 246 .<br />

Cles, P. Regalato da Carice 247 .<br />

Drone, P. Pietro Paolo di Roncegno Guardiano d'Arco.<br />

Gardolo, P. Vito Antonio da Cles.<br />

Levico, P. segretario Gio. Evangelista da Stenico.<br />

Lomaso, P. Vigilio da Fondo.<br />

Meano, P. Mariano da Bordiana.<br />

Mechel, P. Niccolao da Cles.<br />

Metz Lombardo, P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Metz Todesco, P. Stefano d'Asfruzzo 248 .<br />

S. Michele, P. Giorgio da Cles.<br />

Moena, e Pradazzo, P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Nago, P. Ciriaco da Lazise.<br />

Noriglio, P. Amedeo da Roveredo Vicario di Roveredo.<br />

Pinedo, P. Ferdinando di Sant'Orsola Vicario di Pergine.<br />

Pomarolo, P. Gasparo da Campo di Lomaso.<br />

Pressano, e Verla, P. Stanislao da Nago.<br />

Ravina, e Romagnano, P. patrizio da Vigol Baselga.<br />

Roncegno, P. Attanasio da Sardagna Guardiano di Borgo.<br />

Roveredo s. Marco, P. Amando da Covelo.<br />

Roveredo Salesiane, P. Carlo Felice da Trento Guardiano.<br />

Roveredo Inglesi, un Cappuccino<br />

Sacco, P. Carlo Felice da Trento Guardiano di Roveredo.<br />

Strigno, P. Accursio da Preghena.<br />

Tenno, P. Illuminato da Cles, stando in Arco.<br />

Tesaro, P. Romedio da Cles.<br />

Torcegno, P. Gerardo d'Albiano.<br />

Volano, P. Giangiacomo da Tiarno ledrino<br />

Zambana, P. Anacleto da Casezzo.<br />

Cavriana sul Mantovano, P. Pietro Damiano da Borgo, Vicario d'Arco, compagno fra Serafino<br />

da Cavedine.<br />

Roveredo ai tedeschi. Catechista tutto l'anno il P. Gio. Vincenzo di Roveredo, dal fine del 95<br />

essendo stato licenziato Mattia Fischer di Landegg.<br />

Telve, don Andrea Tabarelli da Faver già curato di Moyena 249 .<br />

Riva, un P. Cappuccino, ma tre soli giorni alla fine settimana, benché per altro fosse quotidiano.<br />

Trento nel Duomo. Un Cappuccino da Lodi Carlo Maria diffinitore della <strong>Provincia</strong> milanese, e<br />

Guardiano di Casale Pusterlengo.<br />

Trento s. Maria. Don Pietro Pedrini di Lasino ex curato di Padergnone abitante in Trento dal<br />

1795.<br />

2 febbraio 1796<br />

Li due piovette tutto il giorno, avendo cominciato a piovere continuamente li trenta dello scorso<br />

gennaio. Finora qui non vi fu vero inverno. Quindi non si è punto gelata l'acqua nel nostro coro,<br />

245 *Mezzolombardo.<br />

246 *Denno.<br />

247 *Cares.<br />

248 *Da Sfruz.<br />

249 *Moena.


nella chiesa, sagrestia, orto ecc., cosa rara. In Trento si fanno maschere, festoni, commedie ecc.,<br />

cui vanno specialmente quelli, che mangiano di grasso anche ne' venerdì, e sabati senza verun<br />

riguardo.<br />

Nel castello di Trento si ritrova l'ex consigliere aulico Francesco Vigilio Maistrelli di Enno 250 , il<br />

quale con consigliere Conte Filippo Consolati e con consigliere Gio. Paolo Ippoliti processa il<br />

consiglier, e cancelliere aulico Francesco Vigilio Barbacovi. Furono anche a Villa Lagarina ad<br />

esaminare la signora Gioseffa Marzana 251 .<br />

Tengo nelle mani un libro scritto contra il detto Barbacovi, e diretto all'imperatore Francesco<br />

secondo nello scorso autunno del 1795, stampato nobilmente in foglio, e con caratteri grandi.<br />

S'intitola Libellus restitutorius cum supplica... in causa Rivae consules, et consiliarii contra<br />

dominum principem, et epsicopum tridentinum, eiusque Consilium aulicum. È diviso in § 65, di<br />

pagg. 54. Seguono li documenti num. 62 di pagg. 60 252 .<br />

4 febbraio 1796<br />

Li quattro, essendo il giovedì della Sessagesima, in Trento furonvi molti divertimenti. Nella<br />

piazza del castello, detta dei Leoni, sotto le finestre del vescovo i Chiusi gobbi hanno fatto la<br />

polenta e dal detto vescovo furono regalati con del pane e del vino, in segno di aggradimento. Il<br />

teatro ed il festone furono affollatissimi. Poveri paesi! per tali spese niuno si lamenta,<br />

quantunque non sieno picciole, e non vengano fatte in credenza. In Trento si mormora contra il<br />

vescovo, ed un forestiero rimase molto ammirato dall'ardimento, ch'ebbero i detti Chiusi<br />

d'andare dal vescovo.<br />

Quasi ogni giorno arrivano soldati a Trento dalla Germania a cavallo, ed a piedi e con cannoni.<br />

Li croati sono rapaci al solito. Accusati ad un loro comandante, questi rispose: i miei soldati<br />

sono come i ragazzi, che pigliano quello, che loro piace.<br />

In Trento, Avis, Pergine, ed altrove il carnevale fu straordinariamente pazzo. Non dico altro.<br />

10 febbraio 1796<br />

Li dieci, giorno delle Ceneri il Padre predicatore del Duomo ha pubblicato la licenza vescovile<br />

di poter mangiare carne nella corrente Quaresima, come negli altri anni ultimi. In Avis fu<br />

pubblicata nella scorsa domenica per consolazione dei luterani, colla giunta, che i poveri col<br />

consenso de' loro confessori possano condire di grasso anche nei giorni eccettuati. Questa<br />

licenza diverrà un abuso comune, che poi si nominerà consuetudine.<br />

Nel medesimo giorno decimo in Trento è morto un calzolaio, che stava nella piazzola delle<br />

Opere, ma di casa nell'Androna della Piazza Pretoria, per gli strapazzi fatti nel carnevale<br />

scaduto. Egli fece la polenta nel castello, e nella Piazza Pretoria 253 . Fu Mosca di cognome. Fu a<br />

suonare anche a Melombardo. Per tali opere hanno tempo anche i poveri artigiani; ma quando<br />

trattasi di far del bene per l'anima non ne hanno. In fatti ai dodici li calzolai hanno mandato da<br />

me il loro capo, perché dicessi, che nella prossima domenica prima di Quaresima possono far<br />

cantar Messa di san Valentino colla musica, e coll'organo; ma ho risposto, che non possono; e<br />

sono stato sodo anche nella replica, che cantandola in giorno feriale non concorrono, perché<br />

artigiani poveri.<br />

250 *Denno.<br />

251 *Marzani.<br />

252 Ad sacram caesaream, nec non Germaniae, Hierosolimarum (sic), Hungariae, et Bohemiae<br />

regiam maiestatem etc. etc. humillimus libellus restitutorius, cum supplica, pro clementissima praevia in<br />

integrum restitutione contra conclusum caesareum de 13 octobris <strong>1791</strong>, deferendo nunc humillimis libelli<br />

gravaminum petitis, appellantium modo implorantium ad acta legitimati mandatarii in causa Rivae<br />

consules et consiliarii contra dominum principem, et episcopum tridentinum, eiusque Consilium aulicum.<br />

253 Altri dicono che li polentieri furono due, e che sono morti ambidue presto. Ma ciò non è vero.<br />

Bensì che sono morti presto presto due chiusi Gobbi, oltre il polentista , detto Strassera de' Chiusi.


13 febbraio 1796<br />

Li 13 un dottore di Trento mi ha detto, che nel venerdì della Sessagesima, che fu ai cinque del<br />

corrente, in una osteria di Trento alcuni uomini hanno mangiato quattro capponi con<br />

raccapriccio di un soldato graduato, il quale li riprese, che sebbene cattolici mangiassero di<br />

grasso in venerdì, e disse loro, ch'egli quantunque come soldato abbia l'indulto, mangia sempre<br />

di magro ne' venerdì, e sabati. Poi raccontò questo scandalo al signor barone Luigi Prato. Ho pur<br />

inteso, che monsignor vescovo ha benignamente permesso, che in una osteria di Trento si possa<br />

ballare tre notti dello scorso carnevale, e che fuvvi un continuo ballo.<br />

In questi giorni furono evacuate le sepolture della chiesa parrocchiale di s. Pietro in Trento. Le<br />

barre furono bruciate,<br />

Li pradazzani sono ricorsi al governo d'Insprugg perché induca il vescovo nostro a levare di là<br />

quel curato don Cirillo Fedrici tosano. Il medesimo vescovo presentemente ritrovasi oppresso da<br />

una malinconia somma per più capi. I canonici gli hanno sequestrato que' dieci mila fiorini, che<br />

annualmente ricava dal dazio austriaco di Roveredo, perché hanno trovato la Mensa vescovile<br />

troppo indebitata senza potersi sapere da qual parte ciò provenuto sia.<br />

20 febbraio 1796<br />

Li 20 ho inteso essere uscito decreto vescovile, che don Fedrici parta da Pradazzo 254 , e da tutto<br />

Fiemme dentro otto giorni; che venga tra' Padri Filippini di Trento per due mesi; e che paghi<br />

800 fiorini per le spese fatte. Come pure, che li due capi suoi fautori siano carcerati. Poscia ho<br />

inteso, che tal decreto gli fu intimato dal suo parroco, dal quale chiamato per mezzo di messi<br />

onorati non volle comparire, così che dovette essere chiamato per mezzo d'uno sbirro. Ho pur<br />

inteso, che furono carcerati cinque pradazzani per tal causa dagli sbirri perginesi là mandati<br />

apposta. Che il curato dee ritirarsi in un convento per tre mesi, e che s'ha appellato a Roma.<br />

25 febbraio 1796<br />

Li 25 ho inteso, che in Trento nello scorso carnevale una maschera portò in fronte la lettera B. di<br />

forma grande, ed un'altra maschera nello stesso tempo distribuì delle cartuccie su cui eranvi<br />

questi, o somiglianti versi:<br />

Il B. dopo d'avere congregato<br />

Molt'oro, e molt'argento nella cassa,<br />

Ha nel cesto il P. il C. ed il Magistrato.<br />

Tutti sanno, che il B. vuol dire Barbacovi; il P. il Principe, ed il C. il Consiglio del Principe.<br />

27 febbraio 1796<br />

Li 27 partì da Trento per casa sua l'ex consigliere Maistrelli, processatore del Barbacovi. Si dice<br />

che questi fu processato per la famosa causa del Festi col Marzani, e per il negozio del<br />

formento 255 proveduto già tempo dal vescovo.<br />

Ho inteso, che il Fedrici fu già tempo consigliato di rinunziare la curazia di Pradazzo colla<br />

pensione annua di 150 fiorini; ma non volle. Bensì, che avrebbe rinunziato qualora gli fossero<br />

stati dati mille fiorini subito, e poi cinquecento all'anno.<br />

Nella sera de' 27, giorno di sabato alla casa del signor Conte Filippo Consolati consigliere<br />

aulico di Trento i musici hanno fatto una solenne serenata per essere stato creato vice<br />

cancelliere in capite successore dell'oggidì deposto Francesco Vigilio Barbacovi. Vedi sopra al<br />

21 dicembre 1792.<br />

28 febbraio 1796<br />

Li 28, domenica un nostro Frate cappellano maggiore de' soldati ha loro predicato in lingua<br />

illirica nella chiesa di s. Maria Maggiore di Trento; ed un cappellano de' soldati scismatici ha<br />

predicato in lingua greca nella sala della casa Geremia nella Contrada Larga.<br />

254 *Predazzo.<br />

255 *Frumento.


Questo giorno fu freddissimo, più, che nello scorso gennaio.<br />

In questo mese fu terminata la gran fabbrica lapidaria del patibolo nel luogo detto della<br />

Malvagìa 256 in Campo Trentino, cominciata nello scorso autunno dopo la morte del Pilone. Oltre<br />

la forca ha il ceppo, cosa nuova presso i trentini. Mostra l'anno 1796.<br />

Nello stesso mese, ovvero nello scorso carnevale in Valfloriana un putto, che viveva solo,<br />

benché avesse un fratello disgiunto, essendo in procinto di ammogliarsi, fu ritrovato impiccato<br />

ginocchione, perché la corda era troppo corta, tanto che se fosse stato ritto non avrebbe potuto<br />

strangolarlo. Così fu trovato dietro ad un uscio d'un suo vòlto, aperto, con del danaro in tasca e<br />

freddo. S'è impiccato nel venerdì sera, e trovato nella domenica, nella quale fu cercato, perché<br />

andasse nella canonica a fare il tocco delle mani, ed il viglietto delle pubblicazioni. Fatto ricorso<br />

a Trento per sapere, se fosse da seppellirsi in terra sacra, fu risposto affermativamente. Egli tutta<br />

la sua vita fu in servizio d'altri.<br />

29 febbraio 1796<br />

Li 29, ultimo di febbraio bisestile ha nevicato tutto il giorno, cosicché non abbiamo potuto<br />

uscire di convento.<br />

1 marzo 1796<br />

La neve restò alta più di mezza gamba, e quindi dovemmo far fare la rotta per andare alla città<br />

nel primo giorno di Marzo.<br />

2 marzo 1796<br />

Li due di marzo ho inteso, che il vescovo non vuol fare alcun suo cancelliere aulico, e che farà<br />

le di lui veci il Conte Consolati col titolo di vice cancelliere in capite. Ho pure inteso, che il<br />

consigliere Giuseppe Leporini di Pergine avendo ricusato l'esser uno de processatori del<br />

Barbacovi, per non peccare d'ingratitudine ai favori da lui ricevuti, fu privato di que' cento<br />

talleri annui, che il vescovo gli dava per pagare l'affitto di casa. Ho inteso altresì, che il<br />

Magistrato consolare ha deposto il suo procuratore Gio. Domenico Frigieri 257 . Ch'è giunto a<br />

Trento il Fedrici curato di Pradazzo già sopra rammentato. Che molti soldati venuti a Trento<br />

dalla Germania ritorneranno indietro per andare al Reno, avendo fallata la strada del loro<br />

destino. Trento è sempre pieno di soldati, che vanno nell'Italia contra i francesi.<br />

Ho inteso, che il Barbacovi ha scritto la sua deposizione, e dimessione; che ha presentato<br />

memoriale al vescovo chiedendo di conservare il titolo di consigliere aulico, di ricevere la<br />

pensione annua di 300 fiorini finché terminerà il Codice giudiciario, e di poter parlare allo<br />

stesso vescovo in persona. Ottenne i due primi punti, ma non il terzo. Quindi replicò chiedendo<br />

di poter scrivere al vescovo di Passavia fratello del trentino, e conseguì l'intento. In di lui luogo<br />

è già fatto consigliere aulico effettivo il dottore Carlo Leopoldo Torresani di Cles, attuale<br />

assessore delle Valli di Non, e Sole in Cles, e consigliere titolare, o sia onorario. Ma poi non<br />

venne.<br />

In questi giorni sono passate per Trento dieci monache istradate verso Roma con tre Frati, ed un<br />

prete, scappando dai francesi. Erano vestite di bianco da Religiose, giovani, e pedestri, coperte<br />

di neve.<br />

4 marzo 1796<br />

Li quattro nevicò ancora, ma non molto, e subito sparì.<br />

Le sette monache sono state fondate nel 1787, portano seco un libro del loro Instituto, non<br />

mangiano carne, e lavorano per guadagnarel 258 . Una è parigina, di anni tredici, altre di 16. La<br />

più vecchia è di 30 anni. Li tre Frati sono del detto Instituto, in cui erano circa novanta. Sono<br />

capitate a Trento li 29 febbraio e con licenza del vescovo sono state albergate dalle Madri<br />

256 *Malvasia.<br />

257 Questi fu rimesso.<br />

258 *Guadagnarlo.


Orsoline. Gli accompagnatori sono all'osteria dell'Aquila Nera. Si trovano qui anche nel giorno<br />

quarto di marzo.<br />

5 marzo 1796<br />

Li cinque, giorno di sabato ha nevicato, ma la neve non s'è punto fermata sulla terra. Bensì<br />

quella poca ch'è caduta nella seguente notte.<br />

6 marzo 1796<br />

Li sei, giorno di domenica, sono stati con noi a pranzo nel nostro refettorio, avendoci pregati per<br />

carità, gli accennati quattro accompagnatori francesi delle suddette monache. Uno è prete dello<br />

stesso Instituto, e tre laici pure del medesimo Instituto. Il prete va vestito di nero, colla veste<br />

talare, col tabarro, e cappello, e zazzera come gli altri preti, ma sul petto tiene un Crocifisetto<br />

d'ottone al lato sinistro, e sotto di esso una corona grande. I laici sono vestiti di panno rozzo<br />

bianco, con camicia, calzette, scarpazze, zazzera, senza barba. Hanno una tonaca lunga, cinta<br />

con un cordoncino raddoppiato e di un solo gruppo in fondo. Portano una simile pazienza, che<br />

arriva sino al fine della schiena, cuopre le spalle, il petto, e la schiena. Sulla parte sinistra del<br />

petto tengono un Crocifisetto d'ottone, e sotto una coronona. Le loro monache sono tutte vestite<br />

di bianco. Al giorno d'oggidì vive il loro institutore prete, che contava quattro case del suo<br />

Instituto, fondato nel 1787 nella Franca Contea, o sia Contea di Borgogna, sotto l'arcivescovo di<br />

Bisanzone. Ho sentito leggere le Costituzioni di tale Instituto scritte, e stampate in lingua<br />

francese. Sono fondate sulla povertà, e silenzio, ed orazione, e penitenza. Non voglion voti di<br />

alcuna sorta; ma pur esigono, che gli alunni rinuncino ad ogni bene del mondo, e che vivano<br />

senza proprio; che si guadagnino il pane col lavoro, e non chiedano limosina. Si nominano<br />

Solitari con un epiteto francese, che ora non i sovviene. Li detti quattro sono stati alla mia<br />

Messa ginocchiati in piana terra. Alla mensa parlò il prete per rispondere sempre in buon latino.<br />

Un laico, che sa italiano, avendolo imparato in Argentina da secolare, risposeci soltanto dopo<br />

che glielo disse il prete. Due non sanno altro, che il francese. Tutti e quattro alla benedizione<br />

della mensa, al ringraziamento, ed all'Angelus Domini tennero le mani giunte. Nell'uscire dal<br />

refettorio si segnarono coll'acqua santa. In somma ci hanno dato saggio di pietà religiosa.<br />

Dicono, che partiranno da Trento a' nove del corrente. Per le monache, le quali stanno alle<br />

Orsoline, s'interessano il sig. Provicario Menghino, il sig. don Gio. Puzzer, e la contessa di<br />

Wolchenstein. Hanno dato loro trenta troni le nostre monache di s. Michele. Il detto prete, che<br />

sembra di appena 30 anni, ha soltanto sei mesi di Religione. Una delle sette monache ha<br />

solamente sette anni di età, ed è distinta da quella di 13. Vedi sotto.<br />

In questi giorni un Trentino ha promesso al vescovo di far tutte le spese di Bolle apostoliche,<br />

vestimenti, ed altre simili cose qualora faccia suo Suffraganeo un dato soggetto, suo stretto<br />

parente, fratello ... L. K. così consigliato da Simon Mago.<br />

Ne' medesimi giorni un castratino, ed una donna con una sua figlia hanno chiesto al Magistrato<br />

civico di Trento di poter dare del divertimento ai trentini con non so bene quali opere comiche, e<br />

sono stati esauditi, essendo stato contrario il solo capo-console Sigismondo barone Trentini, il<br />

quale comandò, che di tale sua contrarietà fosse fatta memoria negli atti consolari. Ha scritto ai<br />

detti consoli una lettera contraria sua altezza rev.ma; ma non ottenne altro, che le dette opere<br />

sono state battezzate (modificate) con altro nome. Per altro sono frequentate, e molto bene<br />

pagate, mentre ogni sera li comici acquistano cento, dugento, ed anche più fiorini. Il detto capo<br />

vi è intervenuto ogni sera con tutta la sua famiglia, ma per vedere se trasgredivano gli ordini, ed<br />

ha pagato generosamente. Un'altra persona ha dato un souvrein, che importa 14 fiorini.<br />

V'intervengono li rev.mi canonici, e li reverendi Beneficiati del Duomo. In città sonovi di quelli<br />

che ciò biasimano.


8 marzo 1796.<br />

Nel giorno ottavo, alle undici di notte, in Trento, sulla riva dell'Adige, appresso la Guglia 259 ,<br />

sotto la Contrada Tedesca, con una grande archibugiata fu ammazzato Liberale degli Antonii,<br />

giovine di circa 19 anni, e nipote ex filio (Antonio) d'Antonio degli Antoni ricco mercatante, che<br />

trovasi nell'età di anni 92 ancora vegeto. Su questo parla tutto Trento; ma li parlari non sono in<br />

tutto uniformi. Questo è certo, che il giovine restò ucciso colla maschera in faccia, con due<br />

pistole ai fianchi, con un palosso 260 , con uno stilo nel bastone, con un coltello. Che la maschera<br />

aveva la barba lunga. Che la balla gli passò dal mento alla parte opposta, e tirossi dietro dei<br />

cappelli. Che restò sfigurato tanto, che appena poté venire riconosciuto. Che più altre notti girò<br />

per Trento in tal figura spaventando la gente, che assaltava con una lucernetta sbiresca. Che li<br />

sbirri avevano ordine di legarlo. Che altri andando di notte andavano proveduti di arme. Che ai<br />

suoi consummava molto danaro. Andava ai festoni, vestiva da Arlecchino ecc., nel qual abito è<br />

anche morto. Ciò nonostante fu seppellito poco dopo le dodici meridiane del giorno nono dai<br />

preti di s. Pietro nel cimitero comune ma senza suonare le campane, e senza molta solennità. Fu<br />

subito citata nel palazzo Pretorio dal vice podestà Bernardino di Pietrapiana una ballerina, che<br />

stava presso il luogo dell'omicidio per esaminarla, forse perché dicesi aver essa detto alla sua<br />

albergatrice un giorno avanti, che s'era sognata di vedere sotto alle sue finestre molti uomini, ed<br />

ucciso il detto Liberale.<br />

Dal nostro vescovo fu mandato a Pradazzo come pro curato il nostro Padre Romedio Keller di<br />

Cles predicatore attuale di Tesaro 261 . Andovvi li tredici marzo. Il signor dottore Luigi Lupi di<br />

Trento ha ricusato di patrocinare l'ex curato Fedrici, benché da lui pregato.<br />

In Centa di Calceranica ultimamente sonosi battuti degli uomini, ed uno restò talmente ferito,<br />

che il chirurgo Bartolommeo Gerloni di Trento chiamatovi dovette segargli via un braccio. Morì<br />

però intorno ai nove del corrente.<br />

Ho letto, che l'imperatore Francesco secondo per la venerazione che ha per il magnanimo suo<br />

zio Gioseppe secondo, gli fa erigere una statua a cavallo, e la farà esporre nella Piazza<br />

Gioseffina.<br />

Ho inteso che il Fedrici ex curato s'è appellato a Roma, e che ha assunto la di lui protezione, o<br />

sia difesa il dottore Andrea Bassetti di Trento ex commissario di Brentonico.<br />

11 marzo 1796<br />

Nella notte venendo gli undici fu carcerato un compagno di Liberale, Giambattista Silli 262 di<br />

Pergine, che fu presente alla morte. Egli è un perginasco, già cocchiero del Conte Carlantonio<br />

Lutti. Gli furono trovate addosso delle palle di piombo, ed in casa una pistola carica, ed un'altra<br />

vacua. Per questo nella sera oscura del giorno undecimo fu dissotterrato il morto per trovare nel<br />

capo la palla, e confrontarla colla pistola vacua. Tutto Trento parla di tal fatto; ma seguitano le<br />

maschere notturne. Li domestici del morto sono stati troppo indulgenti, ad onta degli avvisi dati<br />

loro da amici. Ma le dicerie sono discordi. Il Silli nel gennaio del 1797 fu condannato al<br />

Zuchthaus trentino con più condizioni.<br />

Nella notte dei nove in Melombardo fu attaccato un cartello alla porta del sig. Alfonso de'<br />

Vigili, figlio di Gustavo, che sarà attaccato fuoco alla di lui casa, ed a quattro parti della villa, se<br />

tenteranno delle novità. Si dice, che li rappresentanti comuni da venti anni non rendono i conti.<br />

13 marzo 1796<br />

Li tredici domenica di Passione il nostro vescovo nel castello di Trento ha ordinato molti<br />

chierici minoristi senza celebrare la santa Messa, ma di mattina, come prescrive il Pontificale<br />

romano. Ai chierici maggiori ha dato le dimissorie, e quindi sono andati a Bressanone, e<br />

259 *Torre Verde?<br />

260 *Daga.<br />

261 *Tesero.<br />

262 Sillio: Vedi sotto al 2 febbraio 1797.


fors'anche altrove. Ha dato loro gli esercizi spirituali il P. Luigi Doria Somasco piovano di s.<br />

Maria Maddalena.<br />

Nella medesima domenica dopo il vespro siamo stati alla solita processione della santa Spina.<br />

Fummo di ritorno alle cinque e mezza. Il tempo fu bello. Ma io ho patito molto.<br />

15 marzo 1796<br />

Nel giorno di martedì 15 marzo dopo il pranzo sono partite a piedi per Roveredo le accennate<br />

Religiose francesi, precedendo una con una croce, coi loro accompagnatori, tra' quali un<br />

sacerdote, ed un chierico, che fu veduto passare, e ripassare per Pergine per andare in Germania.<br />

Hanno stampato in Trento la loro Regola tradotta dal francese nell'italiano da un prete emigrato<br />

francese dimorante in Trento, nominato don Pietro Paitheiret 263 . Tal libretto stampato senza<br />

luogo e senza nome di stampatore (che fu Gio. Battista Monauni stampatore vescovile), in 8°,<br />

pagg. 40, comincia così: Semplice esposizione d'uno stabilimento di pietà incominciato a<br />

Fontanelles, diocesi di Besanzone nell'anno 1787. – 1°. Quest'è un ritiro, in cui vi sono quattro<br />

case separate, otto grandi sale, e più di duecento celle. Quivi si sono stabilite circa sessanta<br />

persone per praticare i consigli evangelici, ma senza farne voto. La loro occupazione è il<br />

travaglio spirituale e corporale, 1° per l'educazione della gioventù, 2° per somministrare a'<br />

popoli il soccorso degli esercizi spirituali nel ritiro. Così ivi. In seguito poi si dice, che tal<br />

congregazione ha bisogno di Solitari dell'uno e dell'altro sesso. Che la casa delle donne si è tre<br />

volte più numerosa di quella degli uomini. Che nel detto ritiro non si soffre alcuna provigione<br />

né in danaro, né in grano, né pur sotto il pretesto della fabbrica, o d'indispensabili riparazioni.<br />

Ch'è proibito di mendicare, e di cercare lemosina (sic). Che per santa umiliazione in favore di<br />

tutta la congregazione, una persona solamente due volte all'anno fa delle cerche per giovare al<br />

mantenimento de' poveri fanciulli. Che i fondi del primo fondatore non contengono venti iugeri<br />

di terra, e che non se ne ricevono di più, né alcuna rendita fissa. Che niuno de' Solitari possede<br />

cosa alcuna, né deve conservare cosa alcuna di proprio né in mobili, né in danaro, né cella, né<br />

abito. Che non è ricevuto alcuno tra loro, se non ha messo ordine a tutti i suoi affari nel mondo,<br />

e rinunziato di cuore, ed in effetto a tutto ciò, che possedeva. Che i poveri sono preferiti. Che se<br />

i ricchi portano qualche cosa sul momento, ed avanti il loro ingresso, e in loro presenza viene<br />

distribuita in buone opere secondo i più pressanti bisogni della casa. Che gli abiti de' Solitari<br />

sono sacchi di penitenza, con un mantello per ciascheduno. La stoffa è un tessuto misto di lana,<br />

e stoppa. La biancheria, le scarpe, e le calze debbono essere fatte grossolanamente, e da povero.<br />

Il nutrimento ordinario consiste in un pane d'orzo, di formento, o mescolato, secondo<br />

l'educazione, la condizione, l'uso e le disposizioni di ciascheduno. Vi s'aggiungono una volta per<br />

ciascun giorno qualche sorta di legumi meschinamente apparecchiati. Un poco di vino per le<br />

persone che eranvi avvezzate nel mondo; mai carne toltine i giorni che durano i santi esercizi<br />

per i popoli, ed il tempo di malattia. Si fa uso non pertanto indifferentemente di carne, latte,<br />

burro ecc. quando ciò è presentato dalla carità de' fedeli. Che fuori del tempo degli uffizi divini<br />

e dell'istruzioni, i Solitari stanno ritirati per il lavoro, ciascun sesso separatamente nelle due case<br />

destinate a questa maniera edificante di servir Dio. Che si levino dal letto alle quattro di mattina,<br />

e vadano a riposo alle nove di sera ne' giorni ordinari. Ogni giorno recitano a due cori i piccioli<br />

offizi della divina Provvidenza, e dell'Immacolata Vergine, la corona, le Litanie di s. Giuseppe,<br />

e quelle di s. Teresa. Che uscendo un Solitario dal ritiro senza la licenza del primo superiore, se<br />

vuole rientrarvi è trattato come uno straniero, che viene a presentarvisi. Che i Solitari debbono<br />

rompere assolutamente ogni comunicazione col mondo, ed anche principalmente co' loro<br />

parenti. Non ricever, né render visita senza licenza, e senza testimonio. I Solitari verso la mezza<br />

notte al segno della campana recitano ogn'uno a parte cinque Pater, ed Ave in memoria del loro<br />

ingresso nel ritiro, e per dimandare la grazia di non uscirne, che per andare nel bello, e felice<br />

ritiro nel quale Gesù regna co' suoi. Che li Solitari a due a due fanno l'adorazione perpetua del<br />

263 Paitheiret della piccola città di Trots diocesi di Aix nella Provenza, nato li 14 giugno 1762<br />

rifugiato in Trento in casa Mersi. Ora 1796 sono 120 in giro, divisi in sei truppe o colonie. La sesta è<br />

quella, che fu in Trento; ma si sospetta di qualche finzione.


santissimo Sacramento giorno e notte. Mantengono per carità nel ritiro molti poveri fanciulli,<br />

ma non ne ricavano alcuno avanti l'età di sette, od otto anni. Che bramano di avere qualche<br />

sacerdote, il quale gli aiuti ne' santi esercizi. Che i sacerdoti del ritiro vanno a dirigere gli<br />

esercizi spirituali nelle parrocchie, ove sono chiamati, purché ciò sia senza pregiudizio della<br />

solitudine. Qui tralascio altre cose meno notabili, ed aggiungo, che nel libretto seguita<br />

un'approvazione di tale pio stabilimento fatta dal de Schaller canonico, Vicario generale, ed<br />

offiziale di Losanna senza data. Poi dell'ill.mo e rev.mo monsignor vescovo di Losanna,<br />

amministratore della diocesi di Besanzone sede vacante, detto Bernardo Emmanuele di<br />

Lenzburg per la grazia di Dio, e della Santa Sede apostolica vescovo Conte di Losanna, principe<br />

del sacro romano impero, abbate mitrato dell'abbazia di Hausterive dell'Ordine de' Cisterciensi,<br />

ed amministratore della diocesi di Besanzone sede vacante, data in Friburgo nella Svizzera li 20<br />

agosto 1792, ma come amministratore di Besanzone. Seguono alcune testimonianze,<br />

approvazioni, e raccomandazioni accordate all'Instituto de' Solitari di Fontanelles nella Franca<br />

Contea diocesi di Besanzone, dopo la loro espulsione, e saccheggiamento del loro Ritiro<br />

nell'ottobre del 1792. Boley prete superiore del seminario di Besanzone con data di Friburgo<br />

nella Svizzera 1 novembre 1793, loda grandemente il fondatore dell'Instituto dicendolo il<br />

reverendo sig. Antonio Silvestro Receveur prete della diocesi di Besanzone, ancora vivente<br />

emigrato. Altra di mons. Francesco de Pierre de Bernis arcivescovo di Damasco, e coadiutore<br />

dell'arcivescovo d'Alby in Francia data in Roma 3 dicembre 1792 allo stesso Receveur. Altra del<br />

suddetto vescovo di Losanna data al Receveur e suoi compagni dell'uno e l'altro sesso in<br />

Friburgo 5 novembre 1793. Altra del M.R.P. don Agostino abbate della Trappa data al M.R.S.<br />

Receveur, che s'intitola: Noi Frate Agostino abbate del monastero della Casa di Dio di Val-<br />

Santa della Madonna della Trappa dell'Ordine de' Cisterciensi della primitiva osservanza, data<br />

nel detto monastero 23 dicembre 1794 da Antonio Eleonoro Leone le Clerc de Ivigné<br />

arcivescovo di Parigi, da Carlo Antonio Gabriele Osmont antico vescovo di Comminges, da<br />

Cesare Guglielmo de la Luzerne vescovo di Langres, da Pietro Maria Maddalena Cortois de<br />

Balose vescovo di Nimes, e da Gabriele Cortois de Pressigny vescovo di s. Malò. Altra di mons.<br />

Conte di Bissingen decano e Vicario generale del rev.mo sig. e principe Massimiliano<br />

Cristoforo vescovo di Costanza, principe del sacro romano impero, signore di Reichenau, ed<br />

Oeningen, Gran Croce, e protettore del magnifico Ordine di s. Giovanni di Malta data in<br />

Costanza 9 maggio 1794. Altra di mons. Gio. Nepomuceno vescovo di Pella Vicario generale ed<br />

altri consiglieri ecclesiastici del vescovo d'Augusta data in Augusta 12 giugno 1795. Papa Pio<br />

sesto li 6 luglio 1795 ha conceduto delle Indulgenze ai membri del detto Instituto, specialmente<br />

ai preti direttori. Ai fedeli, che faranno gli esercizi sotto la direzione de' predetti preti. Ai<br />

fanciulli delle scuole della detta società. Finalmente v'ha un attestato in favore de' Solitari dalla<br />

società di Fontanelles nella Franca Contea diocesi di Besanzone, dato nel castello di Bol 29<br />

settembre 1795 da Gio. Pietro Antonio de Diesbach cavaliere dell'Ordine Militare di s. Luigi, e<br />

signore di Torry, Balì di Bol nel Cantone di Friburgo nella Svizzera, perché sono lodevolmente<br />

dimorati circa tre anni nel paese della Rozza nel di lui Baliaggio senza mendicare. Così finisce il<br />

libretto. Aggiungo come tralasciato, che tal società ebbe principio li 19 novembre 1787, che non<br />

dimette alcuno per infermità corporali, né per età caduca, né per falli, o scandali, purché non si<br />

continui in quello dopo esserne stato più volte avvisato. Che non si riceve alcuno senza una<br />

prova più, o meno durevole secondo le circostanze. Finisco tralasciando di fare verun riflesso.<br />

16 marzo 1796<br />

Li 16 mercoledì in questa nostra chiesa di s. Bernardino ha celebrato privatamente la sua prima<br />

Messa il signor don Niccolao Bazzoli da Roncone, ordinato a Bressanone. Fu assistito con cotta<br />

dal nostro P. Epifanio di Roncone ottuagenario, e da altri Religiosi, tra' quali fui anch'io F.<br />

Crisostono di Volano.<br />

19 marzo 1796<br />

Li 19 sabato, e festa di s. Giuseppe, nella chiesa di s. Giuseppe delle Madri Orsoline di Trento<br />

ha cantato la sua prima Messa un certo Valentini di Mori; e nella chiesa della Madonna delle


Laste de' Padri Carmelitani Scalzi ha panegiricato in onore di s. Giuseppe il nostro P. Davide<br />

tiarnitano 264 ; il quale in Sardagna ha fatto le veci del curato infermo nelle domeniche 1-4 e tutta<br />

la settimana dopo la domenica terza di Quaresima. Ho inteso che il suddetto prete Solitario ha<br />

scritto in lingua francese una bella lettera al signor Conte Pio di Wolckenstein, ammonendolo di<br />

rimuovere quella statua ignuda di Ercole, che ha veduto nella di lui sala; e che il Conte gli ha<br />

risposto lodevolmente.<br />

21 marzo 1796<br />

Nel giorno 21 lunedì Santo è partito da Trento per Bressanone il signor Provicario Menghino<br />

per pigliare gli Oli Santi.<br />

22 marzo 1796<br />

Nel giorno 22 martedì siamo stati nel Duomo a fare la solita ora di adorazione, accompagnati<br />

dai signori musici, come sopra.<br />

Ho inteso che il processo criminale incominciato contra il Silli, di cui sopra all'11 marzo, sia<br />

stato sospeso dal vescovo; e che quindi si accresce il sospetto primiero, che l'Antoni sia stato<br />

ammazzato d'ordine di persona prepotente, già eziandio per altre cose notata.<br />

28 marzo 1796<br />

Li 28 lunedì, seconda festa di Pasqua, siamo stati alla solita processione del Santo Monte, la<br />

quale fu fatta dentro del Duomo, perché soffiò un vento troppo gagliardo e freddo. Partimmo, e<br />

ritornammo come nell'anno scorso 1795. Li PP. Agostiniani vennero al fine. Li PP. Conventuali<br />

alla metà.<br />

Ieridì nel detto Duomo il vescovo non ha dato la benedizione Papale, promessa nei calendari,<br />

perché non è andato al detto Duomo, non andandovi mai, neppure a predica, o al vespro.<br />

8 aprile 1796<br />

Gli otto d'aprile ho veduto sopra la porta dell'osteria dell'Europa in Trento un tavolone dipinto<br />

coll'inscrizione in tre lingue italiana, francese, e tedesca, che dice Albergo Imperiale<br />

dell'Europa. Garreggiano le due osterie imperiale e reale, di cui sopra. Ma finalmente l'Europa<br />

cadde affatto nel <strong>1801</strong>.<br />

10 aprile 1796<br />

Li dieci, domenica seconda dopo la Pasqua siamo stati alla solita processione della Dolorata.<br />

Fummo di ritorno in san Bernardino dopo le sei e mezza. Officiò mons. decano Manci, senza<br />

sparo di mortari. La mattina alla santa Messa cantò sull'orchestra eziandio quel musico, che<br />

diede piacere ai trentini nella passata Quaresima; e fece il panegirico un prete Mosca di Trento,<br />

nominato Giuseppe, figlio di Gaetano, fratello del prete Giovanni, e d'anni 31.<br />

11 aprile 1796<br />

Gli undici in Trento fu principiato l'atterramento de' muricciuoli, che circondano il sacro<br />

cimitero del Duomo.<br />

La lettera scritta al Conte Pio di Wolckenstein in lingua francese dal sacerdote sopra lodato, è<br />

questa: Monseigneur. Intanto che l'eccellenza vostra s'interteneva meco mercoledì 265 con tanta<br />

bontà, io le corrispondeva con ingratitudine. Vidi sopra il picciolo camino della sua camera una<br />

statua, da cui, a mio parere, s'offende considerabilmente la cristiana modestia. Sul momento ho<br />

sentito uno stimolo pressante, che mi sollecitava a manifestarle il mio pensiero; ma poi una<br />

codardia indegna del carattere augusto, onde sono rivestito, non meno che ingiuriosa alla<br />

professione di pietà, che voi fate sì altamente, mi tenne in silenzio. Domando perdono a Dio per<br />

264 *Da Tiarno.<br />

265 Il mercoledì fu ai nove marzo: ma io suppongo, che debba dire martedì, giorno in cui dopo il<br />

pranzo è partito da Trento, e fu a congedarsi dal Conte.


avere resistito alla sua voce, lo domando a voi, Monseigneur, d'aver negletto una sì bella<br />

occasione di mostravi la mia riconoscenza, e d'aver osato dubitare della religion vostra fino al<br />

punto di credere, che voi restereste offeso della mia franchezza, se avessi avuto il coraggio di<br />

dirvi, che la gloria di Dio tutto purità, si trovava compromessa. Sì, Monseigneur, ella è<br />

compromessa la gloria di Dio, poiché questa statua potrebbe diventare per molte povere anime<br />

un'occasione d'inciampo. Ah, che non posso io disseccare questa sorgente di peccati! perché non<br />

mi è dato non solo di togliere dalla vista degli uomini, ma ben anco di mettere in pezzi senza<br />

pietà tutte le opere di questo genere, in riparazione di quei peccati, che tanto indegno mi<br />

rendono di parlare degl'interessi del mio Dio? Io ho l'onore di essere col più profondo rispetto, e<br />

la più sincera non meno che la più viva riconoscenza. Così finisce la copia. Mi dispiace che<br />

manca il nome dell'autore, e la data. La suppongo scritta da Roveredo. Giunse a Trento li<br />

dicidotto marzo. Ella condanna li difensori dell'immagine di Melombardo 266 sopra mentovata al<br />

19 agosto 1795.<br />

20 aprile 1796<br />

Nella sera del giorno 20 fu portato a questa nostra sagrestia di san Bernardino il cartello<br />

vescovile, perché nella santa Messa dicasi la colletta ad petendam pluviam.<br />

21 aprile 1796<br />

Li 21 sono giunti a Trento parecchi signori francesi cacciati dal dominio veneto, ed hanno<br />

proseguito il loro viaggio verso la Germania nel giorno 22. Si credette, che tra loro vi fosse<br />

anche Luigi XVIII detto re di Francia dai realisti 267 ; ma altri dicono ch'è andato per Trieste.<br />

Fuvvi del disturbo tra i locandieri dell'albergo imperiale, e dell'albergo reale, o sia dell'Europa, e<br />

dell'Aquila d'Oro, con pericolo di qualche omicidio. Altri dicono, che il re fu nel Duomo a<br />

comunicarsi. Altri, ch'è passato col titolo di Conte di Lilla. Gli fu intimato di partire da Verona<br />

d'ordine del governo veneto dal marchese Carlotto di Verona. Si offese di tale intimazione, e<br />

disse, che l'accettava con patto, che gli venga presentato il Libro d'oro per poter cancellare di<br />

proprio pugno la sua famiglia, e che gli sia ristituito il regalo fatto ai veneti dal re Enrico quarto;<br />

e che l'affronto era fatto al re di Francia. Io tengo, che sia passato per Trento, ma non abbia<br />

voluto essere conosciuto. Vedi sopra al 6 dicembre 1793.<br />

3 maggio 1796<br />

Ma li tre di maggio leggo, che nella sera de' 22 aprile il pretendente alla corona di Francia sotto<br />

il nome di Conte di Lilla è giunto da Verona a Lugano, e che li 23 di buon mattino ha proseguito<br />

il suo viaggio per la Svizzera.<br />

Le cose della guerra passano assaissimo malamente rapporto agli austro-sardi.<br />

8 maggio 1796<br />

Gli otto ho inteso, che il Cristofori sopra al 6 giugno 1795, fu liberato dalla Rocca di Riva per<br />

grazia di sua altezza rev.ma, impetrata dal prete Filippo de' Fanti di Terlago abitante in Trento; e<br />

che il di lui fratello ritirato a Roveredo ha ottenuto da Vienna un molto onorifico diploma di<br />

bottanico, o sia speciale. Quindi nella Gazzetta di Roveredo, si nomina Pietro Cristofori speziale<br />

approvato, e giovine della speziaria Torelli, proveditore delle acque acidole di Recovaro per chi<br />

ne vuole.<br />

12 maggio 1796<br />

Li dodici Trento è tutto scompigliato per timore de' vicini francesi. Roveredo è pieno d'italiani<br />

scappati, e molti passano per Trento verso Insprugg specialmente donne. Oggidì è giunta al<br />

nostro vescovo una staffetta mandatagli dal signor dottore Luigi Ciurletti di Trento suo<br />

governatore del marchesato di Castellaro nella diocesi di Mantova. È pur venuto a Trento colla<br />

266 *Mezzolombardo.<br />

267 Vedi sopra al 6 dicembre 1793.


sua famiglia partito da Cremona il signor medico Pietro Borsieri trentino. Milano ai dieci s'è<br />

dato ai francesi.<br />

15 maggio 1796<br />

Li quindici, domenica della Pentecoste, furono nel castello di Trento moltissimi cresimandi,<br />

secondo l'invito loro fatto; ma non vi fu cresima, perché al vescovo è sopraggiunto non so qual<br />

male.<br />

Nel medesimo giorno fu dato principio nel Duomo di Trento alle pubbliche orazioni, che si<br />

faranno in tutte le chiese della città per l'imminente invasione dei francesi. V'ha grande carestia<br />

di fieno, e di formento, attesa la subitanea venuta di cavalli, ed uomini. Il formento costa cento<br />

troni il sacco. Le dette preghiere sono fissate sino ai quindici del prossimo giugno. L'ottava però<br />

del Corpus Domini non è per alcuna chiesa particolare. Nell'editto non si spiega qual sia il<br />

bisogno, e si assegnano le preci pro quacumque tribulatione. Perché il vescovo le ordinasse fu<br />

stimolato dal Capitolo, e dal Magistrato della città.<br />

Trento è pieno pienissimo di carrettoni militari austriaci venuti dall'Italia di ritorno per la rotta<br />

data dai francesi agli austriaci presso Lodi.<br />

In Trento vuolsi far l'ospitale militare per li feriti nell'Italia. I soldati lo vogliono in città; ed i<br />

cittadini fuori di città per non infettarla di mali. Finalmente prevalsero i cittadini. Onde<br />

18 maggio 1796<br />

Li 18 giorno di mercoledì, dopo il vespro, il Magistrato consolare per mezzo del nostro P.<br />

Saverio ci ha intimato di evacuare dentro ventiquattr'ore questo nostro convento di san<br />

Bernardino, perché possano in esso essere collocati li soldati feriti. Nello stesso tempo fu dato<br />

un simile ordine dolorosissimo ai Padri Cappuccini di santa Croce, ai padri Conventuali di s.<br />

Francesco, ed alle Madri Clarisse di s. Michele. Nel giorno poi seguente 20 dopo il pranzo,<br />

anche ai Padri Carmelitani Scalzi delle Laste. Le monache nel giorno 19 sono andate tutte num.<br />

36 nel monastero di san Giuseppe delle Madri Orsoline; a stento però perché appena poterono<br />

trovare carrozze, e passare con esse per le strade piene di carrettoni. Noi Riformati siamo andati<br />

ai 19 di sera in due scuole del ginnasio vescovile in sette soli, cioè Guardiano Gioachino,<br />

Vicario io Grisostomo, Agostino, Albano, Placido, Mattia, Gervasio, essendo altri andati<br />

altrove; cioè il P. Vitantonio nell'infermeria come cappellano; nella stessa infermeria come<br />

bisognosi li Padri Arcangelo <strong>Provincia</strong>le, ed Epifanio, e come infermieri fra Abbondanzio, fra<br />

Giuseppe, e fra Mauro. A Campo il P. Gaudenzo, a Cavalese il P. Borgia, a Cles il P. Stanislao,<br />

e P. David, a Metz 268 il P. Regalato, e fra Feliciano, a Pergine il P. Mariano, il P. Ubaldo, fra<br />

Lorenzo. Anche li PP. Cappuccini sono venuti nelle dette scuole ai 19, ma in numero assai<br />

maggiore. Li Padri Conventuali sono andati a s. Trinità coi Padri Filippini. Li Carmelitani<br />

ebbero ordine di ritirarsi a s. Maddalena coi Padri Somaschi; ma essendo pochi si ritirarono in<br />

una casa rusticana del loro vicinato. Noi nelle scuole non ritrovammo altro, che il coperto, un<br />

tavolino, ed alcune seggiuole di paglia. Siamo andati ogni giorno a pranzo divisi per diverse<br />

case; la sera pigliavamo nelle scuole soltanto un pezzo di pane con una ciotola di vino, cose<br />

dateci da più benefattori. Per dormire abbiamo preso i nostri sacconi. Nello stesso tempo sono<br />

venuti degli altri nostri Frati scappati da Roveredo, ed Arco, ma furono spediti a Borgo. Sono<br />

pure capitati de' Cappuccini da Roveredo, e Condino; de' quali altri andarono a Maleto, e due<br />

troppo infermi furono collocati nell'ospitale della Ca di Dio per grazia del sig. Conte Girolamo<br />

Graziadei ministro di esso, non avendo voluto il Magistrato, che restino nelle scuole.<br />

28 maggio 1796<br />

Li 28 sabato, essendo partiti tutti gli alunni del seminario, siamo stati collocati noi Riformati, e<br />

Cappuccini nelle loro camerate, situate sotto ai coppi, 84 scalini alte dal piano; e nelle scuole<br />

furono posti dei soldati.<br />

268 *Mezzolombardo.


