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I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana

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Lando Laurentano appartiene alla nuova generazione, la possibile classe dirigente, e viene<br />

descritto come una sorta di superuomo ambizioso e romantico, che “nutriva il dispetto amaro e<br />

cocente del tempo in cui gli era toccato in sorte di vivere” 141 e che si era immerso nello studio delle<br />

questioni sociali, si era dato ad opere illuminate, ad una lieve riforma dei patti colonici, una sorta di<br />

mezzadria come quella toscana, nei suoi possedimenti in Sicilia. E' un intellettuale, che avverte il<br />

“disgusto per il presente e la speranza nel futuro” 142 lui, che non aveva potuto partecipare a moti<br />

unitari come i suoi parenti, si rende conto che qualcosa era mancato, che l'Unità, la fusione, non era<br />

riuscita perché<br />

la nazione era stata messa su per accomodamenti e compromissioni, per incidenze e coincidenze.<br />

Un solo fuoco, una sola fiamma avrebbe dovuto correre da un capo all’altro d’Italia per fondere e<br />

saldare le varie membra di essa in un sol corpo vivo. La fusione era mancata per colpa di coloro<br />

che avevano stimato pericolosa la fiamma e più adatto il freddo lume dei loro intelletti accorti e<br />

calcolatori. Ma, se la fiamma s’era lasciata soffocare, non era pur segno che non aveva in sé quella<br />

forza e quel calore che avrebbe dovuto avere? [...] più tardi, la fiamma s’era spiccata per arrivare<br />

fino a Roma... Dovunque era stata costretta ad arrestarsi, ad Aspromonte o su le balze del Trentino,<br />

era rimasto un vuoto sordo, una smembratura. Non poteva farsi l'Italia in altro modo? 143<br />

Aveva rifiutato una candidatura in uno dei collegi di Palermo, perché sarebbe stato” meglio<br />

affogarsi in una fogna” 144 , non poteva adattarsi alla mediocrità dei tempi, il movimento dei Fasci gli<br />

crea l'illusione che sia giunto il momento dell'azione, per questo è membro del Comitato Centrale e<br />

accoglie a casa sua la riunione nazionale dei dirigenti dei Fasci. Tutti i partecipanti appaiono<br />

fiduciosi della riuscita degli scioperi, della rivoluzione che avrebbe avuto origine dalla Sicilia<br />

Perché già da lunghi anni covava il fuoco in Sicilia, da che essa cioè, nel mare, si era veduta come<br />

una pietra a cui lo stivale d’Italia allungava un calcio in premio di quanto aveva fatto per la così<br />

detta unità e indipendenza della patria 145<br />

tutti tranne il deputato Spiridione Corazza, alias Napoleone Colaianni 146 che li definisce<br />

“arruffapopoli” pieni di illusioni, perché non si rendono conto di quali possano essere i pericoli,<br />

perché il popolo non è pronto per una rivoluzione anche perché giustizia vuol dire violenza, sangue<br />

141Salinari, C., Miti e coscienza del decadentismo italiano,Milano:Feltrinelli,1960,p.265<br />

142Spinazzola ,V.,Il romanzo antistorico,Roma:Editori Riuniti,1993,p.179<br />

143Pirandello, L.,I vecchi e i giovani,Milano:A.Mondadori,1989,p.267<br />

144Ibidem ,p.269<br />

145Ibidem ,p.291<br />

146Un patriota di vecchia data,appena tredicenne aveva tentato di unirsi ai Mille,poi seguì Garibaldi all'Aspromonte. Fu<br />

eletto deputato nel 1890 e restò alla Camera fino al 1921,anno della morte.<br />

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