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Osservazioni intorno agli animali viventi

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ed essa, come se non avesse male veruno, si movea e camminava francamente, e si<br />

aggirava brancolando ovunque le piacea: ho detto brancolando, perché dopo la perdita<br />

del cervello serrò subito gli occhi e non gli aprì più mai. La natura intanto, vera e sola<br />

medica de’ mali, in capo a tre giorni con una nuova tela di carne coprì e ben serrò il<br />

sopraddetto largo forame del cranio, là dove mancava l’osso, e la tartaruga, non<br />

perdendo mai la forza del camminar liberamente a sua voglia e del far ogni altro moto,<br />

visse fino a mezzo maggio; sicché ella campò sei mesi interi. Quando fu morta, osservai<br />

la cavità dove soleva star il cervello, e la trovai netta e pulita e totalmente vota, eccetto<br />

che di un piccolo e secco e nero grumetto di sangue. Son vissute ancora altre molte<br />

tartarughe terrestri, alle quali nella stessa maniera, ne’ mesi di novembre, di gennaio, di<br />

febbraio e di marzo cavai tutto quanto il cervello; con questa differenza però, che alcune<br />

si moveano di luogo e si aggiravano a lor piacimento, ed altre, arcorché vivessero lungo<br />

tempo senza cervello, nulla di meno non si mossero mai di luogo, ancorché facessero<br />

altri movimenti. E ho detto che vivessero lungo tempo; imperocché quelle che<br />

camparono meno dell’altre arrivarono a cinquanta giorni di vita, e l’altre passarono<br />

molti e molti mesi senza morire. Non son sole le tartarughe terrestri ad aver questa virtù<br />

di viver lungamente e di muoversi di luogo prive totalmente del cervello: ma ciò<br />

avviene ancora alle tartarughe di acqua dolce, e ne ho fatta la prova in molte e molte di<br />

esse, ancorché elle non sieno così resistenti, né di sì lunga durata come sono le terrestri.<br />

Credo che ancora le tartarughe di mare possan lungamente vivere senza cervello, perché<br />

ad una di esse, che recatami di Portoferraio era stata lungamente fuor del mare e perciò<br />

molto acquacchiata e fievole, feci cavar il cervello e campò più di sei intere giornate.<br />

Quando cominciai a far queste osservazioni, la corte di Toscana trattenevasi alle<br />

deliziose cacce dell’Ambrogiana, ed io del muoversi e d’un così lungo vivere delle<br />

tartarughe senza cervello, favellandone un giorno per ischerzo coll’illustrissimo Signor<br />

Marchese Cammillo Coppoli, gentiluomo della Camera del Serenissimo Granduca, e<br />

con altri signori, mi replicò esso Signor Marchese di ricordarsi d’aver veduto molti anni<br />

addietro che le tartarughe sogliono lungamente vivere senza la testa, e che lo avea<br />

osservato quando certi medici misteriosi (e forse della stessa scuola di certuni introdotti<br />

scherzosamente nelle commedie franzesi dal famosissimo Molière), per guarire una<br />

gran dama di una certa sua infermità, t<strong>agli</strong>arono di netto la testa alle tartarughe, e<br />

facevano con gran misterio stillar subito tutto quel loro freddo sangue sulle reni della<br />

medesima dama, e le testuggini poi senza testa continuarono a viver molti giorni. Volli<br />

chiarirmene; onde nello stesso mese di novembre, fatto recidere il capo ad una grossa<br />

testuggine, lasciai che dalle t<strong>agli</strong>ate vene del collo ne sgorgasse tutto quel freddo sì ma<br />

coloritissimo sangue che poté sgorgarne, e la testuggine continuò a vivere per ventitré<br />

giornate; e che ella veramente fosse viva, riconosceasi non già perché ella si muovesse<br />

di luogo, come potean far quelle alle quali era stato cavato il cervello, ma bensì perché,<br />

punta o stuzzicata ne’ piedi anteriori o posteriori, ella con gran forza gli tirava indentro<br />

e diversi altri moti facea. E perché da qualcuno potea forse dubitarsi che quei moti<br />

fossero, per così dire, una forza o di intirizzamento o di molla, e non moti di un vivente,<br />

quindi è che per chiarir bene il fatto, t<strong>agli</strong>ato il capo a quattro altre tartarughe e<br />

scolatone tutto il sangue, ne apersi due dodici giorni dopo, e vidi chiaramente il cuore<br />

palpitante e vivo, insieme co’ moti del residuo del sangue che entrava ed usciva dal<br />

cuore; il qual sangue si rassomigliava nel colore ad una scolorita lavatura di carne, o ad<br />

una linfa che avesse presa un poco di dilavata tintura di rosso. Ora, quel che fa qui<br />

presentemente al mio proposito si è che, aprendo una di queste tartarughe senza testa, la<br />

quale era grossissima, osservai lo stomaco totalmente voto e pulitissimo, siccome

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