Avanti di tal giorno, cioè li 24 di sera furono albergate nella sala di rimpetto a noi nelle dette<br />

scuole, dove si sogliono fare le commedie, molte monache venute da Mantova col loro<br />

cappellano secolare. Partirono in barca per Insprugg li 26 giorno del Corpus Domini, dopo<br />

d'aver fatta la santa Comunione nell'oratorio sopra la sagrestia. Sono venute a Mantova da Lione<br />

di Francia già qualche anno.<br />

Nella notte venendo il giorno 21 sabato insalutato hospite è scappato da Trento il nostro<br />

vescovo col suo fratello Matteo, e credesi andato a Passavia. Ritornò in Castelton li 22 maggio<br />

1797.<br />

26 maggio 1796 (sic)<br />

Li 26 festa del Corpus Domini siamo stati alla processione del Duomo in sette soli con il<br />

Crocifisso delle scuole, dove ne pigliarono un simile anche li Padri Cappuccini.<br />

31 maggio 1796<br />

Li 31 ed ultimo di maggio sulla sera in Trento fuvvi un bisbiglio grandissimo per la moltitudine<br />

de' nostri soldati di ritorno dall'Italia, e per l'avvicinamento de' francesi. Per questo sono<br />

scappati tanti roveretani, e trentini.<br />

3 giugno 1796<br />

Nella notte dei tre venendo i quattro di giugno, e sabato sono partiti per Bolzano li soldati<br />

quartierati nel nostro convento di san Bernardino, i quali occuparono le celle, il refettorio, la<br />

libreria vecchia, i chiostri, la cucina, il lavatorio, il salvarobe, e la chiesa. Sono morti tre soli<br />

senza sacramenti, e senza veruna assistenza. Li conosciuti infermi venivano tosto mandati a s.<br />

Francesco, a s. Michele, e li morti ogni sera con un carro venivano condotti in un prato verso<br />

l'Adige, e ivi seppelliti affatto nudi.<br />

5 giugno 1796<br />

Ai cinque giorno di domenica nella nostra chiesa furono celebrate due Messe.<br />

6 giugno 1796<br />

Ai sei, giorno di lunedì, siamo ritornati al nostro amato convento; ma non potemmo subito<br />

abitarlo, essendo pieno di carrezze, fetente, e difformato. Ci rannicchiammo nel provincialato<br />

nuovo.<br />

Nei detti giorni di mia emigrazione ho ricevuto la carità del pranzo li 20 venerdì dal sig. barone<br />

Trentini Capo console; 21 dalla fraila Teresa Sardagna; li 22 dal segretario Mancio; li 23 dalle<br />

tre fraile 269 baronesse di Prato; li 24 dai baroni Salvadori di s. Simonino; li 25 dal Conte Filippo<br />

Sizzo; li 26 dal B. Trentino; li 27 venerdì, dal Conte Bartolommeo Tabarelli; li 28 dal Conte<br />

Filippo Sizzo; li 29 domenica dal Conte Giuseppe Melchiori; li 30 dal conte Giuseppe<br />

Melchiori; li 31 dai baroni Salvadori suddetti; il primo, secondo, terzo e quarto di giugno dal<br />

Conte Melchiori suddetto; il quinto dal barone Luigi di Prato; il sesto lunedì dal Conte Giuseppe<br />

Melchiori. Ai 23 di maggio ebbi per compagno il fra Placido; negli altri giorni sempre il P.<br />

Albano. Il P. Guardiano ebbe sempre per compagno il P. Agostino.<br />

Il comandante de' soldati posti nel nostro convento si nominò de Ditherich tenente, e<br />

comandante del luogo. Abitò nella cella guardianale, premunendosi con un rastello ecc. Fu<br />

giovine austriaco.<br />

22 giugno 1796<br />

Li 26 festa di s. Vigilio, cominciammo ad officiare solennemente la nostra chiesa. Avanti<br />

abbiamo officiato a voce bassa. Siamo stati alla solita processione del Duomo.<br />

Nella era de' 23 venendo li 24 ho sentito dei tuoni.<br />

269 *Signorine.


9-12 luglio 1796<br />

Li nove, dieci, undici, e dodici di luglio fu qui con noi il Padre Domenico da Finale Riformato<br />

genovese, che fu cappellano militare co' marescialli Vins, e Boilieu, insieme con un Cappuccino<br />

suo fratello, che albergò a s. Croce 270 . Partì ai 12 verso Roveredo, dove stava il Wurmser<br />

successo al dimesso Boilieu. Il P. Domenico è venuto da Tonale, e Cles, e Metz Lombardo,<br />

scappando dai francesi.<br />

Agli undici fu portato in questa nostra infermeria il prete Francescantonio Polidoro di Torbole,<br />

domiciliato in Trento sino dall'anno 1795.<br />

15 luglio 1796<br />

Ai quindici cominciammo a recitare dopo le Luadi ogni giorno in coro le Litanie de' Santi colle<br />

loro preci per il buon esito della guerra, ma senza obbligo.<br />

16 luglio 1796<br />

Li sedici sotto il pranzo sono venuti alcuni soldati a vedere il nostro convento per destinarlo<br />

ospitale di altri soldati infermi.<br />

23 luglio 1796<br />

Li 23 venne di quartiere nel nostro convento un capitano infermo, con due servi, un chirurgo, tre<br />

cavalli, e sette carri, del reggimento Jellaschisch. Fu di cognome Janus, nativo del Sirmio,<br />

figlio, nipote, e fratello di soldati, dell'età d'anni 36. Parlò soltanto tedesco, non sapendo il<br />

latino. Partì dal nostro convento, perché troppo lontano dalla città nella mattina 271 del giorno 27<br />

ed andò ad albergare appresso il sig. Giuseppe Ricci sotto i Portici.<br />

30 luglio 1796<br />

Li 30 giorno di sabato, noi bernardiniani abbiamo fatto la funzione in questa nostra chiesa<br />

prescritta per il terzo turno d'orazioni pubbliche.<br />

31 luglio 1796<br />

Li 32 domenica siamo stati in s. Maria Maggiore colle processione, che portò la divota<br />

Madonna detta del Coro di s. Vigilio; con che finì il terzo turno.<br />

1 agosto 1796<br />

Il primo giorno d'agosto i soldati furono ancor a vedere il nostro convento per destinarlo ospitale<br />

militare. Ma non piacque loro, perché le celle sono troppo picciole. Il Commissario abitò in casa<br />

baldovina a s. Benedetto, chiamato Wainer viennese.<br />

3 agosto 1796<br />

Li tre d'agosto fu destinato di quartiere nel nostro convento un capitano ungaro detto barone<br />

Reicher, del reggimento Esterhasy, e gli preparammo l'appartamento, ma poi non venne, e restò<br />

in città. Fu ferito.<br />

7 agosto 1796<br />

Li sette, giorno di domenica, nel Duomo fu cantata una Messa col Te Deum per la liberazione di<br />

Mantova; ma prima di cantarla si seppe, che nuovamente restò assediata.<br />

In questi giorni ho letto, che nello scorso luglio è morto in Venezia di apoplessia il Conte Carlo<br />

Breuner ambasciatore cesareo, rammentato sopra al 22 giugno 1792.<br />

270<br />

Li 10 agosto 1797 capitò qui una di lui tonaca, diretta Trento Primier. Prade.<br />

271<br />

Janus che ritornò dall'Italia per andare nella Giudicaria nel dicembre del 1796. Fu nel nostro<br />

convento li 30 dicembre.


12 agosto 1796<br />

Li dodici sono stati ancora i soldati a vedere il nostro convento per farlo ospitale militare.<br />

14 agosto 1796<br />

Li quattordici è capitato a Trento scappando da Mantova il maresciallo Conte Wurmser, che fu<br />

alloggiato nel palazzo del Conte Matteo tonero 272 di Contrada Larga.<br />

21 agosto 1796<br />

Li 21 domenica siamo stati alla solita processione del voto della città.<br />

3 settembre 1796<br />

Li tre di settembre i francesi furono a Marco nel Lagaro.<br />

4 settembre 1796<br />

Li quattro circa l'una pomeridiana furono in Roveredo, e nella sera furono a Mattarello. Io<br />

stando nella nostra cella ho sentito il romore del cannone postato appresso Calliano, ed ho<br />

veduto il fumo. Nella stessa sera tarda il Wurmser è scappato verso Pergine, e Valsugana.<br />

5 settembre 1796<br />

Li cinque, giorno di lunedì, alle otto di mattina, i francesi sono giunti a Trento, accompagnati da<br />

Napoleone Buonaparte corso, loro generale in capite 273 . Gli ho veduti passare per il ponte della<br />

Fersina colle scialbe nude; dieci de' quali per il vaso della Fersina vennero diritti al nostro<br />

convento; ma non passarono il secondo chiostro. Chiesero danaro, ed avendo loro risposto il P.<br />

Guardiano, che non ne abbiamo, dimandarono da bere. Dunque demmo loro del pane, e del<br />

vino, e così senz'altro partirono. Visitarono poi tutti li molinari; ma non fecero loro gran mali,<br />

perché li trovarono poveri.<br />

6 settembre 1796.<br />

Li sei circa le dodici di mezzogiorno, d'ordine del Buonaparte furono due uomini del castello,<br />

dove prese albergo il detto generale, a chiederci dei frutti con due gran cesti. Dunque demmo<br />

loro dell'uva, de' fichi, e dei persici, ed il P. Guardiano andò cogli uomini a presentargli al<br />

Buonaparte, da cui ebbe udienza mercé l'attenzione del podestà Luigi Cheluzzi, parente dello<br />

stesso Buonaparte. Fu breve, ma graziosa.<br />

Il detto Buonaparte andò subito a Gardolo per vedere la sua gente arrestata dai soldati cesarei al<br />

ponte di Aviso distrutto. Fu sul campanile di Gardolo 274 col curato Zanella, e la sera passò a<br />

Pergine, perché li suoi furono fermati a Levico da' cesarei.<br />

Nello stesso giorno sesto monsig. Vicario generale ha pubblicato una lettera stampata, e diretta a<br />

tutti i parrochi d'ordine del Buonaparte rapporto al culto divino, ed al contegno degli<br />

ecclesiastici, certamente buona. Al nostro P. Guardiano giunse nella sera degli otto e la<br />

leggemmo alla pubblica mensa nella stessa sera come circolare interessante.<br />

8 settembre 1796<br />

Nel giorno ottavo abbiamo riassunto il canto del coro intermesso nel giorno quinto.<br />

10 settembre 1796<br />

Nel giorno decimo abbiamo riassunto il suono delle campane intermesso 275 nel giorno quinto;<br />

ma molto ristretto, cioè di una campana sola, ora la grande, ed ora la piccola, come ne'<br />

272<br />

*Thunn.<br />

273<br />

d'anni circa 27, nato in Corsica li 6 agosto 1768.<br />

274<br />

*Dal campanile della vecchia chiesa di Gardolo, unica allora esistente in quel paese, non si<br />

poteve scorgere la zona di Lavis!<br />

275<br />

*Interrotto, sospeso.


semidoppi, ed anche assai meno, giacché non sonammo mai, né al Sanctus, né all'elevazione<br />

della Messa conventuale, né al Mattutino, né per li morti ecc. L'Avemmaria servì per la Messa<br />

prima. Non demmo mai botti né per le Messe, né per l'Indulgenza, né per altro. Tenemmo la<br />

porta chiusa della chiesa sino a giorno chiaro, e dopo Nona sino al vespro, e subito dopo la<br />

Compieta.<br />

11 settembre 1796<br />

Nel giorno undecimo, domenica, il ponte di s. Lorenzo fu caricato di fascine, e di polvere da<br />

fuoco. Tutto Trento per questo fu assaissimo scompigliato. Alle undici di mattina oltre il detto<br />

ponte, appresso alla colonna pilonica dai francesi furono moschettati, ed uccisi quattro<br />

bersaglieri austriaci, cioè un Sontag di Gardolo, un avisano, Silvestri di Enguiso in Ledro, ed un<br />

nonese.<br />

14 settembre 1796<br />

Ai 14 furono destinati confessori de' soldati tedeschi infermi li nostri PP. Saverio 276 , e<br />

Maurizio 277 ; e per li francesi don Giovanni Puzzer, e don Francesco Ravelli; ma non ebbero da<br />

far molto, anzi niente.<br />

17 settembre 1796<br />

Nel giorno 17 il Cheluzzi ritornato già da Bassano dove fu col Buonaparte, risegnò la Pretura di<br />

Trento per timore del Consiglio di Trento suo avversario 278 . Per questo la città mandò quattro<br />

suoi deputati al Buonaparte, i quali furono il barone Cristoforo Trentino, figlio del capo console;<br />

il sig. Niccolao Donati; il sig. dottor Federico dell'Aquila, ed il sig. Andrea dalle Armi. Due di<br />

questi restarono a Verona, e due andarono dal Buonaparte a Milano, cioè l'Aquila, e l'Armi.<br />

3 ottobre 1796<br />

Li tre di ottobre, giorno di lunedì, a buon'ora i detti deputati giunsero a Trento di ritorno, e senza<br />

punto fermarsi andarono all'Aviso dal generale Vaubois, il quale subito subito mandò a deporre<br />

dal grado di consiglieri il Festi, il Prati, l'Ippoliti, ed il Leporini, ritrovati nel Consiglio col vice<br />

cancelliere Consolati, che restò solo confermato. Dopo il pranzo poi furono spediti a Milano, in<br />

due carrozze tonere 279 , accompagnati da soldati, e da scherni de' cittadini. Col Leporini ha<br />

voluto andare anche la di lui moglie nata Todeschina di Pergine. Nella sera poi dai musici fu<br />

fatta una solenne serenata al Cheluzzi.<br />

5 ottobre 1796<br />

Ai cinque i soldati francesi hanno condotto via su di un carro la serva, e le robe del Prati.<br />

8 ottobre 1796<br />

Gli otto ho inteso, che sono stati creati cinque nuovi consiglieri dai magistrati d'ordine del<br />

Buonaparte, cioè il barone Gaudenz'Antonio Gaudenti, ed Ambrogio Schreck di Trento; il<br />

dottore Nocher di Borgo; il dottore Carlo Marcabruno d'Arco; il dottor Heymb di Roveredo; ma<br />

li tre ultimi non accettarono. E quindi furono eletti il dottor Bertolini di Pergine; il dottor Dordi<br />

di Borgo, ed il dottor Filippo Perottini di Roveredo 280 .<br />

Le vendemmie in quest'anno furono principiate avanti san Matteo, perché li soldati le hanno<br />

cominciate ancor avanti, e continuarono sinché fuvvi da vendemmiare.<br />

276<br />

*Francesco Saverio Battisti professore nel seminario diocesano.<br />

277<br />

*Felder, pure professore nel seminario diocesano.<br />

278<br />

Nel giorno 19 fu deposto il Cheluzzi come forestiero, ma continuò, e dura anche li 6 marzo 1799.<br />

279<br />

*Della famiglia Thunn.<br />

280<br />

Li quattro consiglieri furono trattenuti a Milano, e rimessi in libertà dal Buonaparte con decreto<br />

de' 5 maggio 1797.


Gli otto li soldati hanno buttato nell'Adige la statua di s. Nepomuceno, mentre avanti di essa<br />

oravano e cantavano dei buoni cristiani.<br />

19 ottobre 1796<br />

Li diciannove ho inteso, che in Passavia è morto alla presta monsignor Tommaso Conte di<br />

Thunn, vescovo di Passavia, alla presenza de' tre suoi fratelli Pietro vescovo di Trento, Filippo<br />

canonico di Trento, e Matteo; ch'è morto per uno sbocco di sangue, cagionato dall'esser caduto<br />

da cavallo. Morì ai sette.<br />

20 ottobre 1796<br />

Li venti è caduta la neve su i nostri monti di Povo, Sardagna, e Terlago.<br />

22 ottobre 1796<br />

Li ventidue alle cinque di mattina si fece sentire da noi un terremoto replicato.<br />

24 ottobre 1796<br />

Li 24 piovette, sventò, e cadde la neve ancora più bassa su i nostri monti.<br />

In questi giorni la salsiccia in Trento fu pagata venti soldi la libbra. Il butiro 24 e più carantani<br />

la libbra, eziandio trenta. Le ova due carantani l'uno. L'olio dassi a misura molto scarsa. Così<br />

pure il sale. La carne è poca, e trista, o sospetta, perché sono chiusi li passi, sono molte le<br />

bocche, e nel paese c'è una grande mortalità de' buoi.<br />

27 ottobre 1796<br />

Li 27 avanti il giorno chiaro fuori della nostra porta del convento abbiamo ritrovato un<br />

bastardello non battezzato. Lo abbiamo subito insinuato a monsignor Vicario generale, che lo<br />

fece levare, e portare altrove. Nel medesimo giorno nel castello di Trento si radunarono a<br />

consiglio tre capi de' francesi, li quali spedirono molti soldati sul perginasco, che presto<br />

ritornarono.<br />

Ne' giorni precedenti sono andati a Verona per trattare col generale Buonaparte a nome del<br />

Magistrato di Trento il podestà Cheluzzi, ed il dottore Aquila.<br />

29 ottobre 1796<br />

Li 29, giorno di sabato, il detto Magistrato con molto clero, e popolo è andato<br />

processionalmente al romitorio di san Rocco di Casteller, perché a cagione de' tumulti<br />

guerreschi non poté andarvi ai sedici di agosto, festa di san Rocco, secondo il voto, e costume.<br />

Aveva destinato d'andarvi ai 25, giorno di martedì, ma non poté, perché impedito da pioggia<br />

dirotta, e vento gagliardo.<br />

Già parecchi giorni monsignor Vicario ha scritto una circolare ai parrochi, che concedano l'uso<br />

della carne, e del grasso anche n' venerdì, e sabati ai bisognosi, a titolo di carestia, cosa che ha<br />

servito molto ai golosi cattolici di nome. Non mi spiego di più.<br />

30 ottobre 1796<br />

Li trenta, giorno di domenica, la sera, in Trento due soldati hanno duellato; per il che la città fu<br />

tutta scompigliata e posta in gran timore, e tumulto, essendo andati altri soldati per le case a<br />

cercare i duellatori.<br />

2 novembre 1796<br />

Li due di novembre li francesi, quartierati all'Aviso, e Pressano tentarono di passare avanti, ed<br />

andare a Bolgiano. Vennero dunque alle mani coi tedeschi posti a san Michele, li superarono,<br />

ma la sera furono respinti, e ritornarono ai loro posti primieri, dopo d'avere terminato di<br />

rovinare la Prelatura di san Michele.


4 novembre 1796<br />

Li quattro, giorno di venerdì, e festa di san Carlo, circa le sette di mattina li francesi quartierati<br />

in Cadine di Sopramonte furono investiti dai tedeschi condotti dal generale barone Laudon<br />

giuniore per la via di Terlago, e a forza d'innumerabili moschettate e di molte cannonate furono<br />

cacciati per il Bus di Vella sino a Trento, dove si salvarono col bruciare il ponte di san Lorenzo<br />

circa il mezzogiorno. Li tedeschi lanciarono moltissime balle di moschetto nella città sino sul<br />

Cantone, sul tetto del Duomo, nel castello ed in altre case più lontane; ma non offesero verun<br />

cittadino, bensì più francesi andati sulle mura. Una balla forò un cristallo del Conte Alberto<br />

degli Alberti di Poia a Santa Margherita, lasciandovi la sola circonferenza sua, senza altra<br />

rottura. In tal tempo fu intermesso ogni suono di campane. Il moschettamento durò quasi fino a<br />

notte. Il ponte fu consumato interamente, restando soltanto quella parte delle pile, ch'è sotto<br />

l'acqua. Il fumo grande andò sino verso Romagnano. Io non posso dir tutto, benché abbia<br />

veduto, e sentito tutto stando in convento. Il tempo fu nuvoloso. La seguente notte nella città<br />

fuvvi dell'inquietezza, perché sono venuti a Trento molti francesi dall'Aviso, Pressano, Pinedo,<br />

Pergine ecc.<br />

5 novembre 1796<br />

Alle due poi dopo la mezzanotte, venendo il giorno quinto, e sabato, benché piovoso, tutti sono<br />

partiti verso Mattarello, eccettuati gl'infermi, ed altri dispersi, forse non avvisati a tempo. Molti<br />

infermi, ancora vivi, furono barbaramente gittati nell'Adige dai francesi. Circa le dieci col<br />

mezzo di una barca venne da Pedecastello a Trento il generale Laudon, il quale fu ricevuto con<br />

giulivi Evviva, Evviva il Laudon 281 . In seguito vennero moltissimi soldati austriaci, li quali<br />

andarono a caccia de' rimasti francesi, e li fecero prigionieri. Dall'Avis venne coi suoi il tenente<br />

maresciallo barone Davidovitz, dalmatino greco, benché dai francesi sia stato bruciato quel<br />

ponte, ristorato d'ordine del Buonaparte ai sei di settembre, per essere stato rotto ai cinque di<br />

settembre da' tedeschi fuggitivi.<br />

6-7 novembre 1796<br />

Ai sei, e sette appresso Calliano combatterono vivissimamente li tedeschi contra i francesi là<br />

fermatisi, ed anche ritiratesi nel castello di Beseno. Il stando in cella ho sentito il continuo<br />

cannonamento, ed ho veduto il fumo grande, ed il lustro della moschetteria. Durò sino al vespro<br />

del giorno settimo, in cui restarono vincitori li tedeschi a grandissimo stento. Li francesi rimasti<br />

vivi, e liberi andarono verso Roveredo senza fare alcun danno.<br />

Ai sei, giorno di domenica, di cielo sereno, restò uccisa in Trento per accidente la serva dell'oste<br />

Zucchelli detto Scandoletta alla Porta dell'Aquila, per un'archibusata uscita a caso. D'ordine d'un<br />

ufficiale tedesco fu pubblicamente bastonato il sartore Munding di Trento giovine 282 .<br />

Ai cinque in Trento fu ripigliato il suono delle campane intorno alle dieci di mattina. Noi<br />

cominciammo col suono del mezzogiorno.<br />

Ai sette di nuovo in Trento si cominciò a recitare nella santa Messa la colletta Deus, qui<br />

conteris bella.<br />

9 novembre 1796<br />

Ai nove ritornò a Trento da Verona il podestà Cheluzzi coll'Aquila, essendosi fermati in<br />

Roveredo ne' giorni delle battaglie di Calliano. Sono partiti da Verona senza d'aver ottenuto<br />

risposta dal Buonaparte, perché disse loro soltanto, che ritornassero da lui dopo due giorni, dopo<br />

tre giorni, dopo cinque giorni; e da un altro francese furono consigliati di partire.<br />

281<br />

L'ala orientale di Pinedo e Pergine fu comandata dal generale Vussakovich Filippo barone da<br />

Segna dalmatino.<br />

282<br />

Munding figlio, che morì di mal petecchioso li nove gennaio 1797.


13 novembre 1796<br />

Ai tredici, giorno di domenica, e festa del Patrocinio di Maria Santissima, noi abbiamo ripigliato<br />

interamente il nostro suono delle campane, come fu avanti la venuta di francesi.<br />

Nei fardelli de' francesi fu trovato in Trento, ed in Torbole, che d'ordine del Buonaparte ai<br />

quattordici di questo mese dovevano saccheggiare ogni luogo, anche le chiese, e poi partire di<br />

qui verso Verona.<br />

14 novembre 1796<br />

Ai quattordici sono giunti a Trento due commissari austriaci, de' quali parlerò in seguito.<br />

Ho tralasciato moltissime cose notabili accadute in questo ultimo semestre, perché fu troppo<br />

scompigliato, ed io ebbi altro che fare, e pensare, stando anche lontano da questo mio volume.<br />

Qui dirò, che la prima ritirata de' nostri tedeschi costò moltissimo ai Trentini, per il grandissimo<br />

numero de' buoi, che vollero da condurre li magazzini verso Bolzano. I detti buoi patirono<br />

assaissimo, perché avevano poco da mangiare, e niun riposo. Frequentemente cadevano morti<br />

sotto il carro, ed altri venivano abbandonati dagli stessi padroni troppo stanchi, ed offesi<br />

dall'importunità, ed indiscretezza militare. La cavalleria napoletana guastò le campagne dove si<br />

quartierò allo scoperto, in Piazzina, a Lamar, in Briamasco ecc. Tutte le piazze e le strade della<br />

città vi videro pienissime di carrettoni, cavalli, e soldati buttati per terra, tanto che non potevasi<br />

camminare diritti. Non vedevasi alcuno, che non mostrasse mestizia. Molti sono fuggiti. Altri in<br />

Fiemme, altri in Valsugana, altri a Vicenza, altri a Bassano, Feltre, Belluno, Passavia,<br />

Salisburgo, Bressanone, Bolgiano ecc. È scappato il Conte Pio di Wolchenstein capitano della<br />

città; il Conte Francesco Alberti di Enno; il Conte canonico Alberti di Enno; il Provicario<br />

Menghino; Lorenzo Zambaiti con la sua madre, cognata, e sorella, e cugina; la contessa<br />

Migazza; la contessa Marianna Tonera; la fraila Teresa Sardagna; il Conte Ab. Giuseppe<br />

Sardagna; il barone canonico Eyerle; il Conte canonico d'Arsio; il Conte canonico Kuen; il<br />

barone canonico Buffa; il barone canonico Piccini giuniore. Il Conte Giuseppe di Thunn; l'erede<br />

Travaglia colla sua consorte; e tanti altri. Stettero fermi li Conti Melchiori; li Conti Sizzi; li<br />

Conti Manci; li baroni Salvadori di san Simonino; li Conti Bortolazzi. Il Carpentari rettore del<br />

seminario; monsig. decano Manci, monsig, Zambaiti Vicario generale. I baroni Gaudenti e tanti<br />

altri. Il maresciallo barone Boilieu fu quatierato in Ala, in Roveredo, e molto tempo in Calliano,<br />

donde fu trasportato come sospetto a Lintz; e venne in di lui luogo il Conte Wurmser. Questi<br />

nella sua ritirata venne a Trento li 14 d'agosto, ed alloggiò nel palazzo Tonero. Si fece un<br />

grandissimo consumo di fieno fatto venire a Trento anche dall'Anaunia, e dall'Ausugio. In Fiera,<br />

al palazzo delle Albere, e nel palazzo gallassiano furono piantati li forni mobili militari. Per<br />

gl'infermi fece il pane Domenico Grandi fornaio di Trento a s. Maria, il quale provide l'ospitale<br />

militare anche di vino, minestra, e crauti, e carne. Familiari del Wurmser, confidenti, e<br />

commensali furono Patrizio Andrea Rensi, Norberto Heyder, un Bertelli, ed un Fantoni. Il<br />

Magistrato e la nobiltà non godettero la di lui grazia. Egli fece porre dei cannoni in Dostrento<br />

voltati colla bocca verso la città. Fece pur mettere dei cannoni a Muralta. Chiese trenta mila<br />

fiorini di vino, e ne ottenne sessanta carri.<br />

Li francesi giunti a Trento seguitarono 283 i tedeschi andando la cavalleria per Martignano, ed<br />

altri per Campo Trentino senza punto fermarsi. Altri nella sera andarono per Pergine. Altri nel<br />

giorno sesto andarono a Levico per la via di Valsorda.<br />

In Gardolo fuvvi una gran moschettata senza morti. Ai sei passarono sino al Masetto di Cadino,<br />

a Mezzo Tedesco, e Mezzo Lombardo; né mai passarono più oltre da quella parte. Dall'altre di<br />

Pergine andarono sino a Bassano. Il così detto comandante della Piazza, cioè di Trento, abitò nel<br />

castello di Trento. Furono quattro. L'ultimo si chiamò Ruby; il penultimo, o antepenultimo<br />

Prompt. Il Buonaparte si mise nell'appartamento vescovile. Il Massena nel palazzo Tonero 284 .<br />

Nell'ottobre furono a giurare fedeltà alla Repubblica francese tutti li giudici, e sindaci de' paesi<br />

soggiogati con Trento. Subito venuti hanno voluto dai trentini tutte le armi distinte coi segni de'<br />

283 *Inseguirono.<br />

284 *Thunn.


padroni; ma sono partiti poi senza ristituirle. Bensì ne hanno lasciato molte perché non hanno<br />

potuto portale via. Hanno tolta tutta l'argenteria del castello, eziandio due pezzi, ch'erano nelle<br />

mani d'un orefice, e due candellieri, che servivano a monsig. Vicario. Seppero dire, che<br />

mancavano tanti tondi legati insieme. Levarono anche alcune pitture. Hanno tolto tutta<br />

l'argenteria, e il danaro del Santo Monte. Tutto il danaio dello steuraro consistente in ottomila<br />

fiorini. Volevano bruciare il palazzo del Conte Matteo Tonero; ma il Magistrato, ed il podestà lo<br />

impedirono. Nell'ottobre hanno chiesto cinquecento buoi per mandarli a Verona; ma non gli<br />

ottennero. Nel settembre levarono tutti li cavalli de' signori. Nell'ultimo giorno di ottobre in<br />

Borgo di Valsugana fuvvi una battaglia formale tra tedeschi, e francesi, colla peggio de'<br />

francesi, che si ritirarono precipitosamente. De' tedeschi restò ferito un solo. De' francesi poi<br />

molti. Successe dopo il mezzogiorno. Le chiese e le case di Trento non sono state toccate dai<br />

francesi, bensì le chiese e case delle ville. Al parroco di Civezzano hanno tolto tutto tutto,<br />

essendo presente in tempo di notte, passando nella sera dei cinque di settembre. Furono pure<br />

assai maltrattati parroco di Meano, il piovano di Mattarello, ed il curato di Gardolo; i Conti<br />

Melchiori di Avis; il sig. Schulthauss Vicario di Avis; il Conte Domenico di Lodrone; i<br />

masadori de' Salvetti a s. Lazaro; i masadori Gentilotti e Saracini alle Novaline ecc. ecc. In una<br />

parola hanno recato danni indicibili dappertutto. Se il Signor Iddio mi donerà tempo, e pace<br />

scriverò una relazione minuta, ed ordinata de' mali da loro recati a questi paesi. Per altro eglino<br />

in Trento ne' loro quartieri sonosi diportati talmente, che niun affatto si lamentò; ma anzi tutti<br />

lodavano la loro quiete, discretezza, e morigeratezza. Rapporto alla religione pochissimi hanno<br />

dato segno di averne. Non ebbero alcun cappellano. In Avis essendo moribondo un colonnello<br />

s'insinuò il sig. curato; ma gli fu risposto, che lo lasciasse morire in pace, e così morì, e fu<br />

seppellito cogli onori militari in campagna. Tutti furono vestiti colla velada lunga di colore<br />

turchino, con cappello grande. Il resto del vestito fu vario. Così pure fu vario quello degli usseri,<br />

e cavalcanti. In Trento non fu piantato l'Albero della Libertà, e non si videro coccarde francesi.<br />

Sulle porte per sicurezza furono posti de' biglietti francesi da principio. Ogni proclama francese<br />

aveva in fronte Libertà. Eguaglianza. Repubblica Francese. Qui voglio finire. Sono stanco.<br />

La Prepositura di san Michele fu precipitata totalmente ai sei di settembre, ed ai due di<br />

novembre da' francesi, li quali hanno levato tutti li calici, ed altre cose d'oro, ed argento, anche<br />

quelle, che stavano nascoste in una sepoltura. Hanno tolto, o lacerato tutti i paramenti della<br />

chiesa, e le biancherie ecc. de' canonici, li quali nel primo accesso stettero 44 ore senza aver da<br />

mangiare, e nel secondo 48. Per celebrare la santa Messa hanno tolto calici, col resto, dal mostro<br />

convento di Melombardo. Un canonico Lor. Gresser per altro ben provveduto, ha dovuto<br />

indossare una camicia trista d'un soldato francese. La chiesa curata di Avis da un francese fu<br />

ammazzato un Benamato. In Agnedo di Strigno fu parimente ammazzato da un francese un<br />

prete, che con uno schioppo voleva tirargli, benché non pigliò fuoco. In un altro luogo hanno<br />

fatto dissotterrare degli schioppi. In un altro gli hanno cavati da un mucchio di strame. In un<br />

altro seppero che della seta stava immurata, e si contentarono soltanto di manifestare la spia<br />

presente al padrone. Nell'ottobre corse voce, che li francesi avrebbero chiesto tre fiorini per testa<br />

d'uomo, e due per testa di donna. Li tedeschi nell'agosto furono condotti verso Brescia per le<br />

Giudicarie dal consigliere Prati; ma con loro gravissima perdita, come si disse per tradimento<br />

del condottiere, che teneva la sua moglie in Brescia. Ho veduto ritornare la cavalleria li nove di<br />

agosto. Quel Filos di Melombardo 285 , che fu dieci mesi arrestato in Insprugg come giacobino, fu<br />

commensale de' francesi nel castello di Trento in tutto il tempo, che stettero qui. Egli si fece<br />

conoscere all'Avis pregando per gli avisani. Poco dopo, che vennero a Trento i francesi sono<br />

stati sentiti a cantare questa canzonetta: Coll'oro, e coll'argento non siam venuti a Trento, e<br />

coll'argento e ram andrem'anch'a Bolzam. Furono pure uditi dire, che in Trento non hanno<br />

trovato tanto danaio quanto ne hanno speso. Li tedeschi avevano stabilito di saccheggiare la<br />

città di Trento nel loro ritorno; ma il Laudone gl'impedì, e non lo permise. Il Rensi, che servì al<br />

Wurmser come provandiere dell'armata tedesca bene stipendiato, comperossi un calessino con<br />

un cavallo, e pigliò un servitore. Partiti li tedeschi restò in Trento coll'abito austriaco; e quindi<br />

285 *Mezzolombardo.


dai francesi fu fatto prigioniero colla moglie, e col figlio chierico, i quali tutti e tre furono<br />

spediti in giù verso Roveredo, il Rensi perché d'una sola gamba, in un legno, e gli altri a piedi.<br />

Egli è poi ritornato in tempo dei tedeschi.<br />

Li sopraddetti due commissari austriaci subito hanno deposti li consiglieri di Trento, che<br />

avevano giurato ai francesi, e ne hanno fatto degli altri, cioè il Conte Alberto Alberti di Poia<br />

cancelliere, il barone Messina ex soldato ed ex vice capitano di Trento, il barone de Taxis figlio<br />

della baronessa Buffa; il dottore Schrattenberger, ed il dottore Sardagna figlio del fu cancelliere.<br />

Hanno pure deposto il segretario Bernardino Manci; ma poi l'hanno rimesso. Han deposto anche<br />

il podestà; e poi ad istanza della città lo hanno rimesso. Han deposto gli ufficiali della posta<br />

Felice e Luigi Boninsegni padre e figlio, e l'Hoffer, e poi hanno rimesso il sig. Felice. Hanno<br />

arrestato in casa sua lo stampatore Giambattista Monauni, cui hanno tolto il carteggio ecc. Il<br />

primo de' detti commissari si è il barone Sigismondo Moll capitano di Roveredo, il quale si<br />

chiama presidente, ed abita nel palazzo del Conte Pio di Wolckenstein. L'altro è Filippo Baroni<br />

di Sacco già vice capitano di Roveredo.<br />

16 novembre 1796<br />

Li sedici, giorno di mercoledì, giurarono al detto presidente li mentovati consiglieri nuovi;<br />

essendo governatori del principato mons. decano Manci, il canonico Conte Spaur, ed il canonico<br />

Conte Arsio, li quali a nome del loro Capitolo protestarono contra li commissari, e mandarono<br />

staffette al vescovo assente, e dimorante in Passavia.<br />

Ieridì sono passati per Trento in ferri per andare da Roveredo a Insprugg un baron Egger di<br />

Roveredo, un Baroni di Sacco, e due Marzani di Roveredo padre e figlio. Sarebbe stato con loro<br />

anche un figlio del consigliere Angeli accasato in Roveredo, se non fossesi sottratto colla fuga.<br />

Ma poi ho inteso, che non sono stati condotti via da Roveredo, ma soltanto in arresto.<br />

20 novembre 1796<br />

Li venti, domenica, i detti commissari hanno pubblicato un proclama autorizzante li trentini,<br />

siccome ho inteso; ed è morta la moglie del Gamba filatoriano, per lo spavento, che i francesi le<br />

hanno fatto nella mattina della loro partenza, saccheggiandole la casa, e portandole via per circa<br />

trecento fiorini; cosa che le fece perdere il cervello.<br />

22 novembre 1796<br />

Li ventidue, martedì, dopo il pranzo, la città di Trento fu tutta scompigliata, per il timore de'<br />

francesi ritornati a Ala del Lagaro per la Valfredda, e per la ritirata de' tedeschi. Ma presto svanì<br />

tal timore, essendo restati vincitori li tedeschi.<br />

Negli scorsi giorni è morto in Cles dal vaiuolo il primogenito del generale barone Laudon 286 in<br />

casa del sig. Lorenzo dal Lago, e fu seppellito nel monumento di tal casa situato nella chiesa<br />

parrocchiale, accompagnato da due soli preti, essendo di soli quattro in cinque anni. Poi furono<br />

cantate due Messe perla Casa Laudon, una nella parrocchiale, ed una nella chiesa nostra di<br />

sant'Antonio. Per altro il generale dicesi greco scismatico.<br />

25 novembre 1796<br />

Li venticinque, venerdì dopo il vespro improvvisamente è venuto di quartiero Andrea Nagy di<br />

Galanta da Presburgo ungaro capitano di età 42 e milizia 26, nato 23 dicembre 1754, ferito in<br />

una gamba presso Legnago. È del reggimento Jallaschisch. Ha moglie e figli nell'Ungheria 287 .<br />

Con lui sono venuti alcuni altri soldati, e più cavalli. Il detto capitano, ch'è anche senza un<br />

286<br />

Alessandro Laudon. La di lui moglie da Brunna di anni 20, sta in Cles, buona cattolica detta<br />

Amalia contessa di Fünfkirchen.<br />

287<br />

Ha servitori due, un cacciatore, ed un cuoco detto Carlo Fabiani si segna d'anni 36.


occhio, ha 74 fiorini di stipendio al mese, oltre il fieno, e biada. Dunque ha troni 12 e carantani<br />

10 al giorno 288 .<br />

26 novembre 1796<br />

Li 26 ho inteso essere stato destinato per ospitale militare il seminario di Trento. Che tal<br />

seminario passi a san Marco, ed i Padri di s. Marco alle Laste coi PP. Carmelitani. Mons.<br />

decano però ha negato il suo assenso; ma in vano.<br />

29 novembre 1796<br />

Li 29 il sig. Provicario Menghino ha intimato ai Padri di san Marco di evacuare il loro convento<br />

per domani.<br />

Ieri sera, cioè li 28, è venuto a stare nel nostro convento con detto capitanio un tenente ungaro<br />

giovine, pieno di rogna, con altri servi, e cavalli, il quale partì per Bolzano li due dicembre.<br />

30 novembre 1796<br />

Li 30 sono andati al convento lastano 289 i padri Agostiniani di san Marco.<br />

Nella sera dello stesso giorno cominciammo a scaldare il nostro refettorio. Finimmo nel giorno<br />

19 marzo 1797.<br />

2 dicembre 1796<br />

Nel giorno di venerdì secondo di dicembre il seminario vescovile di Trento passò dalla chiesa di<br />

s. Saverio, correndo la vigilia della di lui festa, a quella di san Marco, come noi nella vigilia di<br />

s. Bernardino nostro titolare passammo a san Saverio. Il rettore però, perché gravemente<br />

infermo restò, e non poté essere trasportato a san Marco. Detto don Giuseppe Carpentari di<br />

Roveredo.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioachino Besenella<br />

Vicario P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli<br />

P. Gaudenzio Baiti<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Regalato Bombarda<br />

P. Vitantonio Keller<br />

P. Stanislao Perugini<br />

P. Davide Degara<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

Famiglie nostre fatte nel maggio del 1796<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Paolo Montibeller<br />

Vicario P. Pietro Damiano Felder<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Udalrico Graff<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Giovanni Bressani<br />

F. Serafino Berti<br />

288 La metà di tal paga passai alla moglie vivente nell'Ungheria d'anni 31, nominata Rosalia figlia del<br />

barone Bubna boemo colonnello e poi generale. Anche il capitano è figlio di un colonnello, morto d'anni<br />

84, cattolico.<br />

289 *Dei PP. carmelitani delle Laste.


