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Antigone nel Novecento. L’individuo e la polis 85<br />
Il valore politico dell’azione di Antigone appare, comunque, una costan-<br />
te nelle riletture della tragedia, del mito e del <strong>per</strong>sonaggio, soprattutto in<br />
<strong>per</strong>iodo post-bellico. Alcune opposizioni convenzionalmente rintracciate<br />
nella tragedia (individuo vs. polis, amore vs. politica, il conflitto di<br />
gender) andrebbero <strong>per</strong>ò interrogate: l’azione di Antigone, <strong>per</strong> esempio, è<br />
necessaria, ma è anche il frutto di una scelta <strong>per</strong>sonale. Sembra di<br />
riconoscere proprio Antigone nelle parole che Hannah Arendt scrive in<br />
The Life of the mind: “When everybody is swept away unthinkingly by<br />
what everybody else does and believes in, those who think are drawn<br />
out of hiding because their refusal to join in is conspicuous and thereby<br />
becomes a kind of action” 53 . Per Arendt l’azione che scaturisce dal pen-<br />
sare è prerogativa dell’essere umano e dipende interamente dalla pre-<br />
senza degli altri 54 . In questa luce mi sembra di poter leggere la trama<br />
delle Antigoni come azione, in senso arendtiano. Antigone esce allo sco-<br />
<strong>per</strong>to dopo aver compiuto l’atto che nessuno osa fare e sconvolge il pia-<br />
no di Creonte. L’azione che interrompe lo svolgimento naturale e spon-<br />
taneo degli eventi è allo stesso tempo “accompagnata dal discorso” 55 ,<br />
dalla parola che o<strong>per</strong>a nel vuoto che esiste tra gli individui; vuoto che<br />
delimita lo spazio del politico.<br />
Il fatto che l’azione di Antigone coinvolga lo spazio pubblico del-<br />
la polis e sia “appariscente” – che appare, cioè si manifesta agli altri –<br />
53 HANNAH ARENDT, The Life of the Mind, cit., p. 192.<br />
54 HANNAH ARENDT, The Human Condition, cit., p. 22 e passim.<br />
55 Cfr. HANNAH ARENDT, The Human Condition, cit., specialmente il capitolo “The<br />
public and the private realm”, pp. 22-78.