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Osservazioni intorno agli animali viventi

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hanno due tuniche, e sono pieni d’un umore acquoso, chiaro ed un poco viscosetto,<br />

dentro al quale umore stassi un verme bianchissimo. In somma, questi tubercoletti son<br />

simili a quegli delle murene, con questa sola differenza, che quegli delle murene<br />

gialleggiano, e questi de’ gronchi son bianchissimi, e l’umore in essi contenuto è un<br />

poco più viscosetto nelle murene, di quello che si sia ne’ gronchi (Fig. XVII, 4).<br />

In tutte le razze dell’anguille, cioè nelle anguille fine, nelle anguille p<strong>agli</strong>etane, ne’<br />

gavonchi e ne’ musini ho soventemente, ma non sempre, scoperto ne’ loro intestini<br />

alcuni minutissimi vermi bianchi ed alcuni neri, i quali stanno per lo più profondamente<br />

addentati e fitti con una delle loro estremità nella tunica interna di essi intestini.<br />

Osservati questi vermi col microscopio, si veggion fatti in figura di un cono, nella di cui<br />

base è situata la testa, dalla quale soventemente soglion cavar fuora e ritirare in dentro<br />

una proboscide o corno, con la superficie per diverse piccolissime punte ineguale o, per<br />

dir meglio, spinosa.<br />

Quel pesce di mare che da’ pescatori livornesi è chiamato pesce argentino, per aver<br />

la pelle senza sc<strong>agli</strong>a veruna, liscia, di color d’argento velato di mavì, io credo che sia<br />

un pesce della spezie delle sfirene. Nell’osservare uno di così fatti pesci argentini che<br />

pesava otto libbre, ed era lungo quasi due braccia e tre quarti, trovai in una cavità del<br />

ventre inferiore starsi otto animaletti vivi, bianchi nella testa e nel busto, e gialli nel<br />

restante del lor corpo, e non molto dissimili da quelli soprammentovati degl’intestini<br />

dell’anguille. Si scorciavano questi animaletti e si allungavano come le lumache, e come<br />

le lumache appunto aveano la testa armata di quattro cornetti o, per dir meglio, di<br />

rampini duri e forti; e con essi rappiccavansi così fortemente alle pareti interne di quella<br />

cavità, nella quale si stavano rinchiusi, che non mi fu possibile farne staccare certuni,<br />

senza t<strong>agli</strong>ar con le forbicette quella parte della cavità che addentavano. Quando<br />

spontaneamente si allungavano, stendevansi per la lunghezza più di quattro dita<br />

traverse; e rientrando in loro e scorciandosi divenivano più corti dí un pinocchio<br />

mondato; e questi sono quegli stessi vermi dello stesso pesce argentino, de’ quali favella<br />

monsignor Niccolò Stenone nel volume secondo degli Atti danici, osservazione<br />

ottuagesimanona: imperocché, fin l’anno 1666, quella osservazione del pesce argentino<br />

da quel dottissimo prelato fu fatta nelle mie stanze in Livorno, mentre vi era la Corte, e<br />

son queste le sue parole.Circa finem intestini recti latebant intra abdomen plura<br />

animalcula, conchyliis hiainthinis a Fabio Columna descriplis similia, nisi quod testis<br />

carent.<br />

In un altro pesce argentino maggiore del suddetto, che pesava dieci libbre e si<br />

stendeva alla lunghezza di tre braccia e un ottavo, da me osservato l’anno 1674, non<br />

erano nella suddetta cavità i mentovati vermi, ma bensì in tutta quanta la cavità del<br />

ventre inferiore; e ne numerai più di cinquanta totalmente bianchi e di differenti<br />

grandezze, e stavansi sdraiati e appiccati a lor piacimento, altri sovra il fegato, altri<br />

sovra lo stomaco e sopra tutto ‘l canale degli alimenti, ed altri sopra i lunghissimi<br />

testicoli, ed altri totalmente si appiattavano sotto la prima tunica e dello stomaco, e<br />

degl’intestini, e del fegato. Oltre i suddetti vermi stavansi pure nella cavità del ventre<br />

inferiore, azzannando le viscere, molti altri minutissimi vermicciuoli di testa bianca, e<br />

nel restante del corpo di color ranciato, di figura simile a’ lombrichi, se non che il lor<br />

capo era grossetto e di figura romboidale. Di più, nella medesima cavità del ventre<br />

inferiore vagavano più di dugento lombricuzzi bianchissimi, non più lunghi di due dita<br />

traverse; né solamente vagavano per la cavità del ventre, ma alcuni stavano altresì sotto<br />

la prima tunica delle viscere: tutti quanti erano vivi, siccome lo erano parimente le altre<br />

due razze, ancorché fossero passati due giorni interi dalla morte del pesce. Ed erano così

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