F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Mauro Gottardi Terziario<br />

F. Ivone Gottarrdi Terziario, pochi mesi<br />

Infermeria<br />

P. Ermenegildo Zambelli<br />

P. Gaetano Gottardi non celebrante<br />

P. Serafico Devigili non celebrante<br />

P. Ubaldo Bertolini non celebrante<br />

F. Michele Carlini<br />

F. Vito Terzi<br />

F. Matteo Dorigati Terziario<br />

In seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio Felder<br />

P. <strong>Provincia</strong>le Arcangelo Dallago<br />

P. Segretario Gio. Evangelista Torresanelli<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Attanasio Degasperi<br />

Vicario P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Valentino Canali<br />

P. Damaso Zamboni<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Simone Pietro Clementi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pstorini<br />

Fratelli<br />

F. Constantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Carlo Felice Pini<br />

Vicario P. Amedeo Manincor<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Adriano Seppi<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Gio. Vincenzio Lutz<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Gio. Antonio Dellagiacoma<br />

Vicario P. Ferdinando Paoli<br />

P. Aloisio Bertolini<br />

P. Ignazio Malfatti<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozaaldi<br />

F. Luca Miclet<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

F. Bartolommeo Vanzo Terziario<br />

F. Martino Motter Terziario<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseppe Antonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Gio. Giuseppe Dallarosa<br />

P. Ippolito Biasi da Sfruzzo


P. Gio. Giacomo Dellagiacoma<br />

P. Giuseppe Andrea Fumanelli<br />

P. Gasparo Bottesi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Teofilo Gilli<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Silverio Cramerotti da Villa Lagarina<br />

F. Donato Passerini da Varignano<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Filippo Panizza<br />

Vicario P. Francesco Felice Campi<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Patrizio Tonina<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

Fratelli<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Alessio Piva Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Giovanni Francesco<br />

Dellagiacoma<br />

Vicario P. Ilario Casagrande<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Fulgenzio Sighel<br />

P. Damasceno Tonina<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Gio. Battista Liberi Terziario<br />

F. Gio. Maria Montagnoli Terziario<br />

F. Pasquale Gremes Terziario<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

F. Giuseppe Maria da Pradazzo chierico<br />

F. Francesco Maria Defrancesco da Panchiato<br />

chierico<br />

Fratelli<br />

F. Salvatore Gottardi da Vervò<br />

F. Egidio Pedrotti da Cavedine<br />

F. Santo Fedrici da Sfruzzo<br />

F. Pietro Gretter novizio<br />

F. Domenico Facchini Terziario<br />

Concento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Sisinio Maria Ziller<br />

Vicario P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Illuminato Gritti<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Pacifico Tommasini Terziario<br />

Fuori di <strong>Provincia</strong><br />

P. Pietro Grisologo Zorrer<br />

P. Michelangelo Lorenzi a Pesaro<br />

P. Geremia Pola a Borgo cappellano<br />

P. Francesco Vittorio Weber<br />

Variazioni<br />

Nel principio del gennaio 1797:<br />

Arco: Guardiano P. Damiano<br />

Vicario P. Pietro Paolo Montibeller<br />

Borgo: Guardiano P. Gasparo Bottesi<br />

Vicario P. Accursio<br />

Roveredo: Guardiano P. Vincenzo Keller<br />

Vicario P. Carlo Felice Pancheri<br />

2 dicembre 1796 (sic)<br />

Li due dicembre sono venuti a Trento i sindaci di tutte le Giudicarie ad esibirsi a nome comune<br />

di levarsi in massa contro i francesi, qualora facciano altrettanto anche gli altri paesi del<br />

Trentino. Gli anauni hanno già ordinato, e raccolto diverse compagnie. Così pure li fiemaschi.<br />

Ma ma ma...


Nello stesso giorno sono stato a vedere la chiesa del nostro s. Francesco, dopo che ha servito di<br />

albergo, e di magazzino ai soldati tedeschi, e francesi. Oh quanto mai è deturpata, e profanata, e<br />

rovinata. Non vi è stalla più fetente. Hanno bruciato in essa tutto, per fino le cornici delle palle<br />

degli altari, prostrate le sacre statue, aperte le sepolture ecc. ecc.<br />

4 dicembre 1796<br />

Li quattro sono tre giorni che l'Adige mena ghiaccioni, tanto che il porto 290 di Trento non<br />

sempre può passare. S'aggiugne a questo la scarsezza delle legne, e l'esservi soldati, che<br />

vogliono sempre fuoco, e quindi bruciano quanto vien loro alle mani.<br />

Nel medesimo giorno è giunto a Trento dalla Germania il successore del barone Davidovitz già<br />

condotto in ferri verso Vienna come sospetto di francesismo. Così ho inteso, ma altri negano; e<br />

meritamente, cioè che sia partito da Roveredo.<br />

5 dicembre 1796<br />

Li cinque della mattina sino alla sera ha nevicato nel piano di Trento, ma sottilmente a motivo<br />

del gran freddo.<br />

6 dicembre 1796<br />

Li sei, giorno di martedì, vennero al nostro convento di quartiero sessanta bersaglieri di Cembra,<br />

oltre il capitano, e li quattro servi, di cui sopra. Ma essendo andato in città il P. Guardiano a<br />

pregare, furono ridotti a 22 e gli altri 38 furono spartiti a dieci a dieci ne' masi a noi vicini. La<br />

città è pienissima di soldatesca. Da noi vennero 34, li quali partirono per Mori ai sette di<br />

mattina.<br />

Nel medesimo giorno sesto, dopo il pranzo, il nostro infermiero è andato ad assistere al rev.mo<br />

sig. Giuseppe cavaliere Carpentari roveretano rettore del seminario vescovile, infermo già da<br />

parecchi giorni tanto, che non può venire trasportato da s. Saverio a s. Marco, dove ora sta<br />

trasferito il detto seminario. Fu chiamato il detto nostro infermiero F. Abbondanzio di Sacco,<br />

perché non hanno potuto ritrovare un altro infermiero. Ma lo troveranno quando non vi saranno<br />

più i poveri Frati, che ora voglionsi annichiliti come inutili, e gravosi.<br />

8 dicembre 1796<br />

Gli otto, giovedì, festa della Concezione Immacolata di Maria Santissima nostra Signora, il<br />

Consiglio di Trento ha pubblicato un proclama, in vigore del quale tutti suonando a martello la<br />

campana si mettino in massa contro i francesi qualora volessero ritornare. Un simile proclama<br />

fu pubblicato antecedentemente anche in Roveredo, Riva, Arco, ed altrove; l trentino è dato dal<br />

castello del Buon Consiglio, soscritto dal Presidente Moll, cancelliere Alberti, segretario Manci.<br />

9-10 dicembre 1796<br />

Ai nove, e dieci soffiò un vento tanto freddo, che appena si poté tollerarlo. Buono però, che le<br />

strade sono secche. La città è piena di soldati, e carrettoni, che girano in giù, in su, e per<br />

traverso.<br />

In questi giorni il Magistrato voleva mettere nel nostro convento un altro capitano etico marcio<br />

colla sua servitù; ma un gentiluomo di Trento non console di proprio moto ci ottenne di non<br />

avere un tale aggravio, oltre quello che abbiamo dall'altro capitano con 4 servi e 4 cavalli.<br />

11 dicembre 1796<br />

Gli undici, giorno di domenica, vicino alla notte, la gomena, detta il reghem, del porto sopra<br />

l'Adige alla Torre Verde, s'è rotta ed il porto carico di due carri, e non pochi uomini andò a<br />

fermarsi tra Pedecastello e san Niccolao, ma senza che siasi annegato veruno. L'Adige mena<br />

290 *Il traghetto.


continuamente ghiaccioni, e per avere l'uso di detto porto 291 tanti dovevano aspettare molte ore.<br />

Per altro suppliscono dei barchetti. Fu rimesso il porto ai dodici sul mezzogiorno.<br />

Atteso l'eccessivo freddo, e l'esser occupata dai sodati la chiesa di s. Francesco, ed anche al<br />

cappella di s. Carlo, è stato decretato, che l'esequie de' morti facciansi nelle rispettive<br />

parrocchie. Ciò avvenne, perché il decretante ha provato l'incomodo quando è intervenuto<br />

all'esequie del sig. rettore del seminario don Giuseppe Carpentario ai dieci del corrente. Egli è il<br />

sig. Provicario Menghino, il quale scappò avanti il fine dell'esequie. Ma dopo scritto questo ho<br />

inteso, che il decreto fu fatto dal Capitolo canonicale ai 9, ad istanza del piovano di s. Maria<br />

Maggiore e di altri. Si portano li cadaveri nelle chiese ecc.<br />

15 dicembre 1796<br />

Li quindici il procuratore civico Campanella sul mezzogiorno fu a vedere se in questo nostro<br />

convento siavi luogo caldo da quartierare soldati, oltre quelli, che abbiamo, ai quali dee darsi<br />

legna, cucineschi, letti, stalla, camere quattro ecc.<br />

16 dicembre 1796<br />

Li sedici sono venuti cinque soldati al nostro convento, perché in città non hanno potuto<br />

ritrovare alloggio. Abbiamo dato loro alloggio, legna, da mangiare, e da bere. Sono partiti nella<br />

mattina seguente.<br />

In questi giorni la vedova del fornaio Paolo Zanolino fu creduta morta. Perciò le fu suonata<br />

l'Avemmaria; ma quando vollero vestirla per incassarla fu ritrovata viva. Così ho inteso in città<br />

di Trento, dove le petecchie fanno strage luttuosa. Fu per altro convulsionista la detta donna.<br />

20 dicembre 1796<br />

Li venti, giorno di martedì, mattina venne la seconda neve, ma subito le tenne dietro una<br />

pioggetta.<br />

21 dicembre 1796<br />

Nel giorno 21 fuvvi una densa caligine, che cuoprì tutta la terra. Così tal caligine fu anche nel<br />

giorno 22, 23, 24, 25, 26, piovoso 27 e 28.<br />

Li nostri Padri hanno predicato in questo Avvento:<br />

Aldeno, il P. Vitantonio da Cles, che non poté predicare nelle due prime domeniche, perché<br />

Aldeno fu pienissimo di soldati quartierati, e aspettanti il loro destino.<br />

Villazzano, il P. Stanislao di Nago. Anche nella festa di s. Stefano.<br />

Cognola, il P. Davide da Tiarno.<br />

Gardolo, il P. Mariano da Bordiana, Anche nelle 2 feste natalizie.<br />

Calavino, il P. Regalato da Carice 292 .<br />

Vezzano, il medesimo P. Regalato, il quale andò a Calavino per confessare anche nel giorno 28<br />

dicembre, e vi stette sino ai due di gennaio.<br />

22 dicembre 1796<br />

Li 22 dicembre di giovedì, frat'Abbondanzio nostro infermiero fu chiamato instantissimamente<br />

ad assistere al sig. Conte Pietro Sizzo d'anni 46 di Trento infermo di febbre putrida; ma prima<br />

dovette andare chiamato a Cognola per un altro mezzo morto. Vedi sotto.<br />

Nello stesso giorno 22 le Fradaglie di Trento hanno dovuto cedere il loro bello, spazioso e<br />

nuovo conservatorio, situato appresso la chiesa di s. Maria Maggiore, all'ospitale militare e<br />

sonosi ritirate. Così mi fu riferito da più di uno venuti dalla città. Ma poscia ho inteso, che sono<br />

uscite nel giorno 24 e sonosi ritirate nella casa già Prati, ora seminariale di rimpetto<br />

all'orfanotrofio.<br />

291 *Traghetto.<br />

292 *Cares.


24 dicembre 1796<br />

Nella notte de' 24 venendo li 25, circa le dieci e mezza nel palazzo madruziano delle Albere<br />

fuori di Trento in Briamasco fuvvi un grande incendio, cagionato dai soldati infermicci<br />

alloggiati in esso, perché hanno fatto fuoco in una camera sul quadrelato e attaccò le travi<br />

sottoposte.<br />

Nella medesima notte abbiamo albergato dieci bersaglieri fiemaschi ritornanti da Vallarsa alla<br />

loro patria per avere finite le loro sei settimane. Essi hanno tre troni al giorno di paga, cioè<br />

mezzo fiorino dal Tirolo, e mezzo tron da Fieme. Uno ha risparmiato cento troni. Sono partiti<br />

nella mattina de' 26. Abbiamo dato loro anche da mangiare, e bere. Nella sera poi de' 26 è<br />

venuto un altro soldato coi quattro capitaniali, che già tegniamo da un mese; ma partì nella<br />

seguente mattina.<br />

27 dicembre 1796<br />

Li 27, martedì, essendo sovraggiunta una malattia grave al nostro Padre <strong>Provincia</strong>le, abbiamo<br />

richiamato al convento per assistergli il nostro infermiero fra Abbondanzio, ma li Conti Sizzi<br />

vollero in di lui vece l'altro nostro infermiero fra Giuseppe. Appena seppesi, che fra<br />

Abbondanzio era in convento, fu chiamato altrove; ma non poté scostarsi dal suo infermo.<br />

28 dicembre 1796<br />

Nella seguente notte, venendo li 28 e la festa de' santi Innocenti, fu tenuto un festone di ballo<br />

nella casa del rev.mo sig. canonico Francesco Felice de' Conti Alberti di Enno di rimpetto alla<br />

chiesa di san Vigilio, già cattedrale, per l'uffizialità militare, con invito alla nobiltà trentina. Li<br />

veri cristiani hanno meritamente mormorato, sul riflesso delle moderne dolorosissime calamità,<br />

che ne minacciano di maggiori, e della persona, che lo ha dato.<br />

Dal nostro capitano soprallodato, ho inteso, che una palla maggiore da cannone costa sei fiorini<br />

e mezzo. Una minore poi tre fiorini, e più.<br />

Da altri poi ho inteso, che ai 14 di questo mese fu eletto vescovo di Passavia un altro Conte di<br />

Thunn, ma boemo.<br />

Il freddo da parecchi giorni è assai mitigato. L'acqua santa negli avelli del nostro coro e della<br />

chiesa non si è mai gelata in quest'inverno finora.<br />

31 dicembre 1796<br />

Nel giorno 31 di questo mese, ed ultimo di quest'anno 1796, ho inteso come cosa certissima, che<br />

nel seminario vescovile di s. Francesco Saverio, sotto un mucchio di fascine, sono stati scoperti<br />

e ritrovati moltissimi cadaveri di soldati.<br />

Il mentovato capitano Nagy mi ha detto, che l'imperatrice Maria Teresa ha assegnato l'annua<br />

pensione di trecento fiorini ad ognuna delle sue quattro sorelle quando è morto il di lui padre<br />

generale d'armata stato tre anni prigioniero de'turchi, e che l'imperatore Gioseppe ha ridotta la<br />

detta pensione a fiorini 200.<br />

Deo gratias.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO MDCCXCVII.<br />

1 gennaio 1797<br />

Nel primo giorno di questo mese le Fradaglie di Trento non hanno fatta la solita loro festa del<br />

ss. Nome di Gesù, perché come ho già notato sopra, la loro casa e chiesa sono occupate dai<br />

soldati infermi, ed esse stanno senza chiesa nella vicina casa già Prata. Era stato destinato<br />

panegirista il nostro P. Vitantonio 293 .<br />

293 *Vito Antonio Keller.


4 gennaio 1797<br />

Ai quattro di sera, giorno di mercoledì, fra Giuseppe nostro infermiero, richiamato per bisogno<br />

de' nostri infermi nuovi, è ritornato dalla Casa Sizza al nostro convento. Il Conte Pietro già<br />

guarisce.<br />

Ne' giorni scorsi l'officialità militare ha tenuto un altro festone in Casa Alberti di Trento, ed ha<br />

fatto lamento, che al primo non siavi stato quel concorso, che pretendevano, e che supponevano<br />

sarebbevi stato, se l'avessero tenuto i francesi. Poi vogliono, che il signor Iddio benedica le loro<br />

armi. Ma tanti non conoscono Dio.<br />

7 gennaio 1797<br />

Nel giorno settimo, essendo sabato, si sono congregati in Trento sette generali d'armata<br />

austriaca, ed hanno tenuto un Consiglio di guerra nella stessa mattina, e poi ancora in quel<br />

giorno sono partiti. Si dice, che il tenente maresciallo Davidovitz sia in arresto a Roveredo; anzi<br />

che sia deposto.<br />

9 gennaio 1797<br />

Li nove ho inteso, che il nostro vescovo dimorante ora in Passavia, abbia eletto suo<br />

Suffraganeo il Conte Emmanuele di Thunn canonico di Trento, e Salisburgo, residente ora in<br />

Salisburgo. Li 21 tal nuova si divulgò in Trento d'ordine del vescovo Pietro Vigilio.<br />

Ho pur inteso, che in Sacco hanno duellato due ufficiali tedeschi militari per causa di una<br />

giovane di casa Bonfiola, e che uno sia restato morto, nativo viennese. Di più, che il Davidovitz<br />

ha mandato a chiedere dell'arsenico ad uno speciale di Roveredo, che glielo negò, e non volle<br />

darglielo.<br />

17 gennaio 1797<br />

Nella notte venendo il giorno 17 di s. Antonio soffiò un vento gagliardissimo, ma non altrettanto<br />

freddo.<br />

Nella Gazzetta trentina foglio num V, martedì 17 gennaio 1797, v'ha questo Avviso.<br />

Si rende universalmente noto, essere stata oggidì in esecuzione di preciso ordine sovrano chiusa,<br />

ed abolita la Lotteria trentina.<br />

Sigismondo barone de Moll<br />

Commessario cesareo regio.<br />

Ex commissione<br />

Trento li 14 gennaio 797<br />

Giovanni Barone de Schluga 294 .<br />

Questa lotteria stava nella casa vicina alla speciaria Gerloni, appresso i Portici occidentali della<br />

Piazza grande di Trento. Fu la rovina di tante famiglie, ed a me fece perdere molto tempo per<br />

allontanare da me li concorrenti, che mi chiedevano dei numeri. Nel predetto giorno 14 il sig.<br />

Pietro Carlo Ducati di Trento, che per altro sottoscrivevasi Segretario Aulico di Trento, si ha<br />

soscritto Segretario del Consiglio Amministrativo di Trento, col sigillo però vescovile come<br />

avanti.<br />

Ho inteso, che nello scorso sabato 14 gennaio un gentiluomo rivano giunto a Trento andò ad<br />

ordinarsi la cena in una osteria, e poi andò a fare i suoi interessi per la città. Ritornato all'osteria<br />

gli venne portata la cena da grasso. Ricusandola esso perché di grasso, sentì rispondersi, che già<br />

vi è la dispensa. Ma pure non la volle, e si contentò di ogn'altro cibo da magro. Egli è il signor<br />

Brochetti. Quanti abusi regnano in Trento a' nostri giorni! Malgrado il timore della carestia de'<br />

viveri, per cui monsignor Vicario ha dispensato la carne, il sig. Andrea dalle Armi ricco<br />

mercante di Trento, è morto per aver mangiato troppo delle castagne alla cena della domenica<br />

15 gennaio. Egli per alleggerirne lo stomaco pigliò un forte vomitorio, e nel giorno decimottavo<br />

si confessò, comunicò, e morì circa ed avanti le due pomeridiane, con dispiacere universale.<br />

294 Questo fu replicato nel foglio sesto 21 gennaio e nel foglio 7, 24 gennaio.


Ho parimente inteso, che il nostro vescovo dimorante in Passavia per suo uso ha chiesto al sig.<br />

Bertinalli suo direttore camerale una certa quantità di quel vino, che beveva in Trento; e che il<br />

moderno governo di Trento glielo ha negato.<br />

24 gennaio 1797<br />

Li 24 giorno di martedì, dopo il pranzo è partito per Bolgiano il sig. capitano ungaro Andrea<br />

Nagy, di cui sopra al 25 novembre 1796, con tre suoi servitori, e colla sua carretta. Ha detto, che<br />

va a pigliare 800 soldati, e che ritornerà nel prossimo sabato. Il quarto servitore detto Stefano<br />

calvinista licenziato restò aspettando il suo reggimento, in Trento 295 . Per il vino, olio, candele,<br />

ed altro, che ci ha consumato non ha contribuito un soldo. Non è ritornato il detto capitano, ma<br />

se ne andò a casa.<br />

In questi giorni un figlio del sig. Schuldhaus Vicario di Avis ha dovuto partire da Trento, dove<br />

sino dallo scorso dicembre studiava la logica nel ginnasio pubblico, e portatosi a studiare in<br />

Insprugg, sotto la pena di non esser ammesso agli offici austriaci.<br />

26 gennaio 1797<br />

Il 26, giovedì sotto il pranzo è capitato al nostro convento un caporale con un viglietto del<br />

Comando generale, affinché preparassimo l'alloggio a quattro uffiziali feriti venienti da<br />

Roveredo. Ma avendogli detto il P. Guardiano, che abbiamo due sole stanze da scaldarsi con un<br />

fornello solo, e che queste dovevansi riservare per il suddetto capitano, promise di trovare<br />

altrove l'alloggio ai suoi uffiziali, ed in fatti non vennero da noi. Bensì vennero de' bersaglieri.<br />

30 gennaio 1797<br />

Li trenta, lunedì, dopo il mezzogiorno, senza veruno strepito hanno finito di evacuare la città di<br />

Trento i soldati austriaci, cacciati verso Avis dallo stesso generale Laudone; e subito dopo<br />

parimente senza veruno strepito sono ritornati li francesi, ai quali è andato incontro verso il<br />

ponte della Fersina il Magistrato consolare in corpo con due bidelli, e molta gente, innanzi le<br />

undici. Il Laudone ha capitolato coi francesi per la sua ritirata.<br />

31 gennaio 1797<br />

Nel giorno 31, martedì il Monauni di Trento non ha stampato il solito foglio della sua Gazzetta,<br />

per non ricadere nella disgrazia de' tedeschi. Ho inteso che ha protestato al sig. presidente Moll<br />

quando fu sulle mosse di partire da Trento, che ritornando li francesi, egli non avrebbe più<br />

stampato Gazzette, e che il Moll non gli diede veruna risposta.<br />

Nel medesimo giorno dopo il pranzo il nostro P. Davide da Tiarno ha portato il sacro Viatico a<br />

Pietro Janes in Mesiano all'antica, cioè occultamente, sotto il mantello, senza cotta, e stola, per<br />

timore di qualche cattivo incontro. Fra Lorenzo lo accompagnò, portando sotto il mantello una<br />

lanternetta accesa, il Rituale, la cotta, e la stola, per vestirle poi nella casa dell'infermo. Così gli<br />

ho suggerito io, attese le licenze di Pio sesto per la Francia, e per l'Austria. Pietro è morto li sei<br />

febbraio 1797, figlio di Niccolao, e cieco, che si ha ferito scaricando una pistola li 30 gennaio.<br />

2 febbraio 1797<br />

Nel giorno secondo di febbraio, festa della Ceriola, fu lavorato molto per nettare il seminario di<br />

Trento a s. Saverio fatto ospitale militare, perché in esso furono trovati molti cadaveri fetenti<br />

sotto un mucchio di legne 296 . Quindi frattanto furono poste delle guardie acciocché niuno si<br />

accostasse a tale luogo. Nello stesso giorno i seminaristi hanno dovuto cedere il convento di s.<br />

Marco all'ospitale militare, e ritirarsi nel contiguo palazzo del Conte Pio di Wolchenstein. Li PP.<br />

295 Il Fabiani fu a visitarci ritornando nell'Italia li 12 maggio 1797. Il servitore Francesco di<br />

Mannheim fu in convento ritornando a casa li 29 giugno 1797. Il capitano poi a Pergine.<br />

296 I lavoratori furono li condannati al Zuchthaus, i quali poi sono morti. Tra di essi fu anche il Silli,<br />

il quale prima di morire confessò d'essere stato l'uccisore dell'Antoni, di cui sopra all'11 marzo 1796.


Agostiniani hanno abbandonato il convento lastano, e sono venuti alla città, perché troppo<br />

molestati dai soldati. Sono poi ritornati alle Laste dopo la partenza dei francesi.<br />

3 febbraio 1797<br />

Li tre, venerdì sera sono giunti a Trento due corrieri militari francesi colla relazione della caduta<br />

di Mantova. Fu poi pubblicata in Piazza sotto il rimbombo de' tamburi. Ma pure v'ha chi la<br />

crede falsa. Fu però vera.<br />

8 febbraio 1797<br />

Gli otto dopo il pranzo il nostro P. Regalato, destinato, ed accompagnato dal nostro P.<br />

Guardiano, è andato in città per istare nella canonica di s. Pietro come cooperatore della<br />

medesima, essendo invalido il parroco, zoppo il cappellano, e copioso il numero degl'infermi.<br />

Fu chiesto dal sig. Conte Gianfrancesco di Spaur canonico custode di quella chiesa, perché<br />

come disse, non ha potuto ritrovare preti secolari capaci. Quando non saranvi più Frati poveri,<br />

saranno ancora più povere le chiese e più mal provedute. Sotto al 30 aprile.<br />

Oggidì ho veduto una bella lettera del generale barone Laudon, scritta in Trento li trenta gennaio<br />

al Magistrato consolare di Trento, onorifica alla città, con cui si scusa di non poter difenderla, e<br />

confessa le buone grazie ricevuti da essa, e protesta di essere intenzionato di ricompensarla al<br />

possibile suo.<br />

1o febbraio 1797<br />

Nella notte dei dieci venendo gli undici, cominciando alle dieci, in Trento, nella Contrada di s.<br />

Maria Maddalena sopra il palazzo Altenpurgeriano, nella casa spettante ai Conti Triangi, vi fu<br />

un incendio per essersi attaccato il fuoco ad un fenile. Furono suonate le campane di s.<br />

Maddalena, e di san Pietro a martello. Quindi sono accorsi anche li soldati francesi a suono di<br />

tamburo, con molti de' loro uffiziali, li quali tutti hanno lavorato assai. Anche il nostro P.<br />

Regalato lavorò molto con ammirazione degli stessi francesi; ma restò ferito in una mano, ed in<br />

una gamba. Molto lavorò pure il signor don Domenico de' Girardi soverino 297 , cappellano zoppo<br />

di san Pietro. Il fuoco non oltrepassò la detta casa.<br />

14 febbraio 1797<br />

Li 14 giorno di martedì nel castello di Trento fu tenuto un solenne festone per la resa di<br />

Mantova, succeduta alle dieci di sera del giorno 2 del corrente febbraio.<br />

15 febbraio 1797<br />

li 15 dopo il pranzo fuvvi un grande sconvolgimento nell'aria. Soffiò un vento freddo, e<br />

gagliardo, accompagnato da grani di neve gelata. Nel lago di Garda fuvvi una burrasca grande.<br />

In Trento ora ognuno può fare beccaria, perché la beccarla pubblica troppo scarseggia di carne,<br />

e si sospetta, che non tutta sia sana. Tanti vendono volentieri le loro bestie per timore che<br />

vengano loro tolte per forza, e senza verun pagamento. Già in tutte le ville fu fatta la recensione<br />

di tutto il bestiame.<br />

Ho inteso, che ultimamente il castello di Roveredo è stato consunto dalle fiamme.<br />

Nelle strade di Trento si fanno de' fuochi per rarefare l'aria resa insalubre dagli ospedali<br />

militari.<br />

26 febbraio 1797<br />

Li 26 domenica li confratelli dell'ospitale italiano della Casa di Dio in Trento hanno fatto<br />

cantare una Messa in onore di san Rocco per la mortalità, che regna in Trento, ed hanno stabilito<br />

di andare processionalmente al di lui romitorio di Castelliero nella seguente domenica; ma<br />

avendo piovuto sono andati nella domenica seconda di Quaresima 12 marzo con molti divoti.<br />

297 *Da Sover.


1 marzo 1797<br />

Il primo di marzo, giorno delle Ceneri, il P. Francesco d'Alzano Riformato nostro bergamasco,<br />

predicando nel Duomo di Trento ha pubblicato un amplissimo indulto di mons. Vicario<br />

generale, ma col nome del vescovo assente, fuori della diocesi, rapporto ai cibi nella corrente<br />

Quaresima, parte stampato e parte verbale.<br />

3 marzo 1797<br />

Ai tre abbiamo ripigliato il suonare le tre Avemmaria di mattina, mezzogiorno e sera; ma<br />

sempre di giorno, dopo d'avere ricominciato a suonare qualche poco una campana li 19. In città<br />

però fu suonato più presto, e di più.<br />

5 marzo 1797<br />

Nella notte venendo i cinque, ed anche nella mattina dei cinque, è venuta la terza neve in<br />

Trento; ma poca, e quasi passeggiera, giacché dopo il pranzo disparve.<br />

7 marzo 1797<br />

Ai sette ho inteso, che in Volano mia patria ora sonovi cinque sole paia di buoi, essendone<br />

morte settanta paia. Come pure, ch'eziandio là muoiono molti uomini, morendone anche due al<br />

giorno.<br />

Ho pure inteso, che ultimamente in Termeno, luogo dell'Atesia un furioso incendio ha consunto<br />

42 case. Ho parimente inteso, che nello scaduto febbraio fu in Trento un medico mandato dalla<br />

Repubblica veneta per informarsi del male, che regna in Trento.<br />

In quest'anno, attese le circostanze guerresche, e la mortalità passata de' buoi, non fuvvi la fiera<br />

trentina della Casolara 298 né pure in ombra.<br />

Ho inteso, che in Trento la carne ordinaria pagasi quindici soldi la libbra, e quella di vitello<br />

venti.<br />

20 marzo 1797<br />

Nella notte precedente il giorno ventesimo li francesi esistenti in Trento sono partiti per andare a<br />

Bolzano. Quindi nella mattina del giorno 20, essendo lunedì, ho sentito il romore forte de'<br />

cannoni stando in città, dove sono stati condotti dei feriti, e dei prigionieri. Nella sera poi tarda,<br />

cioè intorno alle otto, soffiò un vento tanto gagliardo, che rovesciò un pezzo del tetto d'una casa<br />

sotto questo nostro convento, e tanto freddo, che nella mattina del giorno 21 ho veduto del<br />

ghiaccio.<br />

24 marzo 1797<br />

Nel giorno 24, dopo il pranzo nella Piazza della Fiera di Trento dai francesi venne fucilata una<br />

spia austriaca, e nel cimitero di s. Francesco dal parroco di s. Maddalena fu seppellito un<br />

francese uffiziale, cui non fu trovato alcun denaro, e però le spese dovettero farsi in parte dal<br />

Magistrato, ed in parte dal parroco. Nella mattina del giorno precedente 23, essendo giovedì, li<br />

francesi senza strepito sono entrati nella città di Bolzano, e dopo di essersi alquanto reficiati<br />

sulla piazza sono partiti parte per Merano, e parte per Bressanone.<br />

31 marzo 1797<br />

Nel giorno 31 sono stato chiamato alla porta del convento a benedire una capitania francese, che<br />

assai trovasi travagliata, temendo, che sia morto, o che sia per morire in battaglia il suo marito<br />

andato verso Bressanone. Stava in casa de' Conti Melchiori 299 .<br />

298 *Fiera del formaggio nella prima domenica di Quaresima.<br />

299 Cui don Puzzer accordò la sacra Comunione.


2 aprile 1797<br />

Li due aprile, domenica di Passione non fu fatta in Trento la solita processione della santa<br />

Spina, per timore de' francesi rimasti in Trento.<br />

5 aprile 1797<br />

Ai cinque d'aprile abbiamo ricevuto dal castello di Trento la solita limosina d'un carro di vino,<br />

benché in quest'anno avessimo motivo di temere, che non ci venisse data, essendo posseduto il<br />

detto castello dai francesi, li quali per far danaro han fatto vendere molto vino. S'aggiunse a<br />

questo, che fu cosa notabile il trovare chi lo conducesse, perché quanti buoi, cavalli, asini, e<br />

vacche vedonsi ora dai francesi, li vogliono per sé, senza ammettere alcuna scusa. Onde vedonsi<br />

degli uomini tirare dei carretti.<br />

10 aprile 1797<br />

Ai dieci d'aprile, giorno di lunedì, circa l'una pomeridiana, un poco dopo, sono ritornati a Trento<br />

li soldati austriaci, ed a forza di cannonate, ed archibugiate hanno cacciato li pochi rimasti<br />

francesi verso Roveredo. Gli ho veduto stando nella nostra cella passare il ponte della Fersina,<br />

ed ho sentito il romore de' cannoni, e moschetti. Fu lunedì Santo, lucido, e risplendente sino<br />

all'una e tre quarti, poi s'annuvolò, girò dell'aria cruda, e piovette alquanto sino alla sera.<br />

11 aprile 1797<br />

Gli undici, martedì Santo dalle due sino alle tre pomeridiane noi Bernardinisti siamo stati nel<br />

Duomo alla solita adorazione del Santissimo Sacramento, avanti del quale sonosi prostrati molti<br />

bersaglieri tedeschi del Tirolo inviati contra i francesi, e vi stettero colle loro armi alla mano,<br />

cioè cogli schioppi, e colle spade, uno con una forca nera da stalla, altri con delle lancie. Noi<br />

fummo preceduti dai musici come negli ultimi anni precedenti.<br />

Nella mattina dello stesso giorno è partito da Trento per unirsi alla soldatesca francese Nicolao<br />

primogenito discolo del signor medico Domenico Zucchelli cui non acconsentì di farsi piuttosto<br />

cadetto nell'armata austriaca. Vedi sopra al 5 maggio 1794. Ritornò a casa sul finire dell'aprile<br />

1797. Si fece cadetto austriaco li 15 giugno 1797 a Trento.<br />

12 aprile 1797<br />

Nel giorno duodecimo è giunto a Trento il generale Laudone, ricevuto con grandi segni di gioia.<br />

Nel medesimo giorno 12 essendo il mercoledì Santo è partito da Trento verso Verona per<br />

pigliare gli Oli santi il signor don Giuseppe Gretter attuario della cancelleria vescovile. Vedi<br />

sotto.<br />

In questa sera 12 è morto in Trento alla Portella il prete Vincenzo Pisoni, di cui sopra all'anno<br />

1793, 26 giugno. Egli fecesi portare infermo da Cadine a Trento per esser meglio servito; ma<br />

pochi giorni sopravvisse.<br />

13 aprile 1797<br />

Nel giorno 13, giovedì Santo il suddetto sig. don Gretter è ritornato a Trento senza Oli Santi,<br />

perché non ha potuto giugnere a Verona, essendo impedita la strada dai francesi fermatisi sotto<br />

Ala.<br />

14 aprile 1797<br />

Nel giorno 14 è giunto a questo nostro convento un cappellano militare austriaco, Religioso<br />

della nostra <strong>Provincia</strong> Osservante di s. Ladislao nella Schiavonia, vestito modestamente, ma né<br />

da prete, né da Frate. Egli restò in Borgo di Valsugana infermo prigioniero di guerra de'<br />

francesi, dai quali fu interamente spogliato. Ha detto, che la maggior parte della truppa, cui<br />

serve, si è scismatica. Partì nel giorno 15 per Egna.


16 aprile 1797<br />

Nel giorno di Pasqua 16 aprile da un officiale militare fu ordinata una Messa nel Duomo di<br />

Trento per li soldati. Differendo questi la venuta, un prete s'è presentato al principal officiale<br />

dicendogli, che la Messa era in pronto: ma l'officiale rispose con derisione, ch'egli non si curava<br />

di Messa.<br />

17 aprile 1797<br />

Nel giorno 17, festa seconda di Pasqua non vi fu la solita processione del Santo Monte di Pietà,<br />

perché dai francesi fu annientato.<br />

La passata Quaresima in Trento fu scandalosa, perché non vi fu né astinenza, né digiuno nella<br />

maggior parte della gente. Fu mangiata carne senza verun bisogno anche nel venerdì Santo.<br />

Li chierici ordinandi nel sabato Santo sono andati altrove a cercare un ordinatore, ma con loro<br />

grave incomodo, e dispendio. Gli andati a Bressanone non ha trovato il vescovo. Gli andati a<br />

Feltre dopo d'essere stati ordinati minoristi, essendosi ammalato quel vescovo, sono andati a<br />

Udine. Il vescovo di Bressanone scappò nella Baviera per li francesi. Tenne Ordinazioni in<br />

Insprugg, e fece gli Oli Santi.<br />

Predicatori nostri quaresimali 1797<br />

Trento, nel Duomo P. Francesco Guidotti d'Alzano bergamasco.<br />

Borgo, P. Vigilio, perché non ha potuto andare a Cles, impedito dalle armate.<br />

Castelnuovo, P. Giuseppe primierino.<br />

Cavalese, P. Guardiano Gianfrancesco, che predicò sino ai 25 di marzo, poi s'ammalò e morì li<br />

12 aprile.<br />

Cles, P. Giangiuseppe, per altro destinato a Pressano e Verla.<br />

Drone, P. Illuminato<br />

Gardolo, P. Davide.<br />

Levico, P. Vicario Ferdinando.<br />

Lomaso, P. Guardiano Sisinnio.<br />

Meano, P. Anacleto, non essendo venuto da Fiemme il P. Stanislao.<br />

Mechel, P. Guardiano Gioseffantonio.<br />

Metz Lombardo, P. Guardiano Filippo le sole feste. Per altro fu destinato il P. Regalato<br />

dimorante in Trento.<br />

Metz Todesco, P. Daniele.<br />

S. Michele, niuno, per le armate.<br />

Moena, P. Stefano, che in fine s'ammalò.<br />

Pradazzo, lo stesso.<br />

Pinedo, P. Ferdinando.<br />

Pressano, niuno, per le armate.<br />

Ravina, e Romagnano, P. Mariano.<br />

Riva, P. Guardiano Pietro Damiano.<br />

Roncegno, il P. Attanasio da Sardagna.<br />

Livo, P. Guardiano Gioseffantonio.<br />

Strigno, il P. Amando da Covelo.<br />

Telve, P. Guardiano Gasparo da Campo.<br />

Tenno, P. Pietro Regalato.<br />

Tesaro 300 , P. Damasceno.<br />

Torcegno, P. Guardiano Gasparo da Campo.<br />

Verla, niuno.<br />

Volano, P. Basilio.<br />

Zambana, niuno.<br />

Nomi, il P. Giangiacomo, Vicario parrocchiale di Volano.<br />

300 *Tesero.


