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Osservazioni intorno agli animali viventi

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7. Stemperai nell’acqua comune una giusta quantità di aloè soccotrino, polverizzato<br />

in modo che l’acqua ne divenisse tinta e amarissima. In questa tintura misi quattro<br />

lombrichi, i quali parve subito che se ne sbalordissero; ma la verità si è che vi si<br />

mantennero vivi ventiquattr’ore; ed in questo tempo uno di essi quattro cominciò a<br />

sbucciarsi della cuticola, principiando dalla coda, ed arrivando quasi fino a mezzo del<br />

dorso e del ventre, dove la buccia si raggruppò a foggia di un cercine <strong>intorno</strong> <strong>intorno</strong><br />

ravvolto. Passate ventiquattr’ore, cavai dall’acqua amara i quattro lombrichi e gli misi in<br />

vaso di vetro tra la terra umida, aggiuntovi qualche piccola porzioncella di aloè<br />

polverizzato, e vi camparono vivi molti e molti giorni. Reiterai la prova nella stessa<br />

tintura con quattro lombrichi. Per tre giorni interi non vi morirono: ma in capo al quarto<br />

giorno gli trovai tutti morti. Come dunque si ha da credere che l’aloè sia quel<br />

potentissimo e presentaneo ammazzatore de’ lombrichi, come lo celebrano gli scrittori?<br />

Se i lombrichi, con lo stare infusi nella sua amarissima tintura, indugiano quattro giorni<br />

a morirvi, come può esser vero che la lor morte ne’ corpi umani provenga dallo<br />

impiastrare il bellico con aloè incorporato con fiele di bue e con aceto? Se l’aloè cotanto<br />

amaro è così poco efficace, come potranno essere valorose le foglie verdi di pesco, peste<br />

ed irnpiastrate con aceto sul ventre?<br />

8. Dioscoride, nel cap. 101 del secondo libro, vuole che la decozione amara de’<br />

lupini con ruta e con pepe cacci i vermi fuor del corpo; e che la stessa utilità si ricavi dal<br />

mangiare i medesimi lupini amari, stati infusi e rinvenuti nell’acqua, e dal lambire o<br />

bere la loro farina mescolata col mele. Io so di certo che i lombrichi terrestri, tenuti nella<br />

decozione amarissima de’ medesimi lupini, vi campano molti giorni.<br />

9. V<strong>agli</strong>a però il vero; in una forte bollitura amarissima di assenzio talora vi son<br />

morti in vent’ore, altre volte in ventiquattro, ed altre volte hanno indugiato fino a trenta.<br />

Di più, avendo stemperata un poco di terra con la suddetta bollitura e ridottala in foggia<br />

di una tenera e lunga melmetta, tutti i lombrichi che vi furono messi morirono in<br />

trent’ore. Talvolta, nelle bolliture più leggieri e nelle semplici infusioni, vi son vissuti<br />

fino in quarantott’ ore.<br />

10. Di quel seme, che semenzina o seme santo appellasi nelle spezierie, ne feci una<br />

buona e piena infusione nell’acqua comune calda, e per due ore la tenni a bagnomaria: e<br />

quando ella fu poi ben fredda, senza cavarne quel seme, vi misi quattro lombrichi, i<br />

quali in sett’ore vi morirono. Innacquai quell’infusione con altrettanta acqua comune, e<br />

mettendovi quattro altri lombrichi vi morirono in ott’ore. Vi è dunque qualche ragione<br />

che la semenzina, confettata con zucchero, sia frequentemente usata nelle spezierie per<br />

darla ai fanciulli trav<strong>agli</strong>ati da’ vermi.<br />

11. Infusi nell’acqua comune alcuni pezzettini di agarico; ed un’ora dopo, senza<br />

levar l’agarico, vi aggiunsi quattro lombrichi, i quali in trentasei ore vi morirono.<br />

12. In una piena infusione di rabarbaro polverizzato, fatta in acqua comune e ben<br />

colata e spremuta, misi a nuoto quattro lombrichi, e vi morirono in venti ore; siccome in<br />

trentasci ore moriron altri messi in quella stessa infusione, ma però innacquata con<br />

altrettanta acqua pura. In quella prima infusione non innacquata, dopo che pel corso di<br />

dodici ore vi ebbero dimorato quattro lombrich, gli trassi fuora, e diedi loro libertà in un<br />

vaso di vetro pieno di terra, dove continuarono a vivere molti e molti giorni.<br />

13. Avendo tenuto per dieci ore infuso in acqua comune fredda un pomo di<br />

coloquintida, colai l’infusione che era amarissima, e vi misi quattro lombrichi.<br />

Morirono tutti nel termine di quattordici ore. Nella medesima infusione, temperata con<br />

altrettanta acqua, certi altri lombrichi vi morirono in ventiquattro ore. Alcuni, che erano

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