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Osservazioni intorno agli animali viventi

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Reiterai l’esperienza con altre cipolle in altri vasi il dì 25 di luglio, e subito vi furon<br />

fatte dell’uova, ma non vi nacque mai verme veruno, e conseguentemente né meno<br />

<strong>animali</strong> volanti. Per non partirmi da’ giacinti soggiugnerò qui appresso quanto mi è<br />

avvenuto co’ giacinti maggiori indiani bianchi, volgarmente chiamati giacinti tuberosi.<br />

Il dì 11 di luglio, pestati i fiori e messi in vaso di vetro aperto, vi vidi sopra quasi subito<br />

molte e molte uova, e poco dopo molti piccoli vermi, i quali camparono alcuni giorni e<br />

poi si morirono senza esser quasi punto cresciuti di mole, eccetto che un solo, il quale<br />

era ingrossato ed allungato: ma il dì 22 pur di luglio si morì ancor esso, senza esser<br />

arrivato a formarsi in ninfa, o crisalide che vogliamo chiamarla. E lo stesso avvenne in<br />

altre prove del 18, del 29 e del 31 luglio, del 7, del 16, del 20 e del 25 di agosto,<br />

essendovi solamente nati vermi, i quali sempre morirono, né mai arrivarono a potersi far<br />

vedere in figura di animaletti volanti: e pure in differenti maniere io avea preparati quei<br />

fiori, ora pestandogli, ora semplicemente sminuzzandogli con le cesoie, e calcandogli e<br />

bagnandogli con acqua, acciocché si mantenessero più morvidi. Nelle frondi de’<br />

medesimi giacinti tuberosi avvenne talvolta il simile che ne’ fìori, ancorché non sempre;<br />

imperocché il dì 29 di luglio, sulle frondi pestate, subito vi furon fatte dell’uova, dalle<br />

quali nacquero moltissimi verminetti, che tutti appoco appoco si morirono, eccetto che<br />

uno, dal quale al tempo determinato scappò fuora una mosca torpida e sbalordita, che<br />

non si condusse mai a poter distendere le raggrinzate sue ali per poter volare, e si morì<br />

ventiquattr’ore dopo di esser nata: ma in tre altri vasi, in differenti giornate, ancorché vi<br />

si vedessero i vermicciuoli, non ve ne fu mai alcuno che giugnesse ad essere<br />

visibilmente moscherino o mosca. Solamente in uno alberello pieno, il dì 7 agosto,<br />

pieno dico di frondi e di gambi teneri di tuberosi ben pestati, vi furon partoriti subito<br />

due grandi mucchi di uova; onde, fatto serrare il vaso la mattina de’ 9 di agosto, vi<br />

apparirono molti e molti vermicciuoli, e il dì 26 tre mosche uscirono da’ loro invogli,<br />

siccome ancora molti moscherini coll’antenne corte in testa, che subito tra di loro si<br />

unirono all’opera di nuova generazione; e di questi così fatti moscherini ne comparve<br />

una gran quantità nel corso de’ due susseguenti giorni, e poscia nient’altro si vide.<br />

Adì 17 di marzo pestai de’ fiori bianchi di leucoio con foglie di draba; gli misi in un<br />

vaso di vetro, e lo tenni aperto dieci giorni quindi lo serrai con la carta, e stette così<br />

serrato fìno al duodecimo giorno di maggio, e non vi nacque mai animaletto veruno;<br />

onde l’istesso giorno riapersi il vaso: e perché i fìori si erano quasi totalmente rasciutti<br />

gli rammorvidai con l’acqua, e fra’ pochi giorni le mosche vi fecero sopra moltissime<br />

uova, dalle quali nacquero vermi, che a suo tempo comparvero mosche ordinarie e di<br />

una sola razza.<br />

Adì 20 di marzo, nelle giunchiglie di Lorena, peste e tenute per qualche giorno in<br />

vaso aperto e poi serrato, non nacque mai anirnaletto veruno; e non usai la diligenza nel<br />

mese di maggio o di giugno di aprire di nuovo quel vaso, in cui da prima le avea riposte.<br />

Adì 19 di aprile, nelle giunchiglie odorate di Spagna in capo a due giorni vi vidi<br />

minutissimi vermi, che nel mese di maggio divennero piccolissimi e neri moscherini<br />

con l’antenne corte in testa, e così veloci e così lesti che pareano il moto perpetuo.<br />

Adì 10 di maggio pestai delle rose rosse e le posi in due gran vasi di vetro aperti. Il dì<br />

14 serrai i vasi con carta. In uno di essi la mattina del dì 25 cominciarono a nascervi i<br />

moscioni, e continuarono a nascervene in grandissima quantità per dieci giorni, cioè<br />

fino a tutto il terzo giorno di giugno. Nell’altro vaso la sera del dì 25 di maggio vi si<br />

videro scappar fuora i primi moscioni, e fino al primo dì di giugno ogni giorno se ne<br />

videro de’ nuovi, ma non in così gran quantità, come nel primo vaso; e poscia, né<br />

nell’uno né nell’altro vaso non vi nacque mai più niente, ancorché il dì 24 di giugno io

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