Noriglio, P. Gioseffandrea.<br />

S. Maria di Roveredo, P. Carlo Felice.<br />

Feltre nel Duomo, P. Gio. Vincenzio Guardiano di Roveredo. Anche alle Dimesse.<br />

Le armate hanno disturbato il tutto. Io non ho veduto la lista de' predicatori vescovili; so però,<br />

che han predicato:<br />

Trento, s. Maria, don Pietro Pedrino ex curato di Padergnone.<br />

Mattarello, Calliano, e Besenello, don Domenico Girardi da Sovero cappellano in Trento a s.<br />

Pietro.<br />

Ledro, don Francesco Ravelli di Trento.<br />

Villazzano, e Povo, don Antonio Monauni curato di Villazzano.<br />

Villa Lagarina, il curato d'Aldeno.<br />

Cognola, e Civezzano, don Bortolo Tambosio 301 da Serso.<br />

Il P. Guardiano Gioachino da Pressano ha predicato nella chiesa dell'Annunziata quattro giorni,<br />

cioè nel giorno di san Francesco Paolano, e nelle tre feste di pasqua.<br />

Nella notte dopo il giorno 20 del corrente nel palazzo del Conte Matteo di Thunn il Conte di<br />

Neuperg comandante dell'armata austriaca ha dato un festone di ballo. Non dico altro su di<br />

questo.<br />

Al detto festone non vi fu quel concorso, che pretendevane l'autore; e quindi li mancanti furono<br />

notati come geniali de' francesi.<br />

Finora nella parrocchia di s. Pietro nel corrente 1797 furono seppelliti 117 non compresi quelli<br />

dell'ospitale. Li battezzati furono tre soli, perché molte donne hanno abortito per cagione de'<br />

timori guerreschi.<br />

25 aprile 1797<br />

Nella sera di s. Marco 25 aprile noi abbiamo ripigliato il dare li quindici botti dell'Indulgenza,<br />

dimesso al ritorno de' francesi. Li Padri Cappuccini gli hanno dati più presto.<br />

26 aprile 1797<br />

Nella mattina de' 26 abbiamo riassunto il suonare l'Avemmaria innanzi del Mattutino, come<br />

facevamo avanti la venuta dei francesi.<br />

30 aprile 1797<br />

Nel giorno 30 domenica seconda dopo la Pasqua, siamo stati alla solenne processione della<br />

Dolorata, in cui non vi furono li così detti angioli, cioè ragazzetti vestiti da angioli, che solevano<br />

essere di molto disturbo. Nella mattina fece il panegirico il nostro Padre Pietro Regalato da<br />

Carice 302 , il quale con tal occasione s'è liberato nella sera tardissima del giorno 21 dal servizio<br />

della parrocchiale di s. Pietro, essendogli succeduto nello stesso giorno 21 l'altro nostro P.<br />

Anacleto da Casezzo 303 , il quale parimente si cavò nella sera di questo giorno 30 dovendo<br />

andare a Campo. Dunque li nostri Religiosi hanno servito quella parrocchia continuamente<br />

ottantadue giorni, in tempo assai scabroso di tanti ammalati, e facendo tutto essi soli<br />

diligentemente, e con molta soddisfazione de' parrocchiani. Vedi sopra all'8 febbraio.<br />

1 maggio 1797<br />

Nel primo giorno di maggio ho veduto un dispaccio spedito dall'imperial regio uffizio circolare<br />

di Roveredo li 22 aprile 1797, cui sono sottoscritti Cesare Ronchi, barone Pezzini, e come<br />

segretario l'Hochenleiter, diretto al convento de' Padri Riformati di Roveredo ex officio. In esso<br />

dicesi, che nel giorno 21 aprile pervenne loro un aulico direttoriale decreto di sua maestà de' 17<br />

301 *Tambosi.<br />

302 *Cares.<br />

303 *Casez.


febbraio con governiale dispaccio dei 7 marzo, che li superiori Regolari non possano accettare<br />

un candidato d'un altra diocesi, il quale oltre i necessari attestati degli studi, e de' costumi, non<br />

presenti anche la dimissione del proprio vescovo; e che se uno studioso di teologia stipendiato<br />

entra in un convento, debba il convento risarcire lo stipendio ricevuto dallo studioso a quel<br />

fondo che glielo chiede. Si replica l'ordine del 1 ottobre 1788, che li candidati debbano essere<br />

filosofi. Questo per noi non giova punto, anzi riesce un nuovo aggravio.<br />

Nel giorno 26 d'aprile sono giunti a Trento gli Oli Santi dalla parte di Bolzano fatti dal vescovo<br />

di Bressanone in Insprugg.<br />

Ora in Trento non hanno più che fare li consiglieri destinati dai francesi, ed anche li destinati dal<br />

vescovo. Li primi sono cessati alla partenza de' francesi; gli altri costretti dalla forza. V'ha<br />

dunque un Consiglio amministrativo di Trento, ai cui decreti si soscrivono: Filippo Baroni<br />

Cavalcabò I. R. commissario, e preside. Carlo Alberti cancelliere. Domenico Zanluchi attuario.<br />

Così li 21 aprile. L'Alberti è Alberto ex vice cancelliere. Il Zanluchi è figlio di Cristoforo<br />

Zanluca di Volano, che servì anche l'officio capitaniale di Roveredo, e fu qualche tempo in<br />

Napoli.<br />

6 maggio 1797<br />

Nel giorno sesto è capitato nelle mie mani un foglio stampato colla figura immodesta d'una<br />

donna, e contenente quanto qui segue letteralmente:<br />

Libertà Virtù Eguaglianza<br />

Noi qui sottoscritti<br />

Verona 30 aprile anno primo.<br />

Giuriamo innanzi a Dio di darsi tutta la premura di sollevare il popolo nelle presenti circostanze,<br />

di non permettere che sia alterata la Religione cattolica, che professiamo, di voler stabilire la<br />

Libertà, la Giustizia, l'eguaglianza, la virtù, e di togliere da noi il governo oligarchico 304 , come il<br />

più pernicioso alla felicità de' popoli. Consiglio di vigilanza pubblica. Pietro Poiana. Luigi<br />

Piccoli. Luigi Polfranceschi. Giacomo Gaspari. Giacomo Angeli. Bartolomeo Giuliani<br />

presidente. Comitato di Pulizia. Vicenzo Albertini. Giuseppe Ponzilacqua. Francesco Bernardi.<br />

Comitato militare. Francesco Montanar. Giuseppe della Riva. manca il terzo. Comitato alle<br />

Finanze. Domenico Monga. Domenico Moschini. Gio. Vincenzo Brenzon Montresor. Comitato<br />

ai viveri. Francesco Bassani. Bartolomeo Meriggi. Giuseppe Schioppo. Flaminio Suttoni.<br />

Benedetto del bene. Antonio Ceccato. Così finisce il detto foglio, cui per ora non do alcun<br />

epiteto, né alcun commento.<br />

Nel giorno terzo, festa della Santa Croce, non fu creato il solito Magistrato consolare di Trento,<br />

attese le correnti turbolenze della guerra, e del dominio.<br />

7 maggio 1797<br />

Li sette domenica terza in s. Pietro di Trento fu solennizzata la festa di s. Simonino, ma senza<br />

processione, e senza panegirico, perché non poté ritrovarsi un panegirista.<br />

9 maggio 1797<br />

Li nove col foglio 37 della Gazzetta trentina fu pubblicato un foglietto intitolato Giustificazione<br />

del signor Agostino Tacchi di Roveredo. Comincia: Noi sottoscritti desideriamo vedere rimesso<br />

il sig. Agostino Tacchi nel posto di sensale a vantaggio comune. Leonardo, e Gio. Baviera di<br />

Sicilia, ed altri num. 47. Poi: Questa copia confronta coll'originale: in cuius fidem etc. Bolgiano<br />

li 7 marzo 1796. Giuseppe Adamo Mayer cancelliere del giudicio della città di Bolgiano. Tra li<br />

detti desideranti si trovano Andrea dall'Armi di Trento, e Gio. Battista Piffer di Trento. Altri<br />

sono d'Augusta, d'Innspruch, di Sicilia, d'Imbst, di Mittenwald, di Raitha, di Neuchatel, di s.<br />

Gallo, di Schweina, di Rossacco, di Schönheiden, d'Austellen, ed altri senza patria.<br />

304 Oligarchia, status reipublicae cum pauci dominantur. Ambriosius, Calepinus.


11 maggio 1797<br />

Gli undici, giovedì sera nel castello di Trento fu tenuto un suntuosissimo festone dalla nobiltà<br />

trentina all'officialità militare austriaca. Per farlo sono andati in giro innanzi con un foglio, su<br />

cui hanno dovuto notarsi li concorrenti, tra' quali anche de' rev.mi canonici. L'illuminazione fu<br />

sorprendente; e la quantità del danaro messo al giuoco fu smisurata. Ma essendo stato proposto<br />

di fare anche l'esposizione del Santissimo per ringraziare il signor Iddio della pace conchiusa fra<br />

l'Austria e la Francia, fu risposto, che non c'è danaro. Non dico altro. Costò a ciascuno circa una<br />

sovrana.<br />

12 maggio 1797<br />

Li dodici, venerdì, poco dopo il mezzogiorno sono stati in Trento di ritorno da Milano i quattro<br />

consiglieri trentini Festi, Prati, Leporini, ed Ippoliti, di cui sopra al 3 ottobre 1796. La moglie<br />

del Prati fu in Trento qualche giorno avanti.<br />

Il Duomo di Trento ha fatto le tre solite processioni rogazionali. La prima a s. Croce, la seconda<br />

a s. Bernardino, e la terza a s. Maria Maggiore, perché mancando il ponte di s. Lorenzo non ha<br />

potuto andar a santo Apollinare.<br />

25 maggio 1797<br />

Li 25 festa dell'Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, di sera nel palazzo tonero del Conte<br />

Matteo in Trento l'officialità militare ha tenuto una festa di ballo alla nobiltà trentina,<br />

coll'intervento di molti venuti dalle ville vicine. Trento è pieno di soldati austriaci, li quali<br />

custodiscono le porte, ed hanno anche dei cannoni nella piazza grande.<br />

1 giugno 1798<br />

Il primo di giugno nuovamente dal sig. Gaetano Gerloni sono stato richiesto di compendiare<br />

l'archivio Prepositurale di Trento; ma sonomi scusato colla mancanza di tempo, accresciuta non<br />

poco dal nuovo ministero guardianale addossatomi dalla mia santa Madre Religione.<br />

4 giugno 1797<br />

Li quattro di giugno, seconda festa della Pentecoste, quantunque piovesse molto, e tanto, che<br />

noi non abbiamo potuto andare ad un mortorio 305 di Cognola, sono venuti a Trento<br />

processionalmente, e con confaloni li bolzanesi, li quali poi sono andati alla Madonna di<br />

Civezzano, ad onta delle proibizioni di Giuseppe secondo.<br />

15 giugno 1797<br />

Li 15 festa del Corpus Domini siamo stati alla solennissima processione del Duomo, insieme coi<br />

PP. Agostiniani, Conventuali, e Cappuccini. Furonvi eziandio i generali Kerpen, e Laudon, con<br />

molta uffizialità, e moltissimi soldati, che batterono il tamburo, suonarono delle trombe, e<br />

fecero più scariche di moschetteria, cioè alla Prepositura, al castello, ed a san Pietro. Uffiziò<br />

monsignor decano Manci. Il tempo fu torbido, quando fummo a s. Maria gocciolò molto, così<br />

pure quando fummo di ritorno vicini al Duomo.<br />

16 giugno 1797<br />

Li 16 ricevemmo l'ordine di aggiungere nella santa Messa la colletta ad petendam serenitatem;<br />

ma il Signor Iddio ci diede la serenità innanzi d'esser pregato, instabile però.<br />

21-22 giugno 1797<br />

Li 21 e 22 mercoledì e giovedì nel castello di Trento vi fu il concorso generale alle molte<br />

parrocchie trentine vacanti. Li concorrenti furono 54, tra' quali due parrochi di Fondo e di<br />

Castel-Tesino.<br />

305 *Funerale.


In questo mese furono creati due corrieri delle Giudicarie che vengano a Trento due volte alla<br />

settimana, cioè nel martedì, e nel venerdì. Uno è per la Giudicaria Citeriore, e l'altro per<br />

l'Ulteriore. In Trento alloggiano all'Osteria del Sole di casa Gentilotti presso san Pietro e la<br />

posta 306 .<br />

24 giugno 1797<br />

Li 24 sabato, festa di s. Giovanni Battista di mattina sono venuti al nostro convento quattro<br />

soldati cannonieri con viglietto dell'ill.mo Magistrato consolare segnato dal procuratore Guelmi<br />

li 23 giugno, a chiedere alloggio per dodici cannonieri per due o tre notti a cagione della Fiera.<br />

Ma mi dissero di non potere star qui, perché troppo lontani dalla città. Partirono dunque col<br />

viglietto; ma presto ritornarono cinque sei altri cannonieri, e vi si fermarono sino ai 29. Ogni<br />

giorno demmo loro della minestra pregati, ed anche qualche giorno del vino.<br />

26 giugno 1797<br />

Ai 26 festa di s. Vigilio in Trento, benché pieno di soldati, fuvvi uno straordinario concorso di<br />

forestieri. Fu fatta la solenne processione coll'intervento dell'officialità militare, e nella sera<br />

furono fatti li fuochi artificiali, e poi un festone, il di cui provento venne destinato per li poveri,<br />

siccome ho inteso.<br />

30 giugno 1797<br />

Li trenta giugno furono eletti li nuovi consoli di Trento, che per altro solevano eleggersi nel<br />

giorno terzo di maggio. In quest'anno fu differita la loro elezione a motivo, che il vescovo non<br />

ha giurisdizione temporale presentemente. Il sig. Domenico Malfatti ha ricusato ostinatamente il<br />

primato sino a rinunciare la cittadinanza. Egli mi ha detto che ha giusta causa.<br />

6 luglio 1797<br />

Li sei di luglio è ritornato a Trento da Genova il signor dottore Giuseppe Foglia, di cui sopra al<br />

21 febbraio 1794. Con lui è ritornato il P. Luigi Zambaiti Somasco giovine di Trento figlio del<br />

sig. Gio. Albano, il quale fu a Novi di Genova. In questi giorni è pure ritornato da Ferrara il P.<br />

Doria piovano di s. Maddalena.<br />

9 luglio 1797<br />

Li nove, giorno di domenica, furono in Trento distribuiti li premi agli scolari nella sala del<br />

palazzo Wolchensteiniano, che ora serve di seminario e ginnasio. Gli scolari in tutti furono 76,<br />

ma non tutti durarono tutto l'anno per motivo de' francesi. Li premiati furono Ilarione Ciurletti<br />

trentino, Paolo Amistadi rendenese, Francesco Mascher archese. Giacomo Prati da Caldonazzo.<br />

Battista Garzetti trentino, Domenico Ducati trentino, Tommaso Chiari trentino, Michele<br />

Sisinnio Menghin nonese, Antonio Lupi trentino, Francesco Trentini di Trento, Isidoro barone<br />

Salvadori trentino, Francesco Ferrari trentino, Antonio Mazzetti trentino, Francesco Onorati di<br />

Giudicaria, Leonardo Ricci trentino, Battista Ricci trentino, Dionisio Gerloni trentino, Battista<br />

Marzari vigolano. I fisici furono undici, ed i logici 18. Li primi tre fisici furono Francesco<br />

Marzari vigolano, Giovanni Ghezzi trentino, Simone Rover trentino. I primi tre logici Tommaso<br />

Bruti di Rendena, Aloisio Mendini nonese, Vincenzo Mesmer trentino. Non ho tempo da<br />

scrivere di più. Giambattista Cettini rettorico nel febbraio s'ha fatto soldato, benché fosse uno<br />

de' migliori studenti, e convittore del seminario vescovile.<br />

5 agosto 1797<br />

Li cinque d'agosto, giorno di sabato, il nuovo ponte di san Lorenzo sull'Adige cominciò ad esser<br />

transitabile coi carri.<br />

306 Corrieri di poca durata.


6 agosto 1797<br />

Li sei domenica del Perdono d'Assisi nella chiesa nostra fuvvi pochissimo concorso di fedeli.<br />

Continua il caldo eccessivo, che brucia le campagne e fa mancare l'acqua eziandio a dei molini.<br />

15 agosto 1797<br />

Li quindici dopo il vespro la vedova Anna Ramus molinara sotto s. Bernardino ha licenziato dal<br />

suo servizio un putto Battista trassillano 307 , perché incorreggibile, disubbidiente, temerario,<br />

ingrato, insolente, maldivoto, e mancante nel servire. Accettò la licenza, pigliò il suo salario, e<br />

partì. Andò in città, e sulla mezza notte ritornò al molino mezzo morto, perché un soldato gli ha<br />

ferita fortemente la testa colla spada tagliente, cosicché a stento gli venne fermata l'effusione del<br />

sangue. Fu aiutato dal nostro infermiero e sacramentato colla confessione, ed Unzione dal<br />

nostro P. Agostino, e poi portato alla Ca di Dio, dove morì li 19. Volle entrare dove ballavano i<br />

soldati nel ridotto 308 infernale detto dell'Emmanuella tra la porta dell'Aquila e s. Francesco.<br />

19 agosto 1797<br />

Li diciannove alle cinque di sera finalmente cominciò a piovere; ma subito dopo cadde una<br />

grossa gragnuola 309 , che recò molto danno alle nostre finestre, ed all'orto.<br />

20 agosto 1797<br />

Li 20 domenica siamo stati alla solita processione del Duomo, per il voto della città.<br />

Si fanno pubbliche orazioni per ottenere dal Signor Iddio la necessarissima pioggia.<br />

Li quattro consiglieri già mandati a Milano dal Buonaparte ora sono in Trento, ed hanno delle<br />

grosse pretensioni contra il Conte consigliere Consolati, e contra il Magistrato.<br />

3 settembre 1797<br />

Li tre di settembre, giorno di domenica, il Duomo di Trento con tutta la città fu<br />

processionalmente in s. Maria Maggiore, dove portò la statua della Madonna Dolorata, e cantò<br />

Messa votiva solenne de Transfixione B.M.V. per ottenere la necessaria pioggia. Il celebrante fu<br />

l'arcidiacono Spaur. Questa fu la prima volta, che per simile motivo fu mossa detta statua.<br />

Piovette nella notte precedente, e qualche poco anche dopo. Il detto arcidiacono propose tal<br />

divozione, siccome mi ha protestato egli stesso.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

Vicario Gio. Evangelista Torersanelli conf.<br />

P. Arcangelo Dallago<br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli, lettore<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Gaudenzo Baiti<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Gio. Damasceno Tonina<br />

P. Davide Degara<br />

Famiglie del 1797 fatte nel maggio<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Damiano Felder<br />

Vicario P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Tommaso Bianchi<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Leone Gislimberti<br />

307 *Da Tressila.<br />

308 *Sala adibita a conversazioni, gioco o altre manifestazioni...<br />

309 *Grandine.


Chierici<br />

F. Giuseppe Maria<br />

F. Francesco Maria<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pietro Gretter da' 30 settembre<br />

F. Alessio Piva Terziario dai 16 settembre<br />

Infermeria<br />

P. Gaetano Gottardi<br />

P. Serafico Devigili<br />

P. Adriano Seppi dai 10 sett.<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

F. Michele Carlini<br />

P. Bernardo Ciolli cieco dai 29 agosto 1797<br />

Seminario<br />

P. Saverio Battisti<br />

P. Maurizio felder<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Gioachino Besenella<br />

Segretario: niuno<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Gasparo Bottesi<br />

Vicario P. Attanasio Degassperi<br />

P. Valentino Canali<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Geremia Pola rivestito 17 settembre 1798<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pastorini da Primiero<br />

Fratelli<br />

F. Constantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Adriano Seppi morto 16<br />

F. Giovanni Bressani<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Serafino Berti<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

Vicario P. Ignazio Malfatti<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Luca Miclet<br />

F. Vicenzo Tommasi<br />

F. Bartolo Vanzonovizio<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Gioseffantonio Dusini


ottobre<br />

P. Accursio Aliprandini dal 10<br />

settembre 1797<br />

Vicario P. Carlo Felice Pancheri<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Amedeo Sannicolò<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Giangiacomo Degara<br />

P. Giuseffandrea Fumanelli<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Donato Passerini<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Regalato Bombarda<br />

Vicario P. Filippo Panizza<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Francesco Felice Campi<br />

P. Ilario Casagrande<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

Fratelli<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

F. Mauro Gottardi novizzo<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Vitantonio Keller<br />

Vicario P. Stanislao Perugini, maestro<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Prospero parisotto<br />

F. Marco Carlina<br />

F. Giambattista Liberi Terziario<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Cesario Paoli, maestro<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Stefano Biasi<br />

Fratelli<br />

F. Salvadore Gottardi<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Santo Federici<br />

F. Ivone Pintarelli novizzo, poi professò col<br />

nome di F. Gioachino, novizzo (nel 1804<br />

lasciò la provincia e andò al Ritiro di<br />

Roma)<br />

F. Domenico Facchini Terziario<br />

Novizzi chierici<br />

F. Luigi Maffei di Cles<br />

F. Cirillo Dusini di Cles<br />

F. Antonino Bonelli di Carano, abiit 19 nov.<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio Tonina<br />

Vicario P. Illuminato Gritti<br />

P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Sisinnio Maria Ziller<br />

P. Anacleto Manincor<br />

Fratelli<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Pacifico Tommasini, novizzo 12 giugno<br />

Fuori convento<br />

P. Michelangelo Lorenzi in Pesaro<br />

P. Geremia Pola in Borgo cappellano<br />

Negli ultimi d'aprile 1798 ritornò in <strong>Provincia</strong><br />

e si fermò in Roveredo il P. Michelangelo con<br />

F. Giuseffandrea Fumanelli di Cavedine,<br />

esiliati come forestieri dai cisalpini.


F. Gio. Maria Montagnoli Terziario<br />

F. Pasquale Gremes Terziario<br />

Novizi chierici vestiti 9 ottobre 1797<br />

F. Gio. Antonio di Moena (Nicolò<br />

Dellagiacoma)<br />

F. Alberto di Monte Sovero (Tonini<br />

Antonio)<br />

F. Bernardino di Carano (Antonio di Mattio)<br />

9 settembre 1797<br />

Li nove non fu fatta in Trento la processione del voto provinciale del 1703.<br />

Continua la siccità, e carestia di acqua eziandio per li molini.<br />

19 settembre 1797<br />

Nella sera de' 19, martedì, è giunto a Trento monsig. Emmanuele Maria Conte di Thunn<br />

vescovo di Giaffo, e Suffraganeo nuovo di Trento.<br />

Nel giorno di giovedì, festa di s. Matteo apostoli li 21 settembre ha tenuto Ordinazione generale<br />

nella chiesa di s. Maria Maggiore. Così pure nel sabato e nella domenica seguenti.<br />

Nella notte antecedente cominciò a piovere, e piovette anche nello stesso giorno 21 e 22-29.<br />

Nelle dette Ordinazioni furono conferiti gli Ordini copiosamente a secolari, e Regolari. Onde i<br />

due nostri chierici ricevettero la prima tonsura, li quattro minori, il suddiaconato, ed il<br />

diaconato. Così pure di altri, anche ordinati sacerdoti. Questi furono soltanto...<br />

Le pioggie de' primi giorni hanno recato de' mali grandi. Hanno disfatto il ponte di Roveredo<br />

sopra il Lenno, il ponte di Avis, la strada, che porta da Trento a Mattarello, ed altre.<br />

Li nostri Padri hanno predicato per il santissimo Rosario in Aldeno, Mattarello, Cognola,<br />

Gardolo e Meano.<br />

8 ottobre 1797<br />

Gli otto, giorno di domenica d'ottobre, alle sette e mezza di sera, mentre cenavamo, dopo una<br />

fortissima suonata del campanello fu ritrovata alla nostra porta, di fuori, in un cestello una<br />

creaturina quieta con un viglietto del seguente tenore: A chiunque ecc. Attesta, e fa fede<br />

l'infrascritto di aver battezzato solennemente una bambina, in cui a dosso si ritroverà il presente<br />

attestato, e di avergli imposto il nome di Fortunata il giorno 8 di ottobre 1797 ecc. In fede ecc.<br />

Uno dei cooperatori in cura d'anime nella diocesi di Trento. Ha impresso il sigillo di ostia rossa<br />

piccolo con una cifra. Rapporto al qual viglietto si vegga Benedetto XIV, Instit. Eccl. 8, in fine,<br />

ove portasi la decisione della Congregazione del Concilio data li 15 gennaio 1724, che non si<br />

ribattezzino sub conditione quelli, che hanno schedulam, quae habeat certitudinem. La detta<br />

bambina fu subito portata ad una donna del maso Lodrone, Orsola Cappelletta.<br />

29 ottobre 1797<br />

Li 29 d'ottobre di sera, essendo domenica, il piovano di santa Maria Maggiore ha portato il<br />

sacro Viatico ad un nobile attempato (d'anni 66), coniugato, e padre di figliuoli, ed ex console,<br />

da lui immediatamente confessato; ma ebbe la mortificazione, che l'infermo lo rigettò, e sputò<br />

subito in terra due, o tre volte; e soltanto in fine lo bevette in una tazza d'acqua. Taccio il nome,<br />

e cognome ecc. Fu seppellito nella sera dei due novembre.


2 novembre 1797<br />

Nel giorno secondo di novembre circa l'una e mezza pomeridiana un ragazzo di circa otto anni<br />

del borgo di s. Croce, è caduto giù da uno de' nostri teari 310 sotto la Via Crucis, ma poi fu portato<br />

a sua casa. Niuno lo ha impaurito, o spinto. Io l'ho veduto giacente in terra.<br />

21 novembre 1797<br />

Nella sera del giorno ventesimoprimo cominciammo a scaldare il nostro refettorio grande,<br />

caduta essendo la neve vicina a Povo, e Sardagna. Finimmo poi nel giorno 7 di marzo 1798 di<br />

mattina.<br />

In questo dì abbiamo dato da mangiare a due Frati Camilliani, che vanno questuando per<br />

rimettere il loro ospitale di Stella di Lombardia rovinato dalla guerra. Tengono una patente del<br />

loro Padre Priore <strong>Provincia</strong>le della Lombardia, ed una del cardinale Giuseppe Doria Pamfili<br />

genovese. Nella prima si dicono Ordinis clericorum regularium ministrantium infirmis sancti<br />

Camilli de Lellis, e nella seconda semplicemente Camilliani. Mi piace, ma mi riesce nuovo l'uno<br />

e l'altro titolo.<br />

Nello stesso giorno abbiamo albergato un ex monaco cisterciense di Nancy, cognominato<br />

Pagnot, sacerdote povero, che va nella Germania non potendo andare in Francia. Fu tra' monaci<br />

della Trappa sul Napoletano; ma non poté durarvi per il clima troppo caldo.<br />

29-30 novembre 1797<br />

Nei due giorni 29 e 30 di novembre, mercoledì e giovedì, nel castello di Trento vi fu il concorso<br />

generale alle due parrocchie vacanti di Fondo, e di Ledro. I concorrenti furono 38, ed i<br />

preconizzati avanti furono il Monauni piovano in Trento, e l'Aliprandini piovano in Romeno.<br />

Nello stesso tempo fuvvi pure il concorso alla pieve di Romeno rinunciata dall'Aliprandini<br />

destinato parroco di Fondo perché sa parlare la lingua tedesca. Ho però inteso, che i ledrini<br />

hanno fatto rimostranza contra il Monauni. Parroco di Romeno fu preconizzato il curato di<br />

Malosco don Gio. Michele Zenoniani da San Zenone tassullitano 311 , ed egli pure fu eletto.<br />

Predicatori nostri avventuali<br />

Trento nel Duomo, il P. annualista Mariano di Bordiana.<br />

Povo, il P. Gio. Evangelista Vicario e confessore delle monache. Ricercato nominatamente.<br />

Cognola, il P. Francesco Borgia.<br />

Gardolo, il P. Gio. Damasceno. Senza catechismo.<br />

Aldeno, il P. Davide. Ricercato nominatamente.<br />

Civezzano, il P. Eusebio del convento di Pergine.<br />

Calavino, il P. Patrizio Guardiano di Campo.<br />

Il signor don Primo Somalvigo di Trento predicò in Trento a santa Maria Maggiore.<br />

Li nostri Padri Vicario Gio. Evangelista, e Gio. Damasceno dalla sera del giorno trentesimo di<br />

dicembre sino alla sera del giorno settimo di gennaio sono stati a predicare in Povo come<br />

Missionari chiamati da quel parroco Domenico Ricci.<br />

ANNO DI GESÙ 1798<br />

11 gennaio 1798<br />

Nella notte dei dieci agli undici di gennaio 1798 è caduta della neve su lo nostri monti; nel<br />

nostro piano poi venne, e sparì subito. Finora non abbiamo calcata neve.<br />

15 gennaio 1798<br />

Nella notte dal 14 al 15 in Trento due volte fu suonato a campana martello, perché fuvvi del<br />

fuoco nel Borgo nuovo, e nel borgo di san Martino.<br />

310 *Tigli.<br />

311 *Da Tassullo.


16 gennaio 1798<br />

Nel giorno 16 la posta ci mandò due lettere dirette a due Religiosi Minori Osservanti 312 colla<br />

direzione: Milano per Trecate s. Francesco. Li postieri hanno letto Trento in luogo di Trecate,<br />

quantunque la scrittura sia buona e lampante.<br />

18-19 gennaio 1798<br />

Li 18, giorno di giovedì ha piovuto leggermente dalla mattina sino alla sera. Così pure nel<br />

giorno 19.<br />

Li predicatori quaresimali destinati dalla Curia vescovile sono questi:<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone, don Lorenzo Faes di Fravezzo 313 .<br />

Arsio, e Castelfondo, don Niccolò Concini curato di Tuenno.<br />

Avio, don Bartolommeo Scrinzi di Lizzana.<br />

Banale, don Giovanni Antonio Fontana Vicario parrocchiale di Banale.<br />

Besenello, e Mattarello, don Gio. Gaspari curato di Aldeno.<br />

Bleggio, s. Croce, don Giuseppe Sizzo di Trento cappellani di Malé.<br />

Brentonico, don Giacomo Gigli curato del Varone.<br />

Calavino, don Matteo Valle curato di Pannone.<br />

Cavedine, don Piretro Marani curato di Biacesa d'anni cir. 30 di Cavrasto.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, fra Stefano Bellesini di Trento Agostiniano.<br />

Condino, don Bartolommeo Floretta curato di Pinzolo.<br />

Corredo, e Smarano, don Antonio Bertagnoli vicario parrocchiale di Fondo.<br />

Denno, e Flavone, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

Livo, don Andrea Bernardi da Cognola cappellano di Strigno.<br />

Lizzana, ed Isera, don Giuseppe Valentini curato di Godenzo.<br />

Malé, don Giambattista Bonomi di Caldese, d'anni cir. 50.<br />

Mori, don Federico Tabarelli di Tassullo.<br />

Ossana, don Filippo Visintainer curato di Celadizzo.<br />

Pergine, don Francesco Balista di Brentonico.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Gio. Carlin curato di Nogaredo. Gio. Domenico de' Carli da<br />

Mala d'anni cir. 39.<br />

Rendena, don Gio. Cereghini curato di Giustino.<br />

Revò, e Cloz, don Gio. Contavalli missionario. Non venne, ed in vece di lui predicò don<br />

Antonio Lunelli di Torchio.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Spor, e Vigo, don Gio. Armani cappellano di Sarca.<br />

Taio, e Torri 314 , don Romedio Conci di Malé.<br />

Tassullo, don Felice Menapace cappellano di Tassullo.<br />

Terlago, e Baselga, don Bernardino Cattoni di Cavedine.<br />

Tione, don Paolino Leonardi curato di Lundo.<br />

Val di Bono, don Domenico Bonis curato de' Ragoli, da Daré d'anni cir. 33.<br />

Val di Ledro, don Gio. Benvenuti curato di Celentino di Nanno d'anni cir. 73.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Salvatore Cattani curato di Termone, sua patria d'anni 39.<br />

Villa Lagarina, don Antonio Sartori cappellano di Villa, da Castiglione 315 d'anni 45.<br />

33. San Zeno e Dambel, don Vincenzo Nella, curato di Dimaro.<br />

312 Ai PP. Casimiro di Borgomanero, e Pacifico d'Intra.<br />

313 *Fraveggio.<br />

314 *Torra.<br />

315 *Castione.


Il Bellesino ha ottenuto il pulpito a petizione del suo zio Padre Fulgenzio Meichelbach di Borgo<br />

ex Priore de' Padri Agostiniani di Trento. Il Faes abita in Trento pedagogo del Conte Graziadei,<br />

essendo d'anni circa 32.<br />

Negli ultimi giorni di gennaio fu sparsa per Trento una canzone satirica contro le donne trentine,<br />

delle quali alcune di rango sono nominate. Così ho inteso.<br />

Primi giorni di febbraio 1798<br />

Nei primi di febbraio in Trento si cominciarono de' così detti festoni, a patto espresso<br />

nell'invito, che niuno compariscavi vestito da Frate, o da Monaca. Fansi ad istanza<br />

dell'officialità militare.<br />

Finalmente fu eletto curato di Pradazzo 316 il signor don Antonio Menestrina di Sopramonte,<br />

cappellano di Baselga, il quale ha fissato di prendere il possesso nella domenica di Sessagesima<br />

gli undici febbraio, siccome egli stesso mi ha detto. Il deposto Fedrici si trova in Trento. Il<br />

Menestrina pigliò il detto possesso senza veruna pompa, e da sé solo.<br />

20 gennaio 1798<br />

Li venti febbraio in Trento ha nevicato; ma la neve non si fermò in terra neppure un momento.<br />

Questa fu la prima neve di quest'anno.<br />

21 gennaio 1798<br />

Li 21 mercoledì delle Ceneri il P. Luigi Maria da Pavia Cappuccino predicatore del Duomo di<br />

Trento per la seconda volta, me praesente ha pubblicato l'indulto della carne per tutta la<br />

Quaresima, eccettuati soltanto li primi quattro giorni, tutti li venerdì e sabati, il mercoledì delle<br />

Tempore. e tutta la settimana Santa; coll'obbligo di dire cinque Pater, ed Ave ne 'giorni carnali,<br />

e colle solite esortazioni alla frequenza de' Sacramenti, ella limosina ecc. Non ha detto punto chi<br />

abbia dato un tal indulto; ma altronde si sa, ch'è vescovile.<br />

22 febbraio 1798<br />

Li 22 ho letto, che ai dieci di questo sono entrati nel castello di s. Angelo in Roma li francesi,<br />

stando l'armata grossa fuori di Roma. Così fu scritto da Roma nello stesso giorno decimo.<br />

27 febbraio 1798<br />

Li 27 febbraio il sindaco di Roncogno fu a pregarmi di fare qualche fatica intorno alle carte<br />

antiche di quell'archivio; ma gli ho risposto, che ora non ho tempo.<br />

1 marzo 1798<br />

Il primo di marzo è venuto un altro sindaco di Roncogno con alcuni rotoli pergameni; e glieli ho<br />

letti stante pede.<br />

28 febbraio 1798 (sic)<br />

Li 28, dico 28 febbraio il sig. abate Giuseppe Ciurletti pro cerimoniario vescovile ha cominciato<br />

le sue instruzioni liturgiche ai chierici nel seminario vescovile. Le seguiterà ogni mercoledì, con<br />

obbligo rigoroso ai chierici di udirle.<br />

6-8 marzo 1798<br />

Ho veduto ardere la montagna sopra Aldeno li giorni 6, e 7 ed 8.<br />

11 marzo 1798<br />

Gli undici di marzo, giorno di domenica, dopo la cena, fu portato alla nostra porta un bastardello<br />

in un cesto pieno di carezza, maltenuto, maschio, senza segno di Battesimo. Dicesi poter avere<br />

due giorni. Non è bello.<br />

316 *Predazzo.


17 marzo 1798<br />

Li 17 marzo ho veduto in Trento una lettera scritta da Milano innanzi l'anno 1782 contenente<br />

alcuni punti d'una profezia, che dicesi venuta dalla Calabria a Roma, e ritrovata presso lo<br />

scheletro sepolto di un abate cisterciense dell'anno 778, scritta in pergamena, senza veruna<br />

macchia, e posta in una canna di piombo. I detti punti sono: 1. Roma, singulariter concutietur. 2.<br />

Lombardia funditus conteretur. 3. In terra Mediolani et Genuae iniustitias ac tribulationes<br />

incurrent (Così la copia). 4. Anno millesimo septingentesimo nonagesimo a rege romani generis<br />

erit ira Dei super universam terram. 5. Multa monasteria corruent ec. Vigilate, et orate ec. Così<br />

la detta copia, di cui ho fatto questa copia per aggradire. Per altro nel 778 non vi fu ancora<br />

l'Ordine Cisterciense, avendolo fondato s. Roberto abate nel 1098. Il vocabolo Lombardia non è<br />

antico. Io non la stimo. Il vocabolo Lombardia non è latino.<br />

Predicatori nostri quaresimali del 1798.<br />

Albiano, P. Ferdinando de' Paoli da Sant'Orsola.<br />

Arco nella collegiata, P. Regalato caresino Guardiano di Metz.<br />

Borgo, P. Mariano Panchieri da Bordiana.<br />

Castelnuovo.<br />

Cavalese, P. Vitantonio Keller da Cles Guardiano di Cavalese.<br />

Clese, P. Vigilio Scalfi da Fondo.<br />

Drone.<br />

Gardolo, P. Gio. Evangelista da Stenico Vicario, e confessore delle monache.<br />

Garduno, P. Anacleto Manincore da Casezzo.<br />

Levico, P. Giangiuseppe Rosa da Canzolino Guardiano di Pergine.<br />

Lomaso, P. Vicario Illuminato Gritti da Clese.<br />

Meano, P. <strong>Provincia</strong>le Gioacchino Besenella da Pressano.<br />

Mechel, P. Stefano d'Asfruzzo 317 .<br />

Metz Lombardo, P. Gioseffantonio Dusini da Cles Guardiano di Cles.<br />

Metz Tedesco, P. Gio. Damasceno Tonina da Vigol Baselga.<br />

S. Michele all'Adige, P. Daniele Arnoldi da Enno.<br />

Moena e Pradazzo, P. Romedio Keller da Clese.<br />

Pinedo, P. Eusebio Grisenti da Pinedo.<br />

Pomarolo.<br />

Pressano, P. Ciriaco Battocchi da Lazzise.<br />

Ravina, e Romagnano, P. Davide Degara da Tiarno.<br />

Riva, P. Sisinnio Maria da Sansisinnio 318 .<br />

Roncegno, Il P. Giuseppe da Primiero.<br />

Roveredo, un prete veneto emigrato.<br />

Strigno, un prete.<br />

Sacco.<br />

Telve, il P. Guardiano Gasparo.<br />

Tenno.<br />

Tesaro, P. Giorgio Meneguzzer da Cles.<br />

Torcegno.<br />

Verla.<br />

Volano, P. Cappuccino Bevilacqua.<br />

Zambana, P. Vicario Filippo Panizza da Metz Tedesco.<br />

Nago, P. Amando Veronesi da Covalo.<br />

Noriglio.<br />

Nomi, P. Cappuccino.<br />

317 * Da Sfruz.<br />

318 *Sanzeno.


Trento, s. Maria Maggiore, P. Michele Angelo Lochman d'Altorivo 319 , detto da Fiemme,<br />

Ministro <strong>Provincia</strong>le de' PP. Cappuccini.<br />

24 marzo 1798<br />

Li 24 sabato Sitientes in santa Maria Maggiore di Trento monsignor Suffraganeo Emmanuele<br />

Conte di Thunn vescovo di Jasso ha ordinato più di cento chierici, cioè 113, come egli mi ha<br />

detto.<br />

25 marzo 1798<br />

Li 25 domenica di Passione dopo il vespro, e la Compieta il Duomo di Trento ha fatto la solita<br />

solenne processione della Santa Spina di Nostro Signore Gesù Cristo per tutta la città, cui siamo<br />

intervenuti anche noi Bernardiniani in numero dodici, oltre il Terziario vessillifero. Fummo di<br />

ritorno alle cinque e mezza. Officiò monsignor decano Manci.<br />

9 aprile 1798<br />

Li nove, seconda festa della Pasqua non fu fatta la solita processione del Monte Santo, perché fu<br />

disfatto dai francesi nel1796 e perché la piazza del Duomo trovasi occupata da cannoni, e da<br />

soldati austriaci.<br />

In questo mese furono chiuse con muro le portine delle botteghe poste nella piazza detta della<br />

Fiera fuori della Porta di s. Croce di Trento, essendo destinate per li cavalli militari ecc.<br />

22 aprile 1798<br />

Li 22 domenica seconda dopo Pasqua di mattina alle nove nel Duomo di Trento ha fatto il<br />

panegirico di Maria Vergine Addolorata, Nostra Signora Clementissima, il signor don Giorgio<br />

Cristofolini di Madrano prete d'anni circa 37. Dopo il vespro poi fu fatta la solenne processione,<br />

cui siamo intervenuti anche noi Bernardiniani, coi PP. Agostiniani, Cappuccini, e Conventuali.<br />

Non furonvi li così detti Angeli; né scariche di mortaretti. Officiò monsignor decano Manci.<br />

13 aprile 1798 (sic)<br />

Li 13 ho letto un libriccino di pagine 28, in 12°, intitolato Narrazione esatta del tumulto<br />

occasionato in Vienna il 13 d'aprile 1798 dall'ambasciata francese coll'apposizione di una<br />

bandiera a tre colori. D'un testimonio oculare. Traduzione dal tedesco 1798, senza luogo, e<br />

senza nome dello stampatore. L'ambasciatore si nomina general Bernadotte. Così fatto libretto è<br />

venuto da Salisburgo.<br />

15 aprile 1798 (sic)<br />

Li quindici, martedì, è stata qui a s. Bernardino la processione civica delle Rogazioni.<br />

27 aprile 1798<br />

Li 27 domenica di Pentecoste nel Duomo di Trento ha cantata la Messa pontificale monsignor<br />

Suffraganeo, vescovo di Jasso Emmanuele Conte di Thunn. Dopo il pranzo poi amministrovvi il<br />

Sacramento della Cresima, ma con molto disturbo, e tumulto per la gran calca de' cresimandi,<br />

quantunque sia stato avanti a cresimare nell'Ausugio, nel Lagaro, nella Sarchesia, e nell'Atesia.<br />

Un ragazzo restò morto, e due altri mezzomorti. Così pure un uomo attempato. Così mi fu<br />

riferito; ma altri negano la morte. Anche il vescovo patì, e dovette ritirarsi nella sagrestia.<br />

Cresimò ivi anche ne' due giorni seguenti, e nel suo palazzo paterno negli altri.<br />

2 giugno 1798<br />

Li due di giugno sabato delle quattro Tempore il detto vescovo tenne Ordinazioni nel Duomo al<br />

ss. Crocifisso. Gli ordinati furono 27, tra' quali furono cinque soli promossi al sacerdozio,<br />

essendo mancato il sesto sopraffatto da male di petto, cognominato a Valle di Giudicaria. In tal<br />

319 *Panchià.


congiuntura un prete vecchio colle stampe di Simon Girolamo Battisti diede alla luce un foglio<br />

aperto contenente dieci avvisi ai sacerdoti intitolati: Gressus in viam salutis opere indigitati a<br />

rev.mo, et excell.mo domino domino Emanuele Maria etc. Suppongo, che sia opera dell'ex<br />

parroco Francesco de Capris.<br />

Oggidì ho veduto manoscritta un'orazione, che comincia: Signore Iddio Onnipotente, giusto voi<br />

siete, con questo titolo: Orazione diretta ad impetrare l'aiuto divino nelle attuali calamità della<br />

Chiesa, con Indulgenza di 100 giorni concessa a quelli, i quali privatamente la reciteranno dalla<br />

Santità di Nostro Signore Papa Pio sesto per sett'anni sotto il giorno 21 gennaio 1797, come per<br />

rescritto della Sagra Congregazione delle Indulgenze. Ella è lunga.<br />

7 giugno 1798<br />

Li sette giugno, giovedì, siamo stati alla gran processione del Corpus Domini, con tutti gli altri<br />

Regolari. Partimmo dal convento un pochetto avanti le sette, e fummo di ritorno dopo le nove e<br />

mezza. Officiò monsignor Suffraganeo. Furonvi li succi 320 del castello colle loro lancie. Furonvi<br />

pure molti soldati in parata, i quali batterono il tamburo, e fecero tre scariche di moschettaria.<br />

Furonvi altresì due agnelli simbolici, li quali non fecero altro, che belare. Il tempo fu bellissimo,<br />

il sole caldo, l'aria quieta, le strade suttissime 321 .<br />

13 giugno 1798<br />

Li 13 mercoledì, li Padri Francescani Conventuali dimoranti ancora in s. Trinità, essendo<br />

disfatto il loro convento dai soldati, hanno solennizzata la festa di s. Antonio da Padova in s.<br />

Trinità de' Padri Filippini con Messa cantata dal sig. Provicario Menghini, con panegirico<br />

recitato dal sig. don Vincenzo Angeli, con sparri di mortari, e con campanò di otto giorni, e con<br />

una previa Novena, avendola data anche alle stampe, accennate nella Gazzetta monauniana.<br />

24 giugno 1798<br />

Li 24 domenica nel Duomo di Trento il Capitolo ha distribuito solennemente delle medaglie<br />

d'argento ai bersaglieri di Sovero, e Savignano suoi sudditi, che sonosi distinti contra li francesi.<br />

Fu cantata la santa Messa, fatto un discorso analogo dal Padre Cappuccino annualista Guadenzo<br />

Comai di Cavedine, e fatto sparo di mortaretti, tutto a spese del Capitolo; ma hanno speso anche<br />

gli stessi bersaglieri. Le medaglie furono mandate al Capitolo dal vescovo; al vescovo dalla<br />

Contea tirolese ecc. Hanno la figura, ed il nome di Francesco secondo coll'anni 1796, e con<br />

diversi motti.<br />

26 giugno 1798<br />

Li 26 martedì mattina siamo stati alla solenne processione e Messa pontificale del Duomo.<br />

Pontificò monsignor Suffraganeo. Nella processione fecero spalla ai canonici li detti bersaglieri.<br />

Fu fatto sparo si mortari. Partimmo dal convento alle nove, e fummo di ritorno alle undici e tre<br />

quarti. Fuvvi concorso straordinario di forestieri.<br />

29 giugno 1798<br />

Li 29 venerdì a Trento monsignor Suffraganeo ha ordinato sette sacerdoti, tra' quali un<br />

roveretano.<br />

Epistola bis legenda. Primum integre. Secundo aiternis tantum versibus. 20 iunii 322 .<br />

Amico carissimo<br />

Eccomi a darvi nuove del gran Buonaparte. Egli assa-<br />

lì con sommo valore il nemico nelle parti d’Italia, lo vinse, e fu per-<br />

320 *Sbirri.<br />

321 *Molto asciutte.<br />

322 *Lettera da leggersi due volte: la prima volta integralmente; la seconda a righe alterne.


sino proclamato, e conosciuto per tutta l’Europa, fu pareggiato ad un Ca-<br />

millo, o Scipione, che avrebbe sconfitto gloriosamente lo stesso An-<br />

nibale. Fu giudicato dal Direttorio Esecutivo per il più gran la-<br />

borioso, ed instancabile guerriero del secolo, profondo d’ingegno, d’aspetto leggia-<br />

dro, degno per questo di comandar ai Francesi. Ei seppe vincere, ed impo-<br />

nere ai Tiranni condizioni umilianti. Seppe far da tutti ri-<br />

verire l’Italia, innalzando le Insegne di Libertà. Rovesciò la vene-<br />

fica influenza di un povero Aristocratico, e sostituì una ben forma-<br />

ta Repubblica. Per questo solo fatto meriterebbe egli d’esser im-<br />

mortale, mentre regnava in quei miseri sudditi un secreto foco ap-<br />

piccato, unica causa della rovina di quel Governo. Amico siamo finalmente<br />

felici. Senza l’Eroe Buonaparte, noi eravamo di già tutti<br />

precipitati, ridotti senza numerario, senza giustizia, in preda ad una<br />

orribile tirannia. L’Italia govenata dal Macchiavello sarebbe<br />

nazione feroce, incapace di fede, ed umanità. Voglia Iddio pre-<br />

munire il gran Generale, ed acerescere la sua forza, onde pre-<br />

cipitare nell’abisso i Fabri di tante miserie, e voglia il Cielo pur egli col-<br />

mare di gloria la generosa nazione Francese, che fece tremare, e stu-<br />

pire tutti li suoi nemici, calpestatori della virtù, e della giustizia. Addio.<br />

9 luglio 1798<br />

Li nove di luglio, lunedì, nella sala del palazzo Wolchensteiniano di Trento, furono distribuiti li<br />

premi agli scolari del liceo trentino in modo nuovo, e semplice, attese le turbolenze guerresche.<br />

Furono premiati due soli di ogni scuola ex toto profectu litterario infra annum. Questi furono<br />

Giacomo Prati di Caldonazzo. Gio. Garzetti di Trento. Domenico Ducati di Trento. Tommaso<br />

Chiari di Trento. Isidoro barone Salvadori, Alberto Conte Alberti di Poia, e Gasparo Ferrari tutti<br />

e tre di Trento. Antonio Mazzetti, Leonardo Ricci e Giuseppe Tommasoni trentini. Niccolao<br />

