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Antigone nel Novecento. L’individuo e la polis 67<br />
ex-Jugoslavia nel film di Mario Martone Teatro di guerra (1998), che<br />
guarda all’ennesimo conflitto nella zona dei Balcani. Il film è ambientato<br />
nel 1994 a Napoli, dove si svolgono le prove dello spettacolo che do-<br />
vrebbe andare in scena nella Sarajevo oppressa dalla guerra. Emergono<br />
a più livelli gli effetti di una violenza fratricida: Tebe è in stretta connes-<br />
sione sia con Napoli sia con Sarajevo, che non verrà mai raggiunta dagli<br />
attori a causa della distruzione del teatro che avrebbe dovuto ospitare lo<br />
spettacolo.<br />
Il film chiude idealmente un secolo che, come si vedrà, ha fatto di<br />
Antigone un <strong>per</strong>sonaggio di primo piano nel panorama culturale, socia-<br />
le, politico, filosofico e psicanalitico. Non a senso unico naturalmente:<br />
Antigone figura come paradigma di riferimento esplicito, parodia (in<br />
senso bachtiniano), o archetipo in una molteplicità di sfumature. Finché,<br />
con la recente “rinascita” del classico modello oppositivo nella cultura<br />
dell’Occidente dopo l’11 settembre 2001 Seamus Heaney può riproporlo<br />
come paradigma forte nella sua traduzione The Burial at Thebes (2004).<br />
Da leggere, come lui stesso suggerisce, in relazione al conflitto iracheno<br />
tuttora in corso 9 .<br />
9 SEAMUS HEANEY, The Burial at Thebes: Sophocles’ Antigone, London: Faber and<br />
Faber, 2004.