Scarica il catalogo in PDF - Minerva Auctions

luisa casati e carlo BuGatti
Due icone Della Belle ÉPoQue
adolf De Meyer, Marchesa Luisa Casati 1912
stampa al platino, con dedica di Gabriele D’annunzio
©Minervaauctions, asta 25/2009
Questo interessante gruppo di arredi, di cui la sola
meridienne è firmata con il nome del committente,
sono stati creati da carlo Bugatti per la marchesa luisa
casati stampa di soncino (1881–1957), nata contessa
amman, considerata la donna più ricca d’italia all’epoca
del suo matrimonio con il marchese casati avvenuto nel
1900. in quello stesso anno i marchesi casati visitano
l’esposizione universale di arti Decorative a Parigi
dove Bugatti esponeva i suoi originali arredi ottenendo
un successo travolgente. Fu probabilmente questa
l’occasione che suggerisce alla giovane coppia di
rinnovare gli arredamenti delle loro dimore.
Per più di dieci anni, dai primi anni del novecento, luisa
è l’amante di Gabriele D’annunzio. la eccentricità della
marchesa casati desta clamore: è solita passeggiare con
ghepardi al guinzaglio, pitoni vivi al collo, accompagnata
da servi negri nudi dipinti d’oro. i suoi stilisti sono
Mariano Fortuny e Paul Poiret che creano per lei abiti
orientaleggianti completati da turbanti e aigrettes.
nel 1910 luisa casati si trasferisce a venezia, nel non
finito settecentesco palazzo venier dei leoni (l’attuale
sede della fondazione Peggy Guggenheim).
Fanno parte della sua corte i maggiori artisti europei degli
anni venti e trenta, da D’annunzio (che la soprannomina
corè) a cocteau, da Marinetti a Kerouac, da Man ray
a cecil Beaton, da Boldini ad augustus John, per i
quali è musa ispiratrice, mecenate e, spesso, amante.
si fa ritrarre da Giovanni Boldini, augustus John, Kees
van Dongen, romaine Brooks, ignacio Zuloaga, Drian,
alberto Martini, alastair, Giacomo Balla, catherine
Barjansky, Jacob epstein e fotografare da Man ray,
cecil Beaton e dal barone adolph de Meyer. È anche
musa dei futuristi Filippo tommaso Marinetti, Fortunato
Depero e umberto Boccioni.
nel 1923 compra a Parigi il Palais rose da lei
soprannominato Palais du rêve, châteaux alle porte di
Parigi appartenuto a robert de Montesquiou, ma nel
1930 è costretta a venderlo insieme ad altri immobili e
a molti arredi andati all’asta per sanare i suoi iperbolici
debiti che ammontano a venticinque milioni di dollari.
MINERVA AUCTIONS | 25