Valentini di Calliano. Giambattista Marzari di Vigolo, Gerardo Benuzzi di Drone. Giuseppe<br />

Ricci di Trento. Michele Marzari di Vigolo. Giuseppe Maria Lupi di Trento. Li primi fisici<br />

furono Tommaso Bruti di Randena 323 . Luigi Mendini di Val di Non. Vincenzo Mesmer, ed<br />

Alberto Cesare trentini. Benedetto Benvenuti da Val di Sole, e Bonifacio Marinelli di Val di<br />

Non. Eligio Marchesini di Vezzano. Li primi logici Alfonso Mendini fratello di Luigi. Paolo<br />

Amistadi di Giudicaria. Gio. Batta Zanetti da Val di Sole. Carlo Moggio da Val di Non. Ilarione<br />

Ciurletti di Trento, Giuseppe Marzari di Trento, Gio. Batta Catturani di Randena, Francesco<br />

Mascher d'Arco. Antonio Lugano d'Avis. Gio. Bazzanelli di Sovero. Giuseppe Maria Girardi da<br />

Pergine. Bartolommeo Ferrari da Val di Sole. Francesco Giovannini da Pinedo. Bartolommeo<br />

Battistoni di Avio. Benedetto Salvadori di Mori. Leopoldo Alberti di Giudicaria. Luigi Battisti<br />

di Brentonico. Pietro Leonardelli pinetano. Giuseppe Furlani di Vigolo.<br />

Li nove fu portato a questa nostra sagrestia un cartello stampato del vescovo, dato li 22 giugno<br />

1798 col quale viene ingiunto ai sacerdoti d'aggiungere nella santa Messa l'orazione pro Papa,<br />

innanzi l'atra Deus refugium, e che dicasi fino al fine dell'anno 1798, al qual tempo terminerà<br />

eziandio l'altra Deus refugium. S'ingiunge pure ai parrochi e curati di stimolare i popoli a far<br />

orazione per il Papa cacciato da Roma 324 .<br />

In questo mese fu creato rettore del seminario vescovile di Trento il sig. don Giuseppe Donati di<br />

Cembra professore di teologia morale, e vice rettore in tempo di vacanza del rettorato dopo la<br />

morte del Carpentario.<br />

19 luglio 1798<br />

Li 19 luglio ho veduto segnato un passaporto dato in Roma dal cardinal Francesco Herzan de<br />

Harras, ministro plenipotenziario presso la santa Sede per sua cesarea ed apostolica maestà li 22<br />

323 Il Bruti epilettico fu trovato morto nel seminario l'anno 1798 gli 8 dicembre.<br />

324 Il foglietto stampato era stato incollato a pag. 1988 del manoscritto, ma fu levato...


febbraio 1798, dal sig. Filippo Baroni Cavalcabò presidente in Trento, in questo modo: Visto<br />

l'imp. regio presidio del Consiglio amministrativo di Trento, ed essendo l'entroscritto F.<br />

Severino oriondo e nazionale di Arco, potrà liberamente trattenersi in questa provincia, ed<br />

essere collocato in quel convento, che gli verrà indicato dal rev.do P. <strong>Provincia</strong>le. Dato in<br />

Trento li 19 luglio 798.<br />

L.+S. F. Baroni Cavalcabò etc.<br />

Nello stesso tempo ne ho veduto un altro dato in Roma li 5 marzo anno primo della Repubblica<br />

romana una ed indivisibile.<br />

Un altro dato in Pesaro 17 pratile Anno sesto repubblicano 1798. V. S., cioè veteri stilo, come<br />

spiego io.<br />

Un altro dato in Roma 4 mese Fiorile Anno 6 repubblicano.<br />

Famiglie dell'anno 1798 pubblicata nel maggio<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

Vicario P. Gio. Evangelista Torresanelli<br />

P. Arcangelo Dallago<br />

P. Epifanio Fioroni<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Albano Zambaiti<br />

P. Borgia Zucchelli lettore<br />

P. Gaudenzio Baiti<br />

P. Sebastiano Flaim di Revò del Ritiro<br />

romano 1798, 19 sett.<br />

P. Davide Degara<br />

P. Vigilio Scalfi<br />

F. Giuseppe Maria Dellagiacoma poi<br />

sacerdote<br />

F. Francesco Maria Defrancesco poi<br />

sacerdote<br />

F. Vigilio Scalfi 17 nov. poi sacerdote<br />

F. Gio. Antonio Dellagiacoma<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pietro Gretter<br />

F. Pacifico Tommasini<br />

Infermeria<br />

P. Ubaldo Bertolini non celebrante<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

F. Salvatore Gottardi<br />

P. Basilio dai 20 feb. 1799<br />

Servi<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Damiano Felder<br />

Vicario P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Carlo Felice Pini<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Emmanuele Pasini<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Severino Tonini detti Temani da s.<br />

Tommaso di Riva; poi alla <strong>Provincia</strong><br />

romana nel 1784...<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Biasio Ferrari<br />

F. Serafino Berti<br />

F. Marcello Adami Terziario


Domenico<br />

Antonio<br />

putello<br />

Giacomo<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Gasparo Bottesi<br />

Vicario P. Attanasio Degasperi<br />

P. Valentino Canali<br />

P. Amando Veronesi<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Geremia Pola, rivestito 17 sett. 1798<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pastorini<br />

P. Remigio (?)<br />

Fratelli<br />

F. Constantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Agostino Tambosi<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Accursio Aliprandini (rinunciò<br />

1799)<br />

Vicario P. Giangiacomo Degara<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Basilio Bertuzzi (all'infermeria)<br />

P. Amedeo Sannicolò<br />

P. Michelangelo Lorenzi<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Giuseppandrea Fumanelli<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Quirico Mattei<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Donato Passerini<br />

F. Giuseffandrea di Cadine, partì 1799<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

Vicario P. Ignazio Malfatti<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Prosdocimo Donei<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Luca Miclet<br />

F. Vincenzo Tommasi<br />

F. Bartolommeo Vanzo<br />

F. Pasquale Gremes Terziario<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Giuseffantonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Cesario Paoli, maestro<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Filippo Panizza, lettore<br />

P. Romedio Keller<br />

F. Luigi<br />

F. Cirillo Dusini<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Bernardino<br />

F. Tommaso di Cles<br />

F. Santo Federici<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Domenico Facchini Terziario<br />

F. Gioachino novizio poi professo


Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Anacleto Manincor<br />

Vicario P. Francesco Felice Campi<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Ilario Casagrande<br />

P. Carlo Felice Pancheri da Bresimo<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

P. Ippolito Biasi<br />

F. Leonardo Tonini da Sovero<br />

F. Serafico da Padova<br />

Fratelli<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Mauro Gottardi, novizio poi professo<br />

F. Leonardo Piaz Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Vitantonio Keller<br />

Vicario P. Stanislao Perugini, maestro<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Giacinto Lunelli<br />

P. Stefano Biasi<br />

P. Wenceslao Boninsegna<br />

P. Giorgio Nemeguzzer<br />

Fratelli<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Gio. Maria Montagnoli, Terziario<br />

F. Alessio Piva,Terziario (poi uscito)<br />

Novizi chierici<br />

F. Gio. Antonio Dellagiacoma<br />

F. Leonardo Tonini<br />

F. Bernardino<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio Tonina<br />

Vicario P. Illuminato Gritti<br />

P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Sisinnio Maria Ziller<br />

P. Gio. Damasceno Tonina<br />

Fratelli<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Valentino Gorna<br />

F. Gio. Battista Liberi, Terziario<br />

F. Felice Veronesi, Terziario<br />

P. <strong>Provincia</strong>le Gioachino Besenella<br />

P. Segretario Regalato Bombarda<br />

Professore P. Saverio Battisti a Trento<br />

Altri<br />

Il P. Alessio Tommasi di Varignano della<br />

<strong>Provincia</strong> della Marca 1798<br />

Il P. Tommaso Fatarsi di Caldese della<br />

<strong>Provincia</strong> romana 1798, che si secolarizzò<br />

nel dic. 1798 agli otto.<br />

Il P. Sebastiano Flaim di Revò del Ritiro<br />

romano 1798.<br />

Fra Tommaso Visintainer di Cles del Ritiro<br />

romano, morì li 18 febbr. 1799.<br />

F. Gioseffandrea Rota di Cavedine della<br />

Marca<br />

F. Severino da Riva della Prov. romana<br />

P. Michelangelo Lorenzi di Roveredo della<br />

nostra trentina emigrato.<br />

P. Carlo Felice Pancheri di Bresimo della<br />

Prov. romana<br />

F. Vigilio Vielmetti di Preghena suddito della<br />

Prov. romana, ritornò alla sua nel 1800.<br />

F. Tommaso Grigi da Padova della Prov.<br />

serafica d'Assisi. Ritornò alla sua provincia<br />

nel 1799.<br />

Negli ultimi giorni di questo mese la scuola de' sartori ha levato il suo altare marmoreo dalla<br />

chiesa del P. S. Francesco, rovinata dai soldati, e lo ha portato nella chiesa di san Marco in città<br />

de' PP. Agostiniani.


2 luglio 1798 [sic]<br />

Li due di luglio ho letto nel Diario ordinario romano del Cracas foglio num. 2398, dei 23 dic.<br />

1797, che li 18 dic. dal Papa fu proposto nel Concistoro segreto per la chiesa arcivescovile di<br />

Reggio in Calabria il R. P. F. Bernardo Ceniccola dell'Immacolata Concezione Minor<br />

Osservante di s. Francesco, sacerdote della diocesi di Telese; e per la chiesa arcivescovile<br />

metropolitana di Saragoza il rev.mo P. F. Gioacchino Company sacerdote della diocesi di<br />

Valenza, ministro generale de' Minori Osservanti di s. Francesco; e per la chiesa vescovile di<br />

Minorca eretta nuovamente in cattedrale da Pio sesto, il R. S. don Antonio Vila, et Camps; e per<br />

la chiesa vescovile di s. Marco il R. P. Reginaldo Coppola sacerdote della diocesi di Cassano<br />

dell'Ordine de' Predicatori.<br />

15 agosto 1798<br />

Li quindi agosto fu festeggiata eziandio con mortarettate notturne la festa di Maria Santissima<br />

alla di lei venerabile immagine, che sta presso la cappella del Duomo di Trento verso il<br />

meriggio.<br />

16 agosto 1798<br />

Li sedici fu in Trento festeggiata straordinariamente la festa di s. Rocco. Vidi parecchie<br />

processioni.<br />

10 agosto 1798 [sic]<br />

Li dieci, festa di s. Lorenzo in Trento si seppe, che nelle acque di Candia da Gio. Cristiano<br />

Nelson inglese fu preso prigioniero di guerra il generale Napoleone Buonaparte corso, colla sua<br />

flotta francese. Ma la relazione fu falsa.<br />

19 agosto 1798<br />

Li diciannove, domenica, siamo stati alla solita processione. Cantò Messa il sig. piovano del<br />

Duomo. Furono sparati de' mortaretti due volte, cioè al fine della processione quando eravamo<br />

per rientrare nel Duomo, ed al Tedeum. Partimmo dal convento alle otto e tre quarti, e fummo di<br />

ritorno alle undici a quasi due quarti.<br />

20 agosto 1798<br />

Li 20 agosto ho ricevuto una copia della risposta data dal Papa Pio sesto al generale Alessandro<br />

Berthier, che propose al santo Padre una coccarda nazionale, ed una pensione. Eccola.<br />

Io non conosco altro uniforme, che quello, di cui mi ha decorato la Chiesa. Voi avete nel vostro<br />

arbitrio la vita del mio corpo, ma non già quella della mia anima. Ravviso bene la mano<br />

aggirante la sferza, che percuote gli agnelli, ed affligge nel pastore i traviamenti del gregge. Mi<br />

sottometto alla volontà dell'Altissimo. Un bacolo, e un saccolo bastano a quello, che finirà in<br />

cenere, ed in cilicio i giorni suoi. Predate, desolate, esterminate a vostro talento. Distruggete<br />

pure li monumenti. La Religione sussisterà come avanti, e forte durerà sino alla consumazione<br />

de' secoli.<br />

24 agosto 1798<br />

Li 24 agosto girò per Trento un foglietto intitolato Nuova e spaventevole relazione venuta da<br />

Milano di un orribile caso succeduto nella chiesa di s. Lorenzo da tre soldati, che per il<br />

maledetto gioco si volsero irati contra un santissimo Crocefisso, ch'era appeso nella suddetta<br />

chiesa. In Milano 1798. Basta questo solo per conoscere, ch'è una relazione bugiarda, dicendosi<br />

venuta da Milano, ed insieme stampata in Milano. Anche il resto prova lo stesso; come pure il<br />

silenzio delle Gazzette, e delle lettere.<br />

9 settembre 1798<br />

Li nove, giorno di domenica in Trento fu fatta la processione del voto provinciale contro i<br />

francesi del 1703, la quale andò a s. Maria Maggiore.


14 settembre 1798<br />

Li 14 settembre, venerdì, dal parroco del Duomo di Trento fu solennemente seppellito il<br />

primogenito del sig. Filippo Baroni Cavalcabò di Sacco, presidente del Consiglio imperial regio<br />

amministrativo di Trento, appena nato, stando in pericolo di morte la madre nata contessa<br />

Alberti di Poia in Roveredo. Il figlio fu estratto nel giorno 13. Alla madre fu dato l'Olio santo, e<br />

poi il Viatico.<br />

16 settembre 1798<br />

Li 16 settembre, domenica in Trento fu fatta la processione del voto provinciale contro i francesi<br />

del 1703, come nella domenica scorsa, perché non fu fatta nell'anno addietro. Ritornammo al<br />

convento in punto alle dodici, perché il Duomo avanti fece la processione del Santissimo,<br />

essendo la domenica terza del mese. Cantò la s. Messa il sig. don Bartolommeo Gerlonio 325 di<br />

Trento.<br />

21 settembre 1798<br />

Li 21 settembre venerdì delle quattro Tempore monsignor Suffraganeo Emmanuello Conte di<br />

Thunn ha ordinato suddiacono un Canonico Regolare di s. Michele nel suo palazzo paterno di<br />

Trento. Nel giorno 22 lo ha ordinato diacono insieme con parecchi altri nella chiesa delle Madri<br />

Orsoline; e nel giorno 23 domenica lo ha ordinato sacerdote. Il medesimo Religioso è tedesco,<br />

ed è venuto apposta da Insprugg, dove fa li suoi studi.<br />

23 settembre 1798<br />

Li 23 settembre, domenica di mattina il consigliere Carpentario roveretano stando in Trento ha<br />

ricevuto una staffetta, e nello stessissimo punto è partito per Vienna. Ritornò presto.<br />

Si trova in Trento un consigliere di Clagenfurt per nome Giuseppe, in qualità di commissario<br />

austriaco per la causa del Magistrato civico, e de' mercanti, e per l'altra de' quattro consiglieri<br />

deposti da Bonaparte ecc. Abita nel castello.<br />

16 novembre 1798<br />

Li 16 novembre di sera cominciammo a scaldare il refettorio. Finimmo poi ai tre di marzo 1799,<br />

di mattina.<br />

In quest'anno mai non suonarono qui le campane per temporali, non essendovi stato alcuno de'<br />

bisogni soliti.<br />

17 novembre 1798<br />

Li diciassette di novembre avanti giorno fuvvi fuoco nella bottega libraria del sig. Simon<br />

Girolamo Battisti stampatore, situata sotto i portici della Contrada tedesca di Trento, cui recò un<br />

gran danno, di circa mille fiorini.<br />

19 novembre 1798<br />

Li diciannove circa le undici di mattina cominciò a nevicare anche in città di Trento per la prima<br />

volta in quest'inverno; ma durò poco dove fu toccata dal sole.<br />

23 novembre 1798<br />

Li ventitre di mattina si trovò coperta di neve la nostra terra. Dopo il mezzogiorno ricominciò il<br />

nevicamento, ed insieme piovette.<br />

Nel medesimo giorno 23 essendo venerdì. In Trento vi fu il concorso alla parrocchia di Mori<br />

risegnata dal Tabarelli, senza obbligo di pensione.<br />

325 *Gerloni.


29 novembre 1798<br />

Li 29 novembre di notte ha nuovamente nevicato, ed insieme anche piovuto.<br />

30 novembre 1798<br />

Li 30 novembre ho ricevuto un dispaccio come guardiano dal sig. presidente Filippo Baroni<br />

Cavalcabò rapporto ai Religiosi forestieri dato in Trento li 10 novembre.<br />

8 dicembre 1798<br />

Gli otto dicembre ho inteso, che nella sera oscura alle sette del giorno precedente ritornando da<br />

Trento a Mano quel masadore della signora Vittoria baronessa vedova Crosina, nata contessa di<br />

Prato, fu proditoriamente ammazzato. Vedi sotto al 9 novembre 1799. Fu Domenico Chiogna<br />

detto de' Lodoli, e portava del danaro ricevuto in Trento dal Manega. Cadde poco prima di<br />

giungere al ponte del Saletto, e fu seppellito dal piovano del Duomo nella sera degli otto.<br />

Dicesi, che gli uccisori sono stati un bresciano, e un pinetano già bersagliero. Il bresciano d'anni<br />

24, saltaro de' pinetani.<br />

13-14 novembre 1798<br />

Nella notte dei tredici, e nel giorno seguente 14 ha nevicato ma poca cosa.<br />

Predicarono in quest'Avvento<br />

Cognola, il P. Regalato.<br />

Gardolo, il P. Davide.<br />

Aldeno, il P. Vigilio.<br />

Villazzano,il P. <strong>Provincia</strong>le Gioachino.<br />

Civezzano, il P. Giangiuseppe Guardiano di Pergine.<br />

Trento a s. Maria, don Vincenzo Angeli.<br />

In questi giorni dall'arciprete di Vallarsa fu chiesto unl nostro Padre confessore al P.<br />

<strong>Provincia</strong>le, perché andasse in Vallarsa; ma gli fu risposto, che non ne abbiamo a proposito,<br />

essendo troppo vecchi li non occupati nella santa predicazione.<br />

20 dicembre 1798<br />

Nella sera dei venti di dicembre cominciò a soffiare un gagliardissimo, e freddissimo vento, e<br />

durò tutto il giorno 21.<br />

23 dicembre 1798<br />

Li 23 l'Adige menò ghiaccio.<br />

24 dicembre 1798<br />

Li 24 ritornò il vento gagliardo, e freddo, e durò tutto il giorno.<br />

25 dicembre 1798<br />

Li 25 le strade di Trento furono piene di ghiaccio perché si gonfiarono le rozzole, e le acque si<br />

sparsero per le strade.<br />

27-29 dicembre 1798<br />

Li 27 di notte venendo li 28 cominciò a nevicare, e nevicò tutto il detto giorno 28. Li 29<br />

dovemmo fare la rotta.<br />

30 dicembre 1798<br />

Li 30 di mattina cominciò a nevicare grossamente, e seguitò sino dopo vespro.


A questo punto vi era incollato il biglietto stampato ricordato sopra al 9 luglio, ma è stato<br />

levato. Romane solo la sottoscrizione del cancelliere:<br />

Petrus Jos. Cloch Cancell. de mandato.<br />

In Trento in vece di orazioni a Dio Signor nostro per li moderni grandissimi bisogni si<br />

continuano le commedie notturne. L'ordine però delle due lettere con un altro viglietto stampato<br />

fu rinnovato li 20 dic. 1798, usque ad aliam dispositionerm.<br />

Predicatori vescovili della prossima Quaresima.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, Fra Luigi Macchioni Minor Conventuale di Riva.<br />

Avio, Francesco Zanchetta veronese.<br />

Banale, Carlo Torresanelli di Stenico cappellano di Banale.<br />

Besenello, e Mattarello, on Antonio Sartori da Castione cappellano di Villa.<br />

Blegio, o S. Croce, don Giovanni Boninsegna curato di Becceca 326 .<br />

Brentonico, don Bartolommeo Scrinzi di Lizzana.<br />

Calavino, don Gio. Antonio Zanotti di Riva, d'anni 30.<br />

Cavedine, don Gio. Niccolini curato di Praso in Val di Bono.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Gio. Battista Onestingel curato di Villazzano.<br />

Condino, don Pietro Vecli curato di Fiavedo 327 .<br />

Corredo, e Smarano, don Giacomo Gigli curato di Varrone.<br />

Denno, e Vigo, don Romedio Conci di Maleto.<br />

Livo, don Biasio de Petris parroco di Livo.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Udalrico Quaresima di Tuenno Vicario parrocchiale d'Isera.<br />

Maleto, don Francesco Battisti di Brentonico, d'anni 60.<br />

Mori, don Leonardo de' Leonardi dal Vò Casaro d'Ala.<br />

Ossana, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Pergine, don Gio. Battista Bonomi di Caldese, d'anni 50.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Bartolommeo Tambosi di Serso curato della Faida in Pinedo.<br />

Rendena, don Gio. Battista Pellegrini curato di Bolbeno.<br />

Revò, e Clotz, don Bernardino Cattoni di Cavedine.<br />

Sarnonico, Fondo, e Romeno, Gio. Zenoniani parroco di Romeno.<br />

Taio, e Torri, don Stefano Speranza di Roncone.<br />

Tassullo, don Filippo Visintainer curato di Celledizzo.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Gio. Armanini curato di Sarca.<br />

Tione, don Domenico Boni curato dei Ragoli.<br />

Val di Bono, don Paolino de' Leonardi curato di Lundo.<br />

Val di Ledro, don Domenico Poli curato di Bondone.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Luigi Chizzola do Mori. Questi nel 1793 contò 29 anni di età, e fu<br />

Filippino in Mantova.<br />

Villa Lagarina, don Carlo Colombarola di Avio.<br />

S. Zeno, e Dambel, don Giuseppe Valentini curato di Poia.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO 1799<br />

... gennaio 1799<br />

... gennaio dopo un freddo intensissimo finalmente cominciarono a gocciolare i nostri tetti; ma<br />

per poco tempo.<br />

In questi giorni sono passati per Trento undici monaci piemontesi dell'Ordine trappense, inviati<br />

per la Moscovia, essendo moscovita uno di loro. Furono accompagnati da soldati, ed albergati a<br />

326 *Bezzeca.<br />

327 *Fiavé.


san Marco dai Padri Agostiniani. Andarono a piedi, ed ebbero seco un solo cavallo. Si<br />

presentarono anche alla Curia vescovile. Sono partiti dal Piemonte per causa della rivoluzione di<br />

quella provincia, e vanno nella Crimea. Essi hanno edificato a Trento colla loro modestia, col<br />

silenzio, parlando un solo e mostrandosi molto austeri nel mangiare. Furono tutti giovani.<br />

24 gennaio 1799<br />

Li 24 dei gennaio, giovedì, ha nevicato dalla mattina sino alla sera, e così restò alquanto<br />

mitigato il freddo.<br />

27 gennaio 1799<br />

Li 27, domenica di Sessagesima nel Duomo di Trento fu solennizzata la nuova instituzione di<br />

una Compagnia di devoti per la recita quotidiana delle Litanie della Madonna Dolorata. Tre sere<br />

avanti furono suonate tutte le campane del Duomo. Questo fu adobbato tutto più che per la festa<br />

di s. Vigilio. Fu cantata Messa da monsignor decano Manci coi vescovi. Avanti la Messa fece<br />

un discorso d'un quarto di ora il signor don Bartolommeo Gerloni di Trento. Non fuvvi lo<br />

stabilito sparo di mortari, perché nella sera precedente il mortarista caricando un mortaro<br />

coll'aiuto della sua moglie batté ferro con ferro, ed essendosi acceso il fuoco scoppiò il mortaro,<br />

portò via lontana una mano della donna, ed il mortarista restò tutto rovinato nella faccia ecc.<br />

L'avviso sacro posto su le porte delle chiese dice, che alcuni devoti della Beatissima Vergine de'<br />

Dolori a consolidare l'esercizio quotidiano della recitazione de' Misteri dolorosi, che fin qui si<br />

praticò nel Duomo, ottennero dalla rev.ma superiorità il permesso d'innalzare questo esercizio a<br />

regolata società. Aggiugne, che nelle sette domeniche avanti la festa de' dolori vi sarà una<br />

Messa per li confratelli, e benefattori alle otto; e che alle quattro di sera si reciterà il solito<br />

esercizio.<br />

2 febbraio 1799<br />

Li due di febbraio, sabato, e festa di Maria Santissima nevicò, ed insieme piovette quasi tutto il<br />

giorno.<br />

12 febbraio 1799<br />

Nella notte venendo li dodici di febbraio cadde molta neve.<br />

Predicatori nostri quaresimali del 1799.<br />

Trento nella cattedrale, il P. Amando da Covalo con F. Vitale.<br />

Albiano, il P. Eusebio da Pinedo.<br />

Cavalese, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Clese, il P. Illuminato di Clese 328 .<br />

Drone, il P. Carlo Felice di Trento.<br />

Gardolo, il P. Pietro Regalato da Carice 329 .<br />

Garduno, il P. Giacomantonio di Borgo.<br />

Levico, il P. Mariano da Bordiana.<br />

Lomaso, il P. Pietro Paolo da Roncegno.<br />

Meano, il P. Davide da Tiarno.<br />

Mechel, il P. Romedio da Clese.<br />

Metz Lombardo, il P. Daniele da Enno.<br />

Metz Todesco, il P. Ilario dai Bampi.<br />

S. Michele, il P. Anacleto da Casezzo.<br />

Moena, e Pradazzo, il P. Giorgio da Clese.<br />

Pinedo, il P. Ferdinando da Sant'Orsola.<br />

Pressano, il P. Geremia da Borgo.<br />

328 *Cles.<br />

329 *Cares.


Verla: il medesimo.<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Stefano da Sfruzzo.<br />

Riva, il P. Gioseppe Antonio da Clese.<br />

Telve, il P. Gioseppe da Primiero 330 .<br />

Tesaro, il P. Vito Antonio di Clese.<br />

Zambana, il P. Ippolito da Sfruzzo.<br />

Nago, il P. Pietro Damiani da Borgo.<br />

Roncegno, il P. Gasparo da Campo.<br />

Tenno, il P. Sisinnio Maria da Sanzeno.<br />

Noriglio, P. Giangiacomo di Tiarno.<br />

Nomi, il P. Ciriaco di Lazzise.<br />

Pomarolo<br />

Volano, il P. Amedeo di Roveredo.<br />

Novaledo, il P. Massimo di Volano.<br />

5 marzo 1799<br />

Nel giorno di martedì quinto di marzo, alle dieci e mezza passate sono stati a vedere il nostro<br />

convento tre soldati graduati, per farlo ospitale in caso di bisogno. Avanti sono stati dai PP.<br />

Cappuccini, e dai Padri Carmelitani. Sono andati diritti a san Marco de' Padri Agostiniani, ed<br />

hanno fatto lo stesso. Fece da principale il signor Conte Neuperg comandante in Trento da<br />

molto tempo.<br />

10 marzo 1799<br />

Li dieci di marzo, domenica di Passione dopo il vespro siamo stati alla solita processione della<br />

santa Spina. Officiò monsignor decano Manci. Andammo con quest'ordine: Le Confraternite, li<br />

PP. Cappuccini, li PP. Conventuali, noi Riformati, e poi li PP. Agostiniani, ed il clero secolare.<br />

Partimmo dal convento alle tre, ed un quarto, e vi fummo di ritorno alle cinque e mezzo quarto<br />

passato. Le strade furono fangose. Ciò non ostante andammo per Contrada Larga, Contrada<br />

Lunga, passammo per la chiesa di s. Pietro, e per la chiesa della ss. Trinità, per la piazza<br />

Grande, e rientrammo nel Duomo per la porta maggiore. Noi fummo dodici, oltre il pennellifero<br />

frate laico giuniore.<br />

13 marzo 1799<br />

Li tredici, giorno di mercoledì, fu intimato ai Padri Carmelitani Scalzi delle Laste sopra Trento<br />

di evacuare tostamente il loro bel convento, e di cederlo ai soldati feriti. Vennero subito dopo il<br />

pranzo da noi due di quei frati laici a dircelo, e partirono. Ma poi avendo io mandato due<br />

Religiosi alle Laste nella mattina seguente ho avuto certezza, che que' Padri ebbero soltanto<br />

avviso, che occorrendo eglino dovranno cedere ai soldati il loro convento, e che forse non<br />

occorrerà il bisogno. Li due frati laici sono stati accettati alle Laste per forza quando vennero<br />

dall'Italia. Li Padri ottennero di potervi restare con alcune celle ecc.<br />

19 marzo, festa di s. Giuseppe, non fu celebrata dai padri Carmelitani delle Laste conforme<br />

solevano, atteso l'accennato loro disturbo. Quindi neppure fuvvi presso quella chiesa quella<br />

fiera, che con molto scandalo sol evasi tenere. Fu avvisato di ciò il pubblico preventivamente<br />

con cartelli su le porte delle chiese, ed anche dal pulpito del Duomo. Per altro in città ho veduto<br />

molti festeggianti forestieri de' contorni.<br />

Nello stesso giorno 19 essendo il martedì Santo, dalle due sino alle tre pomeridiane, in tredici<br />

siamo stati nel Duomo a fare l'ora venticinquesima di adorazione del Santissimo Sacramento,<br />

secondo il nostro solito, ma senza musici.<br />

330 Terragnolo, un Cappuccino; Trento s. Maria, don Angeli.


22 marzo 1799<br />

Li 22 marzo, venerdì Santo dopo le tre pomeridiane fu da me un lombardo di circa trent'anni.<br />

Voleva raccontarmi le rivelazioni, che com'egli disse, aveva ricevuto dal Signor Iddio rapporto<br />

alla presente guerra, e che già manifestò alla Corte di Parma, tenendo però io altrove<br />

indispensabili premure, mi scusai colle buone, e lo licenziai parimente colle buone. Si mostrò<br />

umile con Dio, ed anche con me. Avanti ebbe il pranzo da frate Feliciano portinaio del<br />

convento.<br />

26 marzo 1799<br />

Li 26 marzo, martedì dopo la Pasqua nella chiesa parrocchiale di s. Maria Maggiore monsignor<br />

Suffraganeo di Trento vescovo di Jasso Emmanuele Conte di Thunn, ha ordinato 118 chierici<br />

secolari e Regolari, tra' quali furono promossi al sacerdozio dicidotto. Due soli tra gli esaminati<br />

furono riprovati, e mandati indietro. Il medesimo vescovo nella domenica di Pasqua celebrando<br />

nel Duomo ha dato la benedizione Papale per speciale indulto apostolico.<br />

30 marzo 1799<br />

Li trenta, sabato dopo il vespro fuvvi del vento gagliardissimo; ma cessò avanti notte.<br />

Ne' giorni passati le soldate dovendo partire da Trento verso l'Italia per l'imminente battaglia,<br />

buttarono nell'Adige parecchi de' loro figliuolini vivi, de' quali alcuni furono riscattati dai<br />

trentini, ed altri presi dalle barbare braccia delle loro madri. Di alcuni ne pigliò cura il sig. don<br />

Giovanni Puzzer professore del seminario.<br />

7 aprile 1799<br />

Li sette domenica seconda dopo Pasqua fece nel Duomo il panegirico della Vergine Dolorata il<br />

sig. don Vincenzo degli Angeli di Trento. Dopo il vespro non vi fu la solita solenne processione,<br />

perché ha piovuto sino all'ora del pranzo. Noi siamo andati sino in Fiera e là ricevemmo avviso<br />

di ritornare indietro dal sig. sagrestano del Duomo per mezzo del signor Gio. Battista Manica,<br />

figlio del signor Lorenzo.<br />

30 aprile 1799<br />

Li 30 aprile, martedì rogazionale fu nella nostra chiesa la processione rogazionale, e vi cantò la<br />

Messa della feria Non vi fu il Magistrato, perché venne quà troppo per tempo in quest'anno, per<br />

poter ritornare nel Duomo a cantare la Messa di s. Massenza. Arrivò quà alle sei, e quasi mezza<br />

e partì subito dopo le sette.<br />

18 maggio 1799<br />

Li 18 di maggio sabato delle quattro Tempore monsig. Emmanuele Maria Conte di Thunn<br />

vescovo di Jasso, e Suffraganeo di Trento ha ordinato trentasei chierici di diversi Ordini nella<br />

cappella del ss. Crocifisso del Duomo. Cominciò alle sei e mezza. Li nostri furono sette, de'<br />

quali un solo fu ordinato sacerdote, cioè fra Vigilio da Preghena. Gli altri furono ordinati ante<br />

tempus per paura, che manchi il vescovo.<br />

23 maggio 1799<br />

Li 23 maggio, festa del Corpus Domini, siamo stati alla solita processione del Duomo con gli<br />

altri Religiosi Agostiniani, Conventuali, e Cappuccini. Partimmo dal convento un poco avanti le<br />

sette di mattina 331 , e fummo di ritorno un poco dopo le nove e mezza. Cantò la Messa<br />

monsignor decano Manci, e portò il Santissimo nella processione monsignor Suffraganeo<br />

Thunn. Il tempo non poteva essere più buono. Così pure le strade. Furonvi anche de' soldati in<br />

parata, li quali fecero più scariche dell'artiglieria, specialmente nel castello. Questa volta non ho<br />

veduto alcun agnello. Le finestre delle case furono adobbate di coperte belle, e le porte di rami<br />

verdi.<br />

331 Dissimo (dicemmo) l'officio tutto basso, eccettuato l'inno ambrosiano.


29 maggio 1799<br />

Li 29 maggio, nella sera oscura in Trento fu sentita una scossa di terremoto. Scritto questo<br />

leggo, che in Brescia nella stessa sera furono sentite due scosse forti di terremoto, che<br />

spaventarono tutti, e danneggiarono quasi tutte le case, uccisero un putto stampatore, e ferirono<br />

molte persone. Furono sentite anche in molti luoghi non molto lontani da Brescia, e<br />

nominatamente in Castenedolo, lontano sei miglia da Brescia, e contate circa 2.170 persone,<br />

dove cadde tutto il tetto di quella chiesa.<br />

Negli scorsi giorni furono fatte delle funzioni nelle quattro parrocchiali di Trento per<br />

ringraziamento a sua divina maestà de' prosperi successi della guerra contro i francesi. Avanti,<br />

cioè nelle domeniche dell'aprile furono fatte delle pubbliche funzioni in Trento per ottenere da<br />

Dio i detti successi.<br />

giugno-agosto 1799 [sic]<br />

Poi nel primo di giugno fu comandato, che le stesse preghiere si continuino ai 9 domenica dal<br />

Seminario nella chiesa di s. Marco; ai 16 domenica dalla Compagnia del Santissimo Sacramento<br />

nel Duomo; ai 23 domenica dalla Congregazione Mariana nella chiesa delle Madri Orsoline; ai<br />

26 mercoledì festa di s. Vigilio nel Duomo, Messa pontificale con Indulgenza plenaria e<br />

benedizione Papale. Ai 29 sabato festa de' ss. Pietro e Paolo nel coro della chiesa. 30 giugno<br />

domenica dai divoti in s. Pietro. Luglio 7 domenica dalle Madri di s. Chiara nella chiesa delle<br />

Madri Orsoline; 14 domenica dalla venerabile Casa di Dio. 21 domenica dai PP. Conventuali di<br />

s. Francesco nella chiesa della ss. Trinità. 28 domenica dalla Compagnia della Buona Morte in<br />

s. Maria Maggiore. Agosto 4 domenica dai padri Cappuccini in s. Croce. Agli 11 domenica dai<br />

PP. Riformati di s. Francesco in s. Bernardino. Ai 15 giovedì dell'Assunta, nella chiesa di s.<br />

Maria Maggiore. La mattina alle 10 si canterà la Messa coll'esposizione del Santissimo e colla<br />

benedizione. La sera alle sei e mezza l'esposizione del Santissimo colle Litanie de' Santi e colle<br />

orazioni del Rituale tempore belli, e colla benedizione. L'editto porta il nome del vescovo, e la<br />

data dal castello di Trento, ma egli è nel castello Tunn e nulla sa di Trento.<br />

18 giugno 1799<br />

Li 18 giugno dopo il vespro fu da me Stefano Prunner di Frassilongo, nipote di don Stefano<br />

Prunner curato di Madrano, giovine d'anni 21, che ha madre vedova con tre fratelli, ed ha<br />

studiato la grammatica sino alla seconda, e mi ha chiesto d'essere accettato per nostro fratello<br />

laico, non avendo talento per le lettere.<br />

26 giugno 1799<br />

Li 26 giugno, mercoledì, e festa di san Vigilio, siamo stati alla Messa pontificale nel Duomo,<br />

cantata da monsignor Suffraganeo Emmanuele Conte di Thunn vescovo di Jasso. Fummo pure<br />

alla processione, che fu fatta avanti dentro lo stesso Duomo, perché il tempo fu piovoso tale<br />

diventato soltanto un poco avanti le nove. Partimmo dal convento alle nove, ed uscimmo dalla<br />

città alle undici in punto. Dopo la Messa monsig. Suffraganeo per indulto apostolico speciale<br />

diede la benedizione apostolica coll'indulgenza plenaria, giacché manca il vescovo diocesano,<br />

che ora sta nel suo castello di Tonno 332 . Sotto la detta Messa furono scaricati parecchi mortari.<br />

Nella sera non furono fatti i soliti fuochi artificiali, perché il cielo fu nuvoloso, e minacciante<br />

pioggia.<br />

29 giugno 1799<br />

Li 29 sabato, e festa di s. Pietro, nella sera furono fatti li fuochi artificiali, che non si poterono<br />

fare nella festa di san Vigilio.<br />

332 *Thunn.


30 giugno 1799<br />

Li 30 domenica, monsignor Suffraganeo nel suo palazzo paterno di Trento, situato nella<br />

Contrada Larga presso la Contrada Lunga, ha ordinato otto sacerdoti, ed un diacono.<br />

Nella sera di s. Vigilio in Trento li commedianti hanno dato principio alle loro opere diaboliche<br />

8 luglio 1799<br />

Gli otto luglio, giorno di lunedì, alle 4 di sera il seminario di Trento ha distribuito i soliti premi<br />

agli scolari nella sala del palazzo Wolchensteinero sotto al castello. Essendo poi andati di notte<br />

secondo il solito li musici a fare delle serenate ai premiati, furono catturati dalla pattuglia<br />

militare, cui per esserne liberati ogni catturato dovette dare 45 carentani. Anche in quell'anno<br />

furono dati tre premi ai tre più bravi di ogni scuola soltanto rapporto al profitto di tutto l'anno.<br />

Eglino furono nella poesia Michele Menghini dell'Anaunia alunno del seminario 333 , Tommaso<br />

Chiari trentino, ed Antonio Lupi di Margon trentino. Nella rettorica Gasparo Ferrari trentino,<br />

Giorgio dal Dos sollando, Aloisio Sartori ledrino 334 , ed Alberto Conte Alberti di Poia trentino,<br />

perché Conte. Nella suprema grammatica Antonio Mazzetti trentino alunno del seminario,<br />

Giuseppe Tommasoni trentino, e Leonardo Ricci de Neüm dominus de castro Corona trentino.<br />

Nella grammatica media Giorgio Luchi anauniese, Nicolao Valentini callianese, Giambattista<br />

Ricci de Neüm, dominus de castro Corona trentino. Nella grammatica infima Gioseppe Ricci<br />

fratello del precedente, Giacomo Giovannini pavese, o sia pavano 335 , Gioseppe Lupi di Margon<br />

trentino. Nei principi Aloisio Cloch trentino, Gioseppe Bertotti trentino, e Gioseppe Angelini<br />

roveretano, dimorante colla sua famiglia in Trento per ragione di officio pubblico.<br />

18 luglio 1799<br />

Li 18 luglio il Padre Barisella da Tuenno sindico de' Padri Agostiniani di san Marco, mandato<br />

da monsignor Vicario generale canonico Zambaiti fu da me per la nuova bottega sutrina 336 , che<br />

vuol fare appresso la sua chiesa, ed io gli ho accordato, che la faccia, ma colla porta nel cortile<br />

dell'ortolano, non già presso quella della chiesa.<br />

22 luglio 1799<br />

li 22 luglio, martedì, fu totalmente evacuato dai soldati infermi il monastero di san Michele<br />

d'ordine sovrano, chiesto dalle povere monache.<br />

23 luglio 1799<br />

Li 23 di sera fu ripigliato il suono delle campane di quella chiesa coll'Avemmaria vespertina.<br />

30 luglio 1799<br />

Li 30 martedì, subito dopo il suono del mezzogiorno fu in Trento fatto uno scarico di mortari<br />

posti nella piazza della Mostra sotto il castello, e dato principio al suono di tutte la campane per<br />

la lieta nuova della resa di Mantova fatta dai francesi agli austriaci per forza. Il detto suono durò<br />

più di un'ora. Suonammo volentieri anche noi le nostre.<br />

1 agosto 1799<br />

Nel primo giorno di questo mese, essendo giovedì nel Duomo di Trento il Consiglio<br />

amministrativo ha fatta cantare una Messa solenne con sparo di mortari per la resa di Mantova,<br />

succeduta li 28 luglio.<br />

333 nipote del sig. Provicario.<br />

334 *Della Valle di Ledro.<br />

335 *Da Povo.<br />

336 *Bottega da calzolaio.


2 agosto 1799<br />

Nel giorno secondo sette Clarisse di buon mattino sono partite dal monastero di san Giuseppe 337<br />

in carrozza colla contessa Atalante Trissina, e sono state a vedere il loro monastero, rovinato dai<br />

soldati per riattarlo.<br />

3 agosto 1799<br />

Nel giorno terzo, un pò dopo le quattro di mattina, in questa nostra chiesa di s. Bernardino, fu<br />

congiunto in matrimonio un putto del sig. Pietro de Petris di Trento, abitante nella parrocchia<br />

del Duomo, dal nostro P. Agostino eletto dallo sposo colla licenza dell'Ordinario.<br />

Nel giorno stesso nella chiesa del Suffragio hanno solennizzata la presa di Mantova con Messa,<br />

e spari li mercanti contrari al Magistrato consolare. Officiò il canonico Giuseppe barone Buffa.<br />

4 agosto 1799<br />

Nel giorno quarto, domenica, nel Duomo solennizzò con Messa, e spari la detta presa di<br />

Mantova il Capitolo canonicale.<br />

5 agosto 1799<br />

Nel giorno quinto in s. Maria Maggiore fece altrettanto il Magistrato consolare.<br />

Tralascio altre simili feste celebrate in Povo, Ravina ecc.<br />

25 agosto 1799<br />

Nel giorno 25 domenica siamo stati alla solita processione del Duomo. Partimmo dal convento<br />

alle otto, e tre quarti; e fummovi di ritorno alle undici, ed un quarto. Cantò la Messa il sig.<br />

Piovano Giacomo dal Sasso di Cavedago; e furono fatti due spari di mortari, uno verso il fine<br />

della processione, e l'altro sotto l'inno Te Deum.<br />

Ne' passati giorni furonvi molti assassini di strada nei nostri contorni; e perciò le comunità<br />

ebbero ordine di stare in armi, e di battere le campane a martello.<br />

9 settembre 1799<br />

Li nove settembre, giorno di lunedì, fummo alla solita processione del Duomo a s. Maria<br />

Maggiore per la liberazione dai francesi del 1703.<br />

21 settembre 1799<br />

Li 21 settembre sabato nel Duomo di Trento ha tenuto Ordinazioni monsig. Suffraganeo<br />

Emmanuele Conte di Thunn. Ordinò tre sacerdoti, alcuni diaconi, suddiaconi, e minoristi. De'<br />

nostri fu ordinato diacono fra Gio. Antonio, e suddiaconi fra Cirillo, fra Leonardo, e fra<br />

Bernardino.<br />

29 settembre 1799<br />

Li 29 settembre domenica, e festa di s. Michele, l'artiglieria russa con molti soldati di cavalleria<br />

cominciò a passare dall'Italia per Trento verso l'Elvezia, con molto dispendio, e disturbo dei<br />

trentini.<br />

10 ottobre 1799<br />

Li dieci d'ottobre cominciammo a dire nel coro dopo le Laudi e dopo il vespro l'orazione pro<br />

Papa eligendo, senza però verun ordine del vescovo, o di altri.<br />

11 ottobre 1799<br />

11 ottobre cominciammo pure a sentire l'ingrato romore del nuovo maio 338 fatto sotto il nostro<br />

convento da Antonio Tambosi di Serso, ferraio, a spese del suo suocero Gio. Battista Fabri<br />

molinaro.<br />

337 *Delle Madri Orsoline.


