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Osservazioni intorno agli animali viventi

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nell’acqua salata; ma ve ne sono certune che montano a depositarle nell’acqua dolce; ed<br />

alcuni altri pesci, che per lo più abitano nell’acqua dolce, calano a sgravarsi delle loro<br />

semenze nell’acqua marina, conforme posso affermare per lunga osservazione delle<br />

anguille, che ogni anno, alle prime piogge ed alle prime torbide di agosto, nelle notti più<br />

oscure e più nuvolose, e, come dicono i pescatori, nel rimpunto della luna, cominciano<br />

in grossi stuoli a calar da’ laghi e da’ fiumi alla volta del mare, e nel mare depositano le<br />

loro semenze. Dalle quali semenze, poco dopo che son nate le piccole anguilline,<br />

secondo che prima e poi lo permette la stagione più rigida o men rigida, esse anguilline<br />

salgono per le foci de’ fiumi all’acque dolci, cominciando a salire verso la fine del mese<br />

di gennaio o poco dopo il principio di febbraio, terminando per lo più <strong>intorno</strong> alla fine<br />

di aprile, non in un sol passaggio, ma in più e diversi, con intermissione di tempo. Ed in<br />

questi passaggi montano all’acqua dolce in così gran numero che alcuni pescatori, i<br />

quali l’anno 1667 a mia richiesta pescarono in Arno, dentro Pisa in quello spazio che è<br />

tra ‘l Ponte a mare ed il Ponte di mezzo, in cinque sole ore di tempo ne pigliarono, non<br />

con altro arnese che con gli stacci, più di tremila libbre. Ed un altro pescatore, pure in<br />

Arno un sol mezzo miglio in lontananza del mare, in sullo spuntar dell’alba ne pescò<br />

più di dugento libbre, che erano così minute e sottili che ne andava <strong>intorno</strong> a mille alla<br />

libbra delle libbre di Toscana, che sono di dodici once. Non son però tutte le anguilline,<br />

quando montano all’acqua dolce, della stessa minutezza; anzi elle sono di diverse<br />

grandezze, come si vede nella Fig. XIV, dove tutte son disegnate al naturale, ancorché<br />

quelle più grossette del numero 4, 5, 6, 7, sieno pochissime, e le più numerose sieno<br />

quelle de’ numeri 1, 2, 3.<br />

Se il padre Buonanni avesse curiosità d’intendere che cosa sia avvenuto a me, nel<br />

tentare quella sua esperienza de’ fiori de’ giacinti e di altri fiori secondo il corso delle<br />

stagioni, lo riferirò qui schiettamente in un piccolo diario, protestandomi di nuovo che<br />

non ho ambizione veruna che egli a me dia fede: ma solamente, con ogni ossequio più<br />

riverente e sincero lo prego a soddisfarsi da se stesso con nuove e reiterate esperienze,<br />

acciocché più chiara egli possa, co’ suoi nobili scoprimenti, svelare al mondo la verità.<br />

Ne’ giorni che corrono tra ‘l duodecimo ed il ventesimo di febbraio, fatti pestare fiori<br />

di giacinti bianchi e di giacinti turchini primaticci, gli riposi in differenti vasi di vetro, di<br />

bocca larga e aperta, ed in altri simili vasi aperti riposi fiori turchini di epatica, ovvero<br />

erba trinità dal fior doppio, fiori gialli di farfara, fiori d’erba paralisis o primulaveris di<br />

fior turchino, fiori di polmonaria, fiori di clematide o vincapervinca, fiori di elleboro<br />

nero, e fiori di elleboro trifogliato. Non vi nacque mai animaletto alcuno, forse per la<br />

freddezza della stagione.<br />

Il giorno 4 di marzo, pestata nel mortaio di marmo con pestello di legno una buona<br />

quantità di giacinti turchini, la divisi in quattro parti; due parti ne riposi in due alberelli<br />

di vetro, e gli lasciai aperti senza coprirgli con cosa veruna: l’altre due parti le distribuii<br />

in due caraffe, e col cotone turata la bocca del loro collo, la ricopersi con carta e la<br />

fermai con buona legatura di spago, e tutt’a quattro questi vasi gli collocai insieme in<br />

una stessa stanza voltata a mezzo giorno sopra una stessa tavola. Dentro le due caraffe<br />

serrate non ho mai veduto nascere alcun verme, né alcuna farfalla, né altro animaletto<br />

volante. Per non avere a replicarlo a volta per volta, in tutte l’altre seguenti esperienze<br />

di questo diario, dico di nuovo che lo stesso costantemente è sempre avvenuto in tutti<br />

gli altri fiori pesti che ho tenuti in vasi di vetro serrati, ed ogni prova che ho fatta, l’ho<br />

fatta sempre ugualmente a doppio, e in vasi serrati e in vasi aperti. Ne’ due<br />

soprammentovati alberelli aperti, dove erano gli altri giacinti turchini, posi mente che il<br />

dì decimo di marzo erano state depositate molte piccole uova di mosche; onde serrai

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