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Osservazioni intorno agli animali viventi

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sbalordiscono, vi si scontorcono, non hanno forza di poterne scappare, ed in un’ora o in<br />

due vi muoiono totalmente, e poco prima o poco dopo secondo la grossezza e<br />

robustezza loro. Le scolopendre marine, ancorché nate e nutrite nell’acqua salata, se le<br />

ho tenute nell’acqua dolce di pozzo, vi si son conservate vive più di venti giorni interi<br />

senza cibo: ma nell’acqua rosa, nell’acqua di fiori di arancio ed in quella di fiori di<br />

mortella stillate non vi son mai visse più di mezz’ora, e forse non vi son arrivate. Con la<br />

medesima prestezza, anzi molto maggiore, par che vi muoiano le scolopendre terrestri:<br />

ma ancorché elle rassembrin morte, in verità non lo sono e, tratte all’asciutto fuor di<br />

quell’acque, appoco appoco ricominciano a ripigliare il moto e a dar segni di vivere.<br />

35. Al pari dell’acque odorifere stillate suddette l’acqua di gramigna ammazza i<br />

lombrichi, e morendo vi gettano gran viscosità e vi patiscono moti convulsivi, e morti<br />

che sono rimangono come intirizzati. L’acqua di puleggio e l’acqua di timo producono<br />

quasi gli stessi effetti, e quasi con la stessa prestezza.<br />

36. In dieci ore ho veduto morirgli nell’acque di triboli, di calamento, di fiori di<br />

sambuco, tutte stillate a stufa. Nell’acqua di scorzonera vi son campati molti giorni:<br />

molti giorni altresì nell’acqua d’isopo e di salvia. Mi astengo volentieri dal noverare<br />

altre acque, perché è facile pigliare degli sb<strong>agli</strong> circa i tempi del morire, vedendosi<br />

sovente delle stravaganze o per cagione di esse acque, o per cagione de’ modi dello<br />

stillare, o per cagione de’ lombrichi medesimi o più piccoli o più grandi, o cavati di<br />

fresco dal terreno o tenuti in casa per gran tempo, e conseguentemente qualche poco<br />

infievoliti. La verità si è che, in tutte le sopraddette prove, ho adoperate sempre acque<br />

stillate a stufa in orinali di terra con cappelli di vetro, e non mi son mai servito<br />

dell’acque stillate a campana di piombo.<br />

37. Crede il volgo, e lo scrivono molti autori, che l’acqua stillata da’ lombrichi<br />

terrestri sia un potentissimo rimedio contro i lombrichi medesimi. Per ritrovarne la<br />

verità feci prendere due libbre di lombrichi, e lavati che furono con acqua e poscia ben<br />

dall’acqua rasciutti, gli feci stillare in orinale di vetro a bagnomaria: l’acqua che ne<br />

stillò fu diciassett’once, raccolta in tre diversi recipienti per osservare la differenza tra la<br />

prima e la seconda, e tra la seconda e l’ultima. I lombrichi, messi nella prima acqua e<br />

nella seconda, vi camparono otto giorni, quelli messi nell’ultima acqua vi durarono vivi<br />

quattro soli giorni.<br />

38. Impolverati i lombrichi col tabacco polverizzato muoiono in pochi momenti. Lo<br />

stesso giuoco fa loro la cannella ed il pepe, ma non con tanta prestezza quanto il<br />

tabacco. Anco la polvere della spazzatura delle stanze gli uccide, ed in somma ogni<br />

maniera di polvere, siccome ogni maniera di sale.<br />

39. Io so molto bene che può essermi giustamente opposto che sarebbe stato miglior<br />

pensiero tentar tutte le sopra narrate esperienze non co’ lombrichi terrestri, ma con<br />

lombrichi usciti de’ corpi degli uomini o trovati ne’ corpi di <strong>animali</strong> di altra spezie. Non<br />

lo nego: ma egli è d’uopo che io mi difenda coll’affermar sinceramente che è cosa che<br />

ha molto e molto del difficile, per non dire dell’impossibile. Imperocché i lombrichi che<br />

abitano ne’ corpi degli uomini e de’ bruti non si possono per lo più aver vivi a sua<br />

posta; né è facile lo avergli in quella quantità che è necessaria a far bene l’esperienze, ed<br />

a rifarle per assicurarsi con certezza dell’evento. In oltre dandosi il caso, conforme<br />

talvolta avviene, che si abbiano vivi, certa cosa è che usciti fuori del corpo degli<br />

<strong>animali</strong>, per necessità in qualche spazio di tempo naturalmente debbon morire: laonde è<br />

molto dubbioso il conoscere con evidenza se la lor morte provenga naturalmente per<br />

trovarsi fuor di quel mondo nel quale nacquero, o pure ella sia cagionata dalla forza de’<br />

medicamenti. Di più, a chi mi facesse quella giusta e ragionevole opposizione io potrei

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