Sono stato assicurato da parecchi, che li soldati russi passati per Trento hanno tolto per forza<br />

delle bestie, e subito fatte in pezzi le hanno mangiate affatto crude, tra le quali anche un asino,<br />

ed un vacca. E quello, che più assai mostra, hanno tolto nella villa di s. Michele sopra Trento<br />

due fanciulli, e parimente gli hanno fatti in pezzi, e subito mangiati crudi. Tutti mormorano<br />

della loro indisciplinatezza.<br />

15 ottobre 1799<br />

Li quindici ottobre, festa di s. Teresa, e martedì, dopo il vespro, in sei carrozze sono ritornate<br />

nel monistero di san Michele tutte le monache Clarisse restate in san Giuseppe presso le<br />

Orsoline.<br />

20 ottobre 1799<br />

Li 20, domenica, correndo la dedicazione della loro chiesa le dette monache fecero cantare il Te<br />

Deum dopo la Messa solenne solita. Fuvvi il concorso, ed il canto, e furono festosi più del<br />

solito. La cantò il Padre confessore con due nostri Padri leviti, e coll'accolito fra Placido.<br />

27 ottobre 1799<br />

27 ottobre, domenica, le Fradaglie ritornate di fresco al loro conservatorio hanno solennizzato<br />

un tal loro ritorno col far cantare una Messa, ed il Te Deum, nella loro chiesa in questa<br />

domenica. Officiò cantando la Messa de dominica occurrente coll'orazione pro gratiarum<br />

actione, il sig. don Simone Saltuari piovano di s. Maria Maggiore, coll'assistente, e coi leviti.<br />

Sull'orchestra cantammo tutto noi, pregati iersera dalla signora Priora Anna Fillera. Fummo sei,<br />

cioè li PP. Francesco, Davide, Vigilio, Gaudenzio, Agostino ed io frate Grisostomo. Il tempo fu<br />

continuamente piovoso, e quindi molto incomodo. Il conservatorio fu prima ribbenedetto dal<br />

nostro P. Saverio.<br />

Le vendemmie di quest'anno furono dappertutto scarsissime, cosicché resero circa il solo terzo,<br />

ed anche meno dell'ordinario. Cominciaronsi ai 7 del corrente.<br />

2 novembre 1799<br />

Nella sera dei due di novembre sono giunti a questo nostro convento, venuti da Bolgiano, due<br />

frati laici nominati fra Paolo, e frat'Angelo, colla barba, coi zoccoli, col mantello, abito,<br />

cappuccio, e cingolo de' francescani Riformati. Per altro essi sono cenobiti del romitaggio di<br />

Domegge cadorino, territorio già veneto, professori dell'instituto francescano, come dice il<br />

parroco di Domegge nell'obbedienza loro data, sottoscritta dal capitano di Cadore, e da altri<br />

giudici tedeschi, ed anche dallo Strobele segretario del presidente Baroni di Trento, che accordò<br />

loro di poter trattenersi in questo nostro convento per tutto il giorno quarto di novembre<br />

inclusive. Nel loro romitorio sono cinque, siccome mi hanno detto. Io gli ho ammessi nel<br />

refettorio con noi. Sono ambidue cadorini. F. Angelo nel 1797 fu secolare. Vengono diretti dal<br />

parroco del luogo. Il loro conventino è situato su la cima di un monte. Vivono di semplice<br />

mendicazione. Ora vanno questuando per fondare un nuovo convento. Sono partiti di qui ai 4 di<br />

matitina per Pergine.<br />

4 novembre 1799<br />

Li quattro di novembre fu portata a questo nostro convento una cartuccia della Curia vescovile<br />

di questo tenore: RR. DD. sacerdotes omissa in posterum praescripta pro summo Pontifice<br />

oratione, diebus non impeditis, addant eius loco oratione: Supplici Domine ex Missa pro<br />

eligendo summo Pontifice, quae est in missali post Missam votivam de s. Maria, et in fine Deus<br />

refugium pro quacumque necessitate. Alle chiese di città fu portata ieri con un'altra ordinante il<br />

suono di tutte le campane per tre sere 339 . A noi non fu portata questa seconda, perché il putto la<br />

338 *Maglio.<br />

339 Per la morte di Pio sesto.


ha perduta, come ci ha supposto e detto. Dunque sonammo anche noi colla città nelle sere 4-6<br />

tre segni ogni sera, ma questa volta innanzi l'Avemmaria.<br />

9 novembre 1799<br />

Li nove di novembre sabato di mattina, nel luogo solito detto la Malvagìa 340 , fuori della porta di<br />

san Martino di Trento, per sentenza di Luigi Cheluzzi da Colle giureconsulto podestà di Trento,<br />

furono impiccati per la gola dal carnefice di Marano 341 , Pietro Santini di Chiari bresciano<br />

dell'età d'anni 24 in circa, e Cristoforo quondam Giorgio Espen da Montagnaga pinetano d'anni<br />

23 in circa, per avere assassinato, ed ucciso Domenico Antonio Chiogna detto Lodol, masadore<br />

a Mano 342 della signora Vittoria baronessa vedova Crosina, nella sera oscura dei sette di<br />

dicembre 1798, nella strada pubblica tra la Fersina, ed il Saleto, a solo motivo di derubarlo. Il<br />

Cheluzzi questa volta si dice podestà di Trento senza il per altro solito per Sua Altezza rev.ma,<br />

perché ora Trento è governato da un Consiglio amministrativo imperiale. L'Espen ha un zio<br />

prete, che ha fatto moltissimo per liberarlo dalla morte. Ha pure la madre, che non ha potuto<br />

impetrare alcuna grazia. Fu bersagliere. Il Santini fu saltaro circa quattro anni sul Perginasco,<br />

dove fece dei mali con tal occasione. Anche l'Espen fu ladro, e disturbatore del paese. Li<br />

pinetani si scrivono Erspan, non Espen. Furono assistiti nella chiesuola da due Padri<br />

Cappuccini, e da due preti Angeli e Somalvigo Alessandro. Vedi sopra all'8 dicembre 1798 e<br />

qui sotto.<br />

Oggidì ho inteso da un canonico, che in Venezia si differisce l'incominciamento del Conclave<br />

cardinalizio per l'elezione d'un nuovo Papa sino al dicembre, per motivo de' teatri comici. Oimé!<br />

Altri dicono sino alla Quaresima.<br />

12 novembre 1799<br />

Li dodici di sera cominciammo a scaldare il refettorio grande. Finimmo poi li 17 marzo 1800 di<br />

mattina.<br />

15 novembre 1799<br />

Li 15 ho inteso da un albianese sacerdote, che il suddetto Santini fu figliuolo di un Anesi di<br />

Tressilla pinetano rifugiato in Chiari per avere uccisa la propria moglie.<br />

18 novembre 1799<br />

Li 18 novembre ho inteso da alcuni uomini, e donne, che da circa otto giorni in qua gira di notte<br />

tempo per Trento, e per la strada de' Molini di s. Francesco, uno vestito da frate nostro. Tanto ho<br />

inteso anche prima. Oggi però l'ho inteso da chi lo ha veduto, e salutato. Li 19 di mattina fu da<br />

me uno, che lamentasi di essere dai molinari creduto il detto frate.<br />

19 novembre 1799<br />

Li 19 leggo nella Gazzetta roveretana in data di Venezia 13 novembre, che suscitato essendosi<br />

un fierissimo incendio nella Contrada di s. Marina in Calle della Testa nella medesima città di<br />

Venezia la sera degli undici, vi si trasferì col Venerabile 343 il piovano di s. Marina, e lo benedì.<br />

Lo stesso fece su la porta dello spedale di s. Lazaro de' mendicanti contiguo il rettore del<br />

medesimo spedale. Aggiugnesi 344 , che parve che cedessero improvvisamente le fiamme, e che<br />

nella mattina dei dodici cessò il pericolo. Intorno a questo merita d'esser letta la Costituzione di<br />

Benedetto XIV, To. 4 Bullarii sui num. 49, p. 196 e segg.<br />

340 *Malvasìa.<br />

341 *Merano.<br />

342 *Man.<br />

343 *Con Santissimo Sacramento.<br />

344 *Si aggiunge.


3 dicembre 1799<br />

Li tre dicembre in Trento fuvvi del bisbiglio, perché venne ordine di preparare un ospitale, che<br />

capisca circa mille e settecento soldati russi infermi, o feriti vegnenti da Pavia, colla notizia che<br />

nell'Italia vi sono circa quaranta mila russi infermi. La cosa passò dal Magistrato consolare al<br />

Consiglio amministrativo. Fuvvi chi subito voleva che le monache di s. Chiara lasciassero il<br />

loro monastero, malgrado la molto grossa spesa fatta nel ristorarne la di lui minima parte. Altri<br />

volevano risparmiarle. Furono parimente avvisati di cedere li Padri Carmelitani, e le Fradaglie<br />

ed il seminario. Nella mattina de' quattro fu intimato alle monache, che partano e fu spedito a<br />

Pavia, che in Trento non possono collocarsi tanti infermi. Ma dopo il pranzo Iddio Signor nostro<br />

clementissimo ci consolò con una staffetta, che portò qualmente li sodati non verranno quà,<br />

essendo destinati per l'altra via della Pontieba 345 , e del Friuli.<br />

4 dicembre 1799<br />

Li quattro fu da me un francese Richard della Linguadoca chierico tonsurato, in sembianze di<br />

galleotto, e con un foglio latino mi espose le sue vicende, e miserie, e desiderio d'essere nostro<br />

frate, di studiare la teologia, e diventare sacerdote. Gli ho risposto come ho dovuto nelle presenti<br />

circostanze, gli ho fatto dar da mangiare, ed è partito senza replica.<br />

5 dicembre 1799<br />

Li cinque di sera oscura fu nuovamente veduto il suddetto finto frate. Poiché un uomo che<br />

lavora nel palazzo de' Conti Sardagni ritornando alla sua abitazione dalla parte di s. Bernardino<br />

vecchio situata nel molino di rimpetto al casale Giovanelli lo incontrò, si ritirò per dargli<br />

riverentemente la strada migliore, e tosto si sentì preso nel vestito al collo dal mentovato finto<br />

frate. Allora egli pure pigliò il frate al collo, sentì, che aveva un corpetto con bottoni, gli calò il<br />

cappuccio, e lo vide in berretta bianca, e gli disse una parola lombarda di disprezzo, ed in tal<br />

modo si liberò. Il detto frate gli comparve vestito come noi col cordone, e mantello. Così ho<br />

inteso da chi nella stessa sera parò col detto uomo, e provò de' timori tali, che poi restò vestito in<br />

tutta la notte. Ho pur inteso, che l'accennato di sopra 18 novembre come sospetto fu avvisato dal<br />

molinaro Clauser, e che ricevette il caritatevole avviso con espressioni vendicative. Gli 8<br />

dicembre fra Mattia mi ha detto, che dalla sua cella ultimamente fu levato un cappuccio<br />

vecchio, ed un paio di zappate 346 . Fu veduto nella sera de' 9 dicembre dal molinaro de' signori<br />

Ronchi al ponte di s. Francesco, andante verso la Fiera, e vegnente dai molini. Fu pur veduto<br />

alla porta di s. Croce nella notte de' 10 alle 12 dalla guardia preavvisato di stare attento. Si<br />

suppone, che vada per la città. Cessò di girare per motivo del gennaio freddissimo. Ma non fu<br />

egli.<br />

8 dicembre 1799<br />

Gli otto dicembre fu da me Giovanni Magnaco di Civezzano putto di trent'anni e più, perché lo<br />

accettassimo per nostro frate. Ma gli ho fatto difficoltà per la sua età troppo avanzata;<br />

massimamente trovandosi altri giovani già insinuatisi in vano.<br />

Famiglie nostre di quest'anno 1799<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gio. Grisostomo <strong>Tovazzi</strong><br />

Vicario P. Gio. Evangelista Torresanelli<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Gaudenzio Baiti<br />

P. Sebastiano Flaim di Revò del Ritiro<br />

345 *Pontebba.<br />

346 *Ciabatte.<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Pietro Damiani Felder<br />

Vicario P. Pietro Paolo Montibeller<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Carlo Felice Pini<br />

P. Tommaso Degara


omano 1798, 19 sett.<br />

P. Davide Degara, lettore<br />

P. Vigilio Scalfi di Fondo<br />

P. Giuseppe Maria Sannicolò<br />

P. Francesco Maria Defrancesco<br />

P. Vigilio (?) da Preghena<br />

F. Gio. Antonio Dellagiacoma diacono<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Placido Tait<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Giuseppe Birti<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pietro Gretter<br />

F. Pacifico Tommasini<br />

Infermeria<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

P. Bernardo Ciolli<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

F. Salvatore Gottardi<br />

Servi<br />

Domenico Litterotti<br />

Giacomo Fontanari<br />

Battistino Ramus<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Gasparo Bottesi<br />

Vicario P. Attanasio Degasperi<br />

P. Gerardo Ravanelli<br />

P. Massimo <strong>Tovazzi</strong><br />

P. Geremia Pola<br />

P. Simon Pietro Clementi<br />

P. Innocenzio Gennari<br />

P. Giuseppe Pastorini da Primiero<br />

Fratelli<br />

F. Constantino Iori<br />

F. Raimondo Salvaterra<br />

F. Mansueto Giacomozzi Terziario<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferrari<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Alessio Tomasi di Varignano<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Severino Tonini detti Temani da s.<br />

Tommaso di Riva; poi alla <strong>Provincia</strong><br />

romana nel 1784...<br />

F. Leone Gislimberti<br />

F. Serafino Berti<br />

F. Marcello Adami Terziario<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

Vicario P. Ignazio Malfatti<br />

P. Gio. Maria Bonfant<br />

P. Prosdocimo Iellici<br />

P. Ferdinando Paoli<br />

P. Mariano Pancheri<br />

P. Eusebio Grisenti<br />

P. Gregorio Fatarsi<br />

Fratelli<br />

F. Abbondio Lutterotti<br />

F. Masseo Gozzaldi<br />

F. Luca Miclet<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Bartolommeo Vanzo<br />

F. Pasquale Gremes


Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Michelangelo Lorenzi<br />

Vicario P. Amando Veronesi<br />

P. Isidoro Marzani<br />

P. Ciriaco Battocchi<br />

P. Accursio Aliprandini<br />

P. Celestino Gamba<br />

P. Amadio Sannicolò<br />

P. Giangiacomo Degara<br />

P. Giuseppe Andrea Fumanelli<br />

Fratelli<br />

F. Angelo Eccher<br />

F. Prospero Parisotto<br />

F. Donato Passerini<br />

F. Biasio Ferrari<br />

Convento di Metz Lombardo<br />

Guardiano P. Anacleto Manincor<br />

Vicario P. Francesco Felice Campi<br />

P. Filippo Nerio Dalpiaz<br />

P. Cipriano Arnoldi<br />

P. Carlo Felice Pancheri da Bresimo<br />

P. Ippolito Biasi<br />

P. Sisinnio Maria Ziller, lettore<br />

P. Daniele Arnoldi<br />

Chierici<br />

F. Leonardo<br />

F. Pietro d'Alcantara<br />

F. Benedetto<br />

Fratelli<br />

F. Vitale Defant<br />

F. Benigno Tenaglia<br />

F. Giosafatte Quaresima<br />

F. Mauro Gottardi<br />

F. Leonardo Piaz, Terziario<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Vito Antonio Keller<br />

Vicario P. Stanislao Perugini, maestro<br />

P. Lattanzio Donei<br />

P. Giacinto Gottardi<br />

P. Stefano Biasi<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Gioseffantonio Dusini<br />

Vicario P. Lorenzo Zini<br />

P. Paolo Marinelli<br />

P. Fortunato Guelmi<br />

P. Cesario Paoli<br />

P. Niccolao Campi<br />

P. Gio. Damasceno Felder<br />

P. Filippo Panizza, lettore<br />

F. Luigi<br />

F. Cirillo<br />

F. Bernardino<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Santo Federici<br />

F. Ruffino Bozzetta<br />

F. Gioachino Pintarelli<br />

F. Domenico Facchini Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Patrizio Tonina<br />

Vicario P. Illuminato Gritti<br />

P. Andrea Balducci<br />

P. Aniceto Pizzini<br />

P. Ilario Casagrande<br />

P. Raffaele Bianchi<br />

P. Romedio Keller<br />

Fratelli<br />

F. Egidio Pedrotti<br />

F. Valentino Dorna<br />

F. Gio. Batta Liberi Terziario<br />

F. Alessio Piva Terziario, poi uscito<br />

Curia provinciale<br />

P. Gioachino Besenella, <strong>Provincia</strong>le<br />

P. Regalato Bombarda, segretario<br />

In seminario<br />

P. Saverio Battisti


P. Wenceslao Boninsegna<br />

P. Giorgio Meneguzzer<br />

Fratelli<br />

F. Silverio Cramerotti<br />

F. Marco Brunelli<br />

F. Giovanni Maria Montagnoli Terziario<br />

Novizi chierici<br />

F. Tabarello Arcangelo di Tassullo<br />

F. Giacomo di Moena<br />

F. Pinetano<br />

F. Felice novizio laico di Covalo<br />

11 dicembre 1799<br />

Gli undici dicembre 1799 ho sentito parlare di un orrendo misfatto, che dicesi succeduto in<br />

Povo, ed ai 12 l'ho sentito confermare, cioè che cinque putti abbiano appiccato ad un albero in<br />

un bosco un altro putto colle formalità, che sogliono usarsi negli appiccamenti giudiciali, voglio<br />

dire del boia, de' famigli di lui, e de' due confortatori. Ho però inteso, che il putto non è morto,<br />

ed anzi, che oggidì 12 fu nel palazzo pretorio di Trento ad esser esaminato dal pretore Luigi<br />

Chelucci. Tralascio le circostanze. Mi fu riconfermato li 14 da uno, che lo ha sentito riferire dal<br />

podestà predetto. Così pure li 16 da un povano. Uno de' detti putti ha 18 anni, ed uno 21. Mi fu<br />

assicurato che li 5 partì da Trento per Borgo Ausugo sua patria la famosa rufiana Petersberg<br />

detta cocoda.<br />

Deo gratias, era molto di male mal francese.<br />

Nello scorso novembre li 25 fui chiamato dal coro, dove stava cantando la santa Messa, e dal<br />

sig. don Vincenzio Angeli, dal signor barone Giambattista Salvadori, e dal signor Menapace<br />

ministri questi due dell'Arciconfraternita della Morte, mi fu proposto, che l'Erspan, uno de' due<br />

giustiziati, ed appiccati li nove di novembre, stando in consorteria, ovvero chiesuola, pregò il<br />

suddetto sig. don Angeli suo confortatore, che insinuasse alla detta Arciconfraternita, qualmente<br />

volesse far passare ai da se danneggiati quella limosina, che dai fedeli pregati vien data, e per<br />

altro adoperata per far celebrare delle sante Messe in pro dell'anima del paziente, o sia<br />

giustiziato; e venni ricercato, se la lodata Arciconfraternita dovesse, od almeno potesse aderire<br />

alla detta insinuazione, la quale dal signor don Angeli tenevasi per giustissima? Io mi scusai di<br />

rispondere stante pede, ed insinuai alli tre lodati signori, che andassero a proporre il caso al ven.<br />

seminario, dove stanno monsignor Vicario generale, e il sig. Provicario generale, ed alcuni<br />

teologi, ed esaminatori prosinodali. Dunque andarono, e riportarono la risoluzione, che<br />

l'Arciconfraternita aderisca, senza verun suo pregiudicio. Io per altro crederei meglio l'opposto<br />

d'ordinario, attesa la mente de' danti, li quali sanno, che la loro limosina serve per far dire delle<br />

sante Messe, così venendo loro detto dai questuanti, li quali vanno per le case importunando<br />

ciascheduno. Gli omicidi, ed i ladri, che vengono giustiziati, recano danni grandi a poveri, ed a<br />

ricchi ecc.<br />

20 dicembre 1799<br />

Nella mattina dei venti trovammo della neve in terra, e dopo il mezzodì ne cadde di più. Fu la<br />

prima.<br />

21 dicembre 1799<br />

Nella mattina de' 21 ne trovai ancora di nuova in maggiore quantità.<br />

22 dicembre 1799<br />

Nel giorno 22 nevicò similmente, ma in poca quantità.


23 dicembre 1799<br />

Nel giorno 23 nevicò tanto, che dovemmo fare la rotta 347 .<br />

24 dicembre 1799<br />

Nel giorno 24 parimente nevicò.<br />

Alle quattro di questa mattina fu portata alla nostra porta del campanello una fanciullina non<br />

battezzata, la quale fu subito portata da due frati a donna Orsola vedova Cappelletta, e da questa<br />

al signor piovano del Duomo, che subito la battezzò coi nomi di Tersilla Orsola. Che sia stata<br />

portata dalle parti povane si rilevò dalle vestigia rimaste nella neve fresca, giacché verso Trento<br />

non furonvi vestigia, ma soltanto verso Povo. Fu detta Tersilla perché battezzata nella festa di s.<br />

Tersilla, ed Orsola perché presentata da Orsola. Io poi ho scritto a monsig. Vicario, perché la<br />

provveda.<br />

Predicatori avventuali 348<br />

Trento nel Duomo, il P. Vigilio da Fondo nostro.<br />

Trento s. Maria, il P. Stefano Bellesino di Trento Agostiniano.<br />

Trento s. Chiara, il P. Vicario Stanislao Galvagni di Trento Cappuccino.<br />

Aldeno, il P. segretario Pietro Regalato di Cares nostro.<br />

Cognola, il P. Gioachino <strong>Provincia</strong>le nostro.<br />

Gardolo, il P. Davide nostro.<br />

Povo, il P. Eugenio Cappuccino.<br />

Civezzano, il proprio parroco Giambattista de' Vittori da Sovero.<br />

27 dicembre 1799<br />

Li 27 dicembre l'Adige menò ghiaccioni.<br />

29 dicembre 1799<br />

Li 29 di mattina venne al convento uno stalliero dell'Aquila d'Oro, nativo di Peri, per avere<br />

iersera dato dei pugni a dei soldati russi venuti dall'Italia. Gli ho fatto dare il pranzo, e poi l'ho<br />

persuaso, che qui non istà bene, perché non può esser occulto, e volendolo i soldati non hanno<br />

alcun riguardo al luogo sacro. Quindi partì subito per altre contrade, che io non ho voluto<br />

saperle per non nuocergli nel caso che venissi ricercato.<br />

25 dicembre 1799 (sic)<br />

Li 25 mercoledì, e festa solennissima del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo cominciò a<br />

venire a questo nostro convento per il pranzo d'ogni mercoledì un tedesco studente di logica.<br />

29 dicembre 1799 (sic)<br />

Li 29, cioè nella notte venendo li 29 e nel giorno 29 fuvvi un vento gagliardo, e molto freddo,<br />

che fece volare la neve. Ne seguì un orribile freddo, continuando l'Adige il menare ghiaccioni.<br />

Avviso qui, che ho tralasciato di notare tantissime cose per altro notabili per mancanza di<br />

tempo, e perché sono stanco.<br />

ANNO DI GESÙ CRISTO 1800.<br />

347 *Cammino fra la neve.<br />

348 *Per il periodo dell'Avvento, in preparazione del Natale.


1 gennaio 1800<br />

Nel giorno primo di gennaio il nostro P. Giuseppe Maria da Pradazzo 349 ha fatto il discorso del<br />

ss. Nome di Gesù nella chiesa delle Fradaglie di Trento, intermesso 350 ne' re anni scorsi per<br />

causa della guerra. Fu la prima volta, che montò in pulpito, essendo stato provato predicatore<br />

dalla Religione soltanto li 23 dicembre 1799.<br />

5 gennaio 1800<br />

Li cinque si mitigò alquanto il freddo; e li sei piovette; ed in seguito cessò il freddo.<br />

17 gennaio 1800<br />

Li 17 di mattina improvvisamente fu mandato al nostro convento un cartello della Curia<br />

ecclesiastica, che RR. DD. sacerdotes in Missa dicant collectam pro infirmo celsissimo, et<br />

rev.mo domino; e nella mattina seguente si seppe di certo, che il vescovo nostro Pietro Vigilio<br />

sopraffatto dal catarro in 40 ore è morto nel suo castello di Tonno 351 nello stesso giorno 17, alle<br />

nove di mattina. Onde si disse da pochi la prefata colletta. Nella sera de' 18 venendo li 19 alle<br />

dieci fu suonata col campanone del Duomo una lunga Avemmaria per la morte del detto<br />

vescovo. Nella sera tarda de' 19 fu portato a questo nostro convento il seguente viglietto: I<br />

campanari delle chiese di questa città, e de' vicini luoghi al tocco del campanone di questa<br />

cattedrale suoneranno le campane delle rispettive chiese per tre consecutivi giorni, cioè in<br />

questa sera, dimani, e posdimani, onde viene annunziata la morte di sua Altezza rev.ma principe<br />

nostro di felice memoria. Dimani mattina poi al segno, che darà la cattedrale pel trasporto del<br />

cadavere, si suoneranno pure le campane. Dalla cancelleria ecclesiastica li 19 gennaio 1800.<br />

Pietro Giuseppe Cloch<br />

cancelliere d'ordine ecc.<br />

20 gennaio 1800<br />

Li 20 gennaio, lunedì, già invitati siamo andati al Duomo in num. 19. Partimmo da s.<br />

Bernardino alle 7,30 e dal Duomo per andare a s. Martino dalle 9,20 e dallo stesso Duomo per<br />

ritornare a s. Bernardino alle undici. Dovemmo aspettare, che giungesse a s. Martino il<br />

cadavere, e che in s. Martino fosse rivestito, e posto nella barra colla mitra in capo, e colle altre<br />

sue insegne. Fu portato scoperto. e collocato nel mezzo del Duomo sopra un catafalco nuovo di<br />

cinque scalinate. Cantato il Subvenite noi siamo partiti, e subito dal pulpito cominciò la sua<br />

orazione funebre il sig. abate don Bartolommeo Gerloni di Trento. Poi furono cantate due sante<br />

Messe: la prima da vivo da monsignor Vicario generale capitolare Zambaiti, e l'altra de Requiem<br />

da monsignor decano Manci. Furono date candele di libbra a tutti li PP. Cappuccini, ai parrochi,<br />

ai curati, ed ai superiori de' convento; agi altri poi di mezza libbra. Ci fu pur data la candela del<br />

Benedictus, richiesta però ed usata di libbra. La calca fu grandissima. Fuvvi della differenza tra<br />

li confratelli della Ca di Dio, e della Morte per la mano 352 ; perloché li Cadidiani 353 si fermarono,<br />

e non proseguirono la processione. Nell'andare a pigliarlo si fece questa strada. Si uscì dal<br />

Duomo per la porta pretoria; si andò per Contrada Oriola, per quella di s. Pietro, per quella di s.<br />

Marco, per quella del castello presso il muro, sino al dazio; si ritornò per quella delle osterie<br />

tedesche, per la Contrada Lunga, per la Contrada Larga, e si entrò nel Duomo per la porta<br />

maggiore.<br />

25 gennaio 1800<br />

Li 25 gennaio, sabato fu da me don Giuseppe Erspan di Montagnaga pinetano prete d'anni circa<br />

50 mandato dal signor Provicario generale Giuseppe Antonio Menghino perché rivedessi, e<br />

349 *Predazzo.<br />

350 *Sospeso.<br />

351 *Thunn.<br />

352 *Precedenza.<br />

353 *Quelli della "Ca di Dio".


iducessi a segno, che potesse darsi alle stampe un libretto composto dal signor don Pietro Pini<br />

di Trento giuniore sopra il santuario della Madonna di Pinedo. Ma io sonomi scusato come<br />

insufficiente, e mancante di tempo, scusa verissima, e l'ho rimandato. Fu però stampato in<br />

Roveredo avanti la metà del maggio 1800.<br />

28 gennaio 1800<br />

Li 28 gennaio fu da me un Lorenzetti libraio trentino perché riducessi un libro stampato ad uso<br />

della diocesi di Brescia ad uso della trentina; ma l'ho parimente rimandato colla scusa vera, che<br />

non ho tempo da fare cose tali presentemente.<br />

30 gennaio 1800<br />

Li 30 gennaio, giovedì ha nevicato, e piovuto.<br />

31 gennaio 1800<br />

Li 31 ho ricevuto la lista de' predicatori quaresimali destinati dalla Curia ecclesiastica. Eccoli.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don Francesco Gregori di Cavalese.<br />

Avio, don Giorgio Cristofolini di Madrano.<br />

Banale, don Andrea Bernardi da Cognola.<br />

Besenello, e Mattarello, don Gio. Battista Walter di Noriglio.<br />

Bleggio, o s. Croce, don Giacomo Gigli curato di Varrone.<br />

Brentonico, fra Stefano Bellesini di Trento Agostiniano.<br />

Calavino, don Luigi Chizzola di Mori.<br />

Cavedine, don Bernardino Catoni di Cavedine.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Vincenzio Angeli di Trento.<br />

Condino, don Domenico Boni curato dei Ragoli, da Daredo 354 .<br />

Corredo, e Smarano, don Giuseppe Valentini curato di Poia.<br />

Denno, e Vigo, don Stefano Speranza di Roncone.<br />

Livo, don Antonio Ebli cappellano di Revò.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Giuseppe Scrinzi di Roveredo.<br />

Maleto, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Mori, don Antonio Lunelli di Torchio.<br />

Ossana, don Gio. Benvenuti di Nanno d'anni 75 curato di Celentino.<br />

Pergine, don Matteo Valle curato di Pannone.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Gio. Battista Onestingel curato di Villazzano.<br />

Rendena, don Gio. Niccolini curato di Praso.<br />

Revò, e Clozzo, don Filippo Visintainer di Cles curato di Celedizzo.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Vincenzo Nella di Carisolo curato d'Imaro 355 .<br />

Taio, e Torri, don Giacomo Fatarsi di Caldese 356 .<br />

Tassullo, don Carlo Torresanelli di Stenico.<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Gio. Carlin curato di Nogaredo.<br />

Tione, don Gio. Battista Bonomi di Caldese.<br />

Val di Bono, don Pietro Marani di Cavrasto curato di Biacesa.<br />

Val di Ledro, don Antonio Monauni di Trento arciprete di Ledro.<br />

Vigolo, e Calceranica, don Federico Tabarelli di Tassullo curato di Caldonazzo.<br />

Villa Lagarina, don Leonardo Leonardi dal Vo.<br />

31. Sanzeno, e Dambel, don Alessandro Oliva da Campodenno curato di Spor Minore.<br />

Trento nel Duomo Fra Giacomo da Padova Cappuccino.<br />

354 *Darè.<br />

355 *Di Dimaro.<br />

356 *Caldes.


3 febbraio 1800<br />

Li tre febbraio cominciò ad esser Priore di s. Marco in Trento de' PP. Agostiniani il P. Carlo<br />

Valdagni di Pergine, che avanti fu sagrestano.<br />

4 febbraio 1800<br />

Li quattro fu seppellito un luterano nel cimitero di san Francesco. Egli è morto alle preste<br />

nell'osteria tedesca della Corona, e ricusò di morire da cattolico al parroco di s. Pietro, che<br />

proccurò di convertirlo. Non è il primo accattolico sepolto nel detto cimitero.<br />

Ho inteso da più di uno, che girano per Trento due satire condannevoli: una latina contro il<br />

vescovo defunto; ed una italiana sopra i signori canonici.<br />

In Trento vi è un grande dibattimento circa l'ammettere, o no li comici, cioè circa il lasciarli<br />

continuare le loro opere, essendo state sospese dal Magistrato atteso lo scorruccio 357 per la morte<br />

del vescovo. Il sig. Conte Graziadei arciconsole non acconsente che siano continuate.<br />

Predicatori quaresimali nostri destinati dal Padre <strong>Provincia</strong>le.<br />

Albiano, Il P. Romedio di Cles.<br />

Arco collegiata, il P. Giangiuseppe di Canzolino Guardiano; ma appena fece la prima predica,<br />

onde fece le altre il P. Pietro Paolo.<br />

Cavalese, il P. segretario Pietro Regalato di Cares.<br />

Cles, il P. Giuseffantonio di Cles Guardiano di Cles.<br />

Drone, il P. Giangiacomo di Tiarno.<br />

Gardolo, il P. <strong>Provincia</strong>le Gioachino da Pressano.<br />

Levico, il P. Prosdocimo da Cavalese.<br />

Lomaso,il P, Ilario dai Bampi.<br />

Meano, il P. Daniele da Enno 358 .<br />

Mechel, il P. lettore Filippo da Metz Todesco 359 .<br />

Metz Lombardo, il P. Vigilio da Fondo.<br />

S. Michele, il P, Ippolito d'Asfruzzo 360 .<br />

Moena, e Pradazzo, il P. Ferdinando di Sant'Orsola.<br />

Pinedo, il P. Mariano da Bordiana.<br />

Pressano, e Verla, il P. Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Ravina, e Romagnano, il P. lettore Davide da Tiarno.<br />

Sacco, il P. Ciriaco da Lazzise.<br />

Telve, Il P. Giuseppe da Primiero.<br />

Tesaro, il P. Stefano da Sfruzzo 361 .<br />

Tenno, il P. Gasparo da Campo.<br />

Nago, il P. Carlo Felice da Trento.<br />

Strigno, il P. Geremia da Borgo.<br />

Noriglio, il P. Accursio da Preghena.<br />

Zambana, il P. Anacleto da Casezzo Guardiano di Mez Lombardo 362 .<br />

Pomarolo, il P. Pietro Paolo di Roncegno Vicario di Roveredo; ma fece una predica sola,<br />

essendo poi andato in Arco.<br />

Chiozza in s. Nicolò, il P. Illuminato di Cles Vicario di Campo, con fra Alessio Terziario nostro<br />

da Castagnedo 363 .<br />

Pomarolo, un P. Cappuccino dopo il P. Pietro Paolo.<br />

357 *Lutto.<br />

358 *Denno.<br />

359 *Mezzocorona.<br />

360 *Da Sfruz.<br />

361 *Sfruz.<br />

362 *Mezzolombardo.<br />

363 *Castagné.


Nomi<br />

Roncegno, il proprio parroco.<br />

Torcegno, il P. Massimo da Volano.<br />

Volano.<br />

Novaledo, il P. Simon Pietro da Verla.<br />

Primiero, niuno de' nostri, perché non vi fu chi potesse andare.<br />

Tesino. Così anche qui.<br />

Riva. Così anche qui.<br />

Garduno, il parroco di Nago.<br />

13 febbraio 1800<br />

Li 13 febbraio sino al mezzogiorno ha nevicato, ed insieme piovuto.<br />

15 febbraio 1800<br />

Li 15 febbraio parimente ha nevicato e piovuto.<br />

23 febbraio 1800<br />

Li 23 febbraio domenica di Quinquagesima ha predicato in Cognola per la Compagnia di s.<br />

Filippo Nerio il P. Francesco Maria da Panchiato 364 studente. Fu la prima di lui predica.<br />

26 febbraio 1800.<br />

Li 26 febbraio mercoledì delle Ceneri, sono stato chiamato a pranzo in casa de' signori Conti<br />

Melchiori, e da loro officiato, perché volessi fare una scrittura in favore del signor Conte<br />

canonico Francesco Kuen di Bellasio provandolo munito delle qualità di otto generazioni nobili<br />

per poter diventar canonico anche di Passavia. Sopravvenne poi egli pure con un fascio di<br />

scritture analoghe, e mi pregò del favore; ma io mi sono scusato, specialmente colla mancanza<br />

di tempo.<br />

Nello stesso giorno il P. Predicatore del Duomo con una carta in mano ha pubblicato l'indulto di<br />

poter mangiare carne la mattina nella corrente Quaresima, eccettuati li primi quattro giorni, il<br />

mercoledì delle Tempore, e tutta la settimana santa, oltre tutti li venerdì, e sabati, coll'obbligo di<br />

dire cinque Pater ed Ave. Ha detto, che fu ottenuto l'indulto, senza dire chi l'abbia dato.<br />

Nella sera del medesimo giorno fu portato a questo nostro convento un editto stampato di<br />

monsignor Simone Albano Zambaiti de Vezzanburg canonico, e per gli affari ecclesiastici<br />

Vicario generale capitolare di Trento, dato in Trento li 21 febbraio 1800, col quale ingiunge a<br />

tutti di far orazioni per la prossima elezione del vescovo e principe di Trento. Prescrive ai<br />

sacerdoti secolari, e Regolari il dire l'orazione de Spiritu Sancto nella Messa, ed a parecchie<br />

chiese il cantar Messa coll'esposizione del Santissimo mattina e sera, e colle Litanie de' Santi<br />

ecc. In primo luogo si nomina la cattedrale ai sei di marzo. La nostra di s. Bernardino ai 14 e<br />

quella di s. Chiara ai 29, ed ancora la cattedrale in ultimo luogo ai 30 di marzo. Dice, che il dì<br />

31 è stato fissato dal Carpitolo per l'elezione.<br />

6-7 marzo 1800<br />

Nei giorni 6 e 7 ha nevicato sottilmente; ma la neve non si è fermata in terra. Fu pur freddo<br />

molto.<br />

19 marzo 1800<br />

Li 19 mercoledì dopo il pranzo nella chiesa della Madonna carmelitana delle Laste de' PP.<br />

Carmelitani Scalzi ha fatto il panegirico di san Giuseppe protettore dell'Ordine Carmelitano<br />

Scalzo il nostro P. Vicario Gio. Evangelista da Stenico, che nella mattina cantò Messa in s.<br />

Chiara come confessore di quelle monache. Il concorso alle Laste fu grandissimo.<br />

364 *Panchià.


27 marzo 1800<br />

Li 27 marzo, giovedì, all'una pomeridiana sono giunti a Trento due commissari tirolesi per la<br />

prossima elezione d'un nostro vescovo. Sono il Bissing governatore del Titolo, e lo Schench<br />

consigliere regio in Insprugg. Andarono diritti ad alloggiare nel castello, preparato dai signori<br />

canonici, con espressa esclusione del Consiglio amministrativo, il quale voleva comandare. Fu<br />

escluso dal governatore predetto.<br />

30 marzo 1800<br />

Li 30 domenica di Passione siamo stati alla processione della santa Spina in num. 17, nella<br />

quale officiò monsignor decano Manci. Uscimmo dal Duomo alle quattro e mezza, e fatto il<br />

solito giro ritornammo e fummo in convento alle sei in punto. Le strade furono arcipulite, ed il<br />

tempo buono.<br />

31 marzo 1800<br />

Li 31 lunedì alle otto di mattina ho ricevuto il seguente viglietto: Seguita l'elezione del vescovo,<br />

e principe nostro, ne sarà dato al pubblico avviso col suono del campanone di questa cattedrale.<br />

Si avvertono quindi i campanari delle chiese di questa città e suoi contorni, che al suono del<br />

detto campanone essi pure debbano suonare le campane delle loro chiese. Così e non più il<br />

viglietto. Alle otto predetto si congregarono per la prima volta nella sagrestia del Duomo li<br />

canonici votanti. In tal giorno vi fu Indulgenza plenaria nel Duomo per quelli che visitarono e<br />

pregarono Iddio di concederci un buon vescovo. A causa di tal funzione non vi fu predica nel<br />

Duomo in questo giorno, il quale fu nuvoloso, ed anche piovoso. Non fu conchiusa veruna<br />

elezione. Li commissari non furono presenti.<br />

1 aprile 1800<br />

Nel primo giorno di aprile vi fu predica, ma sotto di essa si alzò molto mormorio, supponendosi,<br />

che fosse seguita l'elezione, per la quale stava moltissima gente sull'orchestra, e nella piazza. Il<br />

canonico Conte Emmanuele riportò otto voti contra nove.<br />

Nel secondo giorno benché nel giorno precedente il Padre Predicatore avesse invitato alla sua<br />

predica intitolata l'Apostolato delle donne, non predicò, ed alle dieci e mezza col suono di tutte<br />

le campane fu annunziata l'elezione seguita nel degnissimo canonico Conte Emmanuele Maria<br />

di Thunn vescovo di Jasso, e Suffraganeo di Trento. Quando cominciò il suono delle nostre<br />

campane, noi recitando in coro il vespro dicevamo l'ultimo verso del Salmo Beatus vir, che così<br />

porta: Peccator videbit, et irascetur, dentibus suis fremet, et tabescet: desiderium peccatorum<br />

peribit. Il voto del canonico Francesco Antonio Conte Alberti di Poia, vecchio d'anni 86, per<br />

altro favorevole al canonico Conte Filippo di Thunn, decise il caso e favorì l'eletto Emmanuele.<br />

Così mi fu detto; ma poi sono stato assicurato, che il Poia fu sempre per Filippo, ed il decisore<br />

fu il canonico Vincenzio Bordogna barone de Taxis. Il Poia non intervenne al Capitolo, perché<br />

giacente in letto; ma mise il suo voto. In questa mattina il cielo fu piovoso, e piovette.<br />

3 aprile 1800<br />

Li tre, giorno di giovedì, nel castello di Trento fuvvi uno straordinario convitto, cui sono<br />

intervenuti sua altezza rev.ma neo-eletto vescovo e principe, colla sua madre, fratello Giuseppe,<br />

e parenti, dei canonici, dei cavalieri, li commissari ecc. ecc. Iersera parecchi nobili, in un palco<br />

eretto nella Contrada Larga di rimpetto al palazzo tonnesco del neo-eletto hanno fatto una<br />

singolare serenata instrumentale. In questa sera poi hanno tenuto un'accademia sinfonica nella<br />

gran sala del detto palazzo. Sotto il detto convitto furono tre volte scaricati de' mortari.<br />

4 aprile 1800<br />

Li quattro, venerdì, li detti commissari sono partiti verso Insprugg. Andò con loro sino a Mezzo<br />

Todesco 365 anche il neo-eletto; ma ritornò a Trento la stessa sera. Egli fu raccomandato<br />

365 *Mezzocorona.


all'imperatore dal vescovo principe di Passavia, parimente Thunn, ma di Boemia, e suo<br />

consacratore. Il governatore commissario Bissing proccurò la di lui elezione.<br />

7 aprile 1800<br />

Li sette, lunedì, sono stato a rendergli omaggio nel suo palazzo, perché ai tre sono stato<br />

vanamente al detto palazzo, essendo egli stato molto tempo nel castello al convitto. Fui col P.<br />

<strong>Provincia</strong>le, e col P. confessore di s. Chiara.<br />

Dopo sono stato a vedere la nuova fabbrica, che fassi del convento di san Francesco rovinato<br />

affatto dai soldati tedeschi, e francesi. Il modello fu fatto dal Padre Gio. Battista Pedrotti da<br />

Laguna di Cavedine proccuratore de' Minori Conventuali, ed eseguito dal mastro Pietro Bianchi<br />

comasco.<br />

8 aprile 1800<br />

Gli otto, essendo il martedì Santo dalle due sino alle tre pomeridiane siamo stati in quindici a<br />

fare la ventesimaquinta ora di adorazione del Santissimo Sacramento nel Duomo, ma senza li<br />

musici.<br />

10 aprile 1800<br />

Li 10 giovedì Santo monsignor Emmanuele Conte di Thunn vescovo di Jasso, già Suffraganeo<br />

di Trento, ed eletto vescovo e principe di Trento, ha fatto gli Oli santi nel suo palazzo paterno di<br />

Contrada Larga.<br />

Nello stesso giorno alle 2,2 ha cominciato a tuoneggiare, ed ha tuoneggiato anche nella sera<br />

tarda.<br />

13 aprile 1800<br />

Li 13 domenica di Pasqua cantò la Messa nel Duomo al solito monsignor decano.<br />

14 aprile 1800<br />

Li 14 monsignor eletto Emmanuele fu nel Duomo alla predica; ma sull'orchestra, ed ascoso<br />

dietro una gelosia.<br />

23 aprile 1800<br />

Li 23 aprile ho inteso, che il governatore Bissingen mostrò molto impegno per farlo eleggere,<br />

fece delle esibizioni, e delle minaccie gagliarde, girò per Trento ecc. Disse d'avere per ciò una<br />

instruzione segreta; dopo d'aver più volte protestato di lasciare tutta la libertà.<br />

27 aprile 1800<br />

Li 27 aprile domenica seconda, nel Duomo ha fatto il discorso della Dolorata il nostro P. lettore<br />

Davide tiarnitano 366 .<br />

3 maggio 1800<br />

Li tre di maggio in Trento non furono eletti li nuovi sette consoli, et provveditori, perché quelli,<br />

che furono consoli nell'anno 1796, nel quale vennero li francesi, hanno presentato un memoriale<br />

da me letto nelle mani dell'autore, non vogliono più essere consoli. La causa è stata portata a<br />

Insprugg.<br />

4 maggio 1800<br />

Li quattro, domenica terza dopo Pasqua in Trento fu fatta la solennissima processione di san<br />

Simonino, cui sono stato anch'io con tutti gli altri Regolari, coi canonici, e coi consoli. Il tempo<br />

minacciò pioggia, e fu gocciolante. Uffiziò il sig. canonico barone Giuseppe Buffa. Uscì da s.<br />

Pietro andò per la piazza del Macello, passò per la chiesa della ss. Trinità, per la cattedrale<br />

366 *Da Tiarno.


entrandovi per la porta della Piazza, poi per la Contrada Larga, Contrada Longa, per la cappella<br />

salvadoria 367 , e ritornò in s. Pietro. Là fu cantata dai preti la prima stroffa dell'inno Puer beate,<br />

un versetto, e l'orazione e finalmente data la benedizione con una reliquia del Santo. Noi ebbimo<br />

in mezzo al solito il nostro baccino 368 .<br />

19 maggio 1800<br />

Li 19 maggio, lunedì sera, le Fradaglie visitarono questa nostra chiesa, ed offerirono al solito tre<br />

libbre di cera bianca in dodici candele divisa, e ciò fecero in quest'anno oggidì atteso il concorso<br />

straordinario di domani. Demmo loro da baciare la sacra reliquia di san Bernardino.<br />

20 maggio 1800<br />

Li 20 maggio, festa di san Bernardino titolare di questa nostra chiesa, e martedì delle Rogazioni,<br />

circa le otto fu nella medesima chiesa la processione del Duomo, coi signori canonici, e consoli.<br />

Cantò la Messa del Santo a tenore della Nota, che ho posto nell'Ordinario, e non della feria 369 .<br />

Fuvvi gente più del solito, per esser anche un tempo bellissimo.<br />

In questi giorni furono deposti dalla forca, e seppelliti li cadaveri de' due ultimamente appiccati<br />

Erspan, e Santini, perché li contadini di Piazzina credettero, che infettassero l'aria, e perché<br />

niuno su la piazza di Trento voleva comperare cirigie di Piazzina per timore, che le mosche<br />

dopo d'essere state su li detti cadaveri, andassero su li ciregiari 370 . Furono dunque deposti con<br />

autorità pubblica.<br />

27 maggio 1800<br />

Li 27 di sera fu da me frate Antonio Gallo di Bregenz della diocesi di Costanza, dell'Ordine<br />

della ss. Trinità, d'anni circa 45, con un uomo, munito d'un passaporto tedesco sottoscritto da<br />

diversi, e con un altro latino di monsig. Lodrone vescovo di Bressanone, il quale dice, che F.<br />

Antonio desidera di visitare li santuari di Roma, e dell'Italia. Io gli ho fatto dire da un tedesco,<br />

giacché egli non intende né l'italiano, né il latino, che al giorno d'oggi non è tempo di visitare li<br />

santuari accennati, specialmente da un forestiero, e che non poteva dargli albergo senza la<br />

licenza in scriptis del signor preside di Trento. Quindi partì subito, e non ritornò. L'indovino<br />

inglese nel discorso del giugno avvisa, che Mercurio divenuto occidentale fa intraprendere un<br />

viaggio a certi pellegrini, il cui fine è per altro lontano dal visitare santuari.<br />

6 giugno 1800<br />

Li sei alle undici di mattina sono giunti a Trento tre trentini, scappati da Milano in fretta per<br />

timore de' francesi. Sono il sig. Ferdinando Schreck, il signor Giuseppe Sizzo, ed un Conte<br />

Malfatti cognato del tenente maresciallo Wusssakovich. Per altro in Trento sonovi ancora li<br />

comici, ed esercitano la loro arte infame.<br />

12 giugno 1800<br />

Li 12 festa del Corpus Domini siamo stati alla solenne processione del Duomo in num. 19.<br />

Furonvi anche li PP. Agostiniani, Conventuali, e Cappuccini 371 . Officiò in tutto monsignor<br />

decano Manci, il quale diede la benedizione dall'altare della Prepositura, da quello del castello, e<br />

da quello di s. Pietro. Sotto la seconda, e terza benedizione fuvvi sparo di mortaretti. La porte<br />

delle case furono adornate di rami freschi, e le finestre da coperte di vari colori. Il tempo fu<br />

nuvoloso, e da principio gocciolante, tanto che si temette di non poter fare la processione. Noi<br />

partimmo dal convento al suono del campanone, cioè alle sette meno mezzo quarto; e fummo di<br />

ritorno alle nove e due quarti e mezzo. Nella processione girò un agnello belante, ornato di<br />

367<br />

*Della casa Salvadori.<br />

368<br />

*Bacile.<br />

369<br />

Poi noi cantammo la Messa solenne del nostro Santo.<br />

370<br />

*Ciliegi.<br />

371<br />

Dicemmo tutto l'officio basso, e cominciammo Prima ai 2 quarti dell'orazione mentale.


fettucce rosse, condotto da un fanciullo impellicciato; cosa, che a me non piace, perché non ben<br />

eseguita.<br />

17 giugno 1800<br />

Li 17 giugno è stato da me il sig. don Bartolommeo Tambosi di Serso curato della Faida in<br />

Pinedo perché pigliassi l'impegno di censurare la di lui manoscritta Dissertazione del voto, ma<br />

io sonomi scusato. Tratta del voto di verginità; ma da fanatico.<br />

21 giugno 1800<br />

Li 21 sabato in Trento fu fatto il Magistrato nuovo, non essendo stato fatto ai tre di maggio,<br />

giorno per altro solito; ma in tutto l'anno non volle accettare.<br />

22 giugno 1800<br />

Li 22 domenica, in Trento, nella chiesa parrocchiale di santa Maria Maggiore, a buon'ora furono<br />

tenute Ordinazioni da monsig. Emmanuele Conte di Thunn vescovo di Jasso, già Suffraganeo,<br />

ed ora eletto vescovo di Trento. Furono ordinati soltanto undici sacerdoti, ed altri diaconi, e<br />

suddiaconi. La messa fu dell'occorrente ss. Cuore di Gesù. Tra gli ordinati furonvi quattro de'<br />

nostri, cioè F. Giacomantonio sacerdote, F. Cirillo, F. Leonardo, e F. Bernardino diaconi. Le<br />

lettere patenti di tali Ordinazioni hanno: Nos Emmanuel Maria Petrus Dei, et apostolicae Sedis<br />

gratia episcopus Jassensis etc., electus episcopus et S.R.I. princeps Tridenti etc., marchio<br />

Castellarii etc. etc. Ex Comitibus de Thunn et Hohnstein etc. etc., universis et singulis<br />

praesentes nostra inspecturis fidem facimus et attestamur, quod nos, die infrascripta, vigore<br />

rescripti sanctissimi domini nostri domini Papae Pii septimi diei 23 proximae (sic) elapsi maii,<br />

quo officium ecclesiasticum capitulare Tridenti munitum est, cum facultate etiam extra tempora,<br />

devotum nobis in Christo... nobis directum, esaminatum, et approbatum, coram nobis humiliter<br />

genuflexum, pontificalia exercentes, et celebrantes in ... iuxta ritum s. Matris Ecclesiae<br />

promoverimus, et ordinaverimus, divina Spirtuts Sancti gratia nobis assistente. In quorum fidem<br />

etc. Datum Tridenti ex palatio nostro hac die dominica 22 iunii 1800.<br />

Emmanuel Maria etc. Ad mandatum celsissimi ac rev.mi domini domini proprium<br />

Petrus Iosephus Cloch cancellarius etc.<br />

24 giugno 1800<br />

Li 24 giugno, martedì, il suddetto nostro fra Gio. Antonio fiemasco ha cantata la sua prima<br />

Messa in questa nostra chiesa di san Bernardino, senza intervento di alcuno parente, per esserne<br />

stati dissuasi dai nostri Religiosi.<br />

Li 24, martedì, festa corale di s. Giovanni Battista il lodato vescovo di Jasso ha ordinato in<br />

Trento de' chierici minoristi.<br />

25 giugno 1800<br />

Li 25 di mattina dal signor capo console Conte Girolamo Graziadei d'ordine del generale<br />

comandante fu insinuato alle Madri di s. Chiara di prepararsi a nuovamente partire dal loro<br />

monastero, malgrado le spese grandi fatte per ristaurarlo, benché non sia peranche ristaurato<br />

notabilmente.<br />

26 giugno 1800<br />

Li 26 giovedì e festa di san Vigilio siamo stati alla processione, e Messa del Duomo in num. 17.<br />

Partimmo dal convento un poco avanti le nove, ed uscimmo dal Duomo per ritornare al<br />

convento alle undici in punto. Cantò la Messa monsignor decano Manci. Il vescovo eletto<br />

l'ascoltò nel coro. Fu fatta una scarica di mortaretti al fine della processione, ed un'altra alla<br />

consecrazione. Fuvvi molta foresteria di gente ordinaria. Il tempo fu bellissimo. Nella sera<br />

furono fatti li soliti fuochi artificiali, li quali al Magistrato costano più di cinquecento fiorini,


siccome mi ha detto un ex capo console. A vederli si porta eziandio lo stesso Magistrato, che<br />

suol mettersi alle finestre crivelliane 372 , dove anche fa un rinfresco.<br />

Da parecchi giorni in qua si trova in Trento ritirato dall'Italia il tenente maresciallo Filippo<br />

barone Wussakovich di Segna, città vescovile della Morlachia contrada della Croazia, colla sua<br />

moglie contessa Malfatta di Trento. Fuvvi alcuni giorni colle sua moglie venuta da Bolzano<br />

anche il generale Laudon partito per Bolzano colla detta sua moglie. Po è andato a Revò<br />

nell'Anaunia. Ritornò a Trento.<br />

27 giugno 1800<br />

Li 27, venerdì sera ho pubblicato le tavole nuove di questa nostra famiglia, datate 23 giugno in<br />

Trento. Sono queste, cui aggiungo anche altre.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioseffantonio Dusini<br />

Vicario P. Gaudenzio, penitenziere<br />

P. Gioachino Besenella, penitenz.<br />

P. Agostino Rigotti<br />

P. Giangrisostomo <strong>Tovazzi</strong>, penitenz.<br />

P. Cesario Paoli, conf.<br />

P. Giangiuseppe Dallarosa<br />

P. Sisinnio Maria Ziller, lettore fil.<br />

P. Vigilio Scalfi da Fondo<br />

P. Giuseppe da Fondo studente<br />

P. Leonardo studente<br />

F. Luigi<br />

F. Benedetto<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano Riolfatti<br />

F. Abbondanzio Pros<br />

F. Mattia Cappelletti<br />

F. Gervasio Tonina<br />

F. Vincenzio Tommasi<br />

F. Lorenzo Gennari<br />

F. Pietro Benigni<br />

F. Pacifico Tommasini<br />

Nell'infermeria<br />

P. Ubaldo Bertolini<br />

P. Basilio Bertuzzi<br />

P. Bernardo Ciolli cieco<br />

F. Salvadore Gottardi<br />

F. Claudio<br />

In seminario<br />

P. Francesco Saverio Battisti<br />

Curia provinciale<br />

372 Nel palazzo Crivelli.<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Amando Veronesi<br />

Vicario P. Gasparo Bottesi<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Carlo Felice Pini<br />

P. Tommaso Degara<br />

P. Giacomantonio Fezzi<br />

P. Pietro Antonio Ferari<br />

P. Bonaventura Lorengo<br />

P. Alessio da Vargnano<br />

Fratelli<br />

F. Umile Pedot<br />

F. Severino<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Marcello Terziario<br />

F. Modesto Sardagni da Lasino novizzo laico


P. Gio. Evangelista Torresanelli, Ministro<br />

<strong>Provincia</strong>le<br />

P. Vito Antonio Keller, segretario<br />

Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Pietro Damiani<br />

Vicario P. Geremia<br />

P. Attanasio<br />

P. Gerardo<br />

P. Massimo<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Innocenzio<br />

P. Giuseppe da Primiero<br />

P. Sebastiano<br />

Fratelli<br />

F. Constantino<br />

F. Raimondo<br />

F. Biasio dai 19 dic.<br />

F. Mansueto novizzo laico<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Michelangelo<br />

Vicario P. Pietro Paolo<br />

P. Isidoro<br />

P. Ciriaco<br />

P. Accursio<br />

P. Celestino<br />

P. Amedeo<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Gioseffandrea<br />

Fratelli<br />

F. Angelo<br />

F. Prospero<br />

F. Donato<br />

F. Alessio Terziario<br />

Convento di Mezzolombardo<br />

Guardiano P. Romedio<br />

Vicario P. Francesco Felice<br />

P. Filippo Nerio<br />

P. Ubaldo<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Ferdinando<br />

Vicario P. Ignazio<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Prosdocimo<br />

P. Giacinto<br />

P. Eusebio<br />

P. Illuminato<br />

P. Gregorio<br />

F. Abbondio<br />

F. Masseo<br />

F. Ruffino<br />

F. Luca<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Mauro<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario P. Fortunato<br />

P. Paolo<br />

P. Mariano<br />

P. Niccolao<br />

P. Filippo lettore<br />

P. Daniele<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Chierici<br />

P. Cirillo sacerdote<br />

F. Bernardino<br />

F. Pietro d'Alcantara<br />

Fratelli<br />

F. Santo<br />

F. Pasquale<br />

P. Domenico Terziario<br />

F. Nazario Terziario<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano Gio. Damasceno<br />

Vicario P. Patrizio<br />

P. Andrea<br />

P. Raffaele


P. Regalato<br />

P. Ippolito<br />

P. Carlo Felice<br />

P. Stefano<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Giuseppe<br />

F. Gioachino<br />

F. Leonardo Terziario<br />

Novizi chierici<br />

F. Saverio da Tenna<br />

F. Alberto da Civezzano<br />

Convento di Cavalese<br />

Guardiano P. Ilario<br />

Vicario P. Stanislao maestro<br />

P. Lattanzio<br />

P. Cipriano<br />

P. Wenceslao<br />

P. Giorgio<br />

P. Anacleto<br />

Fratelli<br />

F. Vitale<br />

F. Silverio<br />

F. Marco<br />

F. Gio. Maria Terziario novizio<br />

Novizi<br />

F. Keller da Cles<br />

F. Manica di Trento<br />

P. Davide lettore<br />

P. Francesco Maria studente<br />

P. Gio. Antonio studente<br />

Chierici<br />

F. Arcangelo Maria<br />

F. Gio. Pio da Moena.<br />

F. Gio. Battista pinetano<br />

Fratelli<br />

F. Egidio<br />

F. Valentino<br />

F. Felice<br />

F. Gio. Battista Terziario<br />

In questo mese in Gardolo per la prima volta fu fatta dell'acquavite con delle more di moraro 373 ,<br />

perché restarono moltissimi morari da pelare 374 , essendo stati tenuti pochi cavalieri, o sia<br />

bigati 375 da seta per motivo dell'ostinata guerra. La detta acquavite dicesi molto buona, e più<br />

forte della solita fatta di uva, o sia vinacce. Se ne ha fatto anche in Riva. Fu fatto anche del vino<br />

di more.<br />

Nello stesso mese fuggì da Trento come fallito l'impresario delle commedie, indebitato con un<br />

Conte Bortolazzi.<br />

luglio 1800<br />

Nei primi di luglio i soldati officianti, nominatamente il Wussacovich, hanno fatto pressanti<br />

instanze per avere in Trento le commedie, che furono loro concedute dal Magistrato.<br />

373 *Gelso.<br />

374 *Levare le foglie per i bachi da seta.<br />

375 *Bachi.


4 luglio 1800<br />

Nel giorno quattro ho veduto il convento di san Marco pieno di poveri soldati, senza che sieno<br />

partiti li Religiosi. Anche il convento delle Laste trovasi occupato da soldati, e così la villa<br />

vicina di Cognola, il castello di Trento, il seminario ecc.<br />

6 luglio 1800<br />

Nel giorno sesto, domenica di sera, furono a santa Chiara quattro consoli di Trento, ed hanno<br />

intimato a quelle povere Religiose, che si dispongano a cedere il loro monastero ai soldati. Ma<br />

fu conchiuso, che diano mille fiorini da ristorare la Casa di Correzione 376 , che così forse verrà<br />

risparmiato il monastero.<br />

26 giugno 1800 [sic]<br />

Nella sera di s. Vigilio, li 26 giugno, il sig. Vincenzio Spada napolitano, ritornato da Augusta,<br />

mi ha portato tre immagini cristallate della Madonna, fatte fare da lui in Augusta, ed ha voluto<br />

che io le benedica. Sono quadrate. Una più picciola rappresenta la Madonna del Buon<br />

Consiglio, e le altre due più grandi s. Maria di Obsam, luogo parrocchiale della diocesi di<br />

Bressanone, nel decanato d'Insprugg., che poco fa dicesi essere apparsa ad un uomo 377 . Una è<br />

bella. L'altra è nera. Questa seconda ornata di cordelle belle fu posta sopra l'altare di s. Pietro<br />

d'Alcantara con due vasi di porcellana. L'altra su l'altare di s. Catterina. Portò anche due<br />

candellierini d'argento, con dieci candele di mezza libbra l'una, e mi ordinò di dirvi per lui la<br />

santa Messa in dieci giorni continui, trovandosi afflitto per l'invasione de' francesi fatta in<br />

Milano, dove tiene la sua roba. Li candellieri però non furono esposti per timore de' ladri.<br />

Nel giorno 8 di luglio gli furono ristituiti li candellieri, e la Madonna bella. Resta la nera,<br />

innanzi alla quale debbo continuare la celebrazione della santa Messa finché non mi dirà altro in<br />

contrario.<br />

10 luglio 1800<br />

Li dieci sono stati trasportati nel castello di Pergine li catenati, o sia galleotti, che stavano nella<br />

Casa di Correzione oltre l'Adige, nel già convento di san Lorenzo, per poter ivi porre l'ospitale<br />

militare. Così ho inteso.<br />

11 luglio 1800<br />

Gli undici ho trovato Trento sorpreso per timore, che ritornino presto i francesi, giacché gli<br />

ospitali, li forni, e la cancelleria militare portasi 378 a Bassano.<br />

12 luglio 1800<br />

Li 12 il sig. mercante Gio. Battista Piffer mi ha detto, e ridetto, che volentieri darebbe tutte le<br />

sue cedole di fiorini cinque, le quali finora portarono coll'aggio troni 26 e tre carentani, le<br />

darebbe dissi ognuna per troni ventuno; e così rispettivamente le altre.<br />

13 luglio 1800<br />

Li 13 domenica monsig. vescovo di Jasso ha ordinato privatamente un chierico.<br />

20 luglio 1800<br />

Li 20 domenica ho ricevuto dalla posta una lettera tutta stampata, ed in tedesco, ed aperta, senza<br />

verun segno di sigillo on questa inscrizione: Tradantur amore Dei RR. Patribus Minoritis<br />

Conventualibus. Tremoniae. Non sapendo li postieri a chi vada, io la ho loro rimandata con<br />

376 *Lo Zuchthaus.<br />

377 Giovanni Bucher di Absam presso Ala d'Insprugg li 17 gennaio 1797, fra le tre e le 4 di sera in un<br />

cristallo d'una sua finestra vide l'immagine di Maria Santissima con una lagrima sotto l'occhio destro. Di<br />

essa fu subito fatto il ritratto, ed anche inciso.<br />

378 *Si porta.


quesito viglietto: Questa lettera è diretta ai Padri Conventuali di Tremonia, in volgare<br />

Dortmund 379 , città piccola, ma forte di Alemagna, nel circolo di Westfalia, sul fiume Emser,<br />

distante da Munster 42 miglia, e da Colonia 45. Raccomanda ai detti Padri l'anima della nobile<br />

signora Maria Anna Wartenberg, moglie di un borgomastro, morta li 4 giugno 1800.<br />

Qui poi aggiungo, che tal signora dicesi morta munita de' ss. Sacramenti, e che fu divota de' PP.<br />

Conventuali di Ratingen e de' PP. Cappuccini di Kayserswert 380 . Che visse anni 53 e coniugata<br />

31. La lettera porta in testa Iesus, Maria, Ioseph, Franciscus. Rappresenta un cataletto tra due<br />

Angioli, uno de' quali tiene in una mano un orologio da polvere 381 , ed in un'altra una falce.<br />

L'altro tiene una croce con una corona di spine, ed un fazzoletto agli occhi. Il cataletto ha una<br />

croce e dieci candele, con un candelone alla testa.<br />

Nello stesso giorno nel Duomo di Trento si cominciò a fare pubbliche orazioni ad impetrandam<br />

pacem.<br />

23 luglio 1800<br />

Nel giorno 23 ho inteso, che la tassa 382 delle galette si è di soldi quaranta due. Come pure, che a<br />

Ravina, e Romagnano sono quartierati 600 soldati, ed altri mille andranno a quartierarsi in<br />

Povo, essendo già piena Cognola, e Villa. In Trento sonovi sei generali.<br />

24 luglio 1800<br />

Nel giorno24 fu portato a questa nostra chiesa l'editto di monsig. Zambaiti canonico e Vicario<br />

generale capitolare di Trento per gli affari ecclesiastici, col quale ordina, che avendo già fatto<br />

pubbliche preghiere per ottenere la pace le quattro parrocchiali di Trento, in seguito ne facciano<br />

per lo stesso fine le altre chiese di Trento sino al giorno decimo di agosto inclusive, cioè che la<br />

mattina alle nove si canti la Messa votiva pro Pace in violaceo, coll'esposizione del Santissimo,<br />

e la sera alle sei si faccia l'esposizione, si cantino le Litanie de'm Santi col Salmo 121 Laetatus<br />

sum, coi versi Salvum fac populum tuum Domine. Fiat pax in virtute tua. Domine exaudi.<br />

Dominus vobiscum, e colle orazioni Exaudi quaesumus Domine. Ineffabilem nobis. Deus, a quo<br />

sancta desideria. Per Christum. Noi dovremo fare questa funzione in s. Michele li 29 luglio, e<br />

qui in s. Bernardino li 4 agosto.<br />

27 luglio 1800<br />

Li 27 domenica monsignor Emmanuele vescovo di Jasso, ed eletto di Trento, in vigore d'un<br />

indulto di Papa Pio settimo conceduto all'officio ecclesiastico capitolare di Trento, ha tenuto<br />

Ordinazioni nella cappella del ss. Crocifisso del Duomo di Trento. Ordinò 19 sacerdoti, ed<br />

alcuni chierici diaconi. Uno de' predetti sacerdoti fu il nostro frate Leonardo da Sovero 383 .<br />

31 luglio 1800<br />

Nel dì 31, giovedì ha cantato la sua prima Messa in questa nostra chiesa il detto Padre Leonardo<br />

coll'intervento de' piovani di Civezzano, e di s. Maria Maggiore soveriani 384 , del cappellano<br />

della Ca di Dio e del P. Battisti Filippino parimente soveriani.<br />

Nello stesso giorno, e nella stessa nostra chiesa recitò la sua prima Messa uno Scalfi di Fondo.<br />

Nella sera del medesimo giorno venne di quartiero per dodici giorni nel nostro convento un<br />

cappellano militare greco scismatico in mal arnese, perché fu spogliato dai francesi, stando li di<br />

lui soldati acquartierati in Ravina. Partì li 19 di mattina.<br />

379<br />

soggetta al re di Prussia.<br />

380<br />

Kayserswert Caesaris Insula, città della diocesi di Colonia soggetta all'elettor palatino, nel<br />

Ducato di Perg, al Reno.<br />

381<br />

*Polverino, o clessidra a polvere.<br />

382<br />

*Il prezzo di vendita.<br />

383<br />

*Sover.<br />

384<br />

*Oriundi di Sover.


1 agosto 1800<br />

Nel primo giorno d'agosto celebrò la sua prima Messa in questa nostra chiesa il sig. don<br />

Giuseppe Bergamini di Taglio 385 nonese, il quale non fu accettato per nostro frate, perché<br />

corpore vitiatus..<br />

Nel medesimo giorno fu a pranzo con noi il Padre Lodovico Kovascoczy cappellano militare, e<br />

frate nostro Riformato della <strong>Provincia</strong> salvatoriana. Venne qua per poter mangiare di magro<br />

essendo venerdì.<br />

2-3 agosto 1800<br />

Nel giorno secondo, e terzo d'agosto, sabato e domenica fuvvi del concorso grande di penitenti<br />

per l'Indulgenza francescana detta il Perdono d'Assisi.<br />

4 agosto 1800<br />

Nel giorno quarto, lunedì, in questa nostra chiesa abbiamo fatto la funzione prescritta pro Pace;<br />

ma furonvi molto pochi assistenti secolari. Anche nelle altre chiese fu così.<br />

Nella Gazzetta trentina foglio 60 de' 29 luglio certo Giuseppe Franchi avvisò, che ha formato un<br />

pallone aereostatico della circonferenza di palmi 50, vagamente dipinto onde renderlo agli occhi<br />

degli spettatori visibile, e sorprendente. Promise d'innalzarlo (qualora il tempo lo permettesse)<br />

nel largo della Fiera fuori di Trento ai tre del corrente, giorno di domenica, alle ore sei<br />

pomeridiane in circa, colle condizioni espresse in un manifesto stampato. In fatti tentò<br />

d'innalzarlo, ma non gli riuscì punto, quantunque il tempo sia stato bellissimo, e sienvi stati<br />

moltissimi spettatori. Si scusò con dire che non poté alzarlo, perché un cane gli ha pisciato<br />

addosso. Il Franchi è un commediante. Lo ha poi alzato nella sera de' cinque, e andò a cadere in<br />

Martignano sopra Campo Trentino. Il Franchi è di Macerata città della Marca d'Ancona. Nel<br />

giorno 7 per accidente ho veduto il detto pallone appiccato alla casa del sig. Martino Frigerio<br />

nella Contrada tedesca. Stavvi anche li 7 marzo <strong>1801</strong>.<br />

9 agosto 1800<br />

Li 9 d'agosto, sotto il pranzo è giunto qua il P. Matteo Basci di Chiuro Valtellinese, Riformato<br />

nostro milanese 386 , venuto da Insprugg e mandato qua dal signor presidente del Consiglio di<br />

Trento.<br />

Nella sera ci fu mandato dal castello il viglietto ordinante la colletta nella santa Messa ad<br />

petendam pluviam.<br />

10 agosto 1800<br />

Li dieci, essendo domenica, fu portata processionalmente dal Duomo a s. Maria Maggiore la<br />

Madonna detta del Coro, e là fu cantata la Messa votiva della Madonna da monsignor Vicario<br />

Zambaiti ad petendam pluviam. Siamo stati a tal processione anche noi tutti Regolari, il<br />

Magistrato, il Capitolo ecc. La chiesa di s. Maria fu tanto piena, che non potemmo ginocchiarci<br />

né pure alla consecrazione della Messa.<br />

12 agosto 1800<br />

Li dodici di mattina la comunità do Povo fu processionalmente alla visita del ss. Crocifisso del<br />

Duomo di Trento per ottenere dal Cielo la necessarissima pioggia.<br />

22-23 agosto 1800<br />

Finalmente nella notte de' 21 ai 22 di agosto il Signore Iddio ci ha dato un poco di pioggia ed un<br />

altro poco dopo le dodici de' 22. Altra nella notte de' 23 ed in tutto il giorno 23 sempre leggera,<br />

e placida.<br />

385 *Taio.<br />

386 Vestito nel 1773, celebrò 10 agosto 1800. Fu predicatore e confessore. È poeta ed ha composto<br />

un libro poetico dedicato a Francesco II. Partì per Verona li 24 gennaio, sabato <strong>1801</strong>. Andò a Roma.


24 agosto 1800<br />

Li 24 domenica siamo stati alla solita processione del Duomo per il voto della città, che girò<br />

soltanto intorno al Duomo ad extra cantando le Litanie de' Santi. Fummo pure alla Messa<br />

cantata dal sig. don Bartolommeo Gerloni Beneficiato, ed al Te Deum, sotto il quale furono<br />

scaricati alcuni mortaretti. Non vi fu veruna Confraternita laicale.<br />

27 agosto 1800<br />

Li 27 di notte ha piovuto assai.<br />

30 agosto 1800<br />

Li 30 di notte ha parimente piovuto.<br />

1 settembre 1800<br />

Il primo di settembre sono stato uno de' sette testimoni del testamento del sig. Gio. Battista<br />

Santuari di Trento, in cui ha totalmente diseredato il suo figlio Gervasio Tommaso, supposto,<br />

che sia vero il delitto di lesa maestà, di cui si parla pubblicamente. Per aver disertato portando<br />

via molto danaro regio 387 .<br />

2 settembre 1800<br />

Li due ha piovuto bene la mattina e la sera.<br />

5 settembre 1800<br />

Li cinque di sera piovette molto, con dei tuoni assai strepitosi.<br />

7 settembre 1800<br />

Li sette di sera piovette bene. In Duomo furono fatte delle preghiere pubbliche per li presenti<br />

bisogni cagionati dalla guerra, essendo per finire l'armistizio ai dieci nella Germania, ed ai 13<br />

nell'Italia.<br />

9 settembre 1800<br />

Li nove, giorno di martedì, siamo andati al Duomo per la solita processione. Ma essendo<br />

piovoso il tempo ebbimo ordine d'andare a s. Maria senza pennello, e così seguironci anche li<br />

preti del Duomo senza pennello. In s. Maria fu cantata la Messa dal sig. piovano del Duomo, e<br />

le Litanie della Madonna, e poi tutti senza pennelli ritornammo al Duomo, ed a casa. Mancarono<br />

li PP. Cappuccini. Noi partimmo dal convento alle nove, e vi fummo di ritorno alle undici.<br />

20 settembre 1800<br />

Li 20, sabato delle 4 Tempore nel Duomo di Trento, e nella cappella del ss. Crocifisso sia<br />

altezza rev.ma monsig. Emmanuele Maria Conte di Thunn, vescovo di Jasso, ed eletto di<br />

Trento, ha tenuto Ordinazioni. Li chierici di diversi ordini furono 53, tra' quali furono quattro<br />

nostri, cioè F. Cirillo sacerdote, F. Benedetto, F. Pietro, e F. Arcangelo minoristi.<br />

22 settembre 1800<br />

Li 22 lunedì li trentini hanno dato principio generale alle vendemmie, avendo prima<br />

vendemmiato gli orti, e le Giare, e molti anche altri luoghi per timore de' soldati presenti, e<br />

futuri.<br />

26 settembre 1800<br />

Li 26 ho inteso, ch'è passato un corriero colla buona nuova della pace conchiusa tra l'Austria, e<br />

la Francia. Ma non fu veritiera.<br />

387 In Sovero si scrive rettamente Saltuari.


Ho pure inteso, che in Aix fu portato alla chiesa per essere battezzato un bambino, e che con<br />

maraviglia di tutti gli astanti ha risposto egli stesso chiaramente alle dimande, che gli ha fatto il<br />

parroco a norma del Rituale romano. Data poi relazione al Papa Pio settimo, questi fece portare<br />

a Roma il detto bambino coi di lui genitori, ed avendolo interrogato solennemente s'era vero,<br />

ch'egli abbia risposto alle dimande del parroco risposegli di sì, e gli aggiunse, che in breve il<br />

mondo avrebbe la pace. Così ho inteso. Ma poi nel giorno 27 avendo letta una goffa relazione,<br />

che tal caso lo dice succeduto li 3 agosto 1800 e confermato in Roma li cinque del medesimo, lo<br />

credo un'impostura, benché nomini le persone espressamente, dicendo il bambino di nome<br />

Angelo.<br />

5 ottobre 1800<br />

Li cinque d'ottobre, domenica del ss. Rosario, li nostri Religiosi hanno predicato in Mattarello,<br />

Aldeno, Cognola, Gardolo, e Meano.<br />

7 ottobre 1800<br />

Li sette di mattina fu a visitare il nostro convento per mettervi una cancelleria militare il<br />

comandante della Piazza solo, d'ordine, d'ordine del tenente maresciallo Wussackovic. Vide<br />

tutto, anche l'infermeria, e la cucina.<br />

20 ottobre 1800<br />

Li 20 ottobre, giorno di lunedì, tra le undici, e le dodici di mattina innanzi del pranzo,<br />

nell'oratorio di s. Antonio di questa nostra chiesa di s. Bernardino, colla cotta, stola, Rituale<br />

romano ecc. e colla previa licenza del rev.mo sig. Provicario generale capitolare Menghino, ho<br />

esorcizzato donna Domenica di Povo, essendo presente il di lei marito, che la volle esorcizzata.<br />

31 ottobre 1800<br />

Li 31 ottobre, venerdì, e vigilia di tutti li Santi, in Trento il generale Conte di san Julien<br />

viennese 388 ha sposato una contessa di Lodrone, figlia del fu sig. Conte Giuseppe. Per tali nozze<br />

fu fatto un solennissimo pasto da magro, e da grasso. Tra' convitati furonvi anche de' rev.mi<br />

canonici, essendo nezza 389 la sposa del canonico Alberti di Enno 390 , e sorella del canonico Conte<br />

di Lodrone, cugina del decano Manci.<br />

1-4 novembre 1800<br />

Ne' primi quattro giorni di novembre ha predicato in Trento nella chiesa della Confraternita<br />

della Morte il Padre Luigi Zambaiti di Trento, Somasco, e ne' seguenti altri quattro giorni nella<br />

chiesa della Confraternita del Suffragio il nostro Padre Guardiano Giuseppe Antonio da Cles.<br />

8 novembre 1800<br />

Nella sera del giorno ottavo, essendo sabato, è venuto da quello de' PP. Cappuccini a questo<br />

nostro convento per fare una confessione generale appresso di me il sig. maggiore Branda<br />

Lucioni di Abiate milanese nato nel 1739, contando 44 anni militari, perché fu mio penitente nel<br />

1797. Capitò a Trento li 29 ottobre.<br />

In quest'anno fuvvi straordinaria scarsezza di rave, anche in Fornaso 391 . Quindi noi non ne<br />

abbiamo potuto mangiare né pure una, sebbene per altro ne mangiavamo assai, anche per<br />

minestra serotina 392 .<br />

388<br />

Ora tenente maresciallo 9 novembre 1800, creato nel novembre avanti li 6 oppure nell'ottobre.<br />

389<br />

*Nipote.<br />

390<br />

*Denno.<br />

391<br />

*Fornace.<br />

392<br />

*Della sera a cena.


11 novembre 1800<br />

Li undici dopo il vespro furono da me le signore fraile contesse Pulcheria, e Giovanna<br />

Melchiori con una donna di Trento, e mi pregarono, che tenessi nascosto nel convento un figlio<br />

di quella donna d'anni circa 25, finché venissero aggiustate, ed accomodate le vicende di quel<br />

figlio scapestrato; ma le ho persuase, che ciò non mi riesce possibile, e che sarebbe un metter ad<br />

un gran pericolo il convento, e la <strong>Provincia</strong> 393 .<br />

13 novembre 1800<br />

Li tredici notte, e giorno la piovuto con frequenti, e gagliardi tuoni; e nella mattina de' 14 si vide<br />

la neve bassa sui monti vicini di Sardagna e Povo.<br />

14 novembre 1800<br />

Li quattordici dopo il pranzo, essendo venerdì, è partito da noi, ed è ritornato ai Padri<br />

Cappuccini l'accennato signor maggiore Branda Lucioni, per avere ricevuto ordine ieridì<br />

d'andare o a Lubiana città vescovile della Carniola, oppure nell'Ungheria, come dimesso affatto<br />

dal militare, quasi uomo inquieto, e che inquieta coi suoi zeli per la religione. Gli è venuto tal<br />

ordine dal Consiglio di guerra. Innanzi servì come volontario. Egli si ha eletto di andare<br />

nell'Ungheria, quantunque non sappia la lingua ongara. Per altro come ussero veste<br />

all'ungaresca 394 . Nella sua patria stanno la moglie con un figlio di anni 16, un altro di 13, ed una<br />

figlia. Qui a Trento si confessò, e comunicò in ciascheduna mattina. Costumò di venire in chiesa<br />

al Mattutino, e di restarvi sino all'ora del pranzo. Mangiò sempre con noi da magro, ed anche in<br />

silenzio. Innanzi fu a pranzo dal generale Julien, in giorno di sabato, ma vi mangiò da magro,<br />

benché fossevi da mangiare anche della carne. In chiesa stette sempre di notte colla candela<br />

accesa. Ci ordinò da dire tre Messe in onore della ss. Trinità. Partendo da noi si mostrò<br />

contento, e grato. Pensa di andare nel nostro convento di Haimburgo tra Vienna e Presburgo.<br />

Egli è bianco, e rosso, e di statura ordinaria. Parla sempre con voce alta.<br />

15 novembre 1800<br />

Nel giorno quintodecimo ho inteso, che da Vienna è venuta a Trento la moglie del....<br />

12 novembre [sic]<br />

Nel giorno di lunedì 12 novembre sono giunte a Trento dall'Ausugio inferiore le monache<br />

Salesiane di Roveredo; sonosi albergate appresso le Madri Orsoline; e nel giorno 13 sono partite<br />

per Roveredo, dove saranno collocate in una casa privata, finché potranno andare nel loro<br />

monastero, da cui si sono allontanate per motivo de' francesi. Sono state nel castello d'Ivano; e<br />

sono ritornate a Roveredo ad istanza de' roveretani perché tengono scuola alle fanciulle. Il loro<br />

monastero dee ristaurarsi.<br />

Nel novembre Mattia Girola, ed in compagno Stefano Offer in Trento, nella casa della posta<br />

imperiale, hanno aperto un pubblico albergo sotto l'insegna di un Elefante. Fu annunziato dalla<br />

Gazzetta roveretana foglio 91 de' 15 novembre. Il Girola è di Roveredo, e l'Hoffer di Trento,<br />

segretario della posta, e figlio del già detto Momolo della posta.<br />

18 novembre 1800<br />

Nella sera de' dicidotto cominciammo a scaldare il nostro refettorio. Cessammo nella mattina<br />

dei 13 marzo venerdì <strong>1801</strong>.<br />

22 novembre 1800<br />

Nella notte venendo il giorno 22 di novembre, sabato e festa di s. Cecilia, anniversario della mia<br />

nascita, alla chiesa parrocchiale di Povo fu rubata tutta l'argenteria, eccettuata la sola pisside<br />

393<br />

Luigi Berera disertore dalla milizia austriaca. Stava nascosto nell'orchestra di s. Maria Maggiore<br />

postovi dal suo padre organista.<br />

394<br />

Partì da Trento per Verona li 16 novembre di mattina, per acqua.


posta nel tabernacolo. I ladri sono entrati per la finestra della cappella del ss. Rosario con una<br />

scala usata fuori e dentro. Sono entrati anche nella sagrestia, quantunque avesse un porta coperta<br />

di ferro. Hanno portato via 9 calici, candellieri, lampade, Crocifisso d'argento, danaro incassato,<br />

credesi per 3.500 fiorini.<br />

21 novembre 1800<br />

Li 21 a mezzogiorno fu intimato ai nostri frati di s. Rocco in Roveredo di evacuare quel<br />

convento entro due giorni per farlo un ospitale militare.<br />

22 novembre 1800<br />

Nel giorno 22 sono partiti da Trento molti soldati verso la Giudicaria ulteriore.<br />

Tre signori trentini nell'anno corrente hanno riempita di fieno la chiesa di s. Francesco; ma<br />

essendo morti 130 cavalli militari, che hanno mangiato di quel fieno, fu estratto, ed ora sta<br />

marcendosi nella piazzetta innanzi la mentovata chiesa; e vuolsi che li detti signori paghino li<br />

cavalli morti. Li signori sono il Conte Giuseppe Voltolini, il barone consigliere Tassi, ed il<br />

Salvotti. Appaltatore del Macello.<br />

29 novembre 1800<br />

Li 29 ho spedito una lettera al sig. Bernardino Pacanari appresso i PP. della Compagnia della<br />

fede di Gesù nel casino di sua eccellenza il signor Conte Pianciani. Venezia per Spoleto. Questo<br />

mi sembra notabile, perché il Pacanari predetto sta in Spoleto col suo cugino Pacanari trentino<br />

institutore di quella Compagnia 395 . Vedi sotto ai 10 novembre <strong>1801</strong>.<br />

27 novembre 1800 (sic)<br />

Li 27 novembre, giovedì in Stenico dal boia di Marano 396 furono decapitati quattro uomini, cioè<br />

Giovanni Bugna di Bersone, Marco di lui fratello, Antonio figlio dello stesso Marco, come<br />

omicidi proditori di Antonio Baldrachi da Strada, e di Rosa di lui moglie. Il quarto fu Domenico<br />

Segata di Sopramonte aggressore, e rubatore in pubblica strada di Giambattista Longhi da<br />

Bergamo. Furono assistiti dai nostri PP. Patrizio, Andrea, Francesco Maria, e Davide, che fece il<br />

discorso.<br />

4 dicembre 1800<br />

Li quattro dicembre venne in Trento la prima neve, che si fermò. Così pure a Campo.<br />

5 dicembre 1800<br />

Li cinque venne dell'altra neve più folta, ed alta una gamba.<br />

6 dicembre 1800<br />

Li sei nevicò ancora molto, e così dovemmo fare la rotta 397 sino alla Fiera secondo il nostro<br />

solito. Poi piovette.<br />

8 dicembre 1800<br />

Gli otto per la festa dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima nostra Signora predicò ai<br />

PP. Conventuali in s. Trinità il nostro Padre Guardiano Gioseffentonio da Cles, perché mancò<br />

l'avvisato nell'anno scorso P. Stefano Bellesino di Trento Agostiniano, che andò a predicare in<br />

Cavalese nella chiesa nostra.<br />

395 Nella Gazzetta trentina foglio 37 de' 12 maggio <strong>1801</strong>, in data di Madrid, v'ha: si dà per certo, che<br />

il ristauratore e rispettivo Generale dell'Ordine de' Gesuiti nuovo sia un certo Paccanari nativo di Trento.<br />

396 *Merano.<br />

397 *Cammino fra la neve. - I Frati di s. Bernardino ed anche quelli di s. Francesco dovevano entrare<br />

in città dalla Porta s. Croce, perché Porta Nuova (in cima a Via Calepina) sarà aperta nel 1803.


10-11 dicembre 1800<br />

Nella notte venendo i dieci ha nevicato, ma poco. Gli 11 ha piovuto alquanto.<br />

19-20 dicembre 1800<br />

Li 19 venendo li 20 ha nevicato alquanto.<br />

In queste Tempore dicembrine in Trento non furonvi Ordinazioni, benché in Trento si trovi<br />

monsig. vescovo eletto, e confermato, ma non impossessato.<br />

Predicatori nostri avventuali.<br />

Trento a s. Maria Maggiore, il P. Guardiano Gioseffantonio.<br />

Gardolo, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Cognola, il P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno.<br />

Villazzano, il P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Aldeno, il P. Giuseppe Maria da Pradazzo.<br />

Roveredo, a s. Marco, il P. Geremia Vicario di Borgo.<br />

Pergine, il P. Vicario Ignazio da Trento.<br />

Castelnuovo, il P. Massimo da Volano.<br />

Stenico, il P. Francesco Maria da Panchiato.<br />

Lomaso, il P. lettore Davide da Tiarno.<br />

Bleggio, il P. Guardiano Gio. Damasceno da Vigol Baselga.<br />

Cavedine, il P. Patrizio da Vigol Baselga.<br />

Pressano, il P. Regalato da Carice 398 .<br />

Cavalese, il P. Anacleto da Casezzo 399 .<br />

Altrove altri.<br />

24 dicembre 1800<br />

Li 24 dopo il vespro ha nevicato sottilmente.<br />

25 dicembre 1800<br />

Li 25 festa del ss. Natale noi abbiamo fatte tutte le nostre solite funzioni di notte, e di giorno,<br />

benché in Trento non facciansi quelle della mezzanotte.<br />

27 dicembre 1800<br />

Li 27 dicembre avanti il pranzo ho nuovamente esorcizzata donna Domenica povana 400 .<br />

Li confratelli della Ca di Dio hanno fatto le loro funzioni natalizie in s. Maria Maggiore a<br />

motivo della soldatesca in moto, temendo di non andarne esenti. Predicovvi don Vincenzo degli<br />

Angeli.<br />

31 dicembre 1800<br />

Li 31 dicembre, dopo il vespro nevicò grossamente sino alla sera, e restò la neve su la terra circa<br />

tre dita.<br />

Anche al fine di quest'anno infelice protesto, che non ho notato quanto avrei potuto.<br />

398 *Cares.<br />

399 *Casez.<br />

400 *Abitante a Povo.


ANNO DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO <strong>1801</strong>.<br />

1 gennaio <strong>1801</strong><br />

Nel primo giorno le Fradaglie di Trento non hanno fatto la loro per altro solita funzione del ss.<br />

Nome di Gesù, perché sono sluogate 401 , e rifugiate presso le Madri Orsoline, avendo dovuto<br />

cedere la loro casa ai soldati.<br />

5 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li cinque Trento fu tutto bisbigliato, giorno e notte. Alle sette in punto di questa sera è venuto<br />

qua da s. Michele quel Preposito Gregorio Tassero. Noi dopo l'Avemmaria serotina non<br />

abbiamo suonato altro per l'Epifania.<br />

6 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li sei, martedì, e festa dell'Epifania, noi abbiamo suonato ferialmente; ma ciò non ostante<br />

abbiamo cantato, e fatta la solita funzione. Abbiamo tralasciato il suono del mezzogiorno e del<br />

vespro, che fu da noi cantato senza le cotte. Dopo il detto vespro cominciò un gran romore al<br />

ponte di san Lorenzo, e continuò plus minus sino alla seguente mattina. Cessammo di suonare le<br />

campane.<br />

7 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li sette, mercordì mattina sono partiti per Pergine tutti li soldati tedeschi, che hanno potuto,<br />

dopo d'avere bruciato il ponte di san Lorenzo, e circa le otto col mezzo di alcune barche sono<br />

entrati in Trento li francesi, condotti dal generale Gioseppe Lecchi bresciano, che presto partì<br />

per Bassano con 5 mila uomini. Girarono subito per Trento a suono di tamburo, ed alle dodici<br />

vennero sette a farci una visita nel nostro convento. Li ricevemmo con buona grazia, chiesero da<br />

mangiare, gli abbiamo lasciati entrare nel refettorio, e sentarsi, demmo loro un canestro di<br />

ottimo pane fresco, due gran piane 402 di minestra, e del vino con abbondanza. Non fuvvi alcun<br />

disgusto, e sono partiti contenti, e con ringraziarci. Per riceverli ci siamo alzati da tavola tutti<br />

mentre altri la sparecchiavano, ed andammo loro incontro sono al campanello del refettorio.<br />

Uno era bresciano. Poco dopo la partenza di questi sette sono venuti altri quattro, de' quali uno<br />

fu bergamasco. Questi pure mangiarono, e partirono contenti. Il loro condottiero generale si è il<br />

celebre Macdonald 403 , che sta quartierato nel castello. Nella notte degli otto ai nove sonosi<br />

rifugiati nel nostro convento quattro Padri Carmelitani Scalzi delle Laste. Nella sera dei 10<br />

avanti Compieta sono venuti sei francesi. Il portinaio Fra Lorenzo negò loro l'ingresso nel<br />

convento, e diede loro del pane e del vino; e poi partirono. Così pure fece con due altri alle<br />

dodici degli undici; e con quattro altri alle due. Nella domenica degli undici il nostro P.<br />

Guardiano non ha predicato a s. Maria, come doveva, per gl'impedimento del militare. Gli<br />

undici in Poncornicchio 404 con una sassata lavaronica 405 fu ucciso un francese, che dagli stessi<br />

francesi fu dichiarato meritamente ucciso.<br />

13 gennaio <strong>1801</strong> [sic]<br />

Li tredici di mattina sono andati verso Roveredo moltissimi soldati.<br />

9 gennaio <strong>1801</strong> [sic]<br />

Li nove gennaio il generale in capo dell'armata dei Grigioni Macdonald ha dato fuori in un<br />

foglio un ordine, o sia regolamento diviso in tredici articoli, nel terzo de' quali si crea un<br />

Consiglio superiore composto di nove membri, e di un secretario. I membri sono nominati<br />

401 *Sfrattate.<br />

402 *Contenitori per minestra.<br />

403 Nativo di Parigi, figlio d'un militare irlandese.<br />

404 *Ponte Cornicchio.<br />

405 *Pietra scavata dai lavaratori di Lavarone.


Antonio Gaudenti. Filippo Consolati. Bertolini. Perottoni. Dordi. Carlo Antonio Pilati. Federico<br />

dall'Aquila. Un cittadino delle valli d'Annone, e di Sole, e la giurisdizione di Königsberg fino a<br />

Bolzano; ed un cittadino delle valli di Fiemme, e Primiero.<br />

17 gennaio <strong>1801</strong><br />

Predicatori vescovili della prossima Quaresima <strong>1801</strong>, li 17 gennaio.<br />

Aldeno, Garniga, e Cimone festivo, don primo Somalvigo di Trento: ma rinunziò; e vi predicò il<br />

P. Luigi Zambaiti Somasco.<br />

Avio, don Matteo Valle curato di Pannone.<br />

Banale, Fra Luigi Macchioni Minor Conventuale.<br />

Besenello, e Mattarello, don Paolo Ciola curato di Calliano.<br />

Blegio, o s. Croce, don Gio. Antonio Zanotti di Riva, d'anni 32.<br />

Brentonico, don Luigi Chizzola di Mori.<br />

Calavino, don Pietro Marani curato di Biacesa.<br />

Cavedine, don Girolamo Capretti di Riva, d'anni 35.<br />

Civezzano, e Cognola festivo, don Antonio Valdagni di Pergine.<br />

Condino, don Stefano Speranza curato di Brione.<br />

Corredo, e Smarano, don Giovanni Giuliani cappellano di Fondo.<br />

Denno, e Vigo, don Gio. Battista Bresadola cappellano di Mezzo Lombardo.<br />

Livo, don Giuseppe Sizzo di Trento, abitante in Malé.<br />

Lizzana, ed Isera festivo, don Gio. Maria Gaspari curato di Aldeno.<br />

Malé, don Pietro Benvenuti curato di Celentino.<br />

Mori, don Bartolommeo Scrinzi di Lizzana.<br />

Ossana, don Andrea Bernardi cappellano di Borgo della Valsugana.<br />

Pergine, don Domenico Boni curato dei Ragoli.<br />

Povo, e Villazzano festivo, don Antonio Lunelli curato di Roncogno.<br />

Rendena, don Paolino Leonardi curato di Lundo.<br />

Revò, e Clotz 406 , don Giacomo Antonio Bertagnoli di Fondo.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Antonio Ebli cappellano di Revò.<br />

Taio, e Torri, don Giuseppe Valentini curato di Poia.<br />

Tassullo, don Giacomo Fatarsi di Caldese 407 .<br />

Terlago, e Baselga festivo, don Domenico Girardi da Sovero 408 ; s'ammalò nel carnevale, e<br />

quindi predicò il curato di Vezzano don Giacomo Leonardi.<br />

Tione, don Bartolommeo Pellegrini di Tione.<br />

Val di Bono, don Bartolommeo Floretta curato di Pinzolo<br />

Val di Ledro, don Giovanni Boninsegna curato di Becceca 409 .<br />

Vigolo, e Calceranica, don Romedio Conci di Malé.<br />

Villa Lagarina, don Francesco Ballisti di Brentonico.<br />

31. S. Zeno, e Dambel, don Gio. Armanini cappellano in Sarca.<br />

Predicatori nostri della prossima Quaresima destinati dal padre <strong>Provincia</strong>le.<br />

Trento nel Duomo, il P. Giuseffantonio Guardiano di Trento. Con fra Vincenzio.<br />

Trento in s. Maria Maggiore, il P. confessore Cesario da Mezlombardo 4 domeniche.<br />

Gardolo, il P. lettore Sisinnio Maria da Sanzeno.<br />

Meano il P. Giangiuseppe da Canzolino.<br />

Riva, il P. Pietro Damiano Guardiano di Borgo.<br />

Cles, il P. Mariano da Bordiana.<br />

406 *Cloz.<br />

407 *Caldes.<br />

408 *Sover.<br />

409 *Bezzeca.


Lomaso, il P. Amando da Covalo Guardiano di Arco.<br />

Cavalese, il P. Ilario dai Bampi Guardiano di Cavalese.<br />

Mezzo Lombardo, il P. Geremia Vicario di Borgo.<br />

Borgo, il P. Vito Antonio da Cles segretario provinciale.<br />

Ravina, e Romagnano, il P. Vigilio da Fondo.<br />

Tenno, Il P. Francesco Maria da Panchiato.<br />

S. Felice di Garduno, il P. Gasparo Vicario d'Arco.<br />

Tesaro in Fieme, il P. Giorgio da Cles.<br />

Pradazzo, e Moena, il P. Anacleto da Casezzo.<br />

Mezzo Tedesco, il P. Stefano da Sfruzzo 410 .<br />

S. Michele, il P. Gio. Evangelista Ministro <strong>Provincia</strong>le.<br />

Zambana, il P. Ippolito da Sfruzzo.<br />

Verla e Pressano, il P. Pietro Regalato da Cares.<br />

Albiano, il P. Giuseppe Maria da Pradazzo.<br />

Pinedo, il P. Eusebio da Pinedo.<br />

Levico, il P. Illuminato da Cles.<br />

Telve, il P. Massimo da Volano.<br />

Volano, il P. Ciriaco da Lazzise.<br />

Noriglio, il P. Accursio da Preghena.<br />

Nomi, il P, Giangiacomo da Tiarno.<br />

Roveredo a s. Maria, il P. Amedeo di Roveredo.<br />

Castelnuovo, il P. Giuseppe da Primiero.<br />

Roncegno,niuno de' nostri.<br />

Torcegno, Il P. Simon Pietro da Verla.<br />

Strigno,il P. Daniele da Enno 411 .<br />

31. Mechel, il P. Niccola da Clesio.<br />

Malsesine, il P. Pietro Paolo Vicario di Roveredo; Non vi predicò perché il vescovo di Verona<br />

volle mandar esso il predicatore, ad onta della Comunità.<br />

23 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li 23 venerdì al vespro cominciò a nevicare spessamente, e continuò sino alla notte, talché restò<br />

la neve su la terra alta una scarpa.<br />

24 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li 24 sabato, circa le due pomeridiane in Trento fuvvi un gran tumulto tra soldati nuovi, e<br />

vecchi, cioè tra' venuti di fresco e quelli che stavano in Trento.<br />

30-31 gennaio <strong>1801</strong><br />

Li 30 venerdì, nella notte oscura venendo il dì 31 li membri del Consiglio superiore, tra' quali<br />

Carlo Marcabruni d'Arco, ed Francesco Zorzi di Stenico, furono chiamati nel castello dal<br />

generale Macdonald, e vi stettero sino all'una e più.<br />

1 febbraio <strong>1801</strong><br />

Il primo di febbraio sul mezzodì fu nel nostro convento un generale parigino con un colonnello.<br />

Venne come letterato, e scrittore attuale filosofico per vedere la nostra libreria. Egli dunque<br />

accompagnato dal P. Guardiano, da me, e da altri Religiosi guardò tutte le classi de' libri, e<br />

specialmente i filosofi, e gramatici. Girò tutto il nostro monte, fu nel refettorio dell'infermeria, e<br />

partì uscendo dalla chiesa, dove pigliò l'acqua santa, e adorò il Santissimo. Parlò con noi<br />

umanamente e gentilmente.<br />

410 *Sfruz.<br />

411 *Denno.


2 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li due abbiamo fatta tutta la solita funzione della Ceriola 412 senza uscire di chiesa, e senza il<br />

suono delle campane.<br />

5 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li cinque sono stati tre altri soldati officiali dello Stato maggiore a vedere la nostra libreria, due<br />

parigini, ed uno burdigalese.<br />

11 febbraio <strong>1801</strong><br />

Gli undici, giorno di mercoledì abbiamo detto il vespro in coro con voce alta, la prima volta<br />

dopo la partenza de' soldati tedeschi; ma non suoniamo ancora le campane.<br />

13 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li tredici di mattina si trovò la terra coperta di neve. Nevicò anche tra 'l giorno, ma pochissimo,<br />

e talmente, che fece sparire la neve prima.<br />

15 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 15 domenica la mattina fuvvi della neve in terra; e poi nevicò grossamente sino alla sera.<br />

18 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 18 mercoledì delle Ceneri il nostro P. Gioseffantonio da Cles Guardiano di questo convento<br />

di s. Bernardino predicando nel Duomo di Trento ha pubblicato il nuovo indulto di poter<br />

mangiare carne in tutta questa Quaresima, eccettuati soltanto tutti li venerdì e sabati, li due<br />

mercordì delle Ceneri e delle Tempore, ed il giovedì Santo, coll'obbligo di recitare ogni giorno<br />

grasso cinque Pater, ed Ave, e con gli avvisi contenuti nella circolare di monsignor Vicario<br />

generale, che può leggersi nel mio Compendium diplomaticum, To V, numero 1063.<br />

19 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 19 giovedì il P. predicatore del Duomo ha pubblicato il contenuto del viglietto, che ho<br />

trascritto nel citato Tomo V, num. 1062, in vigore del quale i parrochi possono concedere l'usar<br />

il brodo di carne, e condimento grasso anche nelle sere quaresimali.<br />

21 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 21 sabato alle sei, e più di mattina nella Fiera di Trento furono scaricati 25 cannoni, che<br />

fecero tremare il nostro coro, dove stavamo recitando Prima e Terza. Ciò fu un annuncio della<br />

tanto aspettata pace tra l'Austria e la Francia, portata iersera di notte, come segnata in Luneville<br />

ai nove di febbraio <strong>1801</strong>, da Luigi Conte di Cobenzel, cavaliere del Toson d'oro, Gran Croce<br />

dell'Ordine reale di santo Stefano, e di s. Giovanni di Gerusalemme, ciambellano, e consigliere<br />

intimo attuale di Stato, Ministro di conferenza, e vice cancelliere di Stato di Francesco secondo<br />

imperatore austriaco: e dal cittadino Giuseppe Bonaparte consiglier di Stato e fratello di<br />

Napoleone, ambidue deputati.<br />

22 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 22 domenica che fu assai freddo, ho sentito il rimbombo de cannoni sopra Trento alle 6,2 e<br />

sotto Trento alle 10,2 di mattina.<br />

23 febbraio <strong>1801</strong><br />

Li 23 piovette, e poi nevicò tanto, che non potemmo andare alla predica del Duomo.<br />

412 *Festa della Purificazione del 2 febbraio.


6 marzo <strong>1801</strong><br />

Li sei di marzo, giorno di venerdì, dalle nove sino alle 10 e mezza di mattina in s. Antonio per la<br />

terza volta ho esorcizzato donna Domenica di Povo, presente il di lei marito, ed una serva.<br />

13 marzo <strong>1801</strong><br />

Li tredici marzo, venerdì mattina è venuto in questo nostro convento il sig. Isacco Levi di<br />

Livorno ebreo, nato nell'anno 1760 li 31 gennaio, condotto dal signor D. Stefenelli, e<br />

raccomandato con un viglietto da monsignor Francesco Vicario generale Zambaiti. Egli non ha<br />

né padre, né madre, bensì ha un fratello ebreo. Studiò sino alla rettorica inclusive. Fu coi<br />

francesi cinque anni, fatto per forza. Ora tiene in scriptis la sua dimessione da lui chiesta e<br />

datagli qui a Trento nella scorsa settimana, o sia li 15 ventoso (li 6 marzo). Vuol farsi cristiano,<br />

al che si sentì mosso in Roma già tre mesi trovandosi nella basilica vaticana, ed in altre<br />

basiliche romane, ed anche in Padova nella gran chiesa di sant'Antonio. Tra' soldati fu occupato<br />

nello scrivere soltanto, non avendo mai maneggiato armi. Fu consegnato a me.<br />

Li tredici marzo di sera sono giunti da Padova a questo nostro convento tre Religiosi della<br />

nuova Compagnia della Fede di Gesù istituita da Niccolao Paccanaro trentino in Spoleto. Nel<br />

vestito sono simili agli exgesuiti. Due sono sacerdoti, li quali nel dì 14 celebrarono la santa<br />

Messa, e poi partirono verso Bolzano. Uno è romano, uno francese, ed uno croato.<br />

16 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 16 lunedì dopo il mezzogiorno piovette, lampeggiò, e tuoneggiò fortemente, e lungamente.<br />

19 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 19 giovedì non fu celebrata alle Laste dai padri Carmelitani Scalzi la solita festa di san<br />

Giuseppe, cui per altro furono soliti d'intervenire molti maldivoti, per il mercato, che là<br />

facevasi.<br />

22 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 22 domenica di Passione non fu fatta in Trento la solita processione della santa Spina per<br />

timore de' francesi presenti in gran numero. Bensì fu fatta dentro nel Duomo senza l'intervento<br />

del clero Regolare. Noi andammo sino al Duomo, e ritornammo subito.<br />

27 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 27 venerdì abbiamo fatto l'esercizio solenne della Via Crucis dentro la chiesa, perché il<br />

tempo fu piovoso. Negli altri cinque venerdì quaresimali l'abbiamo fatto fuori della chiesa nella<br />

salita. Fuvvi sempre un competente concorso di cristiani; ma minore di quello, che soleva<br />

esservi avanti la guerra. In questo stesso giorno 27 fu fatta in più pezzetti la tavoletta, che stava<br />

su la porta della chiesa coll'inscrizione Venerdì si farà la Via Crucis, colla benedizione della<br />

santa Croce. Ciò venne fatto da qualche maldivoto, che maltrattò anche un Crocifisso<br />

dell'infermeria qualche giorno avanti. Poi seppesi, che tai mali furono fatti da un mentecatto.<br />

29 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 29 domenica delle Palme il generale Macdonald nel castello di Trento ha risegnato il dominio<br />

di Trento ai signori canonici, li quali spedirono perciò a Insprugg il canonico barone Vincenzo<br />

Bordogna de Tassis, che fu di ritorno li 31 di mattina.<br />

30 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 30 lunedì Santo di mattina, essendo sereno, il detto Macdonald è partito da Trento per<br />

Verona con tre carrozze, ed otto corazze. Gli tennero dietro, e lo precedettero moltissimi soldati.<br />

Ma nello stesso giorno è andato a stare nel castello un altro francese, il Guyard, che prima stette<br />

in Trento come comandante della Piazza in casa Alberti al Duomo. Egli è colonnello capo di<br />

Brigata, ed ancora dicesi comandante.


31 marzo <strong>1801</strong><br />

Li 31 martedì Santo siamo stati nel Duomo a fare la 25 ora di orazione avanti al Santissimo<br />

esposto. Andammo, e ritornammo senza musici.<br />

1 aprile <strong>1801</strong><br />

Il primo d'aprile, mercoledì Santo, a mezza mattina è partito di ritorno a s. Michele quel<br />

Preposito Gregorio Tasser col suo servidore, e col suo cagnotto, perché sono partiti di là i<br />

francesi. Fu qui nella nostra infermeria dalla sera dei cinque di gennaio. Abitò nella stuetta<br />

presso la cappella, ed il di lui servidore nella camera contigua.<br />

2 aprile <strong>1801</strong><br />

Li due d'aprile, giovedì Santo, di mattina, sono passati presso Trento, ed andati dall'Avis a<br />

Roveredo 70 soldati austriaci, parte a piedi, e parte a cavallo. I francesi non permisero loro di<br />

passare per Trento; e quindi passarono per la strada detta sopra la Cervara fuori di Trento. Si<br />

fermarono poi oltre la Fersina, dove dal Magistrato consolare di Trento ricevettero del pane, e<br />

dell'acquavite. Sono andati a Roveredo, e Torbole.<br />

3 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 3 venerdì Santo di mattina nella sagristia del Duomo di Trento furono distribuiti gli Oli santi,<br />

condotti da Bressanone, perché in Trento non c'è vescovo. Fu a pigliarli il signor Provicario<br />

Menghino. Il nostro eletto Emmanuele sta in Vienna col sig. Ambrosio Schreck sino dai tre di<br />

marzo.<br />

8 aprile <strong>1801</strong><br />

Gli otto, mercoledì, dopo la cena il sig. Vincenzio Boscaroli mercante di Trento, giovine di circa<br />

24 anni, figlio unico d'una vedova, e d'un fu Gaetano Boscaroli nativo di Padova, è ritornato<br />

contento a casa sua dopo d'essere stato qui con noi in esercizi spirituali sino dalla mattina del<br />

lunedì Santo, che fu li 30 marzo.<br />

16 aprile <strong>1801</strong><br />

Li sedici, giorno di giovedì, alle quattro pomeridiane, essendo sereno il cielo, in Trento le<br />

guardie francesi hanno volontariamente ceduti li posti nella piazza grande, ed alle quattro porte<br />

della città, alle Guardie nazionali trentine create d'ordine pressante del Macdonald generale<br />

francese. Le trentine dunque sottentrarono alle francesi con gran pompa, e con musica<br />

straordinaria. Sarebbero sottentrate nella mattina, se fossero state provvedute di fucili, o sia<br />

moschetti. Capo di tali guardie trentine si è il signor Conte Girolamo Guarienti di Trento,<br />

signore di Seregnano, e Malosco, col titolo di Maggiore, colla guardia alla porta della sua casa<br />

in Contrada Lunga. Questa guardia fu poi dimessa.<br />

17 aprile <strong>1801</strong><br />

Li diciassette, venerdì, abbiamo ripigliato il suono dell'Avemmaria alle quattro di mattina<br />

innanzi di recitare nel coro il Mattutino. Così anche i PP. Cappuccini.<br />

Nella stessa mattina, alle otto sono partiti li francesi da Trento per Bus di Vella, e dopo le<br />

dodici, o sia il mezzogiorno per la stessa strada di Bus di Vella, è partito contento il comandante<br />

francese della Piazza di Trento, e così Trento è rimasto affatto evacuato dai francesi.<br />

Co' miei occhi ho veduto dopo le due pomeridiane la porta del castello senza guardia, e le porte<br />

della città, e la Piazza grande colle guardie nazionali, una delle quali fu il sig. barone Cristoforo<br />

Trentini. Tutti gioiscono, e sono consolati. Replico Trento restò senza un francese nel giorno di<br />

venerdì 17 aprile, a cielo sereno.<br />

19 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 19 domenica seconda dopo la Pasqua siamo stati alla solennissima processione della Dolorata<br />

dopo il vespro. Partimmo dal convento alle quattro suonate, e vi fummo di ritorno alle sei e


quasi mezza. Uffiziò monsignor decano. Nella mattina fece il panegirico il nostro Padre Vigilio<br />

fondano. Il tempo fu bellissimo, e le strade ottime.<br />

22 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 22 mercoledì, di mattina, sono venuti sul ponte di san Lorenzo alcuni francesi, de' quali<br />

alcuni sono entrati nella città disarmati colla licenza della Guardia nazionale. Nella stessa<br />

mattina intorno le nove per la porta dell'Aquila sono entrati in Trento molti soldati austriaci<br />

venuti da Bassano. La Guardia nazionale fece qualche resistenza verbale, ma poi cedette loro i<br />

posti, e si ritirò cogli onori militari. Nella seguente notte, e mattina sono partiti li tedeschi per<br />

Roveredo, e la Guardia nazionale ripigliò i suoi posti. Li tedeschi sono venuti mercoledì da<br />

Primolano a marcia sforzata, e quindi assai stanchi. Tralascio la causa ed altre circostanze.<br />

Vennero col cannone caricato a mitraglia. Fu loro supposto che Trento fosse in sollevazione,<br />

benché fosse quietissimo. Il direttore tedesco fu Baldessari buono, che chiamossi tradito, e<br />

voleva soddisfazione.<br />

23 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 23 di sera qui abbiamo pubblicato la tavola di questo convento, ed ebbi anche quelle degli<br />

altri cinque trentini, restando per ora intatti li tre austriaci.<br />

Convento di Trento<br />

Guardiano P. Gioseffantonio<br />

Vicario P. Gaudenzio<br />

P. Gioachino penitenz.<br />

P. Agostino<br />

P. Filippo lettore<br />

P. Sisinnio lettore<br />

P. Giangrisostomo penitenz.<br />

P. Cesario confessore<br />

P. Regalato<br />

P. Giangiuseppe<br />

studenti<br />

P. Cirillo<br />

F. Aloisio<br />

F. Bernardino poi sacerdote<br />

F. Benedetto<br />

F. Pietro Alcantarino<br />

Fratelli<br />

F. Feliciano<br />

F. Abbondanzio<br />

F. Vincenzio<br />

F. Lorenzio (sic)<br />

F. Pietro<br />

F. Gioachino cuoco<br />

Infermeria<br />

P. Bernardo cieco<br />

F. Salvadore<br />

F. Placido<br />

Convento di Arco<br />

Guardiano P. Amando<br />

Vicario P. Gasparo<br />

P. Crescenzio Sbetta<br />

P. Carlo Felice Pino<br />

P. Tommaso<br />

P. Giacomantonio<br />

P. Pietro Antonio<br />

P. Bonaventura<br />

P. Alessio da Varignano secolarizzato 2<br />

agosto <strong>1801</strong>.<br />

Fratelli<br />

F. Umile<br />

F. Severino, partì per Roma da Trento li 20<br />

maggio; ritornò a Roveredo<br />

F. Leone<br />

F. Serafino<br />

F. Marcello Terziario<br />

un novizio laico


Convento di Borgo Valsugana<br />

Guardiano P. Pietro Damiano<br />

Vicario P. Geremia<br />

P. Attanasio<br />

P. Gerardo<br />

P. Massimo<br />

P. Simon Pietro<br />

P. Giuseppe<br />

P. Sebastiano da Revò<br />

Fratelli<br />

F. Constantino<br />

F. Raimondo<br />

F. Prospero dai 18 nov.<br />

F. Biasio<br />

F. Mansueto Terziario<br />

Convento di Roveredo<br />

Guardiano P. Michelangelo 413<br />

Vicario P. Pietro Paolo<br />

P. Isidoro<br />

P. Ciriaco<br />

P. Accursio<br />

P. Celestino<br />

P. Giangiacomo<br />

P. Gioseffandrea<br />

Fratelli<br />

F. Angelo<br />

F. Donato<br />

F. Alessio Terziario dimesso li 19 maggio<br />

<strong>1801</strong><br />

F. Gio. Batta Terziario<br />

Convento di Metz<br />

Guardiano P. Romedio<br />

Vicario P. Giorgio maestro<br />

P. Ubaldo<br />

Convento di Pergine<br />

Guardiano P. Ferdinando<br />

Vicario P. Ignazio<br />

P. Gio. Maria<br />

P. Prosdocimo<br />

P. Giacinto<br />

P. Eusebio<br />

P. Illuminato<br />

P. Gregorio<br />

F. Clemente<br />

F. Francesco Saverio<br />

F. Alberto<br />

F. Abbondio<br />

F. Masseo<br />

F. Ruffino<br />

F. Luca<br />

F. Bartolommeo<br />

F. Pacifico<br />

Chierici<br />

Fratelli<br />

Convento di Cles<br />

Guardiano P. Lorenzo<br />

Vicario Stefano maestro<br />

P. Paolo<br />

P. Mariano<br />

P. Niccolao<br />

P. Anacleto<br />

P. Vigilio<br />

P. Carlo Felice bresimano<br />

Fratelli<br />

F. Santo<br />

F. Pasquale<br />

F. Nazario novizio<br />

F. Domenico Terziario novizi<br />

Convento di Campo Lomaso<br />

Guardiano P. Gio. Damasceno<br />

Vicario P. Patrizio<br />

P. Andrea<br />

413 Nel principio del gennaio 1802 fu Guardiano il P. Pietro Paolo; e Vicario il P. Michelangelo.


P. Cipriano<br />

P. Giuseppe Maria<br />

P. Francesco Felice<br />

Fratelli<br />

F. Benigno<br />

F. Giosafatte<br />

F. Giuseppe<br />

F. Leonardo Terziario<br />

F. Michele Terziario<br />

Mattia dagli 8 febbraio novizi.<br />

Guardiano P. Ilario<br />

Vicario P. Stanislao<br />

P. Lattanzio<br />

P. Ippolito<br />

P. Wenceslao<br />

P. Daniele<br />

P. Leonardo<br />

F. Giambattista<br />

Convento di Cavalese<br />

Fratelli<br />

F. Vitale<br />

F. Silverio<br />

F. Valentino<br />

F. Marco<br />

F. Gio. Maria Terziario<br />

F. Cosmo novizio<br />

P. Raffaele<br />

P. Davide lettore<br />

P. Francesco Maria<br />

P. Gio. Antonio<br />

Studenti<br />

F. Arcangelo Manica<br />

F. Gio. Pio Dellagiacoma<br />

F. Vincenzo Maria<br />

Fratelli<br />

F. Mattia sino al 9 luglio<br />

F. Egidio<br />

F. Mauro<br />

F. Felice<br />

Curia provinciale<br />

<strong>Provincia</strong>le P. Evangelista Torresanelli<br />

Segretario P. Vito Antonio Keller<br />

25 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 25 sabato di mattina ho esorcizzato nuovamente Domenica moglie di Giovanni Pontalti dal<br />

Saleto di Povo, alla presenza dello stesso marito e di più altri utriusque sexus, nell'oratorio di s.<br />

Antonio.<br />

29 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 29 mercoledì sono partiti da Trento in su li soldati austriaci, che restaronvi quieti quieti dopo<br />

la partenza degli altri soprammemorati.<br />

30 aprile <strong>1801</strong><br />

Li 30 aprile li soldati austriaci dello Stato maggiore quartierati in Roveredo sono passati presso<br />

Trento per la via della Cervara, e sono andati verso Bolzano.<br />

Ho inteso, che li francesi hanno consumato 112 carri di vino nel castello di Trento in poco più di<br />

tre mesi, che furono qui.


6 maggio <strong>1801</strong><br />

Li sei di maggio, giorno di mercoledì, un pò dopo le nove della mattina, essendo buon tempo,<br />

nella chiesa parrocchiale di s. Maria Maggiore di Trento fu solennissimamente battezzato coi riti<br />

del Rituale romano il mio catecumeno signor Isacco Levi di Livorno, figlio del quondam<br />

Baruch, ebreo, nato li 31 gennaio 1760, come fu notato sopra li 13 marzo. Il battezzatore<br />

destinato da monsignor Vicario generale Zambaiti fu il rev.mo sig. don Simone Saltuari di<br />

Sovero piovano di s. Maria Maggiore, ed eletto arciprete di Strigno. I padrini furono il signor<br />

Conte Girolamo Antonio de' Graziadei de Trilaco attuale capo console di Trento, e la signora<br />

contessa Gioseffa vedova de' Malfatti di Tiesfeld, e Stiegenberg 414 , nata contessa de' Melchiori.<br />

Gli furono imposti questi tre nomi Girolamo, Giuseppe, Antonio. I primi due a riguardo de'<br />

padrini, ed il terzo per la sua speciale divozione al taumaturgo padovano. Subito dopo il<br />

battesimo fu cantata una Messa solenne coi leviti, coll'organo, ed in contrappunto, sotto la quale<br />

dopo l'Evangelio il detto piovano celebrante fece un discorso analogo, erudito, e bello, ed il<br />

neofito fece a suo tempo la sacra Comunione. Assistettero più che molti sacerdoti cottati, e<br />

fuvvi una gran calca di popolo d'ogni sesso, e condizione. Il tutto riuscì molto bene a gloria di<br />

Dio signor nostro. Il neofito a suo tempo fu vestito di un camice liscio, e lo depose nella<br />

sagristia dopo la santa Messa, alla quale stette con un candela di mezza libbra in mano accesa su<br />

d'un ginocchiatoio coperto di un tappeto rosso, e d'una tovagliuola bianca, posto nel presbiterio<br />

alla parte dell'Evangelio verso l'organo. Li padrini stettero appresso nel banco sotto l'organo<br />

coperto d'un altro tappetto. Io e il P. Vicario Gaudenzio siamo stati dietro al neofito in una<br />

panca portataci ultroneamente dal campanaro. Al sig. piovano ho dato il seguente viglietto:<br />

Hieronymus Iosephus Antonius, antea dictus Isaac Levi, filius quondam Baruch Iudaei, natus<br />

Liburni in Hetruria die 31 ianuarii 1760, qui Tridentum venit invitus cum militia gallica, cui<br />

servivit tamquam amanuensis, baptizatus fuit a me etc. Patrini fuerunt etc. Il sig. Conte<br />

Graziadei padrino nel giorno 7 gli ha dato il cognome di Bonasorte. Fu prima insinuato ai PP.<br />

Cappuccini, che lo pigliassero presso di sé, e l'istruissero; ma sonosi scusati. Nel tempo, che fu<br />

con noi ebbe quattro visioni significanti. Ogni notte sino alla settimana Santa sempre vide una<br />

modestissima donna, tutta coperta di velo bianco, la quale teneva nella mano diritta alzata un<br />

calice con sopra un'ostia. Nella settimana Santa oltre il calice teneva nella mano sinistra una<br />

gran croce. Nella notte di Pasqua non vide più la donna, ma bensì una colomba bianca colle ali<br />

spiegate, per la cui vista si sentì tanto incalorito, e sudato, che dovette cangiare camicia.<br />

Finalmente nella notte, che precedette il santo Battesimo vide una scala lunghissima, per cui<br />

salivano, e discendevano molti giovanetti di bellezza, e venustà incomparabile, mostrando uno<br />

la cima.<br />

12 maggio <strong>1801</strong><br />

Li 12 martedì alle otto in punto di mattina la processione del Duomo fu in questa nostra chiesa<br />

di san Bernardino al solito per le Rogazioni.<br />

20 maggio <strong>1801</strong><br />

Li 20 mercordì, festa di s. Bernardino titolare nostro, le Fradaglie colla loro signora maestra<br />

Teresa Volani sono state a visitare questa nostra chiesa colla solita offerta di dodici candele di<br />

cera pesanti tre libbre. Cantò la Messa invitato il signor Conte canonico Giuseppe d'Arsio,<br />

assistito dal signor piovano, e da due preti del Duomo.<br />

25 maggio <strong>1801</strong><br />

Li 25 lunedì pentecostale sono venuti a Trento da Roveredo molti soldati austriaci di passaggio,<br />

li quali nel dì 26 proseguirono la loro marcia verso la Germania. Fu loro data una guardia di<br />

onore urbana.<br />

414 *Toponimi alla tedesca (Edelsitz) per avere il titolo nobiliare fondato su beni stabili o luoghi di<br />

origine (così Vezzanburg, Meanperg, Hohenstein [Sardagna], Heiligenbrun, Spreehof ecc.).


27 maggio <strong>1801</strong><br />

Li 27 mercoledì sono stato uno de' sette testimoni del testamento scritto, e chiuso di monsignor<br />

decano Sigismondo Antonio Conte Manci, in questo nostro convento di san Bernardino. Il<br />

simile ho fatto già molti anni col di lui antecessore decano Ceschi.<br />

Nello stesso giorno dopo il pranzo soffiò un vento furioso, che ha danneggiato la campagna di<br />

Pergine, ed il coperto ramesco 415 di quella chiesa parrocchiale.<br />

30 maggio <strong>1801</strong><br />

Li 30, sabato delle 4 Tempore pentecostali, in Trento non furonvi Ordinazioni, perché non vi è<br />

alcun vescovo. Per altro furono esaminati, e licenziati per gli Ordini moltissimi chierici; de'<br />

quali per ricevere il sacerdozio sono andati a Verona, e Bressanone circa dodici.<br />

4 giugno <strong>1801</strong><br />

Li quattro di giugno, festa del Corpus Domini, avendo piovuto sino alle sei di mattina, il Duomo<br />

di Trento ha fatto la processione del Santissimo intra parietes dello stesso Duomo. Noi siamo<br />

giunti al Duomo nel punto in cui li seminaristi ed altri ritornavano a casa. Ci fermammo però là,<br />

ed abbiamo ascoltato una Messa intera. Così mi fu supposto, ma la verità si è che non fu fatta<br />

veruna processione la mattina, bensì dopo il vespro, cui noi pure siamo intervenuti con tutti gli<br />

altri soliti ed anche colla Guardia urbana, che batté alcuni tamburi, e fece quattro scariche di<br />

moschetti quando furono date col Santissimo le quattro benedizioni. Noi partimmo dal convento<br />

alle tre e tre quarti, e fummovi di ritorno alle sei e quasi tre quarti. Fuvvi moltissima gente<br />

curiosa di vedere la detta Guardia, la quale tre giorni avanti si esercitò per fare comparsa; e fece<br />

istanza, che la processione venisse fatta la sera, giacché non poté farsi comodamente la mattina.<br />

7 giugno <strong>1801</strong><br />

Li sette domenica di mattina la parrocchia di s. Maria Maggiore ha fatto la sua processione<br />

annua del Santissimo, la quale parimente fu accompagnata dalla Guardia urbana numerosa e<br />

sfarzosa.<br />

Ho inteso, che ultimamente in Fieme una Gabrielli ha partorito un mostro, cioè un figlio con<br />

due teste, che si guardavano vicendevolmente, con quattro braccia, e con quattro piedi; ma con<br />

un busto solo.<br />

Li sette di mattina fu fatta la processione del Santissimo anche della parrocchia del Duomo dopo<br />

la mariana. Nella sera poi volevale fare secondo il suo solito la parrocchia di s. Maddalena; ma<br />

la pioggia non glielo ha permesso.<br />

10 giugno <strong>1801</strong><br />

Li dieci mercoledì mattina ha fatta la sua processione la parrocchia di s. Pietro colla Guardia<br />

urbana molto sfarzosa. La ho veduta, e sentita.<br />

13 giugno <strong>1801</strong><br />

Li tredici, sabato, e festa di s. Antonio, il mio neofito sig. Girolamo Buonasorte cessò di abitare<br />

in questo nostro convento, e cominciò ad abitare in una casa della Contrada di s. Maria presso il<br />

palazzo civico. Dunque fu con noi tre mesi in punto essendo venuto ai 13 di marzo. A mangiare<br />

però fu con noi poche volte dopo il Battesimo conferitogli ai sei di maggio.<br />

Nello stesso giorno 13 ha fatto il panegirico di s. Antonio a s. Trinità il nostro P. Guardiano<br />

Giuseppe Antonio.<br />

14 giugno <strong>1801</strong><br />

Li 14 domenica, piovette tutto il giorno, fuvvi del vento gagliardo e freddo, e sul monte di<br />

Vigolo cadde della neve molto bassa. Così su gli altri monti di Povo, Sardagna ecc.<br />

415 *Di rame.


16 giugno <strong>1801</strong><br />

Li 16 martedì sera in Trento fu seppellito cogli onori militari, e con un gran concorso di curiosi<br />

un sig. Alessandrino di Trento, soldato attivo della milizia urbana.<br />

17-18 giugno <strong>1801</strong><br />

Nella notte de' 17 venendo li 18 sono stati dei ladri nel monastero di santa Chiara, ed hanno<br />

portato via de' paiuoli della cucina, e più di trenta tondi peltrali 416 , con altrettante posate da<br />

tavola trovati nel refettorio, ed altre cose, quantunque il detto refettorio fosse chiuso assai bene.<br />

Il ladro fu scoperto detto Garello.<br />

21 giugno <strong>1801</strong><br />

Nel giorno 21 domenica, nel Duomo di Trento fu dato principio ad un ottavario per implorare il<br />

divino aiuto al principato di Trento, suggerito con lettera da monsignor eletto, che ora sta in<br />

Salisburgo. Si continuerà in diverse altre chiese. Ma nello stesso tempo furono chiamati a<br />

Trento eziandio dei commedianti.<br />

Nella notte innanzi del giorno 25 capitò a Trento da Salisburgo il sig. Ambrogio Schreck di<br />

Trento, che fu sempre a canto del nostro monsignor eletto Emmanuello Conte di Thunn vescovo<br />

di Jasso.<br />

26 giugno <strong>1801</strong><br />

Li 26 venerdì, festa di san Vigilio siamo stati alla processione, e Messa solenne del Duomo<br />

cantata da monsig. decano Manci. Partimmo dal convento un poco avanti le nove; ed uscimmo<br />

dal Duomo per ritornare al convento un pochetto avanti le undici. Fuvvi una gran calca di<br />

popolo, e la Guardia civica fece un'assai sfarzosa comparsa. Sotto la Messa furono scaricati<br />

molti mortaretti. Nella sera non furono fatti li fuochi artificiali, perché il cielo fu piovoso,<br />

benché fossero già preparati nella Piazza. Anzi non furono fatti né pure nelle sere, che<br />

seguirono. Il perché non si può sapere di certo, essendo varie le asserzioni.<br />

8 luglio <strong>1801</strong><br />

Gli 8, giorno di mercoledì, dopo il vespro, nel palazzo Wolchensteiniano, che ancora serve di<br />

seminario, e ginnasio, furono distribuiti li premi agli scolari secondo il solito di questi ultimi<br />

sgraziati anni, cioè soltanto tre per ogni scuola. Essi furono Antonio Mazzetti trentino,<br />

Leonardo Ricci trentino, Zaccaria Sartori ledrino, Giorgio Luchi annaniese, Guglielmo<br />

Gazzoletti naceno, Gioseppe Menghin annaniese, Gioseppe Ricci trentino, Romedio Romedi<br />

annaniese, Alfonso de' Paoli da Mezlombardo, Aloisio Antonio Cloch trentino, Gioseppe<br />

Wachter bonzanese, Antonio Garzetti trentino, Giovanni Lupi trentino, Giacomo Ricci trentino,<br />

Emmanuele Vigilio Conte Hendl de Goldrein, Juffal et Maretsch venostano, Francesco<br />

Zucchelli trentino, Gio. Claudio Ciani trentino, Pietro Cloch trentino. Gli altri non premiati<br />

furono di cognome Tommasoni. Cioli. Bertolini. Avancini. Marinelli. Campi. Zanotti. Gozzaldi.<br />

Benucci. Gaggia. Gerio. Benedetti. Eller. Federici. Gnesetti. Marzari. Trentini. Schuldaus.<br />

Callovi. Consolati. Faesi. Speranza. Sizzo. Pedrini. Pecoretti. Colò. Francinelli. Ferrari. Romani.<br />

Benvenuti. Marchetti. Martini. Hafner. Serafini. Andrea barone di Messina di Blumenried.<br />

Hayder. Beozzo. Bellotti. Fronza. Frighello. Marchiori. Bontempelli. Dante. Tutti 72. I logici<br />

furono 38. I fisici 34. De' teologi e moralisti e canonisti non si dà il numero. Il 18° logico fu<br />

Dominicus Elena volanensis 417 .<br />

15 luglio <strong>1801</strong><br />

Li 15 luglio, mercoledì, la Compagnia sesta della Guardia urbana sotto il capitano Niccolao<br />

Donati ha distribuito 150 fiorini di pane ai poveri della città sulla porta del seminario. Fu più di<br />

2.700 porzioni di mezza libbra l'una, tutte di farina bianca di formento schietto.<br />

416 *Piatti di peltro.<br />

417 *Di Volano.


Nel medesimo giorno di mattina ho veduto a dare i primi colpi alla cappella di s. Antonio presso<br />

la chiesa di s. Francesco fuori di Trento, con intenzione di atterrarla, e disfarla; come in seguito<br />

venne disfatta. Era presso la roza, che va in città, ed a settentrione.<br />

Già parecchi giorni ho inteso da parecchi, che al Finale di Modena fu dileggiato s. Antonio di<br />

Padova pubblicamente, e che quel paese fu subito castigato con tempesta 418 orrenda, ed<br />

inondazione.<br />

418 *Grandinata.

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